Disclaimers: SD è sempre del sommo Inoue... sigh! ;__; 
Note: Questa è la fic + lunga che abbia mai scritto! ^^ Per i primi capitoli sembra abbastanza "normale", ma poi cambia radicalmente genere... Altamente sconsigliata ai deboli di cuore e ai sani di mente!

Allora... 
*...* pensieri diretti del personaggio
-...- parlato 
<...> della "vocina interiore"
[...] presente nell'ultimo capitolo, indica le azioni che compie Hanamichi.

E' proprio tutto ora! C&C sono apprezzatissimi!



Tu sei solo mio

parte III

di Eshty


- Da oggi, vita nuova! - disse il rossino, appena sveglio. Doveva essere a scuola per le 8 e fortunatamente il suo alloggio era abbastanza vicino all'istituto, così poté prendersela comoda. Dopo un'abbondante colazione uscì di casa fischiettando. A Yohei, sua madre e il preside aveva chiesto a di non far sapere a nessuno dove era andato; per sei mesi voleva dimenticare tutto e tutti, senza essere assillato dai ricordi legati a Rukawa e Sendo. Nonostante le belle parole dette solo due giorni prima, soffriva tremendamente, ma non aveva senso piangersi addosso. La mattina passò tranquilla, con i professori che gli facevano domande sul metodo di insegnamento nello Shohoku (guardandolo prima un po' sorpresi per i suoi capelli e poi un po' intimoriti dalla sua altezza) e gli altri studenti che lo fissavano incuriositi. Fece ben presto amicizia con diversi ragazzi, soprattutto con uno della sua stessa classe, Nicholas.

- Ciao! Mi chiamo Nicholas e sono nuovo come te! -

- Ciao, io sono Hanamichi. Ma non sei giapponese! Da dove vieni? -

- No, infatti sono americano. I miei si sono trasferiti qui per lavoro. Comunque puoi chiamarmi Nick! -

- Ah. Ok, allora tu chiamami pure Hana! -

Successivamente Sakuragi scoprì che l'interesse che Nicholas Sunlight provava per lui non era unicamente "amichevole"... Quando quest'ultimo, un mese più tardi, gli si dichiarò, lui gli spiegò senza tergiversare la situazione, parlandogli chiaramente del suo rapporto con Kaede e del perché si era trasferito in quell'istituto. 

Nonostante il rifiuto restarono ottimi amici, ovunque andava uno c'era anche l'altro (solitamente era il biondo americano a seguire il rossino) e il motivo era ovvio; Nicholas non intendeva demordere. *La dea Fortuna deve essere dalla mia parte se qualcuno a questo mondo è stato tanto stupido da tradire e lasciarsi fuggire un ragazzo simile... e io non ho la benché minima intenzione di perdere... Hana kun deve essere mio!* (in pratica una versione occidentalizzata e nordica di Rukawa... ^^ NdA)

L'ex numero 10 dello Shohoku migliorò tantissimo durante i sei mesi nella nuova scuola, soprattutto grazie alla pace interiore che era riuscito a conquistarsi. Certo, non aveva dimenticato Rukawa e gli mancava tantissimo Kanagawa e tutti i suoi amici, ma lì dove nessuno lo conosceva poteva comportarsi come voleva, dimentico di ogni pensiero negativo. Passeggiando in verdeggianti boschi (mi ricorda una fic che devo finire! O__O; NdA) cercò di rilassarsi; Akira e Kaede lo avevano profondamente ferito, ma poco a poco la rabbia si attenuò, lasciandogli nel cuore un vago senso di vuoto. *A volte anche quella petulante vocetta mi manca... chissà perché non mi rompe più...* si chiese. Fortunatamente la vicinanza di Nicholas e degli altri ragazzi che aveva conosciuto riempirono in fretta il troppo tempo libero che aveva, impedendogli così di cadere nell'autocommiserazione. Inoltre dovette ammettere che la squadra di basket di quella scuola era decisamente forte; il capitano ci sapeva fare e il playmaker era eccezionale, probabilmente superiore a Miyagi. *Se il tappo sapesse che la penso così mi prenderebbe a calci!* si disse, mentre un malinconico sorriso comparve sul suo viso.

- Oi Hana kun, che ti prende? - gli chiese Nick, che "casualmente" stava passando dal campetto dove il rossino si allenava solitamente.

- Eh? Ah, ciao Nick chan! Niente, ricordi.... - rispose in un sussurro.

Il sole splendeva alto nel cielo e l'aria era frizzante, pungente. Nonostante questo però, sentiva spesso una sorta di magone nel petto, qualcosa di indefinibile. Non era solo malinconia, non era solo tristezza, non era nemmeno solo rabbia; era piuttosto alienazione. Nulla riusciva più a riscuoterlo, gli sembrava di essere diventato una marionetta, incapace di fare qualsiasi cosa di propria iniziativa. *Eh, il tensai perde colpi....*

- Ti manca tanto Kanagawa, right? -

- Nh - *Risposta alla volpino... di bene in meglio, eh?*

- E in modo particolare Rukawa.... -

- Già... ma non ci posso far nulla... o forse non voglio. Non so, non riesco più a capirmi.... -

- E' comprensibile dopo quello che ti hanno fatto... Hai visto crollare qualcosa di importante per te.. hai visto tradire ben due volte la tua fiducia... - gli disse il biondino, rigirando volutamente il dito nella piaga. *Devo fargli odiare quei due... ci devo riuscire...*

- Va be', tanto il passato non cambia. Dove stavi andando? - gli chiese improvvisamente.

- Eh? Io?.. Ehm.. andavo a cercare.. un costume, già, perché domani riapre la piscina, e allora.. - iniziò a balbettare Nicholas, che era andato lì appositamente per lui, ma certo non poteva dirglielo dopo essere stato respinto.

- Davvero?! Non lo sapevo! Dai, ti accompagno, così ne prendiamo uno anche per me! Mi piace nuotare! - e, gongolante, passò il braccio intorno alle spalle di un felicissimo Nicholas.

Dopo quella volta si rese conto di non aver più pensato a Rukawa, a Kanagawa, a Sendo, agli amici... Si era goduto quel viaggio come meglio poté; si impegnò un pochettino di più nello studio, fece molti progressi nel basket, usciva tutte le sere in compagnia dell'americano e di altri compagni, andava in piscina, a far shopping... insomma, riuscì finalmente a rilassarsi come tanto aveva sperato. Ma purtroppo i giorni passarono velocemente e quel periodo d'estasi finì. Salutò con rammarico i nuovi amici e professori, ripercorse le stradine che aveva scoperto vagabondando di pomeriggio e, con sincero dolore, disse addio a Nicholas. 

- Io.. mi spiace, sono stato bene in tua compagnia. Sei un ottimo amico! - gli disse.

- Solo un amico? - gli chiese l'altro, sorridendo.

- Forse.. se avessimo avuto più tempo.. Ma la mia ferita brucia ancora, se mi fossi messo con te mesi fa ti avrei certamente fatto soffrire. Mi capisci? -

- Certo! Ma dici che col tempo... forse... -

- Togli il forse... - gli disse il rossino, con un sorriso dolce.

- Chissà, magari ci rincontreremo.. a quel punto non accetterò un no, però! - e insieme scoppiarono a ridere. 


Fine terza parte

(continua.....)





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