Too Good, Too Bad

Parte XVII: Ekstàz

di CastaliaRimu


 

Il mare...Io adoro il mare.

Nei momenti in cui sembra che la mia anima stia per crollare dal tormento, dal dolore, il mare torna a riflettersi nei miei occhi, cantandomi la sua canzone vecchia di tutte le ere di questo mondo...assieme ai miei ricordi di bambino.

Le onde sfiorano le punte dei miei stivali quasi immersi per metà nel morbido e cedevole bagnasciuga e i gabbiani cantano sotto la luce del sole riflesso dall’acqua in quel loro modo un po’ gracchiante.

Seiya è sdraiato completamente sulla sabbia a circa un metro da me, gli occhi scuri rivolti al cielo mentre si perde in chissà quali pensieri.

Da quando mi sono svegliato, non ho più visto Ikki.

Una folata di vento solleva un piccolo lembo d’acqua che si sparge in goccioline brillanti sul mio viso.

Non voglio più lacrime, non ho più voglia di piangere, non ho più voglia di pensare..Il fastidio mi punge non appena questo mi sfiora la mente.

Non ora, non adesso. Ho solo bisogno di non concentrami per un attimo, uno solo. Poi lascerò che tutto mi cada addosso nuovamente.

Shiryu si inginocchia di fianco a Seiya, lasciandosi scivolare sulla sabbia con un piccolo tonfo attuttito. Lo vedo sfiorargli una ciocca di capelli, appena appena, con la punta di un’unghia.

Li invidio, li invidio molto. Ma appena penso questo mi vergogno e mi dico che sono davvero sciocco...Ahh, che stanchezza infinita..Mi piego sulle ginocchia, chinandomi a stringere nel pugno una manciata di sabbia e, non appena mi risollevo la lascio scivolare tra le dita con un lieve fruscio.

I granelli dorati luccicano sotto i raggi rossi del sole che cala e mi sembra quasi di stare scivolando anche io, sotto il rosso del mio cuore.

-Shun.-

Mi volto, i capelli mi fanno il solletico cadendomi sulla faccia. Sorrido.

-Hyoga..-

I suoi occhi azzurri si tingono delle sfumature del tramonto, brillando lucidi di un sentimento nostalgico e molto dolce. Sembra quasi uno di quei dipinti seicenteschi, dove tutta la realtà era catturata in un singolo sguardo, in quella goccia di calore umano che pareva brillare attorno alla figura dipinta.

E’ bello.

Lo è davvero.

-ànghjel...-(Angelo...)

Mi rendo conto di aver parlato ad alta voce e arrossisco, vergognandomi di aver aperto bocca. Ma lo penso sul serio..Sembra davvero un angelo, in questo momento.

Vedo i suoi occhi sgranarsi appena, mentre il suo sguardo si fa serio ed penetrante.

-Njè udàvat’sja bòl’she a provjerjàt’ ...(non riesco più a controllare...)il mio cuore...-

Un formicolio strano mi tocca il cuore, quando lo sento dire questo. Non riesco a dare un nome a quello che sento. Forse, sto impazzendo anch’io.. Tutto quello che vorrei fare ora, sarebbe buttarmi nelle braccia di questo ragazzo che mi guarda con una tale determinazione nei suoi sentimenti..

Ma troverei la pace così?

-Quindi, quando ti sei svegliato Marin era già sparita dopo aver lasciato quel messaggio sulla spiaggia.-

La voce pacata di Shiryu mi riporta alla realtà e mi costringo a distogliere lo sguardo da quello di Igor per seguire il discorso.

Seiya volta appena il viso verso i caratteri giapponesi che solcano la sabbia di fianco a lui, gli occhi socchiusi.

Marin, la Maestra di Seiya nel mondo segreto, colei che lo ha fatto cavaliere. Anche se non ho capito molto bene, dopo che Ikki ci ha colpiti, la caverna è crollata e ci siamo salvati in qualche modo. Il nostro amico giapponese assieme ad Hyoga che è stato il secondo di noi a riprendere i sensi, ci ha raccontato che c’è stata una battaglia contro dei cavalieri d’argento..tra i quali un certo Misty Della Lucertola che Seiya ha definito “uno schifoso narcisista” e Asterion della costellazione Del Cane da Caccia che, sempre al commento di Seiya “Ha messo le sue luride mani su Marin per incastrare lui”.

Dopo di che, ci siamo risvegliati io e poi Shryu, una volta che tutto era finito. Mi ricordo solo in profumo del mare, e gli occhi di Ikki.

Anche su mio fratello, tutto mi è oscuro...che se sarà stato d lui...?

Ikki..

-Tsk, già..-

Sposto gli occhi sui kanji, e traduco per tutti.

-“Seiya proteggi Athena”-

Faccio un passo in avanti, mettendomi di fianco a Hyoga.

-Cosa vuol dire proteggere Athena? Che sta mai succedendo ancora?- Chiedo, mentre sposto la mente sul presente per l’ennesima volta.

-Prima di tutto, viene spontaneo chiedersi se la dea esista veramente...tutto questo non può essere volere di un uomo.-

Sì, Shiryu hai ragione, tutta questa follia di chi può essere opera, alla fine?

Sul viso di Seiya si dipinge una smorfia infastidita e buffissima che catalizza la nostra attenzione.

-Che ne so?! In ogni modo non m’importa!Ora basta con tutta questa storia..-

Sorridiamo, tutti, allegramente, per la prima volta dopo tanto tempo, il cuore ancora pesante, ma una briciola di allegria ora brilla nei nostri occhi.

-Sei come un bambino capriccioso che è stato abbandonato dalla madre!-

Esclama, divertito Shiryu.

-Zitto!-

Io scoppio a ridere, liberando la gola dalla polvere di quel maledetto vulcano, mentre sento anche Igor soffocare una risatina.

Ridacchio ancora un po’, e in mezzo alla risa, sussurro con una dolcezza che non riesco ancora a ricordare perfettamente nella mia voce.

-Dopotutto è una fortuna che siamo tutti sani e salvi..-

Il mio amico cinese mi osserva sorridendo lievemente.

-Ma mi dispiace per i black Saint che sono morti, pagando anche al posto nostro..E poi..-

No, non dirlo..non dire quel nome, non ora ti prego..

-..anche per Ikki..-

E di nuovo quella sensazione orribile mi tormenta la testa, i pensieri che non voglio fare...Dio..Dio mio no...

Gli occhi mi si chiudono da soli e rabbrividisco appena, in modo tale che quasi forse non ho tremato affatto.

Poi una mano mi sfiora un fianco e gli occhi dolci di Hyoga sono lì, a scrutarmi dentro l’anima come solo lui sa fare, si china verso il mio orecchio sinistro e mi sussurra due parole in russo che gli altri non riescono a sentire.

-Bit’jò sjudà, njè bojàt’sja.-(Non temere, sono qui.)

-Dà...-(Sì...)Sussurro recuperando la voce.

Mi allontano da lui senza guardarlo più in volto, chinandomi verso uno dei pezzi del Gold Cloth dietro a Seiya che se ne sta ancora sdraiato a osservare il cielo, pensieroso.

Prendo in mano la parte dell’armatura che deve ricoprire il braccio destro, scrutandola per una attimo.

 

-Finalmente abbiamo ripreso tutti i pezzi del Gold Cloth...Ora, torniamo indietro...-

 

Non so nemmeno io come ho fatto a pronunciare simili parole, come posso aver detto veramente, ora è finita, torniamo indietro...Dio, Dio, cosa sono mai diventato? Dopo tutto quello che è stato, come posso permettere alla mia bocca di scaricare le nostre coscienze in modo così banale, così semplice?!

Alla fine, a quanto pare il vigliacco qui sono io..

 

Il nostro amico, signore della costellazione di Pegaso si alza, all’improvviso, dopo queste mie parole, spazzolandosi di dosso la sabbia.

 

-Butta via quella roba, Shun, questo Cloth è un falso..-

 

Il pezzo dell’armatura che tenevo in mano, mi cade a terra senza che realmente me ne renda conto.

 

Tutti noi ci irrigidiamo, fissi su di lui che con espressione rabbiosa scruta il mare ora di un forte color arancione.

 

-Come sarebbe a dire falso Seiya?!-

 

Scatta Shiryu, seppur non alterando il tono di voce che per una frazione di secondo.

 

Ma come può essere questo?! Eppure noi..

 

-Me lo ha detto Misty, quella maledetta lucertola egocentrica!Tsk! E’ davvero ridicolo che tutti noi abbiamo combattuto rischiando la vita per una cosa del genere..-

 

Seiya continua, sempre trattenendo più a stento la rabbia, mentre con un calcio solleva un largo velo di granelli dorati nell’aria lieve della sera.

 

-Tutto questo per colpa di quella Milady altezzosa! Anzi, no, per colpa di quel mostro di suo nonno, Mitsumasa Kido!Insomma chi si credeva di essere quell’uomo!?Anche quell’orribile torneo che ci hanno obbligato a combattere è stato fatto a causa del suo desiderio assurdo di vederci ammazzare tra di noi!Chissà se immaginava quante persone avrebbero pianto o sarebbero morte per questo?-

 

Il viso del nostro compagno ritorna serio, mentre la rabbia la ricaccia a forza a rodere lo stomaco, come stiamo facendo tutti noi.

 

Tutto, tutta questa FOLLIA per NIENTE?! Mio fratello, il mio amore, la mia anima hanno dovuto morire per Niente?!?Dio, Dio aiutami tu, altrimenti impazzirò del tutto..

 

Cado in ginocchio, il corpo privo di forze, la disperazione che per l’ennesima volta riprende possesso di me, mentre le mani mi scorrono nei capelli, tirandoli con forza.

 

-Non posso credere che un uomo come quello sia nostro padre..-

 

Sussurra Seiya, così piano che pare solo un alito di vento.

 

Gli occhi mi si spalancano, mentre torno ad abbandonare la braccia lungo il corpo, fino a toccare la sabbia.

 

-Nostro...nostro padre...?-

 

-Sì è la verita Shiryu..-

 

Mi volto anch’io verso Igor che ha parlato, assieme agli altri.

 

China la testa.

 

-Lo so da sette anni, da quando sono venuto in Giappone per la prima volta.Anche mia madre è stato uno degli “strumenti” della follia di quell’uomo..Non mi ha mai degnato di uno sguardo gentile, nemmeno quando gli dissi che mama era morta durante il viaggio per il naufragio della nostra nave. E poi anche io sono impazzito, come Ikki..-

 

Sento il dolore scorrere nelle mie vene anche per lui, per questo ànghjel che mi ha sempre guardato con dolcezza..

 

E di nuovo mi trovo a domandarmi per l’ennesima volta, perché tutto questo sia dovuto capitare a noi, che peccato abbiamo mai commesso, in questa vita o nell’altra, per esserci fatti carico di tanta morte e sofferenza..

 

Quegli specchi di cielo che sono gli occhi di Hyoga si fissano su di me, mentre prende fiato e ricomincia il discorso che aveva interrotto.

 

-Ikki, lui, aveva ragione...Dopo l’inferno che aveva passato su quell’isola maledetta l’aver saputo che colui che ce lo aveva mandato era il suo vero padre deve averlo condotto a trasformarsi in un djèmon, in un demonio..Allora si sarà sentito come se il suo sangue fluisse al contrario e quando ha saputo che l’uomo che odiava era morto, qualsiasi cosa che avesse un legame con lui è diventata un oggetto da distruggere e da odiare, sia il Gold Cloth che i cento orfani.-

 

E nella mia mente qualcosa sembra infrangersi…Era per questo, dunque? Era per questo che il suo odio era così smisurato..Fratello mio, quale peso hai dovuto portare..Quello che mi rimprovero ora, è che alla fine non ho potuto aiutarti, non ho potuto nemmeno consolarti, tu che hai dato luce alla mia vita, che sei stato la colonna sulla quale si è basata la mia esistenza..

Lancio uno sguardo al cielo ormai buio dove alcune stelle già occhieggiano placide questi figli della terra che si rotolano nel fango della loro vita.

 

E tu sei morto..E non potrò più nemmeno dirti addio..

 

-Forse mio fratello è tornato anche per eliminare sé stesso..o  almeno, a me è sembrato così..-

 

Dico, facendo comparire un sorriso triste.

 

Hyoga mi aiuta a sollevarmi, mentre Seiya e Shiryu si incamminano verso Villa Kido.

 

-Chiunque abbia avuto nelle vene il sangue di quell’uomo sente la voglia di abbandonare persino il proprio corpo, se possibile versando tutto il sangue!-

 

Dichiara Seiya agitando un pugno. Sia io che Igor sorridiamo della sua energia, mentre Shiryu si volta verso di noi strizzandoci l’occhio indicando il nostro amico che ancora sbuffa.

 

-L’hai già fatto sai?- Gli dice, mentre l’altro si volta con espressione interrogativa.

 

-Come?!-

 

-Sia tu che noi durante queste battaglie abbiamo perso una gran quantità di sangue, sicuramente il sangue di Mistumasa Kido è uscito completamente!-

 

-Ah?!?-

 

A questo punto interviene anche Hyoga.

 

-Dicono che la quantità di sangue all’interno del corpo umano, dopo averne persa una parte, torna al livello normale dopo circa una settimana...-

 

-Abbiamo buttato via tutto quel sangue. E’ un po’ come se fossimo rinati!-

 

Concludo io in tono fintamente didattico.

 

Seiya ci pensa un attimo su, e poi si mette a ridere di gusto, dicendoci:

 

-Avete proprio ragione, sapete??-

 

E di nuovo il mio sguardo va al mare, mentre le risate degli altri suonano ancora nell’aria di questa serata piena di stelle.

 

  


 

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