Disclaimers: SD è sempre del sommo Inoue... sigh! ;__; 
Note: Questa è la fic + lunga che abbia mai scritto! ^^ Per i primi capitoli sembra abbastanza "normale", ma poi cambia radicalmente genere... Altamente sconsigliata ai deboli di cuore e ai sani di mente!

Allora... 
*...* pensieri diretti del personaggio
-...- parlato 
<...> della "vocina interiore"
[...] presente nell'ultimo capitolo, indica le azioni che compie Hanamichi.

E' proprio tutto ora! C&C sono apprezzatissimi!



Tu sei solo mio

parte XIII

di Eshty



Assorto com’era dai suoi ricordi, Hanamichi non si accorse che il volpino si era allontanato da lui, andandosi a sedere sotto il canestro. Come quel giorno di tanto tempo prima, le condizioni meteorologiche non erano delle migliori, con un cielo coperto da cupe nubi cariche di pioggia. 



- Sì, ricordo... - disse Sakuragi, a bassa voce. Come avrebbe potuto dimenticare la loro prima volta? Un angosciante pensiero si fece strada nella sua mente, tanto rapidamente che quasi non se ne accorse; da quel pomeriggio Kaede era rimasto con lui.. e lo sarebbe rimasto per sempre. In ogni modo. 

- Non vorresti che tornasse tutto così? - gli chiese Rukawa.

Hanamichi non rispose. Voleva con tutto il cuore poter tornare indietro, a quei giorni felici, ma era possibile? Era giusto? Si sentiva confuso, la mente improvvisamente inondata di mille ricordi.

- Lasciami il tempo di pensare... - gli chiese, tenendo sempre gli occhi chiusi.

- Pensare a cosa? -

- Kaede... sai che quello che mi hai fatto.. non è normale, vero? - disse il rossino, aprendo gli occhi di scatto e fissando il suo ex ragazzo.

- Io ti amo.. tu mi ami.. so solo questo - rispose l’altro, guardandolo con la sua solita espressione indecifrabile. Doveva soppesare ogni parola, non doveva tradirsi. Mentre Sakuragi si era perso nel ricordo di quel giorno, lui aveva preso una decisione... la migliore, la più giusta. (secondo lui, ovviamente ^^;; NdA) Ora doveva attuarla, per cui non poteva permettersi errori. Tutto doveva andare come aveva deciso.

La pioggia iniziò a cadere dapprima silenziosa, poi con uno scrosciare incessante. I due ragazzi guardarono in alto, ognuno cullato dai propri pensieri. Solo che questi pensieri erano molto differenti....



Come erano arrivati lì, nello stesso modo se ne andarono; in silenzio. Non si salutarono, non ce n’era bisogno. Hanamichi era sereno, era certo che Rukawa non lo stava seguendo per fargli del male. Lo aveva guardato negli occhi e vi aveva letto una totale tranquillità, come se avesse raggiunto il nirvana. 

*Forse, insomma.... Potremmo... Ah, fosse per il mio cuore.... lui ha già scelto di tornarci insieme... nonostante tutto...*

<Scordatelo>

*Ma... *

<Ma che ma e ma! Ti lasci convincere per così poco?! Per un ricordo di più di un anno fa?! Hai sentito quello che gli è successo... Mi spiace davvero per lui, sono cose che non dovrebbero succedere a nessuno, ma evidentemente non ne è rimasto solamente scosso... è completamente cambiato a causa di quell’esperienza. Ora ragiona come il bastardo che gli ha fatto del male; tu sei mio perché così ho deciso io, tu e io siamo una cosa sola perché lo voglio e se non ti sta bene ti pesto. Nel suo caso anzi, ha cercato di ucciderti!>

*...*

<Tra l’altro... ti ricordo che ti sei dimenticato di chiedergli alcune cose...>

* Cioè? *

<Che so... come è uscito da quella situazione? Che fine ha fatto quel tipo? Se lui è poi stato in cura da uno psicologo? Dove è successo?>

*Già... chissà se lo hanno condannato a morte, quello stronzo...*

<Dipende se è successo in Giappone, se lo hanno beccato, insomma... ti ha detto ciò che gli faceva comodo che tu sapessi, ma ho come l’impressione che abbia volontariamente omesso alcune parti...>

*Domani... domani glielo chiederò *

<Domani è festa, cretino! Adesso ti toccherà aspettare fino a lunedì>

*Be’, fino ad oggi non sapevo nulla.. due giorni in più non potranno certo uccidermi, no? *

<Essendo che stai parlando di Rukawa, potrebbero eccome...>

*...*



Entrato a casa, per prima cosa chiuse rapidamente tutte le porte e le finestre, poi accese la luce in ogni stanza. Quella notte non avrebbe dormito, il suo sesto senso era in allerta. 

Forse la sua vocettina interiore aveva ragione; due giorni potevano costargli veramente caro.



Rukawa era sdraiato nel buio del suo salotto; dopo la sfuriata di qualche giorno prima non aveva più messo in ordine, così riuscì a stento a trovare uno spazio dove mettersi. 

I suoi occhi, profondi e tenebrosi come il cielo notturno, fissavano una foto che lo ritraeva quando aveva più o meno 11 anni. Prima della comparsa di quel ragazzo. Prima di quello che aveva vissuto. Gli angoli della bocca si tesero in un tiepido sorriso.... grazie a lui, aveva imparato ad amare. Ora doveva insegnarlo ad Hanamichi.

Si alzò e andò verso un armadietto, da cui estrasse un album fotografico. All’interno c’erano tantissimi articoli di giornale riguardanti la sua scomparsa, il suo ritrovamento...

Si sedette poggiandosi al muro, poi chiuse gli occhi e con un sospiro iniziò a rivivere mentalmente quell’esperienza da capo... doveva ricordare per insegnare a Sakuragi il vero significato della parola "amore"...



FLASH BACK (più o meno.. è visto sia da terzi che dal punto di vista di Rukawa)



Un classico pomeriggio estivo nella città di Osaka.... 



Era il periodo di vacanza e così decise di andare ad allenarsi al campetto vicino a casa sua. 

Dovevano essere più o meno le quattro, quando dal viale alberato sbucò un ragazzo di circa 16 anni, alto, capelli castani con riflessi rubino e occhi scuri. Aveva in mano anche lui una palla da basket. Il suo nome era Hikiguchi Hasakaru.

Fecero amicizia quasi subito; Rukawa all’epoca non era ancora così chiuso. Certo, era già taciturno e amava la solitudine, ma non era freddo ed inespressivo come ora. 

Giocarono per tutto il pomeriggio e per i pomeriggi seguenti. Poi, qualche giorno prima che le vacanze finissero, si baciarono. Kaede non si stupì più di tanto di essere omosessuale; la considerava una scelta personale, che nessuno aveva il diritto di contestargli. I problemi sorsero quando Hikiguchi provò ad approfondire il loro rapporto; Rukawa non se la sentì, era ancora troppo giovane e sulle prime il ragazzo più grande sembrò capirlo. 

Ma poi venne quel giorno...

Hikiguchi arrivò con una macchina; Kaede gli chiese come potesse guidarla, dato che era ancora minorenne, ma il senpai gli disse di non preoccuparsi, che lo avrebbe portato in un campo da basket bellissimo che aveva scoperto quella mattina. In realtà lo portò in una specie di capannone fuori città, lo legò e poi lo violentò.

Le sue urla di disperazione e dolore non valsero a nulla... provò ad opporre resistenza, ma le corde con cui era legato erano troppo spesse per spezzarsi. Pianse, sentì la sua anima disintegrarsi sotto la violenza di Hasakaru. 

In quel lungo mese di agonia, dolore e frustrazione lo stuprò più volte, arrivando anche a sodomizzarlo quando Rukawa dimostrava di non apprezzare ciò che gli faceva, per questo il volpino aveva imparato ad assumere un’espressione indecifrabile sul viso... questione di sopravvivenza. 

Non fu però il trauma fisico a scioccarlo di più, ma bensì le parole che gli rivolgeva. 

"Io ti amo, Kaede"

"Tu sei tutto per me... e io lo sono per te..."

"Tu mi ami, per questo soffri per quello che ti faccio, è normale..."

"Sei mio, mi appartieni.. Perché? Perché sì, l’ho capito quando ti ho visto"

"L’amore è sofferenza... tu soffri perché mi ami"

"Tu non puoi vivere senza di me perché io sono ciò che vuoi, non puoi negarlo"

"Non mentire, tu mi ami... mi ami e il tuo dolore ne è la prova"

"L’amore? Cosa vuoi che sia, l’amore? E’ sangue, lacrime e sperma.. nulla di più"

"Sei una mia proprietà... o rimani con me, o devi morire perché sei vivo solo al mio fianco"

"Ti amo piccolo mio e te lo dimostrerò"

"Ti amo... piuttosto che saperti con un altro, ti ucciderò"

Con la sua giovane mente, ancora infantile ma già matura per la sua età, riuscì a conquistarsi la fiducia del ragazzo, convincendolo di aver capito e accettato il suo ruolo.... o almeno così disse lo psicologo con cui aveva parlato una volta. In realtà non fece finta, lo capì davvero. Prima era come un cucciolo appena nato; cieco, brancolante nel buio. Poi lui lo aveva svegliato. L’amore non era quello raccontato dalle canzoni o dalle poesie... l’amore era quello che lui gli aveva mostrato. Un sentimento così totale, unico e coinvolgente da annullare qualsiasi altro particolare... Si era convinto che quello era vero amore, ma lui non poteva essere passivo. 

Mentre stavano facendo l’amore afferrò la pala che aveva nascosto sotto il fieno e colpì il ragazzo più grande ripetutamente sulla testa. Hikiguchi lo amava, ma Kaede voleva innamorarsi a sua volta di qualcun altro, voleva aprire gli occhi alla persona con cui avrebbe deciso di condividere la sua vita, quindi dovette eliminare il problema Hasakaru. 

Lo uccise e non provò nulla nel farlo. 

Nella sua mente solo un pensiero era presente: decidere la sua anima gemella e farla sua. 

Era passato un mese da quando lo aveva rapito e quasi tutti lo ritenevano già morto.

Tre giorni dopo fu raccolto su una strada statale da una macchina della polizia che passava di lì per il consueto giro di ricognizione.

Scoppiò nuovamente lo scandalo e i genitori di Kaede, non sopportando di sentir parlare della propria famiglia, decisero di trasferirsi a Kanagawa.

Rukawa parlò una volta soltanto con uno psicologo, il quale espresse sinceramente la sua opinione ai suoi genitori:

- Il ragazzo non solo è sotto shock, ma è addirittura in uno stadio peggiore. Hasakaru Hikiguchi è riuscito, in quel mese di sequestro, a fargli una specie di lavaggio del cervello, convincendolo della veridicità e della giustizia del suo operato. Vostro figlio ha seriamente bisogno di un ricovero in una clinica specializzata, altrimenti rischia che questo suo malessere interno si sfoghi con una serie di atti violenti verso una vittima accuratamente cercata, nel tentativo di ricalcare le gesta del ragazzo che lo ha indotto in questo stato.



I genitori di Kaede, volendo evitare altri scandali, si limitarono a chiedere al figlio come stesse, spiegandogli con poche parole che quello che gli è successo era un fatto tremendo, che non doveva ripetere quell’errore su nessun’altro.



Si può tranquillamente dire che furono i genitori di Rukawa, dopo Hasakaru, la causa scatenante della follia che adesso albergava nella mente del volpino. 



FINE FLASH BACK



- Hanamichi... tu sei mio.. te lo dimostrerò una volta per tutte.... - 



Hikiguchi aveva svegliato lui. 



Ora era venuto il momento di svegliare Hanamichi.



Fine tredicesima parte

(continua...)



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