I personaggi di Saint Seiya sono
proprietà del Signor M. Kurumada e della Shueisha.
Ma se qualcuno volesse regalarmi
un Ikki o un Saga in carne ed ossa, non faccia complimenti io li accetto di
sicuro.
E ovviamente sono sempre dovuti i
ringraziamenti a Sasha che mi sopporta anche quando faccio la –bip- e non la
chiamo per settimane (anche se pure lei non scherza sotto questo punto di
vista), e poi si offre sempre di leggere i miei deliri e ne incita la
continuazione.
N.B. Tutti i personaggi sono
fuori personaggio.
L'ultimo
scontro parte
II di
Athed
Abbiamo vinto.
Si, abbiamo proprio
vinto.
Saga è morto.
All’arrivo di Athena
e gli altri stavamo ancora combattendo, ormai avevamo entrambi poca
convinzione ma cercavamo comunque di portare avanti quella falsa.
Perché? Non lo so,
probabilmente per salvare la faccia.
Tornati a nuova Luxor
decisi di approfittare come gli altri dell’ospitalità di Saori. Cosa
alquanto strana per me, che da sempre odiavo quella casa. Ma stranamente
non provavo desiderio di vagabondare come mio solito.
Dal giorno dello
scontro con Saga i rapporti tra me e Seiya deteriorarono del tutto. Non
eravamo mai andati d’accordo, due caratteri troppo differenti, ma era
nostra abitudine scambiarci frecciatine e battutine acide, nonché alzare
le mani. Cessò tutto di colpo.
Il cavaliere di Pegaso
aveva cercato, subito dopo il nostro rientro in città, di spingermi a
parlare di quello che era successo fra me e il Sacerdote, ma mi rifiutai
sempre, gli sostenni che poteva aver immaginato tutto mentre era svenuto,
ma non lo convinsi, così decisi di allontanarmi e anche lui seguì il mio
esempio.
In realtà tutto quello
che era successo con Saga mi aveva distrutto, avevo, non solo rinnegato
Athena e miei amici davanti a lui, ma soprattutto il mio orgoglio. Come
potevo spiegare tutto questo a Seiya, dirgli anche che ero stato io a
chiedere che non si fermasse, che non m' importava del mondo che girava
intorno a noi, non m’importava degli altri che stavano salendo
velocemente le case, non m’importava di lui svenuto al mio fianco, non
m’importava che quell’uomo era mio nemico, non m’importava proprio
di nulla, lo volevo e l’ho avuto.
La casa dei Thule era
enorme, trovare un po’ di privacy era molto facile, anzi, sarebbe stato
molto facile se non avessi sempre avuto Shun o Siryu fra i piedi.
Da parte di Shun ci ero
abituato, non gli ero mai accanto e le poche volte che stavo nel gruppo
cercava di avermi sempre per sé, anche se, conoscendomi non mi chiedeva
mai di parlargli dei miei pensieri.
Siryu assunse un
comportamento inatteso, era solito farsi gli affari suoi, invece per un
po’ continuò a seguire qualsiasi mia mossa, cercò addirittura di
parlarmi, per lui il fatto che avessi deciso di restare con loro era molto
sospetto, dovevo avere qualche problema, per scrollarmelo di dosso gli
dissi che aveva fatto centro ma che non avevo intenzione di parlarne, si
congedò dicendo che volendo era sempre disponibile.
Hyoga dal canto suo si
limitava a scrutarmi da lontano come fossi un detonatore pronto ad
esplodere da un momento all’altro, ma non mi dava mai fastidio.
Dopo un mese di quella
vita tornai me stesso, lasciai la residenza e partii per uno dei miei
soliti viaggi.
Tornai in città dopo
circa una settimana di pellegrinaggio.
Ero stato convocato da
Saori insieme a Seiya, Shun, Hyoga e Siryu.
Entrati in una stanza,
che si potrebbe definire una sala riunioni, ci trovammo di fronte ai
cinque Cavalieri d’oro rimasti in vita.
Eravamo stati chiamati
per dare il nostro parere riguardo ad una proposta.
Quale proposta? Cosa c'entravano
Shaka e gli altri?
“Vorrei riportare in
vita i cavalieri deceduti durante l’ultimo scontro al Grande Tempio. Voi
cosa ne pensate? Siete stati voi a sconfiggerli, per questo avete su di
loro diritto di vita e di morte.”
Cosa ne pensiamo? Bella
domanda!
Ci guardammo in viso
perplessi e poi rivolgemmo lo sguardo ai cavalieri d’oro. Sembravano
tutti d’accordo con la Dea, anche se sui volti di Shaka e Mur si leggeva
della preoccupazione.
Senza alcun preavviso
Seiya si alzò, lanciò uno sguardo di ghiaccio a Saori, che indietreggiò
come colpita da un dardo, e si diresse fuori dalla stanza. Hyoga e Siryu
lo seguirono prima con gli occhi poi anche fisicamente.
Shun si scusò con
tutti per il comportamento tenuto da Seiya, poi fece esattamente quello
che già i nostri compagni avevano fatto, ovvero allontanarsi dalla
camera, senza dimenticarsi di me che fui trascinato per un braccio.
Ci ritrovammo con i
ragazzi in un salotto della casa, per discutere di quello che c’era
stato proposto.
Mio fratello e Hyoga
erano d’accordo con la proposta di Saori. Ovvio, il primo non sarebbe
stato in lui se avesse proferito una risposta negativa e si dannava ancora
l’anima per aver causato la morte di Aprhodite, il secondo smaniava
dalla voglia di rivedere il suo maestro Camus.(Come
lo capisco! N.d.A.)
Anche il cavaliere di
dragone si dichiarò d’accordo. Mi stupii che non volle correre dal suo
maestro per un veloce consulto. (Magari ha
telefonato di nascosto prima di raggiungervi in salotto?! N.d.A.)
“Ma dopo tutto quello
che abbiamo patito! E poi diciamoci la verità alcuni di loro non erano
neanche degni di portare il nome di cavalieri, figuriamoci di Athena!”
Seiya si stava infuriando.
“Ammettiamo pure che
tu abbia ragione. Resta comunque il fatto che nessuno meritava di morire
in quel modo, e potrebbero tornare cambiati dopo un’esperienza simile.
Io non voglio sentirmi un assassino anche se combatto per una causa in cui
credo!” Shun ribatteva appoggiato moralmente dal Cigno e da Siryu.
Io non ero ancora stato
chiamato in causa.
La faccenda guardata
obbiettivamente era abbastanza pericolosa, Camus e Shura non avrebbero
creato problemi, ma Death Mask , Aphrodite e Saga non erano tipi da poter
tenere sotto controllo.
I cavalieri della
quarta e dodicesima casa non sembravano uomini da conversione facile e non
erano morti ammettendo di servire la causa sbagliata.
La doppia personalità
di Gemini era pericolosa per tutti ma ancora di più lo era per il
cavaliere stesso che non era in grado di controllarle.
E se fosse tornato in
vita con una sola personalità? Buona? Malvagia?
Come avrei reagito io
vedendolo? E lui vedendo me ?
Fui riportato alla
realtà dal rumore di una porta chiusa con violenza, Seiya aveva spinto
fuori dalla stanza gli altri in malo modo ed ora eravamo soli.
Un silenzio
sovrannaturale avvolse la stanza.
“Non dirmi che sei
d’accordo anche tu!” Mi assalì buttandomi contro il muro.
“Non dopo quello che
ti ha fatto quel…quel…Pervertito”
Me lo scrollai di dosso
e lo fronteggiai.
“Bè secondo te cosa
mi ha fatto?” Ero stufo di discutere di questo.
Io avanzavo e lui
indietreggiava.
“Io…”
“Io cosa?”
La parte posteriore
della sua gamba incontrò un bracciolo della poltrona e ci cadde dentro.
Cercò di alzarsi.
Inutile. Io ero già
sopra di lui e gli impedivo qualsiasi movimento. Accostai la bocca al suo
orecchio destro e sussurrai in tono suadente.
“Non mi è stato
fatto niente. Niente che io non volessi.” Non resistetti a mordergli
delicatamente il lobo dell’orecchio sinistro, e sentii un piccolo
gemito.
Mi risollevai
guardandolo negli occhi e vi lessi attesa, non paura o angoscia come
speravo. Strano.
Stavo per aprire la
porta e andarmene, ma la voce di Seiya rallentò di qualche secondo il mio
gesto.
“Ehi, aspetta...”
“Per i cavalieri ci
penserò.”
Si, ci penserò, anzi
ci ho già pensato, nel momento in cui la mia lingua a sfiorato quella
carne, voglio rivedere Saga, la parte malvagia di Saga.
La scelta era stata
presa, i cavalieri d’oro deceduti sarebbero tornati a nuova vita,
nonostante la riluttanza di Seiya.
La preoccupazione che
avevo letto sui volti di Shaka e Mur durante il nostro precedente incontro
era, come pensavo, dovuta al ritorno di Death e Saga, Aphrodite non lo
ritenevano pericoloso.
Saori cercava di
rassicurarli riferendo di avere preso tutte le precauzioni possibili.
Non ho ben capito come
la cosa fosse possibile, bisognava sentire il parere di più Dei, fare in
modo che la maggioranza fosse d’accordo, andare da Ade chiedere altri
permessi, parlare con le anime di defunti in questione, costatare se
fossero cambiati in bene o in peggio dall’esperienza, farli giurare su
non so cosa, ritornare dagli Dei precedenti e riferire i colloqui svoltisi
con i morti e infine recarsi nuovamente da Ade e convincerlo a liberare
gli spiriti.
In totale: un
lavoraccio. Ma non dovevo farlo io e il risultato finale sarebbe stato
riavere Saga su questa terra, ovvero il mio scopo raggiunto. (Eheh!
Anche il mio ovviamente, se non cambio idea durante la stesura della fic.
N.d.A.)
Tutta l’operazione
richiedeva all’incirca una settimana alla scadere della quale i
cavalieri in questione si sarebbero ridestati dalle loro tombe, poste in
un santuario nascosto tra i monti della Grecia vicino a Maratona, zona
molto più calma della città di Atene, e dove esistevano già altri
mausolei che conservavano al loro interno resti di cavalieri deceduti in
diversi periodi storici.
Decisero tutti di
recarsi davanti alla tomba quel fatidico giorno. Tutti, tranne me e Seiya.
Il mio piano consisteva
nello scoprire dove si sarebbe poi recato a vivere il cavaliere di Gemini
per andarlo a ricercare a mio piacimento, degli altri non mi interessava
granché, anche se ero curioso di sapere come avrebbe reagito Death Mask.
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“Si può sapere
cos’hai da guardarmi così!?” Seiya continuava a guardarmi in modo
strano con in viso l’espressione di chi non approva.
Gli altri erano già
partiti ed ora eravamo soli nella villa dei Thule. Dove eravamo tornati
dopo il decollo del loro aereo.
“Io proprio non ti
capisco, veramente non capisco neanche gli altri. Come potete rivolere
vivi elementi simili!”
“Non credi di essere
un po’ esagerato!”
“Esagerato, ma stai
scherzando! Stanno per tornare in vita uno psicopatico e uno che come
hobby aveva scuoiare donne e bambini! Considerato questo mi sembra di
essere calmo!” Il suo tono di voce si stava decisamente alzando.
“Peggio che vada
torneranno ad essere cibo per vermi, Athena non gli concederà altri
errori.”Anche se proprio Saori ad ammazzare qualcuno non ce la vedo, Dea
o no che sia.
“Si certo, e in caso
saremo noi a doverci scomodare perché lei non si vorrà sporcare le
manine.”
Comincio a credere di
avere una pessima influenza su di lui, non l’ho mai sentito parlare così.
“Mmm, qui c’è
sotto qualcos’altro, non me la dai a bere. Sei infuriato, ma non per
questa storia.”
Ho fatto centro, lo
capisco dalle sue reazioni, si è irrigidito di colpo.
“Perché vuoi che
Saga risorga? L’altra volta non scherzavi, ma proprio non capisco…
Cosa stai cercando?”
Domanda interessante,
cosa cercavo? Non lo so. Volevo andarlo a cercare, ma una volta che
l’avrei avuto di fronte cosa avrei fatto? Gli avrei detto qualcosa del
tipo “Ti ricordi al tempio, è stato divertente, lo rifacciamo”.
Cerchiamo di essere seri. Questo ragazzino mi ha messo in crisi con una
semplice domanda.
“Non dirmi che sei
anche tu come quelli che sono presi in ostaggio e una volta liberati
dichiarano di voler tornare dal loro aguzzino perchè ne sono innamorati!?
Sarebbe ridicolo, e non sarebbe da te.”
Lo detesto quando dice
cose sensate o quasi sensate.
“E poi pensa un
attimo a cosa ti ha costretto a fare. Tempo fa mi hai detto che non è
stato nulla che anche tu non volessi, però, tu non avresti cominciato per
primo. Eri lì per batterlo e questo era perfettamente chiaro nella tua
mente.”
Questa conversazione
sta prendendo una piega che non mi piace per niente. Mi sento in trappola,
non riesco difendermi. Ho bisogno di tempo per riflettere, perché le
parole che mi scaglia contro sono vere, ma io le avevo sempre evitate, non
le voglio affrontare ora davanti a questo cavaliere.
“Le tue erudizioni
mentali sono molto interessanti, ma credimi è meglio se ora la
finisci.”
“Perché?!”
“Seiya, finiscila!
Sarebbe meglio che mi ascoltassi!” Mi sto infuriando, non con lui, con
me stesso, ma chi ci andrà di mezzo sarà lui se non la smette subito.
“Perché ho ragione!
Lo sai, non reagiresti così altrimenti!”Adesso gli strappo le corde
vocali e con quelle lo impicco.
“Basta!” Reagisco
male, lo sapevo, accidenti a me.
Lo sospingo
all’indietro finche la sua schiena non viene fermata dalla libreria.
“No, non può essere
come mi hai detto!” Respira, un respiro pensante e affannoso. Ha paura
questa volta. “Non ti credo, non voglio crederti!”
“Bè credici, io
rivoglio vivo quell’uomo, anche dopo quello, che secondo te mi ha
costretto a fare. Ma credimi non ne sono minimamente innamorato, non è da
me, l’hai detto tu stesso.”
“Allora perché
concedergli ancora la vita?”
Paura, mi piace leggere
il timore di chi sa d'essere impotente, nei suoi occhi.
Cerca di divincolarsi,
tutto inutile, l’unica cosa che ottiene è rovesciare a terra qualche
volume della fornitissima libreria di Milady.
“Puoi divincolarti
finche vuoi ma sai benissimo che non riuscirai a liberarti, almeno fino a
quando io ti vorrò in questa posizione.”
Potrei rimanere ore qui
a trattenerlo contro questo mobile e a sentire il calore che sale nel suo
corpo intento nello sforzo di liberarsi.
Rimango con lo sguardo
fermo sul suo collo per qualche minuto, quei fasci muscolari, così
evidenti a causa della tensione del corpo, stanno attirando avidamente la
mia attenzione, sembrano voler lasciare quella tenera carne per fuggire.
Non voglio cha fuggano.
“Ora mi vuoi lasc…Che..!?”
Mi avvento su quei
fasci muscolari che avevo rimirato con tanta devozione.
Ne azzanno uno,
delicatamente, continuo a mordicchiarlo famelico, lo lecco e ne disegno il
contorno con i polpastrelli.
Per fare questo libero
un braccio al mio prigioniero, che ricade inerme contro gli scaffali, ma
sono troppo impegnato nella contemplazione di quello splendido muscolo per
badare alla passività che Seiya mi sta offrendo, ma non mi sfuggono i
suoi soffocati gemiti che accarezzano l’aria.
Mi sto solo illudendo,
questa non è la calda pelle del cavaliere di Gemini, i loro sapori sono
così diversi.
Un rumore mi riporta
alla realtà. Un altro libro è precipitato a terra.
Cosa sto facendo?!
Lascio il mio amico e rimango fermo a guardarlo. La distanza fra i nostri
corpi è aumentata di qualche centimetro.
Ansima e fissa il
pavimento. Non avrei dovuto assecondare quella mia voglia, ma quando perdo
il controllo la mia mente diventa facile preda per i miei desideri.
“Perché?!” mi
strilla in viso, è furioso e non solo quello. Ha ragione.
“Io…Lo volevo e lo
fatto…Non…”Come ci si giustifica in una situazione come questa?
“Ma che ….
Accidenti!”
Con una spinta mi fa
indietreggiare e mi sferra un pugno nello stomaco. Non ci è andato
leggero, neanch’io l’avrei fatto al suo posto. Mi accascio lievemente
su me stesso.
Non ci metto molto a
riprendermi, ma tengo comunque la mano destra appoggiata dove sono stato
colpito. Il dolore sta cessando velocemente.
“Il ragazzino si è
arrabbiato!” Mi sono sempre divertito un mondo a prenderlo in giro, e
questa circostanza non cambia il mio divertimento, anzi lo incrementa
ulteriormente.
“Cosa cavolo ti
prende da quando è finita quella dannattissima battaglia? Non hai mai
avuto un comportamento molto normale, ma questo..” Non sa come finire la
frase. Cosa starà pensando di me dentro quella testolina. Prova ad aprire
la bocca per proseguire il discorso ma la voce gli muore in gola mentre
con una mano si accarezza il punto fino a poco prima appartenuto alla mia
bocca.
Dovrei imboccare la
porta e andarmene, sarebbe meglio per entrambi, ma il mio cervello e il
mio corpo in questo momento non comunicano tra loro e rimango fermo a
fissarlo.
“Ascolta.”
Finalmente la sua attenzione si sposta dal pavimento al mio viso. “Non
sono cambiato, non nel senso che credi tu. No, aspetta, non domandare,
fammi finire. Tutto questo a sempre fatto parte del mio essere. Saga non
ha fatto altro che svegliarlo. Ora il problema è che, a quanto pare con
te non riesco a controllarmi. Neanch’io so spiegarmi il perché.”
Io stesso stavo ancora
cercando un modo per spiegare a me stesso cosa mi era successo, perché il
mio corpo reagiva in quello strano modo.
“Mh…”
“Per il comportamento
che ho tenuto con te, non so darmi una spiegazione io stesso. Il mio corpo
lo desidera e la mente si perde, mi sembra solo d’immaginare di fare una
cosa e poi mi ritrovo a farla realmente…L’orecchio prima e il collo
poi…Non sono riuscito a controllarmi.”
Mi sento afflitto e me
ne voglio andare, prima di combinare qualche altro disastro.
“Io…Io sapevo che
eri tu ma pensavo a Saga, a come sono diversi i vostri sapori, i vostri
contorni…” La porosità della pelle, l’odore, il respiro, tutto.
Devo andarmene da
questa stanza, voglio trovarmi per strada e non pensare a quello che ho
fatto, al perché, ma soprattutto che Saga tra qualche ora risorgerà su
questa terra, si alzerà dalla tomba, vestito solo di quella splendida
tunica bianca che, sono certo, lo farà somigliare ad un angelo della
religione cristiana, mentre gli si modellerà sul corpo creando dei
panneggi così perfetti che nessun pittore sarebbe in grado di riprodurli
sulla tela.
Apro la porta e
velocemente percorro il tragitto che mi divide dall’esterno, mentre
Seiya cerca inutilmente di fermarmi. Non ci riesce e così decide di
limitarsi a seguirmi in silenzio.
Perché questo ragazzo
si ostina a seguirmi, di sicuro che voglio restare solo è evidente,
eppure non si arrende, l’ho scorrazzato in giro per la città per ore, e
lui è ancora alle mie spalle.
Ormai sarà tornato in
vita Saga. E io sono così lontano.
E’ sera ormai
inoltrata quando il mio stomaco mi avvisa che di aspettare ancora a cenare
proprio non ce la fa, così entro nel primo locale che trovo, mi siedo e
Seiya mi si posiziona di fronte.
Ordiniamo e mangiamo in
silenzio. Il mio stomaco a smesso di cercare di attirare l’attenzione.
Paghiamo e usciamo,
l’aria si è un po’ raffreddata.
“Io ho sonno, andiamo
a casa!” Mi prende per un braccio e cerca di trascinarmi. Io non mi
muovo. Prova a puntarmi le braccia sulla schiena e a schiodarmi dal
terreno, nulla, se non qualche piccolo passo.
“A casa dove? Scusa
ma qui siamo parecchio distanti dalla villa dei Thule.”
“Infatti, ma siamo
vicino al mio appartamento, e io ho sonno, e sono anche stufo di seguirti
come un cane per la città, in più è la prima volta che mi rivolgi la
parola da ore. Voglio andare a dormire e non ti lascerò qui, c’è
ancora qualcosa che devi dirmi, quindi muoviti!” Quel tono da caporale
non mi è piaciuto per niente, ma anch’io ho sonno e sono stanco di
camminare, e poi non ho un posto dove andare, se non quella villa che non fa
altro che ricordarmi la mia infanzia. Gli permetto di prendermi un lembo
della manica e condurmi tra le viuzze che non conosco fino al suo
appartamento.
Giungiamo dopo circa un
quarto d’ora di cammino, sempre in silenzio, alla sua piccola mansarda.
Un locale unico funge
da camera da letto e salottino, un’altro, molto più piccolo da tinello
e la sua porta è esattamente speculare a quella del piccolo bagno cieco.
La luce filtra da tre finestre e il soffitto ha la tipica inclinazione di
questo genere di stanze, dalla parte centrale alta circa due metri e mezzo
scende fino a raggiungere le pareti per fermarsi a circa un metro e mezzo
dal pavimento.
E’ piccolo, pulito ma
tremendamente in disordine, chiunque entri capirebbe subito che questa è
la stanza di un ragazzo adolescente che vive solo, ma soprattutto si sente
l’odore del mare, della libertà, le finestre sono tutte affacciate su
quell’enorme specchio d’acqua.
Mi piace questo posto.
Seiya è scomparso in
bagno a farsi una doccia rivolgendomi parole d’accusa per averlo fatto
sudare in modo indecente durante il precedente vagabondaggio, per riuscire
a stare al mio passo è stato quasi costretto a correre.
Il letto sembra
deliziosamente morbido, tolgo la giacca e mi ci stendo sopra,
rannicchiandomi, e senza accorgermene mi addormento, l’ultima cosa che
sento sono le onde che s’infrangono poco lontano da me.
Cerco l’orologio per
sapere che ore sono, le tre di notte, devo aver dormito circa quattro ore,
sono intontito e ho tremendamente voglia di una doccia. Il respiro caldo
che sento sul retro del collo è sicuramente quello di Seiya, mi alzo
senza svegliarlo mi dirigo verso il bagno.
Per mia fortuna dalle
finestre entra la tenue luce lunare che mi permette di vedere l’interno
della stanza, altrimenti sarei arrivato alla meta coperto di lividi grazie
a tutto quello che si trova sparso sul pavimento.
Prima di entrare mi
volto un momento a guardare il mio amico che dorme, mentre allunga le mani
sull’impronta del mio corpo ancora disegnata nel materasso.
Adoro sentire l’acqua
che scorre sulla pelle, la sensazione di purezza che sa regalare, vorrei
restare qui, sotto questo getto, ma non posso, è ora che me ne vada.
Asciugatomi alla meglio
infilo i pantaloni e con ancora la maglia tra le mani spengo la luce ad
apro la porta per tornare nell’altra stanza.
Recuperata la giacca me
ne andrò e cercherò di tornare il più tardi possibile in questa città,
devo assolutamente vedere Saga prima di farvi ritorno.
I miei occhi abituati
alla luce vedono solo oscurità davanti a loro, farmi strada fra le
cianfrusaglie sparse a terra sarà impossibile, infatti “Acc…”cado,
ma non in avanti come avrei immaginato, sono finito a terra e mi ritrovo
schiacciato da un peso.
“Ikki! Ti sei fatto
male?” Seiya, ancora assonnato, mi è crollato addosso.
“No, sto bene, ma
cosa ci fai in piedi a quest’ora?” In realtà ho i glutei e la nuca
doloranti, non è stato per niente un bell’atterraggio.
“Mi sono svegliato e
non ti ho visto.” Sussurra poggiando la testa sul mio petto e chiudendo
gli occhi.
“Volevo solo fare una
doccia, Comunque, ora me ne andrei, grazie di tutto. Potresti alz..” No,
mi si è addormentato addosso, e adesso chi ha il coraggio di svegliarlo.
Non è possibile essere così sfortunato. Qualsiasi movimento causerebbe
il suo risveglio, e un’altra litigata perché me ne voglio andare. Mi
sistemo in modo più comodo con le braccia dietro la testa arrotolando la
maglietta a ‘mo di cuscino, rimango così a fissare la testa di Seiya
che si alza e si abbassa col mio respiro.
Come mai il mio corpo
non riesce a controllarsi ogni volta che questo ragazzino mi fa infuriare?
E perché oggi l’ho paragonato a Saga? In comune non hanno assolutamente
nulla. Che stia cercando in lui quello che vorrei ma non posso avere?
Impossibile. (Aspetta, aspetta…N.d.A.)
Dal sole che ferisce i
miei occhi al risveglio immagino che sia mattina inoltrata, il peso sul
mio petto continua beatamente a dormire senza curarsi del suo umano
cuscino che vorrebbe sollevarsi e stiracchiarsi le membra.
Gli busso delicatamente
sulla nuca finche non si decide ad aprire gli occhi e muoversi un poco
permettendomi di sedermi e allungare le braccia, che scricchiolano
sonoramente, verso l’alto.
“Dormito bene?”
“Mmmh..Si benissimo e
sul morbido” Dicendo questo mi abbraccia e mi ributta indietro sul
pavimento.
“Dai lasciami
alzare.”
“No!” Sono ancora
più schiacciato al suolo.
“Dai Seiya,
spostati” Cerco di usare un tono simpatico anche se la situazione non mi
convince per niente.
“Non tornerai…”
Solamente un sussurro.
“Cosa?” Non credo
di capirci più molto, o forse sto già intuendo troppo.
“Se adesso ti
lascio…NO, non voglio!”
“Seiya, non fare il
bambino.”
“Tanto non mi tolgo!
Non ti libererai di me facilmente cara la mia fenice!” Dichiara ridendo.
“Sta sicuro che non
mi tiro indietro, se vuoi la guerra, guerra avrai!” Faccio sonoramente
scricchiolare le dita prima di partire all’attacco. In realtà sarebbe
facile sollevare Seiya o togliermelo di dosso in altri modi, ma questo
sembra molto più divertente.
Sarà anche un
cavaliere, avrà sostenuto allenamenti massacranti, difeso Athena in
estreme battaglie, ma al solletico non può resistere, e non
resiste.
“Ikki, basta ti
prego!” Spiacente ma non ho alcuna intenzione di smettere la mia tortura
ai suoi piedi, anche se tenergli le gambe ferme e schivare i calci che
ogni tanto riesce a sferrare comincia a diventare difficoltoso.
Infatti un suo colpo
alla spalla mi fa cadere di lato e permette a Seiya di sedermisi addosso e
intrappolarmi.
“Ora come la
mettiamo?!” Ride.
“Guarda che se mi
sono fatto incastrare è stato solo per farti un favore, potrei liberarmi
di te in qualsiasi momento, caro.” E’ vero quello che ho detto, lo sa
anche lui.
“Hai ragione, ma
potrei fare in modo che tu non voglia liberarti di me.” Intrepido il
ragazzino, mentre sorride di un ghigno malizioso.
“Ah, sei fiducioso
nelle tue possibilità, e come avresti intenzione di fare?” Ma io non
sono meno malizioso di lui.
Si guarda intorno alla
ricerca di qualcosa mentre io giaccio curioso sotto di lui. Afferra un
oggetto dietro di sé e torna a posare lo sguardo sul mio viso.
Mi sventola davanti
qualcosa, quando riesco a fermargli le mani per un attimo riesco a vedere
che è un flacone di cioccolato liquido. Scoppio a ridere.
“E tu vorresti
trattenermi qui a terra con del cioccolato liquido? Ma sii serio per una
volta!”
“In realtà avevo
solo fame.” Già a metà frase mi ritrovo l’intero busto coperto da
strisce di cioccolato che formano strane ragnatele, me lo sta spremendo
addosso come fossi una coppa di gelato. Mi sento tutto appiccicoso.
Potevo anche evitarmi
la doccia a saperlo prima…
Con un dito prendo un
assaggio del liquido scuro che ho sparso per il corpo e me lo porto alla
bocca, mentre il mio amico finisce quel poco che è rimasto nel flacone
spremendoselo direttamente bocca.
Cioccolato amaro, mmhh,
il mio preferito, ne voglio ancora, ne prendo ancora un po’ col dito.
La mia bocca viene
raggiunta da quella di Seiya impastata dal dolce, prima del mio dito.
Dire che cerco di
divorare la sua lingua sarebbe poco, se potessi gliela staccherei a morsi,
è come un cioccolatino vivente.
Credo che i nostri
corpi stretti l’uno nell’abbraccio dell’altro possano somigliare ad
un enorme brioche farcita con il ripieno che fuoriesce, il cioccolato sta
colando un po’ dappertutto e ormai entrambi ne siamo ricoperti.
“Hai ancora voglia di
andartene?!” mi chiede sollevandosi e mostrando il petto coperto da un
lieve strato del dolce e leccandosi un dito completamente inzuppato.
“Potrei anche
ripensarci dopo averti ripulito per bene!”
Sposta il peso del
corpo in avanti reggendosi sui gomiti in modo che il suo torace sia
perfettamente all’altezza della mia testa e a portata della lingua, in
questa strana posizione comincio la mia colazione, leccando ogni punto del
suo torace a cui posso accedere, accarezzandogli la schiena lasciando scivolare le mie mani oltre l’elastico dei
pantaloni fino a poter
raggiungere i glutei e la fessura che li divide, e beandomi dei brevi e
soffocati gemiti che mi giungono ai padiglioni auricolari.
Ma cosa sto facendo?
Seiya? Sto leccando Seiya? Sto dando i numeri! (Si certo, ma ora che ho scoperto un’utilità anche per Seiya non
credere che te ne libererai tanto facilmente, yuk yuk! E ammettilo che ti
piace anche! N.d.A.)
Effettivamente ci sto
prendendo più gusto del previsto.
Comincio
a muovermi in modo da poterlo avere sotto di me. Mi sento molto più a mio
agio in questa posizione, e a lui non dispiace per niente, ne approfitta
per baciarmi, e ora non più intenzione di lasciare andare quella bocca,
se non per funzioni fisiologiche di primo grado, ovvero respirare.
Rimpiango
solo di non poterlo toccare con entrambe le mani, una mi serve da sostegno
per non schiacciarlo col mio peso, anche la cosa mi piacerebbe molto, ma
non è ancora quello che ho intenzione di fare.
Continuo
a baciarlo facendo scendere al mano destra dal collo, al petto, al ventre
fino alla sua erezione.
Il
piacere che sta provando impedisce alla sua lingua di continuare a giocare
con la mia, non ne riesce più a controllare il ritmo del respiro, finche
il raggiungimento dell’orgasmo non lo fa gemere forte nella mia bocca.
Avidamente
mi lecco le dita piene di cioccolato e sperma…e…
“Accidenti
a me !”
Mi
rifugio in bagno sotto un getto d’acqua ghiacciata.
Ragiona
ragiona ragiona…
Omm…
No,
decisamente nelle condizioni in cui sono ragionare non mi è possibile.
Sperando che le mie
mani mi accontentino e che l’acqua a temperatura glaciale calmi i miei
bollenti spiriti me ne starò qui sotto a prendermi un raffreddore.
“Scommetto che adesso
te ne vorresti andare senza dire niente, giusto?” Ecco la vocina di
Seiya che mi raggiunge mentre tentavo di avvicinarmi alla porta
d’ingresso.
Va bene, lo ammetto
dalla doccia sono uscito solo quindici minuti dopo. Stavo congelando.
“Se prometto di
aspettarti qui, te la fai una doccia? Se no altro che parlare, io non
rispondo più di me. E non fare quel sorrisetto!”.
Alla fine quando Seiya
uscì la doccia e tornò da me non parlammo molto, decidemmo solo che
avremmo sistemato tutto dopo che fossi riuscito a parlare con Saga, il che
bloccava non poco i nostri desideri e ci lasciava sospesi in qualcosa che
risultava più facile di quello che sarebbe dovuto essere. L’unica
decisione fu di cercare di starci vicini il più possibile, evitando
qualsiasi rapporto fisico. Un’atroce sofferenza.
Da quel
momento sono passate all’incirca un paio di settimane, e mi
ritrovo alla villa dei Thule per partecipare ad una noiosissima festa
predisposta da Saori. Bisogna ammettere che questa ragazza e le occasioni
mondane vanno molto d’accordo, in pochissimo tempo è riuscita da
organizzare una festa enorme con all’incirca duecento invitati e neanche
un terzo di questi sa di essere qui per celebrare la rinascita dei
cavalieri d’oro.
Ebbene si, alla fine
sono tornati a calpestare questa terra, sono tutti qui presenti tranne…
Saga. E io mi annoio a morte.
Mi sono rifugiato su
questo balcone per evitare di dover parlare con chiunque, non sono proprio
in vena e non so neanche perché.
Bhè, forse in realtà
lo so.
Shun parla allegramente
con Deathmask, e che quest’ultimo abbia un’aria mite e felice lo trovo
irreale ma è così.
Hyoga è completamente
perso nella contemplazione del cavaliere di Acquario, e dire che sta
sbavando è un eufemismo.
Siryu fa da servetto al
suo maestro e al Santo d’ Ariete, gli mancano giusto il grembiule e il
vassoio.
Già tutto questo
basterebbe a darmi la nausea in un giorno normale, infatti me la sta
dando, ma c’è un altro piccolo particolare, che è il motivo del mio
malumore.
Shaina sta appiccicata
a Seiya come una zecca, ho una voglia pazza di rimescolarle il cervello,
ma so che non posso.
Via, shò, stagli
lontano shò shò.
“Se andrai ad Atene
lo troverai.” Saori.
“…”
“Il cavaliere di
Gemini. Gli offerto di tornare ad essere Sacerdote di Atena ma ha
rifiutato, si è congedato chiedendomi di riferirti che se avessi voluto
vederlo l’avresti trovato nel luogo degli allenamenti, ha detto che
avresti capito.”
Infatti capisco. Ma non
capisco cosa ci faccia lei qui.
“Ehm… per favore,
non fare quello che vorresti a Shaina mi sarebbe difficile spiegare agli
invitati perchè c’è una ragazza che va in giro stralunata e con la
bava alla bocca.” Mi sa che ho una pessima influenza anche su di lei,
non si è mai espressa in questa maniera.
“Ma…Come…” Come
fa a saperlo?
“Ti si legge in
faccia che la vorresti strangolare, e sulla faccia di Seiya c’è
chiaramente scritto –se lo facessi mi faresti un gran piacere-.”
Effettivamente la
faccia di Seiya dice proprio questo, sembra mi stia supplicando di
togliergliela dai piedi. Se non ce la farà da solo tra un po’ mi vedrò
costretto ad andare in cortile e portarmelo via di peso.
Ma cambiando
discorso…
“Con che personalità
è tornato Saga dagli inferi?” Voglio sapere chi mi troverò davanti una
volta arrivato in Grecia.
Intanto non stacco gli
occhi da Seiya. Mentre Saori mi guarda in maniera sospettosa.
“Non saprei, di
sicuro non era l’uomo assetato di potere che avete sconfitto, ma neanche
quello tenero e dolce che mi è morto fra le braccia chiedendomi perdono,
anche se ne ha l’aspetto. Secondo Mu le sue due personalità hanno
raggiunto un’ equilibrio tale da essersi fuse e averne creata una terza
stabile. E fra parentesi lo spero vivamente per tutti noi.
E devo ammettere che mi
ha stupito tantissimo quando mi ha chiesto di riferirti ciò che ti ho
detto, si vedeva chiaramente che era tormentato da qualcosa, e per questo
nonostante le mie insistenze non ha voluto partecipare a questa
festicciola, sembrava non avesse il coraggio di affrontare faccia a faccia
né te né Seiya.”
So che sta per farmi
quella domanda. Non farmela, ti prego, so che la curiosità è donna, ma
per te non vale, sei una Dea, dai resisti.
“Cosa è successo fra
voi tre? Anche perché ha detto di portare le sue più sentite scuse a
Seiya.”
Lo sapevo, non ha
resistito, perché le donne sono così curiose!
Non mi va di
rispondere, non lo so nemmeno io che cavolo di triangolo si sta venendo a
creare.
“Bene, se non vuoi
dirmelo, non farlo, ma io ti voglio lo stesso esporre quello che da un
po’ mi arrovella il cervello.”
Con questa frase la
cara Atena si è accaparrata tutta la mia attenzione, e sono costretto a
staccare gli occhi da Seiya, non prima di notare con gioia che Shaina si
è finalmente schiodata da lui.
“Allora… Al ritorno
dal Grande Tempio notai un cambiamento nel tuo comportamento, pensai fosse
dovuto alla stanchezza e al voler rimanere vicino a Shun che era rimasto
molto scosso dalla battaglia, quindi non gli diedi peso. Infatti quel
periodo non durò molto.
Fu Shaka, dopo la
riunione per decidere dei cavalieri d’oro, a farmi notare che in te
qualcosa non andava, eri troppo calmo e in soprappensiero, e il tuo cosmo
era molto turbato, secondo lui se avessi dovuto sostenere una duello in
quello stato avresti sicuramente perso e probabilmente non te ne saresti
neanche accorto. Non eri per niente in te.
Poi c’era il fatto
che Seiya ti evitava come la peste, prima, nonostante i vostri caratteri
tanto differenti riuscivate ad avere un certo equilibrio.
Eravate così carini
quando vi scambiavate battutine acide.
Parto per la Grecia che
Seiya ti odia, ritorno e vi ritrovo che andate d’amore e d’accordo,
con una complicità che non è proprio tipica degli amici.
Infine Saga che si
risveglia con l’unico pensiero di farti arrivare il suo messaggio,
l’ho trovato molto strano.”
Sembra tanto ingenua e
invece ci ha osservato con molta cura e a collegato tutte le cose, ma
brava la nostra Dea.
“E ora devi dirmi di
chi dei due sei innamorato?”
Per un momento ho
creduto di morire mi è passata davanti tutta la vita, ho rischiato di
soffocarmi con la birra. Ma come fa ha fare una domanda simile come se
fosse la cosa più normale di questo mondo.
Potrebbe essere
un’aliena travestita da Saori.
“E dai non fare
quella faccia, è palese che sono entrambi innamorati di te, ma tu chi
scegli?” Insiste guardandomi con occhioni imploranti.
“Scusa, ma sei sicura
di essere la stessa ragazza antipatica che dice sempre frasi del tipo: io
sono la reincarnazione di Atena, bisogna salvare il mondo, mi sacrificherò
per il bene della terra, e infine, grazie Seiya. Perché se sei veramente
tu devi aver sniffato qualcosa di seriamente pesante. E per la risposta
alla tua domanda, non lo so.”
“Maleducato. Ma perché
devi essere sempre indisponente. Io essendo la reincarnazione di Atena
purtroppo non potrò mai innamorarmi, quindi è ovvio che mi diverta a
farmi gli affari sentimentali degli altri, caro. Comunque, Chi scegli?”
Insiste ancora.
“Non lo so, e basta
con questa storia. Se non credessi così tanto nella monogamia mi darei
allegramente ad un triangolo, ma non ci riesco, e poi sono così
diversi.”
“Giusto, come mai una
scelta simile, sono quasi l’uno l’opposto dell’altro? Fossi in te
preferirei qualcuno come Mu, è tenero, dà sicurezza, ha una pazienza
infinita oppure, magari Death Mask, secondo me dietro quell’aspetto duro
e burbero potrebbe rivelarsi un gran orsacchiottone.”
“Bene, ora non è
neanche più un triangolo, e scommetto che fra un po’ non sarà neanche
più un pentagono, vero?! Guarda che così non mi aiuti.”
Ho in mente una strana
immagine, alquanto comica, di un orsacchiotto di peluches con la testa del
cavaliere di Cancer.
“Era per cercare di
risollevarti il morale. Dai torniamo in giardino dagli altri.”
Faccio un profondo
respiro e mi ributto nella folla.
“Così domani
parti?!”
Appena rientrato in
stanza mi sono accorto di Seiya seduto sul mio letto, si era rifugiato in
camera mia per sfuggire a Shaina.
“Si”Rispondo
preparando la borsa da viaggio.
“Posso dormire qui
con te?”
Come dire di no, a quel
faccino.
E così ci siamo
addormentati abbracciati petto contro schiena.
Mi sveglio ancora
abbracciato a Seiya.
Quasi inconsciamente
comincio a dargli dei piccoli
baci sul retro del collo, finche non sento le sue mani che si stringono di
più alle mie.
“Scusa, non volevo
svegliarti.” Volevo solamente sentire ancora il sapore della sua pelle
prima di partire.
“Non stavo
dormendo.” Il tono della frase non è il suo solito, è triste.
“Cos’ hai?” So
che è una domanda alquanto stupida, in fondo partirò fra poche ore
lasciandolo qui solo.
Mi si rigira fra le
braccia in modo che possa vederlo in faccia.
Non ha l’espressione
triste che credevo, ma di sicuro non è neanche allegra.
In tre secondi me lo
ritrovo seduto sopra a cavalcioni.
I raggi di luna che
entrano pigri dalla finestra gli delineano un sorriso quasi perfido sul
viso.
“Allora domani
parti?!” Mi accarezza piano gli addominali nudi.
So cosa c’è non va
in lui, ma so anche non oserebbe mai chiedermi di non partire, lo ammiro
per questo, io non riuscirei mai a resistere come fa lui, farei di tutto
per fermarlo e tenerlo vicino.
“Come fai?”
“A fare cosa?” Mi
domanda interrogativo e intanto comincia a solleticarmi la pancia.
“A rimanere così, a
sopportare tutta questa assurda situazione e me in questo stato di eterna
indecisione.”
Sorride triste.
“Non mi va che tu
riveda Saga, ma sarebbe ancora peggio averti qui senza sapere che
sentimenti provi realmente. Quando ti bacio, non so a cosa pensi ma
soprattutto a chi pensi. E tutto questo non mi piace. Se la tua scelta
ricadrà su di lui avrò tutto il tempo per deprimermi e infuriarmi dopo,
ma per ora la cosa più saggia è aspettare con calma.” Non lo facevo
così freddo.
Ha perfettamente
ragione, che senso ha rodersi il fegato?
Mi siedo per
baciarlo.
A chi penso mentre lo
bacio? Ora penso solo a lui ma prima… prima pensavo sempre a Saga, a
paragonare le differenze che avevano, non mi sono mai fermato a pensare
seriamente cosa provasse Seiya, sono sempre stato concentrato troppo su me
stesso.
Inverto le posizioni e
mi sdraio su di lui poggiando la testa sulla sua pancia.
“Tornerai?”
“Si”
“Qualsiasi sia la tua
scelta?”
“Si”
“E farai l’amore
con me?”
“Si”
“Qualsiasi sia la tua
scelta?”
“Se tu lo vorrai
si”
Ho paura. Paura di
trovarmi di fronte a Saga e dimenticare a poco a poco Seiya. E poi
ritornare da Seiya e dimenticare Saga.
Non mi fido dei miei
sentimenti sono ancora confusi e completamente dissociati dal corpo.
Avrò tutto il tempo di
pensarci durante il viaggio, ora voglio solo restare qui in questo tepore
pensando solo a Seiya.
Continua…
N.B. Qualche
spiegazione sulla fic. (solo stupidate)
Seiya: Prima lo
detestavo, volevo utilizzarlo nella fic per farlo soffrire molto, poi mi
ci sono affezionata ed eccolo qui innamorato di Ikki. Ovviamente in
versione manga e anime ancora non lo sopporto.
Saori: Scusate,
l’idea del suo dialogo con Ikki mi era venuta in treno, e io lo dico
sempre che mi fa male viaggiare in treno, ma cmq credo che possa risultare
abbastanza simpatica.
La pancia di Seiya: Mi
piace molto immaginare Ikki che ci dorme sopra (non dormirà mai sulla
pancia Saga, prendetelo pure come spoiler). E’ una specie di luogo
mistico.
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