Umano e demoniaco

parte I

di Nefertari

 

“Il divino Shareyu ci aiuterà!”

 

“Oh ,sommo Shareyu, guarisci mio figlio!”

 

“Noi ti veneriamo, grande Shareyu!”

 

La folla si accalcava di fronte al tempio del gran sacerdote Shareyu.

Anziani, malati, emarginati e ambiziosi si prostravano sull’umido terreno fangoso implorando e pregando affinché le loro richieste venissero esaudite.

La fama di Shareyu si era diffusa con una velocità impressionante : l’uomo capace di compiere miracoli era conosciuto in numerose regioni.

Erano molti gli individui che potevano affermare di aver ricevuto da lui una grazia e di aver visto mutare in meglio la propria vita.

Un uomo , un messaggero divino, un illuminato…

Nessuno conosceva la vera natura del sacerdote dei miracoli, ma tutti si rivolgevano a lui, nella speranza di un’esistenza appagante.

 

Shareyu si portò sulla sommità della grande scalinata che conduceva nella piazza, dove i fedeli si erano riuniti per dedicargli inni e per adorarlo.

Quando lui apparve, grida di giubilo si levarono nell’aria e il fragore degli applausi accompagnò il saluto del sacerdote, che alzò le braccia verso il cielo sorridendo di fronte alla devozione delle duemila persone confluite in quel luogo.

Quando il vociare cessò, Shareyu parlò alla sua gente con voce limpida e penetrante:

“ SALUTE A VOI, FIGLI MIEI!

MOLTI DI VOI SONO GIUNTI QUI AUGURANDOSI DI OTTENERE UN MIRACOLO.

SEBBENE IO VOGLIA SOLO IL VOSTRO BENE, SAPPIATE CHE NON POTRO’ AIUTARE TUTTI VOI.

I MIEI POTERI NON SONO ABBASTANZA FORTI.

MA LASCIATE CHE VI RICORDI CHE LA FORZA DI REALIZZARE I DESIDERI RISIEDE SOLO ED UNICAMENTE IN VOI STESSI.”

Grida festose si alzarono di nuovo dalla folla e cesti carichi di offerte furono portati sui gradini del tempio del grande guru.

Frutti, gioielli ,stoffe pregiate, spezie…. nessun pellegrino si era presentato a mani vuote.

Canti, danze propiziatorie e preghiere proseguirono per tutta la giornata, e si protrassero anche dopo il calar del sole.

 

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 “Ma tu guarda questo qui…” commentò Gojyo osservando Goku ,addormentato sul sedile posteriore della jeep. “Come diavolo fa a dormire?”

La strada che stavano percorrendo era particolarmente dissestata e , nonostante ciò, la scimmia russava beatamente senza curarsi dei continui sobbalzi dell’auto.

 “Povero Goku , dev’essere molto stanco!” Sorrise Hakkai . “Del resto è quasi sera,ormai. Mi dispiace ma bisognerà svegliarlo tra non molto! In pochi minuti raggiungeremo la città di Mitsugai.”

“Ne ho già sentito parlare!” commentò improvvisamente Sanzo, che non apriva bocca da due ore. “Credo che incontreremo solo seccature: pare che nel tempio della città viva una specie di santone capace di compiere miracoli.”

“Interessante!” esclamò divertito il mezzo demone. “Probabilmente si tratterà di un invasato imbroglione. Io non credo a stregoni e cose del genere!”

“Sarà piuttosto difficile trovare una locanda….” Constatò Hakkai. “Le persone che credono a questo genere di cose sono molte,di solito!”

“Tsk…Maledizione…” sospirò il bonzo, accigliato.

“Sanzo, ho fame! Quanto manca?” la voce assonnata di Goku tornò a tormentare i quattro viaggiatori.

“Ti sei svegliato perché abbiamo parlato di locande, stupida scimmia?” lo schernì Gojyo.

“Lasciami in pace, kappa pervertito!” ribatté lo scimmiotto.

“SILENZIO!!!” ringhiò il bonzo.

 

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“Posso offrirvi quattro stanze piuttosto piccole, signori.” Disse la padrona della locanda. “Purtroppo le camere migliori sono tutte occupate dai pellegrini.”

“Andranno benissimo,la ringrazio.” Rispose Hakkai con i suoi soliti modi cortesi. Quando si trattava di avere a che fare con le persone, il gruppo di Sanzo delegava sempre il demone dagli occhi verdi.

“Siete venuti qui per la cerimonia notturna?” domandò la donna.

“No, siamo semplici viaggiatori.” Tagliò corto sanzo.

“Quale cerimonia?” insistette Goku curioso ed entusiasta.

“A mezzanotte il gran sacerdote Shareyu imporrà le mani sulla folla e compirà qualche miracolo.” Rispose lei. “Vi consiglio vivamente di partecipare, anche solo per curiosità. E’ uno spettacolo notevole.”

“Non siamo qui per assistere ad una pagliacciata!” replicò il bonzo spiazzando la gentile signora. “Andiamo nelle nostre camere!”

“Mamma mia, che persona noiosa!” sbuffò Gojyo. “Già che siamo qui potremmo anche andare a questa rappresentazione, non vi pare? Hakkai…? Scimmia…?”

 “Io voglio venire, io, io!!!” esultò Goku felice come un bambino.

“Non mi sembra ci sia niente di male… Se per Sanzo va bene, potremmo andare!” Hakkai cercò con lo sguardo il consenso del bonzo che sbottò :” Tsk, fate quello che vi pare. Io vado a dormire!”

“Siete molto generoso, venerabile Sanzo!” lo canzonò il kappa. “Coraggio, andiamo!”

“Ci saranno anche bancarelle di dolci, Hakkai?” chiese lo scimmiotto.

“Non ti compreremo da mangiare, scimmia ingorda!” strepitò Gojyo.

 

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Shareyu pronunziò una lunga nenia incomprensibile.

Gojyo osservò divertito il totale rapimento dei fedeli intorno a lui.

I tre demoni erano riusciti a conquistare dei posti con una buona visuale.

“Quando succederà qualcosa di interessante?” sbuffò Goku. “Nel frattempo andiamo a quella bancarella? Vendono dei Nikuman!”

“Sta zitto , cretino!” lo ammonì il kappa.

Goku non ebbe il tempo per replicare.

Una giovane donna scattò in piedi urlando di gioia :”UN MIRACOLO! E’ UN MIRACOLO!”

Teneva tra le braccia un ragazzino che aveva appena lasciato cadere le stampelle che utilizzava da sempre.

Altre persone si misero a gridare felici sostenendo che in loro era avvenuto un prodigio.

Hakkai e Gojyo osservarono la scena a bocca aperta.

“Mi pare impossibile che tutte quelle persone fossero d’accordo con il sacerdote… Sarà davvero un imbroglio?” chiese sconcertato il ragazzo moro.

“Non lasciarti impressionare,Hakkai!” sdrammatizzò il mezzosangue. “La maggior parte di loro si sarà lasciata suggestionare…”

Hakkai annuì e un attimo dopo la sua attenzione ricadde su Goku, che barcollava tenendo gli occhi socchiusi.

“Goku si sta addormentando…” disse a Gojyo. “Portiamolo alla locanda. Abbiamo visto abbastanza.”

Il kappa prese lo scimmiotto sulle proprie spalle e si incamminò, seguito da Hakkai.

 

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Sanzo era seduto ad un tavolo all’esterno dell’albergo.

Nella mano destra stringeva un bottiglia di birra. “Siete già di ritorno?” domandò sorpreso.

“Il tuo animaletto era troppo stanco” rispose Gojyo mentre Goku gli russava nelle orecchie.

“Il sacerdote miracoloso non vi ha dunque donato un nuovo cervello?” lo schernì il bonzo.

Hakkai ridacchiò mentre Gojyo cercava di non farsi provocare.

“Porto a letto questo mocciosetto…” concluse il kappa.

Ognuno si ritirò nella propria stanza.

 

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Goku irruppe nella camera di Sanzo.

“Ti ho detto mille volte di bussare prima di entrare in una stanza, scimmia!” lo sgridò il bonzo che stava fumando una sigaretta seduto sul davanzale della finestra. “Che cosa vuoi? Non dovresti essere a letto a riposarti?”

Sanzo parlò senza voltarsi mentre Goku stava immobile al centro della stanza, attonito.

“Ehi, stupido…” disse il monaco ruotando la testa.

Quello che vide lo lasciò senza parole: il ragazzino lo stava fissando con occhi sperduti e teneva in mano un cerchio dorato…

Il cranio di Goku non era più circondato dal diadema.

“Ma come…?” Sanzo non capiva: il dispositivo di controllo non era più al suo posto eppure Goku non si era trasformato nel demone sanguinario che si nascondeva dentro di lui.

Il bonzo si alzò di scatto e si avvicinò alla scimmia, scostando i capelli scuri dalla fronte del ragazzo, con un gesto rapido.

Lo osservò sconcertato, tenendo la mano sulla tempia di Goku.

“I tuoi occhi…” sibilò Sanzo “ I tuoi occhi sono marroni,non sono più dorati…”

Il ragazzino trasalì. “Cosa significa, Sanzo?Anche il diadema…si è staccato da solo!E mi sento come se le forze mi avessero abbandonato…”

“Sembreresti… un essere umano.” Concluse il monaco, che riusciva a malapena a mascherare lo stupore e la preoccupazione.

“……umano?” ripeté Goku rabbrividendo. “E come può essere successo?”

“Che vuoi che ne sappia?” rispose Sanzo agitato. “Cosa hai combinato?”

“Non ho fatto niente, davvero!” si giustificò la scimmia in preda al panico.

“Stai calmo, adesso.” Il bonzo cercò di riprendere il controllo della situazione. “Stanotte non ti muoverai da qui. E non agitarti, non è successo niente di grave.”

“Ma Sanzo…” ribatté Goku mentre le sue mani si muovevano freneticamente sul diadema, cercando di scaricare la tensione.

Il monaco prese il ragazzino per un polso e lo accompagnò sul proprio letto, cercando di distendere quel corpo che si era fatto teso, rigido e tremante.

Lo coprì con cura e gli ordinò: “Dormi e tranquillizzati. Domani troveremo una soluzione.”

Detto questo rimase seduto vicino a Goku per qualche minuto , carezzandogli distrattamente la testa e aspettando che si rilassasse.

Quando lo scimmiotto parve essersi addormentato, Sanzo poté calare la maschera sicura e ferma che aveva indossato poco prima.

Cosa poteva essere accaduto a Goku?

Per quanto si sforzasse,non riusciva a trovare una spiegazione soddisfacente.

L’unico che poteva aver operato quel cambiamento nel demone era…

‘Non può essere…’ il bonzo scosse la testa. ‘Neppure un Dio potrebbe fare questo…figuriamoci un ciarlatano con manie di grandezza.’

Eppure l’unico indiziato pareva essere proprio il gran sacerdote di Mitsugai.

Sanzo decise quindi che il giorno seguente avrebbe fatto visita al sommo Shareyu e se si fosse rivelato colpevole lo avrebbe costretto anche con la forza a porre rimedio.

Si sdraiò vicino a Goku e lo osservò.

Era strano vedere i sottili capelli castani fluire liberamente sul grazioso visetto addormentato.

Sanzo cominciava già a sentire la mancanza dei grandi occhi dorati.

“Vedrai,tornerà tutto come prima…” bisbigliò prima di prendere sonno.

 

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“Incredibile!” sussurrò Gojyo osservando gli scuri occhi marroni di Goku.

“Possibile che sia stato davvero il sacerdote?” si domandò Hakkai preoccupato. “Sanzo è andato al tempio per parlare con lui!”

“Figuriamoci…” sospirò il kappa. “Che razza di miracolo sarebbe questo?”

 

Goku aveva uno sguardo confuso.

Era umano…

Umano…

UMANO!

Era ciò che da sempre avrebbe voluto essere.

Non più uno scherzo della natura.

Non più un animale.

Non più un demone anomalo capace di atti spietati.

Era un essere umano come Sanzo.

Era una creatura degna di rispetto e di affetto.

Tuttavia la nuova condizione lo aveva spiazzato.

Tutte le energie erano evaporate dal suo corpo.

Si sentiva debole, inerme… e allo stesso tempo sollevato.

Non sapeva se essere felice o se abbandonarsi alla preoccupazione.

 

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“E così lei è il venerabile Genjo Sanzo. Sono onorato di riceverla nel mio tempio.” Shareyu accolse il bonzo con rispetto e disponibilità. “Come posso aiutarla?”

“Sarò breve.” Esordì Sanzo con fermezza. “Ieri sera, durante la cerimonia, un mio compagno, un demone, si è trasformato in un essere umano. Sa spiegarmi cosa è successo?”

Il sacerdote sorrise assumendo un’aria compassionevole.

“Io non ho il potere di compiere da solo tali miracoli.” Mormorò. “Io sono semplicemente uno strumento dell’energia che governa l’universo.”

“Non sono qui per sorbirmi una predica sullo spirito e sulle forze divine.” Lo interruppe Sanzo. “Voglio solo sapere se sei stato tu a operare il cambiamento nel mio compagno.”

“Io non faccio altro che trasmettere forza ai miei fedeli.” Spiegò Shareyu. “I miracoli avvengono solo se le persone desiderano qualcosa abbastanza intensamente. Evidentemente il tuo amico VOLEVA diventare umano. E lo voleva con tutte le sue forze. Io ho solo canalizzato l’energia necessaria a realizzare il suo sogno…”

“Penso di aver capito.” Concluse Sanzo assorto. “Sei una specie di trasformatore di energia, dico bene? Quindi non c’è modo di farlo tornare normale?”

“Temo di no…” rispose l’uomo. “Perché non desidererà mai altrettanto intensamente di tornare ad essere un demone. Probabilmente detestava la propria natura.”

Il bonzo trasalì.

Possibile che Goku odiasse a tal punto se stesso?

Eppure lui non aveva mai dato peso al lato demoniaco della scimmietta .

Lo aveva sempre considerato un animaletto, un bamboccio… un compagno.

Gli voleva bene, per quanto gli costasse ammetterlo.

“Grazie per il chiarimento.” Sanzo lasciò il tempio e si incamminò verso la locanda.

Un fastidioso senso di colpa cominciava a farsi strada nella sua mente.

 

Avrebbe dovuto intuire da molto tempo il disagio di Goku…

Avrebbe dovuto rassicurarlo, fargli capire che l’essere un demone non lo rendeva una creatura spregevole.

Avrebbe dovuto dimostrargli un briciolo di affetto in più per aiutarlo a sentirsi accettato.

Avrebbe dovuto… ma non lo aveva mai fatto.

 

Ora Goku era un comune e debole essere umano.

E questo significava una cosa soltanto….

 

Goku gli corse incontro nel vederlo arrivare. “Allora? Ti ha spiegato cosa mi è successo?”

Sanzo annuì e rispose:” Ti ha solo aiutato a realizzare uno dei tuoi più grandi desideri. Congratulazioni, stupida scimmia. Sei un umano.”

Il ragazzino cercava di capire quale fosse lo stato d’animo del bonzo ma i glaciali occhi viola glielo impedivano.

“Naturalmente capisci che non posso più portarti in viaggio con me. In queste condizioni saresti solo un peso.”

“Come…?”  bisbigliò Goku ansimando. “Mi lascerai indietro?”

“Non c’è altra scelta ,mi pare!” affermò Sanzo. “Non ci saresti di alcun aiuto. Sei debole e hai bisogno di protezione. Non posso accollarmi un impegno del genere!”

Il monaco superò la scimmia ed entrò nella locanda.

Goku rimase immobile , lo sguardo vuoto e il respiro impercettibile.

 

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Sanzo aprì lentamente la porta della stanza di Goku e lo trovò accovacciato sul letto, con lo sguardo triste e gli occhi arrossati.

Non aveva mangiato per tutto il giorno.

Si avvicinò al ragazzino e rimase in piedi vicino a lui, fissandolo con insistenza.

“Non c’è altra scelta, lo capisci questo?” domandò dolcemente il bonzo.

Lo scimmiotto annuì e abbozzò un sorriso forzato.

“Non solo hai perso la tua natura demoniaca , ma con essa è svanita la tua forza, la tua abilità… Sei solo un moccioso indifeso, ormai.” Sanzo si rese conto di essere stato troppo diretto , ma lui non amava i giri di parole.

“Lo capisco…” sussurrò Goku. “Ostacolerei la missione, se venissi con voi. E non vi sarei di alcun aiuto.”

“Esatto…” rispose il monaco mentre il cuore gli si stringeva nel petto. “Inoltre potresti essere facilmente eliminato. Tornerò a prenderti, te lo prometto. A meno che…”

Si interruppe e calò un pesante silenzio.

“NO, voi non fallirete!” esclamò Goku intuendo l’allusione di Sanzo. (ogni tanto Goku è più sveglio del solito… ndNefer) “E poi se tu …morissi…io………. io….che cosa farei?”

“Non hai certo bisogno di me per costruirti un futuro!”  gli rispose il monaco accennando una smorfia che voleva essere un sorriso.

“Non è così…” gemette Goku mentre i suoi occhi si facevano lucidi e la voce cominciava a tremare.

Sanzo trattenne il fiato e sentì il bisogno di muovere qualche passo nella stanza.

“Partiremo domattina…” riprese il bonzo. “Ti affiderò alle cure della padrona dell’albergo. Le ho già parlato ,è una brava persona. Ora sarà meglio andare a dormire. Buonanotte!” Si avvicinò alla porta e ruotò la maniglia.

“Come faccio a lasciarti andare sapendo che potresti non tornare più indietro?” Goku scoppiò in lacrime. “Preferisco morire anch’io piuttosto che starmene qui senza aiutarvi!”

Sanzo inspirò ed espirò più volte per calmare l’angoscia che lo stava divorando.

Spinto dall’istinto ,si avvicinò di nuovo a Goku e lo accolse tra le sue braccia.

Il ragazzino si gettò sul petto del monaco sfogandosi con violenti singhiozzi.

Non lo aveva mai visto così disperato, pensò Sanzo.

Dopotutto lo scimmiotto non poteva reagire altrimenti: stava per rimanere da solo…di nuovo.

“Farò di tutto per tornare…” lo rassicurò il bonzo carezzandogli i capelli. “Ma non posso proprio portarti con me. Voglio che tu sia al sicuro.”

Goku sollevò il viso sofferente verso Sanzo e annuì. “Aspetterò…” disse con voce roca.

Il bonzo strofinò la sua guancia a quella dello scimmiotto, per poi sfiorarla teneramente col le labbra.

 

Lo voleva…

Voleva Goku.

Probabilmente non l’avrebbe mai più rivisto.

Sanzo sapeva benissimo che quel viaggio sarebbe potuto durare per molto tempo e che forse la conclusione sarebbe stata tragica.

La morte aleggiava su di loro ogni giorno.

Solo in quel momento si rese pienamente conto di ciò che provava per la sua scimmietta.

Non si trattava di semplice affetto… era molto,molto di più.

 

 

Le labbra del biondo si avvicinarono a quelle di Goku ma non le toccarono; fu la scimmia a raggiungere per prima la bocca del bonzo.

Forse si erano amati per anni, senza saperlo… ma , come accade spesso, ci si lascia travolgere dalle emozioni solo nei momenti più estremi o quando si teme la perdita di chi si ama dall’ombra.

“Ti amo!” gemette Goku mentre Sanzo gli succhiava avidamente il labbro superiore.

I loro corpi si intrecciarono in un abbraccio frenetico mentre le loro bocche si divoravano a vicenda.

Si ritrovarono avvinghiati sul letto, i loro vestiti gettati qua e là sul pavimento.

 

Intime carezze, profondi respiri, nuove sensazioni inaspettatamente intense…

Entrambi scoprirono per la prima volta cosa significasse perdersi in qualcuno… Amarsi.

 

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Sanzo nascose il viso sulla spalla di Goku, continuando a godere del calore del suo abbraccio.

“Forse abbiamo sbagliato…” esordì lo scimmiotto tristemente.

Il bonzo alzò la testa e lo fissò confuso.

“Dopo tutto questo sentirò ancora di più la tua mancanza…” spiegò il ragazzo mentre sfiorava con le dita sottili il collo dell’amato. 

“Meglio la nostalgia del rimpianto.” Sentenziò Sanzo.

“Perché non abbiamo mai fatto prima queste cose, Sanzo?” si lamentò Goku mentre il bonzo continuava a guardarlo.

“Tsk, che domande sciocche.” Sbuffò Sanzo. “ Quel che è stato, è stato. Inutile pensare a ciò che poteva essere.”

Goku tacque.

Il monaco tornò ad appoggiare la testa sul petto del ragazzino e si lasciò accarezzare la schiena.

Si sentivano entrambi totalmente appagati…completi …vivi.

Tuttavia serpeggiava nel loro cuore la consapevolezza che il giorno seguente si sarebbero dovuti separare.

La  scimmia strinse più forte il suo bonzo e trattenne a stento le lacrime.

Sanzo sfiorò la morbida pelle bronzea mentre la rabbia gettava un’ombra pesante sulla gioia che gli riempiva il cuore.

Restarono abbracciati per tutta la notte, tra sguardi, umidi baci e teneri gesti. 

 

************************************

 

“Vedi di comportarti come si deve , stupido .” si raccomandò Gojyo assumendo un atteggiamento da fratello maggiore.

“Ti manderemo delle lettere, Goku! Avrai sempre nostre notizie!” sorrise tristemente Hakkai.

Goku abbracciò i due compagni.

La sua famiglia…

La sua unica vera famiglia lo stava lasciando.

Non avrebbe mai pensato che il prezzo dell’umanità potesse essere tanto salato.

Gojyo e Hakkai salirono sulla jeep e lasciarono che il bonzo rimanesse per un attimo da solo con il ragazzo.

“Arrivederci scimmietta…” sussurrò Sanzo senza toccare Goku.

Sapeva che se lo avesse abbracciato non avrebbe più avuto la forza di lasciarlo andare.

Goku comprese i pensieri del monaco e , abbassando la testa, rispose :”A presto…!”

Sanzo raggiunse l’auto.

Non si voltò più verso lo scimmiotto.

Non voleva vederlo piangere… e non voleva piangere a sua volta.

“Partiamo.” Intimò ad Hakkai che mise in moto con riluttanza e sfrecciò verso Ovest.

Goku cadde sulle proprie ginocchia, tremando.

Mentre la jeep si allontanava, le lacrime gli riempirono gli occhi e scesero copiose sulle pallide guance.

 

 

CONTINUA….???

 

 

 


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