DISCLAIMER: I personaggi appartengono
ALLE GENIALI CLAMP!
DEDICE: BUON COMPLEANNO ZIA MIYU!
RINGRAZIAMENTI: A suocera Dany per il titolo e per la correzione super
veloce grazie ^(_ _)^ inchin inchin
NOTE: Questa fic è ambientata qualche anno dopo il manga (RayEarth
2), con una Hikaru come la vogliamo noi, naturalmente OOC!
Tra "...." i discorsi
Tra '....' i pensieri.
Una Difficile
Dichiarazione
parte I
di Saya &
Natsue
Un
nuovo giorno si alzava su Sephiro… erano passati anni da quando Hikaru
Shido era diventata colonna portante di questo mondo, abolendo la
legge che imprigionava una sola persona ad avere il peso di tutto
l'equilibrio del mondo sulle proprie spalle. Felio e Fuu erano prossimi
alle nozze cosi come Ascot e Umi. I due ragazzi pur di poter stare
con le donne che amavano, avevano deciso di andare a vivere sulla
Terra, imparando a vivere a loro modo, senza magia, senza armi bianche.
La dolce Hikaru invece era cresciuta e aveva iniziato a capire meglio
le situazioni della vita, realizzando finalmente cosa volesse dire
Lantis anni fa con la domanda.
"Vuoi sposarmi?"
Ma non sapeva come tornare sul argomento…
Il sole splendeva in alto quando le tre ragazze e i due ragazzi ricomparvero
sul pianeta dominato dalla volontà dei suoi abitanti. Era una
giornata importante, sarebbero venuti anche Geo e Zazu dal Öotozam.
Era il giorno del risveglio e della completa guarigione di Eagle.
Appena comparve il trio si divide, Hikaru scattò in direzione
della stanza di Eagle, per vedere il suo migliore amico. La sua felicità
era immensa, Eagle stava per svegliarsi, anche se per un attimo il
pensiero di Lantis le rabbuiò il viso: come poteva aver risposto
alla sua dichiarazione in un modo cosi assurdo?
Solo Eagle, la
poteva aiutare.
Senza un attimo di esitazione spalancò la porta della stanza
in cui era rinchiuso il ragazzo da tempo immemore, rimase ferma sulla
porta alla vista di Geo accanto al letto che teneva con infinita dolcezza
la mano del ragazzo ancora per poco dormiente; nel momento in cui
entrò, vide che la mollava come se scottasse per poi girarsi
a guardarla.
"Ehm... scusa..
credo che tornerò.... dopo"
Ancor prima di
completare la frase vide Geo passarle davanti in tutta fretta, rimase
a guardarlo finché non scomparve alla sua vista poi richiuse
la porta con un sospiro e si avvicinò al giaciglio del giovane
le cui palpebre avevano preso a vibrare, segno che era sulla via del
risveglio; passò qualche minuto e due pozze dorate ancora un
po' assonnate si fissarono su di lei.
"Ciao..."
"Bentornato
tra noi straniero" disse stringendogli la mano con tenerezza
"Era ora che ti svegliassi, ci hai fatto preoccupare non poco
sai"
"Quanto ho
dormito?" occhi confusi la osservavano in cerca di risposte.
"Per tanto,
troppo tempo amico mio, ora cerca solo di riprenderti, il tuo corpo
è un po' debilitato ti faccio portare subito qualcosa da mangiare,
quando starai meglio ne riparleremo, promesso!" così dicendo
allungò la mano e tirò la cordoncina che pendeva dal
soffitto vicino al letto, dopo poco entrò una ragazza facendo
un piccolo inchino a cui dette ordine di preparare qualcosa di leggero
per il suo amico. Mentre aspettavano che arrivassero le pietanze calde
lo aggiornò con le ultime novità: il trasferimento del
Principe Ferio e di Ascot sulla terra e delle loro imminenti nozze
con i cavalieri. Eagle la stava ad ascoltare con un piccolo sorriso
sulle labbra, era contento di essersi svegliato in tempo per congratularsi
con le due coppie e poi.. c'era qualcosa nel suo lungo sonno che voleva
capire... come... quella sensazione di calore.
"Eagle mi
stai ascoltando?!" la voce spazientita della nuova sovrana si
interpose tra i suoi pensieri, la guardò contrito mormorando
una scusa a fior di labbra, inutile arrovellarsi adesso, appena fosse
rimasto solo ci avrebbe pensato con calma, tornò a prestare
attenzione alle parole della rossa la cui treccia, ora che la guardava
bene, era sempre più lunga, un bel pezzo poggiava sul tappeto
intorno al letto su cui stava.
Un leggero bussare
interruppe il loro chiacchiericcio, la giovane sovrana si voltò
verso la porta.
"Avanti"
La cameriera di
prima entrò trasportando un carrello, prese il vassoio che
vi era sopra e lo appoggiò sul tavolo sotto la finestra poi
si fermò di fronte alla sovrana.
"Ha bisogno
di aiuto per alzarsi signore?" chiese gentilmente guardando il
ragazzo tra le coltri scure.
Eagle la osservò
incerto prima di scostare le coperte e sedersi sulla sponda, fece
l'atto di alzarsi, ma un capogiro lo costrinse a rimettersi giù;
Hikaru a quella vista fece un cenno alla ragazza e insieme lo sostennero
mentre gli facevano compiere quei pochi passi tra il tavolo e il letto.
"Per il momento
avrai bisogno di qualcuno a cui appoggiarti, cosa comprensibile visto
che sei rimasto fermo a lungo" un sorriso le distese il volto
mentre continuava con allegria "ma sono sicura che presto tornerai
in gran forma e riprenderai a scorrazzare per l'universo."
Eagle sorrise
alle sue parole; si accomodò sulla comoda poltrona e con lentezza
ed un po' di fatica prese a mangiare, Hikaru aveva ragione, sentiva
i muscoli pesanti e certi movimenti gli causavano dolore, ma anche
se con più tempo del dovuto, riuscì a terminare il suo
pranzo che consisteva in una zuppa molto appetitosa di verdure, della
carne tenerissima che si scioglieva in bocca e della frutta già
tagliata e condita con un po' di zucchero e succo di limone.
Si pulì
le labbra con il tovagliolo, prese il bicchiere e bevve un po' d'acqua,
si girò a guardare Hikaru con un sorriso. La ragazza, ormai
donna gli sorrise di nuovo fissandolo e sospirò, il che fece
alzare il sopracciglio curioso di Eagle.
"Hikaru, c’è qualcosa che vorresti dirmi?"
La ragazza alzò
lo guardo e i suoi occhi rossi incontrarono quelli dorati di Eagle,
che la guardava con aspettativa, mentre finiva la tazza di tè.
"Ecco, quando tu sei entrato… in coma, io avevo 15 anni e ho
fatto una cosa stupidissima…"
Eagle ripensò a quei tempi, per quanto passionale ella fosse,
di certo era di una ingenuità assoluta.
"E cosa avresti detto?"
Hikaru prese in mano la sua treccia lunghissima fissando il pavimento.
"Mi chiese come si dice sulla terra, quando a qualcuno vuoi bene,
e io gli ho risposto che si chiede di sposarlo, mi ha chiesto… se
sarei disposta a sposarlo e io…"
La ragazza rossa in viso continuò:
"Gli ho risposto, che sposerei lui, te, Umi, Fuu… e non ricordo
nemmeno chi ho elencato in tutta questa cosa. E ridevo gioiosa, come
se avessi detto chi sa che genialità…" (si nota che non
approvo la fine di RayEarth 2?ndSaya)
Il giovane comandante trattenne una risata, per non ferire i sentimenti
della ragazza, sicuramente in quel caso, l’ingenuità della
giovane aveva superato se stessa.
"E adesso il problema è?"
Hikaru guardò Eagle nei occhi:
"Ecco, che io non so come dire a Lantis che lo amo."
Ma questa era una cosa evidente già allora, solo che lei non
se n’è resa conto che l’amore che provava per Lantis era molto
diverso di quello che provava per i suoi amici. Eagle pensò
un attimo, in realtà non sapeva proprio cosa risponderle. Non
era bravo nei problemi di cuore, eppure voleva aiutare l’amica che
anni fa oltre tutto, gli aveva salvato la vita. Si passò la
mano tra i capelli, cercando di raccogliere i pensieri e mettersi
nei panni della rossa. Una cosa difficilissima.
"Eagle cosa pensi io possa fare?"
Il ragazzo dai capelli bianchi si scosse dal tepore in cui era entrato.
"Fammi pensare, sai che non so cosa risponderti."
Hikaru lo guardò sorpresa:
"Non sei mai stato in questa situazione, non sei mai stato innamorato?"
Il giovane si passò di nuovo la mano tra i capelli.
"Pensavo che non sarei mai guarito, non volevo legare a me nessuno,
che potesse soffrire… non mi pareva giusto."
La rossa annui.
"Eppure Geo e Zazu, ti sono rimasti sempre vicini, aspettandoti."
Quando la ragazza
nominò il vice comandante, Eagle alzò di scatto la testa
fissando la rossa, mentre nel suo cuore il calore, provocato da quel
nome, si espandeva su tutto il petto.
"Geo?"
Hikaru si alzò stiracchiandosi:
"Si, era qui anche poco prima del tuo risveglio."
Dentro di lui,
Eagle non capiva perché un'affermazione del genere l’avesse
reso così felice. Infondo Geo era sempre stato al suo fianco
sia a Öotozam, che nel suo viaggio contro il tempo verso Sephiro.
Il suo vice, che aveva cercato di persuaderlo fino alla fine e rimanendogli
accanto anche nei tempi quando la speranza stava per morire, cosi
come lui.
"Ti senti bene Eagle?"
Chiese preoccupata la rossa prendendolo per mano.
"Si, più
che bene."
Rispose dolcemente continuando.
"Io credo che dovresti andare da Lantis cercando di capire cosa
prova ancora per te, e comunque dirgli che lo ami. Se Lantis non è
cambiato da allora, credo che ti ami ancora. Lui non è un tipo
volubile, come non lo sei tu."
Hikaru continuò
nervosamente a giocare con la treccia rossa:
"Mi stai dicendo di andare a verificare?"
Eagle rise di gusto, si Hikaru era cresciuta, ma la sua ingenuità
era rimasta.
"Perché ridi?"
Il giovane scosse la testa:
"Mi sei mancata Hikaru."
La rossa lo fissò non sapendo cosa intendesse dire con quella
frase, ma rispose:
"Anche tu Eagle."
Il giovane comandante di Öotozam si alzò in piedi testando
la sua sicurezza sulle gambe, un po’ di moto e sarebbe tornato come
nuovo, si mosse per la stanza dirigendosi verso il bagno. Hikaru lo
osservava da non troppo lontano, pronta a scattare se le gambe di
Eagle avessero ceduto, ma il giovane sembrava abbastanza sicuro dei
suoi passi.
"Hikaru mi faccio una doccia veloce e poi ti va di accompagnarmi
a fare una passeggiata?"
La rossa sorrise annuendo vedendolo scomparire nella stanza attigua,
anche se ormai aveva ventuno anni, non aveva perso la sua gioia per
la vita e la sua semplicità. Quando dopo poco lo vide tornare
vestito di tutto punto Hikaru sorridendo si accostò alla porta
e l'aprì aspettando che lui uscisse per poi chiuderla alle
sue spalle. Conoscendo la sua forza di volontà, non si azzardò
a dargli supporto, ma camminò al suo fianco pronta ad intervenire
se si fosse reso necessario. Il sole entrava nel corridoio dalle vetrate
che avvolgevano il castello al posto dei muri. Fuori dal palazzo reale,
c’era un mondo bello e pacifico, come i suoi abbinanti desideravano
da sempre. Eagle si avvicinò a una delle vetrate guardando
fuori, osservando la natura.
"Se vuoi uscire c’è il parco interno."
Il giovane dagli
occhi dorati guardò Hikaru, annuendo con un sorriso. I due
si incamminarono per il corridoio quando arrivò di corsa una
donna dai capelli rosa.
"HIKARUUUUU! TI STAVAMO ASPETTANDO!"
Poi guardò
Eagle con un sorriso smagliante.
"Ben svegliato bell'addormentato."
"Cardina!"
"E dai Hikaru, dobbiamo prepararci!"
La rossa guardò incerta Eagle, che sorrise:
"Vai pure."
"Ti raggiungo
appena saluto Lafarga e i piccoli."
Eagle annui, mentre Cardina si tirava dietro il cavigliere magico.
Rise tra sè, Hikaru, cosi spontanea, non riusciva a dichiararsi
a Lantis, come avrebbe fatto lui a dichiarato a Geo? Lentamente, camminando
vicino alla parete si diresse verso il giardino interno. I suoi pensieri
si persero nel tempo tornando indietro. Quando pensava che sarebbe
morto, non aveva dato peso ai suoi sentimenti per il suo vice comandante,
che infondo conosceva da sempre… Geo era la persona a lui più
vicina. Eppure, se Geo non lo amasse, e se gli stesse vicino solo
per dovere, o per un ordine di suo padre? Dubbi, troppi dubbi, incertezze
e paure popolavano la sua mente. Finalmente arrivò al portale
che conduceva al parco interno della grande reggia, notando subito
una figura vestita di nero vicino alla fontana, riconoscendo in lui
Lantis. Il moro alzò lo sguardo, e l’azzurro incontro l’oro.
Eagle si avvicinò all'amico con un sorriso:
"Ciao."
"Ciao."
Gli rispose con
la sua voce bassa e sexy Lantis facendo un minimo movimento di labbra.
Eagle voleva quasi scommettere d’aver visto un ombra di sorriso sul
viso del spadaccino magico. Il giovane guerriero si sedette vicino
a Lantis sul bordo della fontana.
"Stai bene?"
"Si, solo un po’ debole e confuso."
Lantis lo guardò
come per incitarlo a continuare a parlare, mentre Eagle cercava le
parole giuste:
"Vedi, c’è una persona per cui nutro dei sentimenti particolari…
ma non so come dirglielo, come fargli capire quello che provo."
Lantis alzò la mano e un uccellino si poso sul suo dito.
"Non puoi dirglielo così come l’hai detto a me? Geo apprezzerebbe."
Eagle sgranò
gli occhi fissando Lantis:
"Come lo sai che parlo di Geo?"
Il giovane dai
capelli neri guardò con calma l’amico.
"Ti conosco da molto tempo Eagle, certe cose le capisco."
Il biondino non
riusciva a credere che Lantis avesse capito i suoi sentimenti prima
di lui, che ne aveva preso coscienza solo al suo risveglio.
"Il tuo consiglio
è?"
"Di andare
da lui e dirglielo."
Eagle annui, per
far capire all'amico di aver compreso, ma comunque continuava ad essere
insicuro, forse però se Lantis gli aveva dato quel consiglio,
significava che ci credeva veramente, infondo anche lui, anni fa,
era stato diretto con Hikaru. Almeno sapeva che non avrebbe avuto
una risposta assurda come l’aveva avuta lo spadaccino magico. Si passò
la mano tra i capelli mentre pensava. Avrebbe preferito combattere
mille managuerrieri, che andare da Geo a confessarsi.
"E che gli dico: ciao Geo, ho dormito per anni e adesso da sveglio
mi rendo conto che ti amo?"
"Potrebbe andare, ma non sei il tipo da confessioni del genere."
Lantis aveva ragione, questa era più una confessione da Hikaru.
"Si hai ragione, ma prima devo vederlo."
Lantis lo fisso di nuovo:
"Credo sia un ottima idea."
"Allora io vado."
Disse Eagle stando ancora fermo, mentre Lantis continuava a guardarlo.
"Serve che ti accompagni?"
Eagle sorrise:
"No, c’è la faccio da solo."
Dicendo così si alzò lentamente.
"Eagle per me non è un problema."
"No voglio tornare in forma al più presto."
"Capisco."
Così Lantis guardò uscire l’amico e scosse leggermente
la testa. Poco tempo dopo arrivò di corsa la ragazza dai capelli
rossi, che si fermò di colpo vedendolo, non sapendo come reagire.
Il moro fisso la rossa, nessuno dei due disse qualcosa, era da un
bel po’ che non si vedevano... Hikaru si avvicinò al uomo che
amava:
"Non ci vediamo da un bel po’, eh Lantis."
Il moretto si alzò sorridendo apertamente.
"Si, da un bel po’ Hikaru."
La ragazzina guardò per terra imbarazzatissima, non sapeva
sul serio cosa dire, nella sua testa iniziò a crearsi un intero
discorso, poi alzò lo sguardo determinata:
"Lantis io…"
Ma non finì mai la frase iniziata. Due morbide labbra avevano
catturato le sue in un bacio pieno di passione, una lingua prepotente
cercava accesso nella sua caverna calda, e lei diede il permesso senza
pensarci troppo su. Chiuse gli occhi assaggiando il sapore di Lantis
per la prima volta, finendo in paradiso. Il bacio durò a lungo,
le mani della rossa si allacciarono dietro al collo del moro, mente
quest’ultimo l'abbraccio introno alla vita stringendola più
a se… finalmente non resistettero più, avevano bisogno dell'aria…
e Lantis sussurrò:
"Aishiteru yo."
Hikaru sorrise rispondendo:
"Aishiteru ne."
Ma dove diavolo
si era cacciato? Lo aveva cercato da per tutto ed ancora non era riuscito
a trovarlo, con passo lento si diresse verso la sua ultima speranza,
incrociando le dita di trovarlo proprio all'interno della taverna;
si sentiva stanco e fiacco, per uno appena ripresosi da un coma non
è molto congeniale tutto quel movimento, solo la forza di volontà
e le parole che gli avrebbe dovuto dire lo tenevano ancora in piedi.
Si fermò
davanti alla porta per riprendere fiato, poi entrò cercando
con gli occhi la figura del suo braccio destro... niente, non si trovava
neanche lì, con un sospiro tra il frustrato e il triste si
avvicinò ad un tavolino vuoto e si lasciò cadere sulla
sedia portandosi le mani a massaggiare le tempie che avevano iniziato
a dolore con il principio di emicrania, furtivamente si asciugò
l'unica lacrima che era scesa a bagnargli la gota candida ora arrossata
dallo sforzo fatto per arrivare sino a lì.
Alzò la
testa per chiamare una cameriera e chiederle qualcosa da bere, quando
tra il rumoroso vociare dei tanti avventori che riempiva il locale,
riconobbe la risata squillante del piccolo Zazu e gli sovvenne che
avrebbe potuto chiedere a lui che fine avesse fatto Geo, in fondo
quei due erano molto amici... con enorme fatica si alzò e prese
a girare per il locale alla sua ricerca... magari se l'era immaginata...
dietro ad una colonna, vicino ad una parete divisoria poteva scorgere
di profilo il piccolo tecnico di robot intento a gesticolare e ciarliare
contro qualcuno che gli era di fronte e che lui non riusciva a vedere
perché coperto dal muro; gli si avvicinò posandogli
una mano affusolata sulla spalla quando con la coda dell'occhio vide
l'altro avventore e bloccò sul nascere la sua richiesta: Geo
era lì seduto a bere e da quello che vedeva non doveva essere
il primo boccale di birra richiesto, le guance rosse e gli occhi lievemente
annacquati gli facevano pensare che potesse essere 'leggermente' brillo.
Zazu, che a quel
tocco esitante si era girato verso il proprietario di quell'arto,
rimase sorpreso alla vista del suo superiore in piedi, un sorriso
radioso gli si fece strada sul volto, questo significava che presto
avrebbero ripreso a viaggiare, non vedeva l'ora di rimettere piede
sulla navicella... poi si accorse delle goccioline di sudore che imperlavano
la fronte del suo comandante e la sua aria stanca, poggiò il
boccale che teneva in mano sul tavolo e si spostò, lasciando
spazio affinché lui si sedesse.
Eagle si girò
e con il capo gli fece cenno di diniego, poi riportò la sua
attenzione su Geo, allungò il braccio e fermò il boccale
che si stava per accostare alle sue labbra a mezz'aria, il moro alzò
gli occhi e lo vide, un lampo veloce passò negli smeraldi prima
di opacizzarsi di nuovo e tornare a fissare con sguardo vacuo il bicchiere.
Eagle esitò
un istante e poi si fece forza, era meglio risolverla subito quella
situazione.. al solo rivederlo così leggermente cambiato, ancora
più bello ai suoi occhi di innamorato, gli faceva battere un
po' più forte il cuore.
"Geo.. dovrei
parlarti.. puoi dedicarmi un minuto?"
Il moro scosse
il capo per schiarirsi la mente, Eagle era di fronte a lui.. si era
svegliato... nel petto il sangue iniziò a scorrere più
velocemente, alzò il volto a guardarlo, bello, un angelo così
etereo con quella pelle pallida rimasuglio della malattia, i capelli
biondi lunghi più del solito a causa della lunga degenza sul
letto, gli occhi dorati timorosi e pieni di aspettativa fissi su di
lui... perché quell'esitazione nelle profondità ambrate?
Sembrava quasi avesse paura di lui... una stretta al cuore, una constatazione
che faceva male e poi tutto quel nervosismo che gli scuoteva il corpo,
quelle mani diafane che si intrecciavano fra loro senza stare ferme
un attimo..
"Va bene"
Si alzò
con fatica, i sensi annebbiati dall'alcool gli davano una percezione
errata della realtà, si mosse barcollando verso di lui per
poi fargli cenno di seguirlo, avrebbe dovuto evitare di bere così
tanto, oltre tutto non vi era molto abituato, solo quando si sentiva
particolarmente giù finiva con il prendersi una bella sbronza
annegandovi tutti i suoi dispiacere e in questi ultimi sei anni di
dispiaceri ce ne erano stati molti.. soprattutto il più grande..
si voltò a guardare se il suo superiore lo stesse seguendo,
una morsa gli attanagliò lo stomaco quando lo vide barcollare
e appoggiarsi un istante alla parete, si fermò aspettandolo,
avrebbe voluto aiutarlo ma, sia il suo equilibrio non proprio stabile,
sia l'orgoglio e la sua testardaggine del comandante che non avrebbe
mai accettato un aiuto, glielo impedirono.
Dopo aver ripreso
fiato Eagle si voltò, trovandosi vicinissimo a Geo, il calore
del suo corpo era quasi intossicante, tanto da volercisi annullare,
il volto chinato di lato ad osservarlo in attesa.. cercò di
sorridergli e si ricompose, odiava mostrargli tutta quella debolezza,
ma era più forte di lui, non c'era niente che desiderasse di
più di un morbido giaciglio su cui riposarsi e riprendere le
forze, in fondo si era appena svegliato da un coma durato sei anni,
non era mica uno scherzo, eppure si sentiva un incapace per non riuscire
a governare appieno i suoi arti, si riscosse da questi tristi pensieri
e gli si fece ancora più vicino, ora aveva altro a cui pensare,
una dichiarazione da fare.. se soltanto fosse riuscito a trovare le
parole giuste per non farsi odiare o disgustare dall'altro.. si sarebbe
sentito perso e miserabile senza la stima e l'amicizia del suo braccio
destro.
"Andiamo?"
Gli occhi smeraldini
ad esprimere preoccupazione ed a chiedergli se stesse bene.
Annuì e
lo seguì lungo i corridoi illuminati dal sole ancora svettante
nell'alto dei cieli, a giudicare dal sole doveva essere primo pomeriggio.
Camminarono per
un bel po', finché Geo non si fermò di fronte ad una
stanza, che con sorpresa, Eagle riconobbe come la sua, era così
concentrato ad osservare le larghe spalle del suo sottoposto da non
accorgersi della direzione presa da quest'ultimo.
Il moro si appoggiò
allo stipite aspettando che il suo comandante aprisse la porta e li
facesse entrare, non era la sua stanza e non poteva fare come gli
pare, vi erano sempre le regole della buona etichetta da rispettare,
soprattutto con un giovane che gli era di gran lunga superiore come
rango e poi quella era la scelta meglio indicata, si vedeva da lontano
che il giovane non era ancora in forze, non avrebbe dovuto girare
per i corridoi come se niente fosse, come se quello che gli era capitato
non avesse alcun valore, il suo corpo longilineo era debilitato, le
guance pallide erano leggermente scavate, per non parlare della sua
ossatura, era dimagrito e la tunica che indossava non lasciava adito
a dubbi, lo faceva sembrare un piccolo cucciolo indifeso, come se
avesse indossato una o due taglie in più della sua, lo vide
aprire la porta e fargli cenno di entrare, si diede una veloce occhiata
in giro per poi lasciarsi cadere con un sospiro sopra il morbido divano,
era stanco e tutto l'alcool che aveva ingurgitato gli faceva venire
voglia di stendersi su quel letto morbido e invitante, soprattutto
ora che il biondo si era trovato a sedersi.. come sogno ad occhi aperti
non era niente male, peccato che era impossibile che si avverasse
(le ultime parole famose ^^ ndNat io le trovo MOLTO carine ndSaya).
Eagle lo osservava
cercando il modo migliore con cui iniziare il discorso, certo non
poteva dirgli così su due piedi 'ti amo alla follia' oppure
'sai, il coma in cui sono sprofondato si è rivelato molto utile,
mi ha fatto capire di essere irrimediabilmente e perdutamente innamorato
di te' mm... questa non era proprio così brutta come idea,
peccato che non sapeva come introdurre il discorso.. non si erano
mai soffermati a parlare di queste cose, e se Lantis si fosse sbagliato?
Se Geo lo avesse odiato per questi sentimenti? Se lo avesse iniziato
a considerare impuro, uno sbaglio... avrebbe perso tutto... abbattuto
si volse a guardare la finestra mentre una piccola stilla trasparente
si riversò lungo la sua guancia.... calore, una mano bronzea
era posata sulle sue abbandonate in grembo, si voltò trovandosi
il viso di Geo alla sua altezza, si era inginocchiato di fronte non
molto stabile a dire il vero e lo osservava con infinita preoccupazione.
"Eagle che
succede?"
"Niente"
mormorò in tono basso, averlo così vicino gli faceva
uno strano effetto.
"Se è
niente allora perchè stai piangendo?" e così dicendo
gli sfiorò la guancia pallida con una mano, raccogliendo una
lacrima che poi gli portò di fronte al volto per mostrandogliela.
Si sentì
arrossire e mugugnò qualcosa di indistinto, tanto che l'altro
si fece più vicino.
"Cosa?"
"Ti amo stupido"
lo mormorò così piano che non era neanche sicuro che
la voce fosse uscita ad esprimere questo pensiero, eppure la bocca
spalancata e il volto sorpreso di Geo non gli lasciarono addito a
dubbi, l'aveva sentito e come!! E quello che aveva inteso non doveva
essergli piaciuto molto visto che si era alzato di scatto, allontanandosi
come se fosse stato un appestato.
Sentì il
suo cuore infrangersi distintamente, il volto intristirsi ancora di
più, cercò di raddrizzare le spalle che di riflesso
si erano piegate sotto un peso enorme, e tentò di darsi un
tono mentre gli indicava la porta chiedendogli di uscire. Lo vide
voltarsi e dargli le spalle, non sopportò oltre e si lasciò
ricadere sul letto, raccogliendosi le ginocchia al petto in posizione
fetale, mentre come ruggiada bollente le lacrime gli bagnavano la
pelle pallida del volto; subito si sentì avvolgere da due braccia
forti e muscolose, un corpo gli si distese accanto trascinandolo al
centro del letto e stringendolo con delicatezza lo costrinse a voltarsi
verso di lui.
La prima cosa
che vide fu il petto grande coperto dalla tunica verde bosco e poi,
alzando la testa, si specchiò negli occhi smeraldini del suo
sottoposto, che lo osservavano con infinita dolcezza; si sentì
afferrare con più forza, i volti ora uno di fronte all'altro..
e poi due labbra dolci che si posarono sulle sue in un bacio lieve
come la carezza di un petalo, lo guardò sorpreso mentre la
gioia si faceva strada nel suo essere e poi tenere parole mormorate
al suo orecchio..
"Ti amo anch'io"
Un dolcissimo
sorriso si specchiò nei suoi occhi, lo stesso riflesso sulle
labbra del suo amore, gli si accoccolò contro ancora di più,
lasciandosi cullare con tenerezza, mentre, piano, sprofondava nel
sonno seguito poco dopo dal suo uomo...
La porta si aprì
di scatto, lasciando la persona sull'uscio sorpresa e sconvolta dalla
vista che le era di fronte; dopo che Lantis era stato richiamato da
uno dei suoi uomini per un problema sorto all'interno della guarnigione,
era corsa sino alla stanza del suo amico per raccontargli gli ultimi
avvenimenti.. ed invece era lui a doverle confidare qualcosa, pensò
mentre un sorriso pieno di malizia le si dipingeva sul volto, con
delicatezza entrò nella stanza e senza far molto rumore dall'armadio
prese una calda coperta di lana che poi distese sopra i due, la stanza
non era proprio fredda, ma non voleva assolutamente che Eagle dopo
essere uscito dal coma dovesse stare ancora del tempo al letto per
un banale raffreddore e poi erano così teneri in quella posizione,
uno accoccolato nelle braccia dell'altro, le teste così vicine
da sfiorarsi, diede un ultimo sguardo alla coppia e poi con un sorriso,
così come entrata uscì, dando ordine alle guardie lì
nel corridoio di non disturbare per nessun motivo l'amico; continuando
a sorridere tornò sui suoi passi, sperando che Lantis fosse
già tornato in giardino, dopo quello che aveva visto aveva
voglia anche lei di farsi stringere e appoggiare il capo sul petto
grande del suo amore…
Entrò allegra
nel giardino interno, dove con il suo ragazzo avevano deciso di incontrarsi.
Si sedette sul bordo della fontana e si specchiò nel acqua
cristallina studiando il proprio riflesso. I suoi occhi rossi scrutarono
il suo viso da giovane donna, rilassato e soddisfatto, infondo dopo
anni era riuscita a ritrovare Lantis e il suo amore immutato per lei.
Poi poggiò la mano sul acqua fredda,continuando a sorridere,
mentre iniziava a giocare con essa, felice e spensierata di nuovo
dopo tanto tempo. Chiuse gli occhi canticchiando una canzone d’amore
terrestre con la sua voce limpida (perché Hikaru canta? ndSaya
si, è ha una voce sublime ndLantis ¬.¬ anche se non
lo sapeva fare per te sarebbe sublime ndSaya), così non si
accorse che il spadaccino magico era entrato nel giardino osservandola
con amore, anche lui finalmente aveva un espressione serena e tanto
innamorata. Si avvicinò silenzioso alla rossa, camminando quasi
sulla punta dei piedi e la abbracciò da dietro. Hikaru urlò
di spavento e sorpresa, visto che era completamente presa nel suo
canticchiare.
"Sono io, amore mio."
Disse con voce bassa Lantis, e Hikaru si calmò, accoccolandosi
tra le braccia del moretto.
"Mi hai sorpreso."
Rispose con calma la rossa. Si sedette dietro di lei anche Lantis,
non lasciandola dal suo caldo abbraccio. Hikaru si accoccolò:
"Sono stata una stupida a dirti quelle cose anni fa."
Lantis arricciò le labbra in un sorriso:
"Ma a me è piaciuto, era il tuo modo di fare, quel modo
di fare che mi ha fatto innamorare di te. La tua spontaneità,
il tuo darti da fare per rendere felici gli altri, per difenderli,
di soffrire per cose che erano estranee a te."
Quando abbassò lo sguardo notò la ragazza con gli occhi
chiusi appoggiata a lui, sembrava dormire, infondo aveva avuto una
giornata pesante dietro di se, arrivare a Sephiro, correre da Eagle,
poi sequestrata da Cardina e Lafarga e i loro piccoli, per poi arrivare
da lui e finalmente mettersi insieme. Si alzò con lei in braccio
portandola con cautela verso la propria stanza, infondo stavano insieme,
non c’era niente di male. Raggiunse la stanza entrando, per dirigersi
subito al grandissimo letto a baldacchino. Poggiò la rossa
su di esso, togliendole i vestiti superfi, lasciandola nella biancheria
intima, e poi si dedicò a se stesso, facendo scomparire l’armatura
e togliendosi anche lui i vestiti. Sali sul letto vicino alla sua
ragazza abbracciandola in un abbraccio possessivo e pieno d’amore…
la osservò ancora per qualche minuto per infine addormentarsi…
felice… e tranquillo.
------tsuzuki
1-----------------
Saya:
ecco capitolo 1
* Saya saltella
Nat:
già già e in tempo per fare quella certa cosa ^__^
Saya:
e pensare che doveva essere una one shot ç_ç
*Nat
fa schierare tutti i pg in una bella fila
Lantis:
come solo dormiamo?
Nat:
dormite certo e ora rientra in fila >.<
Saya:
hey... dobbiamo fare prima quella cosa... ne riparliamo dopo il capitolo
2
Eagle:
ma nel 2 succederà qualcosa?
Nat:
e chi lo sa..
Saya: è_é se continuate così NIENTE SUCCEDERà
Nat:
non fate arrabbiare cugi che poi sono guai... per voi naturalmente
^__^
Nat:
se vi comportate bene può anche darsi ^^
Hikaru:
su su, in fila dobbiamo fare quella cosa
Geo:
o_O come tutti insieme?
Saya:
-.- ma che hai capito
Nat:
-___-;;;
Zazu:
Geo... quell'altra cosa ^^;;;;;
Geo:
ah...
Saya:
Siamo pronti cugi!!!!!
Nat: bene ^^
*Tutti
in fila
Nat:
1..
Nat:
2....
Nat:
3......
Saya&Nat:
BUON COMPLEANNO ZIAAAAAAAA
Tutti:
ancora 1103948 di questi giorni MIYUUUUUUU!
Saya:
che la fortuna ti sorrida sempre
Nat&Saya:
ti vogliamo un mondo di bene ^***********^
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