Serie: X1999
Pairing :
E… *rullo di tamburi* …è una… FuumaxSeishiro!!! Yeha*____*!!! Ohohoh!
Rating :
PWP
Note: E’ un casino di ff che ho in ballo da
Halloween ma che solo ora, dopo due mesi, sono
riuscita a finire… Alleluia-__-!!! All’inizio non doveva essere così
lunghetta, specialmente perché è solo un PWP(Mi sono data alla pazza gioa*___*”””),
ma dopo un po’ ho aggiunto qualche riga^^””… solo qualche-__-””… ma sì, se
poi è noiosa e sembra incasinata la colpa la do a Fuumattolo e non se ne
parla più^__________^!
Fuuma: Ehy, io che centro ora è__é?!?!
Io: Tsk, tu centri perché non mi hai pagato per poter
stare sopra in questa ff perciò vedi di non rompere>___<!!!
Fuuma: Ma io questa la spezzo è____é!!!
Io: E, mentre io penso a scappare il più lontano
possibile, buona lettura^^””… Evvaiii^__-!!!
Treat or
Trick?
di
Aya-chan
Questa notte i corvi sembrano cantare per i morti…
Come
un fantasma mi aggiro tra le tombe di un cimitero ormai abbandonato. Le
lapidi sono tutte in pezzi e, in questa oscurità, sembra che anche i morti
cerchino di parlarmi, sebbene già molte volte l’abbiano fatto ma io non mi
sono mai curato delle loro parole, non mi sono mai curato del loro dolore.
Con
la mia falce sporca di vermiglio ho mietuto molte vittime che ora riposano
in questo cimitero e sta notte come anime inquiete si risvegliano per venire
a bussare alla mia porta, sta notte come annunciatrici del malaugurio mi
stanno cercando guidati dai corvi sopra le loro teste che lentamente si sono
cibati della loro carcassa spoglia di tutto quello che tenevano in vita.
Mi
avvio verso una di quelle tombe in cui per pochi attimi compare il mio nome
in una scritta fatta di sangue.
La
contemplo mentre viene illuminata dalla luce soffusa della luna che oggi,
come tutta la mia vita, è tinta di rosso. I suoi raggi illuminano le lettere
del mio nome una per una come se volesse tenermi in suspense per ciò che
verrà, per il futuro che mi aspetta e che da qualche parte, in un paio di
occhi verdi, ho già scorto.
Rimango ad ascoltare il rumore del vento tra le foglie che cadono lievemente
posandosi sul tappeto di petali rosa che lentamente percorro come se mi
stesse guidando verso la via d’uscita da quel luogo di morte e sofferenza,
un luogo creato da me, da tutti coloro a cui ho strappato il respiro per
rinchiuderlo in un albero che non sfiorisce mai, ma che continua la sua vita
a discapito di altre… a discapito della mia…
Arrivo all’enorme cancello, unica entrata e unica uscita dal cimitero. Ma,
non appena mi avvicino ad esso, si chiude con un tonfo sordo davanti ai miei
occhi senza che io abbia mosso nemmeno un dito.
Una
risata alle mie spalle attira la mia attenzione e curioso di saperne il suo
possessore mi volto incontrando il viso coperto da un’elegante maschera
nera, su cui, in bianco, è stato disegnato un drago, che lascia però
scoperto la guancia sinistra e la bocca.
Lo
fisso mentre lui con una mano tiene un lembo del lungo mantello nero che gli
copre le spalle e facendolo svolazzare lo tira indietro concedendomi di
sentire un’altra volta la sua risata.
-
Allora Sakurazuka, che ne dici? Non sto una favola? – sorride facendo un
paio di giri su sé stesso per mostrarmi il vestito che ha scelto per questa
notte, la notte di
Halloween.
- Non
sei un po’ grande per fare queste cose Fuuma? – gli domando senza smettere
di guardarlo e lui fa una scrollata di spalle aggiungendo – E non fare il
guastafeste! – poi senza che nemmeno me ne accorga mi ha già afferrato per
un braccio e mi sta trascinando di nuovo per le bare del cimitero.
La
sua mano fredda stringe con forza il mio polso mentre a passi svelti mi
porta davanti ad una cripta a cui è appoggiato un sacchetto di carta. Lo
prende in mano e finalmente mi lascia e io mi massaggio il polso indolenzito
cercando di capire il contenuto di quel sacchetto.
-
Forza, tieni! – me lo porge lasciandomi di stucco mentre lo prendo e lo apro
con il mio sguardo che è sempre più stupito.
- E…
e questo cosa sarebbe, scusa? – domando tirando fuori un elegante camicia
bianca dalla maniche larghe.
- Non
lo vedi? È il tuo vestito! -
- Il
mio cosa? -
- Il
tuo vestito! Per Halloween! -
- Oh,
giusto, il mio vestito! Per Halloween! Perché non ci ho pensato prima… -
mormoro con tono sarcastico - …Ma che me ne faccio di un vestito per
Halloween, Fuuma? -
Scuote la testa alzando gli occhi al cielo e senza una spiegazione ordina
con arroganza – Indossalo e non fare storie. –
Guardo prima lui, poi la camicia di seta che ho in mano e sospirando decido
di obbedirgli iniziando lentamente a spogliarmi. La indosso e la seta mi
accarezza la pelle in un contatto piacevole, infilo anche un paio di
pantaloni neri aderenti che stringo con una cintura sempre in seta mentre il
ragazzo mi porge gli ultimi indumenti, un paio di stivali scuri che mi
arrivano di qualche centimetro sotto il ginocchio e una maschera rossa che
sul lato ha applicati dei brillantini argentei e ma che a differenza della
sua mi copre soltanto metà del volto.
Con
una mano sotto il mento lo accarezza con due dita mentre con quella libera
cerca di dare gli ultimi ritocchi al vestito che lui ha scelto per me, per
che cosa poi ancora è un mistero, ma qualcosa mi dice che me lo farà
scoprire presto. E infatti sorridendo soddisfatto stringe di nuovo il mio
braccio – Bene, ora che sei pronto possiamo andare! – e ancora mi trascina
senza che io gli opponga inutile resistenza visto che infondo sono curioso
di sapere fin dove vuole arrivare.
-
Siamo arrivati! – si è fermato davanti ad un portone ricoperto di edere e
rampicanti e sorride con compiacenza.
-
Fuuma… tu mi hai fatto vestire in questo modo ridicolo solo per rimanere a
guardare con te un portone pieno di erbacce? – domando seccato e lui si
volta verso di me con negli occhi una punta di malizia che mostra
consapevole – No. Ti ho fatto vestire così perché voglio che tutto sia
perfetto per questa notte! -
Alla
sua frase mi calmo facendo un sorriso che acconsente alle sue parole mentre
qualcuno in questo luogo urla e ancora si dispera, qualcuno ancora non vuole
accettare la sua morte.
Il
verso di un corvo si leva dal ramo di un albero lì accanto e l’animale nero
vola via facendo cadere alcune foglie con il suo spostamento mentre Fuuma è
tornato alla porta e la sta sfiorando con le dita che, per qualche secondo,
si illuminano di una luce d’orata e quando essa scompare le erbacce e le
edere cadono a terra come appassite.
-
Carino questo giochetto. – commento per niente stupito.
- Ne
so fare altri se ti interessa, ma te li faccio vedere un’altra volta. –
sorride rivolto a me e con una spinta il portone si apre con un rumore
fastidioso mentre dall’interno esce un fumo che trasporta la polvere e il
puzzo di chiuso. Ma dura solo pochi istanti perché non appena sorpassiamo la
soglia tutto si illumina quasi accecandomi e il fumo si allevia scomparendo
lentamente.
-
Dove siamo? – domando normalmente senza alcun tono particolare nella voce.
- Ad
un ballo in maschera! – esclama l’altro allegro e allargando le braccia per
farmi notare la gente vestita a festa e il luogo in cui sono finito: una
sala in stile classico illuminata da due enormi lampadari in vetro adornati
da vari cristalli che fanno risplendere i colori di un arcobaleni ai lati
della stanza.
-
Perché siamo qui? – lo fermo stringendogli una spalla, prima che se ne vada
infilandosi tra i presenti, costringendolo a girarsi.
-
Ovviamente per divertirci! – risponde in un sorriso così io non riesco a
ribattere niente di quello che vorrei perché il suo sorriso riesce sempre a
bloccare i miei pensieri che si concentrano tutti su di lui ed io rimango a
fissarlo immobile ed inebetito.
Sospiro e distolgo lo sguardo da quel giovane che non sono ancora riuscito a
capire e che riesce sempre a stupirmi ogni cosa faccia trovandolo così
stranamente imprevedibile ma allo stesso tempo eccitante.
Bene,
vorrà dire che per questa volta gli lascerò fare, infondo io stesso sono
curioso di sapere cosa passi per quella mente fredda e, oserei dire,
calcolatrice almeno quanto la mia.
Mi
porto accanto ad uno dei muri della stanza mentre il mio compagno di fazione
si mischia tra la gente che balla e parla allegramente ignara di stare
ospitando tra loro non solo un assassino, ma anche il futuro distruttore di
questo mondo ingrato e insignificante.
Sorrido con un leggero sbuffo guardandolo ammiccare con una ragazza vestita
da un lungo abito bianco che arrossendo gli stringe la mano e inizia a
ballare con lui con imbarazzo guardando di volta in volta i movimenti dei
piedi per paura di schiacciarli o di sbagliare i passi.
Fuuma
si muove con una grazia che mi sembra impossibile possa appartenergli, come
se al centro della sala ci fosse solo lui e quella ragazza che inizio a
guardare con un’espressione strana pensando a quanto sia stupido il fatto
che lui, il Chi no Ryu, si abbassi a ballare con una stupida oca umana
qualsiasi… o forse è solo il fatto che stia con lei che mi infastidisce… che
stia con lei e non con me…
Lo
fisso intensamente cercando di immaginare i suoi pensieri sempre
impenetrabili e protetti da quegli occhi dorati più gelidi del ghiaccio che
mi provocano brividi di piacere ogni volta li vedo osservarmi.
Fuori
dalla finestra in legno una civetta piega il muso assistendo alla festa
notturna e sbattendo le ali per restare all’altezza del vetro appoggiando
poi gli artigli sul davanzale, ma non appena vi si posa sopra una scossa
violacea parte da esso fulminandola e facendola cadere a terra mentre le sue
piume sgualcite si disperdono nel vento.
Il
mantello di Fuuma continua a svolazzare ad ogni suo passo seguendo
perfettamente i suoi movimenti e la ragazza rimasta incantata dalla sua
bellezza inciampa fermando così la danza. La guarda freddamente staccandosi
immediatamente da lei, che ha iniziato un fastidioso elenco di scuse, e, con
un sospiro annoiato, le fa smettere all’istante con un veloce movimento del
braccio che allontana violentemente la ragazza facendola cadere a terra
mentre come se fosse stata di porcellana il suo corpo si frantuma in mille
pezzi sparpagliandosi sul pavimento.
Uno
di essi arriva proprio accanto al mio piede, lo schiaccio rompendolo
ulteriormente e incurante mi sposto dal muro per seguire lentamente il
cammino del ragazzo che pian, piano ha iniziato a vagare a passi corti lungo
la stanza. Scorre con calma e attenzione tutti i presenti, che si sono
divisi solo per lui in due file, in cerca di una compagnia per il prossimo
ballo ma nessuno sembra soddisfarlo e come il gioco del domino ad uno ad uno
vengono spinti a terra da lui infrangendosi.
Sospira sconsolato mentre la musica ricomincia a suonare e lui ancora non ha
deciso. Poi con un sorriso sbarazzino si gira verso di me improvvisamente
sapendo già dove mi trovi, mi guarda, si avvicina e si ferma a pochi passi
da me.
I
suoi occhi di oro fuso brillano e mi osservano in ogni particolare mentre le
sue dita accarezzano con sensualità le labbra dischiuse e subito dopo fa un
passo indietro stupendomi ancora una volta. Sembra voglia di nuovo lasciarmi
lì da solo ma apostrofando un altro sorriso ci ripensa e fa un elegante
inchino mentre io non riesco a credere ai miei occhi e la mia voce non
emette alcun suono.
-
Allora mi concedi questo ballo o devo rimanere così ancora per molto? – la
mano di Fuuma si tende verso di me mentre lui è ancora inchinato e con lo
sguardo cerca il mio consenso che però stenta ad arrivare.
Fuori
inizia a piovere e le gocce battono con forza sui vetri delle finestre, una
di esse rimasta aperta comincia a sbattere più volte e l’acqua entra
bagnando il pavimento lì vicino. Nessuno si cura più della presenza di Fuuma
e senza darci più bado continuano nelle loro danze sorridendo sotto le
maschere che coprono i loro volti.
Fuuma
ancora sta aspettando.
Sorrido malizioso – Come mai con tutte le ragazze, e i ragazzi, che
desiderano ballare con te vieni proprio da me? – gli domando lasciandolo
pensieroso mentre finalmente si alza e si da un’occhiata intorno notando un
paio di ragazzine intimidite che parlano fra loro e lo guardano sospirando
trepidanti.
Torna
a guardare me e dopo pochi secondi è arrivato alle loro spalle, loro urlano
spaventate piacevolmente e sorridendo completamente rosse in viso cercano di
parlargli ma Fuuma non da loro il tempo nemmeno di emettere una sillaba che
le spinge a terra rompendole come fossero bambole. Ed è questo che i
presenti di questa festa strana e organizzata da lui sono diventati,
giocattoli nelle sue mani, solo burattini che servono per rendere più viva
questa nottata che ha intenzione di passare con me.
Mi
raggiunge e io mi mostro dubbioso indicando questa volta un ragazzo dal
volto candido e i capelli lunghi che gli ricadono morbidamente sulle spalle
sottili e ricoperte da una stretta giacca blu con un disegno azzurro davanti
al petto, sono minuti che parla con un’altra persona che non ha staccato un
attimo gli occhi dal giovane messaggero e, cercando di non farsi vedere, ha
osservato ogni suo movimento con i suoi occhi color ametista nascosti in
parte da una maschera d’orata che continua fino ad appoggiarsi al suo
orecchio.
Appena nota che noi due lo stiamo guardando abbassa istintivamente la testa
fissando il pavimento e spostandosi maggiormente dall’altro che, notando il
suo disinteresse al discorso, se ne va lasciandolo da solo sotto i nostri
sguardi.
Fuuma
sembra divertito e con passo felpato è già dietro di lui che lo osserva in
ogni parte del suo corpo, dalle labbra rosse e sottili che morsica nervoso,
alle braccia ricoperte da un paio di lunghi guanti in seta nera finendo alle
gambe snelle fasciate da un paio di pantaloni stretti che mettono in
evidenza le sue forme armoniose.
Il
ragazzino rimane immobile, come impietrito, mentre l’altro continua nella
sua attenta osservazione al dettaglio che dura qualche secondo e infine,
andandogli davanti, con un sorriso seducente appoggia il palmo della mano
sul muro accanto al suo viso avvicinandogli maggiormente il proprio.
-
Come mai mi fissavi? – la domanda del mio compagno lo lascia stupito e
balbettando qualcosa alza finalmente il viso guardandolo e arrossendo
maggiormente una volta che i suoi occhi incontrano quelli splendidi e
penetranti dell’altro.
Fuuma
inizia a girargli intorno stringendogli una mano e il ragazzino lo segue
incantato iniziando così una danza sensuale che lo conduce lentamente in
mezzo alla sala mentre ancora i presenti si fanno da parte per rimanere ad
osservare i nuovi protagonisti della musica armoniosa che li fa ballare
l’uno stretto all’altro.
Alzo
un sopracciglio con biasimo e, mentre i miei stivali fanno risuonare il
rumore dei miei passi in quel luogo, raggiungo i due fermando, con una mano
sulla spalla, Fuuma che mi stava per venire contro facendo finta di non
essersi accorto della mia presenza dietro di lui e, con l’altra, stringo il
braccio del moccioso che gli sta avvinghiato e lo tolgo da lui con forza per
poi costringerglielo dietro la schiena e con un veloce movimento buttarlo
brutalmente a terra così che anche il suo corpo faccia la stessa fine delle
oche di prima.
Fuuma
gli da un ultimo sguardo quasi rattristato per il fatto di aver terminato il
suo divertimento così presto, ma subito dopo torna a guardare me con un
sorriso furbesco.
-
Credevo che volessi ballare con me. – affermo semplicemente.
- E
io credevo che non ti interessasse… - sorride prendendomi una mano e
avvicinandosi con il corpo al mio alzando di più il viso verso il mio per
arrivare a poca distanza dalle mie labbra che però non sfiora nemmeno ma si
limita a farmi sentire il suo respiro sulla pelle in modo provocante.
Lentamente gli passo un braccio attorno alla vita in modo da stringerlo a me
ancora di più e iniziamo a muoverci in mezzo alla stanza proprio come prima
stavano facendo lui e quel ragazzino finito in brandelli.
È lui
inizialmente che mi conduce, si muove velocemente senza la minima esitazione
e ad ogni passo il mio cuore inizia ad accelerare il suo battito.
Continuiamo a girare su noi stessi con lentezza mentre lui continua ad
avvicinare le sue labbra alle mie e a spostarle prima che si tocchino,
tenendomi per una mano si allontana stendendo le braccia e tirandolo di
nuovo a me lo stringo nuovamente, ma lui ancora si allontana e con un giro
su sé stesso ritorna da me che senza tregua ricerco il contatto con la sua
bocca ma con insistenza non vuole darmi soddisfazione e sorride compiaciuto
del fatto che pian, piano lo sto desiderando sempre di più iniziando a
perdermi nel suo sguardo penetrante.
Instancabile prosegue nella danza ma dopo pochi minuti, in cui la folla
intorno a noi ha smesso di muoversi per l’ennesima volta, Fuuma si ferma e,
leggermente ansimante, mi sorride senza però lasciare la mia mano, si scosta
di poco da me, abbastanza per poter guardare alle mie spalle una scala a
chiocciola, e mi indica di raggiungerla insieme a lui.
Non
riesco ad intuire le sue intenzioni ma, senza darmi il tempo di dire
qualcosa, scappa via correndo verso la scala e dando un colpo sulla fronte a
quelli che, spostatisi per farlo passare, hanno la sfortuna di trovarsi
vicino a lui e miseramente cadono distruggendosi.
Finalmente arrivato al primo gradino mi fa segno con l’indice di seguirlo e
ancora corre su per le scale precedendomi velocemente.
Lo
guardo scomparire al piano di sopra e con un’alzata di spalle lo raggiungo
mentre nella sala le luci si spengono lentamente e cala il buio lasciando
solo una flebile luce che illumina il percorso che devo seguire.
Quando lo raggiungo è davanti ad una porta chiusa appoggiato allo stipite e
mi sta aspettando, mi avvicino pensieroso, non riesco proprio a capire cosa
voglia fare, ma quando apre la porta finalmente la sua idea mi sembra
chiara.
-
Prego. – mi fa un cenno per entrare e guardandomi intorno faccio come mi è
stato chiesto sentendo subito dopo la porta che si chiude alle nostre spalle
e la sua risata divertita quando con forza mi spinge contro il letto, unico
mobilio della stanza, facendomi atterrare sul materasso.
Mi
metto a sedere ricomponendomi immediatamente, Fuuma non perde tempo e
tenendomi per le spalle mi solleva leggermente in modo che le sue labbra
possano finalmente incontrare le mie sebbene il contatto non sia che lieve e
fugace.
Le
sue mani scendono percorrendomi il torace e soffermandosi sulle gambe su cui
si appoggia per poter tenere l’equilibrio e baciarmi nuovamente, questa
volta più allungo e con più passione della prima.
Quando si stacca siamo tutti e due senza respiro. Sorride guardandomi mentre
mi passo la lingua sulle labbra su cui è ancora rimasto il suo sapore,
infila una mano tra i capelli corvini e avvicinando il viso al mio orecchio
sussurra - Sakurazuka… dolcetto o scherzetto? – e io lo fisso di rimando
senza capire la sua domanda.
-
Come? – gli chiedo interrogativo.
-
Dolcetto o scherzetto? – ripete con lo stesso tono di prima scoppiando
subito dopo in una strana quanto misteriosa risata che mi lascia del tutto
dubbioso. Ancora una volta sembra non curarsi delle mie incertezze e senza
indugio torna a baciarmi con foga incrociando le sue dita con le mie e
spingendomi lentamente disteso sul materasso.
La
sua bocca ardente viaggia sul mio viso passando prima sulla fronte, poi sul
mento e infine giù per il collo che cosparge di morsi leggeri e ad ogni
contatto le mie dita stringono più forte le sue mentre tento con tutto me
stesso di mantenere un respiro regolare.
Si
siede a cavalcioni sul mio torace senza staccare le sue mani dalle mie, dà
una veloce occhiata fuori dove un pipistrello vola nel cielo nuvoloso
illuminato dalla luna piena che lucente richiama a sé i fantasmi di mostri
del passato che in questa notte tornano a vivere… mentre qualcuno di loro
ancora mi cerca…
È
tornato sulle mie labbra e con voracità le bacia, si stacca e di nuovo se ne
riappropria togliendomi il respiro mentre le sue mani si levano dalle mie e
con una stringe lievemente i miei capelli e l’altra accarezza la seta della
mia camicia sbottonandola lentamente. Ora posso muovermi anch’io e con calma
gli accarezzo la schiena sfilando la sua camicia dai pantaloni e cercando di
riprendere fiato spostando la testa di lato, ma lui me lo impedisce e con la
mano ai capelli stringe la presa tenendomi ferma la testa per non darmi
riposo.
Non
ci vuole molto perché cominci a soffocarmi e tenendo il suo viso con le mani
cerco di spostarlo lontano da me, ma lui come risposta mi lascia una piccola
scossa al petto soffocando un mio urlo nella sua bocca mentre, subito dopo,
riesco ad allontanarlo e stringendomi il petto lo guardo irritato tirandomi
ancora su a sedere.
- Ops,
non ti avrò fatto male per caso? – domanda con un sorriso innocente
rimanendo inginocchiato con le mani appoggiate tra le gambe – Che cosa
vorresti fare, Fuuma? – chiedo quasi meccanicamente – Io? Ma come, pensavo
che lo desiderassi anche tu… - parla come se non avesse fatto niente e io
sospirando scuoto la testa.
-
Allora Sakurazuka… - inizia a gattonare verso di me – Posso continuare o non
ne hai più voglia…? – la sua voce suadente mi impedisce di rispondere in
modo negativo e, mentre mi ha nuovamente raggiunto e con le braccia intorno
al mio collo lecca sensualmente un orecchio mordicchiandolo più volte, gli
stringo un braccio intorno alla vita.
Questa volta però sono io il più veloce e, spingendolo gentilmente sul
materasso, lo tengo sotto di me iniziando a svestirlo lentamente cospargendo
di baci e morsi le parti che vengono pian, piano scoperte del suo corpo.
Sfioro con le dita la stoffa dei pantaloni e sfilo prima la cintura dai
passanti per poi dedicarmi a slacciarli abbassandone la lampo ma la mia
supremazia dura poco e Fuuma afferra il mio polso tirandolo verso di sé
senza che io riesca a contrastarlo. Tiene il mio braccio sopra la mia testa,
presto anche l’altro, che prima era libero, fa la stessa fine e,
stringendoli con una mano sola, afferra la cintura che gli ho sfilato e la
usa per legarli alla ringhiera del letto immobilizzandomi.
- Che
diavolo stai facendo Fuuma?!? – il mio tono è adirato e dibattendomi cerco
di liberarmi non ottenendo ovviamente alcun risultato se non le sue risate e
un leggero buffetto sulla guancia.
- Ti
avevo detto che sarebbe stato divertente, no? – mi dice stringendo il
colletto del mio abito e alzandomi verso il suo viso abbassato su di me.
- Io
non mi sto affatto divertendo! – è la mia risposta.
-
Oh.. scusa… forse non ho ben specificato che… - abbassa il suo viso fino a
toccare il mio iniziando a baciarmi con veemenza senza che però io ricambi
e, quando si stacca, continua mormorando - …Sarei stato IO a divertirmi! – e
scoppia ancora una volta in una fragorosa risata.
Lo
guardo infuriato tirando con forza le braccia per liberarmi da quella
maledetta cintura e fargli pagare cara la sua presunzione, ma ogni mio
tentativo rimane vano e il ragazzo spingendomi più indietro la testa
affondata quasi completamente nel cuscino ricomincia a torturare le mie
labbra mordendole e poi leccando via il sangue che esce dal piccolo taglio
causato.
Rimango ancora immobile, anche quando riesce finalmente a togliermi del
tutto la camicia strappandola e buttandola a terra, la sua mano veloce si
sposta accarezzando con le dita affusolate tutto il mio dorso soffermandosi
sui punti di maggior sensibilità e la sua lingua continua a leccare le mie
labbra avidamente cercando uno spiraglio per farsi strada nella mia bocca.
– Dai
Sakurazuka, apri la bocca… - non rispondo alla sua richiesta così Fuuma si
vendica lasciando che il suo potere affluisca alle dita della mano che mi
sta toccando e roventi lacerano la mia pelle mentre io urlo di dolore
concedendogli per forza quello che vuole.
E,
mentre la sua lingua esplora per l’ennesima volta l’antro della mia bocca,
la sua mano torna ad accarezzarmi la parte lesa e quella libera armeggia con
i miei pantaloni togliendoli dopo pochi secondi senza alcuna particolare
fatica.
-
Fuuma liberami subito o mi arrabbio!!! – ringhio rabbioso quando si stanca
di baciarmi e inizia a lasciare scie bagnate sulla mia spalla ripassando più
volte senza nemmeno darmi retta.
-
FUUMA!!! – questa volta il mio è un urlo che attira il suo sguardo
disinteressato.
- Ti
ho detto di liberarmi, ORA! – scandisco bene la frase urlando l’ultima
parola e ammonendolo con gli occhi, ma quello che ottengo sono solo altre
risa, altre dannatissime risate che vorrei che smettessero all’istante ma
che naturalmente lui prosegue sapendo quanto inizino ad infastidirmi.
-
Fuuma, ti avverto, non farmi arrabbiare o non la passerai liscia!!! -
-
Sakurazuka… - finalmente ha smesso di ridere in quel modo odioso. Accarezza
ancora il mio petto sorridendo e fissando i suoi occhi nei miei che quasi
rimangono raggelati per l’assoluta crudeltà che dimostrano e di cui ho
proprio paura mi darà un assaggio… - …qui… - prosegue movendo in modo
insopportabilmente piacevole la sua mano - …Sono io che comando! – e detto
ciò le sue dita si illuminano ancora diventando incandescenti e lacerandomi
altra carne.
Urlo
nuovamente e con frenesia strattono la cintura che mi tiene legati i polsi
al letto.
Come
diavolo c’è riuscito questo ragazzino a farmi sfuggire di mano la
situazione?!? Come sono potuto cadere così facilmente nella sua trappola??
- Se
devo dire la verità non credevo mi sarebbe stato così facile! – esclama come
se mi avesse letto nel pensiero… o forse è proprio quello che ha fatto –
Però non mi è dispiaciuta la cosa, perciò tanto vale approfittarne… – la sua
lingua si muove sulle ferite che poco prima mi ha provocato mentre ora la
sua mano si è spostata e accarezza lasciva la mia virilità.
Non
riesco nemmeno a trattenere gemiti di piacere che so alimentano la sua
voglia di divertirsi con me questa notte, ed io, capisco che, come le
bambole che prima ha distrutto nella sala al piano di sotto, anche io non
sono altro che un passatempo per lui… anche io servo solamente per il suo
divertimento e nient’altro…
Stupido! Avrei dovuto accorgermene e invece sono stato stregato da lui senza
nemmeno rendermene conto…
Respiro con affanno quando non solo la mano del ragazzo mi accarezza ma ora
anche la sua bocca cerca di farmi impazzire posandosi in continuazione sul
mio torace e scendendo lentamente, troppo lentamente.
-
Fuuma… - non è che un sussurro breve che dura un attimo e poi torno ad
ansimare senza essere in grado di continuare la frase, di chiedergli di
fermarsi perché questo gioco inizia a non piacermi affatto… oppure è proprio
il contrario…?
Improvvisamente la sua bocca dannatamente bollente accoglie il mio membro e
io sussulto stringendo con forza la spalliera del letto cercando un modo per
sciogliere la cintura ma, leggendomi nel pensiero, Fuuma blocca ogni mia
iniziativa tirandomi una piccola scossa all’altezza del linguine.
-
Cristo! – impreco tra gemiti di piacere e di dolore.
Non
so se quello che lo diletti di più sia il fatto di potermi fare qualsiasi
cosa voglia, o il fatto che, sebbene cerchi di ribellarmi al suo volere, non
abbia la minima possibilità di uscirne vincitore, anzi, più cerco di reagire
e più lui continua a provocarmi dolore fuso al piacere e io posso solo
abbandonarmi agli ansimi e alle urla che lo incitano ad andare avanti…
Intanto la sua bocca non mi da tregua e con un ritmo incalzante continua a
succhiare la mia virilità finché inarcando la schiena non vengo nella sua
bocca con un gemito roco e stancamente mi riabbandono sul materasso sapendo
bene che non è ancora terminata.
Posando le mani ai lati del mio corpo, sul letto, mi risale portandosi alla
stessa altezza di sguardi e sorridendo mi libera le mani lasciandomi
praticamente di stucco, ma non ha ancora finito di giocare con me e
immediatamente mi costringe a sedermi tenendomi fermo con la sola forza del
pensiero, quindi lega nuovamente le mie mani questa volta dietro la schiena
e come se non bastasse, afferra la cintura che legava i miei pantaloni e la
passa intorno al mio collo stringendolo per poi scendere dal materasso e
tirarmi verso di lui facendomi cader dal letto.
Mi
metto, come meglio posso, in ginocchio e a denti stretti mi trattengo
dall’urlagli frasi che comunque non lo toccherebbero minimamente.
-
Attento a non morderti la lingua Sakurazuka! – scherza il giovane
guardandomi dall’alto in piedi di fronte a me tenendo avvolto nella mano
destra un’estremità della cintura che mi ha legato al collo. In uno scatto
d’ira faccio per alzarmi e gettarmi contro di lui ma Fuuma decisamente più
avvantaggiato basta che sposti più in basso la cintura per tirarmi così
verso il pavimento e farmi perdere l’equilibrio.
-
Maledetto ragazzino… - commento a bassa voce sebbene lui mi senta ugualmente
e ridendo risponde ironico – Sì, e vedrai quanto ti farà urlare ‘sta notte
questo ragazzino! -
Fa un
altro giro attorno alla sua mano con la cintura, accorciandola di più, ed io
sono costretto ad allungarmi verso di lui seguendo i suoi movimenti se non
voglio soffocare.
Mi
tira verso l’alto ricominciando una battaglia passionale con le nostre
lingue ma subito dopo senza avvertimento allenta la presa lasciando che io
cada con la schiena appoggiata contro il lato del letto e la testa sul
materasso.
Con
forza morde il mio collo lasciandomi segni rossi e scendendo sulla spalla
per lasciarvi anche lì i segni dei suoi denti e mentre mi morsico le labbra
per non dargli la soddisfazione di sentire ancora i miei lamenti, lui scorre
una mano accarezzandomi con impeto in mezzo alle gambe così che io non
riesca più a trattenere i gemiti e respirando a fatica abbasso la testa
spostandola di lato.
Tiene
il mio mento tra due dita spostandolo per potermi baciare lievemente ma con
aria infuriata e contrariata lo tolgo con un movimento brusco e lui, ridendo
della mia espressione, sposta una ciocca di capelli dal mio orecchio per
posarvi la bocca e sussurrare derisorio - Sai Sakurazuka, adoro quest’espressione…
specialmente se sei sotto di me ad urlare come una donnicciola! - - Figlio
di…!!! – vorrei potermi liberare per fargli rimangiare ogni singola lettera
della sua maledetta frase, ma nemmeno il mio potere basta per contrastare il
suo e, senza che io possa niente, le sue labbra premute sulle mie mi fanno
tacere e staccandosi riprende la sua dannata risata.
Voglio mettermi in piedi, o perlomeno spostarmi da questo ragazzino che con
troppa facilità è riuscito a mettermi così alle strette e ora ha tutto
questo potere su di me…
Smettila di ridere, smettila di guardarmi come se fossi un giocattolo!
Smettila!!!
Ma
lui continua sebbene mi abbia benissimo letto nel pensiero, continua perché
lo diverte di più tutto ciò, continua perché ha deciso di farmi impazzire
questa notte e io non posso fare niente per impedirlo…
- E
ora che ne dici di fare il mio cagnolino? – la sua non è una domanda,
assomiglia più ad un avvertimento a quello che mi aspetta e con un ghigno
strattona con forza la cintura al mio collo alzandosi in piedi e facendomi
ricadere in avanti. Non mi da il tempo di capire cosa voglia da me che già
mi sta trascinando per la stanza proprio come un cane e, tirandomi fino al
muro, si ferma appoggiandosi ad esso con la schiena, concedendomi finalmente
di alzarmi in piedi.
Lo
fisso in silenzio, immobile davanti a lui che non ha smesso di ghignare
sadicamente e, tenendo sempre stretta la cintura alla mano, sposta di poco
la testa indietro appoggiando anch’essa alla parete.
Passa
un lungo minuto così, limitandosi a sorridere e a guardarmi con quella sua
aria arrogante, poi, improvvisamente, fa sbattere la mia fronte contro il
muro alle sue spalle facendo schiacciare il suo corpo con il mio che gli è
completamente addossato. Alzo la fronte dolorante mentre, con il viso sui
suoi capelli, aspiro il profumo del balsamo e chiudendo gli occhi per un
istante cerco di rilassare i muscoli del mio corpo, ma nemmeno questo mi è
permesso e a quanto sembra Fuuma mi ha fatto riposare abbastanza per i suoi
gusti, così affondando le unghie nella mia spalla mi spinge per farmi
inginocchiare e accarezzandomi una guancia mi ordina di sfilargli i
pantaloni con i denti.
-
Cosa ti prende Sakurazuka, fai come ti ho detto o sarò costretto a farti
molto male… - è il suo commento al mio silenzio e al mio rifiuto di obbedire
a quell’ordine. Lo guardo soltanto senza parlare o muovermi, di certo non mi
abbasserò a obbedire ad uno stupidissimo ordine come quello, l’orgoglio non
me lo permette e io stesso non ho nessuna intenzione di farlo, ma lui non
gradisce e strattonandomi con quella dannata cintura che mi soffoca ogni
qual volta lui la tira, mi alza nuovamente in piedi e, con violenza, sbatte
ripetutamente la mia testa contro il vetro di una finestra lì accanto che,
dopo poco, inizia ad infrangersi mentre i frammenti ricadono sul pavimento
ed io inizio a tossire sangue.
Sento
il liquido caldo colarmi giù dalla ferita percorrendomi la schiena mentre
alcune gocce cadono anche sulle spalle e Fuuma guardano prima la vita
cremisi, la lecca via sostituendo poi le dita con le sue labbra e,
infierendo ancora con la mia pelle, continua a lacerarla aspettando solo un
mio urlo di dolore che tarda ad arrivare ma che mi è impossibile trattenere,
e quando lo sente riprende divertito a sbattermi la testa questa volta
contro il muro che si macchia di vermiglio.
Ricado senza forza su di lui che, scansandosi, mi lascia cadere a terra in
ginocchio con la testa piegata in avanti che non riesco più a reggere
riuscendo con fatica a non perdere i sensi e la sua voce penetra nel mio
orecchio – Allora hai deciso di collaborare? – annuisco con fatica
silenziosa e faccio come mi era inizialmente stato chiesto sotto i suoi
occhi compiaciuti.
Si
sfila completamente i pantaloni che ho solo tolto e abbassato ai suoi piedi
e togliendo di mezzo anche l’ultima barriera porta il mio viso a stretto
contatto con la sua eccitazione senza che ci sia bisogno di parole per
esprimere il suo volere, automaticamente la prendo tra le mie labbra e
immediatamente Fuuma preme con forza soffocante le mani contro la mia testa
sporcandole di sangue e premendola contro il suo corpo imponendomi così il
suo ritmo.
Spinge il bacino cercando soddisfazione e ordinandomi di andare più veloce,
infine con un gemito viene nella mia bocca ma ancora non mi consente di
staccarmi finché non ho ingoiato tutto il suo seme.
In
men che non si dica sto ancora venendo tirato per la stanza ritornando così
al letto su cui ci appoggia malamente la mia faccia. Piegato in avanti con
solo il busto appoggiato sul materasso cerco di tenere gli occhi aperti
ormai completamente in balia del ragazzo che, premendo un braccio sulla mia
schiena, mi costringe abbassato mentre l’altra mano comincia a scendere
arrivando al fondoschiena e infilando lentamente le dita nell’apertura.
Sussulto mentre ad un dito ne aggiunge un altro e un altro ancora iniziando
a muoverli dentro di me e la sua lingua accarezza voluttuosa i miei brividi
di piacere che mi percorrono per tutta la schiena.
Quando, con calma, le estrae da me un lamento di dissenso sfugge dalle mie
labbra, sospira sfiorando la mia guancia con la sua – Non preoccuparti,
ancora non ho finito… - sussurra riafferrando la cintura legata al mio collo
e tirandolo leggermente indietro, ma il braccio dietro la schiena mi
impedisce di potermi spostare e la cintura si stringe inevitabilmente.
Infine, senza preavviso, penetra violentemente dentro di me con un’unica
spinta, ed io, mi ritrovo ad urlare con tutte le mie forze stringendo i
pugni talmente forte che le mie unghie penetrano nei palmi ferendomi e
lasciando che il sangue scorra lungo la schiena su cui si poggiano
incontrando la sua virilità che inizia ad entrare e ad uscire da me prima
con lentezza, come se volesse farmi abituare a quell’invasione, e poi più
velocemente aumentando il piacere mentre il dolore va, apparentemente,
scemando.
Continua con spinte sempre più forti spostando il braccio che teneva sulla
mia schiena intorno alla vita.
-
Sakurazuka, non ti sto sentendo… perché non stai urlando? Dai accontentami,
urla per me! – il suo respiro sul mio collo mentre mi parla mi sta
lentamente facendo perdere la testa come le sue spinte e, lentamente, inizio
a muovermi anch’io seguendolo mentre non mi accorgo neanche di star
obbedendo al suo rodine e lentamente mormoro tra un gemito e l’altro – Ah…
Fuuma.. non… non fermarti… -
Fa
come gli è stato chiesto serrando maggiormente la presa alla vita – Dillo
ancora… voglio sentirtelo urlare! –
-
Fuuma… ah… continua… non smettere… non fermarti… ah… ancora… - pian, piano
la mia voce spezzata si alza assecondando ancora le sue richieste finché
però la cintura al mio collo non viene stretta maggiormente e la mia voce si
perde nella mia gola senza che io riesca più a respirare.
Con
un’ultima spinta, più forte delle precedenti, viene completamente dentro di
me mentre io vorrei urlare ma, sebbene la mia bocca sia aperta, da essa non
esce alcun suono e, prima di perdere i sensi per la mancanza di aria nei
polmoni, sento la sua voce divertita che accanto al mio orecchio mormora –
Buon Halloween Sakurazuka… - e abbassando del tutto il viso sul materasso
chiudo gli occhi stremato.
Non
so nemmeno quanto tempo sia passato da quando sono svenuto ma, senza più
alcuna forza, batto più volte le palpebre aprendo lentamente gli occhi che,
stanchi e stupiti, si mettono a fissare quelli di Fuuma.
Cerco
di dire qualcosa ma sono troppo affaticato per parlare, sebbene abbia notato
di essere finalmente libero da quelle dannate cinture, e, disteso supino sul
letto, sono coperto da un lenzuolo mentre con mia sorpresa il giovane
messaggero tiene stretta tra le sue braccia la mia testa poggiata sulle sue
ginocchia.
Con
non poca fatica muovo la bocca per riuscire a capire cosa abbia in mente, ma
lui mi posa un dito sulle labbra mormorando con dolcezza – Shsss… non
affaticarti… - persino il suo sguardo ha assunto un’espressione tenera e,
posandomi un lieve bacio sulla fronte, sorride dolcemente. Con una mano gli
carezzo una guancia senza distoglier lo sguardo da lui che, posata la sua
mano sulla mia, sussurra – Ora riposati… - e mi da un leggero bacio sulle
labbra prima che io mi addormenti.
La
notte sta ormai volgendo al termine quando, sentendo l’alito gelido del
vento soffiarmi sulla pelle, mi risveglio con la presenza di qualcuno seduto
sopra di me. Abbasso lo sguardo incontrando i capelli neri di Fuuma che,
addormentato sopra di me con le gambe allargate in modo da circondare il mio
busto, sospira regolarmente stringendo una mano al mio petto e l’altra
incrociata con le mie dita poggiate a terra.
Con
la schiena appoggiata ad una lapide del cimitero, in cui sono ritornato
senza ricordarmi come, i nostri corpi nudi sono coperti soltanto dal suo
lungo mantello che ci circonda completamente e, mentre lui ancora
addormentato mormora impercettibilmente – Sakurazuka… sei mio… - io sorrido
appoggiando la nuca sulla superficie gelida della lapide su cui il mio nome
è ormai scomparso ed essa è tornata liscia, vuota, senza ancora nessuno che
riempia la tomba sottostante.
Senza
che io riempia il posto che mi spetta…
Guardo ancora il giovane che, nemmeno un’ora fa, era riuscito ad ottenere
ogni cosa da me e di me e che ora, addormentato tra le mie braccia, sembra
così indifeso che, se solo avessi voglia, riuscirei a farlo scomparire con
il solo schioccare delle dita, se solo avessi voglia già mi sarei vendicato
per quello che ha fatto…
Sorrido – Sei un pazzo ragazzino… -
E per
avermi sfidato in quel modo pazzo lo deve essere davvero, ma ancora di più
per il fatto che sia riuscito a vincermi…
Lo
abbraccio senza stringere con forza, in modo da non svegliarlo e,
sospirando, guardo la luna che lentamente scompare per far posto al sole che
sta nascendo da dietro le nuvole e, ridendo, inizio a pensare che forse io,
ancora più di lui, devo essere completamente folle. Così mi riaddormento
mentre un corvo si posa sul terreno accanto a noi per rimane a fissarci con
i suoi occhi neri che riflettono il sangue delle nostre vittime.
Almeno ora so che mi è stato concesso un altro giorno per vivere…
†THE
END†
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