Disclaimers:   i personaggi dei Weiss Kreuz non sono miei ma dell'autore etc. etc. etc.


Il tormento e l'estasi

di Bombay

parte III


Il sole splendeva alto nel cielo, dando un colore brillante a tutto ciò che accarezzava con in suoi raggi dorati, l'aria calda e profumata dell'estate.
Omi guardava fuori dalla finestra, i gomiti appoggiati al davanzale, il viso posato sul palmo della mano. sospirò tristemente. non riusciva a smettere di pensare e ripensare alla stessa cosa. sospirò ancora girandosi verso il computer sulla scrivania. avrebbe controllato la posta un'altra volta e poi basta. Avrebbe spento tutto e sarebbe sceso in negozio a lavorare. Almeno per qualche ora avrebbe smesso di pensare. O almeno così sperava.
Nessun messaggio nuovo.
Spense il computer con rabbia. Aveva una gran voglia di mettersi a piangere.
Si stava illudendo, lo sapeva, ma era più forte di lui.
Un leggero bussare lo fece voltare e senza che lui rispondesse Yoji entrò nel suo appartamento e nella sua camera
"Ehilà, come va? Che fai qui tutto solo?" domandò facendo un largo sorriso. 
Il ragazzino scrollò le spalle "Adesso scendo" mormorò Omi alzandosi dalla sedia.
"No. Ecco... ero venuto per parlarti" disse facendosi improvvisamente serio "Sei strano in questo periodo e a me dispiace vederti così giù di morale"
"Mi passerà."
"Che cosa ti passerà, Omi, a me puoi dirlo."
Omi fece spallucce "Niente"
Yoji gli posò le mani sulle spalle "Sul lavoro, in negozio, sei spesso distratto. Hai la testa fra le nuvole. Non è da te. Che ti succede, sei per caso innamorato?"
Omi trattenne il respiro arrossì violentemente. Cosa poteva rispondergli. Che era così. Che era innamorato di Nagi e che era preoccupato perché non aveva risposto alla sua ultima mail. Deglutì, si divincolò e volto le spalle a Yoji. Non poteva, non poteva dirgli nulla. Non dopo quello che c'era stato tra loro. Sospirò al ricordo della notte passata con Yoji, ma al ragazzo più grande non importava nulla di lui, lo sapeva. Glielo aveva detto chiaro e tondo. Ma quella notte si sentiva troppo solo. Non aveva saputo dirgli di no. Aveva bisogno di sentirsi amato da qualcuno, anche se in realtà era solo un'illusione per entrambi.
Era così assorto nei suoi pensieri che quasi non si accorse che Yoji lo circondò con le braccia da dietro, si irrigidì in quell'abbraccio confortante e caldo. Aveva bisogno di qualcuno che gli fosse amico, che gli stesse vicino. Che lo rassicurasse. Ma...
"Vuoi dirmi cosa c'è che non va. Forse potrei aiutarti." gli mormorò.
Omi rabbrividì a causa del fiato caldo sul suo collo. Si divincolò malamente.
"No, non posso" mormorò allontanandosi di qualche passo, sedendosi pesantemente sul letto.
Si accorse di essere arrabbiato con Yoji. Non poteva sfruttarlo in quel modo. Lui non era un oggetto. Un diversivo per quando si stufava con le donne.
"Esci da qui." sibilò tra i denti tenendo la testa bassa.
"Ma, Omi."
"Vattene"
Yoji lo fissò sconcertato. Ma invece di andarsene si avvicinò e gli posò un mano sulla spalla, Omi si ritrasse alzando il viso rigato di lacrime "Va... via... per favore." balbettò, mentre i singhiozzi si  facevano più frequenti.
Yoji scosse la testa. "No. se non mi dici che cos'è che ti fa stare così male." si sedette al suo fianco.
Omi chinò la testa e chiuse gli occhi, era così confuso. E il comportamento di Yoji non lo aiutava certo a fare chiarezza nella propria mente.
Apri gli occhi di scatto quando la mano di Yoji gli accarezzò il viso asciugandogli le lacrime. non era giusto. Lui aveva cercato di dimenticare la notte trascorsa con lui, era passato un bel po' di tempo ed era riuscito ad accantonare le sensazioni che aveva provato, ma in quel momento, con la mano che ancora gli accarezzava le guance, tutto gli era tornato alla memoria.
Chiuse gli occhi e appoggiò la testa alla mano di Yoji "Sono confuso" sussurrò piano
Yoji lo abbracciò e lo strinse forte. "E' anche colpa mia, lo so. Spero che la persona di cui sei innamorato. si renda conto della persona meravigliosa che sei e che ti faccia soffrire il meno possibile." il tono era triste e addolorato.
Omi riprese a piangere silenziosamente contro il petto di Yoji, cosa significavano quelle parole, che cosa provava Yoji nei suoi confronti e soprattutto cosa provava lui nei confronti dell'altro. e verso Nagi.
Si strinse ancora di più contro Yoji, imponendosi di smettere di pensare, godendosi il calore del corpo di Yoji conto il suo. In quel silenzioso pomeriggio d'estate.

Yoji si rigirò nel letto, incapace di prendere sonno. a causa dei pensieri che continuavano ad affollarsi nella sua mente.
Alla fine decise di alzarsi si infilò i pantaloni del pigiama e senza far rumore uscì dal proprio appartamento ed entro in quello di Omi.
Il piccolo genio del computer aveva lasciato la finestra e  le tende della sua stanza mezze aperte, così che la luce della strada rischiarasse un poco la camera e che l'aria tiepida della notte entrasse.
Dormiva profondamente steso su un fianco una mano accanto al viso, l'altra che spariva sotto il cuscino, il viso rilassato nel sonno sembrava così piccolo e indifeso. Un bambino che andava protetto dal male del mondo.
Yoji si chinò a scostargli una ciocca di capelli dal viso, la sua mano indugiò sulla guancia morbida e fresca da adolescente e poi scese a sfiorargli le labbra socchiuse. era così bello quando dormiva. Avrebbe passato ore ad osservarlo. e sempre più spesso entrava nel suo appartamento, di notte, per  restare con lui per un po'. solo una volta aveva trovato la porta chiusa a chiave e se ne era stupito parecchio. ma non poteva certo fare domande il mattino seguente.
Omi sospirò profondamente e si girò un poco mettendosi quasi prono, sollevando un ginocchio che fece scivolare il lenzuolo di lato.
Yoji sorrise il piccolo Omi metteva sempre il pigiama corto ed era semplicemente adorabile. con un altro profondo sospiro Omi aprì gli occhi  e li batté per un paio di volte mettendo a fuoco la figura  di Yoji.
"Che ci fai qui?" domandò con voce assonnata
Yoji riprese a respirare. avrebbe voluto fuggire. cosa poteva dirgli. che aveva continuato a pensare a lui, a quel caldo pomeriggio trascorso insieme che gli aveva fatto tornare in mente pensieri che aveva seppellito nell'angolino più remoto della sua mente,  che per questo non riusciva a dormire e che spesso andava nel suo appartamento solo per guardarlo dormire.
"Niente." rispose stupidamente
Omi aveva richiuso gli occhi e si passò la lingua sulle labbra. Yoji fu catturato da quel movimento gli sfiorò il viso con il dorso della mano, sedendosi sul letto.
Dal viso scese a sfiorargli il collo lentamente, Omi si tese e riaprì gli occhi ansimando leggermente, quel contatto, quella carezza, lo fecero  rabbrividire, ma non respinse Yoji in cuor suo voleva ripetere l'esperienza perché doveva chiarirsi capire i suoi sentimenti e forse quello era l'unico modo per farlo. Forse aveva cercato in Nagi quello che gli aveva dato Yoji in quella notte ormai lontana, non lo sapeva ma in quel momento non voleva smettere, non voleva che Yoji smettesse.
Quando il ragazzo più grande allontanò la mano, Omi la catturò nella sua e la riappoggiò sul proprio viso.
"Perché sei qui?"
Yoji trasse un profondo sospiro. "Ogni tanto vengo qui mentre dormi. mi piace guardarti mentre dormi. sei sereno, tranquillo." sia avvicinò piano al suo viso "Bellissimo" mormorò posando le sue labbra su quelle socchiuse di Omi. baciandolo piano aspettando che il ragazzo rispondesse a suo bacio e così fece la lingua di Omi timidamente accarezzò la sua e il bacio si approfondì. si staccarono senza fiato.
Omi reclinò il viso sul cuscino mentre Yoji gli accarezzava il petto sotto la maglia del pigiama. lentamente sfiorandogli i capezzoli, facendoli indurire. un gemito strozzato gli uscì dalle labbra.
"Vuoi che continui?" gli sussurrò all'orecchio. Omi chiuse gli occhi "S... si." sussurrò. sollevando le braccia sopra la testa per permettere a Yoji di sfilargli la maglia e di avere libero accesso al suo corpo. allungando una mano a sfiorare il petto muscoloso del suo compagno.
Forse quello era un errore. Un'altra illusione e poi. poi Nagi. lui era innamorato dell'altro oppure no, fino a quel pomeriggio era convinto di si. Ma in quel momento. mentre le mani di Yoji danzavano sul suo corpo, le sue labbra sul suo viso. aveva perso ogni certezza. doveva fermarsi prima che fosse troppo tardi. prima di commettere un altro errore. ma non aveva la forza di opporsi. Yoji aveva uno strano potere su di lui.
Allungò una mano, e gli sfiorò i capelli lentamente non voleva più pensare, se continuava così sarebbe impazzito. doveva prendere quello che la vita gli offriva. senza rifletterci troppo. attirò Yoji verso di se e lo baciò sulle labbra assaporando piano il suo sapore, così diverso da quello di Nagi. più adulto. più seducente. più inebriante.
Inarcò la schiena e Yoji gli sfilò i pantaloni e la biancheria intima insieme e si fermò a contemplarlo un instante. la pelle chiara e liscia, il corpo giovane e snello, minuto ma ben proporzionato.
Non si era fermato a riflettere e l'accondiscendenza di Omi lo aveva stupito. non lo aveva respinto come credeva. ma non voleva farlo soffrire. 
Non di nuovo. sapeva di averlo ferito dicendogli che non provava niente per lui. ma Omi non lo aveva odiato. aveva semplicemente annuito e lui vigliaccamente ed egoisticamente se ne era tornato nel proprio appartamento lasciandolo completamente solo. dopo quello che era accaduto tra loro.
Poi, Omi,  si era comportato come se nulla fosse accaduto. con una forza che non credeva che il piccolo compagno possedesse.
Dal canto suo invece si era reso conto di non essere stato sincero nemmeno con se stesso, di cercare di soffocare i veri sentimenti che provava, forse per vergogna o forse o per paura. non lo sapeva. e ne era stato dolorosamente consapevole solo nel momento in cui Omi era stato rapito. non sapere dov'era e cosa poteva essergli successo gli aveva fatto provare un'angoscia terribile. e quando l'aveva visto tornare. il suo cuore si era alleggerito da un peso enorme. ed ora era li, adagiato languidamente sul letto, nudo, gli occhi chiusi. eccitato ed in attesa. gli posò una mano sul ventre e scese piano, lo sentì rabbrividire e gemere piano sollevando i fianchi verso lo sua mano che lo accarezzava piano. Omi lo attirò a se in modo da aderire al corpo dell'altro. sentendo l'erezione di Yoji premere contro la sua gamba attraverso la stoffa leggera dei pantaloni che ancora indossava. scese lungo la schiena del compagno e scivolò sotto l'elastico dei pantaloni accarezzandogli piano i glutei lo senti sospirare il suo fiato caldo sul suo collo mentre continuava a baciarlo.
Omi gli abbassò i pantaloni e Yoji si sollevò per sfilarli completamente riadagiandosi sopra Omi tenendosi sollevato sui gomiti per non schiacciarlo lo fissò leggendo il desiderio nei suoi occhi chiari..
"Sei sicuro di volerlo?" domandò accarezzandogli il viso..
"Si. sono sicuro. se non avessi voluto dall'inizio non saremmo mai arrivati a questo punto. e adesso e tardi per tornare indietro." rispose strusciandosi contro Yoji e mugolando di piacere. sfiorando con le dita il membro eretto di Yoji. deglutì. il suo compagno era molto dotato  come se lo ricordava.
Yoji si mosse e scese a baciarlo piano lungo l'inguine  per poi sfiorargli i testicoli con la lingua e poi con le labbra.
"Voltati"
I ragazzino ubbidì e si mise a pancia in giù . Yoji percorse la sua schiena con le labbra mentre con una mano gli accarezzava le natiche e si insinuava tra di esse, facendolo mugolare di puro piacere.
Introdusse piano un dito nel corpo caldo del ragazzo, studiandone le reazioni. Omi si tese ma si rilassò subito soffocando i gemiti nel cuscino.
Un altro dito si unì al primo facendolo mugolare più forte. quando le dita abbandonarono il suo corpo Omi sospirò profondamente tremando di eccitazione e aspettativa. Yoji gli sollevò i fianchi e si strusciò contro di lui.
Omi chiuse gli occhi sentendo il membro di Yoji forzare la sua apertura e farsi strada nel suo corpo. non riuscì trattenere un lamento di dolore, Yoji si fermò e attese che si abituasse a quell'intrusione, ma Omi si spinse contro di lui con un singhiozzo facendolo affondare completamente, inaspettatamente. rimasero fermi per un lungo istante. solo il rumore dei loro respiri. Dopo quella che ad Omi parve un'eternità. Yoji iniziò a muoversi lentamente e piano piano il dolore scomparve lasciando spazio al piacere.
La mano di Yoji raggiunse il sesso di Omi e lo stimolò allo stesso ritmo delle proprie spinte facendolo venire con lui. ricaddero su letto esausti ancora uniti.
Yoji si stese al fianco di Omi e lo abbracciò facendogli posare la testa sul petto
"Non lasciarmi Yoji, voglio svegliarmi con te accanto domani mattina, ti prego" sussurrò piano la voce stanca.
"Non ti lascerò questa volta, te lo prometto."
Lo senti addormentarsi tranquillo. non aveva intenzione di lasciarlo solo ne in quel momento. ne in qualunque altro.






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