*TY*

capitolo 4

di Assurda

 

Era la notte prima i quella telefonata. Era la notte prima di quel giorno funesto. Era la notte prima della fine.
Tre anni.
Tanti ne erano passati da quel giorno al parco. Solo da uno Jack era morto. Suicida. Perchè aspettare la fine era troppo penoso. Non voleva aspettare la sua fine.
Jason era stanco, la sua vita procedeva per complicazioni. Sua mandre, suo padre, il suo defunto fratello... e Tyler.
Tyler suonava la chitarra sul balcone.
- Ehi Jess... non riesco a scrivere. Ho in mente “ voglio essere vivo...” ma.. poi... è... vuoto....-
Tyler parlava sempre con quelle pause. Parlava come a cercare il significato più adatto per ogni parola. Soppesava le parole come se potessero uccidere. Parlava come se maneggiasse spade affilate.
Jason si sedette con pazienza accanto a Tyler. Gli allungò della cioccolata in una tazza di cartone marrone. – Fa freddo.-
- Grazie... mi.. piace la cioccolata.-
- Lo so Ty.-
Bevvero contemporaneamente.
Tyler posò il bicchiere a terra e strimpellò un paio di note lamentose. Si perse con lo sguardo nell’infinito.
Jason osservò le volute di fumo azzurrognolo uscire dalla cioccolata calda e sparire nella notte.
Rimasero così, seduti sul balcone, al freddo.
Seduti dal loro balcone, lontano da tutti.
Lontani dal mondo.
Fra loro c’era tensione. Perchè Ty aveva mandato il nastro. Quel nastro con la sua voce e la sua chitarra. Le sue canzoni.
Jason si voltò per guardare Tyler negli occhi. E dirgli che non voleva che avesse successo. Voleva dirgli che desiderava che rimanesse una persona nascosta, anonima. Una come tante altre. Normale.
Jason si votò.
E l’unica cosa che riuscì a pensare fu quanto Tyler fosse bello. Pensò quanto Tyler non sarebbe mai stato normale.
Perché pur rimanendo anonimo, Tyler era una persona speciale.
Per lui, per gli altri che capitavano nella loro vita.
Ragazze, ragazzi... tutti con dei problemi che chissà come raggiungevano Tyler. E Ty non poteva far altro che aiutarli.
Suonavano insieme, parlavano.
Dopo anche solo mezz’ora con Tyler e un paio della sue frasi spezzate, capivi quanto fossi fortunato ad averlo conosciuto.
Anche solo dopo quella mezz’ora. Anche solo dopo due frasi spezzate.
Jason capì che era geloso.
Perchè Tyler non sarebbe mai stato suo.
Jason si voltò, e nonostante pesasse tutto questo, rise.
Tyler suonava la chitarra, con gli occhi persi nel vuoto e un alone scuro di cioccolata intorno alle labbra.
Rise, e sempre ridendo, fece aderire le proprie labbra a quelle di Ty, mentre lui pronunciava la parola “amore”.
Lo ripulì dalla cioccolata con la lingua.
Tyler sorpreso, impiegò un poco a reagire. Poi sfiorò con la lingua quella di Jessy. Che a quel tocco si ritrasse.
- Ma.. perchè?-
- Tyler io.. non... se succedesse... cambierà.-
- È una vita che aspetto- Jason lo interruppe
- Lo aspetti da molto, lo so... Ma siamo se siamo già nascosti, se ci nascondiamo da tutti... quando sarai famoso... se pubblicherai quell’album sarà... difficile. Più di quel che è già.-
- Ma ci sarà qualcosa.-
- No, sarai seguito, osservato, fotografato... la tua vita sarà sezionata, i tuoi testi analizzati, Tyler.. non ci sarà più niente di nascosto.. non ci sarà più niente fra noi.-
Tyler suonò la musica di quella loro canzone.
E poi fecero l’amore.

***
Tyler smise di parlare.
Si strinse le braccia al petto; era sudato e aveva freddo.
Si sedette per terra e Jason se ne andò.
Senza un saluto, senza un sorriso.
I paparazzi scattarono foto a raffica, immortalando ogni istante di quella fine.
Di quella confessione.
Quella confessione, secondo Tyler, avrebbe dovuto allontanarlo dal mondo del rock.
Ma così non fu. Tyler rimase in vetta alle classifiche, vincendo due dischi di platino.
I suoi impegni si moltiplicarono in maniera esponenziale.
Tyler avrebbe voluto cercare Jason. Avrebbe voluto trovarlo, spiegargli tutto, baciarlo. Ma non poté.
La droga glielo impedì.