*TY*
capitolo 1
di
Assurda
-Voglio essere vivo.-
Con queste parole iniziava il suo canto. Dolce, monotono. Cantava per me.
Cantava per chi, come me, amava la sua voce, amava i suoi capelli. Per chi
amava il suo profumo, per chi lo amava.
E chi l’ha amato di più ora paga. Per il reato commesso. Per l’abominio che
è. Perchè ha privato il mondo di quella luce, di quella voce.
Perchè, lui, non c’è.
Più.
***
- Ehi, Ty, come va?-
Tyler bevve un sorso della cioccolata che gli stava davanti.
- Si tira avanti. Né più né meno che sempre.-
- Cazzo, amico mi hanno detto che sta per uscire il tuo primo album.-.
- Non è ancora sicuro...-
- Vedrai, uno in gamba come te lo fanno suonare, sicuro.-.
- Speriamo bene.-
Tyler bevve un altro sorso.
Il cappuccio della felpa nera era tirato su fino a coprire gli occhi. I
capelli biondi e un po’ unti spuntavano dai lati della testa.
Tyler non sorrise. Non sorrideva mai. Non proprio MAI, era solo raro vederlo
sorridere. Rideva, scherzava, ma non sorrideva.
Poche persone avevano visto il suo sorriso.
Una di queste era Jason che proprio adesso entrava nel locale.
- Ehi, Ty poco fa a chiamato quel tipo...-.
- Robin?-
- Sì lui. Dice che ai capoccia è piaciuto il tuo... coso... è ha detto che
l’album è cosa praticamente fatta.-
- Ah....-
- Ehi, fottuto stronzo, non sei felice?- l’energumeno di poco prima gli
diede un pugno sulla spalla.
- Sono... tranquillo... certo è una bella cosa... ma... vivevo lo stesso...
sì insomma... niente di che.-
Jason si sedette sulla sedia di fronte a Ty.
- Tyler, è una vita che aspetti... me lo dici sempre.-.
- Non aspettavo questo, ma è una bella cosa. Ne sono... contento...-
Ma Tyler sembrava poco convinto.
Jason gli scoccò un’occhiata: “Manda via questo tizio... TI PREGO”
Ty capì e spedì il tipo a comprargli un cd.
Come parecchie persone quel ragazzo lo adoravano e non era quasi mai un
problema fargli fare quel che voleva.
Appena il grosso ragazzo fu uscito Tyler allungò la tazza di cioccolata a
Jason, che bevve.
- Ty, ma sei sicuro...?-
- Ormai... la mia vita è cambiata?-
- Credo proprio di si.-
- Credo che non sarà lo stesso fra noi.- Tyler si abbassò il cappuccio.
- Credo anch’io- Jason osservò i capelli biondi e lucidi di Ty.
- Sarà colpa degli altri...-
- Sarà comunque diverso, colpa o no...- e incredibilmente, al contrario
delle sue previsioni, Jason riuscì a non piangere.
***
Ty stava sul palco, i capelli biondi come un’aureola.
Cantava a squarciagola, la bocca spalancata a pochi millimetri dal
microfono.
La folla teneva il ritmo con le braccia alzate, cantando insieme a Ty il
testo della sua ultima, famosissima e in vetta a tutte le classifiche
canzone.
Voglio essere vivo
Senza limiti
Siamo solo punti minuscoli del mondo
Siamo tanti e non ci conosciamo
Abbiamo regole
Regole stupide, a volte giuste
Amiamo, viviamo
Voglio vivere, vivere, vivere
Voglio amare
Chi della mia vita sa spiegare
Il perchè
Voglio gridare al mondo chi sono
Voglio essere libero di amare
Chi della mia vita sa spiegare
Il perchè con un bacio
Jason non ascoltò il resto, troppo preso ad osservare Tyler dal retroscena.
Sapeva a memoria quella canzone.
L’avevano scritta insieme, quel giorno al caffè.
Su un tovagliolino azzurro.
“Voglio essere libero di amare
Chi della mia vita sa spiegare
Il perchè con un bacio”
L’avevano scritta insieme.
Perchè... a loro non era concesso.
Loro, sapevano spiegare la loro vita baciandosi.
Due uguali metà che si completavano a vicenda. Anche se entrambi uomini.
La canzone era appena terminata.
Tyler chiedeva un bicchiere d’acqua agli assistenti dietro le quinte.
Qualcuno gli mise un bicchiere in mano e lo sospinse fuori sul palco. I
riflettori l’accecarono, impedendogli di vedere la folla che poco prima
distingueva chiaramente.
Camminò con il bicchiere di plastica ben in vista davanti a se. Lo porse a
Tyler.
Lui lo prese.
La folla chiassosa trattene il respiro. Muta all’improvviso.
Tyler sorrise.
Sorrise a Jason.
Lo tenne per mano mentre beveva l’acqua, e quando l’ebbe finita gli porse
con lo stesso magnifico sorriso il bicchiere vuoto.
Jason l’accartocciò infrangendo le speranze di centinaia di fan, che
desideravano lottare per avere quel bicchiere, che desideravano strapparlo
alla persona affianco per mostrarlo agli amici e suscitare invidia.
Ty lo guardava, sorridendo.
Lui che non sorrideva mai.
Gli teneva la mano.
Di fronte a centinaia di persone.
- Ty, lasciami.-
- No... adesso no.- disse nel microfono.
- Come adesso no? Lasciami o rovinerai tutto.-
L’eco della propria voce lo raggiunse Jason e per un attimo vacillò.
I riflettori l’accecavano, rendendo tutto irreale.
L’unica cosa di cui era certo, era la stretta della mano di Tyler.
La mano sudata di Tyler che stringeva la sua.
- Rovinerò TUTTO QUANTO, Jason.-
- Tyler, smettila di fare il coglione! Lasciami!-
- No, da ora mia più.-
- Col cavolo! LA-SCIA-MI!-
E Tyler lo lasciò.
Tyler non sorrideva più. E non gli avrebbe mai più sorriso.
Jason si rifugiò arrabbiato con se stesso e con Tyler dietro le quinte.
Con Tyler per quello che aveva fatto. Con se stesso per non essere restato
là, mano nella mano con lui. L’ultima, pseudo-fidanzata di Tyler gli chiese
spiegazioni.
Jason alzò semplicemente gli occhi, incrociando quelli verdi di lei. Lei
richiuse la bocca e voltò la testa.
Non riusciva a sostenere il suo sguardo.
Jason proseguì verso il bus tour. Raccattò la sua roba semimischiata a
quella di Tyler.
E pianse.
Pianse a lungo, fino a svuotarsi. Vuota era la sua vita perchè Tyler non era
più solo suo.
Era di milioni di persone. Chiunque poteva raggiungerlo, chiunque poteva
toccarlo.
Chiunque poteva sentire la sua voce, il suo canto.
Tyler era... suo. Si appartenevano.
O meglio si erano appartenuti.
Ora, solo Jason era di Tyler.
Tyler era di tutti.
Pianse. E uscì dal megacamper.
- JASON!- quella voce famigliare... quella voce...
- Tyler, vattene.-
- Perchè? Dove stai andando?-
- Il tuo spettacolo finisce fra un’ora, Tyler. Vai sul palco. Il pubblico ti
aspetta-
- Aspetterà. Dove vai?-
- Via, lontano. Da te.-
- Se te ne vai e piangi, forse non dovresti andare.-
- È giusto così. Fa male ma è giusto.-
- Lasciami spiegare.- Tyler fece un passo in avanti. Jason percepì l’odore
del suo sudore.
- NO! – fece un passo indietro - Sapevo che quello che c’era sarebbe
cambiato. E mi va bene. Adesso vado.-
Tyler alzò un braccio mentre Jason gli passava accanto.
- Ty...- fra i singhiozzi quella sillaba si sentì appena. Gli appoggiò la
testa sulla spalla.
Prese a succhiargli il collo
- Jason...- gli si piegarono un po’ le ginocchia e sentì i jeans tendersi.
- Devo andare...- Jason si allontanò di qualche passo.
- JESSY!!! No, no, no, NO.- gli corse dietro. – Non m’interessa se te ne sei
andato.-
- Tyler, VAI VIA.-
- Assolutamente no.-
- Taci, vai via.-
- Ma-
- VATTENE!! Lasciami in pace Tyler.-
- No. –
Un faretto li illuminò. La stampa, i giornalisti. Spettatori della vita
altrui, pronti a pubblicare quella di Tyler. Perchè Tyler era di tutti.
- Tyler, vai-
- Assolutamente no.- lo prese per un braccio, bloccandolo.
- Ascoltate.- disse ai giornalisti.
E cominciò a raccontare.
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