Tutto per
un biglietto di
Ki-chan
« mamma come puoi chiedermi una cosa simile? »
« oh piantala con queste scene, ti chiedo solo di portala a visitare la
città! »
« no mamma tu mi stai organizzando un appuntamento . è diverso! »
« sei insopportabile quando fai così! »
« io? . mamma, non sono io che ti sto organizzando appuntamenti al buio
da due mesi! »
« questo non è affatto una appuntamento al buio, ti chiedo solo di
accompagnare la figlia della mia migliore amica a visitare Milano . e poi
se tu non pensi a trovarti una compagna ci devo pensare io! »
« non è una tragedia anche se per un certo periodo rimango senza ragazza
. e poi scusa non ce la puoi portare tu a fare un giro? »
« lo sai che devo già accompagnare Greta . »
« beh portatevi dietro anche la figlia! »
« ma dai si annoierebbe da morire con due vecchiette come noi! »
« non sono problemi che mi riguardano! »
« ti sbagli, lo sono se ci tieni ad andare a Monza a vedere il gran
premio! »
« mamma questo è un ricatto? »
« no! Dico solo che non ho ancora deciso se prestarti i soldi per
comprare il biglietto . »
« ti odio quando fai così, lo sai? »
« certo sono tua madre . so tutto di te! »
« e allora dovresti sapere anche quanto mi da fastidio tutto questo! »
« ma io lo faccio per il tuo bene! »
« no tu lo fai perché, insieme alla tua amica Greta, ti diverti da
morire a combinarmi appuntamenti! »
« come la metti giù dura . e poi scusa non ti costringo mica con la
forza! »
La guardo ormai rassegnato, sono vent'anni che ci convivo e ormai ho
capito che quando fa così è impossibile farle cambiare idea. Sbuffo,
sperando che a quel gesto abbia un po' di pietà per me, niente.
Mentre mi dirigo verso la porta, spero, fino all'ultimo, che mi dica che
mi presterà i soldi senza dover uscire con questa Alessia.
Ovviamente non accade.
Lei e sua madre arrivano sabato mattina alla stazione.
Mia madre va a prenderle e io me ne guardo bene dal farmi trovare in casa
quando tornano. I patti sono chiari, devo portarla fuori a cena e
accompagnarla in giro la sera. Non ho intenzione di stare con lei un
minuto di più. Già devo trovare una scusa per svignarmela domani, dato
che la mia mammina ha avuto la brillante idea di invitarle a restare da
noi per il weekend. Che strazio.
Alle sei come promesso a mia madre torno a casa, pronto per uscire il
prima possibile. So già cosa succederebbe se rimanessi lì troppo tempo,
la cara amica della mamma direbbe che sono proprio un bel ragazzo,
comincerebbe a tessere le mie lodi. Questo se rimanessi lì dieci minuti,
se invece, malauguratamente, la mia sosta durasse di più allora
inizierebbe a raccontare delle volte in cui ci ha fatto visita che io ero
piccolo. Una vera tortura che termina sempre con la sua mano attaccata al
mio posteriore. Ma dico io, non si vergogna alla sua età?
E mia madre cosa fa? Ride! La prima volta ci sono rimasto malissimo, ora
ciò fatto l'abitudine e so benissimo quando e come mi toccherà il
sedere. E rassegnato non posso fare altro che permetterglielo.
Mi chiedo cosa mi farebbe se restassi da solo in una stanza con lei . beh
meglio non pensarci. Poi questa volta mi tocca anche scarrozzare in giro
la figlia, spero non sia come la madre, non vorrei passare la serata con
una mano sul sedere.
Entro in casa, facendo più rumore possibile, sperando che mi sentano e
interrompano la conversazione così che mi presentino la malcapitata in
fretta. A quel punto la prendo e la trascino fuori a tempo di record. Raggiungo
la sala dove mi stanno aspettando, ma vedo solo mia madre e la sua amica.
Per un istante mi illudo che Alessia abbia avuto il buon gusto di non
venire.
« oh ciao . arriva subito, è andato un attimo in bagno! »
andato??? Perché a usato il maschile??? Tempo di finire la frase che un
ragazzo sbuca dal corridoio. Io sbianco. Alessia sarebbe questo tipo??? Il
ragazzo più carino e affascinante che io abbia mai visto??? Lui continua
a fissarmi con un mezzo sorriso stampato sul viso. La mia espressione deve
essere molto buffa, ma certo non mi aspettavo una sorpresa simile.
Mia madre però mi chiarisce ogni dubbio dicendo:
« ti presento Andrea . vedi Alessia ha l'influenza così Greta ha portato
suo figlio . ma credo che vi presenterete da soli mentre lo porti fuori a
cena! »
io sogghigno soddisfatto mentre lo trascino fuori. Quando siamo sulle
scale comincia a parlare e mi chiede
« perché sei così felice? Dovresti essere triste perché ci sono io al
posto di mia sorella »
mi colpisce la bellezza della sua voce bassa e sensuale che si accorda
perfettamente al suo atteggiamento tranquillo e allo stesso tempo
malizioso. Poi rispondo sorridendo divertito.
« sono soddisfatto perché mia madre ci deve essere rimasta malissimo.
Con tutta la fatica che ha fatto per combinare questo appuntamento! Mi
dispiace non aver visto la sua faccia quando ha visto che eri un ragazzo!
»
« più o meno è stata uguale alla tua quando mi hai visto, è sbiancata!
»
comincio a ridere come un pazzo e tra le risa riesco a dire « me lo
immagino » sempre molto calmo, quando smetto di ridere, ricomincia a
parlare.
« ma scusa se non volevi uscire con mia sorella perché hai accettato? »
« mi ha costretto con un ricatto! »
questa volta è lui a ridere, una risata lieve quasi accennata.
« e sentiamo in cosa consiste il ricatto? »
« mi dovrebbe prestare il soldi per andare a Monza a vedere la formula 1
. tu piuttosto perché sei venuto?»
« volevo vedere Milano »
« tutto qua? »
« si! Perché ti sembra così strano? »
« sinceramente si »
« se preferisci ti dico che sono venuto per conoscere te! »
« beh sinceramente non capisco nemmeno questo! Ma sono contento che tu
sia venuto al posto di tua sorella! »
« lo prendo come un complimento! »
« lo è! »
Lo porto in una pizzeria che mi ha consigliato un mio amico, spero sia
decente.
Il locale è un buco. Nel vero senso della parola. Uno schifo. Potrei
andare avanti con questo elenco per molto tempo. L'unico lato positivo è
che è a due passi dal centro.
Oltre a noi ci sono altri due tavoli. E stiamo pure stretti.
L'arredamento è tutto in legno, il che va anche bene in inverno ma in
estate è una tortura.
Sedie non ce ne sono, solo panche. Alle pareti ci sono degli specchi. Sono
allo stesso tempo affascinato e disgustato da quelle strane superfici che
dovrebbero essere specchi. Dico dovrebbero perché non riflettono molto
anzi, sembra che non li puliscano da anni, mi chiedo se questo effetto sia
voluto oppure non hanno voglia di pulirli. Meglio se non ci penso
altrimenti perdo il mio già precario auto controllo e grido.
Lui non dice nulla a riguardo. Si limita a mangiare e a rispondere alle
domande che gli faccio. Devo dire che è un ragazzo molto tranquillo,
forse è più esatto dire imperturbabile. Affascinante, sicuramente. Il
ragazzo più bello che abbia mai visto. È più grande di me, sia
fisicamente che d'età.
Parlo a ruota libera, senza freno, mentre penso che sia un ragazzo
meraviglioso e che mi piace un sacco e che mia madre per una volta a fatto
una cosa giusta.
Certo involontariamente, dato che non sa che sono bisessuale, me ne sono
guardato bene dal dirglielo altrimenti mi organizzerebbe appuntamenti
anche con i figli delle sue amiche non solo con le figlie.
Finito di mangiare usciamo. Mi fermo appena fuori dalla pizzeria per
fumare e godermi il magnifico cielo stellato di questa strana serata di
inizio estate. Ci sediamo su un muretto non molto lontano, riparato dalla
luce dei lampioni. Si siede accanto a me e mi chiede una sigaretta, mi
volto e gliela porgo. Mentre la accende non posso fare a meno di
guardarlo, ammirarlo oserei dire. Se ne accorge e alza i chiarissimi occhi
su di me. Mi guarda dubbioso, potrei quasi vedere i punti interrogativi
materializzarsi attorno alla sua testa. Non riesco a trattenere un
sorriso. è un ragazzo bellissimo, capelli ricci, tenuti legati da un
nastro, bocca sottile, occhi azzurri quasi grigi e la pelle chiara. Il
corpo è muscoloso e armonioso. È molto alto, uno spettacolo per gli
occhi.
« grazie »
mi trema la voce! Cosa mi sta succedendo? Adesso mi agito anche?
Si volta verso di me stupito prima di dire « sarei io a doverti
ringraziare . per la sigaretta »
non ha capito nulla. Dopotutto cosa pretendo, chiunque non avrebbe capito
cosa volevo dire con quel grazie.
Evidentemente i drink che ho bevuto poco prima mi sono andati alla testa,
non ho mai sopportato molto bene l'alcool, perché cerco in qualche modo
di spiegargli cosa intendevo con quella parola. Assurdo, mi stupisco da
solo, io che dico ad una persona, che mi ha presentato mia madre, che mi
piace che ho passato una splendida serata in sua compagnia e lo ringrazio
di questo. È pura fantascienza, eppure sta accadendo in questa notte
stellata.
Non ci mette molto a capire cosa intendevo dire, non è certo imbranato.
Si alza e mi si piazza davanti.
Perché??
Mi guarda fisso negli occhi, così intensamente da farmi abbassare lo
sguardo. Non mi era mai successo di non riuscire a sostenere lo sguardo di
qualcuno. Mi fa uno strano effetto questo ragazzo. Mi sento debole e
vulnerabile. Mi sento in qualche modo inferiore. Ma stranamente questa
sensazione mi piace. Sono proprio strano.
Mi sfiora le labbra con le sue. Una lieve carezza che presto si trasforma
in un vero bacio . bellissimo ma purtroppo troppo breve per i miei gusti.
Allora tento di riavvicinare le mie labbra alle sue, ma lui si allontana e
con un sorriso sulle labbra mi dice:
« sono venuto qui per vedere la città . e non mi sembra di aver visto
molto finora »
io mi sento mancare e per poco non cado dal muretto.
Come può pensare a visitare Milano in questo momento? È vero che è una
bella città però.
Lo guardo allibito prima di rispondere
« ti porto domani a vedere la città, non c'è fretta! »
dal mio tono si intuisce che sono incredulo e seccato ma lui non si
scompone affatto, anzi, sorride e mentre mi trascina via dice:
« lo so che mi porterai anche domani »
lo accompagno un po' in giro, gli mostro il Duomo illuminato, la scala, la
Galleria e altre cose nei pressi del centro. Dopotutto è divertente anche
scarrozzarlo in giro facendogli da cicerone, mentre lui si diverte un
mondo a prendermi in giro.
Mentre cammino mi sento tanto una di quelle guide che vanno in giro a
mostrare la città a una mandria di turisti.
Mi diverto un casino facendo l'imbecille in mezzo alla piazza. Passanti mi
guardano malissimo o sghignazzano, i piccioni se ne guardano bene dal
strami vicino e lui ride fino a farsi venire le lacrime, non sembra
nemmeno lo stesso ragazzo serio e imperturbabile che ho portato in
pizzeria.
Gli dico che devo andare in bagno, non è vero ma ho bisogno di due minuti
da solo per pensare e calmarmi un po' perché quel ragazzo mi fa impazzire
e mi sento tutto eccitato, e non solo in senso metaforico. così ci
dirigiamo alla Rinascente, poco distante e soprattutto aperta anche a
quest'ora, per cercare i bagni
Trovarli è un impresa, ma alla fine ci riusciamo e per fortuna sono
grandi e puliti. Apro la porta e sto entrando quando lo sento spingermi
con il corpo.
Richiude la porta alle sue spalle continuando a cingermi la vita con un
braccio.
Mi sa che si è accorto che effetto mi fa e adesso è qui che mi bacia il
collo in un modo talmente dolce e sensuale allo stesso tempo che mi piace
da impazzire.
Mi ritrovo contro la porta e non capisco nemmeno come ho fatto, ma non mi
interessa neanche tanto, ci baciamo. Sento il suo corpo contro il mio, le
sue mani che vagano al di sotto della stoffa della camicia.
Comincia a sbottonarla e a baciarmi i pettorali.
Mi posa poi la mano tra le gambe e mi accarezza attraverso i jeans prima
di slacciarmeli e introdurre la mano. E io mi sento in paradiso. Buffo
vero? Sono in un bagno di un grande magazzino e lo ritengo il paradiso.
Beh però ho accanto un angelo, un angelo che sa fare certe cose molto
bene.
Il tocco esperto della sua mano mi porta presto all'orgasmo. Sfinito mi
appoggio alla porta mentre lui continua a baciarmi.
Dopo poco mi sistemo e usciamo dal bagno. Esce prima lui e si dirige
subito ad un lavandino e si lava le mani. Quando anch'io esco vedo che c'è
un uomo che mi sta guardando malissimo. Io non capisco. Un po' dubbioso
vado anch'io a sciacquarmi le mani.
Evidentemente Andrea capisce i dubbi che mi frullano in testa e prima di
uscire mi si accosta e mi sussurra
« evidentemente prima hai fatto un po' troppo rumore »
esce dalla porta ridendo e io, che ho capito benissimo cosa volesse dire,
divento a dir poco bordeaux prima di cominciare a ridere a mia volta.
Prima di uscire dal bagno, però, mi volto verso l'uomo e lo saluto
mandandogli un bacio con la mano. Sento le sue grida alle mie spalle
mentre esco, ma non ci faccio molto caso.
Camminiamo per le vie di Milano per tutta la sera.
Ormai stanchi ci sediamo su una panchina di corso Vittorio Emanale per
decidere cosa fare.
« potremmo tornare a casa . che ne dici? »
io ci rifletto un po' e poi penso che non sarebbe affatto male finire
quello che avevamo cominciato nei bagni. Dopotutto le nostre madri non
potranno certo dire niente se dormiamo nella stessa stanza . beh dormire .
quello che crederanno loro!
- fine -
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