Too Good, Too Bad

Parte XVI: 100 Fratelli

di CastaliaRimu


 

I capelli neri, quei magnifici fili d’ebano ora intinti nel sangue che scorre tra essi celano quei tagli di ematite che sono gli occhi di mio fratello,il capo leggermente chinato in basso.

Il suo colpo è tornato indietro verso colui che lo aveva lanciato, riaprendo quella striscia di pelle più chiara sulla fronte.

-Come ci si sente ad essere costretti a strisciare tra le proprie tenebre Ikki?-

Mi volto appena verso Hyoga che ha parlato. Tutto il suo corpo trema, nell’elettricità che sento scorrere tra tutti noi. Gli occhi gelidi come mai li avevo visti, blocchi di ghiaccio puntati sulla figura sempre immobile di mio fratello.

Un sorriso ironico, una goccia di sangue che scorre sulla guancia del mio amico come fosse una lacrima.Ma non vedo dolore nei suoi sentimenti; solo tanto, tanto risentimento.

Che hai Igor? Anche tu ti sei perso in questo nostro mare di follia?

Le forze non le sento più padroni me, ma avverto come un sussulto nello spostare di nuovo lo sguardo su quegli occhi azzurri che sanno di nevi perenni.

Una sola scintilla, una luce sinistra.

Ho paura, c’è qualcosa che non va.

-Hyoga?-

Sussurro, non so per quale motivo, ma la voce non mi è uscita come avrebbe dovuto.. Il gelo mi scorre nelle vene, mentre non posso fare altro che ascoltare il silenzio, prima che il mio amico di nuovo parli.

-Tsk, distrutto da se stesso..-

Una lacrima, una sola, seguita poi da altre mi scende bollente come lava sul viso gelido e tremante.

NO! Ikki non può essere morto! NO NO NO!!!!

-Noo...-

Un altro sussurro che mi si scioglie in gola, le mani che si piantano nella pietra nera sotto di noi, sento le ossa che scricchiolano, le dita sono sul punto di spezzarsi ma non me ne importa nulla.

Com’è possibile?! Non può essere morto!Non lo accetto, non lo sopporto! Non voglio, non voglio un’altra volta provare il dolore di pensarti morto!

Non crederò ai miei occhi, non crederò alle mie orecchie.

-I suoi nervi sono distrutti non è altro che carne e ossa ormai.-

E’ il pensiero espresso ad altra voce di Hyoga, che ancora continua a sbattermi davanti a tutto quello che io non voglio guardare, non voglio capire.

-Fra..fratello...-

Piango senza riuscire a fermarmi, la bocca impastata dalle mie lacrime.

Vedo Igor caricare il pugno, il ghiaccio scricchiola intorno a lui per la seconda volta. Una scarica furiosa mi si scatena in corpo, sento i muscoli tendersi, urlare il loro allarme.

-Ora ti darò il colpo di grazia Ikki, così il sangue smetterà di scorrere!!-

Una catena si materializza nella mia mano destra, cantando la sua melodia metallica, mentre le gambe mi reggono nuovamente in piedi ed all’unisono anche il mio braccio scatta.

 

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Non voglio muovermi ancora, non ne avrei comunque la forza, nemmeno usando tutte le mie energie.

Osservo quel che mi accade intorno come se i miei occhi si fossero aperti per la prima volta dopo tutti gli anni che sono trascorsi dall’ultima volta insieme a coloro che ho chiamato compagni, amici, fratelli.

Che cosa mai ero divenuto? Uno schiavo del mio dolore, della mia sofferenza, quella stessa sofferenza che seppur nel mio orgoglio non ho saputo affrontare. Mi  sono nascosto dietro a quel muro di odio che mi ero costruito con le mie mani..

Che vergogna.

Che essere patetico ero divenuto?

Sento il risentimento verso me stesso pungermi dentro, i suoi aghi conficcarsi nella carne della mia anima.

Vedo Shun , il mio fratellino, colui che è stato la forza che mi ha permesso di affrontare questa vita senza che nemmeno me ne rendessi conto. Anche se vedevo lui appoggiarsi a me e credevo di essere io a sostenerlo.

Vedo quegli occhi che ho amato tanto, che hanno perso la loro luce, sono divenuti opachi pieni solo di quelle lacrime per le quali l’ho sempre rimproverato.

Tutto in lui è deperito, quasi stanco, sento il suo dolore la sua sofferenza trasmettersi a me, come una pugnalata diritta al cuore. Vedo le colpe che si da, il suo desiderio quasi spasmodico di riparare con la sua morte a quelle che crede siano le sue colpe, colpe che hanno trascinato me nell’oscurità della mia follia.

Fratellino, non posso nemmeno chiedere perdono, perché non lo merito, non merito la tua devozione, il tuo affetto. E tanto meno il tuo dolore.

Che mi resta ora?

-Fra..fratello...-

I suoi occhi si colmano di lacrime, piange senza freno, le mani piantate a terra quasi volessero agguantare la pietra perforandola.

Il sangue della mia colpa mi scorre sul cuore, senza che nemmeno possa impedirmelo.

Igor carica il colpo, il colpo finale, quello di grazia.

Ma infondo, che me ne importa.

-Ora ti darò il colpo di grazia Ikki, così il sangue smetterà di scorrere!!-

Poi un tintinnio, un suono metallico e un cosmo che credevo ormai placato dal suo stesso padrone si rinfocola, l’aria intorno ad esso quasi scotta e uno scatto.

 

Il corpo esile di mio fratello è in piedi ora e un fantasma di quella lucentezza tipica dei suoi occhi li fa risplendere come due giade verdi nell’oscurità, mentre una delle sue catene scatta contro il braccio teso di Hyoga e ci si aggroviglia intorno quasi urlando il suo ordine di fermarsi.

 

Il russo si volta stupito ed adirato verso di lui, quasi non riuscendo a trattenere il suo tremore.

 

Hahahah, c’è qualcosa di ironicamente esilarante in tutto questo..

 

Come bambini inesperti del mondo non facciamo altro che strattonare le nostre anime ferite verso l’autodistruzione.

 

Ma ora ho capito, ho capito che cosa devo fare.

 

In fin dei conti, ci siamo spinti tutti troppo in là per avere rimorsi. O, per lo meno, per me è così..

 

 

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- Che fai Shun?!-

 

Mi urla Hyoga, fuori di sé per la rabbia che a stento controlla, piantandomi addosso i suoi occhi gelidi, e, sebbene per un attimo io tentenni dinnanzi ad essi, riesco a reggere lo sguardo nel suo.

 

Prendo un profondo respiro, sforzandomi di mantenere il potere sul mio cosmo che per la debolezza che mi sono trascinato appresso in tutto questo tempo, non ho le forze necessarie a governare a dovere.

 

-Perdonami Igor ma... mio fratello non riesce più a muoversi, non ucciderlo ti prego..ti prego.-

 

Vedo che il suo viso per un attimo si dipinge di una smorfia di dolore, ma è così veloce il cambiamento che forse me la sono solo sognata.

 

-Ma che stai dicendo...?Per la miseria Shun, anche se Ikki è tuo fratello ha cercato di uccidere persino te!-

 

Mi urla, strattonando la catena avvolta attorno al suo avambraccio, facendomi vacillare un poco in avanti.

 

-Inoltre lui è uno dei Saint più forti, se non lo finisco ora non avrò più occasione di farlo! Voi tantomeno.-

 

Un altro strattone, stavolta più forte che mi fa gemere per lo sforzo di non lasciare il mio cosmo senza controllo.

 

-Allenta questa maledetta catena Shun!!-

 

Ormai ansimo, sfinito. Ma non lascerò che tu uccida mio fratello Hyoga, non posso assolutamente permettertelo.

 

-Hyo..-

 

Non riesco a finire la parola che come un lampo di luce nell’oscurità il colpo di Ikki si abbatte sul petto gia ferito di Igor, strappandogli un altro urlo, altro sangue. La mano di mio fratello sembra agguantare qualcosa dalla ferita riaperta, un piccolo luccichio che tintinna leggero nell’aria polverosa.

 

-Co..come...?-

 

Ansima Hyoga, sputando altro sangue. Lascio che la mia catena liberi il braccio che incatenava, mentre un gemito esce anche dalla mia bocca. I miei amici mi si avvicinano, con i sensi allertati.

 

E vivo...Mio fratello è vivo!

 

-E’ un rosario della Croce del Sud..è questo che ti ha protetto il cuore, vero?-

 

-Come mai riesci..a muoverti?-

Le ombre si rincorrono intorno a noi, i nervi stanchi friggono, nel timore che tutto sia veramente e definitivamente perduto.

 

Io non voglio più perdere nessuno, sono venuto qui per questo.. Perché il destino deve essere così crudele? Perché non ci da mai pace?

 

-Te l’ho già detto Hyoga. Io ho perso ogni cosa che fosse importante..Ormai non ho niente nel cuore che possa essere distrutto dal Genmaken, la mia anima era già spezzata.-

 

Come ho potuto fare questo? Come ho potuto essere così orrendo da arrivare a farlo ragionare così? O, Dio, come ho potuto! Come ho potuto..

 

Fratello, fratello mio, mio sogno..Come posso respirare ancora? Perché tutto questo non ha una fine?

 

Gli occhi neri di Ikki si animano delle fiamme oscure che si porta dentro il cuore e con esse il suo cosmo cresce.

 

-Forza! Attaccatemi tutti e quattro assieme! Singolarmente, come avete visto, non potreste mai sconfiggermi!-

 

Ma che sta dicendo?Perché sta chiedendoci una cosa del genere?

 

Scruto ancora i suoi occhi, ma non vedo altro che ombre. Che non riesca più a capirti fratello mio?Io non voglio ucciderti! Voglio tornare a quelle mattine in cui tu mi svegliavi schizzandomi la faccia con l’acqua fredda e io che t’inseguivo urlando vendetta.. Voglio ancora sentire il profumo dei biscotti e dell’erba nell’aria del pomeriggio..Voglio che questi fantasmi ci abbandonino..

 

Oh, Dio mio, fratello, perché ancora..

 

-Per metà siete già tutti morti! Venite con me all’inferno!-

 

Shiryu e Seiya lanciano un’ esclamazione di sorpresa, mettendosi in posizione di difesa, mentre il cosmo di Ikki cresce ancora. Hyoga mi strattona all’indietro, proteggendomi col suo corpo.

 

Il calore serpeggia già intorno a noi, come due ali maestose avessero spiegato la loro magnificenza di fuoco e fiamme. La pelle mi frigge, il cuore sembra voler scoppiare in petto.

 

E’ così che deve finire? Ebbene che finisca...Sono davvero troppo, troppo stanco..

 

Il colpo viene scagliato, la fenice batte le sue ali e io perdo la cognizione delle cose, mentre il tempo mi sfugge e tutto si fa nero.

 

 

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Troppo semplice..Com’è possibile che la soluzione sia così semplice?

 

Tutto ciò non ha assolutamente nessun senso..

 

Osservo i corpi svenuti dinnanzi a me, e quando il mio sguardo incontra una lunga cascata di riccioli dorati, il sussurro mi esce quasi da solo dalla bocca.

 

-Fratello..-

 

Ma c’è qualcosa di strano, uno scintillio dorato attira i miei occhi, che stavolta non sono i capelli di Shun, ma un’armatura che splende come il sole, dietro di essa, il corpo ferito di Seiya.

 

-Hehe, come vedi, Ikki, non sono ancora morto!-

 

Mi dice lui, scotendomi dal mio stupore, mentre ironicamente recupero il controllo, se così si può dire.

 

E poi questo braccio ancora congelato comincia a crearmi problemi..neanche le fiamme della fenice sono riuscite a sciogliere la testardaggine di quel russo.

 

Tsk!

 

-Ma tu guarda, il nostro beniamino della giustizia salvato dal potente Gold Cloth di Sagitter! Sarai orgoglioso di questo immagino.-

 

Si asciuga una scia di sangue che gli cola da un lato della bocca, sorridendo bonariamente.

 

-E’ incredibile come la tua ironia non mi risparmi nemmeno ora, vero Ikki?-

 

-Ma tu guarda, riesci ancora controbattere..-

 

Lascio che mi si avvicini e mi colpisca con un pugno.

 

Tutto sta andando come voglio, certo non cederò proprio ora.

 

-Testardo!-

 

Lo urla tanto forte che le pareti della caverna entrano in assonanza con lui, tutto vibra, anche la roccia sotto di noi.

 

Cado a terra e la mia armatura di sgretola definitivamente.

 

-Sembra che anche la fenice non riesca a vivere in eterno, eh Ikki?-

 

Il colore di nuovo si crea intorno a noi e tutti i piccoli granelli di quel che resta del mio Cloth si vanno man mano ricomponendo, risplendendo di luce calda e benefica.

 

-Ma che diavolo succede?!-

 

La sua forma si riplasma attorno al mio corpo, nascendo a nuova vita questa fenice che ho guadagnato con il sangue e l’anima.

 

-Non mi dirai che non conosci la leggenda della fenice che rinasce dalle sue ceneri Seiya.-

 

Sorrido, rialzandomi, carico di nuova energia.

 

-La mia armatura è l’unica immortale, tra tutte quelle dello zodiaco! Credevi davvero che fosse così semplice uccidermi?-

 

Lui digrigna i denti, sibilando una maledizione.

 

I suoi occhi si chiudono per un istante e quando li riapre vedo la sua ferma determinazione di nuovo rinfocolarsi, riempirlo di energia fino a quando il suo cosmo si spinge fino al limite della sua capienza.

 

Finalmente ci siamo, finalmente ho raggiunto il mio scopo.

 

-Ikki, ora tutto quello che ti sei costretto a odiare sparirà, perché con questo colpo tutto avrà fine!-

 

Scatta in avanti, veloce come il fulmine del cavallo alato che è suo signore, un magnifico pegaso che affonda lo zoccolo nel mio petto, lacerando i tessuti della mia carne così come la mia armatura appena rinata.

 

Sorrido, il sollievo dilaga in me come un siero.

 

Vedo il suo sguardo fissarsi per un attimo nel mio, e leggervi il sentimento leggero che vi aleggia. Con stupore mi osserva per qualche secondo, ma quando una sua mano mi sfiora il braccio congelato dal colpo di Hyoga, si accorge di questo mio handicap e torna a fissarmi con qualcosa che si potrebbe definire dispiacere.

 

-Tu..hai combattuto fino ad ora con questo? Avevi gai deciso di morire maledizione!-

 

Sorrido ancora, tossendo sangue che lui guarda allarmato, togliendo il braccio dalla ferita che mi ha procurato.

 

-Maledizione, Ikki!-

 

-Ho una cosa che devo confessare, perché tutto questo non sia stato solo un gesto vano ed inutile..-

 

-No! Non parlare più! Altrimenti non riuscirai a curarti!-

 

Mi appoggio alla parete alle mie spalle, mentre sento il dolore acutizzarsi sempre più.

 

Tsk, e chi l’avrebbe detto che sarebbe finito tutto così..Non ho potuto nemmeno salutare Shun.

 

-E’ necessario. Ora taci e ascoltami bene.-

 

Lo vedo avvicinarsi di più a me, mentre attende in silenzio.

 

-Anche tu sei mio fratello Seiya, così come Hyoga e Shiryu svenuti laggiù. E anche Shun, naturalmente.-

 

I suoi occhi si sgranano, boccheggia a quel che gli ho detto.

 

-Ma sei impazzito Ikki?! Queste stupide bugie puoi anche evitartele!-

 

-Non sono bugie..magari lo fossero! L’ho desiderato ogni attimo che ho vissuto da quando ne sono venuto a conoscenza!-

 

Sorrido, stavolta più amaramente.

 

-Noi cento orfani, non siamo stati riuniti a caso in quell’istituto maledetto..Noi fratelli nati solo per far rivivere la leggenda dei Saint abbiamo madri differenti, ma un unico padre.-

 

-E’ incredibile! Com’è possibile una cosa del genere?!Come mai è successa una cosa simile?!-

 

Stringe gli occhi con forza, schiantando un pugno sulla parete a cui sono appoggiato. Poi i suoi occhi si spalancano, come se qualcosa gli fosse venuto alla mente.

 

-Chi è nostro padre Ikki? Tu lo sai, lo devi sapere! Dimmi chi è Ikki, dimmelo!-

 

Sospiro, cercando di non perdere ancora i sensi.

 

-Non posso dirtelo, questo no. Perché se te lo dicessi, anche tu diverresti come me, desidereresti di vomitare tutto il sangue che hai in corpo, perché metà è della persona che noi tutti odiamo più di chiunque altro, della persona che ci ha fatto questo..-

 

-Ikki, ma che stai dicendo? Mi vuoi dire che noi siamo i figli di..-

 

Una forte scossa,come un terremoto, comincia a percuotere tutto intorno a noi, la pietra si sgretola, il pavimento si spacca.

 

-Dobbiamo andar via di qui!-

 

Mi grida Seiya, dirigendosi verso i corpi degli altri ancora svenuti.

 

Mpf, credi davvero che sia questa la strada, per me?

 

Vede che non mi muovo, e improvvisamente capisce, fissandomi incredulo.

 

-Seiya, tutti noi abbiamo vissuto l’inferno per un destino crudele..Forse sono stato solo un vigliacco, tu non credi?-

 

Tutto crolla alla fine, e il buio avvolge anche me.

 

 



 

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