Disclaimers: SD è sempre del sommo Inoue... sigh! ;__;
Note: Questa è la fic + lunga che abbia mai scritto! ^^ Per i primi capitoli sembra abbastanza "normale", ma poi cambia radicalmente genere... Altamente sconsigliata ai deboli di cuore e ai sani di mente!
Allora...
*...* pensieri diretti del personaggio
-...- parlato
<...> della "vocina interiore"
[...] presente nell'ultimo capitolo, indica le azioni che compie Hanamichi.
E' proprio tutto ora! C&C sono apprezzatissimi!
Tu sei solo
mio parte
I
di Eshty
Era un tranquillo pomeriggio primaverile, la gente affollava le vie del centro osservando i prodotti esposti nelle vetrine. Tra tutte quelle persone, una spiccava in particolar modo, un po' per la sua altezza e un po' per il colore dei suoi capelli, rosso fuoco. Hanamichi Sakuragi, matricola d'oro dello Shohoku, camminava in mezzo a quella baraonda senza nemmeno accorgersi di chi gli passava accanto, intento più che altro a pensare a cosa poteva regalare alla sua dolce metà per il loro 6° mesiversario. *E' un evento memorabile! Devo fargli una sorpresa che lo lasci a bocca aperta! Ma sono un genio e di sicuro farò la scelta giusta!* pensò, quando si bloccò davanti ad un piccolo negozietto seminascosto rispetto agli altri. Era una gioielleria artigianale, particolare reso ancor più evidente dagli esorbitanti prezzi dei suoi articoli. Aveva lavorato per 4 mesi come tuttofare in un ristorante e per comprare qualcosa lì avrebbe dovuto dar fondo a tutti i risparmi duramente accumulati. *Ma per il mio Kaede questo e altro!* si disse sorridente, ed entrò. Fu subito avvolto da una luce dorata, che rendeva ancor più risplendenti i preziosi oggetti racchiusi nelle bacheche. Guardandosi intorno, pensò a cosa sarebbe stato meglio sul suo ragazzo (*A parte il fatto che su di lui qualunque cosa diventa bellissima*), finché gli occhi non gli caddero su un bracciale d'oro bianco, costituito da sinuose placche incastrate le une nelle altre, con incastonate all'interno delle lettere d'oro giallo. Sorrise; quello era il regalo ideale per la sua kitsune! Sentito il prezzo di ciò che ormai aveva deciso di comprare gli mancò il respiro , e ringraziando mentalmente gli dei che il suo volpino si chiamasse Kaede e non magari Kiminobu, come Megane kun, con le lacrime agli occhi consegnò l'equivalente della paga del suo periodo di lavoro, ma la tristezza durò l'attimo di un battito di ciglia, infatti fu subito sostituita dalla caratteristica baldanzosità del ragazzo, fiero dell'acquisto fatto. *Ora vado a casa a nasconderlo... già che devo passare dalla parte alta faccio anche un passo da Sendo per salutarlo*. I due, nonostante la rivalità in campo, erano diventati ottimi amici e spesso uscivano per chiacchierare o fare due tiri a canestro. La kitsune di solito non andava con loro, ma aveva notato che ultimamente aveva accettato un po' più di frequente e ne era felice; gli spiaceva vedere Kaede sempre da solo e riteneva una grande vittoria essere riuscito a fargli fare amicizia con qualcuno! Dalla casa di Akira proveniva della musica ad alto volume e probabilmente era questo il motivo per cui non era riuscito a sentire il campanello che Hanamichi suonava da 5 minuti buoni. Non lasciandosi scoraggiare da questo inconveniente, capì che doveva essere in salotto (la musica proveniva da lì) e, attraversando il piccolo giardino, guardò attraverso i vetri della finestra, con l'intenzione di bussare (o sbracciarsi) fino ad attirare la sua attenzione, ma ciò che vide all'interno lo lasciò pietrificato. Rukawa Kaede, il SUO ragazzo, tra le braccia di Akira Sendo. Erano ormai quasi totalmente nudi e si stavano baciando appassionatamente, passandosi carezze febbrili sui rispettivi corpi. Sakuragi non sapeva cosa fare; lui, il tornado vivente, non riusciva a parlare, a muoversi. Fece un passo indietro, lentamente. Poi un altro, un po' più velocemente. Alla fine si rese conto di star correndo a perdifiato per le strade di Kanagawa, con in mente solo l'immagine di ciò che credeva un amico che baciava ciò che credeva il suo ragazzo. *E' impossibile, è impossibile...* <ma li hai visti con i tuoi occhi, no? e c'è ben poco da capire... sono amanti....> disse la sua vocetta interiore, quella che parlava sempre a sproposito, riuscendo a deprimerlo più di quanto fosse necessario e che stavolta sembrava divertirsi parecchio. < Hanamichi, guada in faccia la realtà... ti stava tradendo, ti stavano prendendo in giro tutti e due ... chissà quanto rideranno di te alle tue spalle!> *Taci, taci, TACI! Stai zitta maledetta! Non voglio sentire nulla, non voglio sapere nulla, io.. io lo amo!* Correndo aveva raggiunto il parco ed era ormai senza aria nei polmoni, così si trascinò fino ad una panchina. Prendendosi la testa tra le mani, scoppiò a piangere. *Cosa devo fare, COSA?* La sua vocina pensò bene di non dargli una risposta.
Kaede Rukawa passeggiava su e giù per il salotto di casa sua; erano già le 20 e di Hanamichi nessuna traccia. *Di solito arriva per le 19... che sta facendo quel do'aho?* si chiese, spazientito. Gli aveva già telefonato a casa, ma era scattata la segreteria, segno che non era tornato nemmeno lì. Ovviamente non poteva sapere che in realtà il rossino c'era eccome, seduto su una sedia in cucina a fissare vacuamente il muro. A tarda sera Sakuragi prese la sua decisione. *Sono il tensai, non mi lascerò portare via il ragazzo che amo!*
Il mattino dopo inventò come scusa che sua madre aveva dimenticato a casa il portafoglio e lui era dovuto andare a portarglielo in ospedale, dove lavorava come dottoressa.
- Dopo saresti potuto passare da me - gli rispose secco Rukawa. Si sentiva in colpa per ciò che era successo con Sendo e la sera prima aveva avuto l'intenzione di raccontargli tutto, ma ora il coraggio gli mancava e per non fargli notare l'ansia che gli attanagliava il cuore si nascose dietro il suo muro di freddezza.
- Scusami Kaede, ti giuro che non succederà più - sussurrò Hanamichi, disposto a diventare ciò che la kitsune voleva pur di non perderlo.
I giorni seguenti furono emotivamente molto duri per entrambi. Il volpino soffriva per aver tradito il suo do'aho, ma in compenso non riuscì ad evitare che succedesse nuovamente. Il rossino invece eliminò tutti gli atteggiamenti che infastidivano il moretto, diventando sì più serio e responsabile, ma anche più frustrato a causa del sordo dolore che non lo abbandonava mai. E poi c'era la questione fisica. Se Kaede non aspettava altro che quei momenti per dimostrargli quanto lo amasse e per "ripulirsi" dai ricordi legati ai rapporti con Sendo, per Hanamichi erano diventati una vera e propria tortura; stringerlo tra le braccia come aveva fatto Akira, baciarlo come aveva fatto Akira, possederlo come aveva fatto Akira, farsi possedere a sua volta come Akira... un senso di nausea e di vuoto lo coglieva dopo ogni amplesso, anche se riusciva a dissimularlo più che bene.
Arrivò il giorno del sesto mesiversario e Hanamichi era agitatissimo. Aveva messo anima e corpo in quella relazione, per lui era la cosa + importante di tutta la sua vita. Aveva lottato contro i suoi timori, contro i pregiudizi della gente, ora doveva lottare contro un rivale. Aveva ingoiato l'orgoglio e la gelosia pur di rimanere con la persona che amava, cambiando fino a rendersi irriconoscibile agli occhi di chi lo conosceva. Tutto questo, solo per amore. Preparò una cenetta coi fiocchi, imbandì la tavola a festa, compreso un candelabro per poter mangiare a lume di candela. Aveva fatto bruciare diverso incenso nella camera da letto, cospargendola poi di petali di diversi fiori e aveva già preparato l'acqua nel bagno, dove galleggiavano delle piccole candele rosse racchiuse in bocce di vetro aperte in alto. Insomma, era tutto perfetto. Mancava solo il suo ragazzo; che fine aveva fatto? Eppure l'appuntamento era per le 18.30 a casa di lui, no? <Dai, che se ci pensi magari ci arrivi pure tu...> disse la sua vocina. *Cosa vuoi dire?* <Su, non c'è bisogno di fare l'idiota con me... e non essere codardo... affronta la realtà... E' con Sendo, si è COMPLETAMENTE dimenticato del vostro "importantissimo" mesiversario...> *No, non è vero! Si sono visti solo quella volta, non sono amanti!* Hanamichi infatti, rifiutando quella che tutti avrebbero preso come "verità assoluta", si era convinto che Kaede e Akira avessero avuto solo quell'incontro. Era certo che il volpino lo amasse troppo per fare un doppio gioco così sporco, e quindi era "evidente" che quei due non si erano più visti, che non erano degli amanti "fissi". <Se ne sei così tanto sicuro, perché non vai a dare un'occhiata a casa di Sendo?> gli propose malignamente la sua vocina. Senza pensarci un attimo, anzi sentendosi in colpa per la mancanza di fiducia che stava avendo nei confronti del suo ragazzo, si diresse proprio a casa di Akira. Questa volta nessun suono proveniva da casa sua e dopo diversi squilli del campanello, il giovane giocatore del Ryonan aprì la porta. Hanamichi lo squadrò dalla testa ai piedi; i vestiti in disordine, i capelli arruffati, il rossore sul volto e il lampo di paura che ebbe quando scoprì chi aveva suonato alla porta fecero crollare le già precarie illusioni del rossino.
- Kaede è qui, vero? - chiese con voce atona.
Sendo non rispose, abbassò il capo senza avere il coraggio di guardarlo negli occhi. Da quando frequentava Rukawa aveva evitato Sakuragi, oppresso dal rimorso nei suoi confronti. Era vero, la matricola dello Shohoku era esibizionista, egocentrica, strafottente, casinista e anche un po' stupida, ma il suo animo era fondamentalmente buono, ingenuo e solare. Che diritto aveva lui di far soffrire una persona così? Alzò la testa di scatto, pronto a scusarsi, a strisciare, a farsi pestare pur di avere il suo perdono, ma ogni parola gli morì in gola. Non c'era rabbia in quegli occhi e nemmeno gelosia o dolore. Erano vuoti, totalmente inespressivi. Era come guardare dentro ad un pozzo senza fine.
Hanamichi strinse la scatoletta che teneva in tasca, poi la diede a Sendo, che senza capire nulla di ciò che stava succedendo, la prese.
- E' un regalo per lui. Oggi cadevano sei mesi da quando stiamo... stavamo insieme. Ciao. - detto questo, se ne andò. Non corse, non ne aveva la forza. Raggiunse la casa di Rukawa e guardò con tristezza tutti i preparativi fatti per quella data memorabile. *Già... me la ricorderò a vita...* Con calma raccolse le sue cose; il maglione che aveva lasciato lì due settimane prima, i libri di scuola su cui avevano studiato insieme, i vestiti di ricambio nel caso fosse arrivato lì fradicio a causa della pioggia, i cd degli X Japan. L'unica cosa che non poté portare via perché non la trovava più era il suo cuore, perso chissà dove in quell'enorme casa. Posò sul tavolino del salotto il duplicato delle chiavi che tanto tempo prima gli aveva dato Rukawa (*Dicendo che così potevo andare da lui in ogni momento...* ricordò tristemente) e uscì, chiudendosi la porta dietro le spalle. Per sempre....
Quando il volpino giunse a casa sua Hanamichi se ne era già andato; notò subito le cose che il suo (*ex?*) ragazzo aveva portato via, e tutto ciò che aveva preparato per festeggiare il loro sesto mesiversario... Stringendo in mano il braccialetto che in silenzio Sendo gli aveva consegnato, pianse.
Arrivato nel suo appartamento Sakuragi per prima cosa staccò il telefono, deciso a non farsi disturbare da nessuno, desideroso di alienarsi dal mondo. Poi prese la lettera che gli era arrivata un paio di giorni prima e la rilesse, imprimendosi nella mente ogni singola parola. Con un sorriso triste pensò che fosse il momento di cambiare vita.
Fine prima parte
(continua....)
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