Too Good, Too Bad
Parte VII:
Ikki
di
CastaliaRimu
Il sole cala all'orizzonte, segnando l'inizio della seconda giornata dei combattimenti.
Scruto come ormai mi è divenuta abitudine quell'immenso astro rosso, come se da esso potessi trarre la forza per andare incontro al mio destino..
Sembra quasi sciocca come affermazione, ma sono ore ormai che non faccio altro che sentirmi scosso dalla percezione di energia cosmica che avverto.
C'è qualcuno, o qualcosa che agita la mia anima in una maniera stranissima...
Avverto pericolo, ma anche un'insolita...malinconia..sì, proprio malinconia... una sensazione stranissima, che è piena di significati che non
riesco ad afferrare.
Ed ho paura.
Ho paura che stia per accadere qualcosa d'irreparabile, a cui, questa volta, dovrò duellare da solo, senza più nessuna sicurezza, nessun appoggio,
nessuna speranza.
Mi dirigo verso l'arena dei combattimenti, con tutto questo immenso caos che mi sconquassa, l'armatura poggiata sulle mie spalle è agitata quanto me,
perché avverte il pericolo di questa sorte incombente, anche se, nemmeno lei che è come una parte del cosmo, sa da cosa essa derivi..
E di nuovo penso a lui, mentre mi cambio negli immensi spogliatoi, mentre cado nello stato di non-pensiero, concentrandomi per la battaglia insensata
che mi appresto a combattere per una ragazzina viziata che non comprende nulla di noi, che ci ha schiavizzati per realizzare i suoi desideri, così
come suo nonno prima dei lei, penso a lui mentre percorro la lunga scalinata che dai sotterranei conduce al ring, mentre una lacrima mi cade sul viso
senza che me ne renda minimamente conto, una dimostrazione di quel cuore che sto cercando di nascondere per accettare tutto
questo, tutta questa incredibile insensatezza.
Fratello mio...Fratello mio, dammi la forza di ritrovarti, dammi la forza di riuscire a guardare sempre in avanti, anche se la tua mancanza mi strappa il
cuore a brandelli, anche se il pensiero che forse tu non ci sei più, o che stai ancora soffrendo, basterebbe da solo a farmi morire sul colpo.. rimani
con me Ikki, anche se non sei qui, anche se non sei ancora qui, restami vicino, dammi la forza, dammi la forza di muovere i miei passi in avanti,
ancora, ancora e ancora..
Amore mio, Ikki...mia vita...mio tutto!
La folla urla, urla in una maniera tale che pare far tremare i muri ed il pavimento sotto i miei piedi, non appena compaio nel centro dell'arena.
Ma a me, quelle urla, quei gridi, paiono solo strazianti.
Come si può gioire del dolore altrui?!
Come possono trovare "bello" tutto questo?!
Tutto questo sangue, tutta questa ferocia?! I miei amici hanno rischiato di morire, ieri acclamati per la morte che reciprocamente si stavano donando!
Persone che adoro, a cui voglio bene, e che me ne hanno voluto a loro volta, persone con le quali sono cresciuto, con cui ho riso, pianto!
Lancio una lunga occhiata all'infinità di persone che decorano come tanti piccoli puntini multicolore la circonferenza di quella copia del Colosseo di
Roma.
Ma che cos'è mai, quest'umanità in cui viviamo?
Io, non riesco a capire... La vita è così bella! Perché nessuno le dà il giusto valore?
Sospiro profondamente, mentre scavalco i cordoni del ring al centro dell'edificio.
La voce metallica dell'annunciatore si leva a contrasto con quell'opprimente confusione.
-"Siamo arrivati al quinto giorno delle Galaxian Wars! L'incontro a cui assisterete quest'oggi è tra Shun di Andromeda, contro Jabu di Unicorn!''-
Il mio avversario sale a sua volta sul ring, levandosi senza alcun pudore la maschera sacerdotale che i nostri rispettivi maestri ci hanno donato al
conseguimento dell'armatura.
Io non avrei voluto toglierla, ma Lady Saori ci ha obbligato anche a questo...
Sento la mia mano poggiarsi sul freddo metallo levigato, un piccolo 'clak'mi scivola nelle orecchie mentre lentamente me la sfilo.
Ed allora vi è stranamente un silenzio allibito nella sala, che dura diversi secondi, al quale però si accompagna uno scoppio di gridolini femminili,
misto a esclamazioni e borbottii di sorpresa.
Che succede?!
Poi un paio di urla mi giungono alle orecchie, urla femminili, che mi paragonano ad un divo del mondo dello spettacolo, chiedendosi se ero davvero
un maschio.
Sospiro.
Santo cielo, ci mancava pure questa..
-Mpf!Sei il favorito dalle marmocchie Shun..Per te sarebbe stato meglio se fossi diventato un attore, piuttosto che un Saint di Atena, con quel bel
faccino che ti ritrovi!-
Questo è Jabu, che mi guarda con un sorrisino altezzoso e ironico.
Ma non gli do soddisfazione, rimango impassibile.
-Jabu,non pensi che questa gara sia assurda?-
Gli chiedo, mentre vedo il ghigno che ha in faccia farsi sorpreso per un attimo, prima di tornare alla sua originale natura.
-Per Athena! Hai già paura ancora prima di combattere?-
Mi risponde, in un tono un po' stridulo.
Ma io continuo a fissarlo, senza badare veramente a quel che dice.
-No, sono solo deluso. Sono tornato a Nuova Luxor solo perché volevo rivedere mio fratello..-
Socchiudo gli occhi, leggermente.
-Ma ci hanno fatto partecipare a questa gara senza senso..-
Vedo la sua mascella irrigidirsi con forza, mentre la rabbia si agita dentro di lui..questo suo stranissimo orgoglio..
-Taci! Ormai è tardi per protestare!-
Scatta in avanti iniziando ad espandere il suo cosmo, ma io rimango calmo, chiudendo lentamente gli occhi.
-Il tuo modo di fare così effeminato, non è affatto cambiato, in cinque anni!-
A mia volta espando il mio cosmo, sentendo le catene iniziare a generarsi, tintinnando piano tra le mie mani.
-No, non sono più come allora..-
Non lo sono più...non potrò più esserlo..
Le mie catene, espressione tangibile del mio cosmo, si allungano emettendo una piccola melodia metallica, contorcendosi sotto gli occhi stupiti di
Jabu, che si è bloccato.
Esse si allungano a dismisura, possono farlo fino all'infinito, arrivando ad arrotolarsi elegantemente attorno a me, riverberando del calore pulsante
della nebulosa, ricreandola come un muro protettivo intorno a me.
Sento le mie cellule colmarsi della consapevolezza cosmica da me raggiunta, fino a respirare assieme ad essa, a seguirne i
ritmi cadenzati e forti.
Guardo sconsolato il mio avversario.
Ho potuto conoscere la sua forza nel combattimento precedente contro Ban, e l'essere consapevole che contro di me non ha speranze mi rende immensamente
triste.
Non voglio fargli del male..non voglio fargli del male...
Il terrore che mi percorre le membra si riunisce nel mio stomaco, facendolo contorcere dolorosamente.
Ma, nel profondo stato di concentrazione in cui sono, nessuno riesce a vedere o percepire quel che succede dentro di me.
Prendo fiato.
-Ora non puoi più avvicinarti a me, neanche di un passo..-
Lo sussurro, ma lui lo percepisce chiaramente ed inarca un sopracciglio, lievemente scosso.
-Se vuoi entrare all'interno del cerchio delle catene di Andromeda, devi rischiare la tua vita..Se sei pronto a morire, prova ad entrarci..-
Il mio tono di voce si è alzato, e si è tinto di una parte della tristezza che mi percuote, che invece trapela completamente tramite i miei occhi,
ormai incapaci di trattenere oltre il tormento che mi sento rodere nel cuore.
Più che un avvertimento, le mie parole sono una supplica, rivolta a lui, perché io non voglio fargli del male..non voglio..
Ma il pubblico, per fortuna non vi fa caso, preso com'è nello scalmanarsi sulle tribune.
Lui mi guarda duramente, offeso dai miei sentimenti.
-Ma chi credi che sia, io, da meritare il tuo compatimento?!-
E si lancia di nuovo verso di me, facendo esplodere tutta la sua forza, insieme alla rabbia che io stesso, seppur in buona fede ho scatenato.
"NO!! NO FERMATI!"
Non posso fare altro che chinare il capo di scatto, mentre le mie braccia si muovono nell'automatismo di un movimento ripetuto all'infinito, durante gli
allenamenti su quella maledetta isola.
Le catene tintinnano pericolosamente, mentre s'increspano attorno a me come le onde del mare. Una rimane a circolare intorno al mio corpo, difendendomi,
mentre l'altra, dalla punta triangolare, scatta velocissima verso di lui, come un lampo argenteo, che gli penetra nella spalliera destra, facendolo
cadere a terra violentemente per il contraccolpo.
Sussulto.
"Jabu…Jabu, fermati, per favore…"
Lui si rialza, tremando leggermente per il dolore della ferita profonda che gli ho procurato.
-E'..impossibile!Come può essere?! Lui non si è quasi mosso!-
Lo digrigna, sibilandolo tra i denti serrati.
-Vedi, Jabu, le mie catene hanno come una volontà propria, esse sono parte di me e non lo sono, allo stesso tempo...se si sentono minacciate, mi
obbligano a muovermi assieme a loro..Se prima non fossi riuscito a trattenermi, in qualche modo, ora saresti morto..Ti prego, finiamola con
questa assurdità!-
Ormai lo imploro, le lacrime mi pizzicano gli occhi, ma riesco a trattenerle, anche se non so come.
-Cosa? Dici di non avermi attaccato seriamente?! Vedi di non prendermi in giro!-
Lo vedo, è furente, i suoi occhi scuri scintillano d'ira, ed anche della consapevolezza che non ha le forze, per sconfiggermi…Lo sa…lo sa fin
dall'inizio...Oh, Ikki, aiutami!
-Allora adesso uccidimi!!-
Me lo urla, avventandosi di nuovo su di me, le mie braccia si tendono di nuovo ed io gemo..
Non ce la farò, ancora per molto..
Nel preciso istante, in cui la mia catena d'attacco si abbatte su Jabu, avverto il cosmo di Seiya e Shiryu incresparsi, come fossero stati scossi da
qualcosa.
Che sta succedendo?
La situazione si sta complicando, e la spiacevole sensazione che ha tormentato fino ad ora si rinfocola, gettandomi per un secondo nel panico.
No, qui sta accadendo davvero qualcosa di strano!
Il gemito soffocato di dolore del mio avversario mi riporta alla realtà.
Sollevo lo sguardo verso di lui, e noto che, nascosti sotto la lieve coltre dei capelli, i suoi occhi si puntano verso la figura regale di Milady
Saori..
Come può lasciarsi trattare in quel modo, da lei?
Ma in fondo ne è innamorato, che motivo valido ci sarebbe, altrimenti?
Non so più che fare, per fermarlo…
So che per lui tutto questo è il più grande dei disonori, venire battuto da un effeminato ragazzino come me, davanti ai suoi occhi...
Ma mi è impossibile, pensare di ucciderlo, anche per la più onorevole, santa e sacra ragione..
Mi dispiace, amico mio...
Il cavaliere di Unicorn spicca un alto salto, portandosi sopra di me.
-No! Sciocco!-
Non posso fare ameno di gridarglielo, mentre per la terza e definitiva volta, il mio colpo lo scaraventa a terra.
-"Jabu di Unicorn è totalmente incapace, contro la nebulosa formata dalle catene di Andromeda.
Il cavaliere avversario, prende un punto, vincendo l'incontro!"-
Annuncia, quella voce metallica, mentre un altissimo boato si leva dalle tribune, mentre gli applausi serpeggiano con forza tra di esse.
Le mie catene, si muovono di nuovo, stavolta con più urgenza, facendomi scorrere un brivido lungo la schiena.
Ma che succede?!Di nuovo questa sensazione!
Quattro parole si formano, ai miei piedi..
A..X..I..A..
Axia??!
Ma che significa questa parola? Di che cosa vogliono avvisarmi?!
Una nuova scossa mi percuote, mi volto all'indietro.
-Jabu, lascia la catena! Se non la lasci ti ferirai!-
Ma non faccio in tempo a finire di parlare, che il cavaliere dell'unicorno lancia un possente urlo, cadendo in ginocchio.
-Le catene hanno vita propria, te l'ho già detto! Non provare mai più a fare una cosa del genere, o la prossima volta la perderai la mano!-
Glielo dico, mentre mi avvicino di un passo a lui, con l'intento di aiutarlo, ma l'occhiata gelida che mi lancia Hyoga a pochi passi dal ring mi
fa desistere.
Oh Dio, ma perché tutto questo sta accadendo a noi?
Le catene intanto si agitano di nuovo in maniera furiosa, trascinandomi in una direzione ben precisa, e di nuovo si forma quella parola.
Axia..qualcosa di prezioso? Che cosa ci può essere di prezioso che...
Poi ne prendo consapevolezza, voltandomi di scatto verso Igor che mi guarda con evidente preoccupazione, ed in quello stesso istante entrano nell' arena
anche Shiryu e Seiya.
-E' l'armatura! Il pericolo viene da lì!-
Me lo dice Shiryu, urlandolo quasi.
Mi volto di scatto verso di essa e la vedo socchiudersi, il coperchio che si solleva lentamente, la luce possente del potere cosmico che contiene si
libera in un istante, ed una possente figura s'innalza da esso, come apparsa magicamente dal nulla.
Nessuno di noi emette suono, anche la sala è caduta nel più tombale silenzio.
Tre lunghe code scarlatte si agitano come scosse dal vento, attaccate ad un'armatura dello stesso colore delle fiamme di un vulcano, un'aura dorata,
quasi pari a quella dell'armatura di Sagitter si espande, dilagando dal misterioso cavaliere come un'ondata di marea che riflette i raggi dorati
dell'astro del mattino.
I lineamenti si delineano a poco a poco, rendendosi sempre più chiari e definiti;non porta la maschera sacerdotale..
E allora rimango come impietrito dalla follia che sembra esplodere dentro di me, una gioia cieca e bruciante sembra liquefarmi il cuore…
Lunghi capelli neri sfiorano le spalle di un viso, di un corpo che per me è come il respiro stesso, l'aria, il soffio vitale.
Due grandi e profondi occhi color delle tenebre si fissano su di me, fredde e brucianti allo stesso tempo.
Non può essere vero..non può essere vero!!!
-IKKIII!!!!-
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