I personaggi di Saint Seiya sono proprietà del Signor M. Kurumada e della Shueisha.

Ma se qualcuno volesse regalarmi un Ikki o un Saga in carne ed ossa, non faccia complimenti io li accetto di sicuro.

E ovviamente sono sempre dovuti i ringraziamenti a Sasha che mi sopporta anche quando faccio la –bip- e non la chiamo per settimane (anche se pure lei non scherza sotto questo punto di vista), e poi si offre sempre di leggere i miei deliri e ne incita la continuazione.

N.B. Tutti i personaggi sono fuori personaggio.


L'ultimo scontro

parte II

di Athed


Abbiamo vinto.

Si, abbiamo proprio vinto.

Saga è morto. 

All’arrivo di Athena e gli altri stavamo ancora combattendo, ormai avevamo entrambi poca convinzione ma cercavamo comunque di portare avanti quella falsa.

Perché? Non lo so, probabilmente per salvare la faccia.

Tornati a nuova Luxor decisi di approfittare come gli altri dell’ospitalità di Saori. Cosa alquanto strana per me, che da sempre odiavo quella casa. Ma stranamente non provavo desiderio di vagabondare come mio solito.

Dal giorno dello scontro con Saga i rapporti tra me e Seiya deteriorarono del tutto. Non eravamo mai andati d’accordo, due caratteri troppo differenti, ma era nostra abitudine scambiarci frecciatine e battutine acide, nonché alzare le mani. Cessò tutto di colpo.

Il cavaliere di Pegaso aveva cercato, subito dopo il nostro rientro in città, di spingermi a parlare di quello che era successo fra me e il Sacerdote, ma mi rifiutai sempre, gli sostenni che poteva aver immaginato tutto mentre era svenuto, ma non lo convinsi, così decisi di allontanarmi e anche lui seguì il mio esempio.

In realtà tutto quello che era successo con Saga mi aveva distrutto, avevo, non solo rinnegato Athena e miei amici davanti a lui, ma soprattutto il mio orgoglio. Come potevo spiegare tutto questo a Seiya, dirgli anche che ero stato io a chiedere che non si fermasse, che non m' importava del mondo che girava intorno a noi, non m’importava degli altri che stavano salendo velocemente le case, non m’importava di lui svenuto al mio fianco, non m’importava che quell’uomo era mio nemico, non m’importava proprio di nulla, lo volevo e l’ho avuto.

La casa dei Thule era enorme, trovare un po’ di privacy era molto facile, anzi, sarebbe stato molto facile se non avessi sempre avuto Shun o Siryu fra i piedi.

Da parte di Shun ci ero abituato, non gli ero mai accanto e le poche volte che stavo nel gruppo cercava di avermi sempre per sé, anche se, conoscendomi non mi chiedeva mai di parlargli dei miei pensieri.

Siryu assunse un comportamento inatteso, era solito farsi gli affari suoi, invece per un po’ continuò a seguire qualsiasi mia mossa, cercò addirittura di parlarmi, per lui il fatto che avessi deciso di restare con loro era molto sospetto, dovevo avere qualche problema, per scrollarmelo di dosso gli dissi che aveva fatto centro ma che non avevo intenzione di parlarne, si congedò dicendo che volendo era sempre disponibile.

Hyoga dal canto suo si limitava a scrutarmi da lontano come fossi un detonatore pronto ad esplodere da un momento all’altro, ma non mi dava mai fastidio.

Dopo un mese di quella vita tornai me stesso, lasciai la residenza e partii per uno dei miei soliti viaggi. 

 

Tornai in città dopo circa una settimana di pellegrinaggio.

Ero stato convocato da Saori insieme a Seiya, Shun, Hyoga e Siryu.

Entrati in una stanza, che si potrebbe definire una sala riunioni, ci trovammo di fronte ai cinque Cavalieri d’oro rimasti in vita.

Eravamo stati chiamati per dare il nostro parere riguardo ad una proposta.

Quale proposta? Cosa c'entravano Shaka e gli altri?

“Vorrei riportare in vita i cavalieri deceduti durante l’ultimo scontro al Grande Tempio. Voi cosa ne pensate? Siete stati voi a sconfiggerli, per questo avete su di loro diritto di vita e di morte.” 

Cosa ne pensiamo? Bella domanda!

Ci guardammo in viso perplessi e poi rivolgemmo lo sguardo ai cavalieri d’oro. Sembravano tutti d’accordo con la Dea, anche se sui volti di Shaka e Mur si leggeva della preoccupazione.

Senza alcun preavviso Seiya si alzò, lanciò uno sguardo di ghiaccio a Saori, che indietreggiò come colpita da un dardo, e si diresse fuori dalla stanza. Hyoga e Siryu lo seguirono prima con gli occhi poi anche fisicamente. 

Shun si scusò con tutti per il comportamento tenuto da Seiya, poi fece esattamente quello che già i nostri compagni avevano fatto, ovvero allontanarsi dalla camera, senza dimenticarsi di me che fui trascinato per un braccio.

Ci ritrovammo con i ragazzi in un salotto della casa, per discutere di quello che c’era stato proposto.

Mio fratello e Hyoga erano d’accordo con la proposta di Saori. Ovvio, il primo non sarebbe stato in lui se avesse proferito una risposta negativa e si dannava ancora l’anima per aver causato la morte di Aprhodite, il secondo smaniava dalla voglia di rivedere il suo maestro Camus.(Come lo capisco! N.d.A.)

Anche il cavaliere di dragone si dichiarò d’accordo. Mi stupii che non volle correre dal suo maestro per un veloce consulto. (Magari ha telefonato di nascosto prima di raggiungervi in salotto?! N.d.A.)

“Ma dopo tutto quello che abbiamo patito! E poi diciamoci la verità alcuni di loro non erano neanche degni di portare il nome di cavalieri, figuriamoci di Athena!” Seiya si stava infuriando.

“Ammettiamo pure che tu abbia ragione. Resta comunque il fatto che nessuno meritava di morire in quel modo, e potrebbero tornare cambiati dopo un’esperienza simile. Io non voglio sentirmi un assassino anche se combatto per una causa in cui credo!” Shun ribatteva appoggiato moralmente dal Cigno e da Siryu.

Io non ero ancora stato chiamato in causa.

La faccenda guardata obbiettivamente era abbastanza pericolosa, Camus e Shura non avrebbero creato problemi, ma Death Mask , Aphrodite e Saga non erano tipi da poter tenere sotto controllo.

I cavalieri della quarta e dodicesima casa non sembravano uomini da conversione facile e non erano morti ammettendo di servire la causa sbagliata.

La doppia personalità di Gemini era pericolosa per tutti ma ancora di più lo era per il cavaliere stesso che non era in grado di controllarle.

E se fosse tornato in vita con una sola personalità? Buona? Malvagia?

Come avrei reagito io vedendolo? E lui vedendo me ?

Fui riportato alla realtà dal rumore di una porta chiusa con violenza, Seiya aveva spinto fuori dalla stanza gli altri in malo modo ed ora eravamo soli.

Un silenzio sovrannaturale avvolse la stanza.

“Non dirmi che sei d’accordo anche tu!” Mi assalì buttandomi contro il muro.

“Non dopo quello che ti ha fatto quel…quel…Pervertito”

Me lo scrollai di dosso e lo fronteggiai.

“Bè secondo te cosa mi ha fatto?” Ero stufo di discutere di questo.

Io avanzavo e lui indietreggiava.

“Io…”

“Io cosa?”

La parte posteriore della sua gamba incontrò un bracciolo della poltrona e ci cadde dentro.

Cercò di alzarsi.

Inutile. Io ero già sopra di lui e gli impedivo qualsiasi movimento. Accostai la bocca al suo orecchio destro e sussurrai in tono suadente.

“Non mi è stato fatto niente. Niente che io non volessi.” Non resistetti a mordergli delicatamente il lobo dell’orecchio sinistro, e sentii un piccolo gemito.

Mi risollevai guardandolo negli occhi e vi lessi attesa, non paura o angoscia come speravo. Strano. 

Stavo per aprire la porta e andarmene, ma la voce di Seiya rallentò di qualche secondo il mio gesto.

“Ehi, aspetta...”

“Per i cavalieri ci penserò.”

Si, ci penserò, anzi ci ho già pensato, nel momento in cui la mia lingua a sfiorato quella carne, voglio rivedere Saga, la parte malvagia di Saga.

 

La scelta era stata presa, i cavalieri d’oro deceduti sarebbero tornati a nuova vita, nonostante la riluttanza di Seiya.

La preoccupazione che avevo letto sui volti di Shaka e Mur durante il nostro precedente incontro era, come pensavo, dovuta al ritorno di Death e Saga, Aphrodite non lo ritenevano pericoloso.

Saori cercava di rassicurarli riferendo di avere preso tutte le precauzioni possibili.

Non ho ben capito come la cosa fosse possibile, bisognava sentire il parere di più Dei, fare in modo che la maggioranza fosse d’accordo, andare da Ade chiedere altri permessi, parlare con le anime di defunti in questione, costatare se fossero cambiati in bene o in peggio dall’esperienza, farli giurare su non so cosa, ritornare dagli Dei precedenti e riferire i colloqui svoltisi con i morti e infine recarsi nuovamente da Ade e convincerlo a liberare gli spiriti. 

In totale: un lavoraccio. Ma non dovevo farlo io e il risultato finale sarebbe stato riavere Saga su questa terra, ovvero il mio scopo raggiunto. (Eheh! Anche il mio ovviamente, se non cambio idea durante la stesura della fic. N.d.A.)

Tutta l’operazione richiedeva all’incirca una settimana alla scadere della quale i cavalieri in questione si sarebbero ridestati dalle loro tombe, poste in un santuario nascosto tra i monti della Grecia vicino a Maratona, zona molto più calma della città di Atene, e dove esistevano già altri mausolei che conservavano al loro interno resti di cavalieri deceduti in diversi periodi storici.

Decisero tutti di recarsi davanti alla tomba quel fatidico giorno. Tutti, tranne me e Seiya.

Il mio piano consisteva nello scoprire dove si sarebbe poi recato a vivere il cavaliere di Gemini per andarlo a ricercare a mio piacimento, degli altri non mi interessava granché, anche se ero curioso di sapere come avrebbe reagito Death Mask.

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“Si può sapere cos’hai da guardarmi così!?” Seiya continuava a guardarmi in modo strano con in viso l’espressione di chi non approva. 

Gli altri erano già partiti ed ora eravamo soli nella villa dei Thule. Dove eravamo tornati dopo il decollo del loro aereo.

“Io proprio non ti capisco, veramente non capisco neanche gli altri. Come potete rivolere vivi elementi simili!” 

“Non credi di essere un po’ esagerato!”

“Esagerato, ma stai scherzando! Stanno per tornare in vita uno psicopatico e uno che come hobby aveva scuoiare donne e bambini! Considerato questo mi sembra di essere calmo!” Il suo tono di voce si stava decisamente alzando.

“Peggio che vada torneranno ad essere cibo per vermi, Athena non gli concederà altri errori.”Anche se proprio Saori ad ammazzare qualcuno non ce la vedo, Dea o no che sia.

“Si certo, e in caso saremo noi a doverci scomodare perché lei non si vorrà sporcare le manine.”

Comincio a credere di avere una pessima influenza su di lui, non l’ho mai sentito parlare così.

“Mmm, qui c’è sotto qualcos’altro, non me la dai a bere. Sei infuriato, ma non per questa storia.”

Ho fatto centro, lo capisco dalle sue reazioni, si è irrigidito di colpo.

“Perché vuoi che Saga risorga? L’altra volta non scherzavi, ma proprio non capisco… Cosa stai cercando?”

Domanda interessante, cosa cercavo? Non lo so. Volevo andarlo a cercare, ma una volta che l’avrei avuto di fronte cosa avrei fatto? Gli avrei detto qualcosa del tipo “Ti ricordi al tempio, è stato divertente, lo rifacciamo”. Cerchiamo di essere seri. Questo ragazzino mi ha messo in crisi con una semplice domanda.

“Non dirmi che sei anche tu come quelli che sono presi in ostaggio e una volta liberati dichiarano di voler tornare dal loro aguzzino perchè ne sono innamorati!? Sarebbe ridicolo, e non sarebbe da te.”

Lo detesto quando dice cose sensate o quasi sensate.

“E poi pensa un attimo a cosa ti ha costretto a fare. Tempo fa mi hai detto che non è stato nulla che anche tu non volessi, però, tu non avresti cominciato per primo. Eri lì per batterlo e questo era perfettamente chiaro nella tua mente.”

Questa conversazione sta prendendo una piega che non mi piace per niente. Mi sento in trappola, non riesco difendermi. Ho bisogno di tempo per riflettere, perché le parole che mi scaglia contro sono vere, ma io le avevo sempre evitate, non le voglio affrontare ora davanti a questo cavaliere.

“Le tue erudizioni mentali sono molto interessanti, ma credimi è meglio se ora la finisci.”

“Perché?!”

“Seiya, finiscila! Sarebbe meglio che mi ascoltassi!” Mi sto infuriando, non con lui, con me stesso, ma chi ci andrà di mezzo sarà lui se non la smette subito.

“Perché ho ragione! Lo sai, non reagiresti così altrimenti!”Adesso gli strappo le corde vocali e con quelle lo impicco.

“Basta!” Reagisco male, lo sapevo, accidenti a me.

Lo sospingo all’indietro finche la sua schiena non viene fermata dalla libreria.

“No, non può essere come mi hai detto!” Respira, un respiro pensante e affannoso. Ha paura questa volta. “Non ti credo, non voglio crederti!”

“Bè credici, io rivoglio vivo quell’uomo, anche dopo quello, che secondo te mi ha costretto a fare. Ma credimi non ne sono minimamente innamorato, non è da me, l’hai detto tu stesso.”

“Allora perché concedergli ancora la vita?”

Paura, mi piace leggere il timore di chi sa d'essere impotente, nei suoi occhi.

Cerca di divincolarsi, tutto inutile, l’unica cosa che ottiene è rovesciare a terra qualche volume della fornitissima libreria di Milady. 

“Puoi divincolarti finche vuoi ma sai benissimo che non riuscirai a liberarti, almeno fino a quando io ti vorrò in questa posizione.” 

Potrei rimanere ore qui a trattenerlo contro questo mobile e a sentire il calore che sale nel suo corpo intento nello sforzo di liberarsi. 

Rimango con lo sguardo fermo sul suo collo per qualche minuto, quei fasci muscolari, così evidenti a causa della tensione del corpo, stanno attirando avidamente la mia attenzione, sembrano voler lasciare quella tenera carne per fuggire. Non voglio cha fuggano.

“Ora mi vuoi lasc…Che..!?”

Mi avvento su quei fasci muscolari che avevo rimirato con tanta devozione.

Ne azzanno uno, delicatamente, continuo a mordicchiarlo famelico, lo lecco e ne disegno il contorno con i polpastrelli. 

Per fare questo libero un braccio al mio prigioniero, che ricade inerme contro gli scaffali, ma sono troppo impegnato nella contemplazione di quello splendido muscolo per badare alla passività che Seiya mi sta offrendo, ma non mi sfuggono i suoi soffocati gemiti che accarezzano l’aria.

Mi sto solo illudendo, questa non è la calda pelle del cavaliere di Gemini, i loro sapori sono così diversi.

Un rumore mi riporta alla realtà. Un altro libro è precipitato a terra.

Cosa sto facendo?! Lascio il mio amico e rimango fermo a guardarlo. La distanza fra i nostri corpi è aumentata di qualche centimetro.

Ansima e fissa il pavimento. Non avrei dovuto assecondare quella mia voglia, ma quando perdo il controllo la mia mente diventa facile preda per i miei desideri.

“Perché?!” mi strilla in viso, è furioso e non solo quello. Ha ragione.

“Io…Lo volevo e lo fatto…Non…”Come ci si giustifica in una situazione come questa?

“Ma che …. Accidenti!”

Con una spinta mi fa indietreggiare e mi sferra un pugno nello stomaco. Non ci è andato leggero, neanch’io l’avrei fatto al suo posto. Mi accascio lievemente su me  stesso.

Non ci metto molto a riprendermi, ma tengo comunque la mano destra appoggiata dove sono stato colpito. Il dolore sta cessando velocemente.

“Il ragazzino si è arrabbiato!” Mi sono sempre divertito un mondo a prenderlo in giro, e questa circostanza non cambia il mio divertimento, anzi lo incrementa ulteriormente.

“Cosa cavolo ti prende da quando è finita quella dannattissima battaglia? Non hai mai avuto un comportamento molto normale, ma questo..” Non sa come finire la frase. Cosa starà pensando di me dentro quella testolina. Prova ad aprire la bocca per proseguire il discorso ma la voce gli muore in gola mentre con una mano si accarezza il punto fino a poco prima appartenuto alla mia bocca.

Dovrei imboccare la porta e andarmene, sarebbe meglio per entrambi, ma il mio cervello e il mio corpo in questo momento non comunicano tra loro e rimango fermo a fissarlo.

“Ascolta.” Finalmente la sua attenzione si sposta dal pavimento al mio viso. “Non sono cambiato, non nel senso che credi tu. No, aspetta, non domandare, fammi finire. Tutto questo a sempre fatto parte del mio essere. Saga non ha fatto altro che svegliarlo. Ora il problema è che, a quanto pare con te non riesco a controllarmi. Neanch’io so spiegarmi il perché.”

Io stesso stavo ancora cercando un modo per spiegare a me stesso cosa mi era successo, perché il mio corpo reagiva in quello strano modo.

“Mh…”

“Per il comportamento che ho tenuto con te, non so darmi una spiegazione io stesso. Il mio corpo lo desidera e la mente si perde, mi sembra solo d’immaginare di fare una cosa e poi mi ritrovo a farla realmente…L’orecchio prima e il collo poi…Non sono riuscito a controllarmi.”

Mi sento afflitto e me ne voglio andare, prima di combinare qualche altro disastro.

“Io…Io sapevo che eri tu ma pensavo a Saga, a come sono diversi i vostri sapori, i vostri contorni…” La porosità della pelle, l’odore, il respiro, tutto.

Devo andarmene da questa stanza, voglio trovarmi per strada e non pensare a quello che ho fatto, al perché, ma soprattutto che Saga tra qualche ora risorgerà su questa terra, si alzerà dalla tomba, vestito solo di quella splendida tunica bianca che, sono certo, lo farà somigliare ad un angelo della religione cristiana, mentre gli si modellerà sul corpo creando dei panneggi così perfetti che nessun pittore sarebbe in grado di riprodurli sulla tela. 

Apro la porta e velocemente percorro il tragitto che mi divide dall’esterno, mentre Seiya cerca inutilmente di fermarmi. Non ci riesce e così decide di limitarsi a seguirmi in silenzio.

Perché questo ragazzo si ostina a seguirmi, di sicuro che voglio restare solo è evidente, eppure non si arrende, l’ho scorrazzato in giro per la città per ore, e lui è ancora alle mie spalle.

Ormai sarà tornato in vita Saga. E io sono così lontano.

E’ sera ormai inoltrata quando il mio stomaco mi avvisa che di aspettare ancora a cenare proprio non ce la fa, così entro nel primo locale che trovo, mi siedo e Seiya mi si posiziona di fronte.

Ordiniamo e mangiamo in silenzio. Il mio stomaco a smesso di cercare di attirare l’attenzione.

Paghiamo e usciamo, l’aria si è un po’ raffreddata. 

“Io ho sonno, andiamo a casa!” Mi prende per un braccio e cerca di trascinarmi. Io non mi muovo. Prova a puntarmi le braccia sulla schiena e a schiodarmi dal terreno, nulla, se non qualche piccolo passo.

“A casa dove? Scusa ma qui siamo parecchio distanti dalla villa dei Thule.”

“Infatti, ma siamo vicino al mio appartamento, e io ho sonno, e sono anche stufo di seguirti come un cane per la città, in più è la prima volta che mi rivolgi la parola da ore. Voglio andare a dormire e non ti lascerò qui, c’è ancora qualcosa che devi dirmi, quindi muoviti!” Quel tono da caporale non mi è piaciuto per niente, ma anch’io ho sonno e sono stanco di camminare, e poi  non ho un posto dove andare, se non quella villa che non fa altro che ricordarmi la mia infanzia. Gli permetto di prendermi un lembo della manica e condurmi tra le viuzze che non conosco fino al suo appartamento.

Giungiamo dopo circa un quarto d’ora di cammino, sempre in silenzio, alla sua piccola mansarda.

Un locale unico funge da camera da letto e salottino, un’altro, molto più piccolo da tinello e la sua porta è esattamente speculare a quella del piccolo bagno cieco. La luce filtra da tre finestre e il soffitto ha la tipica inclinazione di questo genere di stanze, dalla parte centrale alta circa due metri e mezzo scende fino a raggiungere le pareti per fermarsi a circa un metro e mezzo dal pavimento.

E’ piccolo, pulito ma tremendamente in disordine, chiunque entri capirebbe subito che questa è la stanza di un ragazzo adolescente che vive solo, ma soprattutto si sente l’odore del mare, della libertà, le finestre sono tutte affacciate su quell’enorme specchio d’acqua.

Mi piace questo posto.

Seiya è scomparso in bagno a farsi una doccia rivolgendomi parole d’accusa per averlo fatto sudare in modo indecente durante il precedente vagabondaggio, per riuscire a stare al mio passo è stato quasi costretto a correre.

Il letto sembra deliziosamente morbido, tolgo la giacca e mi ci stendo sopra, rannicchiandomi, e senza accorgermene mi addormento, l’ultima cosa che sento sono le onde che s’infrangono poco lontano da me.

Cerco l’orologio per sapere che ore sono, le tre di notte, devo aver dormito circa quattro ore, sono intontito e ho tremendamente voglia di una doccia. Il respiro caldo che sento sul retro del collo è sicuramente quello di Seiya, mi alzo senza svegliarlo mi dirigo verso il bagno. 

Per mia fortuna dalle finestre entra la tenue luce lunare che mi permette di vedere l’interno della stanza, altrimenti sarei arrivato alla meta coperto di lividi grazie a tutto quello che si trova sparso sul pavimento.

Prima di entrare mi volto un momento a guardare il mio amico che dorme, mentre allunga le mani sull’impronta del mio corpo ancora disegnata nel materasso.

Adoro sentire l’acqua che scorre sulla pelle, la sensazione di purezza che sa regalare, vorrei restare qui, sotto questo getto, ma non posso, è ora che me ne vada.

Asciugatomi alla meglio infilo i pantaloni e con ancora la maglia tra le mani spengo la luce ad apro la porta per tornare nell’altra stanza.

Recuperata la giacca me ne andrò e cercherò di tornare il più tardi possibile in questa città, devo assolutamente vedere Saga prima di farvi ritorno.

I miei occhi abituati alla luce vedono solo oscurità davanti a loro, farmi strada fra le cianfrusaglie sparse a terra sarà impossibile, infatti “Acc…”cado, ma non in avanti come avrei immaginato, sono finito a terra e mi ritrovo schiacciato da un peso. 

“Ikki! Ti sei fatto male?” Seiya, ancora assonnato, mi è crollato addosso.

“No, sto bene, ma cosa ci fai in piedi a quest’ora?” In realtà ho i glutei e la nuca doloranti, non è stato per niente un bell’atterraggio.

“Mi sono svegliato e non ti ho visto.” Sussurra poggiando la testa sul mio petto e chiudendo gli occhi.

“Volevo solo fare una doccia, Comunque, ora me ne andrei, grazie di tutto. Potresti alz..” No, mi si è addormentato addosso, e adesso chi ha il coraggio di svegliarlo. Non è possibile essere così sfortunato. Qualsiasi movimento causerebbe il suo risveglio, e un’altra litigata perché me ne voglio andare. Mi sistemo in modo più comodo con le braccia dietro la testa arrotolando la maglietta a ‘mo di cuscino, rimango così a fissare la testa di Seiya che si alza e si abbassa col mio respiro.

Come mai il mio corpo non riesce a controllarsi ogni volta che questo ragazzino mi fa infuriare? E perché oggi l’ho paragonato a Saga? In comune non hanno assolutamente nulla. Che stia cercando in lui quello che vorrei ma non posso avere? Impossibile. (Aspetta, aspetta…N.d.A.)

 

Dal sole che ferisce i miei occhi al risveglio immagino che sia mattina inoltrata, il peso sul mio petto continua beatamente a dormire senza curarsi del suo umano cuscino che vorrebbe sollevarsi e stiracchiarsi le membra. 

Gli busso delicatamente sulla nuca finche non si decide ad aprire gli occhi e muoversi un poco permettendomi di sedermi e allungare le braccia, che scricchiolano sonoramente, verso l’alto.

“Dormito bene?”

“Mmmh..Si benissimo e sul morbido” Dicendo questo mi abbraccia e mi ributta indietro sul pavimento.

“Dai lasciami alzare.”

“No!” Sono ancora più schiacciato al suolo.

“Dai Seiya, spostati” Cerco di usare un tono simpatico anche se la situazione non mi convince per niente.

“Non tornerai…” Solamente un sussurro.

“Cosa?” Non credo di capirci più molto, o forse sto già intuendo troppo.

“Se adesso ti lascio…NO, non voglio!”

“Seiya, non fare il bambino.”

“Tanto non mi tolgo! Non ti libererai di me facilmente cara la mia fenice!” Dichiara ridendo.

“Sta sicuro che non mi tiro indietro, se vuoi la guerra, guerra avrai!” Faccio sonoramente scricchiolare le dita prima di partire all’attacco. In realtà sarebbe facile sollevare Seiya o togliermelo di dosso in altri modi, ma questo sembra molto più divertente.

Sarà anche un cavaliere, avrà sostenuto allenamenti massacranti, difeso Athena in estreme battaglie, ma al solletico non può resistere, e non resiste. 

“Ikki, basta ti prego!” Spiacente ma non ho alcuna intenzione di smettere la mia tortura ai suoi piedi, anche se tenergli le gambe ferme e schivare i calci che ogni tanto riesce a sferrare comincia a diventare difficoltoso.

Infatti un suo colpo alla spalla mi fa cadere di lato e permette a Seiya di sedermisi addosso e intrappolarmi.

“Ora come la mettiamo?!” Ride.

“Guarda che se mi sono fatto incastrare è stato solo per farti un favore, potrei liberarmi di te in qualsiasi momento, caro.” E’ vero quello che ho detto, lo sa anche lui.

“Hai ragione, ma potrei fare in modo che tu non voglia liberarti di me.” Intrepido il ragazzino, mentre sorride di un ghigno malizioso.

“Ah, sei fiducioso nelle tue possibilità, e come avresti intenzione di fare?” Ma io non sono meno malizioso di lui.

Si guarda intorno alla ricerca di qualcosa mentre io giaccio curioso sotto di lui. Afferra un oggetto dietro di sé e torna a posare lo sguardo sul mio viso.

Mi sventola davanti qualcosa, quando riesco a fermargli le mani per un attimo riesco a vedere che è un flacone di cioccolato liquido. Scoppio a ridere.

“E tu vorresti trattenermi qui a terra con del cioccolato liquido? Ma sii serio per una volta!”

“In realtà avevo solo fame.” Già a metà frase mi ritrovo l’intero busto coperto da strisce di cioccolato che formano strane ragnatele, me lo sta spremendo addosso come fossi una coppa di gelato. Mi sento tutto appiccicoso.

Potevo anche evitarmi la doccia a saperlo prima…

Con un dito prendo un assaggio del liquido scuro che ho sparso per il corpo e me lo porto alla bocca, mentre il mio amico finisce quel poco che è rimasto nel flacone spremendoselo direttamente bocca.

Cioccolato amaro, mmhh, il mio preferito, ne voglio ancora, ne prendo ancora un po’ col dito.

La mia bocca viene raggiunta da quella di Seiya impastata dal dolce, prima del mio dito.

Dire che cerco di divorare la sua lingua sarebbe poco, se potessi gliela staccherei a morsi, è come un cioccolatino vivente.

Credo che i nostri corpi stretti l’uno nell’abbraccio dell’altro possano somigliare ad un enorme brioche farcita con il ripieno che fuoriesce, il cioccolato sta colando un po’ dappertutto e ormai entrambi ne siamo ricoperti.

“Hai ancora voglia di andartene?!” mi chiede sollevandosi e mostrando il petto coperto da un lieve strato del dolce e leccandosi un dito completamente inzuppato.

“Potrei anche ripensarci dopo averti ripulito per bene!” 

Sposta il peso del corpo in avanti reggendosi sui gomiti in modo che il suo torace sia perfettamente all’altezza della mia testa e a portata della lingua, in questa strana posizione comincio la mia colazione, leccando ogni punto del suo torace a cui posso accedere, accarezzandogli la schiena  lasciando scivolare le mie mani oltre l’elastico dei pantaloni  fino a poter raggiungere i glutei e la fessura che li divide, e beandomi dei brevi e soffocati gemiti che mi giungono ai padiglioni auricolari.

Ma cosa sto facendo? Seiya? Sto leccando Seiya? Sto dando i numeri! (Si certo, ma ora che ho scoperto un’utilità anche per Seiya non credere che te ne libererai tanto facilmente, yuk yuk! E ammettilo che ti piace anche! N.d.A.)

Effettivamente ci sto prendendo più gusto del previsto.

Comincio a muovermi in modo da poterlo avere sotto di me. Mi sento molto più a mio agio in questa posizione, e a lui non dispiace per niente, ne approfitta per baciarmi, e ora non più intenzione di lasciare andare quella bocca, se non per funzioni fisiologiche di primo grado, ovvero respirare.

Rimpiango solo di non poterlo toccare con entrambe le mani, una mi serve da sostegno per non schiacciarlo col mio peso, anche la cosa mi piacerebbe molto, ma non è ancora quello che ho intenzione di fare.

Continuo a baciarlo facendo scendere al mano destra dal collo, al petto, al ventre fino alla sua erezione.

Il piacere che sta provando impedisce alla sua lingua di continuare a giocare con la mia, non ne riesce più a controllare il ritmo del respiro, finche il raggiungimento dell’orgasmo non lo fa gemere forte nella mia bocca.

Avidamente mi lecco le dita piene di cioccolato e sperma…e…

“Accidenti a me !” 

Mi rifugio in bagno sotto un getto d’acqua ghiacciata.

Ragiona ragiona ragiona…

Omm…

No, decisamente nelle condizioni in cui sono ragionare non mi è possibile.

Sperando che le mie mani mi accontentino e che l’acqua a temperatura glaciale calmi i miei bollenti spiriti me ne starò qui sotto a prendermi un raffreddore.

 

“Scommetto che adesso te ne vorresti andare senza dire niente, giusto?” Ecco la vocina di Seiya che mi raggiunge mentre tentavo di avvicinarmi alla porta d’ingresso.

Va bene, lo ammetto dalla doccia sono uscito solo quindici minuti dopo. Stavo congelando.

“Se prometto di aspettarti qui, te la fai una doccia? Se no altro che parlare, io non rispondo più di me. E non fare quel sorrisetto!”.

 

Alla fine quando Seiya uscì la doccia e tornò da me non parlammo molto, decidemmo solo che avremmo sistemato tutto dopo che fossi riuscito a parlare con Saga, il che bloccava non poco i nostri desideri e ci lasciava sospesi in qualcosa che risultava più facile di quello che sarebbe dovuto essere. L’unica decisione fu di cercare di starci vicini il più possibile, evitando qualsiasi rapporto fisico. Un’atroce sofferenza.

Da quel  momento sono passate all’incirca un paio di settimane, e mi ritrovo alla villa dei Thule per partecipare ad una noiosissima festa predisposta da Saori. Bisogna ammettere che questa ragazza e le occasioni mondane vanno molto d’accordo, in pochissimo tempo è riuscita da organizzare una festa enorme con all’incirca duecento invitati e neanche un terzo di questi sa di essere qui per celebrare la rinascita dei cavalieri d’oro. 

Ebbene si, alla fine sono tornati a calpestare questa terra, sono tutti qui presenti tranne… Saga. E io mi annoio a morte.

Mi sono rifugiato su questo balcone per evitare di dover parlare con chiunque, non sono proprio in vena e non so neanche perché. 

Bhè, forse in realtà lo so.

Shun parla allegramente con Deathmask, e che quest’ultimo abbia un’aria mite e felice lo trovo irreale ma è così.

Hyoga è completamente perso nella contemplazione del cavaliere di Acquario, e dire che sta sbavando è un eufemismo.

Siryu fa da servetto al suo maestro e al Santo d’ Ariete, gli mancano giusto il grembiule e il vassoio.

Già tutto questo basterebbe a darmi la nausea in un giorno normale, infatti me la sta dando, ma c’è un altro piccolo particolare, che è il motivo del mio malumore.

Shaina sta appiccicata a Seiya come una zecca, ho una voglia pazza di rimescolarle il cervello, ma so che non posso. 

Via, shò, stagli lontano shò shò.

“Se andrai ad Atene lo troverai.” Saori.

“…”

“Il cavaliere di Gemini. Gli offerto di tornare ad essere Sacerdote di Atena ma ha rifiutato, si è congedato chiedendomi di riferirti che se avessi voluto vederlo l’avresti trovato nel luogo degli allenamenti, ha detto che avresti capito.”

Infatti capisco. Ma non capisco cosa ci faccia lei qui.

“Ehm… per favore, non fare quello che vorresti a Shaina mi sarebbe difficile spiegare agli invitati perchè c’è una ragazza che va in giro stralunata e con la bava alla bocca.” Mi sa che ho una pessima influenza anche su di lei, non si è mai espressa in questa maniera.

“Ma…Come…” Come fa a saperlo?

“Ti si legge in faccia che la vorresti strangolare, e sulla faccia di Seiya c’è chiaramente scritto –se lo facessi mi faresti un gran piacere-.”

Effettivamente la faccia di Seiya dice proprio questo, sembra mi stia supplicando di togliergliela dai piedi. Se non ce la farà da solo tra un po’ mi vedrò costretto ad andare in cortile e portarmelo via di peso.

Ma cambiando discorso…

“Con che personalità è tornato Saga dagli inferi?” Voglio sapere chi mi troverò davanti una volta arrivato in Grecia. 

Intanto non stacco gli occhi da Seiya. Mentre Saori mi guarda in maniera sospettosa.

“Non saprei, di sicuro non era l’uomo assetato di potere che avete sconfitto, ma neanche quello tenero e dolce che mi è morto fra le braccia chiedendomi perdono, anche se ne ha l’aspetto. Secondo Mu le sue due personalità hanno raggiunto un’ equilibrio tale da essersi fuse e averne creata una terza stabile. E fra parentesi lo spero vivamente per tutti noi. 

E devo ammettere che mi ha stupito tantissimo quando mi ha chiesto di riferirti ciò che ti ho detto, si vedeva chiaramente che era tormentato da qualcosa, e per questo nonostante le mie insistenze non ha voluto partecipare a questa festicciola, sembrava non avesse il coraggio di affrontare faccia a faccia né te né Seiya.”

So che sta per farmi quella domanda. Non farmela, ti prego, so che la curiosità è donna, ma per te non vale, sei una Dea, dai resisti.

“Cosa è successo fra voi tre? Anche perché ha detto di portare le sue più sentite scuse a Seiya.”

Lo sapevo, non ha resistito, perché le donne sono così curiose! 

Non mi va di rispondere, non lo so nemmeno io che cavolo di triangolo si sta venendo a creare.

“Bene, se non vuoi dirmelo, non farlo, ma io ti voglio lo stesso esporre quello che da un po’ mi arrovella il cervello.”

Con questa frase la cara Atena si è accaparrata tutta la mia attenzione, e sono costretto a staccare gli occhi da Seiya, non prima di notare con gioia che Shaina si è finalmente schiodata da lui. 

“Allora… Al ritorno dal Grande Tempio notai un cambiamento nel tuo comportamento, pensai fosse dovuto alla stanchezza e al voler rimanere vicino a Shun che era rimasto molto scosso dalla battaglia, quindi non gli diedi peso. Infatti quel periodo non durò molto.

Fu Shaka, dopo la riunione per decidere dei cavalieri d’oro, a farmi notare che in te qualcosa non andava, eri troppo calmo e in soprappensiero, e il tuo cosmo era molto turbato, secondo lui se avessi dovuto sostenere una duello in quello stato avresti sicuramente perso e probabilmente non te ne saresti neanche accorto. Non eri per niente in te.

Poi c’era il fatto che Seiya ti evitava come la peste, prima, nonostante i vostri caratteri tanto differenti riuscivate ad avere un certo equilibrio. 

Eravate così carini quando vi scambiavate battutine acide. 

Parto per la Grecia che Seiya ti odia, ritorno e vi ritrovo che andate d’amore e d’accordo, con una complicità che non è proprio tipica degli amici.

Infine Saga che si risveglia con l’unico pensiero di farti arrivare il suo messaggio, l’ho trovato molto strano.”

Sembra tanto ingenua e invece ci ha osservato con molta cura e a collegato tutte le cose, ma brava la nostra Dea.

“E ora devi dirmi di chi dei due sei innamorato?”

Per un momento ho creduto di morire mi è passata davanti tutta la vita, ho rischiato di soffocarmi con la birra. Ma come fa ha fare una domanda simile come se fosse la cosa più normale di questo mondo. 

Potrebbe essere un’aliena travestita da Saori.

“E dai non fare quella faccia, è palese che sono entrambi innamorati di te, ma tu chi scegli?” Insiste guardandomi con occhioni imploranti.

“Scusa, ma sei sicura di essere la stessa ragazza antipatica che dice sempre frasi del tipo: io sono la reincarnazione di Atena, bisogna salvare il mondo, mi sacrificherò per il bene della terra, e infine, grazie Seiya. Perché se sei veramente tu devi aver sniffato qualcosa di seriamente pesante. E per la risposta alla tua domanda, non lo so.”

“Maleducato. Ma perché devi essere sempre indisponente. Io essendo la reincarnazione di Atena purtroppo non potrò mai innamorarmi, quindi è ovvio che mi diverta a farmi gli affari sentimentali degli altri, caro. Comunque, Chi scegli?”

Insiste ancora.

“Non lo so, e basta con questa storia. Se non credessi così tanto nella monogamia mi darei allegramente ad un triangolo, ma non ci riesco, e poi sono così diversi.”

“Giusto, come mai una scelta simile, sono quasi l’uno l’opposto dell’altro? Fossi in te preferirei qualcuno come Mu, è tenero, dà sicurezza, ha una pazienza infinita oppure, magari Death Mask, secondo me dietro quell’aspetto duro e burbero potrebbe rivelarsi un gran orsacchiottone.”

“Bene, ora non è neanche più un triangolo, e scommetto che fra un po’ non sarà neanche più un pentagono, vero?! Guarda che così non mi aiuti.”

Ho in mente una strana immagine, alquanto comica, di un orsacchiotto di peluches con la testa del cavaliere di Cancer.

“Era per cercare di risollevarti il morale. Dai torniamo in giardino dagli altri.”

Faccio un profondo respiro e mi ributto nella folla.

 

“Così domani parti?!”

Appena rientrato in stanza mi sono accorto di Seiya seduto sul mio letto, si era rifugiato in camera mia per sfuggire a Shaina.

“Si”Rispondo preparando la borsa da viaggio.

“Posso dormire qui con te?”

Come dire di no, a quel faccino.

E così ci siamo addormentati abbracciati petto contro schiena.

 

Mi sveglio ancora abbracciato a Seiya.

Quasi inconsciamente comincio a  dargli dei piccoli baci sul retro del collo, finche non sento le sue mani che si stringono di più alle mie.

“Scusa, non volevo svegliarti.” Volevo solamente sentire ancora il sapore della sua pelle prima di partire.

“Non stavo dormendo.” Il tono della frase non è il suo solito, è triste.

“Cos’ hai?” So che è una domanda alquanto stupida, in fondo partirò fra poche ore lasciandolo qui solo.

Mi si rigira fra le braccia in modo che possa vederlo in faccia.

Non ha l’espressione triste che credevo, ma di sicuro non è neanche allegra.

In tre secondi me lo ritrovo seduto sopra a cavalcioni.

I raggi di luna che entrano pigri dalla finestra gli delineano un sorriso quasi perfido sul viso.

“Allora domani parti?!” Mi accarezza piano gli addominali nudi.

So cosa c’è non va in lui, ma so anche non oserebbe mai chiedermi di non partire, lo ammiro per questo, io non riuscirei mai a resistere come fa lui, farei di tutto per fermarlo e tenerlo vicino.

“Come fai?” 

“A fare cosa?” Mi domanda interrogativo e intanto comincia a solleticarmi la pancia. 

“A rimanere così, a sopportare tutta questa assurda situazione e me in questo stato di eterna indecisione.”

Sorride triste.

“Non mi va che tu riveda Saga, ma sarebbe ancora peggio averti qui senza sapere che sentimenti provi realmente. Quando ti bacio, non so a cosa pensi ma soprattutto a chi pensi. E tutto questo non mi piace. Se la tua scelta ricadrà su di lui avrò tutto il tempo per deprimermi e infuriarmi dopo, ma per ora la cosa più saggia è aspettare con calma.” Non lo facevo così freddo.

Ha perfettamente ragione, che senso ha rodersi il fegato?

Mi siedo per baciarlo. 

A chi penso mentre lo bacio? Ora penso solo a lui ma prima… prima pensavo sempre a Saga, a paragonare le differenze che avevano, non mi sono mai fermato a pensare seriamente cosa provasse Seiya, sono sempre stato concentrato troppo su me stesso. 

Inverto le posizioni e mi sdraio su di lui poggiando la testa sulla sua pancia.

“Tornerai?”

“Si”

“Qualsiasi sia la tua scelta?”

“Si”

“E farai l’amore con me?”

“Si”

“Qualsiasi sia la tua scelta?”

“Se tu lo vorrai si”

Ho paura. Paura di trovarmi di fronte a Saga e dimenticare a poco a poco Seiya. E poi ritornare da Seiya e dimenticare Saga.  

Non mi fido dei miei sentimenti sono ancora confusi e completamente dissociati dal corpo. 

Avrò tutto il tempo di pensarci durante il viaggio, ora voglio solo restare qui in questo tepore pensando solo a Seiya.

 

Continua…

 

N.B. Qualche spiegazione sulla fic. (solo stupidate)

Seiya: Prima lo detestavo, volevo utilizzarlo nella fic per farlo soffrire molto, poi mi ci sono affezionata ed eccolo qui innamorato di Ikki. Ovviamente in versione manga e anime ancora non lo sopporto.

Saori: Scusate, l’idea del suo dialogo con Ikki mi era venuta in treno, e io lo dico sempre che mi fa male viaggiare in treno, ma cmq credo che possa risultare abbastanza simpatica.

La pancia di Seiya: Mi piace molto immaginare Ikki che ci dorme sopra (non dormirà mai sulla pancia Saga, prendetelo pure come spoiler). E’ una specie di luogo mistico.



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