I personaggi non sono miei, io ho solo preso possesso dei genitori di Rukawa e Sakuragi che ho fatto, sadicamente, innamorare e far fidanzare giusto per incasinare la vita ai due poveretti...
Tutta colpa dell'amore
Parte II - Ma perchè proprio a me?!
di Athenachan
- Mamma... scusa ma... perché RUKAWA è qui? – domandò il povero Hanamichi fissando come un indemoniato il suddetto moretto che sonnecchiava sul SUO divano – Tesoro... te l’aveva detto che il figlio di Kyosuke era un... – cominciò sua madre ma il figlio la interruppe - ... allievo dello Shohoku... ma non mi avevi detto che era anche della squadra! – borbottò il ragazzo lanciando fulmini nella direzione di Rukawa che continuava imperterrito a dormire. - Oh e così tu sei Hanamichi! Piacere io sono Kyosuke! - si presentò l’uomo che, fino a quel momento, il rosso non aveva notato anche se era alto e assomigliava in modo impressionante al compagno di squadra per l’aspetto: capelli corvini, occhi blu e pelle color alabastro. – Mi scusi! Ero solo... – cominciò, ma il moro sul divano che fino a quel momento aveva sonnecchiato si sentì tirato in causa - ... stupito di vedermi qui... Idiota? – lo provocò – Kaede! Non insultarlo... mi risulta che sia pure un tuo compagno di squadra! – lo rimproverò il padre – No papà... è solo un Idiota che si crede un Genio – dichiarò al padre prima di ricadere nel suo mutismo – Quanto ti odio dannata Volpe Scema! – gli sbraitò contro Hanamichi prima di sedersi di fianco al suddetto, ovviamente, a debita distanza dato che sua madre aveva pensato bene di sistemarsi di fianco a Kyosuke. - Allora ragazzi... così siete nella squadra di Basket della scuola giusto? E ditemi... andate d’accordo vero? – chiese la mamma di Hanamichi guardando il figlio con gli occhi lucidi e brillanti, probabilmente voleva l’assoluta certezza che, ora che Kyosuke e il figlio sarebbero diventati membri effettivi della famiglia, suo figlio si trovasse bene – Eheh... ma certo mamma! Giusto qualche battibecco ma io e la Volpe siamo come Cip e Ciop! – esclamò il rosso abbracciando le spalle di Rukawa che scattò come una molla al contatto, ma notando come la madre del Do’aho li fissava cercò di fare il disinvolto – Nh... si – si sentì il dovere di aggiungere per tranquillizzare suo padre. - Bene sono contenta... anche perché la prossima settimana io e Hana ci trasferiremo da voi! – esclamò la donna abbracciando il suo Kyosuke che ricambiava la stretta. I due erano inconsapevoli del salto che i loro rispettivi figli avevano avuto: Hanamichi aveva allargato gli occhi a dismisura e la mandibola a terra che non voleva assolutamente tornare al suo posto, mentre Rukawa, nonostante fosse molto bravo nel mascherare quello che provava, si lasciò sfuggire una lieve espressione perplessa e confusa... cosa sarebbe successo tra una settimana? Probabilmente il Do’aho avrebbe dato di matto. - Ah... davvero? Che bello! Vero Rukawa? – formulò non appena ebbe ritrovato il controllo della sua mandibola, l’altro annuì cercando di sembrare convincente – Hana perché non cominci a chiamarci per nome? In fondo saremo sotto lo stesso tetto tra pochi giorni! – esclamò allegro Kyosuke scompigliando i capelli alla donna al suo fianco – Si hai ragione... Kyosuke – annuì il rosso cercando di guardare ovunque fuorché nella direzione di Rukawa – Bene... ah Kaede! Non te l’avevo ancora detto ma... siccome la stanza degli ospiti è diventato l’armadio di Yoko – si stava riferendo alla madre del Do’aho – Hana condividerà con te la tua stanza! Non sei felice? Così diventerete più amici di quanto non siate già! – esclamò felice l’uomo come sempre inconsapevole dell’occhiata, stavolta sconvolta, che il figlio gli rivolgeva. La vedeva male... ma veramente male... come avrebbe fatto a resistere nella stessa camera della Volpe fingendo di essere amici ogni volta che i genitori li vedevano insieme? Oddio sarebbe esploso nel giro di due giorni... anzi no! Meno di tre ore! - Ehi Do’aho – lo richiamò Rukawa appena l’allegra coppietta si imboscò in cucina – Cerca di non parlare a nessuno di quello che succederà dalla prossima settimana... o giuro che è la volta che ti ammazzo! E non ti azzardare nemmeno a fare il mio nome a quei tuoi assurdi amici appena ti chiederanno chi è il figlio di mio padre – sibilò il ragazzo fulminandolo. Accidenti! Se la Volpe aveva parlato così tanto tutto in una volta voleva dire che la situazione non era facile neanche per lui... beh almeno non avrebbe dovuto lottare da solo per fingere. La Kitsune poteva stare tranquilla... nemmeno tra un milione di anni avrebbe fatto sapere che sarebbe stato costretto a dividere casa e persino camera con lui! Intanto, anche se non lo sapevano, un identico pensiero attraversò le loro menti esasperate “Ma cosa ho fatto di male per meritarmelo?! Che qualcuno mi dica che è un incubo!” ma nessuno pareva risvegliarli e, dopo l’ennesimo pizzicotto sul braccio, entrambi si misero a litigare per che cosa vedere alla televisione nell’attesa che gli imboscati tornassero a farsi vivi.
Continua...
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