Disclaimers: SD è sempre del sommo Inoue... sigh! ;__; 
Note: Questa è la fic + lunga che abbia mai scritto! ^^ Per i primi capitoli sembra abbastanza "normale", ma poi cambia radicalmente genere... Altamente sconsigliata ai deboli di cuore e ai sani di mente!

Allora... 
*...* pensieri diretti del personaggio
-...- parlato 
<...> della "vocina interiore"
[...] presente nell'ultimo capitolo, indica le azioni che compie Hanamichi.

E' proprio tutto ora! C&C sono apprezzatissimi!



Tu sei solo mio

parte XV

di Eshty


Il cielo terso si contrapponeva nettamente con lo stato d’animo delle persone silenziosamente sedute nella cucina di casa Akagi.

Il pomeriggio proseguiva con l’incessante andirivieni di coloro che volevano portare le proprie condoglianze; vicini, parenti, amici, conoscenti, professori, compagni. Ognuno di loro faceva le stesse affermazioni...

- E’ un fatto tremendo... -

- Era ancora una bambina... -

- Era tanto buona e simpatica, una così brava ragazza.. -

- Chi mai avrebbe potuto volerle male? -

*Be’, qualcuno c’è stato che la odiava, visto che l’hanno ammazzata, no?* pensava Hanamichi, ormai sull’orlo di un esaurimento. Ma per quanto ci rimuginasse sopra, doveva ammettere che anche lui non riusciva a capire chi potesse essere stato e perché. 

<Intendi far finta di nulla ancora per molto?>

*Che intendi dire? *

<Tu sai benissimo chi è stato.. >

*Ma.. perché? Non c’è motivo, lui vuole me! *

<Ma lei è stato il tuo primo, vero amore. A causa sua tu inizialmente lo odiavi, a causa sua durante il primo periodo della vostra storia tu eri insicuro, a causa sua tu...>

*Ok, basta, ho capito... ho capito... Lui l’ha uccisa per colpa mia...*

<Ma che stronzate vai blaterando?!? Lui l’ha uccisa perché è pazzo, perché è pericoloso!>

*....*



Vicino all’ex capitano, nel tentativo di lenire il suo dolore, era presente tutta la squadra dello Shohoku, l’armata Sakuragi, Sendo, Uozumi, Koshino e anche Nicholas. Quest’ultimo, per quanto avesse conosciuto per poco il fratello di Haruko, parlandoci raramente, ne era rimasto colpito; lo considerava una persona da ammirare, con un grande senso di responsabilità e la capacità di fare tutto ottenendo i massimi risultati.

*Verrà qui..* pensò il rossino. Era sicuro; Rukawa sarebbe andato a portare le sue false condoglianze, conscio del fatto che solo lui aveva capito la verità. *Cosa farò quando sarà qui, quando me lo troverò davanti... sapendo che LUI ha ucciso Haruko? Cosa? COSA??....*

- Takenori, c’è un tuo compagno di squadra, Rukawa Kaede... lo faccio venire qui? - chiese la signora Akagi, stringendo tra le mani una foto incorniciata della figlia appena scomparsa.

- Sì, grazie mamma - rispose gentilmente lui.

Hanamichi sentì il cuore fermarsi, per poi riprendere la sua corsa. Yohei, seduto vicino a lui, gli posò una mano sulla spalla, non sapendo che quello che stava provando il rossino non era paura, ma odio. 

- Akagi... - disse Kaede, fermandosi sulla soglia.

- Entra Rukawa, accomodati pure - 

- No, grazie, sono di passaggio. Volevo porgerti le mie condoglianze.. - gli rispose con voce atona.

- Ti ringrazio... -

- Non devi. Morire uccisa con tale ferocia, in riva al mare... - 

- Già... -

Ci fu un attimo di silenzio, poi Hanamichi non ce la fece più.

- Vattene.. bastardo, vattene! - urlò rivolto a Rukawa

- Sakuragi! Sappiamo cosa è successo, però ora.. ti prego, per rispetto verso Akagi... - lo rimproverò con ferma dolcezza Ayako. Sapeva che il rossino aveva subito delle vere e proprie torture da parte del volpino e aveva tutto il diritto di non volerlo vedere, ma in quel momento il dolore di Takenori aveva la precedenza su tutto.

- Non è per me, non è per ME! Ai giornali hanno detto nulla sull’omicidio? No. Per radio? No. Nemmeno noi sapevamo dove era stata uccisa Haruko, nessuno di noi! Ce lo hanno detto DOPO che siamo entrati qui, pochi minuti fa! E ALLORA LUI COME DIAVOLO FA A SAPERE CHE E’ SUCCESSO IN RIVA AL MARE?!?! -

Un silenzio spettrale si abbatté sui ragazzi presenti, nessuno voleva nemmeno pensare a cosa significasse ciò che aveva detto Hanamichi.

- E’ tutto nelle tue mani, Hana kun - gli disse il volpino, rivolgendogli un sorrisetto cinico.

- BASTARDO! TU SEI SOLO UN BASTARDO! - gli gridò inferocito, ma Rukawa era ormai uscito dalla porta. 

Nuovamente il silenzio piombò tra i presenti. Lo shock era stato troppo forte. Che il volpino non fosse sano di mente lo sapevano, tutti sapevano cosa aveva dovuto subire Hanamichi.... ma un omicidio.... quella era un’altra storia...

- Lui.... è stato... è stato lui??? - chiese Akagi, guardando il pavimento e stringendo le mani a pugno.

- Sì - rispose mestamente il rossino

- Io lo ammazzo! - urlò rabbioso l’ex capitano, scattando in piedi e dirigendosi come una furia verso la porta.

- No - 

Sakuragi si piazzò davanti a lui, impedendogli di passare.

- Non ci sono prove, non ne ha lasciate. Probabilmente ha bruciato i vestiti e tutto ciò che poteva ricollegarlo a... ad Haruko - e dopo aver inspirato profondamente, continuò - è tutta colpa mia, senpai, solo mia.... -

- Ma.. Hana kun.. tu che c’entri? - chiese confuso Mitsui.

- Haruko è stata il mio primo amore, inizialmente la mia relazione con Kaede è stata.... difficile, proprio perché c’era ancora lei nel mio cuore, perché non volevo accettare la mia omosessualità. Rukawa ha aspettato e ora si è vendicato.... - e abbassò lo sguardo, mentre le lacrime iniziavano a solcare il suo volto.

Takenori gli posò le mani sulle spalle e con voce calma lo rassicurò:

- Nessuno, nessuno pensa che sia colpa tua, men che meno io. Rukawa è pazzo, lui l’ha colpita, lui l’ha uccisa. Se l’ha fatto perché pensa in modo distorto di amarti, non posso certo dare la colpa a te.. Anche tu.. come Haru chan, sei vittima di quel bastardo.... -

- Capitano.... - bisbigliò Hanamichi, in ricordo dei tempi andati - Datemi 24 ore... poi andremo alla polizia e racconteremo tutto.... -

- Cosa vuoi fare? - chiese Sendo, intuendo ciò che aveva detto il rossino tra le righe.

- Non lo so ancora.... ma qualcosa farò -

- Scordatelo! Lo vuoi capire che è pazzo? Che non ci si può ragionare?! Lui.... Takenori scusami ma devo dirlo, lui ha già ucciso! Potrebbe... potrebbe fare lo stesso con te... - disse Ryota, spaventato all’idea che Sakuragi commettesse qualche follia.

- 24 ore.... datemi 24 ore - ripeté Hanamichi. Il suo tono era determinato, sicuro. Doveva parlare con la kitsune, doveva avere la prova che non c’era più nulla da fare, che la sua mente non era più recuperabile. A quel punto, e solo a quel punto, avrebbe accettato di farlo andare dietro le sbarre, se non per l’omicidio di Haruko, almeno per il suo sequestro, le violenze subite e le minacce neanche troppo velate. Ma solo a quel punto.

- Fai ciò che devi - disse Nicholas, a bassa voce. Non voleva che il suo ex ragazzo morisse, non voleva che incontrasse Kaede, non voleva rischiare di non vederlo più. Ma sapeva che Hanamichi aveva BISOGNO di fare quello che aveva in testa, altrimenti non sarebbe mai riuscito a scrollarsi di dosso il senso di colpa che provava. 

Nessuno osò fermarlo quando, dopo aver sorriso dolcemente a tutti, uscì. 



Era già tardi, il buio della sera avvolgeva le vie della città rendendola romantica e contemporaneamente spettrale. 

* Ora è il mio turno d’agire.... *

<Sono d’accordo con te >

*Allora facciamo questa pazzia? *

<... Sì >

Guardò in alto, il cielo era splendente.

* In una notte come questa.. con la luna e l’intero firmamento più luminosi che mai, non è male morire.... *

<Tu non vai a morire.. vai ad evitare l’arrivo della morte... >

Sospirò lievemente, poi iniziò a correre verso la casa di Rukawa.



Il volpino stava seduto nel buio della sua abitazione, in attesa di quello che sapeva sarebbe successo.

Hanamichi sarebbe venuto lì.

Avrebbero ricominciato la loro storia d’amore dall’inizio, questa volta senza intoppi.

*Dovrei uccidere anche Sendo... per colpa sua l’avevo quasi perso...*

Il campanello suonò, rimbombando in quella casa silenziosa.

*E’ arrivato... *





Nel frattempo...

- Mi scusi, dovrei parlarle... - disse con una voce preoccupata e agitata. Dovevano fare presto, presto!





- Sei qui.. sapevo che saresti venuto.... - disse Kaede, aprendo la porta. 

Hanamichi lo fissava senza proferir parola. Ora che era davanti a lui, non sapeva cosa fare.

- Sì - rispose meccanicamente. Doveva prendere tempo e farsi venire un’idea. 

Si andarono a sedere sul divano. Rukawa aveva preparato tutto per il suo ricongiungimento con il rossino; fece il giro della stanza, accendendo le candele che aveva disposto in circolo intorno a dove si sarebbero seduti.

- Ricordo che ti piaceva la luce delle candele - sussurrò all’orecchio di Hanamichi, baciandolo subito dopo.

*E ora.. cosa devo fare? Lui crede.... che sia venuto per stare con lui?!? * si stava chiedendo nel frattempo Sakuragi, attonito. 

- Tu mi ami, vero Hana kun? - gli chiese con un sussurro Kaede.

Poi, senza aspettare risposta, continuò:

- Tu sei mio, vero Hana kun? Tu sei e sarai mio per sempre... vero Hana kun? -

Sakuragi si rese conto di essere in una brutta situazione, ma se ne accorse troppo tardi. Per terra erano sparse schegge di vetro, alcune abbastanza grandi da poter essere usate come arma, e anche cocci di vasi. Se a Rukawa fosse venuto qualche dubbio, qualche lampo di follia.... 

- Allora? - domandò spazientito il moretto.

- Certo, che domande fai? - gli rispose sorridendo nervosamente.

- Che c’è Hana kun? Sei strano... -

*Ah, sarei io quello strano? * 

- Nulla Ka chan, sono solo un po’ stanco -

- Immagino. Ti sarai annoiato a casa di Akagi... tutta quella gente solo per la morte di quella sciaquetta.. -

- Non chiamarla così! - sbottò Hanamichi iracondo. Quando capì di aver sbagliato a dire quella frase era troppo tardi. Rukawa era rientrato pienamente nel vortice della follia. 





Contemporaneamente...

- Arrivo subito - rispose e riattaccò il telefono. Avevano sbagliato, adesso dovevano rimediare.





- Cosa?!? COSA HAI DETTO?!? - sbraitò il volpino - Tu.... tu mi stavi ancora prendendo in giro! TU NON MI AMI! -

Hanamichi non sapeva più cosa fare... ma se proprio doveva morire, lo avrebbe fatto dicendo la verità.

- Ti amavo.... Amavo quella tua dolcezza che conoscevo solo io. Amavo quella tua passione che conoscevo solo io. Amavo quei sorrisi che potevo vedere solo io. Amavo anche i tuoi silenzi alla fine.. ma non posso amare la tua follia, questo no! E non potrei mai amare uno che ha ucciso una ragazza innocente! MAI, hai capito?! -

Rukawa non aspettò oltre. Aveva sentito quelle parole, ma non si era ancora reso conto del loro significato. Se solo avesse accettato di farsi curare....

Si gettò sul rossino, afferrando un pezzo d’una lastra di vetro affilata e mirò alla gola. Sakuragi riuscì a bloccargli il braccio, ma sapeva che non avrebbe potuto reggere a lungo. La posizione era a suo svantaggio, infatti era sdraiato con la schiena a terra e con Rukawa sopra di lui. In più Kaede sembrava animato da una forza incredibile, alimentata dall’insanità mentale.

- Non mi vuoi? Non mi ami? E allora muori! - gli urlò tra le lacrime di odio che gli solcavano il viso. 

*Non è più il ragazzo che amavo... Io.. sto per morire... non voglio! Non voglio! *

<Cerca di resistere, tieni duro! > lo incitava la sua inseparabile vocina interiore. 

Ormai il braccio gli doleva e la punta di vetro si stava avvicinando sempre più verso la sua giugulare. Gli rimanevano pochi istanti di vita, lo sapeva. Non avrebbe visto il nuovo giorno. Ricordò con un flash tutte le cose che avrebbe perso; il sorriso di Nicholas, i pugni in testa dal Gori, i consigli di Megane kun, le uscite con Mitchy, i litigi con Miyagi, le sventagliate di Ayako, le risate con l’armata, i pomeriggi in palestra, le partite, il gelato d’estate, il bagno di notte d’inverno, le ubriacature, le risse, gli amici... Avrebbe perso tutto questo. Gli occhi si inumidirono, ma trattenne il pianto che stava per scoppiare. Voleva morire con dignità. Voleva ricordare fino all’ultimo istante....



- Fermo! -

Un colpo di pistola. 

Kaede non era più sopra di lui. 

*Cosa è successo? *

Si guardò intorno, intontito dal rumore dello sparo scoppiato a poca distanza da lui.

Vide i lampeggianti della polizia, gli agenti che facevano irruzione nella casa, il giovane uomo in divisa che teneva in pugno la pistola... Si girò a guardare Rukawa. Era vicino a lui, immobile. Tremando si sporse verso il suo viso, cercando di capire se.. 

- Ha.. Hana... - mormorò il moro.

- Kaede.. -

- Ti amo... tu... tu sei mio... per sempre.. ricordi? -

*Sì*, pensò. E come avrebbe mai potuto dimenticare?

Un dottore si avvicinò al ragazzo, iniziando a prestargli le dovute cure. 

*E’ finita... in un modo o nell’altro.... è finita.... *







Qualche giorno dopo....

- Quindi avete chiamato i genitori di Kaede? - chiese Hanamichi

- Sì, non ce la siamo proprio sentiti di lasciarti andare allo sbaraglio da quel pazzo - gli disse Mitsui.

- Il padre si è subito agitato e ha chiamato la polizia, da cui si è fatto scortare fino a casa.. per fortuna sono arrivati in tempo.... - continuò Miyagi.

- Già... ancora poco e... - ma Sakuragi preferì non terminare la frase.

Rukawa si era salvato. Il padre e la madre, di comune accordo, decisero di trasferirsi in America e di affidarlo alle cure di uno specialista. 

Nicholas aveva deciso di tornare anche lui in madre patria, proseguendo gli studi là. Aveva capito che comunque Hanamichi non lo avrebbe mai corrisposto.

Lo Shohoku vinse il campionato nonostante l’assenza del volpino e festeggiarono in grande stile. Molti di loro furono chiamati nella squadra nazionale.

- E così si è tutto risolto, eh? - gli chiese Hisashi.

- Sembrerebbe di sì - gli rispose sorridendo il rossino.

- Se ti invitassi a bere qualcosa insieme? - 

- Volentieri, ma.. per ora solo amici, ok? -

- Ok.. per ora.... - e insieme risero di cuore, felici della tranquillità tanto duramente conquistata.



Fine quindicesima parte

(continua....)



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