DISCLAIMER: I pg sono miei... anche se Niane vuole rapire Lucas



Ultimo quarto di luna

parte II

di Nuel


Otri di sangue.
Questo sono gli uomini per quelli come me. Io sono un vampiro ed ho creato un altro come me. Ma forse Keauny non è come me. Assomiglia di più a Griselde, colei che mi ha fatto. Ho amato quella donna, quando la ritenevo tale, poi l’ho seguita senza indugio, pur capendo che era, in qualche modo, pazza.
Chissà perché, questa notte, sento tanto la sua mancanza. Continuo a pensarla. Che sia una sorta di premonizione?
Keauny è con me da una settimana, ormai. Continua ad esprimere le sue domande solo attraverso i suoi incredibili occhi verdi. Vuole che lo ami.
Non è solo l’amore fisico, che mi chiede, quello che per noi è fatto di morsi, ma non di sangue. Non è prudente contrarre debiti di sangue, anche se ci si fida completamente l’uno dell’altro. Il sangue che ci rende vivi può trasformarsi in una trappola senza via d’uscita.
Ora Keauny lo sa e adoro il modo in cui mi graffia il collo con le punte acuminate dei suoi denti quando ci trastulliamo prima che, all’alba, ci colga il sonno.
Impara in fretta e io cerco di guidarlo senza esitazione, benché spesso mi confonda. 
Il suo dono mi confonde.
Keauny sembra soffrirne. Non lo capisce per quello che è. Almeno, per quello che io credo che sia.
Credevo che Keauny fosse una sorta di morte lasciata libera sulla terra e lui pare concepire il suo potere in tal senso: è convinto di “causare” la morte di coloro che, in realtà soccorre.
Io sono convinto che lui sia una sorta di angelo misericordioso che dispensa pace, accogliendo su di sè le pene degli uomini.
Ho tentato di spiegargli il mio punto di vista, ma lui non ne vuole neppure parlare.
Mi sto affezionando a lui come non credevo possibile.
Nei miei ottantotto anni di non vita, non avevo amato nessuno.
Stanotte è corso fuori appena sveglio. Contempla le stelle e fiuta l’aria come un segugio.
Questa notte è strana: c’è una luna grande e vicina. Sembra scesa sulla terra.
Non mi piace cacciare in notti come questa: c’è sempre il pericolo che qualcuno ci scorga.
-C’è qualcosa di strano- Mi dice.
-Strano, come?- Gli chiedo io, ansioso di ascoltare ancora la sua voce.
Lui scuote la testa. -Non so... come, un’anima che.... balla-
“Un’anima che balla”, che buffa definizione. Ma ciò che io percepisco, a lui appare come immagini. L’ho capito quando mi ha mostrato il suo potere ed ora mi chiedo come veda lui. Se vada oltre le apparenze, se percepisca l’energia vitale, la forza, una sorta di “aurea”, forse.
Come gli appaio.... io?
So che non dovrebbe importarmi, invece.... mi importa.
Cosa mi abbia fatto per rendermi così totalmente interessato a tutto ciò che lo riguarda, non lo so. Non credo sia una forma di affetto paterno o di amore.
Anche stanotte mi osserva lasciar cadere a terra la mia vittima.
Un otre vuoto.
Signore dei dannati, anche stanotte ti invio la mia offerta!
Ancora non va a caccia da solo.
Questa notte mi conduce all’ospedale e scioglie le sue dita dalle mie, come se non volesse coinvolgermi nella sua colpa.
Quando trova la sua vittima mi prende la mano, come un bambino e poi mi guida, come se il bambino fossi io.
Non mi ero mai reso conto di quanta gente morisse in questa città.
Forse uccidere chi è già morto è un peccato minore, ma in fondo, io non ho una coscenza da salvare, tanto meno un’anima.
Ancora una volta lo vedo barcollare, vivere un’altro tipo di morte.
Hai mai avuto paura della “tua” morte?
Non so se avrò mai il coraggio di chiederglielo.
Ora Keauny torna da me, le guance pallide roride di sangue.
Gli sorrido. Lo bacio.
Mi sorride e si allontana.
Questa notte è strana. O forse, questa notte, è strano lui.
Torna sulla strada come se i suoi passi fossero guidati da una musica.
Le luci del centro quasi mi abbagliano, c’è vita sulle strade.
I ponti brulicano di persone mascherate. Già. E’ carnevale.
Eppure non la confondo con una delle tante dame in costume.
Anche Keauny si ferma.
Sta ballando.
E’ come un’apparizione e sta ballando.
La gente le fa strada e la sua veste fruscia e volteggia, i capelli raccolti solo in parte ondeggiano sulla sua schiena ed ora sorride a noi.
E’ Griselde.
Tratterrei il fiato, se respirassi ancora.
Griselde ci raggiunge, prende le mani di Keauny e lo guida nella danza. 
Keauny conosce i passi, sente la musica.
Anime affini.
Ecco cosa sono.
E io sono geloso.
Amo Keauny. Ora posso dirlo con certezza assoluta.
Griselde mi getta le braccia al collo e mi bacia.
-Sono tornata- Mi sussurra languida.
Keauny continua a fissarla, totalmente rapito da lei.
-Ora so perché ti ho fatto, mio Lucas: perché tu facessi lui. Per me-
La allontano da me. -No-
Lei mi sorride.
E’ sempre uguale, eppure è diversa.
La gente, intorno, non fa che guardarla: per forza: è bellissima.
E’ retaggio del suo sangue: può cambiare aspetto a suo piacere, ora è molto più alta di quando la conobbi. Si adegua alle mode del mondo.
Anche io potrei farlo. Credo di aver trasferito questo potere anche a Keauny.
Un pensiero mi coglie: è talmente bello che spero non cambi mai.
-Lo ami?- 
Griselde lo sa.
-Ami me, attraverso lui-
-Ti sbagli, Griselde- Le sussurro appena.
Lei sorride, quel suo sorriso furbo ed amabile. I riccioli castani le ondeggiano ai lati del viso, gli occhi verdi le brillano, ma non sedurrà Keauny.
Non glielo permetterò.
Keauny mi si avvicina e mi chiede con lo sguardo chi sia quella donna per cui prova un’evidente attrazione.
-Keauny, ti presento Griselde- E poi aggiungo, con un pizzico di cattiveria -Tua nonna-
Se potesse, Griselde mi incenerirebbe con lo sguardo. Non sono mai stato un figlio, per lei.
Del resto, considero, io stesso, Keauny come un figlio?
No.
Non potrei mai.... lo amo. Lo voglio come compagno. Lui non mi verrà mai a noia.
-Andiamo alla villa, abbiamo tante cose da raccontarci- Dice lei, precedendoci per le vie buie, allontanandosi dalle strade illuminate e piene di gente, dal suo palcoscenico, quello per cui ogni notte risorge e inscena la sua danza macabra.
Keauny mi si affianca e si stringe a me.
Girati, Griselde! Guardaci! Credi di poterci separare per un tuo capriccio?
Ma quale dio di luce mi fa parlare così?
Questo ragazzo è nella mia vita da sole otto notti e io sono pronto a sfidare chi è più vecchio e potente di me per lui?
E se lui non provasse.... quello che provo io?
Un dio folle, di sicuro, di quelli che vengono celebrati al crepuscolo, dei di luce che anelano alla notte, ma non alle tenebre.... cosa voglio che provi questo mio sciocco cuore morto?
Seguendo i passi di danza di Griselde giungiamo alla villa che è quasi l’alba.
Griselde sembra giocare a nascondino tra i tronchi degli alberi del giardino lussureggiante. Canta a voce bassa, pare il cinguettio che accompagna il sorgere del sole e il pigro scorrere di un torrente. Ride, ride come la neve che si tramuta in ghiaccio, nei freddi oceani del nord.
La amo ancora?
La amo come si ama la vita che si rinnova, un bosco che si anima di piccole creature, la morte che viene a coglierti col sorriso della sua grande falce.
Griselde si distende sul triclinio del salotto e guarda me e Keauny, che la seguiamo in silenzio.
Occhi languidi e verdi come quelli dei gatti.
-Parleremo domani, Griselde. E’ ora di dormire- Le dico. Prendo Keauny per un braccio e lo porto via.
Sento i suoi occhi sulla schiena e Keauny si volta a guardarla.
Lei rimarrà lì ancora pochi secondi, lo so. Poi scivolerà nella sua cripta, piena dei ricordi che non ha voluto condividere neppure con me.

Mi sveglio.
Cos’è questa brutta sensazione?
Lo cerco e lui non c’è.
Apro gli occhi e Keauny non è al mio fianco.
E’ lui che mi manca.
Mi alzo e sento la sua risata argentina. Quella di Griselde.
E una più bassa e calda.
Corro.
Keauny è qui, nel salotto di ieri notte. E’ con Griselde.
Appena mi vede il viso gli si illumina, si alza, mi viene in contro e mi abbraccia.
Lo abbraccio.
Griselde ci sorride.
Lo stringo e lo cullo tra le mie braccia.
-Ho avuto paura quando mi sono svegliato e tu non c’eri- Gli dico in un sussurro.
-Scusa- Mi dice lui.
-E’ colpa mia, Lucas. L’ho chiamato perché mi tenesse compagnia. Abbiamo chiacchierato tanto, mentre aspettavamo che tu ti svegliassi-
Annuisco, ma non lascio la presa su di lui. 
E’ mio, mio, Griselde. Capisci? Mio.
-Andiamo a caccia, adesso- Propone lei, scivolando giù dal triclinio.
Indossa un abito diverso da quello di ieri, ma sempre di foggia antica. La stoffa fruscia di nuovo, accanto a noi.
Non possiamo che eguirla.
Mi chiedo cosa mi abbia spinto ad esprimere il mio timore davanti a lei, ma Griselde non ha riso di me.
Ho paura di perdere questo misterioso angelo della morte?
Si.
Verità nuda e semplice.
Non saprei come andare avanti, ora, senza di lui.
Splendida.
Griselde è splendida mentre uccide.
Keauny la osserva meravigliato, una luce ammirata negli occhi. Si chiede se saprà mai fare altrettanto, lui.
Me lo chiesi anch’io, tanto tempo fa.
Griselde danza con la sua vittima, la solleva, trascende la morte... Le sue labbra sporche di sangue esigono reverenza. Stanotte Keauny imparerà che la morte è un’arte. 
E non sarò io ad insegnarglielo.
Succhio. Ingoio. Ingurgito sangue e vita senza apprezzarne il sapore, l’intensità, la forza. Perdonami uomo ignaro, la tua dipartita non mi farà vivere, stanotte, mi consentirà solo di trascinarmi per un altro giorno, forse, domani, saprò accettare la mia incapacità nell’insegnare a colui che amo.
Gli dei ospitali non di meno ti accoglieranno con gioia.
Quando anche il mio gioane amore ha banchettato con la morte, Griselde vuole raggiungere la grande piazza affollata di uomini avvoti in costumi colorati. Vuole ascoltare le campane che suoneranno a mezzanotte.
Suoni, odori, voci.... è un turbine indistinto di sete e velluti e di tessuti che, quando lei nacque, non esistevano ancora. Gioielli falsi e perle di plastica cucite negli abiti. Solo lei indossa gioielli veri e la loro luce le illumina il volto rosato. Pare l’unica creatura viva in un cerchio di fantasmi dai volti imbiancati dal trucco e dalle maschere.
Forse, domani, loro saranno morti. Lei vivrà per sempre.
Seguo Keauny con lo sguardo: lui la segue ammaliato, la venera con lo suardo e io sento la sofferenza.
-Vieni con me!- Un sussurro. Un alito di vento. Non voce, ma pensiero che ho percepito: gli occhi verdi della mia Griselde puntati su di me.
-Quando partirai?- Non le rispondo a voce, ma con lo sguardo. Lei sorride.
-Domani notte-
-No, non partirò con te-
-E lui? Lo lascerai venire con me?-
-Non verrà-
-Sai che se glielo chiedessi mi seguirebbe-
-Se ne sei convinta, chiediglielo!-
-Hai così tanta fiducia in lui, Lucas?-
Non le rispondo nemmeno con lo sguardo e sento di nuovo il suo pensiero.
-Lo ami-
Griselde si gira e io torno a percepire il mondo intorno a me. Sento la presenza di Keauny accanto a me.
Lo guardo.
Se ne accorge e mi sorride. Mi prende la mano.
Non mi lascerai, domani, vero amore mio?

Continua...