Un altro
giorno
parte I
di
Soffio d'argento
Era una di quelle giornate nate storte. Si
era svegliato in ritardo per colpa della stupida sveglia che si era
dimenticata di suonare, che poi fosse stato a causa sua che si era
scordato di puntarla, era un fatto di poca importanza. Quel macinino di
servizio si era bloccato in mezzo al traffico mattutino, provocando le
urla furiose degli altri guidatori. I semafori della zona sembravano
essersi messi d’accordo per fargli perdere più tempo possibile, così,
quando si apprestava a raggiungere un semaforo verde, questo di
trasformava in rosso. Il suo bar preferito, dove andava sempre a fare
colazione (raramente riusciva a svegliarsi in orario e fare una colazione
decente) era chiuso per riposo settimanale. Che poteva capitargli ancora?
Ciliegina sulla torta: il suo collega, nonché migliore amico, Yohei Mito,
era a letto con l’influenza.
Sospirò rumorosamente, preparandosi a prendere
un’altra sgridata del suo superiore, il capitano Akagi, quando, entrando di
fretta, si scontrò contro Kogure, il quattr’occhi della scientifica.
Stranamente l’ufficio sembrava in fermento. Bloccò per la cravatta il
collega e lo portò in disparte.
<< Che diamine succede, Kogure? >>
<< Finalmente sei arrivato, Sakuragi! Il
capitano Akagi ti aspetta da mezz’ora! >>
<< Non è questa la risposta alla domanda che
ti ho formulato! >>
Kogure si tolse gli occhiali e cominciò a
pulirli nervosamente. Faceva sempre così, notò Sakuragi, quando aveva
qualcosa da dire che lo turbava.
<< Hanno trovato Toshio… >>
<< Finalmente quell’idiota si è fatto vivo! >>
Kogure alzò lo sguardo e lo fissò con aria di
rimprovero.
<< L’hanno trovato morto. >> e detto questo si
allontanò.
Sakuragi restò un po’ interdetto ancora
davanti alla porta dell’ufficio. L’agente Ayako (ma un cavolo di cognome
l’ha? NdA.) gli passò accanto riservandogli un sorriso triste. L’agente
speciale, Toshio Hiyuga, era stato, per un anno, un suo collega. Avevano
lavorato a parecchi casi insieme e di lui Sakuragi ricordava con piacere il
suo idealismo. Aveva uno sguardo candido almeno come la sua anima. Era il
più piccolo di quattro fratelli ed era entrato nella polizia per seguire le
orme del padre, poliziotto anch’egli e morto in uno scontro a fuoco con
degli yakuza. Era un bravo agente, ligio ai doveri e sempre attento alle
esigenze altrui. Era di quelli che continuava ad essere un poliziotto anche
senza distintivo. Era per questo, che era stato reclutato nel reparto
speciale.
“Hai saputo la
novità Sakuragi?” gli aveva detto un giorno durante il pattugliamento in un
quartiere malfamato.
“Cosa? Finalmente ti sei accorto della
genialità del tuo collega, nonché sottoscritto?”
“Ehi Tensai dei miei stivali! Stavo parlando
di una cosa seria!”
“Anch’ io ero serio! Ad ogni modo… cosa è
successo di tanto piacevole?”
“Entrerò nei reparti speciali! Finalmente
potrò rendermi utile come mio padre! Ho già firmato le carte del
trasferimento, questo sarà il nostro ultimo pattugliamento…”
Qualche settimana
prima, si era sparsa la voce della sua scomparsa durante un’indagine sotto
copertura. Di questa storia, naturalmente, era stata messa a conoscenza solo
la squadra dello Shohoku. Era la migliore squadra investigativa dell’intera
prefettura. Le ricerche erano cominciate subito, ma la gravità della
situazione era nota a tutti. Il capitano Akagi aveva comunicato la missione
di Hiyuga ai suoi sottoposti, anche se non nei minimi particolari. Sakuragi,
che aveva solo lontanamente intuito la gravità della missione, era andato su
tutte le furie.
<< Come diavolo gli è venuto in mente di
affidare un’indagine così pericolosa ad un novellino? >>aveva sbraitato
attraversando, con lunghe falcate, tutto l’ufficio.
Ed adesso era stato ritrovato.
Entrò come una furia nell’ufficio d’Anzai, il
vecchio superiore prossimo alla pensione. Quando entrò tutti rimasero in
silenzio. Persino Mitsui, facile sempre alle provocazioni, aveva abbassato
lo sguardo.
<< Quel bastardo di Taoka! Affidare a Toshio
un caso così pericoloso! Come diavolo gli è saltato in mente! L’avevo detto
io che quell’uomo era pazzo! >> esclamò furioso.
<< Sakuragi piantala! >>
<< Piantala un corno Akagi! Perché non ci ha
mandato il suo prediletto, quel porcospino decerebrato di Sendo, o magari
quello gnomo maleducato di Koshino! Loro hanno più esperienza di Toshio. Non
erano nuovi a questo genere d’azioni! >>
<< Se hanno scelto Hiyuga, lo hanno fatto per
un motivo preciso: una faccia nuova è più facile da inserire in un giro
pericoloso! E poi… >> cercò di continuare Akagi, ma la porta dell’ufficio si
aprì e qualcuno lo interruppe.
<< E poi non credo che tu voglia perdere
ancora tempo in chiacchiere, giusto Sakuragi? >>
<< Maki, Kyota e Jin… >> aveva ringhiato
Hanamichi.
Tre ragazzi molto alti, di sicuro più della
media, fecero il loro ingresso nei loro gessati blu. Sembravano più dei
manichini che dei poliziotti. Quelli erano delle sfere alte, gente che non
si sporcava le mani per piccoli crimini. Loro si muovevano solo in occasioni
importanti, per fare bella mostra di sé. E così la squadra del Kainan era
entrata in campo…
<< Che diavolo ci fate qui!? >> era stato
Mitsui a ringhiare.
Tutti sapevano che aveva avuto dei problemi
con uno di loro, quando lavorava nella squadra del Kainan.
<< A quanto pare non sono soli! >> disse poco
dopo Miyagi.
In quel momento entrarono, sorridenti come
sempre e sicuri di sé, i membri della squadra speciale Ryonan, condotta dal
famoso Sendo, seguito a ruota dal burbero Koshino e dal capitano, il
mastodontico Uozumi! Dietro la squadra, con la sua aria altera, c’era il
collerico Taoka. Appena entrati, avevano catturato su di loro l’attenzione
degli altri poliziotti semplici, che prima si erano incantati a guardare i
ragazzi del Kainan.
Le poliziotte, in primis la sorella del
capitano Akagi, voltavano stupefatte lo sguardo da un agente all’altro. Il
fascino di Sendo era conosciuto in tutto il distretto. Si vociferava che,
col suo sorriso semplice e disarmante, avesse spezzato parecchi cuori
femminili. Lui ricambiava quei sorrisi, imbarazzatamente accennati, con uno
pieno e luminoso. Dietro di lui, un ragazzo dallo sguardo assassino (chiedo
scusa ad Akira14 e Koibito8 per il furto, ma non sono riuscita a resistere
alla tentazione di mettere questa frase! NdA.), Koshino, la mente del
gruppo, si muoveva squadrando, alquanto arrabbiato, le colleghe.
Poco dopo, con la sua solita aria finto-stanca,
entrò Fukuda, detto il cecchino, sbattendo la porta. Taoka si voltò
arrabbiato verso di lui e per poco non gli fece una scenata davanti a tutti.
Si fermò perché sapeva quanto Fukuda odiasse essere ripreso, specie se di
fronte ad estranei e, intuendo quanto l’apporto della sua precisione fosse
importante per l’intera squadra, spesso e volentieri faceva finta di non
notare taluni atteggiamenti.
<< A quanto pare anche la speciale è entrata
in campo! >> disse pensoso il fuoriclasse del Kainan.
<< Ma non riusciranno a soffiarci il caso! >>
rispose furbescamente Kyota, il nuovo arrivo.
A quelle parole Sakuragi si sentì invadere
dalla rabbia? Era questo per loro Hiyuga? Solo un caso, un numero fra i
numeri? Come poteva, quella scimmia sottosviluppata, definire il suo amico,
un suo collega, un “caso” da non lasciarsi sfuggire? Mitsui gli si avvicinò
prima che potesse prendere a pugni Kyota e poi, approfittando della
disattenzione generale, gli sussurrò all’orecchio:
<< Che vuoi fare stupida scimmia? Vuoi che ci
tolgano il caso? Vuoi davvero che siano quegli idioti della speciale o quei
presuntuosi del Kainan, ad indagare sulla morte del nostro amico? Perché se
è questo che voi, prendi pure a pugni quel cretino di Kyota, ma se le tue
intenzioni non sono queste, allora sta calmo e controllati! Un tuo passo
falso e rischiamo di uscire fuori dalla storia! >>
Quelle parole riuscirono a calmare il rosso,
che si risedette sulla sedia, aspettando l’arrivo della speciale.
<< Anzai amico mio! E’ da tanto che non ci si
vede! Ma ci sei pure tu, Takato! Peccato rivederci in un’occasione così
spiacevole! >>
In quel momento, tutti gli elementi dello
Shohoku ebbero lo stesso pensiero: “Ipocrita!”
<< Taoka cosa ci fa qui la speciale? >>
domandò il comandante del Kainan.
<< Dimentichi una cosa Takato: Hiyuga era un
poliziotto dei nostri. La domanda dovrebbe essere un’altra non credi? Cosa
ci fate voi dei piani alti fra noi comuni mortali? >> domandò sorridendo
Taoka.
<< La risposta dovresti conoscerla! In fondo è
per quel caso che Hiyuga è morto: Faccia d’angelo! >>
Fino ad allora gli unici a sapere su cosa
stesse indagando Hiyuga, erano stati solo i comandanti delle tre maggiori
squadre di poliziotti delle prefettura di Kanagawa, oltre al diretto
interessato. Persino i suoi colleghi erano rimasti allo scuro di tutto.
<< E voi avete mandato un novellino come
Hiyuga in quel covo di serpi? Ma siete matti? >> Sakuragi, nonostante le
raccomandazioni di Mitsui, non riuscì a stare calmo. Si alzò furioso dalla
sedia e si scagliò contro il comandante del Ryonan.
<< Vedo che il tuo
temperamento di fuoco non è cambiato Sakuragi. Se fossi rimasto alla
speciale avresti di sicuro fatto carriera, ma hai preferito la vita
tranquilla del poliziotto di pattuglia. Non avevi le palle per una squadra
come il Ryonan. Hiyuga le aveva ed… >>
<< Ed è morto! >> lo interruppe il rossino <<
Se sono andato via dalla Speciale, è stato solo perché non mi fidavo di lei!
Lei è solo un pazzo arrivista! Si diverte a giocare con la vita dei suoi
uomini! I suoi metodi non mi sono mai piaciuti e adesso so perché! >>
<< Come osi Sakuragi! >> disse inviperito
quella furia di Taoka << Anzai! Credevo che i suoi uomini conoscessero la
disciplina, ma a quanto vedo lei si è davvero rammollito in questi ultimi
anni. Non è più il diavolo bianco! >> continuò Taoka, mentre Tarato e il
resto del Kainan, in disparte, si godevano tutta la scena.
<< Oh oh oh!
Dite Taoka? Io preferisco che i miei uomini siano liberi di esprimersi al
meglio. Sakuragi poi è forse un po’ impulsivo, ma è un bravo poliziotto. Si
vede che è uscito dalla scuola del Ryonan. >>
A quelle parole Taoka si tranquillizzò e
l’espressione della sua faccia si fece più rilassata. Takato sorrise
pensando a come fosse facile, per Anzai, controllare a proprio piacimento le
emozioni di Taoka e anche le sue. In fondo era stato il loro maestro.
Dopo le presentazioni come da prassi, i
presenti si sedettero attorno al gran tavolo delle contrattazioni. Si era
aggiunto anche Kogure che, nonostante facesse parte della squadra
scientifica, collaborava sempre e pienamente ai casi dello Shohoku. Era
molto bravo nel suo campo, forse il migliore. Per questo motivo era stato
molto conteso, in passato, dal capitano del Kainan e da quello del Ryonan.
Inspiegabilmente, nella guerra fredda creatasi tra i tre gruppi, aveva
deciso di schierarsi con lo Shohoku. Aveva una scrivania tutta sua, vicina a
quella del gelido Mitsui e, in effetti, era l’unico che riusciva a farlo
ragionare quando perdeva la pazienza. Mitsui, a causa del suo passato
travagliato, non aveva mai goduto di buona stima, ma, la vicinanza con
Kogure, aveva contribuito a migliorare la sua immagine pubblica. Non che lui
ci tenesse particolarmente, ma si era stancato di essere osservato,
ventiquattro ore su ventiquattro, come un fenomeno da baraccone. E poi non
voleva essere considerato la cattiva compagnia di Kiminobu.
<< La situazione è grave. Avevamo infiltrato
Hiyuga, dopo che si erano perse le tracce di un nostro poliziotto. Questa
missione ha visto il suo inizio anni fa. Avevamo introdotto Ikegami, uno dei
nostri migliori tiratori, nella banda di Faccia d’angelo. Seguivamo tutte le
sue mosse, sperando che si tradisse o facesse un passo falso, ma così non
fu. Il tempo passava e la missione diventava più problematica… >> disse
Taoka accendendosi un grosso sigaro fumoso << ma i nostri contatti con
Ikegami, avvenivano giornalmente. Poi, improvvisamente, di lui si sono perse
le tracce. Non potevamo mandare all’aria un’operazione così lunga ed
elaborata, c’era costata gran fatica e probabilmente anche la vita di un
nostro agente, così decidemmo di inserire Hiyuga. Era nuovo della squadra,
ma possedeva potenzialità incredibili… così decidemmo di azzardare. Fu lui
stesso a proporlo. >>
<< Perché voi non avete rifiutato? Perché non
avete mandato i vostri “protetti”? >> e, dicendo questo, vi profuse tutta la
rabbia che possedeva.
Stranamente fu proprio uno degli interessati a
rispondere:
<< Perché lui ci conosce! Ho già incontrato
Faccia d’angelo di persona e ti assicuro che tutto ciò che si racconta su di
lui, corrisponde a verità. >> disse Sendo.
<< Cosa credi che non c’interessasse nulla del
nostro collega? Sei più stupido di quello che immaginassi Sakuragi, eppure
sei stato uno dei nostri… >> continuò Koshino.
Kogure gli lanciò uno sguardo di rimprovero.
Sakuragi respirò profondamente e sprofondò sulla sedia. Stava facendo
proprio la figura dell’idiota, si ripeteva. Invece di trovare un accordo
perdeva tempo a litigare.
<< Scusa Kosh… è solo che questa storia mi fa
arrabbiare! >> si scusò il rosso e tutti lo osservarono allibito. Nessuno,
neppure Mitsui, conosceva il motivo del suo trasferimento volontario dalla
speciale. Sembrava, però, che vi fosse ancora molto legato.
<< Non ti preoccupare Sakuragi, capiamo
perfettamente quello che provi, lo stesso vale per noi. >>
<< Grazie Fukuda. >>
Rimasero un po’ in silenzio, poi Taoka
continuò:
<< Non potevo mandare Fukuda, perché era
impegnato con la squadra anti-droga, mentre Koshino e Sendo erano volti
conosciuti da Faccia d’angelo. Li aveva incontrati tempo addietro, durante
uno scontro a fuoco. Non potevo di certo rischiare di farli uccidere.
Mandarli in missione avrebbe segnato la loro condanna a morte. Così decisi,
non senza mille esitazioni, di mandare Hiyuga. Di tutta la squadra era il
più preparato… ma, a quanto pare, credo di aver sottovalutato quell’astuta
volpe. >>
Takato uscì da una valigetta alcuni documenti
con foto annesse. Riguardavano il caso di Hiyuga e la sua morte. Sakuragi,
con mani tremanti, prese il fascicolo contenente le foto e i particolari
della sua morte, e iniziò a leggere. Era stato proprio Kogure ad eseguire
l’autopsia. Era stato trovato da un pescatore al largo del mare di XXX. Il
suo corpo era rimasto impigliato nelle reti dell’imbarcazione. Dallo stato
avanzato di decomposizione, si era dedotto che era stato ucciso, forse, due
settimane prima. Le acque fredde lo avevano mantenuto in un relativo buono
stato. I polpastrelli delle dita, parte della cartilagine delle orecchie e
gli occhi, erano stati divorati dai pesci.
Secondo la ricostruzione era morto lentamente,
per dissanguamento. Gli avevano reciso l’aorta e seviziato l’intero corpo.
Aveva 15 coltellate all’addome e 10 negli arti inferiori. Sul polso erano
rimasti i segni visibili di una corda. Probabilmente lo avevano legato.
Forse aveva cercato di liberarsi, mentre quell’uomo lo trafiggeva con i suoi
pugnali. Ma non erano state queste ferite ad ucciderlo. A quanto pare lo
avevano appeso a testa in giù e lasciato morire per dissanguamento, poi era
stato rinchiuso in un sacco lercio e gettato in fondo al mare.
E naturalmente non c’erano testimoni.
Sakuragi strinse i fogli fra le mani. Una tale
crudeltà era impensabile per qualsiasi essere umano. Quell’uomo, Faccia
d’angelo, era un mostro e come tale doveva essere eliminato!
Quanto doveva aver sofferto prima di morire il
povero Toshio? Chissà quante volte aveva invocato una morte veloce. Perché
avevano adoperato tanta crudeltà? Non era forse un essere umano anch’egli?
<< Quello che vogliamo è vendetta. Dobbiamo
acciuffare quel mostro e consegnarlo nelle mani della giustizia! >> aveva
detto Takato.
<< Ma quale giustizia! Quell’uomo va
eliminato! >> aveva urlato Sakuragi.
Fino ad allora, nonostante tutta la squadra
fosse avvezza alle sfuriate del rosso, nessuno lo aveva visto davvero
perdere la pazienza o quanto meno urlare. Persino quando litigava con Miyagi
o faceva a botte con Mitsui, non lo avevano mai visto perdere il controllo.
Era un tipo semplice, sempre allegro e sorridente, calmo persino nelle
situazioni più pericolose. Possedeva un sangue freddo molto apprezzato da
tutti. Quel caso doveva averlo davvero scosso, pensò Kogure.
<< Non dire così Sakuragi! >> lo rimproverò
paternamente Maki.
<< Non ti permettere si riprendermi Maki!
Sappiamo benissimo tutt’e due come vanno a finire queste cose: noi ci
facciamo il culo a prenderlo e poi lui esce subito dopo grazie ai suoi
avvocati! >>
<< E noi faremo in modo che in prigione ci
rimanga per il resto della sua vita! A costo di murarglielo dentro! >>
rispose Sendo in vece sua.
<< Sei sempre il solito pagliaccio Sendo! >>
ringhiò il rosso.
<< Ora basta ragazzi. Usate le vostre energie
per affrontare il caso. >> disse, calmando le acque, Anzai.
<< Anzai ha ragione. >> li redarguì Takato <<
Se vogliamo vendicare Hiyuga dobbiamo collaborare. >>
<< Conosciamo tutti il vostro senso della
collaborazione! >>
<< Mitsui! >>
<< Perché ho forse torto Kogure? Tu non li
conosci bene, io sì. So che il loro unico scopo è quello di apparire. Loro
sono della squadra del Kainan King, si muovono solo quando fiutano casi che
potrebbero aumentare il loro prestigio. Non è forse vero Jin? >> e diede
alla frase una tonalità così astiosa e forzata da costringere ad una
reazione Jin, il più pacifico della squadra, l’imperturbabile, come veniva
definito dai suoi colleghi.
<< Vedo che di teste calde ce n’è molte nello
Shohoku. Ma che mi potevo aspettare da un ex teppista come te, eh Mitsui? >>
disse stringendo i pugni.
Mitsui si alzò di scatto, seguito a ruota da
Akagi che, fino ad allora se n’era stato in silenzio, pronto a scagliarsi
contro il faccino sorridente di Jin. Per fortuna il capitano, aiutato da
Sakuragi e Miyagi, riuscì a bloccarlo. Mitsui però sembrava non voler
mollare la presa e continuava a contorcersi cercando di liberarsi.
<< Piantala Mitsui! Non è così che si
risolvono i problemi >> disse un affannato Akagi.
<< E poi dici a me, eh Hisashi? Chi doveva
stare tranquillo? >>
<< A quanto pare i tuoi uomini sono uno più
indisciplinato dell’altro, caro Akagi. Mi chiedo perché Kiminobu abbia
scelto la tua squadra. >>
<< Perché è la migliore, c’era bisogno di
chiederlo Uozumi? >>
Sentir menzionare Kiminobu in quel modo fece
aumentare, se possibile, la rabbia nel cuore di Mitsui. Non gli piaceva
essere considerato la rovina dell’altro ragazzo. Solo lui sapeva che, in
realtà, non era stato Kiminobu a portare lui allo Shohoku (come tutti
avevano sempre sospettato), ma il contrario. Kogure si era trasferito lì,
appena aveva saputo della sua intenzione di lasciare il Kainan. Mitsui non
avrebbe voluto, in fondo il Kainan rimaneva una delle squadre, a tutti gli
effetti, migliori della prefettura, ma Kogure non gli aveva lasciato
proferir parola, trasferendosi prima di lui. Se era rimasto al Kainan tutto
quel tempo, lo aveva fatto solo perché lì c’era Mitsui.
<< Hisashi smettila! Così non risolviamo
niente! >>
Quelle parole, proferite dalla persona per lui
più importante, ebbero l’effetto di far sbollire la sua rabbia e farlo
ritornare alla realtà. Kogure non lo chiamava mai in pubblico con il suo
nome, lo faceva solo quando era veramente arrabbiato.
<< Mi dispiace, chiedo scusa a tutti! >>
<< Se i nostri ragazzi hanno finito di
litigare… >> disse Takato lanciando uno sguardo preoccupato a Jin << Potremo
finalmente continuare la nostra discussione. >>
Fuori dall’ufficio l’agente Ayako aspettava
che la riunione terminasse.
“Quelli rischiano di ammazzarsi tra loro prima
che sia la Volpe a farlo!”.
Tornò ai suoi rapporti con uno sbuffo di noia.
Detestava essere tenuta lontana dall’azione solo perché era una ragazza. Per
il momento, però, c’era già abbastanza tensione, per aggiungere nuovi
problemi. Ci avrebbe pensato dopo.
Fuori era scoppiato un fragoroso temporale. Le
nubi, già presenti negli ultimi giorni, avevano formato un muro grigio che
impediva ai raggi del sole di passare.
<< Sempai Ayako, credi che riusciranno a
trovare un accordo? >> la sorella del capitano la guardava preoccupata.
<< Non lo so Haruko! Spero solo che inizino a
ragionare un po’… >>
<< E che lo facciano al più presto! Dobbiamo
acciuffare la volpe ad ogni costo! >>
<< Ben detto Haruko! Stare con Sakuragi ti fa
bene, lo sai? >>
La ragazza più piccola
arrossì al complimento. Si sistemò la giacca della divisa e ritornò agli
schedari. Da un mese a quella parte, faceva ormai coppia fissa con Sakuragi,
ma erano in pochi a saperlo. Aveva conosciuto il rossino il primo giorno di
lavoro. Lui le aveva fatto fare il giro della stazione e l’aveva
accompagnata in ufficio. Era stato amore a prima vista, per tutti e due.
Sakuragi era bello, divertente, aveva un fisico modellato e dei capelli
rosso fuoco che tanto gli donavano, inoltre era accerchiato da uno stuolo
d’ammiratrici. Haruko era piccola e graziosa, era buona e generosa e si
offriva sempre in aiuto ai suoi colleghi. Erano stati in molti ad
innamorarsi di quella bambolina di porcellana, ma alla fine, era stato
Sakuragi, con la sua fresca risata, a battere gli altri pretendenti!
<< Allora? Come va fra voi due? >> sorrise
maliziosa Ayako.
Haruko stava per rispondere quando voci
concitate, provenienti dall’ufficio, riempirono la stanza. Sakuragi e Mitsui
stavano litigando con qualcuno, ma, nonostante il tono della discussione si
alzasse rapidamente, i muri spessi della stanza e i vetri speciali, non
permettevano di capire ogni singola parola.
<< Potete scordarvelo! Non lasceremo mai in
mano vostra il caso! >> disse Mitsui seguito a ruota da Sakuragi, che ribadì
il concetto con un sonoro pugno sul tavolo delle trattative, il quale, come
fosse stato colpito da un fulmine, si spezzò come un fuscello.
<< Non lasceremo mai in mano né della speciale
né del “glorioso” Kainan, le indagini sulla morte di un nostro collega,
nonché amico. Potete pure scordarvelo! >>
Come in un coro, più voci si alzarono dalla
massa informe di poliziotti. Ognuno rivendicava per se il diritto
d’investigazione. Nessuno sembrava voler mollare la presa. Quando, infine,
fu Takato a parlare:
<< Allora vuol dire che collaboreremo e lo
faremo sul serio. Ognuno di noi vuole la stessa cosa e ognuno di noi
metterà, a disposizione del gruppo, le proprie informazioni e i propri
mezzi. >>
Non c’era più nulla da dire, se non decidere
insieme la strategia da seguire. Molti di loro, però, sembravano perplessi,
due in particolare. Lavorare ancora fianco a fianco con la propria vecchia
squadra, non sarebbe stato affatto piacevole. Nessuno aveva ricordi
gradevoli da portare alla mente e quella collaborazione forzata non avrebbe
portato nulla di buono. Vecchi rancori stavano per tornare alla luce e nuovi
problemi si affacciavano all’orizzonte della nuova alba del gruppo. Mitsui e
Sakuragi ritornarono ai propri posti un po’ perplessi. L’idea di lavorare
con il Kainan e il Ryonan non piaceva a nessuno dei due. Akagi e Miyagi,
sempre ottimi osservatori, si chiesero se, quella cooperazione, sarebbe
riuscita a diradare la nebbia che avvolgeva il passato dei due colleghi.
Mentre le trattative si spostavano nella
stanza degli interrogatori (il tavolo risultò irreparabile a causa del pugno
ricevuto), i membri delle rispettive squadre camminavano a testa bassa,
ognuno perso nei propri pensieri. Ma fra loro ce n’era uno molto sveglio ed
osservava due colleghi che camminavano in disparte. Non aveva più l’aria
tranquilla che tutti conoscevano. Sembrava turbato e arrabbiato. I suoi
occhi grandi ed espressivi erano socchiusi e le mani lunghe e affusolate si
chiudevano nella morsa di un pugno. Camminava curvo sotto il peso dei suoi
pensieri e ogni tanto voltava lo sguardo indietro. Quando ai due colleghi se
n’aggiunse un altro, tornò a respirare e le sue membra si rilassarono.
Sarebbe stato davvero difficile collaborare, pensò.
Quando la porta della stanza degli
interrogatori fu chiusa, finalmente iniziarono le trattative. Quattro ore
dopo i membri delle tre squadre uscirono soddisfatti. La strategia era stata
decisa, ora dovevano solo metterla in pratica. Sakuragi uscì dall’ufficio
subito dopo, prima però si fermò al limite della porta e cercò con lo
sguardo la sua ragazza. I suoi occhi erano velati di preoccupazione. Avrebbe
voluto parlarle, dirle qualcosa, ma ci avrebbe pensato il capitano Akagi ad
informarla di quasi tutto. Chissà quando l’avrebbe rivista…. Tornò a casa
senza salutare nessuno. Lì fece i bagagli ed uscì in fretta. Fuori ad
aspettarlo c’era Sendo e…
FINE PRIMA PARTE
Sclero finale.
Tutti: e?????????
Autrice: e…..
aspetterete la prossima parte! ^__^
Ru: e io?
Autrice: e tu cosa?
Ru: non ci sono!
Autrice: infatti! Non ci sei.
Ru sempre più spazientito: questo lo avevo
capito benissimo! Ma perché non ci sono?
Autrice gongolante: perché entrerai in scena
in seguito!
Ru ancora più arrabbiato: e cos’è questa
storia del mio Hana con l’Akagi?
Autrice scrive non curante.
Haruko con la bava alla bocca: Hana
finalmente! *__*
Hana entrato in quel momento con dei fogli in
mano (il racconto): Ede… ma perché tu non ci sei? E perché sto con Haruko?
Ma è una Ruhana, vero?
Ru guarda l’autrice: inizio ad avere i miei
dubbi…
Autrice: oh oh oh!
Hiro: uhmmmm…. Non mi fido di lei!
Sen: ^_____^ ma dai che andrà tutto bene!
Mit: finalmente ci sono pure io! E con il mio
megane! Senza offesa Sendo ma preferisco Kimi-kun!
Sen: e chi si offende! Anche io preferisco il
mio Hiro-kun!
Kog e Hiro: blush!
Kyo: e io con il mio immenso Maki!
Maki: Nobu-kun!!!!! @____@
Jin: ehm… non per criticare, ma io? Sempre
solo?
Autrice: ma qualcuno c’è già…- e guarda in
direzione di Hisashi e Kiminobu.
Mit: ehi tu! Che intenzioni hai?
Jin: ahhhh! Beh
grazie autrice!
Mit: che significa? Giù le zampe da mio
Kimi-kun.
Scoppia una rissa fra gli inquilini.
Autrice: uhm… casa mia inizia a riempirsi di
gente…. Ehi voi! Chi vi ha dato il permesso di installarvi qui? Sloggiate
che aspetto ospiti!
Tutti: neanche per sogno! Non ci fidiamo di
te! Vogliamo controllare di persona cosa scrivi!
Autrice: malfidati! ç___________ç
Mit: e non provare a separarmi dal mio megane!
Hiyuga: ma io? Perché mi hai ucciso?
Autrice: perché non ti conosco! Non avevo il
cuore di uccidere uno dei miei prediletti!
Hiyuga: e così mi hai creato per farmi fare
quella fine?! Crudele!
Ikegami: non lamentarti. Pensa a me! Non si sa
neppure che fine abbia fatto!….
Ru: ehi parassita! Non dovevi dire qualcosa?
Autrice: Ruuu! Ma perché mi tratti male?
Ru: zzzzzzzzzzzzzzzzz!
Autrice: -______- lasciamo perdere! Volevo
dire le solite cose: i personaggi non sono miei ma del maestro Inoue!
PS: si capisce quali sono le mie coppie
preferite?
PS+PS: tranquillo Hisa! Tutto è bene quel che finisce bene!
Oh oh oh!
L’Anzai mania dilaga!
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