Umano e demoniaco

parte III

di Nefertari

 

Quanti giorni erano passati?

Tre?

Quattro?

Forse un’intera settimana.

Goku era totalmente smarrito, inutile tentare di ricordare quanto tempo fosse trascorso da quando era stato portato in quella casa.

Le finestre erano sempre chiuse, la porta sbarrata… la luce del sole filtrava a malapena da sotto le ante serrate.

Giorno e notte si alternavano velocemente mentre , agli occhi del ragazzino, tutto appariva come un lungo e ininterrotto incubo.

Se ne stava rintanato in un umido angolo della stanza, attendendo con amara rassegnazione che il suo corpo venisse violato ancora una volta.

I due uomini che lo tenevano segregato dormivano e mangiavano nella camera accanto e si recavano da lui ogni volta che lo desideravano.

Mai Goku avrebbe potuto immaginare che esistessero individui simili: non erano nemmeno paragonabili ad animali.

Si trattava di veri e propri mostri.

Il suo stomaco si contorceva non per la fame ma per l’ansia e il terrore.

Non aveva neppure toccato il cibo scadente che i due uomini gli avevano offerto.

Restava immobile come una statua finché uno di loro non lo trascinava sulla branda logora che era stata montata nella sua stanza.

Detestava essere toccato a quel modo da qualcuno che non fosse Sanzo.

Si chiedeva che fine avessero fatto i precedenti ‘amichetti’ di Kenji e Ichiro… ma aveva paura di scoprirlo.

Talvolta riusciva a prendere sonno , ma gli incubi devastavano anche quei pochi attimi di sollievo.

Le lacrime avevano cessato di sgorgare dai suoi grandi occhi scuri.

La sua sofferenza era troppo profonda per essere sfogata con il pianto.

In quel momento, Goku era arrivato addirittura a trovare più confortevole e preferibile la sua lunga prigionia sulla montagna dove Sanzo lo aveva trovato.

E pensare che un tempo si fidava di chiunque… ora, invece, gli esseri viventi gli apparivano tutti sotto una luce diversa.

Era solo…

 

*************************************

 

Ichiro spalancò la porta della stanza.

La luce che penetrò nella camera costrinse Goku a portarsi le mani davanti agli occhi, che erano abituati all’oscurità.

La figura sottile dell’uomo si avvicinò lentamente e una mano carezzò con desiderio i folti capelli castani dello scimmiotto.

“Divertiamoci…” mormorò lussurioso l’individuo, contemplando la perfezione del viso di Goku.

Sollevò il ragazzo da terra e lo strinse a sé, eccitandosi semplicemente nel sentire il calore del giovane corpo che aderiva al suo.

Goku chiuse gli occhi  , cercando di estraniarsi dalla raccapricciante situazione.

Mentre Ichiro,ansimando, adagiava la scimmia sulla scomoda branda, Kenji irruppe nella camera.

“Vattene via, Kenji!” lo ammonì alterato il fratello. “Non vedi che ora ci sono io, con lui?”

“Che vuoi che m’importi?” rispose l’altro. “Sono io che l’ho catturato, quindi ho il diritto di prendermelo quando mi pare!Magari possiamo farcelo tutti e due …”

Ichiro non gradì la proposta e i due iniziarono a discutere animatamente , mentre Goku li osservava, impietrito.

 

Ribrezzo.

Disgusto.

 

ODIO.

Quelle due persone gli facevano schifo.

Voleva ucciderli.

Voleva sfogare su di loro tutto il rancore che in pochi giorni aveva accumulato.

Se solo…. Se solo avesse potuto liberare la sua natura demoniaca!

Li avrebbe distrutti, torturati, massacrati!

 

ODIO!

Un’ondata di collera lo travolse , lavando via il torpore nel quale era caduto.

Voleva la loro morte!

Voleva essere l’artefice della loro fine.

 

ODIO!!!

Un sentimento estraneo alla sua natura…

Un sentimento che gli scorreva ora nel sangue.

Un sentimento incontrollabile, che dal cuore si propagava in ogni fibra del suo essere.

 

Un’energia rovente gli attraversò le membra e lo costrinse ad alzarsi.

Avvertì un dolore lancinante , come se qualcosa, o qualcuno, stesse espandendosi dentro di lui.

 

Vide i volti terrorizzati dei due uomini…poi il nulla.

 

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“La padrona della locanda dice che Goku è sparito già da quattro giorni.”riferì Hakkai ai due compagni.

Sanzo cercò di rimanere impassibile come al solito di fronte alle parole dell’amico.

Gojyo imprecò e aggiunse con tono ironico: “Ma bene! Ottima idea quella di dire alla scimmia che lo avremmo lasciato qui!” 

“Non c’era altra scelta,Gojyo!” replicò con calma Hakkai. “Non potevamo certo esporlo a inutili pericoli o illuderlo. Per fortuna abbiamo trovato questo antidoto!” sorrise, mentre osservava la bottiglietta di vetro che teneva in mano.

“Non siamo ancora sicuri che funzionerà!” precisò Sanzo.

“Ehi, vi ricordo che la scimmia non si trova!” ribadì il kappa spazientito.“Sicuramente se ne sarà andato via pensando che non saremmo più tornati! Continuo a pensare che avremmo dovuto dirgli che intendevamo cercare un rimedio. Questo stupido bonzo e le sue trovat--AHI!”

L’harisen calò impietosamente sulla testa del mezzo demone.

“Se non avessimo trovato un antidoto, lo avremmo dovuto sul serio lasciare qui, razza di imbecille!” gridò Sanzo. “Che senso aveva dargli false speranze?”.

“Sanzo ha ragione.” Intervenne Hakkai. “Ora però dobbiamo ritrovare Goku! Non può essere andato troppo lontano in pochi giorni!”

“Cosa si fa? Ci dividiamo?” domandò Gojyo mentre ancora si massaggiava il capo dolente.

“Io e Hakuryu setacceremo i paesi vicini.” Propose il demone tornando al volante della Jeep.

“Ho capito, io e il bonzo ci occuperemo della città.” Lo anticipò il rosso. “Non sarà semplice, dato che quel ciarlatano di Shareyu attira migliaia di persone in questo posto.”

“Hai ragione!” constatò Hakkai preoccupato. “Comunque sia è inutile stare qui a perdere tempo. Sono soltanto le dieci del mattino, abbiamo tutta la giornata per trovarlo. Ci rivediamo qui questa sera. Buona fortuna!”

Il ragazzo dai capelli neri si allontanò sfrecciando sulla sua auto.

Gojyo e Sanzo si divisero.

 

********************************

 

Sanzo avvertiva una strana sensazione, un presentimento…

Era sicuro che Gojyo avesse torto: Goku non se ne sarebbe mai andato da solo, lo avrebbe aspettato pazientemente anche fino alla fine dei suoi giorni.

Non aveva dubbi sulla lealtà del ragazzino.

Quindi, a rigor di logica, doveva essergli accaduto qualcosa.

Il bonzo camminò per tre ore,  allertando i suoi sensi in modo da percepire anche il minimo segnale della presenza di Goku.

Se solo avesse udito il suo richiamo…quel fastidioso richiamo che anni prima lo aveva condotto su un’alta montagna, dove aveva trovato la piccola scimmia…. un esserino con un’espressione talmente stupida da far passare la voglia di colpirlo per farlo tacere.

 

Ad un tratto sentì una voce, ma non era certo quella di Goku: erano le grida di uno degli abitanti del villaggio.

“Aiuto!Qualcuno mi aiuti!” urlava un fanciullo in preda al panico, il volto sconvolto e irrigidito dal terrore.

Quando il bambino vide Sanzo , corse verso di lui aggrappandosi disperatamente alla candida veste cerimoniale.

“Mi aiuti, mi aiuti!!!!” balbettava tra le lacrime. “Un mostro! Un mostro ha attaccato la mia famiglia!”

Il monaco non seppe ignorare i limpidi occhi di quel ragazzino impaurito.

Avrebbe preferito egoisticamente continuare la sua ricerca, tuttavia…

“Portami da questo mostro!” ordinò risoluto.

-Ci mancava anche questa-, pensò Sanzo.

 

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Non avrebbe mai pensato di trovarsi di fronte ad uno spettacolo del genere: sangue , decine di corpi straziati, caos….

Gli abitanti della piccola frazione della città gridavano e correvano, confusi e disorientati.

Alcuni si arrampicavano sugli alberi, altri fuggivano disordinatamente… molti speravano che fosse sufficiente sprangare porte e finestre per essere al sicuro.

 

Sanzo spinse via il bambino che lo aveva guidato fin lì e gli comandò di nascondersi.

Avanzò lentamente , guardingo, cercando di localizzare il mostro.

-Maledetti youkai…- pensava, mentre la sua mano si stringeva sull’impugnatura della pistola.

Nel frattempo si rese conto che Goku avrebbe anche potuto essere stato assalito da quei demoni.

Questa possibilità lo fece impallidire.

Mentre cercava il suo avversario, scrutava timoroso i corpi senza vita che lo circondavano, sperando di non intravedere il cadavere della stupida scimmia.

 

Udì un grido provenire da una piccola abitazione a pochi passi da lui.

Con prontezza si precipitò verso la porta di ingresso e la demolì con un calcio ben assestato.

Nella penombra vide chiaramente la sagoma di una donna che, accasciata a terra, si circondava la testa con le braccia, nel tentativo di difendersi.

Sopra di lei una figura scura… uno youkai.

 

Sanzo sparò , senza esitazione.

 

Il demone emise un ruggito rabbioso e , allo stesso tempo, spaventato.

Cadde a terra, contorcendosi per il dolore.

Sanzo si avvicinò per finirlo ma quando lo vide meglio al suo cuore mancò un battito.

Lunghi capelli castani cadevano disordinatamente sul viso ma si distinguevano chiaramente due grandi occhi dorati, che lo fissavano furiosi da sotto la folta chioma.

 

“Goku?” sibilò il bonzo senza fiato.

 

Il bonzo si piegò immediatamente sul suo scimmiotto che , contrastando il dolore della ferita, morsicò il braccio di Sanzo.

Questi strinse i denti e, mantenendo il sangue freddo, poggiò la mano sulla fronte del demone, recitando i versi sacri necessari a ripristinare il dispositivo di controllo.

Il ragazzino riacquistò immediatamente forma umana e perse i sensi.

 

Sanzo se lo strinse al petto mentre con una mano cercava di tappare la ferita che lui stesso aveva provocato.

Dalla spalla di Goku fuoriusciva sangue scuro e bollente.

 

Senza indugiare oltre, il monaco corse verso la locanda con in braccio Goku,  sperando ardentemente che Hakkai fosse già tornato.

 

Continua…..

 

 


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