Disclaimers: SD è sempre del sommo Inoue... sigh! ;__; 
Note: Questa è la fic + lunga che abbia mai scritto! ^^ Per i primi capitoli sembra abbastanza "normale", ma poi cambia radicalmente genere... Altamente sconsigliata ai deboli di cuore e ai sani di mente!

Allora... 
*...* pensieri diretti del personaggio
-...- parlato 
<...> della "vocina interiore"
[...] presente nell'ultimo capitolo, indica le azioni che compie Hanamichi.

E' proprio tutto ora! C&C sono apprezzatissimi!



Tu sei solo mio

parte VII

di Eshty




- Hana kun? - chiese Mitsui a Mito.

- Non so. Ieri sera ho provato a chiamarlo, ma non c'era... -

- Be', siamo usciti a bere qualcosa.... -

- All'una di notte?!? -

- L'una? No, siamo usciti dal locale al massimo per le 23.30 e casa sua dista dal pub sì e no un quarto d'ora di strada a piedi... -

- Ma allora che fine ha fatto??? Io gli ho telefonato diverse volte fino all'una passata perché dovevamo vederci stamattina per parlare... dal tono che ha usato sembrava una cosa importante...-

Hisashi e l'armata Sakuragi si guardarono preoccupati. Hanamichi si era fatto parecchi nemici con tutte le risse a cui aveva partecipato e ora temevano che, approfittando del suo stato di ebbrezza, lo avessero attaccato in gruppo. Non potevano certo sapere che in realtà il "nemico" era molto più vicino di quanto pensassero...



Dopo un sonno frammentario, Hanamichi si svegliò di soprassalto, in preda al suo ormai consueto incubo. Vedeva Rukawa spalancare la porta... L’unica luce era quella proveniente dal corridoio, per cui la sua figura era totalmente nera, solo i suoi occhi erano visibili, luminosi e freddi come il ghiaccio antartico. Con la mano destra impugnava un coltello dalla lunga lama, nella mano sinistra teneva il borsone da basket. Avanzava minacciosamente verso di lui, brandendo l’arma e sventolandogliela a pochi centimetri dal volto. Poi faceva cadere con un tonfo sordo la borsa, da cui estraeva un marchingegno metallico compressissimo, una specie di cavatappi munito di lunghi e acuminati spuntoni.. Immobilizzato dalla cintura e reso muto dal bavaglio, lui non poteva far altro che osservarlo, mentre nelle sue orecchie udiva unicamente il rumore del suo sangue che scorreva sempre più rapido, pulsando nelle vene. Dalla sacca da basket uscivano insetti di ogni tipo; vermi, lombrichi, ragni e scarafaggi, che poco a poco si muovevano verso di lui. Lui si agitava, si dimenava, cercava di liberarsi ma non ci riusciva... Con gli occhi ancora fissi sugli insetti, non si accorgeva che Kaede gli era venuto vicino, almeno fino a quando il volpino gli tirava con forza i capelli, per poi piantargli il famoso marchingegno nel petto e squarciargli la gola con il coltello, mormorandogli all’orecchio: " Tu sei solo mio... per sempre...".

(Bé, come dargli torto nella situazione in cui si trova ^^; NdA 

In cui mi trovo per colpa TUA! è__é NdHana)

Era privo di forze, non aveva mangiato, aveva perso molto sangue e i suoi muscoli erano indolenziti. La sua mente lavorava incessantemente ad un piano di fuga da attuare prima che Rukawa perdesse del tutto il lume della ragione. 

<Se non l'ha già perso...>

*Oh, grazie mille per quest'idea confortante!* sentenziò lui mentalmente.

*Ho paura* e sentì le lacrime affacciarsi ai suoi occhi, gli stessi occhi che fino al giorno prima erano illuminati dalle sfumature color miele che piacevano tanto a Nicholas... Perché Kaede si comportava così? Come aveva fatto a non notare i sintomi del suo squilibrio mentale per tutto il tempo in cui erano stati insieme?

<Forse perché tu gli avevi fatto da "compensatore"...>

*Cioè?*

<Mettiamo che lui abbia subito uno shock tale da esserne rimasto sconvolto...>

*Ok*

<E mettiamo anche che, innamorandosi di te e mettendovi insieme questo suo malessere interiore si fosse attenuato ...>

*A-ah. E allora?*

<Oi, ma non ci arrivi? Lui non si era reso conto di quanto tu fossi diventato importante per lui, sai quanto è orgoglioso, ma quando tu lo hai piantato se ne è accorto, poi te ne sei andato, sei tornato, ti sei messo con Nicholas e infine ti sei visto con Mitsui.. tutte cose che hanno evidentemente acuito lo shock subito facendolo uscire di testa! Capito??>

*Ma come puoi esserne sicura? Insomma, che ha avuto un trauma emotivo...*

<O è veramente solo un povero pazzo psicotico, e non mi sembra, almeno non fino a ieri sera, oppure c'è solo quella motivazione!>

*Ok, mettiamo che sia così... ora cosa posso fare????*

<Per una volta non lo so nemmeno io....> (veramente! decidere come continuare la fic è stato un trauma per me! ^^;;; NdA)

*Mi sento così... stupido...*

<Perché? Non sei stupido, sei stato solo incosciente.. certo, questo tuo prendere alla leggera le manie di ossessività del tuo ex ti sta costando caro, ma non sei stupido... al massimo, boh.. innamorato?>

*... mi faccio schifo... sono un coniglio...*

<Che intendi dire?>

*Ho un’idea…... una specie di piano per uscire di qua... l’unico almeno che mi è venuto in mente...*

<E qual è?>




Nel frattempo Kaede stava cercando di addormentarsi con la testa appoggiata al banco, ma non riusciva a prendere sonno; un senso di agitazione gli tormentava il cuore e, per la prima volta in vita sua, si chiese se non avesse compiuto un'azione un tantino troppo avventata (ma cosa dici mai... infondo hai solo rapito e violentato un ragazzo... ^^;; NdA). 

*Forse dovrei lasciarlo andare... forse...* (cocciuto il tipo! O__o NdA)

A differenza degli altri giorni in cui rimaneva a mangiare sul terrazzo della scuola, andò a casa sua per pranzare. Aveva voglia di vedere Hanamichi, di sentirlo parlare... forse gli avrebbe fatto capire quale era la soluzione giusta da prendere. Ma quando entrò nel bagno e lo trovò sdraiato nudo, in una posa tremendamente sexy e alla sua completa mercé... dimenticò i suoi intenti pacifici e gli saltò addosso, deciso a soddisfare i suoi impellenti istinti. Preso dalla frenesia non si accorse nemmeno che il rossino stava cercando disperatamente di parlargli... Lo fece suo diverse volte, immerso nei ricordi di quando loro due erano una coppia felice... dimentico di tanti anni prima, di quando... Scrollò il capo, cercando di non ricordare. Non era il momento, ora era con il SUO ragazzo, gli stava dimostrando il suo amore e sarebbe stato certamente corrisposto, perché loro due erano una cosa sola, no? Niente e nessuno avrebbe potuto separarli... Sentiva i gemiti inarticolati di Hanamichi, ma era come se provenissero da un altro luogo molto distante da lì... vedeva le lacrime scendere sulle sue guance, ma era certo che fossero di gioia e non di dolore... lo sentiva contorcersi e irrigidirsi sotto le sue spinte, sicuramente per il piacere (insomma, è fuso sto qui! ^^; NdA). Erano la coppia perfetta, le due metà che formavano l'unità completa, non poteva essere altrimenti... Ricordò tutti i gesti di dolcezza che il rossino aveva avuto nei suoi confronti, sempre senza pretendere nulla in cambio... non poteva non amarlo più, era inconcepibile. Alimentata dai suoi stessi pensieri, la rabbia si unì ben presto alla passione e sfociò nel desiderio di veder soffrire il suo amante, che aveva osato allontanarsi da lui. Mentre lo violentava prese a morderlo e graffiarlo con cattiveria, facendolo sanguinare. Gioiva di ogni mugolio di dolore del suo amante, trovò che vederlo piangere era una soddisfazione incredibile. D’altronde l’amore era solo quello.. sangue, lacrime e sperma, come gli aveva detto... Bloccò il ricordo sul nascere; ora voleva godere del suo nuovo potere, voleva assaporare il gustoso nettare della vittoria... Hanamichi sarebbe rimasto suo, costi quel che costi. Questi pensieri lo eccitarono maggiormente e inconsciamente spostò le mani intorno alla gola del rossino. Più si avvicinava al culmine, più serrava la presa.... più il ragazzo sotto di lui tremava e si dimenava, più stringeva...

Venne gridando e si accasciò su di lui, lasciandolo libero di respirare. Passarono diversi minuti prima che si decidesse a togliergli anche il bavaglio. Sdraiato sul suo corpo, con la testa appoggiata al suo petto, aspettava di sentire quella voce calda... che di certo lo avrebbe insultato.

Quando Hanamichi riuscì a calmare i singhiozzi e i colpi di tosse che lo stavano ancora scotendo, disse:

- Rukawa... io.. dovrei.... -

Dalle parole di Sakuragi non traspariva rabbia o rancore, così il volpino si girò per fissarlo negli occhi, cercando di leggere nella loro luce cosa volesse dirgli.

- Nh? -

Diventando rossissimo, il ragazzo continuò:

- Senti.. potresti almeno.. cioè... slegarmi una mano? -

- Certo, per farti scappare.... -

- No, almeno per 2 minuti, ti prego! -

- Perché? - chiese Rukawa, inarcando un sopracciglio. Che intenzioni aveva?

- Dovrei.. insomma... fare i miei bisogni! - concluse l'altro, sprofondando dalla vergogna. 

- Mpf... - sbuffò il moro, cercando di trattenere la risata che gli saliva dal petto. Alla kitsune non passò minimamente per la testa l’idea che Hanamichi non fosse infuriato con lui solo perché troppo stanco e spaventato... più semplicemente pensò che i suoi soprusi gli piacessero. 

Ancora nudo uscì dalla stanza, rientrandoci poi 5 minuti dopo con delle manette. 

(Ma perché aveva delle manette in casa?! O___o NdA 

Idiota, sei tu che scrivi... NdKaede) 

Legò immediatamente un polso di Hanamichi, assicurando l'altra parte allo stesso tubo. Poi gli tolse la cinghia.

- Fa con comodo - e uscì.

- Aaaaaaaah, finalmente! - esclamò Sakuragi. 

(so che può sembrare una cavolata, però credo che dia quel tocco di "realismo".. ^^ NdA)

- Hai finito? - gli chiese Kaede da fuori.

- Sì -

Entrò e rimasero un attimo fermi a guardarsi. Sfogato il suo desiderio, il volpino tornò a ragionare, rendendosi conto dell'assurdità della situazione. Come poteva concludersi? Se liberato Hanamichi avrebbe potuto denunciarlo, ma di certo lui non poteva tenerlo prigioniero a vita! Ucciderlo? 

*Ma a che vado a pensare?!? L'ho rapito perché non posso fare a meno di lui... e poi lo ammazzo?? Però preferisco saperlo morto piuttosto che tra le braccia di qualcun'altro...* si disse, mentre la confusione nella sua mente aumentava. 

- Ehm... posso chiederti.. un'altra cosa? - gli chiese il rossino, titubante.

- Dimmi -

- Io.. avrei un po' di fame.... -

Non finì la frase che il kitsune si era volatilizzato. Dopo diversi minuti tornò con un vassoio pieno di roba da mangiare e da bere. L'unica cosa che non aveva portato era il coltello. 

*Per fortuna... Forse aveva paura che lo avrei usato per accopparlo, ma a dire il vero sono io che temo d'essere fatto fuori...* si disse, mentre ingurgitava voracemente tutto quello che poteva. 

Stava bevendo della Coca Cola (pubblicità occulta??? NdA), ma nella fretta un bel po' della bevanda gli colò dall'angolo delle labbra, scendendo dal suo mento e scivolando sul suo petto, interrompendo poi la sua corsa nell'ombelico.. Non ebbe nemmeno bisogno di guardare la reazione di Rukawa... Il moro infatti gli strappò di forza il bicchiere, buttandolo contro il muro e facendolo andare in frantumi, poi seguì con la lingua il percorso fatto dalle gocce. Non c'era più la frenesia data dalla rabbia o la violenza del possesso nei suoi gesti, era tornato a mostrare quei lati nascosti del suo carattere di cui Hanamichi si era innamorato: passione e calore intenso.

- Fammi.. tuo.. - gli mormorò all'orecchio, leccando e mordendo il lobo.

- Siediti su di me - gli disse di rimando Hanamichi. 

Il suo piano aveva inizio.

<Cerca di resistere... ne va della tua vita!> 

- Ti voglio kitsune, sbrigati - gli disse, cercando di apparire più ansioso di quanto non fosse in realtà.

Il moro gli sorrise, un sorriso malizioso, complice. Il sorriso che rivolgeva solo a lui, quando erano soli, quando si erano messi insieme...

*Sono disposto a tutto... farò qualsiasi cosa vuole, basta che mi liberi.... Mi farò sfottere, glielo succhierò fino a vomitare purché non mi uccida.... Kami sama, sono disposto a scoparmelo pur di uscirne.. che schifo....*

<Hana, non devi disprezzare te stesso, ma lui! Tu devi solo.. cercare di sopravvivere. Devi scoprire ancora che sopravvivere ad un trauma come questo è possibile e che è possibile anche superarlo.... tieni duro.... *

Rukawa iniziò a muoversi sopra di lui, gemendo e aggrappandosi alla sua schiena. Lo graffiava, ogni tanto mordeva le sue spalle, in preda ad un crescente piacere. Hanamichi, dal canto suo, cercò di non pensare a chi fosse il ragazzo sopra di lui, cercò di pensare a quando lo faceva con Nicholas, oppure ai sogni erotici che ultimamente aveva fatto su Hisashi. Si concentrò sul ricordo di un sogno in particolare, quello in cui lui e Mitsui si trovavano sopra il palco del club privé in cui erano andati per compleanno di Miyagi, e facevano sesso sotto gli occhi di tutti i presenti. L’idea di far l’amore osservato da qualcuno lo aveva sempre stimolato e, per sua fortuna, funzionò anche quella volta.

Raggiunsero l'orgasmo simultaneamente, Kaede urlò, posando poi la testa nell'incavo del suo collo.

- Sei mio... - gli disse, con voce roca.

- Sì... - cercò di mormorare Hanamichi.

Il moro alzò il capo di scatto e lo fissò negli occhi. 

Era il momento decisivo, doveva convincere il volpino della veridicità delle sue false parole, altrimenti sarebbe rimasto attaccato a quel maledetto tubo per il resto della sua vita! Era disposto a fare e dire qualsiasi cosa, a giurargli amore eterno, a fare anche un patto di sangue. Cercò di addolcire più che poté il suo sguardo, mentre la kitsune continuava a studiarlo.

- E' vero Ka chan, io sono tuo.. Non posso fare a meno di te... - e lo baciò, cercando di dare trasporto a quell'azione. Rukawa rispose con passione a quel primo approccio che Hanamichi gli faceva da quando si erano lasciati.

*Allora ho fatto bene a rapirlo! Ora è di nuovo mio! MIO!*

Sorridendogli, disse: 

- Voglio prepararti una sorpresa... Io vado agli allenamenti, quando torno ci divertiremo... - e lo baciò, rimettendogli subito dopo il foulard. Hanamichi lo guardò prima perplesso, poi preoccupato. 

*Sorpresa?? Cosa intende per /sorpresa\?!.*

Rukawa, che voleva godere ancora per un po’ del suo status di "padrone totale", sorrise divertito dello sguardo confuso del rossino, ma pensò con tenerezza (io tenero? NdKaede) che sarebbe stata maggiore la sua gioia quando lo avrebbe liberato quella sera. Con le migliori intenzioni (se così si può dire...), il volpino voleva veramente fare una bella sorpresa ad Hanamichi; ricordava infatti che una volta gli disse di amare la cucina italiana, soprattutto un piatto chiamato lasagne. Rammentò di un locale di cui aveva parlato che faceva anche servizio da asporto e aveva deciso di preparargli una cena a lume di candela con la sua pietanza preferita. 

Se si fosse reso conto della grossolanità della situazione, ne avrebbe evitato il peggioramento... 





Fine settima parte

(continua...)




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