Disclaimers: SD è sempre del sommo Inoue... sigh! ;__;
Note: Questa è la fic + lunga che abbia mai scritto! ^^ Per i primi capitoli sembra abbastanza "normale", ma poi cambia radicalmente genere... Altamente sconsigliata ai deboli di cuore e ai sani di mente!
Allora...
*...* pensieri diretti del personaggio
-...- parlato
<...> della "vocina interiore"
[...] presente nell'ultimo capitolo, indica le azioni che compie Hanamichi.
E' proprio tutto ora! C&C sono apprezzatissimi!
Tu sei solo
mio parte
XI
di Eshty
Durante gli allenamenti di quel pomeriggio, Miyagi fece in modo che Hanamichi e Rukawa non dovessero entrare in contatto, dandogli compiti differenti o ruoli che li costringevano a mantenere una certa distanza. Nicholas non si presentò ad assistervi come faceva di solito perché, nonostante non volesse ammetterlo, era rimasto traumatizzato dalla reazione e dalle parole del volpino. In compenso fece nuovamente la sua comparsa Sendo, che era stato via per degli allenamenti speciali con la sua squadra. Salutò allegramente tutti e si sedette sulla panca insieme ad Ayako ed Haruko, aspettando di poter parlare con Sakuragi.
- E’ meglio che per oggi lo lasci stare, Sendo - gli disse Ayako.
- Perché? Cosa ho fatto stavolta?! - chiese lui, sinceramente sorpreso. Nemmeno quando aveva confessato la sua tresca con Kaede era stato trattato tanto freddamente dalla ragazza.
- Non tu, Rukawa - mormorò Haruko, ancora sconvolta dalle rivelazioni fatte dal rossino sul conto del suo primo amore.
- Kaede? Perché, che ha combinato? -
Le due ragazze si scambiarono una rapida occhiata e poi, dopo avergli fatto giurare di tenere la bocca chiusa (in caso contrario avrebbe dovuto passare una notte di passione con Fukuda) gli raccontarono tutto. Quando la sorellina dell’ex capitano si allontanò per raccogliere i palloni da basket sparsi per la palestra, Ayako entrò maggiormente nei dettagli, che le erano stati riferiti da Miyagi.
- E’... assurdo... -
- Lo so, ma Sakuragi non mentirebbe mai, è una persona sincera, e nemmeno Kogure è il tipo da inventarsi le cose... -
- Sì, certo, non sto dicendo questo, ma... non me lo sarei mai aspettato... -
I due fissarono prima Hanamichi, poi Rukawa. Il volpino, approfittando di un attimo di vicinanza con Sakuragi, gli bisbigliò qualcosa all’orecchio (per essere precisi: "tu sei solo mio", ma ovviamente Akira e Ayako non lo potevano sentire) e poi gli accarezzò il fondoschiena, facendo impietrire il rossino.
- Hai visto? - disse la manager, voltandosi verso il giocatore del Ryonan.
- Povero Hana kun... che intende fare? Lo denuncerà? - si informò.
- Mitsui e Miyagi stanno cercando di convincerlo, ma Hanamichi difficilmente lo farà. Nonostante tutto... lo ama ancora -
- Lo immaginavo... ma è una situazione pericolosa, in questo caso non dovrebbe dar ascolto ai sentimenti, ma al suo spirito di sopravvivenza. Rischia la vita... -
- Lo sappiamo tutti, lui più degli altri. Spero che si renda conto che il rischio che sta correndo è inutile... Rukawa ha bisogno di cure psichiatriche, non di una valvola di sfogo -
- Già.... ma a volte è difficile fare le giuste scelte di cuore.... -
- Poco fa ho chiesto ad Hanamichi come si sentisse e lui mi ha risposto: "Tu sai cos’è il terrore?". Io ovviamente gli ho detto di no, di certo non lo posso sapere quanto lo può sapere lui, e lui mi ha detto: "E’ come trovarsi persi in un bosco sconosciuto e scoprire improvvisamente di essere in compagnia di un ospite indesiderato"... -
Con un vago senso di inquietudine nel cuore, Akira e Ayako continuarono ad assistere impassibili agli allenamenti.
- Hana kun! - urlò Sendo, avvicinandosi al rossino.
- Akira! E’ da tantissimo che non ci vediamo! Come te la passi? -
- Bene, sono stato in ritiro con la squadra. E... tu? - gli chiese con circospezione. Voleva fosse lui a raccontargli tutto e non fargli sapere che era già a conoscenza della situazione in cui si trovava.
- Eh? Ehm... senti, posso chiederti una cosa? - gli chiese Hanamichi, sviando la domanda.
- Certo, dimmi -
- Tu... tu sai nulla del passato di Kaede? Che so.. se ha avuto traumi infantili, cose così.... - gli chiese il rossino, spostando nervosamente il proprio peso da una gamba all’altra.
*Vuole capire perché Rukawa si sta comportando così.... deve amarlo molto, se cerca delle scusanti dopo tutto quello che gli ha fatto... * pensò Sendo.
- No, mi spiace, non ne so niente.... Ma perché me lo chiedi? -
- Akira... tu manterresti un segreto? E’ una cosa importante e io... so che tu sei più... più maturo di me sotto certi aspetti.. ma non ti aspettare altri complimenti, eh! - gli disse Sakuragi, passando rapidamente dall’imbarazzato al furente. Non gli piaceva dare del migliore a qualcun’altro!
- Certo che so tenere la bocca chiusa - gli rispose Sendo, sorvolando sull’ultima parte della frase. D’altronde apprezzava Hanamichi proprio per il suo carattere passionale e sincero, quindi aveva capito che le sue offese non erano mai dettate dalla cattiveria, ma solo dal non riflettere sulle conseguenze che possono avere le parole.
Andandosi a sedere sotto un ciliegio, Hanamichi spiegò per l’ennesima volta la sua triste avventura. Raccontata direttamente da lui, che entrò tranquillamente nei particolari essendo che stava parlando con un ragazzo, la tragicità di quelle quasi 24 ore fu resa più evidente, tanto che Sendo non dovette nemmeno fingere di essere shockato o disgustato... lo era realmente. Infine Sakuragi decise di confidargli anche ciò che era successo quella mattina in bagno, omettendo solamente l’appuntamento che aveva per quel pomeriggio con Rukawa.
- Hana kun... ascolta. Io so che lo ami, ma devi capire che lui non ha bisogno di te, non almeno come pensi. Aspetta, fammi finire.... Rukawa necessita di cure specialistiche, di qualcuno che riesca a farlo rientrare nei binari giusti. Tu questo non puoi farlo. Per qualsiasi motivo, magari perché si sveglia di cattivo umore, potrebbe farti del male.. o peggio. Magari non lo farebbe apposta, questo non lo so, ma non è un’eventualità da scartare. Amico mio... per favore, non rischiare inutilmente. Se lo ami, fa in modo che possa guarire. -
- Ci penserò, Aki chan, promesso. Ora però devo andare; Mitchy e Yohei mi stanno aspettando per riaccompagnarmi a casa. Tu che fai? - gli chiese Hanamichi, cercando di spezzare l’atmosfera deprimente che si era creata con il suo racconto.
- Che domande! Vengo con voi! - rispose allegramente il moro del Ryonan.
I quattro ragazzi, ridendo e scherzando, si avviarono a casa di Sakuragi.
- Ma sei sicuro? - gli chiese Mito.
Giunti a casa del rossino, Hisashi e Akira se ne erano andati ognuno per la sua strada, mentre Yohei era entrato assieme all’amico. Ora però Hanamichi gli aveva detto di andare pure a divertirsi con il resto dell’armata, mentre lui sarebbe rimasto a guardare la televisione.
- Certo! Mia madre mi ha comprato una videocassetta con delle partite di basket, mi guarderò quella. Tu vai con gli altri, domani mi racconterai che avete fatto tu e quegli altri idioti! - disse ridendo mentre armeggiava con il videoregistratore. Se si fosse girato, Yohei avrebbe certamente capito che stava mentendo, ma non poteva nemmeno dirgli la verità...
- Ok... ci sentiamo stasera se ti va.... -
- Va bene! Ora va! Ciao! - e lo accompagnò alla porta, facendo sempre attenzione a non guardarlo in faccia.
*Ora mi cambio e vado * pensò Hanamichi.
<Devi proprio?>
*... Sì *
<Uff... ok, accetto la tua decisione solo perché vi vedete in un luogo pubblico, ma.... non ci rimanere fino a tardi! Il parco diventa /pericoloso\ la sera, soprattutto se si è in compagnia di uno squilibrato mentale, sai?>
*Ok, promesso! *
Scrisse un biglietto a sua madre, che sarebbe dovuta rientrare per le 23.00:
<<Sono andato al parco vicino alla stazione della metro; se non ritorno per le 23.30 puoi telefonare a Yohei e dirgli che mi sono visto laggiù con Rukawa Kaede?
Ti ringrazio, mamma!
Un bacio,
Hanamichi
P.S. Mi raccomando, non dimenticarti della telefonata!>>
<Così mi sento più tranquilla!>
*Bene, allora andiamo! * e, fischiettando, uscì.
Il cielo era plumbeo, la brezza marina scuoteva le fronde degli alberi creando un’atmosfera tetra, inquietante. Cercò di non badare a quei dettagli mentre aspettava l’arrivo di Rukawa.
*Magari se n’è scordato... *
<E’ una constatazione o una speranza?>
*... Entrambe... *
- Ciao -
L’abilità di Rukawa di comparire silenziosamente alle spalle delle persone era eccezionale oltre che terrorizzante. Dopo un significativo scambio di sguardi, senza bisogno di dir nulla, i due ragazzi si diressero al vecchio campetto da basket che si trovava nella parte bassa del parco.
- Kaede, senti...- iniziò Sakuragi, che aveva in mente mille domande che lo tormentavano in continuazione.
- Aspetta, prima parlo io - lo interruppe il volpino.
- O-ok... -
- Quattro anni fa, a 12 anni, conobbi un ragazzo, Hikiguchi. Iniziammo a frequentarci e ci innamorammo o almeno così credevo. Lui era più grande di me, aveva 16 anni. Io non me la sentivo di approfondire il nostro rapporto, così lui mi rapì, segregandomi per un mese intero in un
capannone fuori città. Mi stuprò.. mi picchiò... Mi amava, ne sono certo.... Diceva che era colpa mia, che non tenevo abbastanza a lui, che ero superficiale... "Chi ama veramente fa di tutto pur avere l’oggetto dei suoi desideri", mi ripeteva. Forse quest’esperienza mi ha segnato più di quanto pensassi... - concluse Rukawa. (è proprio da lui ridurre in poche frasi un trauma durato un mese intero! ^^ NdA)
Hanamichi continuò a fissarlo in silenzio, incapace di parlare. Nella sua mente sentiva che c’era qualcosa che mancava, un tassello importante, ma al momento non capiva quale fosse, troppo preso a pensare a cosa poter dire.
- Mi.. mi spiace Kaede, veramente... - sussurrò.
- Tu mi capisci, vero Hana kun? -gli chiese il moretto, guardandolo negli occhi.
- Io.... capisco che è stata.. un’esperienza tremenda... ma... ma perché ti comporti così.. con me? -
- Perché ti amo... -
- Ka-Kaede, tu cosa intendi.. per amore? -
Rukawa rimase spiazzato da quella domanda; non se l’aspettava e inoltre non ci aveva mai pensato.
Cos’era, per lui, l’amore?
- Amare... è avere sempre vicino chi ami, possederlo anima e corpo. Amare è avere per sempre tra le proprie mani la persona che si è scelta come compagno - disse, guardando l’interminabile rincorrersi delle nuvole.
- Ma... Kaede! Amare significa donare, amare significa perdonare, amare significa dare gioia alla persona con cui si sta! Amare non è possesso, non è costrizione! - urlò istericamente Hanamichi.
L’amore che intendeva il volpino aveva dei gravi errori di fondo, che evidentemente contaminavano il suo modo di dimostrare quel sentimento... Doveva fargli capire che sbagliava.
- Quello che hai descritto tu è il sentimento che provi per me? - gli chiese con voce atona il volpino.
- ... -
- Allora? -
- .... -
- .. Hana... tu mi ami, vero? -
- ... -
Cosa doveva rispondergli? Aveva già visto come poteva diventare se veniva contraddetto, ma quando aveva scoperto che gli aveva mentito aveva reagito anche peggio....
- Per l’ultima volta: MI AMI, sì o no?!? - disse Rukawa con un righio basso.
- Ti amo.. ma non più come prima... -
- E come? -
- Non lo so... mi fai paura... l’amore non è paura... -
- ... -
Rukawa rimase in silenzio, cercando di capire il senso intrinseco di quella frase.
Non lo amava più come prima... lo temeva... amare non è aver paura... quello che allora provava per lui non era più amore?!? Cercò di trattenersi dal prenderlo a pugni, respirando profondamente. Doveva agire di tattica, non poteva lasciarsi sommergere dalle emozioni. Hanamichi DOVEVA amarlo perché lui aveva deciso così.
- Hana kun... ricordi?... Questo posto... - bisbigliò, avvicinandosi al rossino e inchiodandolo contro un albero.
Sakuragi chiuse gli occhi, lasciando che la memoria tornasse a quel giorno di tanto tempo fa....
Fine undicesima parte
(continua...)
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