Volevo ringraziare per tutti i commenti,
anche quelli privati arrivati alla mia email. Grazie per a critica obiettiva
e per le note di aspettativa che tutte i avete espresso... non temete agosto
mi vedrà più libera di scrivere, quindi aspettatevi aggiornamenti
abbastanza veloci ^^ I diritti di Slam Dunk sono del maestro T.
Inoue e chi di diritto. Questa storia non è scritta a fini di lucro. La storia è una AU, piazzata in una
fascia temporale non definita (anche se piazzarla in un fine medioevo
inglese potrebbe andare bene). I personaggi potrebbero essere O.O.C. In
alcune parti. (Non dite che non vi ho avvertito !! ^^ ). Una cosa è sicura che l'ho capita: non
sono proprio fatta per scrivere SenRu!!!! HanaRu Only RuleZ!!!!!!!!!!!!! W
le HanaRu!!
True Blue parte II di Shaka
Il sole filtrava già dalle pesanti tende quando Kaede aprì gli occhi, rendendosi conto che fosse già giorno. Si rigirò tra le lenzuola scoprendosi e stiracchiandosi come un elegante gatto. Il tepore delle coperte era così piacevole e rilassante... Sentiva le palpebre così pesanti... Socchiuse gli occhi, rivivendo a tratti gli avvenimenti della notte precedente... ......... il ballo.......... la conversazione con Ser Sakuragi...... ........ le percosse del padre.... l'incontro con Akira............. Akira... Aveva avvertito una sensazione di benessere in presenza di quel giovane ragazzo. Lo incuriosiva. Ed in un certo senso provava ammirazione per lui... vivere da solo ad appena venticinque anni... Si tirò a sedere tra le lenzuola e poggiando i piedi nudi per terra scese dal letto. Fu distratto da strani rumori provenivano dal giardino. Con passo felpato si accostò dietro le tende, ammirando il gruppo di giardinieri lavorare sulle terre che costeggiavano il palazzo. Quasi automaticamente il suo sguardo cercò la figura di Akira, e la trovò poco più in là, nell'intento di seminare dei fiori. In ginocchio vicino al selciato... Sbadigliò allontanandosi dalla finestra e iniziando a vestirsi. Quando entrò nell'ampia sala da pranzo il suo sguardo incontrò la figura della sorella e della madre intente a consumare la colazione. “Buon giorno Kaede” sussurrò la contessa, fissandolo un instante. “'rno” La sua voce basse fu appena udibile. Prese posto al tavolo, e in qualche minuto consumò brevemente il suo pasto. Non chiese perché il padre fosse assente dal tavolo. Non chiese perché nessuno accennasse a ciò che era successo la sera prima. Non chiese nulla. Come sempre. Ad un tratto la donna di servizio entrò. “Signora una lettera della contessa Miyagi” “Oh” esclamò con stupore la donna aprendo la busta beige che le venne consegnata, “Invitano Ayako a trascorrere il pomeriggio presso di loro... un invito della contessa in persona!” aggiunse poi la donna con entusiasmo, “eccellente!!” “Madre..” “Darò ordine di preparare la carrozza, partirai prima di pranzo... è buona educazione la puntualità...” disse la donna alzandosi e recandosi nella stanze vicine a dare i comandi per l'occasione. “Credo mi toccherà andare” sorrise Ayako fissando il fratello. “Nh” rispose questi. La ragazza fissò il volto del fratello, posando lo sguardo sul profondo taglio che segnava le sue labbra, “Stai bene Kaede?” A quelle parole gli occhi blu del fratello si alzarono incrociando quelli scuri della ragazza. Sorpreso. “Si...” un breve sussurro. La contessina si alzò sedendosi al fianco del fratello. Sorrise, incapace di trovare le parole giuste. Kaede sembrava impassibile. Come sempre, ma lei avvertiva la sua profonda infelicità. “Papà è così... purtroppo sai come vanno le cose...” “Nh” “Sei una persona forte!” sussurrò depositandogli a sorpresa un bacio sulla guancia, “prima o poi le cose cambieranno vedrai...” A quella parole seguì un silenzio colmo di significati. Poi Kaede carezzandole i capelli chiese: “Vi piace davvero quel nanerottolo?” Ayako impiegò un attimo a ricollegare la domanda del fratello poi rise di cuore, “Sempre diretto alla meta tu... eh?” borbottò, “ E' molto gentile...” aggiunse poi, “E ricco...”aggiunse il moro, Ayako appoggiò la sua mano su quella nivea vicino a sé. “Ti prometto che se non mi piace non lo sposerò... non ho intenzione di fare un favore ai nostri genitori” “Conoscendoti non avevo dubbi...” sussurrò lui dagli occhi blu. “Prima o poi toccherà anche a te...” sorrise lei, “non immagino la povera disperata che ti prenderà in marito!” “Nh” Ayako rise di nuovo. “Preparati, tra poco andiamo in chiesa...” disse infine la ragazza, “dopo partirò per andare a villa Miyagi”. **** Mentre il predicatore recitava il sermone, Ayako fissava divertito il fratello. Dormiva pressoché dall'inizio della funzione. Aveva provato più volte a svegliarlo a suon di gomitate, ma era stato inutile. Sbuffò divertita. Kaede era incorreggibile, ogni occasione era buona per dormire! ***** Al ritorno a casa la contessina partì alla volta di Villa Miyagi. Kaede osservò la carrozza allontanarsi, poi rivolse lo sguardo al suo fianco. Il giardino. Ne approfittò per fare una passeggiata. Sbadigliò vistosamente, mentre cercava un posto ideale per schiacciare un sonnellino lontano da occhi indiscreti. Girando l'angolo improvvisamente intravide la figura di Akira. Si fermò fissando le sue spalle, mentre in ginocchio era intento a innestare delle piccole piante. Indeciso se allontanarsi o rimanere palesando la propria presenza non si mosse... poi... ... mentre la prima opzione stava per essere scelta, improvvisamente il giovane dagli occhi verdi si girò. Dopo un breve fissarsi, “Salve” lo salutò sorridendo vistosamente, “Nh” “Noto che oggi siete di molte parole...” ironizzò Akira mentre continuava il suo lavoro. Un breve silenzio, poi: “Come va il labbro?” pose quella domanda senza voltarsi, con noncuranza. “Bene” disse il moretto sedendosi ai piedi di una grossa quercia e sperando che le domande fossero finite. Per qualche minuto infatti nessuno dei due parlò. Kaede fissava le spalle del giovane di fronte a sé. Lo fissava e pensava. Pensava a quello che era successo la sera prima. Pensava alle parole... Pensava alla carezza che il giovane giardiniere aveva regalato al suo volto. Una carezza quasi equivoca... carica di dolcezza come non ne aveva mai sentita... Non era mai stato abituato alle gentilezze lui. Tanto meno alla dolcezza. Tanto diversa da quella innocente e pura della sorella. E quella che gli era stata offerta non aveva saputo rifiutarla. Non ci aveva nemmeno provato in verità... forse a causa della opprimente necessità di conforto che aveva avvertito in quel momento. Proprio lui, che si ostinava a non aver bisogno di niente e nessuno... aveva istintivamente sentito che poteva lasciarsi andare..... Che poteva fidarsi... Forse erano stati i gentili modi di Akira a convincerlo. Forse le sue parole... così leggere e fluide... Forse solo la profonda frustrazione che aveva avvertito in sé. Dopo essere tornato al palazzo, la sera prima, si era amaramente pentito di aver mostrato la sua debolezza. Si era dato mentalmente dell'idiota. Amaramente pentito di aver dimenticato il proprio orgoglio. Il suo essere uomo. Adesso mentre fissava Akira però, riscopriva dentro sé le stesse necessità di quella precedente sera. Era come se la presenza di quegli occhi verdi sapessero regalargli calma e serenità. Nemmeno lui sapeva perché.. Perché provava quelle sensazioni... Perché avvertiva confusione dentro sé... Sapeva solo che il coraggio di allontanarsi ed andare via non c'era più. Forse non c'era proprio mai stato. “Dormite?” Quella domanda lo fece sussultare. La figura altissima del giovane giardiniere lo fissava in piedi. “Io avrei finito... per oggi torno a casa... volete venire con me?” “Nh?” Akira finì di raccogliere i suoi attrezzi. “Vi ho chiesto di farmi compagnia... se vi va...” precisò, per poi muoversi verso il capannone, ove ripose ogni cosa. Kaede istintivamente si mosse seguendolo. Poco più di mezzora dopo i due camminavano sui sentieri, diretti alla piccola casa in mezzo ai boschi. Arrivati, Akira entrò posando le sue vesti da lavoro all'interno, poi si dedicò a dei piccoli lavori di ristrutturazione della casa. Kaede si guardava intorno. Osservando il posto, così come non aveva potuto la notte precedente. “Quando sono arrivato qualche giorno fa sembrava anche peggio...” disse ad un tratto Akira, notando il suo guardarsi intorno. “Come?” Kaede sembrò non capire. “Mi riferivo alla casa... “ “Nh” Il giovane si mosse, rientrando in casa. Il rumore gli dava fastidio... e il silenzio della grande stanza in penombra sembrava più invitante di mille colpi di martello... Sedette sul letto, ascoltando i rumori provenire dall'esterno... accarezzò con la mano la pesante coperta, in lana... il suo calore gli ricordava quello della camicia che la notte precedente lo aveva riscaldato sotto la pioggerellina notturna che bagnava il sentiero del ritorno a casa..... Era un calore piacevole... Sembrava donargli serenità... intrisa di un profumo particolare... un profumo leggero.. mascolino....... Quando qualche tempo dopo Akira rientrò intravide quasi subito la figura del giovane conte sdraiata sul suo letto, nel piccolo angolo. Sorrise. Ecco perché non era più uscito! Il giovane dagli occhi verdi decise di cambiarsi... dopo avrebbe svegliato il suo ospite. Vagò per la stanza seminudo. Dopo essersi ripulito con dell'acqua portata quella mattina dal fiume, si voltò con intenzione di accendere il fuoco. Ma l'unico fuoco che vide, fu quello di due occhi blu, svegli e vigili... fissi su di lui. “Vi siete svegliato...” constatò il giardiniere. Il moretto si sedette sulle coltri di lana, e senza dire altro sbadigliò vistosamente, strappando un sorriso divertito al padrone di casa. “Vi va di rimanere a cena?” chiese poi, trovando come risposta un debole annuire. Il giovane Rukawa rimase oltre il tramonto, a godere la piacevole compagnia del compagno. Il suo ciarlare. Infondo ascoltare gli era sempre piaciuto. Parlare era una dote che gli era sempre mancata. Su questo non vi erano dubbi. Ma ascoltare era diverso. Forse era più facile. “Siete sposato?” chiese improvvisamente. Akira rise, divertito, “No, nessuna donna starebbe mai con un poveraccio come me...” ironizzò, “ e voi avete qualche dolce donzella ad attendervi?” “No” 'Odio le donne' avrebbe voluto dire Kaede, ma si trattenne, frenato da uno strano senso di timidezza. “Mi son innamorato... alcune volte... ma non è mai finita bene...” aggiunse Akira, quasi sovrappensiero. Gli occhi blu del conte sembrarono incupirsi a quelle parole... ******** Poco più tardi si ritrovarono al tavolo a cenare insieme. Zuppa di patate. Kaede fissò il piatto, muovendo il cucchiaio dentro. Poi assaggiò il chiaro intruglio. “Buono..” sussurrò, il ragazzo dagli occhi verdi sorrise. Consumarono velocemente il pasto. Senza parlare. Quando finirono Kaede si alzò, prendendo in mano il proprio piatto. Akira si avvicinò, e mettendo la propria mano su quella del giovane, “Lasciate... faccio io...” disse. Kaede lasciò la prese sulla stoviglia, e fissò la mano del giovane sulla sua. Questi la ritrasse quasi imbarazzato. In pochi attimi le scodelle furono inserite in una catinella piena d'acqua. “Domani mattina andrò a lavarli al fiume, insieme al resto..” Ancora un tempo indefinito scandì i minuti e le ore trascorse insieme... finché Kaede fissando il buio aldilà della finestra sussurrò “Devo andare...” “E' già tardi...” constatò Akira annuendo. Lo accompagnò alla porta. Rimasero sulla soglia alcuni attimi, “Grazie per la compagnia...” sussurrò. Kaede non rispose, poi voltandosi scese velocemente il sentiero scomparendo attraverso il sentiero verde. ********* Più tardi nella propria camera Kaede si dedicava alla lettura di un libro. La penombra nella stanza veniva spezzata dalla luce della piccola candela sul mobiletto vicino al letto. Un lieve bussare alla sua porta lo distrasse. Qualche attimo dopo la figura della contessina Ayako apparve sulla porta. “Siete ancora sveglio?” “Nh” “Sono appena tornata... volevo darti la buona notte...” sorrise la ragazza avvicinandosi. Un bacio fu regalato a quella bianca guancia, poi la giovane dai lunghi capelli castani sorrise dirigendosi alla porta. “Kaede... stai bene?” Quella domanda lo sorprese, “??..” “Non so sembri strano...” Il moro la fissò interrogativo facendo spallucce. La ragazza non aggiunse altro. Uscì chiudendosi l'uscio alle spalle. Kaede appoggiò il suo libro sul mobile, poi spense con un soffio la luce calda della candela. Sospirò. Non aveva capito a cosa alludesse la sorella. Ma sapeva che lei lo conosceva più di chiunque... 'Sembri strano...' Si rigirò sul cuscino. Doveva smetterla di pensare. Domani mattina doveva recarsi dal signor Anzai presto, per concludere il lavoro nei suoi campi. Quindi era inutile perdere sonno arrovellandosi con i pensieri!! Il sonno giunse poco dopo a rapirlo... ************ Le luci dell'alba rischiaravano già i campi e l'imponente casa dei Rukawa. Poggiando il piede su una trave Kaede malediceva la madre e la sua maledetta lingua. Per colpa sua adesso il padre gli proibiva incondizionatamente di recarsi da Mastro Anzai. Ma lui non poteva mancare al suo importante appuntamento. 'Accidenti !' imprecò tra sé e sé avvertendo i rumori del legno tremolante mentre si dedicava alla discesa, più velocemente che poteva. 'Cazzo!!' le mani scivolarono, ma riuscì appena in tempo ad aggrapparsi ad una sporgenza. Pochi minuti e arrivò al suolo. 'L'ho scampata' Pensò dirigendosi alle stalle. Dove prendendo il suo cavallo si diresse alla sua destinazione. *** Al suo ritorno, i caldi raggi del mezzogiorno riscaldavano il sentiero. Cavalcando con il suo cavallo il conte si dirigeva velocemente a palazzo. Improvvisamente intravide una sagoma, camminare lungo il ciglio della strada. Rallentò riconoscendone i tratti. “Salve conte” lo salutò con un inchino il giovane Akira. “'Salve..” rispose il moro con voce incolore. Il giovane giardiniere sorrise, poi si avviò lungo il suo cammino. “Dove andate?” la domanda di Kaede lo sorprese. Si voltò fissandolo, mentre dalla sella teneva saldamente le briglie. “Torno a casa... oggi ho finito prima.” Kaede tirò a sé le redini del suo cavallo inducendo la bestia ad avvicinarsi al giovane. “Salite” disse. Akira fu sorpreso. “Signore, se ci vedessero passereste dei guai...” “Nh.. salite” Sembrava irremovibile. Allungò una mano in un chiaro invito. Akira fissò le dita affusolate e la pelle chiara di quella mano... poi fissò lo sguardo del giovane di fronte a sé. Qualche minuto dopo i due cavalcavano lungo il sentiero. Verso quella casa che Kaede conosceva già da qualche giorno... Akira appoggiava le sue mani ai fianchi del moro, stringendosi a lui. Silenziosamente il Conte conduceva il suo destriero fino alla piccola costruzione nel bosco. Arrivati, i due scesero dalla sella. “Grazie...” sussurrò il giardiniere osservando il ragazzo di fronte, “Volete entrare?” chiese Quelle parole suonarono come un invito, certo. Ma ebbero la capacità di accelerare i battiti del giovane conte. “Dovrei tornare a palazzo...” sussurrò questi. Akira annuì, “Bene, allora andate...” “No..” L'altro sembrò sorpreso. “Cosa?” “Rimango” “Ma...” non ebbe il tempo di dire altro che già Kaede aveva legato il suo cavallo alla recinzione della casa. I due pranzarono. Poi insieme si dedicarono a dei piccoli lavori. A Kaede piaceva rendersi utile. E Akira era una piacevole compagnia. Insieme ripararono delle piccole falle nel tetto, otturarono alcuni spifferi che provenivano dalle vecchie finestre.... coltivarono il piccolo giardino sul retro........ Alla fine Kaede si lasciò andare contro la parete della casa. Sospirò stanco. “Siete stanco...?” notò Akira, “Venite... preparo un buon thè, ci farà stare meglio...” L'acqua sulla stufa bollì in breve. Mentre finiva di sorseggiare il proprio thé il giovane dagli occhi verdi osservò il moro sfilarsi la maglietta per ripulirsi... i suoi occhi per un attimo si incantarono a fissarlo... I lineamenti di quel corpo sembravano perfetti... incredibilmente scolpiti.... Le spalle larghe... le braccia tornite... i muscoli formati, ma non profondamente evidenti. Mozzava il fiato. Inconsciamente il giovane Akira si rese conto di aver allungato le mani, quasi desiderando di sfiorare quei lineamenti perfetti e morbidi...ma... improvvisamente... Kaede si voltò, incrociando il proprio sguardo con quello dell'amico. Questi sembrò arrossire, mentre i loro occhi si separavano. Akira riuscì a scuotersi dalle profonde sensazioni che avvertiva. Sembrò sconvolto dai suoi pensieri. Sorpreso dal sentirsi... emozionato... .............. il battito accelerato.... ....................il suo corpo sembrava... quasi ... eccitato.... “Vado, o mi cercheranno...” Quella voce profonda sembrò appena un sussurro. Lui dagli occhi chiari osservò il giovane indossare nuovamente i propri abiti, e dirigersi alla porta... Lo accompagnò, rimanendo sull'uscio ad osservare la sua figura allontanarsi.... dentro... un lieve senso di tristezza ...... Nella sua mente ......... un forte senso di comprensione....... una lucida consapevolezza..........
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