HanaRu per l’HanaRu day.

Per Ria, Nausicaa e Calipso

 


Una giornata speciale

di Greta

 

“…e quindi il tappo mi ha minacciato di lasciarmi in panchina… ma ti rendi conto??!!”

Sto seduto al tavolo davanti alla mia colazione mentre Kaede è di spalle, appoggiato allo sportello del frigorifero aperto, preso dalla contemplazione degli scomparti semivuoti.

“Ehi, Kitsune, mi stai ascoltando?!”

Perché diavolo non risponde? Odio quando fa così…

“KAEDEEEEEE!!!!!”

Ha sussultato e… è caduto per terra: MA VI RENDETE CONTO??!!! Quel baka stava dormendo invece di ascoltare i racconti delle eroiche avventure del tensai!

“Idiota!” sibila cercando di rimettersi in piedi, ma io lo raggiungo, e dando prova della mia sconfinata bontà, lo aiuto a recuperare la posizione verticale.

“Un giorno o l’altro questa tua abitudine ti farà finire in ospedale” gli preannuncio con tono da sibilla.

Lui non dice niente, e invece si accoccola contro il mio petto, cercando di riprendere il sonno interrotto. Beh, devo ammettere che la situazione ha i suoi aspetti positivi! Abbasso la testa e comincio a depositargli piccoli baci sui capelli, sulla fronte, sul naso, sulla boc… no! Lo stupido volpino si è allontanato, andandosi a sdraiare sul divano… Oppure secondo voi dovrei prenderlo come un invito?! MA CERTO, E’ OVVIO!

Lo seguo gettandomi su di lui. Ammetto di essere stato un po’ irruento, però perché mi ha dato un pugno spedendomi sul pavimento?

“Mi hai fatto male!” mi lamento massaggiandomi il naso, e domandandomi perché ultimamente non riesca più a controbattere ai suoi colpi con le testate … ma so già la risposta: quando le nostre fronti si avvicinano i miei pensieri cominciano a deviare dallo scopo primario, e finisco avviticchiato a lui. Dannato volpastro!

Comunque la deve piantare di fare il bell’addormentato. Dobbiamo andare a scuola, ancora non ha ottenuto l’esonero per narcolessia cronica irreversibile!

Lo scuoto leggermente, poi ricomincio a baciarlo:

“Vestiti, dobbiamo uscire” gli soffio nell’orecchio.

Continuo a percorrere la pelle chiarissima e morbida della sua gola con le labbra, alternando baci e carezze. Le sue braccia salgono in automatico intorno al mio collo, e la mia bocca torna sulla sua.

Ok, forse un po’ di tempo ancora lo abbiamo!

Mezz’ora dopo, ancora umidi per la doccia rapidissima che ci siamo fatti INSIEME, stiamo correndo verso lo Shohoku. Io avrei voluto prendere la moto, ma lui ha insistito che per fare cinquecento metri fino alla scuola non gli sembra necessario, eppure so che è solo perché non gli piace come attiriamo l’attenzione quando siamo in sella al nostro bolide… che volpino timido che ho catturato!

Ci separiamo nel corridoio delle seconde, lui è in classe con Yohei, quest’anno, mentre io ho vinto la Akagi.

Eccola lì, con le sue amiche. Non posso ancora credere di avere avuto una infatuazione per lei… ma del resto, perché ci dovrei credere? Ho capito quasi subito che in lei cercavo solo un po’ di conforto, dopo la mia travagliata vita sentimentale alle medie, e del resto mi è bastato vedere la prima volta Kaede su quella terrazza per capire chi sarebbe stata la mia preda… eh, eh, al tensai non si scappa!

Faccio un cenno di saluto a Yohei. Devo ammettere di essere un po’ preoccupato riguardo al mio migliore amico: mi dispiace che le cose con Haruko siano andate male, anche se lui può trovare molto di meglio, e vorrei tanto che trovasse la felicità che ho trovato io con la kitsune… anche se so che questo è impossibile, prima di tutto di Kitsune ne esiste una sola, e poi Mito rischierebbe la vita se tentasse di avvicinarsi al mio volpino!!!!

In ogni caso, il mio amico risponde al cenno con un sorriso: so di essere in buone mani… lui ha infatti il compito di tutelare l’incolumità di Kaede in classe, facendo in modo che nessuno arrivi a meno di tre metri da lui. Il Tensai ha pensato proprio a tutto!

Mentre scrivo i compiti che ci sta assegnando per la prossima settimana l’insegnante di biologia, mi rendo conto di una cosa stranissima, che riguarda la data di oggi, e non posso evitare che sul mio viso si disegni un ghigno a trentaquattro denti! Il grande tensai ha scoperto che oggi è un giorno speciale, un giorno di festeggiamenti!!

Durante l’intervallo per il pranzo, mi precipito a rotta di collo verso il tetto della scuola. So infatti che la mia volpaccia andrà lì, come al solito, per far finta di mangiare le prelibatezze che il tensai lo ha obbligato a mettere nel bento per poi cadere, a cuor leggero, nel suo leggendario sonno da narcolettico.

Comunque oggi ho bisogno di parlargli, e quindi devo arrivare prima che lui sprofondi tra le braccia di Morfeo. Sono rapido come un fulmine, bruciando sul tempo la marmaglia pronta ad affollare il corridoio, salgo le scale facendo i gradini a due a due, poi spingo la porta di ferro.

Kaede non sta dormendo, e a me si ferma il respiro vedendolo appoggiato al parapetto della terrazza, intento a guardare lontano, verso il mare.

Mi avvicino piano e lo abbraccio da dietro, dolcemente.

“Ciao amore…” gli sussurro, catturandogli le mani con le mie.

Rimaniamo per un po’ così, abbracciati

“Hai fatto presto oggi…” mormora ad un certo punto, voltandosi nel mio abbraccio.

Io gli sorrido, senza rispondergli. In questo momento ho solo voglia di baciarlo, e, come al solito, cedo alla tentazione.

Quando ci riprendiamo, andiamo a sederci per cominciare a mangiare. Ora che sono a sorvegliarlo non potrà buttare via tutto facendomi poi credere di aver mangiato!

A proposito, mi sono scapicollato per un motivo importante… di nuovo il sorriso mi si allarga inconsciamente…

“Che diavolo hai da ridere con quella faccia ebete!” mi fa lui, ancora non completamente avvezzo a riconoscere la profondità delle mie espressioni.

Potrei tirargli un pugno. Ma lui mi risponderebbe… e poi comincerebbe una rissa… e quando ci picchiamo inevitabilmente a me viene voglia di altro… ok, respiro profondamente e faccio finta che mi abbia chiesto come mai il mio volto è illuminato da un sorriso soave.

“Volpaccia, lo sai che giorno è oggi?” chiedo con tono super-allusivo.

“Sì”

Ok, sa che giorno è oggi, proseguiamo.

“E… non ti dice niente?”

“No”

Con la mia volpaccia bisogna andare per gradi…

“Non è una data speciale, un giorno che si dovrebbe festeggiare in tutto il mondo?”

Vediamo se stavolta capisce…

“Sei proprio un do’aho!” fa lui.

Accidenti, perché?

“Ma Kitsune!!” non può essere così poco romantico!

“Non è oggi, è domani!” continua, guardandomi come se fossi deficiente.

Domani???!!

“No… è oggi!”insisto. Possibile che viva sulle nuvole e che sia rimasto alla data di ieri?

Lui assume quell’aria falsamente paziente che ha quando sta per esplodere ma vuole contenersi:

“Do’aho, lo sanno anche i bambini che il giorno della scoperta dell’America è il 12 ottobre, e se non sbaglio oggi è l’11, no?!”

AAARRRGGGHHHH!!!! LA SCOPERTA DELL’AMERICA!!!!

Ma non sa pensare ad altro??!!

“NON PENSAVO ALL’AMERICA!!!” sbotto, per poi chiudermi in un silenzio offesissimo.

Lui chiude il bento e si appoggia con la schiena contro il muro. Ecco, adesso comincerà a ronfare, incurante della mia sofferenza!

Ma improvvisamente sento la sua testa appoggiarsi sulla mia spalla, e la sua voce profonda mormorare:

“E’ l’11 ottobre, e allora?”

Non so resistergli, è più forte di me! Passo le braccia intorno al suo torace, e lo faccio sistemare sulle mie gambe, accoccolato contro il mio petto.

“11 Ottobre, ovvero 11-10… non ti dicono niente questi numeri?” ritento.

“Undici è il mio numero di maglia” mormora con la voce mezza addormentata. Però! Stiamo facendo dei passi in avanti…

“Sì, e dieci, anche se sembri non ricordarlo, è il numero della mia…” continuo a spiegare.

“In realtà doveva essere il mio” dice lui, rivangando quella vecchia storia.

Io rido soddisfatto:

“Ma ci hai rinunciato perché eri già innamorato del tensai…” lo sfotto.

“Ti piacerebbe!” fa lui, come sempre deciso ad avere l’ultima parola. E comunque ha ragione. Allora ancora non aveva capito quale immensa attrazione potesse esercitare su di lui il grande tensai, mentre io invece… ma non c’è niente da fare, sono sempre stato più sveglio della volpaccia dormiente!

Poi chiede:

“11 Ottobre… è perché non 10 novembre?”

Devo sempre spiegargli tutto… vabbè, lo farò anche stavolta:

“Non è ovvio? Il mese può avere trenta o trentuno piccoli e miseri giorni, quindi il mese è dominante, no? E allora il MIO numerone indica il mese, e il tuo numerino indica il giorno” dico soddisfatto. Poi esclamo:

“In ogni caso, dobbiamo festeggiare. Questo è la nostra giornata!” ma sono consapevole che noi festeggiamo tutti i giorni dell’anno, per il solo fatto di stare insieme.

“Stasera?” mi chiede lui, ormai con gli occhi chiusi.

“Certo, stasera, stanotte…” mormoro allusivo, accarezzandogli la guancia con il dorso della mano.

“Ti sei scordato che hai invitato i compagni di squadra dell’anno scorso a casa nostra?” mi fa lui, spingendo di più la testa contro il mio collo, come fa un gatto in cerca di coccole.

“COOOOSAAAA!!!” urlo io senza riuscire a trattenere la delusione.

Ma lui non mi risponde più… si è addormentato.

 

Tra poco arriveranno… cavallette!

E’ il nostro giorno, e invece di starcene soli soletti a scambiarci baci e carezze, dovremo sorbirci tutti compagni ed ex compagni dello Shohoku e in più quei disgraziati (a parte Yohei) dell’armata Sakuragi.

E poi mi ha chiamato la mammoletta, l’orrida Haruko, chiedendomi se può portare anche le sue amiche… bella cosa, così invece che una sola, ce ne saranno tre a sbavare dietro al mio ragazzo!

Volute di fumo nero si levano dalle mie orecchie… e fra l’altro non posso addossare la colpa a nessuno, perché quella di riunirci tutti da noi è stata proprio una splendida idea del tensai!

Entro in cucina, dove Kaede sta preparando dei vassoi con le cose da bere. Mi avvicino arrivandogli alle spalle, e poi lo avvolgo stretto, appoggiandomi a lui.

Non dico niente, sono molto deluso del fatto che i miei programmi riguardo alla nostra serata siano stati stroncati sul nascere.

Lui neanche volta la testa verso di me, mentre mi dice:

“Non fare la vittima, ci sarà un altro momento per festeggiare…”

Già, cosa importa a lui che fra una cosa e l’altra ci sia sempre qualcuno a romperci le scatole? E io poi volevo festeggiare stasera, non a Natale…

Finalmente lui si volta e mi dà un bacio leggero sulla guancia… è tenerissimo quando prende queste iniziative! Lo stringo forte e poi gli alzo il mento con la mano. Ci guardiamo negli occhi per qualche istante, e poi io mi avvicino per un bacio di quelli che ci lasciano senza fiato.

NOOOOO!!! Quello stupido gatto mi si è arrampicato addosso artigliandomi con le unghie!!!

Oggi lo uccido, uccido questo gattaccio malefico che cerca sempre di rubarmi l’attenzione di Kaede! Mi volto imbufalito verso l’orrida massa di pelo, e quella mi guarda con i suoi innocenti occhi azzurri… ma io lo so che è tutta una tattica, e infatti:

“Hanamichi, lascia stare Seth!” mi ingiunge Kaede, superandomi poi per prendere in braccio la piccola serpe. Guardatelo, guardatelo! Eccolo là, tutto soddisfatto, che fuseggia tra le braccia del MIO ragazzo… ma uno di questi giorni mi farò prestare il rottweiler di Noma, e allora…

Un sorriso sadico si dipinge sul mio volto!

Hanno suonato alla porta. Ecco, si comincia…

I primi sono Miyagi e Ayako, carichi di roba. Avranno svaligiato un supermercato?!

Il capitano dello Shohoku arranca sotto il peso delle buste. Sento Ayako che gli offre aiuto, ma lui riesce a trovare la forza per gemere, ormai rantolante:

“Nooooo, Ayakuccia, non è niente per me!”.

Io sorrido, ma decido che se vuole continuare a fare l’eroe, non sarò certo io a rovinare la sua grande interpretazione. Gli faccio strada verso la cucina, e sento che comincia a parlare con Kaede… ok, a parlare ‘a’ Kaede.

“Abbiamo portato qualcosa per la cena” spiega Ayako “Tutta roba già pronta, al massimo da riscaldare, così non perderemo tempo…”

Io sorrido tra me e me, la nostra manager ha l’organizzazione nel sangue!

Dopo neanche cinque minuti arrivano Mitsui e Kogure.

Anche loro non sono arrivati a mani vuote, ma hanno puntato più sulle cose da bere, anche alcolici a quanto pare! Quando sollevo lo sguardo divertito verso Kogure, di cui tutti conosciamo l’avversione per l’alcol, Mitsui mi fa cenno di non dire nulla… evidentemente l’acquisto deve essere stato il risultato di una dura trattativa… fra l’altro inutile, aggiungerei, visto che sicuramente i miei amici dell’armata Sakuragi si saranno comunque organizzati in tal senso.

“Kaede?” mi chiede Mitsui.

“In cucina” gli rispondo, mentre io e Kogure raggiungiamo Ayako in salotto, per preparare il tavolo per il buffet.

Abbiamo infatti deciso per una cena rilassata. Ognuno si riempirà il piatto con quello che vuole… oddio! non posso pensare a cosa riuscirà ad ingurgitare Takamiya… comunque poi ci sistemeremo dove capita.

Suona di nuovo il citofono. Vedo Kaede che attraversa il soggiorno a raggiunge la porta. Lo guardo interrogativo:

“Akagi, sorella e amiche” mi informa sintetico.

Io non posso trattenere un sorriso, e mentre ripassa per raggiungere di nuovo la cucina, gli catturo un polso costringendolo così a voltarsi verso di me.

“Non riusciremo a festeggiare come volevo” gli sussurro avvicinando il mio viso al suo “ma il tensai troverà qualche idea…”

Lui sorride scuotendo la testa, ma non si sottrae al mio abbraccio.

Facciamo giusto in tempo a staccarci, che ecco entrare le oche e il gorilla. Certo che vedere le amiche di Haruko a casa nostra mi appare strano e mi dà fastidio insieme… chissà, forse è perché mi sembra che stiano profanando il nostro territorio, sensazione che non provo quando vengono i nostri compagni di squadra.

Bah, meglio non pensarci!

Miyagi e Mitsui cominciano a portare le teglie fumanti nel soggiorno, mentre Ayako continua a sistemare posate e tovaglioli.

Io decido di andare a vedere che succede in cucina, dove sono rimasti Mitsui e la mia kitsune: fidarsi è bene, e quel che segue…

L’ex teppista è seduto sul tavolo, con una birra in mano, e sta parlando della squadra universitaria, mentre Kaede è alle prese con il forno, in cui ha messo a scaldare le crêpes portate da Ayako.

Mi affianco a lui, e mi inginocchio per controllare attraverso il vetro che non si stia carbonizzando niente, sapendo bene che la volpaccia ha la strana tendenza a far bruciare tutto. Però una volta ho sentito dire che la differenza tra chi è felice in amore e chi è infelice è che chi è felice lascia bruciare la roba, dimenticandosi di spengere il forno, mentre chi è infelice lascia tutto crudo, dimenticandosi di accenderlo (SABRINA, di Billy Wilder). Non posso che dedurne che la volpaccia è felicemente innamorata… DI ME!!!!

Ci mettiamo poco a portare tutto nell’altra stanza, e finalmente arrivano anche quelli dell’armata, giusto in tempo per mangiare e non dover aiutare a cucinare.

Come immaginavo, Takamiya si appropria di una zuppiera invece che di un piatto, suscitando commenti e risatine nelle amiche di Haruko. Questo mi dà fastidio, e quindi mi avvicino alla palla di lardo e gli do una pacca di approvazione sulla spalla: non mi piace che vengano criticati i miei amici, anche quando si ingozzano come maiali!

Comunque devo ammettere che io non sono da meno! Sul mio piatto è ammonticchiata un bel po’ di roba, mentre in quello di Kaede c’è appena un assaggio… la solita volpaccia inappetente!

Mi stravacco sul divano vicino a lui, mentre Akagi sta raccontando che adesso sta in squadra con Maki.

Miyagi non si trattiene, sia mai, e infatti chiede con aria finto-ingenua:

“Ma non c’è anche Uozumi con voi?”

Chi c’era quando abbiamo fatto il falò sulla spiaggia, a febbraio, rischia lo strangolamento, mentre Akagi sibila qualcosa a metà tra deficienti, immaturi e schiappe.

Però è arrossito… anche se sicuramente lui dirà che è l’alcol!

Come al solito Haruko non ha capito un accidente. Meglio così! Comunque la deve piantare di fissare la mia volpaccia… fra l’altro lei SA che non c’è niente da fare!

Con nonchalance faccio scivolare il braccio dietro la schiena di Kaede, ma un suo sguardo assassino mi costringe a tornare sui miei passi… accidenti!

“Ehi! Ma la birra è già finita?!” urlano a gran voce le amiche di Haruko, evidentemente alticce.

Sto per alzarmi ma Kaede mi precede… eh, eh, eh! Occasione d’oro!

Lo seguo di soppiatto, nonostante quel disgraziato di Mitsui urli a voce altissima:

“Scimmia!! Dove stai andando tanto di fretta??!!” per poi scoppiare in una risata che fa tremare i vetri.

Trovo il mio volpastro vicino al tavolo, che sistema le birre in un vassoio. Mi avvicino e lo avvolgo, stringendolo a me. Poi lo addosso contro la finestra, tentando di baciarlo.

“EHI!!! Queste birre??!!” esclama Ayako ridendo, mentre ci guarda dalla soglia della cucina.

Ci stacchiamo arrossendo. La vedo dura questa serata… molto dura!

Continuiamo a mangiare e a scherzare, sebbene io debba anche dare diverse gomitate nelle costole a Kaede per tenerlo sveglio, finché Miyagi non se ne esce con una proposta:

“Ragazzi, sapendo che ci saremmo rivisti, oggi ho portato alcune cassette del campionato dell’anno scorso… che ne dite di vedercele tutti insieme?”

La sua idea riscuote un certo successo, e così, tenendoci comunque a portata di mano le birre, ci spaparanziamo tutti sui divani disposti a ferro di cavallo davanti alla televisione.

“Ehi, ma voi dovreste avere anche le cassette delle vacanze!” fa Miyagi mentre armeggia con il videoregistratore.

“Beh, allora dopo vediamo anche quelle!!!” interviene subito Ayako.

E io che speravo che avremmo finito in fretta! Così arriveremo fino a domani sera…

Parte la prima cassetta, e ci rivediamo tutti all’inizio dell’anno scorso, con il Gorilla che urla e mi dà pugni sulla testa…

“Sempre il solito cavernicolo…” non posso fare a meno di bofonchiare.

Ma lui ruggisce, dicendomi di stare zitto oppure rinverdirà le antiche abitudini… mph!!

Il buio nella stanza però non mi dispiace. Vorrei tanto far sedere Kaede davanti a me, in modo da poterlo tenere stretto contro il mio petto, ma lui è allergico a queste cose davanti agli altri, e così non posso fare altro che attirare la sua testa sulla mia spalla, avvolgendogli la schiena con il braccio.

Invece quel porco di Mitsui è riuscito ad abbracciare il quattr’occhi… ma perché per quello deve essere sempre tutto facile!

Miyagi sono invece dieci minuti buoni che sta con il braccio sospeso in aria, incerto se poggiarlo o no sulla spalla di Ayako. Poi però lei si gira verso di lui e gli sorride. Posso già immaginare il suo rossore e l’ ‘Ayakuccia’ a seguire, comunque finalmente vedo che il suo braccio si abbatte sulla nostra manager, facendola sprofondare nel divano di almeno venti centimetri.

Akagi come al solito fa i suoi commenti acidi sul nostro modo di giocare, mentre Yohei rimane in disparte, lasciando gli altri tre disgraziati a fare i cretini con Haruko e le sue amiche.

Torno a guardare lo schermo, mentre con le dita continuo a passare tra i capelli di Kaede.

Slam Dunk del volpastro durante un allenamento. Sembra volare, per quanto salta leggero, e poi spinge la palla nel canestro. Trattengo il respiro mentre torna a terra e i capelli gli ricadono sul viso.

E quell’altro sarei io?! Non è possibile! Osservo lo sguardo truce dipinto sul mio volto mentre seguo il volpino che si allontana dal campo, e poi il mio urlo che solo il Tensai è il re delle schiacciate.

Che buffi che eravamo!

Comunque ho la vaga sensazione di ricordare come andò a finire, e infatti…

“AAAAHHHHH!!!!” urlano tutti, immaginando il dolore della mia craniata contro il tabellone.

Io ridacchio forzatamente:

“L’avevo fatto apposta” dico poi con noncuranza.

Kaede solleva la testa dalla mia spalla e mi guarda male, ma io sorrido ancora e poi gli bacio la punta del naso.

“Sei proprio un do’aho!” esclamano gli altri in coro, pure quelle dementi di Haruko&friends.

Adesso salto su e prendo tutti a testate… ma decido di rimandare, non mi va di spostarmi da questa posizione, con i capelli di Kaede che mi sfiorano il collo…

Cassetta con la partita contro lo Shoyo.

“Non è quella in cui ti sei fatto espellere?” mi chiede una amica di Haruko, Fuji mi pare.

“Vorrai dire UNA delle partite in cui si è fatto espellere!!” interviene quella palla di lardo di Takamiya… mi ricordo bene le loro scommesse sul minuto in cui sarei stato cacciato fuori dall’arbitro…

“Fujima è davvero bravo! E anche Hanagata…” mormora Ayako.

“Se la cavano…” ribattiamo insieme io e Mitsui, con tono di sufficienza.

“Ehi, ma che ti stava dicendo Rukawa mentre uscivi dal campo?” chiede il nano maledetto.

Io arrossisco. Me le ricordo bene quelle parole… ‘mi dispiace, era un bel tiro…’, dopo passai l’intero pomeriggio con un sorriso da ebete dipinto sul viso, nonostante l’espulsione!

“AH! Hanagata…” mormora la tipa coi codini dopo aver ammirato una stoppata del fighetto con gli occhiali dello Shoyo.

Ayako fa qualche discreto colpo di tosse, mentre io e Mitsui non riusciamo a trattenere uno scoppio di ilarità… Hanagata è irraggiungibile, Fujima non è così stupido da lasciarselo sfuggire!

“Campionato Nazionale!” annuncia Miyagi, tipo venditore di gelati con carretto.

Shohoku-Toyotama. Odio quella squadra, e odio soprattutto quel.. quel… MINAMI!

“Però! Certo che Minami non è male per niente, vero Rukawa?” cerca di provocarmi quel deficiente sottosviluppato di Mitsui.

Ovviamente sia mai che qualcuno mi dia un po’ di sostegno… e in questo includo anche la volpaccia muta!

Miyagi invece coglie la palla al balzo per darmi addosso:

“Hai ragione, non è male… Il figone di Osaka, così lo inneggiava il pubblico”

“FIGONE QUELLO??!!” non posso fare a meno di sbottare! Mi ricordo benissimo cosa ha fatto a Kaede, e poi come ci ha provato spudoratamente portandogli la pomata “Il tensai è trecento miliardi di volte più bello di lui!”

“Già, un ‘bijou’!” mi sfotte Takamiya, sollevando per un istante la faccia dal cestello di gelato che si sta divorando.

“Kitsune, dì qualcosa!” lo imploro.

Lui solleva lo sguardo addormentato e fa:

“Minami non è male” e poi si rimette giù.

TRADITORE!!!! Ma lo sta facendo solo per farmi ingelosire, e il tensai non sarà mai geloso!!!!!

“Kaede!!! Come osi?! Non è vero, non puoi considerarlo meglio di me… KAEEEEDEEEE!!!” comincio a piagnucolare disperato.

Ok, il tensai qualche volta è geloso…

Lui si solleva di nuovo dalla mia spalla, e, anche nella semioscurità appena rischiarata dallo schermo illuminato della televisione, mi accorgo che ha un sorriso ironico… Emetto un sospirone di sollievo: stava scherzando!

“Riprova a fare uno scherzo del genere, volpaccia artica e io…” lo minaccio.

“E tu?” chiede lui con la sua espressione più angelica.

“Te lo faccio vedere dopo!” ribatto con smorfia diabolica.

“Hentai!” sibilano in coro Miyagi e Mitsui. Ma come avranno fatto a capire?!

Ayako accende la luce, per consentire al nano di cambiare la cassetta.

La luce improvvisa, oltre a dare fastidio agli occhi, scopre alcuni altarini: Mitsui era nel ben mezzo di una visita laringoiatrica a Kogure, Noma e Okusu sovrastano le amiche di Haruko in posizione da assalto, Akagi sta facendo esercizi di stretching e Yohei… Yohei sorride, ma ha un’aria stanca che mi fa pensare che forse non è stato giusto invitarlo ad una festa con tante coppiette.

A questo punto sento una delle amiche di Ayako, Fuji, quella tonta, sussurrare a Matsui e Haruko:

“Avete notato che Rukawa ha un anello? Ma allora è fidanzato…”

Io la incenerisco con lo sguardo: questa è ancora più deficiente della Akagi!

Comunque sono contento che si diffonda la voce che Kaede non è disponibile.

“Sentite, io dovrei tornare a casa, i miei genitori avevano detto che potevo restare solo fino alle dieci e mezzo…” fa Matsui.

Sommo giubilo! Finalmente se ne vanno!

“Vi riaccompagno” fa Akagi, ma Noma, Okusu e Takamiya stasera giocano a fare i cavalieri serventi, e così sono loro, sulla cui correttezza sono disposto a mettere la mano di Mitsui sul fuoco, a riaccompagnare le tre donzelle.

Sicuramente Kaede si scioglierà un po’! penso soddisfatto.

“Allora? Qual è la cassetta delle vacanze?” chiede Miygi, continuando a frugare nello scaffale.

“Ci sarà scritto ‘vacanze’ sopra” suggerisce Mitsui.

“Ehi, bravone, qui le cassette sono catalogate come ‘Kaede 1’, ‘Kaede 2’, ‘Kaede 3’, etc etc. Che ne so quali sono quelle delle vacanze!” si lamenta il nanerottolo.

“SENTI, puffo, vedi di non rompere! Tutti capirebbero che quella giusta è la Kaede2!” sbraito, ci manca solo che comincino a criticare il mio sistema di archiviazione…

Finalmente infila la cassetta e la luce viene spenta di nuovo.

“Ehi, amore, sei sveglio?” chiedo a Kaede, facendo in modo che si accoccoli di più contro il mio petto.

“Ho sonno”.

Non so perché, ma non mi sembra una cosa insolita!

Parte la cassetta, ed è quella che ho girato io quando siamo andati al mare l’estate dell’anno scorso, quella volta che abbiamo beccato in albergo anche i giocatori del Ryonan.

Gli altri mi sembrano un po’ perplessi, ma io non riesco a capire perché: il tensai è un grande regista!

“Scimmia, se ben mi ricordo eravamo un bel gruppo al mare…” mormora Mitsui incredulo.

“Hn” rispondo alla Rukawa.

“Come mai sarà mezz’ora che c’è un piano sequenza del solo Rukawa?” prosegue lui.

“Evidentemente perché è il soggetto migliore. Con te mi si sarebbe rotto l’obiettivo!” ribatto acido, continuando ad ammirare le piccole lentiggini che erano spuntate sul naso di Kaede a causa del sole “..e comunque in qualche scena ci siete anche voi” li rassicuro.

In effetti, sullo sfondo, ogni tanto compare qualche pezzo di qualcuno di loro… un braccio, una mano, un ginocchio, qualche capello.

“Quello laggiù sembra Sendoh” fa Ayako.

“A me sembra una macchia sullo schermo…” osserva Akagi scettico.

“Sendoh ‘è’ una macchia sulla schermo!” intervengo io, felice di poter ribadire il mio disprezzo per la cosa con i capelli a punta.

Comunque è bello poter ricordare quei giorni.

Dopo mettiamo Kaede3, che è la cassetta girata alla festa di Halloween, sì, proprio quella con Kaede vestito da fata Morgana. Però appena arriva la parte con l’orrido porcospino, obbligo Miyagi ad estrarre il nastro e a infilare Kaede6, la cassetta del falò invernale.

“Accidenti quanto sei brutto, Miyagi!” fa Mitsui osservando sullo schermo il nuovo capitano.

“Bello tu!” replica il nanetto piccato, mentre indica il primo piano di Mitsui che canta.

“Ehi! Non mi ero mai accorto di avere una voce così sensuale. Dovrei fare il cantante di professione!” prosegue l’ex teppista.

“Sì, e Kogure passa col piattino!” intervengo io, per far capire qual è il genere di palcoscenico che gli si addice.

“Oh, ooohhh” fanno all’improvviso tutti insieme: questa è opera di Yohei, che ha ripreso me e Kaede impegnati in faccende ‘private’.

“Prova di apnea!” sussurra Ayako ridendo.

Io arrossisco, ma mi stringo ancora più forte la mia kitsune, che, come al solito, non fa commenti, a parte la gomitata nelle MIE costole.

“Beh, ragazzi, si è fatto tardi…” sbadiglia Akagi, stiracchiandosi sul divano.

“Effettivamente domani dobbiamo alzarci presto… dobbiamo dormire” mormora Kogure, d’accordo con il gorilla.

Noto che Mitsui ha uno strano ghigno sul viso, e quindi, insieme a Miyagi, gli rendo la stessa battuta che mi ha fatto poco fa:

“Hentai!”.

Lui si porta la mano dietro la testa e ride, mentre il quattr’occhi diventa tutto rosso.

Che coppia!

Comunque anche io ho programmi per ‘il dopo’, visto che con la Kitsune non abbiamo ancora festeggiato il nostro 11 ottobre..

“Fate i bravi, che domani abbiamo un allenamento importante” ci saluta Ayako, strizzando allusiva un occhio.

Vedo Mitsui che scrive qualcosa su un foglietto, poi lo porge a Kaede:

“Caso mai ti stufassi del ‘tensai’… sono i numeri di Minami e Sendoh!” sghignazza, ma viene immediatamente gelato dalla voce, taglientissima, di Kogure:

“E tu come fai ad averli?!”

AAAHHHH!!! Vendetta, tremenda vendetta! Così impara a fare l’idiota!!!

“Min-kun… scherzavo! Io...” e assistiamo allo spettacolo dell’ex teppista che striscia dietro al suo quattr’occhi sperando di giustificarsi.

“Kogure!” urlo mentre si allontanano “Sii inflessibile!! Non cedere!”

“Che bambini dell’asilo!” mormora la volpaccia, che sembra essersi svegliata solo ora.

Yohei è l’ultimo ad andare via. Lo accompagno fino al cancello, stasera abbiamo avuto poco tempo per parlare.

“Tutto a posto, Mito?” gli chiedo serio.

Lui annuisce, poi si volta di me sorridendomi:

“Certo! Mai stato meglio! Attento che potrei anche toglierti la leadership dell’armata…” mi minaccia scherzoso.

“Armata Yohei?!” provo “No, non suona bene…”

 “Comunque è tutto okay. E’ solo che ultimamente mi sento un po’ solo. I ragazzi non si schiodano dalla sala giochi, e non mi va di rompere le scatole a te e Rukawa” mi spiega.

Mi fermo, obbligando anche lui ad arrestarsi:

“Tu non ci romperai mai le scatole” lo rassicuro “E non devi farti alcuno scrupolo di venire da me se hai bisogno di chiacchierare con qualcuno. Io sono sempre il tensai, capace di risolvere qualsiasi problema!”

Lui mi sorride. Sembra più disteso, ma vorrei tanto riuscire a fare per lui qualcosa di più che dire qualche parola di incoraggiamento.

“Salutami Rukawa” mi dice mentre si allontana.

Annuisco, e intanto penso che prima o poi il grande consulente sentimentale, cioè io, e il suo aiutante, cioè la kitsune, dovranno decidersi a risolvere i problemi di Mito. Tutto sommato ce la dovremmo cavare anche come agenzia matrimoniale, no?

Rientro in casa, e trovo che Kaede sta rimettendo in ordine, portando piatti e bicchieri in cucina.

“Non puoi riordinare domani?” gli chiedo con voce che vorrebbe essere sensuale, mentre mi avvicino pronto ad abbracciarlo.

BAKA KITSUNE!!! Sulle mie braccia protese ha appoggiato un vassoio carico di bicchieri sporchi!!!

“E comunque io non ho nessuna intenzione di mettere a posto” mi dice, provocandomi un immediato ghigno di soddisfazione “…perché si dà il caso che oggi tocchi a te!” continua poi con un tono che non ammette repliche.

Volpaccia schiavista!!! Adesso vorrebbe anche costringere un povero ragazzo stanco e provato dalla serata di bagordi a cimentarsi con le pulizie domestiche?!

Nonostante i miei borbottii, mi spinge in cucina, inflessibile. Del resto è stato piuttosto convincente: niente di niente, e intendo ‘quel’ niente, finché la casa non torna uno specchio… un giorno o l’altro impaglierò questa volpe ribelle!

Quando torno nel soggiorno, reduce dal lungo combattimento con la lavastoviglie, lo trovo che sta placidamente dormendo sul divano. Eh,eh,eh!! Non erano questi i patti!!

Lo sollevo tra le braccia e comincio a baciarlo, mentre dallo stereo partono le note di una canzone che conosciamo entrambi molto bene e che io ho selezionato per l’occasione.

“Do’aho…” fa lui, senza sottrarsi però al mio abbraccio.

Cominciamo a ballare tenendoci stretti, alternando carezze affettuose a baci super-passionali.

Improvvisamente lui mi avvolge una gamba intorno ai fianchi, poi, facendosi forza con le braccia che tiene serrate intorno al mio collo, porta su anche l’altra, e infine affonda il viso nella mia spalla.

“Volpacchiotto tenerotto…” gli bisbiglio piano nell’orecchio, stringendolo ancora più forte a me per non farlo cadere, visto che ormai ce l’ho in braccio.

Lui solleva la testa e mi guarda con il suo tipico sguardo assassino:

“L’ho fatto solo perché così eviti di pestarmi i piedi!” sibila acido.

Cosa sta insinuando, che io non so ballare?!

“Kitsune indisponente! Il Tensai è il migliore ballerino che… mmmpphhhh”

Mi ha zittito!!! Ma forse stavolta posso accettarlo, visto che ha usato un metodo mooolto convincente!

Quando ci stacchiamo, lui sussurra:

“La prossima volta che parli a vanvera ti faccio dormire con il tuo amico Takamiya…”

Inghiotto a vuoto… la prospettiva di dividere il letto con l’anello di congiunzione tra l’uomo e l’idrovora atterrisce anche il Tensai!!

Continuiamo a ballare sulle note della nostra canzone, ed è una cosa meravigliosa stare così con Kaede. Mi ricordo bene la prima volta che abbiamo ‘ballato’… insomma, quella volta che io lo trascinai sulla pista da ballo dopo averlo visto con il porcospino, e poi tentai di baciarlo davanti a tutti, rimediandoci uno schiaffo…

Da allora questa è sempre stata la nostra canzone.

“Andiamo su?” sussurro con la voce arrochita dal desiderio. Insomma, dobbiamo ancora ‘festeggiare’, no?

Lui non mi risponde, però comincia a depositarmi tanti baci leggeri sul collo…

Non so se riuscirò ad arrivare al piano di sopra! Mi scapicollo per le scale, continuando a tenerlo in braccio, e finalmente arriviamo nella nostra camera.

Apro la porta con un calcio, e per fortuna lui ha la prontezza, mentre entriamo, di allungare un braccio per accendere la luce.

Lo deposito piano sul letto, facendolo sedere con la schiena appoggiata alla testiera.

“E ora cosa hai intenzione di fare?” mi chiede con il tono ingenuo che simula quando vuole farmi indispettire.

Mi inginocchio sul letto davanti a lui, sedendomi sui talloni. Poi mi sporgo in avanti cominciando a slacciargli la camicia, in silenzio.

Lui mi lascia fare. Quando la stoffa gli scivola giù dalle spalle, rabbrividisce sotto il tocco delle mie dita: faccio scorrere i palmi delle mie mani lungo il suo corpo snello, dalle spalle, al torace, agli addominali, poi comincio a sbottonargli i jeans…

Lui mi appoggia una mano sul polso:

“Tu sei ancora vestito…” mi fa notare.

Mi tolgo la maglia lanciandola sul pavimento, poi mi sfilo i pantaloni rimanendo in boxer.

Sono stato rapidissimo, ma la voglia che ho di lui mi sta facendo diventare pazzo.

Finalmente anche i suoi pantaloni volano lontano.

Lo abbraccio riprendendo a baciarlo, e comincio a far scivolare il suo corpo sotto il mio, in modo da ritrovarci più comodamente distesi.

Quando scivolo dentro di lui, sento quel magico senso di completezza che mi pervade ogni volta, e di nuovo mi sento vivo, vitale…

Le sue unghie che mi si conficcano nelle spalle sono il segno del suo desiderio, ed io non posso fare altro che accontentarlo, spingendo con più decisione, più in fretta, e quando veniamo contemporaneamente è la prova dell’armonia non solo dei nostri corpi ma di tutti noi stessi.

Fatico a staccarmi da lui, soprattutto quando comincia a massaggiarmi i capelli con le dita, come a cercare di comunicarmi tranquillità dopo quegli attimi di passione pura.

Sollevo la testa per guardarlo nei suoi occhi limpidi e chiarissimi, come li ha sempre dopo che abbiamo fatto l’amore:

“Non mi lasciare mai” gli sussurro.

Forse non dovrei espormi così, non dovrei fargli sapere quanto potere ha su di me, ma so di poterlo fare, di essere in buone mani. Nascondo comunque di nuovo il viso nel suo petto, non voglio neanche che si senta troppo legato, vincolato.

E invece lui mi sorride, e intreccia le sue dita alle mie:

“Non ti lascerò mai” mi mormora.

Rimaniamo in questo silenzio confortante per diverso tempo, eppure io so che, per una volta, il mio volpacchiotto non è crollato, che è ancora sveglio.

“Voglio amarti ancora…” gli sussurro nell’orecchio.

Lui rabbrividisce leggermente, mentre comincio a passargli la punta della lingua sul collo.

“Mi sembra che la nostra giornata sia finita” replica dolcemente, come fa di rado, e indicando poi con un movimento della testa la sveglia luminosa che segna mezzanotte e mezza.

Io sorrido: dovrebbe sapere che non c’è niente che possa fermare il tensai!

Prendo la sveglia e porto indietro le lancette dell’orologio:

“Ecco, sono le nove… abbiamo ancora tre ore prima che il nostro giorno finisca” mormoro tornando a perdermi nei suoi occhi.

“Do’aho!” mi risponde, rovesciando leggermente la testa all’indietro, come per un inconsapevole segno di resa.

Mi fermo a pochi centimetri dal suo viso. So che sono ripetitivo, ma non posso fare a meno di dirglielo ancora una volta:

“Ti amo, Kaede, e ti amerò sempre”.

 

UNA GIORNATA SPECIALE – The End





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