Too good, too bad

parte VI - Chain and Thorns

di CastaliaRimu



-Questo maledetto bastardo mi sta trascinando attraverso i corridoi facendo
affacciare tutti quanti dalle porte delle rispettive camere.
E io faccio spettacolo.
Che cosa irritante!
Ogni tanto cerco di rompere quella presa odiosa, ma per quanto mi divincoli
non ottengo nulla che si avvicini ad un segno di cedimento o, perlomeno, a
una reazione qualsiasi.
Preferirei di gran lunga che si arrabbiasse e mi prendesse a pugni, almeno
sarei giustificato per la rottura di quell'osso del collo che vorrei tanto
stritolare tra le mani.
Ma niente, e continuiamo a scendere, sempre più in basso nell'immenso
edificio.
Oltrepassate le palestre, arriviamo di fronte ad una piccola porta di ferro
arrugginita che si nasconde silenziosa nell'angolo in ombra del piano,
incastrata in un anfratto del sottoscala che non avrei mai sospettato
esistesse.
Infila una piccola chiavetta sottile nella toppa incrostata e la porta si
apre cigolando come gridasse straziata.
Mi sento strattonare con forza verso la sua figura muscolosa e maleodorante…
Rido fra me e me con estrema soddisfazione.
Da come ha sudato, deve aver faticato parecchio per trattenermi..
Un punta di maligna soddisfazione graffia in tocchi leggeri il mio affamato
orgoglio.
-Che hai da ridere? Vedrai che ti svanirà presto quel ghigno che ti sei
stampato in faccia, marmocchio.-
Digrigno i denti.
-Marmocchio a chi, brutto stronzo?!-
Vengo sbattuto con una violenza indicibile contro un muro della piccola e
cubica stanzetta sulla quale si apre la piccola porta.
Sussulto con violenza alla sensazione del duro cemento contro cui mi
scontro, un odore di bruciato punge le narici mentre il sapore metallico del
mio labbro spaccato si espande nella bocca, facendo emergere un conato di
vomito.
-Il signor Kido si è visto costretto, data la tua condotta deplorevole, a
darti modo di calmare i bollori moccioso. Starai qui finché non mi verrà da
lui richiesto il contrario.-
E voltandosi chiude la porta sbattendola con una tale forza che il pavimento
e le mura paiono tremare.
Do un violento pugno contro la prete ruvida.
Maledetto Kido!!!
Bastardo, schifoso, maledetto, maledetto, maledettooooo!!!!
Lui e quella sgualdrinella di sua nipote!
Quella vanitosa bambinetta che ha tre anni in meno di me, ma il cervello non
raggiunge l'età di Shun!
Ho difeso mio fratello e per questo ne vengo allontanato come fossi il
mostro che se lo vuole divorare!
Come farà adesso, nella condizione già difficile in cui è?!
Già, ci sono i ragazzi…
Speriamo che Shun non commetta qualche sciocchezza..
O che non la commettano loro, non appena sapranno quel che è successo oggi.
Non voglio dovermi preoccupare anche di quei tre, sarebbe una rogna troppo
grossa anche per me..
Alzo la testa verso ciò che mi circonda, scrutando il buio come ne dovesse
emergere qualcosa all'improvviso.
Ma niente…
E' solo il silenzio.

**********
Mi sento perso, vuoto.
Sono già passate due settimane e di Ikki nessuna notizia.
Nessuno sembra sapere nulla e io cado sempre più nell'ansia.
Molti pensieri mi attraversano la mente ogni singola volta che il mio
sguardo si posa su qualcosa di suo, e alcuni di questi sono così
mostruosamente strazianti per me che non riesco nemmeno a nominarli.
I ragazzi mi stanno vicino, cercano di tirarmi su il morale ogni qualvolta
gli è possibile, e io lo apprezzo.
Ma davvero non riesco a liberarmi della mia paura.
Sono anche andato direttamente dal signor Kido, ma non ha voluto spiegarmi
nulla; ha solo detto:
"Quel che doveva essere fatto, è stato eseguito. Per il resto,non posso
certo transigere, data la situazione rischiosa in cui ha messo la scuola."
Ecco a cosa pensa, lui!
Alla sua scuola, la sua onorata e glorificata, stramaledetta scuola!!!!
Un rumore di qualcosa che s'infrange mi distrae dai miei pensieri.
L'acqua mi scorre sulla mano destra e su parte dei miei pantaloni.
Ho rotto il bicchiere..
-Shun, che hai fatto!-
E' Seiya.
Lo guardo, senza tuttavia vederlo realmente.
-Ho rotto un bicchiere..-
Sorride e mi guarda diritto negli occhi con aria preoccupata.
-Sì, quello lo vedo anch'io!... Cerca di fare attenzione, humm?-
E sorride di nuovo.
Cerco di apparire più calmo.
-Sì, Seiya.-
Lo vedo allontanarsi visibilmente rassicurato, anche se noto che qualcosa
dentro di lui non si è affatto tranquillizzata.
Sospiro.
Mi pulisco alla bene e meglio e, dopo aver finito di consumare il mio
pranzo, vado a chiudermi in camera.
Alle quattro ho una lezione di schema con il fioretto e devo preparami la
roba..
Senza volerlo, appena chiudo la borsa, una piccola lacrima sfugge al
controllo che mi ero imposto.
C'è sempre stato Ikki di fianco a me, in ogni momento, anche solo per
prendermi in giro assistendo ai miei patetici tentativi di svolgere
decentemente una sola di quelle strane lezioni pomeridiane.
Oh, Dio, Dio..non ce la faccio..non ce la faccio..

…………………………

Mi ritrovo, non so nemmeno bene come, a passeggiare per i vari corridoi
dell'edificio.
La luce rossastra del pomeriggio crea strane figure su di me, tramite i vari
scherzi di specchi che fanno le finestre intorno.
L'inverno sta per finire...
E con esso anche quest'anno scolastico.
Non so perché, ma il constatarlo mi mette addosso una strana agitazione,
come se qualcosa dovesse realmente finire, e di una morte di certo non
piacevole.
Persone intente a provare i loro strumenti musicali riempiono l'ambiente di
languide e dolcissime note, saturando l'aria con la loro bellezza...Una
bellezza che a me, in questo momento, riesce solo a trasmettere una grande e
profonda tristezza.
Cammino per altri cinque minuti buoni attraverso i ghirigori delle scale e
delle stanze, arrivando poi alla zona delle palestre.
Sistemandomi il borsone meglio su una spalla, faccio una piccola corsetta e
raggiungo la zona adibita alla scherma.
Molti alunni ne escono chiacchierando serenamente tra loro del più e del
meno e, non appena mi affaccio verso l'interno, noto una sola figura ancora
intenta a provare movimenti con l'elegante e argentea sciabola.
Faccio qualche passo verso di lui, che si volta verso di me e mi trovo
fissato da due bellissimi zaffiri lucidi.
-Heilà, Shun!-
Mi calmo visibilmente dallo sbigottimento.
-Buon pomeriggio, Hyoga.-
Restiamo a fissaci per qualche secondo, poi mi chino e estraggo la mia spada
dalla borsa, assieme alle leggere ed eleganti protezioni.
-Che ne dici, proviamo un po' noi due?-
-Ma Igor, con due spade diverse è un problema..-
Lui mi guarda, gli occhi che scintillano alla luce ora quasi rosata del
pomeriggio.
-Al contrario. Due tecniche così diverse a confronto devono dare dei
risultati interessanti, no?-
Scuoto il capo, ma dico:
-E sia.-
Inspiro e poi espiro lentamente, cercando la concentrazione.
Mi metto in guardia e lui fa lo stesso.
Lui si lancia per primo in avanti, le nostre lame si scontrano con un
clangore metallico, che, nel momento in cui libero la mia arma dalla
pressione della sua, scivolando una sull'altra, producono diverse brillanti
scintille argentate.
I colpi si susseguono veloci, scatti, affondi e movimenti fluidi del corpo
che accompagnano le armi in quel confronto.
Nessuno dei due mette aggressività o ferocia in quello scambio di colpi, c'è
solo equilibrio e concentrazione, e il muoversi dei nostri vestiti, dei
nostri corpi, delle lame chiare che ogni tanto si scontrano quasi cantando
due melodie distinte, il vento attraversato da quei movimenti, le protezioni
che si contraggono sotto la pressione fluida dei muscoli, sono una danza,
una danza ipnotica e scandita da ritmi non calcolabili con la logica, ma
misurati solo dai nostri due spiriti.
Poi, in un attimo, la sua lama mi scivola di fianco alla testa, affondandosi
nei miei capelli, tagliando con un sibilo il nastro che mi legava i
riccioli, che mi cadono a cascata sulle spalle riportandomi a contatto con
la realtà.
La sciabola è ora vicina alla mia gola.
-Ho vinto.-
Mi raddrizzo dalla piega che aveva assunto il corpo per parare l'affondo e
mi porto un ciocca bionda dietro un orecchio.
-Già.-
Lui fa qualche passo verso di me, senza scollare gli occhi dai miei un solo
attimo, non batte quasi le palpebre.
Mi sento improvvisamente inquieto.
Si ferma a un centimetro dal mio corpo.
-Sono felice di vederti meno triste, oggi.-
E' un sussurro, basso e caldo che mi fa venire i brividi.
Continuiamo a guardarci, mentre lui infila delicatamente le dita di una mano
in una lenta carezza attraverso i miei capelli sciolti.
Non è certo alto come Ikki, ma mi supera di parecchio.
Poi il suo viso si china su di me e io mi trovo inconsapevolmente a chiudere
gli occhi.
Sento un contatto fresco sulle palpebre abbassate.
Me le bacia una per una con tocchi leggeri come quelli di una farfalla,
appena percepibili.
Il suo profumo forte mi avvolge, quando scende sul naso e poi sulla bocca.
Si stacca subito, con calma e dolcezza, anche se so che non è amore quel che
lo lega a me.
Solo un forte affetto, quasi fraterno, dolce e cristallino.
Questo è quel che mi dicono i suoi occhi quando riapro i miei e ci affondo
dentro come un sasso lanciato in mare.
-Scusa, non volevo spaventarti.-
Mi irrigidisco di colpo, come m'avessero accoltellato.
Dice solo questo e mi lascia come qualcosa di freddo e doloro a strisciarmi
dentro.
Che mi sia sbagliato?
Che mascheri tanto ciò che ha dentro non poterlo rendere visibile neanche
attraverso gli occhi, che sono lo specchio dell'anima?
Ma mi do dello stupido.
Sono solo un bambino.
E per di più un bambino che ripugna anche sé stesso..
-Non fa niente, non mi hai offeso.-
Lui mi sorride tranquillo, e si allontana da me di qualche passo, mentre
ripone la sua spada nel fodero e la lega alla sacca che contiene il vestiti
di ricambio.
Io, in effetti, non mi ero nemmeno vestito adeguatamente..
Mi inginocchio e sistemo a mia volta la spada.
-Mi pare che l'allenamento sia stato più che soddisfacente, davvero
complimenti a entrambi.-
La voce baritonale del nostro istruttore rompe quella meravigliosa pace che
si era creata tra noi e devo dire di esserne un po' irritato.
-Grazie, anche se in effetti non ho fatto alcun progresso..-
Rispondo io, scrutando Hyoga che nel frattempo si sta avviando verso
l'uscita dopo avermi salutato con un cenno della mano.
-La lezione di oggi te la abbuono, Hanekawa;mi è piaciuto molto il
combattimento che ho visto e credo che per questa volta possa fare uno
strappo alla regola dato che ti sei mosso davvero molto bene, per un alunno
della tua età.-
Faccio un piccolo inchino e raggiungo la mia stanza silenziosamente come ero
venuto.

…………………………

Sento un forte bussare alla porta e mi sveglio.
Mi sollevo su un gomito e strizzo gli occhi per vedere l'orario indicato
sulla sveglia.
Le sei...
I colpi si ripetono due o tre volte e mi vedo costretto ad alzarmi.
Con un brivido di freddo per aver abbandonato il caldo delle coperte, vado
alla porta e la apro.
-Ragazzi!-
Sono Seiya, Shiryu e Hyoga con la faccia decisamente tirata e seria.
Oddio, che può essere successo, ora?
-Che è successo?! Non sarà..-
-No, Ikki non centra. Dobbiamo riunirci tutti nella sala conferenze, vestiti
e fa presto Shun.-
Se persino Shiryu si vede costretto parlare con quel tono teso e nervoso,
allora davvero è successo qualcosa di grave.
Afferro le prime cose che trovo ed esco, con i miei amici e molti altri
studenti dell'istituto.
L'alba sta colorandosi di chiaro, l'aria è tremendamente gelida e tremo
violentemente.
Poi vengo abbracciato da qualcuno che mi avvolge sotto la sua giacca assieme
a lui.
Alzo gli occhi e mi trovo specchiato nelle pupille di Igor.

………………………

L'immensa stanza rossa e blu chi accoglie col suo calore quasi soffocante.
Tutti i presenti si alzano in piedi dalle poltroncine non appena Il signor
Kido appare sul palco e si avvicina al leggio fornito di un elegante
microfono.
La porta si spalanca di nuovo e mi volto verso di essa incuriosito.
-Oh, Dio dimmi che non sto sognando...!-
Anche i ragazzi si voltano e si ritrovano ad essere stupiti quanto me.
-IKKI!!!- E mi fiondo verso di lui che allarga le braccia e mi stringe a sé
con forza.
-Shun..-
Alzo lo sguardo su di lui e noto le guance un po' scavate, gli occhi
leggermente cerchiati dalle occhiaie e il volto sciupato e stanco.
L'unico elemento che brilla della sua solita energia sono gli occhi neri e
profondissimi.
La sua mano mi accarezza la testa dolcemente e adesso non reggo più e
piango, tuffando la testa nel suo petto.
-Perché piangi ora fratello? Non sei contento di vedermi?-
Me lo dice sereno, tranquillo come al solito, come se fosse tornato da una
passeggiata nei giardini.
Sollevo di nuovo il volto e gli sorrido con tutta la mia anima, il sollievo
che dilaga nelle membra e mi sento come fossi rinato.
-Sono felice che tu sorrida ancora, era da tanto che mi mancavano quei
dentini bianchi!-
Me lo sussurra, ma riesco ad afferrare comunque quelle parole.
Oh..Ikki, Ikki...!
Lui mi prende per mano e mi riconduce dai ragazzi che ci guardano
sorridenti, mentre la nostra ritrovata serenità viene interrotta dalle
parole del signor Kido.
-Se siete qui, non è un caso. Il vostro destino è stato deciso e da adesso
in poi, vi sarà concesso di aprire gli occhi sulla verità che ai più è
proibita, poiché il suo peso è troppo duro da sopportare. Sarete chiamati a
una missione per proteggere ciò che di più prezioso esiste...-


Too Good,TooBad
By:CastaliaRimu
Capitolo 4: Destiny and Parting
Rating:Pg

-La vostra vita da questo momento più che mai non appartiene a voi, poiché
sarete i cavalieri che proteggeranno la dea della giustizia, che assieme a
lei e nel suo nome ridarete ordine al caos.
Voi, sarete degli eroi, I Santi di Athena.-
Ma che sta dicendo?
Mormorii di stupore e disapprovazione si levano dal salone.
Ma come pretende che noi crediamo a simili assurdità?
-Heilà, capo, non è forse che tutte le sue profonde letture le hanno
rintronato il cervello?-
Questo è Ikki.
Tiene un braccio attorno alle mie spalle, lo sguardo strafottente e ironico
puntato dritto negli occhi del signor Kido.
In tutta risposta l'altro si inalbera in tutta la sua statura possente e
lancia a Ikki uno sguardo tale che tutti ammutoliscono e anche lui freme;ma
non saprei dire se di timore o di rabbia.
-Che voi ci crediate o no, quel che è il vostro destino è già stato scritto,
perciò, io non posso cambiarlo.Tatsumi!-
E il pelatone entra nella sala con due ceste di vimini contenenti,
rispettivamente, undici sfere bianche e undici sfere blu.
-Bene, adesso ordinatamente verrete e pescare una sfera bianca, poi, in base
al numero che avrete, verrete nel conseguente ordine e pescare la sfera
blu.-
La voce di Seiya si alza prepotente, in un misto di timore e curiosità.
-Scusi la domanda, ma mi permetta di essere un po' scombussolato...Dunque,
ricapitolando, ci avreste svegliato a quest'ora dopo tutte le ore
massacranti di ieri solo per farci pescare palline?-
Il Signor Kido storce con malevolenza un sopracciglio, ma è solo un attimo.
-Non vi ho svegliato per "pescare palline", vi ho fatto venire qui per
vedere quale sarà la vostra destinazione. Per diventare cavalieri, dovrete
venir istruiti e partecipare in un ordalia per poter ottenere l'armatura che
porterete.Niente è offerto gratis, questo mi pareva fosse stato messo in
chiaro nel momento in cui siete stati accolti qui.-
Nuovi mormorii sconvolti si sollevano come uno sciame di vespe, sommergendo
col loro rumore la quiete della stanza.
Sono completamente frastornato.
Ma che diavolo sta succedendo?!
Io..non capisco..
Mi volto verso Ikki, che fissa dinnanzi a sé con il volto teso e rabbioso.
Mi spaventa a tal punto quella sua espressione che mi ritraggo
istintivamente.
A quel mio movimento brusco,lui si riscuote e si volta verso di me.
Socchiude gli occhi e mi fissa dolcemente.
Non ho il coraggio di domandargli niente.
Ho troppa paura della risposta che ne conseguirebbe.
Nessuno accenna a muoversi e il chiacchiericcio continua, aumentando sempre
più d'intensità.
Ma Mitsumasa li interrompe bruscamente.
-Capisco il vostro sbigottimento, ma quel che poso dirvi è limitato, perché
non mi è concesso rivelare nulla nel mondo esterno.
In ognuna delle sfere blu vi è indicata una precisa destinazione, in cui
ciascuno di voi sarà mandato per iniziare l'addestramento.Lì, ad ognuna
delle domande a cui sarà concesso ottenere risposta, i vostri maestri vi
spiegheranno.
Sappiate solo che quel che avete appreso, tutto l'allenamento che avete
svolto, tutto il sudore e l'impegno che vi è costato usare in tutti questi
anni vi sarà necessario per sopravvivere. Non sarete i soli a gareggiare per
il possesso dell'armatura, altri giovani si batteranno con voi e poi, contro
di voi.
La vittoria è ciò che di più conta a questo mondo, ricordatevi che nulla
accade per caso e se fallirete nel compimento del vostro destino, sarete
meno di niente. Nulla è un gioco nel Mondo Segreto, o vinci e vivi o perdi e
muori. Mi è impossibile spiegarvi a parole l'immensità di quel che siete
divenuti parte..tutto gravita intorno a forze, energie che non si
percepiscono e che non sono visibili. Un universo intero vi si è aperto
dinnanzi, sta a voi decidere se trovare la forza di divenirne alleati o
soccombere per sua mano.-
Silenzio.
Silenzio tombale.
Ikki ormai trema dalla frustrazione e io mi sento sempre più perso.
Mi separeranno di nuovo da Ikki?
Mi manderanno in posto dove lui non c'è, sarò di nuovo solo.
No!Non voglio!Non voglio!
Mi aggrappo con forza alla manica della sua felpa, stringendomi a lui,
ricacciando a forza le lacrime indietro.
Se mi vedesse piangere, si arrabbierebbe ancora di più.
Una mano mi si posa sulla spalla, mi volto e vedo due abissi neri che si
specchiano nei miei occhi.
-Non aver paura.Io sono qui.-
Una frase, che normalmente mi avrebbe tranquillizzato all'istante, ma adesso
so che non sono sufficienti le parole.
Quello in cui ci hanno gettati è un abisso troppo profondo perché si possa
vederne la fine.
Anche per Ikki.
La forza mi scema dal corpo, ma devo farmi coraggio.
Quella tensione nervosa mi sta uccidendo, devo fare qualcosa, altrimenti
impazzisco.
Mi alzo in piedi e innumerevoli paia di occhi si puntano sulla mia figura
tremante.
-Shun, che fai?-
Ikki mi parla, ma io non riesco nemmeno a codificare quel che mi sta
dicendo, nel tentativo di mantenere il controllo.
Imbocco il corridoietto rosso che separa le tue file di poltrone e mi muovo
verso il palco con tutta la calma che mi è possibile.
Tuffo le mani direttamente nella cesta contenente le palline blu.
Non ce la farei a fare il percorso una seconda volta.
Sollevo gli occhi alla mia sinistra e vedo il signor Kido che mi osserva con
un mezzo sorriso.
-Non me lo sarei mai aspettato da te, Shun.-
Mi dice con voce placida, mentre faccio ritorno al mio posto, notando che
anche gli altri hanno seguito il mio esempio.
Ikki mi fissa storto quando gli passo di fianco, ma volto il capo e non gli
bado.
Era la sola cosa da fare.
Una volta che tutti sono seduti, l'ultimo ragazzo che ancora deve sedersi,
rimane in piedi e parla.
-Qual è il posto peggiore, fra tutti quelli che ci sono?-
Certo, la domanda che tutti hanno continuato a farsi nel cuore, senza però
profferire parola.
Tatsumi sorride e ci risponde lui per il signor Kido.
-E' l'isola della Regina nera, o Death Queen Island. E' una specie di
vulcano in continua eruzione. Non cresce nulla su di essa, nessuna forma di
vita potrebbe mai adattarsi a vivere in quell'ammasso di lava e fiamme.-
Sento come se un macigno mi si fosse piantato tra la gola e lo stomaco.
Ma..ma sono pazzi…moriremo tutti..moriremo tutti.
Ikki mi stringe la mano, di fianco a me.
Sì, è vero..Devo calmarmi..
-Aprite le sfere.-
Tutti svitano la propria sfera della sua parte superiore e aprono il
foglietto minuscolo che sta al suo interno.
Quando ci dice che dobbiamo dichiarare a voce alta le nostre destinazioni,
vorrei seppellirmi tre metri sotto terra.
Ho il l'isola Death Queen.
Shiryu andrà ai Cinque Picchi, torna a casa;la sua gioia quasi si avverte
nell'aria.
Igor in Siberia Occidentale. Anche lui ha avuto fortuna.
Seiya, addirittura studierà in Grecia, al Santuario di queste misteriose
forze di cui il signor Kido ci ha parlato.
-Ikki!-
Urla Tatsumi
E' il suo turno, ma tace.
Dopo qualche secondo afferra il biglietto che stringo tra le mani,
stritolandolo nel pugno chiuso, mentre si alza in piedi.
-L'isola della regina Nera.-
Ma il pelato si agita, sbatte un pugno sul tavolo dove sono ancora
appoggiate le ceste.
-Quella è la destinazione di Shun!Non puoi decidere tu al posto del fato,
Hanekawa!-
Le sfere bianche rotolano a terra, inondando la stanza col loro rumore
metallico e sordo.
Non mi rendo nemmeno conto di quello che faccio, ma scatto in piedi e
afferro con tutte le mie forze le spalle di mio fratello.
-Ikki, ikki smettila, cosa fai?! Non posso lasciare che tu lo faccia!-
Glielo urlo, ma lui non mi degna di uno sguardo.
Mi scrolla di dosso con forza, e ripete che la sua destinazione ancora una
volta.
Tatsumi fa per ribattere ancora, ma il signor Kido si fa avanti e gli mette
una mano sulla spalla, bloccando sul nascere la sua protesta.
-Se questo era scritto, e sia Ikki. Forse, era proprio per questo che Shun
ha pescato quella sfera.-
Poi fissa gli occhi in quelli di mio fratello.
Si fissano seri per qualche secondo, tempo che a me sembra un'eternità.
Sento il corpo completamente informicolato, la testa è un subbuglio di
pensieri più o meno coerenti che vorrebbero impedire a Ikki di buttarsi in
quell'inferno solo per colpa della mia debolezza.
Ma ancora una volta sono pieno della mia incapacità e non riesco che a
disperarmi interiormente, senza muovere un dito.
-La destinazione di Ikki, sarà la Death Queen.-
Dichiara poi a voce così alta che tutto nella stanza sembra rimbalzare sulle
pareti, rimbombando nelle orecchie.
Alla fine si volta, e , seguito da Tatsumi che però continua a borbottare la
sua disapprovazione, esce da quella immensa sala in tutta la sua altezzosa
magnificenza.
-La partenza è fissata a tre ore a partire da adesso. Vedete di presentarvi
nel cortile principale per quell'ora.-
La porta si chiude accompagnata dal tonfo che ha il mio cuore.
I ragazzi parlano a Ikki, gli dicono che ha fatto una follia, che non doveva
opporsi in quel modo, facendo anche morire di vergogna me, che mi sentirò
colpevole in eterno.
Ma lui non risponde a nessuna delle accuse mossegli, semplicemente dice che
è giusto così e che non sono affari loro dove lui mette in gioco la pelle.
Io mi scuso con loro per quel tono e lo seguo a qualche passo di distanza,
con la testa bassa.
Arriviamo di fianco a un grosso pino vicino alla zona della partenza.
Lui si siede e io faccio lo stesso, non osando avvicinarmi più di quel che
mi suggerisce l'istinto.
Il silenzio ci avvolge come a confortare il mio cuore che sanguina per la
colpa che porto nel cuore.
-Non sentirti colpevole, fratellino.-
Mi volto verso di lui, che ora mi fissa negli occhi con l'espressione più
dolce che gli abbia mai visto.
Incomincio a tremare e a piangere come mio solito.
Ikki si china verso di me e mi abbraccia, sussurrandomi all'orecchio che non
devo avere paura, che tutto andrà bene.
-Ma fratello..tu..-
-Shht, Shun. Hai così poca fiducia in me, che pensi che non riesca a tornare
da te?-
Mi scuoto.
-Ma no, non è questo é solo che..mi vergogno, mi vergogno per quello che
sono..Come al solito per colpa della mia debolezza chi ci rimette sei sempre
tu..-
Lui mi scosta da se e mi fissa serio, puntando gli occhi neri nei miei.
-Ti ho già detto di smetterla di fare certi pensieri.Quel che ho fatto è
stata una mia libera scelta, tu non centri nulla. Vedrai che ci ritroveremo,
fratellino.-
Una sua mano si posa sulla mia testa, accarezzandomi i riccioli.
-Pensa piuttosto a ritornare tu da me, capito? Se supereremo anche questa,
alla fine saremo liberi Shun. Siamo d'accordo? Ne abbiamo passate tante,
promettimi che, assieme a me, supererai anche questa.-
Non so proprio che pensare... Anche se non riesco a convincermi del
tutto,sento come se le sue parole fossero così sacrosante che è impossibile
negarle.
Allora, sorrido a mia volta.
-Sì, Ikki, te lo prometto.-

………………………

Per tutte le tre ore rimaniamo seduti sotto al pino, assorbendo la presenza
dell'altro il più possibile, dato che per anni non ci sarà concesso.
Mi sento lacerare dentro al pensiero che non potrò più vederlo, che lo
porteranno via da me, che soffrirà per me.
E' forse il più grande dolore che io abbia mai provato..
I ragazzi ci raggiungono e ci dicono che è ora.
Mi alzo con uno sforzo sovraumano dal suo fianco, prendo la sua mano nella
mia e ne ricevo in cambio un sorriso triste.
Un grande pullman ci porta fino alla baia del porto.
Dieci grandi navi aspettano silenziose una di fianco all'altra i loro
passeggeri.
Quel che mi stupisce di più è che sono tutte in condizioni pietose...Mi
domando come facciano a reggere ancora il mare!
Sono arrugginite, ammaccate, rovinate anche nelle parti più fondamentali,
alcune addirittura vanno ancora a vapore.
Ci trascinano di peso verso la nostra imbarcazione e mi strappano a forza
dalla mano di Ikki.
Incomincio a piangere e dibattermi con tutte le mie forze, tanto che tiro
fuori una forza che non credevo nemmeno di possedere.
Urlo, urlo come un dannato il suo nome tra le lacrime roventi che mi
congestionano il viso.
Non ho idea dell'espressione che abbia la mia faccia, ma Ikki per un momento
si spaventa e un'espressione di sofferenza gli deturpa il volto, che
ridiventa però serio, senza guardarmi più.
E allora mi dibatto ancora più forte.
Non ce la faccio a lasciarti fratello, non ci riesco, non ci riesco!
All'improvviso si rivolta verso di me, l'espressione allarmata.
Non sento più i suoni, la mia testa li rifiuta.
Lo vedo allungare un braccio verso di me e io di riflesso faccio lo stesso.
Qualcosa di freddo e metallico mi si posa sul collo e una puntura mi
trafigge la pelle.
Mi affloscio all'improvviso nelle braccia di quelli che mi trattengono.
La vista si offusca, tutto si frammenta davanti a me.
L'ultima cosa che vedo è la furia di mio fratello che si placa al sorriso
che gli rivolgo.
L'ultimo che potrò darti prima di andare lontano da te, Ikki.


Too Good, Too Bad
By:CastaliaRimu
Capitolo 5: A Rummer of Life
Rating:R

Inferno.
Non so come altro descrivere quel che ho passato durante questi cinque anni.
Andromeda.
L'isola di Andromedra...Beh,con un nome all'apparenza così innocuo e
delicato,non ha assolutamente nulla in comune.
Sono stato innumerevoli volte sul punto di morire,ho visto la morte dei miei
compagni, abbandonati in mezzo a quel deserto il cui calore a volte ne
trasforma la sabbia in vetro liquido.
La pelle di quei morti fregolava e si accartocciava su sé stessa come fosse
carta e l'odore maleodorante che quasi evaporava durante il giorno ti
penetrava nelle ossa durante la notte, con una temperatura così bassa che la
pelle bruciava forse più che durante il giorno.
L'unico "vestito" che ci era concesso d'indossare era una tunica di lino
grezzo, che pungeva in pori della pelle mischiandosi col sudore che
assorbiva e tratteneva maleficamente, lasciandolo ad amplificare il freddo
durante la notte,trasmettendolo direttamente al sangue che mi pulsava in una
maniera immane nella vene... E la leggera coperta non era certo di una
qualche utilità.
Ma oggi finalmente è tutto finito;ora potrò tornare da te Ikki!
E' stata dura..molte, tante, innumerevoli volte ho creduto di morire,
impotente dinnanzi allo scorrere del mio sangue..
Rimanevo lì,e lo osservavo con una sorta di stupore affascinato.
Un colore rosso rubino che si rapprendeva in grumi, mi incrostava la pelle e
la tirava tanto che mi sembrava stesse per lacerarla da un momento
all'altro..
Ma in fondo è stata colpa mia.
Perché anche se coloro con cui mi battevo mi odiavano, anche se persino in
mio maestro mi puniva nelle maniere più atroci, peggiorando le torture di
volta in volta, non sono mai riuscito ad attaccare, né a ferire nessuno in
maniera mortale.
Io non voglio uccidere, non sopporto di vedere il dolore sul volto degli
altri, perché lo comprendo.
Io stesso ne ho provato tanto, fin troppo..
Nonostante tutto però, alla fine, sono salito in alto, nello spazio nero e
freddo, anche se così luminoso..ho toccato la luce viva con le mie mani ed
ho trovato quel che il mio maestro chiamò "COSMO".
Ed ho conquistato quell'armatura per cui avevo lottato in quei cinque lunghi
anni, sulla quale è modellata l'effige della mia signora celeste,Andromeda.
Ed ora, IO sono Andromeda.
Volevi tanto che io potessi essere forte, Ikki;volevi che io non provassi
più su di me la sofferenza, e adesso, torno da te con un nuovo nome.
Adesso, potremo di nuovo nascere, io e te, saremo di nuovo Shun e Ikki,
potremo essere fratelli, in tutto e per tutto, così che nemmeno Dio o gli
dei potranno negarlo.
Noi rinasceremo ancora, seppur rimanendo noi, saremo "di nuovo" noi,
fratello..

…………………………

La barca della Fondazione Grado mi attende, e, seppur con un piccolo moto di
nostalgia per quell'ammasso di pietre e sabbia, lascio che la mia mente
scivoli via, salendo la rampa delle scale che mi porterà alle cabine con in
testa l'unico pensiero, che, finalmente, rivedrò Ikki, tornerò alla mia
vecchia vita e, con una certa punta di speranza, mi auguro di poter rivedere
anche i miei amici e compagni, spediti anche loro in chissà quali inferni.
Nella mia cabina trovo dei vestiti puliti e, con una gioia incredibile mi
fiondo verso di essi, stringendomeli per un momento al petto.
Profumo di pulito..profumo di sapone alla lavanda..
Mi vesto velocemente, salendo sul ponte con tutta l'enfasi del ritorno che
mi scorre elettrica nelle vene.
Una grandissima distesa blu di acque s'incontra con fuoco liquido del sole e
l'azzurro del cielo, striato di innumerevoli gamme di rosa e viola.
Sento di nuovo quella melodia cullante che percepivo da piccolo stando
accanto al mare.
È come una vecchissima ninna nanna, capace di rasserenare l'anima come
nessuna madre sarebbe in grado di fare..
La nave attracca in un grasso porto dopo circa sette ore di navigazione,
dove cambio mezzo di trasporto due volte: prima un'automobile nera e poi un
piccolo elicottero, che atterra proprio nell'eliporto di nuova Luxor.
I capelli mi sono divenuto ormai troppo lunghi e, non appena metto piede a
terra, incominciano a svolazzare come dei forsennati sotto il movimento
d'aria creato dalle pale dell'elica dell'elicottero.
Uomini vestiti di nero mi guidano verso una bianca limousine parcheggiata
poco lontano dal punto d'atterraggio.

…………………………

La città fuori dal finestrino sembra splendere di luce propria..
Un gioco di luminescenza si specchia nelle vetrine dei negozi, circondato da
persone comuni che si assomigliano un po' tutte, per la attuale moda estiva.
Ma i loro sguardi sono tutti così sereni.. Anche loro, splendono, assieme
alla città.
Arriviamo davanti all'imponente cancello dell'istituto dove sia io che Ikki
eravamo cresciuti, e molti ricordi incominciano a sovraffollarsi nella mia
mente frastornata da tutta quella ritrovata modernità, da quel ritorno che
avevo sognato ogni attimo, in questi cinque anni.
Sono decisamente cresciuto da quando giocavo a pallone nel piccolo cortile
riservato alla ricreazione assieme a mio fratello ed ai miei amici.
Ho preso dieci centimetri buoni in altezza, la mia voce si è leggermente
abbassata, anche se dubito che lo farà più di così.
Nonostante gli anni duri di allenamento, non sono affatto diventato
muscoloso come avevo sempre creduto;la mia figura quasi femminea è rimasta
in tutta la sua slanciata sottigliezza.
Non sembrerebbe nemmeno che io sia tornato da un inferno se non ci fossero
alcune cicatrici a dimostrarlo.
Hehe…probabilmente Ikki riderà.. di certo non sono quell'adone che lui si
aspetta!
Entro finalmente nell'ingresso principale, e l'edificio che allora mi
sembrava assolutamente disumano, ora non è altro che un ricordo decisamente
ridimensionato.
-Oh milady, sa cosa le dico?! Se lo può mettere in quel posto il suo fottuto
torneo!Non è di certo che lei abbia nobilitato il suo animo, agendo così
meschinamente!-
Un figura arrabbiata che scende con prepotenza le scale attira la mia
attenzione.
Mi metto un po' più in luce, per osservare meglio la struttura muscolosa ed
indiscutibilmente giapponese che si avvicina al posto dove mi trovo, senza
tuttavia avermi minimamente notato.
Mi passa di fianco borbottando qualcosa di poco carino riguardo a certe
pratiche sessuali che riguardano milady Saori, la nipote del signor Kido.
-Cos'è, adesso non saluti più gli amici Seiya? Non ti facevo così scortese.-
Lui si blocca all'istante ad appena qualche passo di distanza da me, si
volta e, sbarrando gli occhi, balbetta:
-M-ma...ma..!-
-Ma?Che vuol dire "Ma"?-
Hehehe che faccia buffa che ha!
-Shun?!!-
Esclama, avvicinadosi, mentre lo vedo scrutarmi con aria a dir poco
allibita.
Io tendo una mano e la poso sul suo braccio.
-Sì. Ciao, Seiya, sono contento di rivederti.-
Lo dico piano, sorridendo.
Lui sembra sbloccarsi a quel gesto, come se quello gli avesse
definitivamente accertato che ero io.
Mi abbraccia con forza, dopodiché si scosta tenendomi ancora per le spalle.
-Per la miseria Shun, non posso crederci! Se non fosse stato perché sorridi
sempre allo stesso modo avrei pensato ad un sosia!-
Ridacchio felicissimo.
-Tu invece sei cambiato molto, subito non ti avevo affatto riconosciuto.-
Lui sorride di nuovo mostrando i denti bianchi.
-Vieni, vieni, che di là c'è Shiryu, così lo saluti!-
-È tornato anche lui?-
Lui mi guarda.
-Certo! Poche ore prima di te,a quanto pare!-
Entriamo nell'elegante sala da lettura, e vedo, nascosto dietro un libro di
poesia cinese un ragazzo decisamente alto, le spalle larghe e il fisico
atletico, anche se meno muscoloso di quello di Seiya.
Una morbida cascata di capelli neri dai riflessi blu, gli incornicia la
possente figura, arrivando oltre i fianchi a sfiorare le cosce.
-Ehi cinese, molla quel tomo e alza gli occhi! Guarda un po' chi è tornato!-
Shiryu posa il libro sul piccolo tavolino alla sua destra, sollevando uno
sguardo profondissimo e penetrante su di me.
Lo vedo sgranare leggermente gli occhi, la bocca appena socchiusa.
Si alza in piedi quasi di scatto, dirigendosi verso di noi.
-Shun!Ce l'hai fatta alla fine!-
Io sorrido con tutta la felicità che possiedo.
-Certo!Non era mia intenzione, andare a morire, sai?-
Sorride anche lui, un sorriso pacato e dolce, come quelli che faceva sempre
tanti anni fa, quando eravamo ancora tutti più innocenti e spensierati.
-Non ne dubitavo affatto.-
Risponde semplicemente, abbracciandomi stretto mentre un delicato profumo di
thé verde avvolge me e lui.

………………………

Rimaniamo nella piccola sala a bere del thè ed a chiacchierare del più e del
meno, dei rispettivi viaggi di andata e ritorno dalla propria scuola
segreta.
Se qualcuno ci avesse visto da lontano, avrebbe semplicemente pensato che
stessimo pacatamente discutendo del tempo da tanta era la nostra gioia
nell'esserci ritrovati dopo tanto tempo, tutti interi.
Alla fine cadiamo nell'argomento fatidico, anche se il primo passo lo compio
io.
-Avete notizie degli altri?-
Seiya posa la tazzina sul tavolo, fissando gli occhi nei miei.
-Beh, a quanto ne so, sono tornati quasi tutti ormai.. Persino quel lecchino
di Jabu ce l'ha fatta!-
Si pressa con stizza la fronte bassa, tanto forte che le dita sembrano
affondarvi dentro.
-Avreste dovuto vederlo prima, come difendeva l'onore della sua adorata
milady!Mi ha dato il volta stomaco, saperlo cavaliere dell'unicorno!-
A questo punto interviene Shiryu, che fissa due occhi tranquilli in quelli
di Seiya.
-Lo sai che lui è fatto così. Ha sempre amato alla follia Saori Kido e per
un briciolo della sua attenzione esaudiva ogni suo desiderio. Non
disprezzarlo, è una sua scelta.-
Seiya stringe le mini a pugno.
-Che sia una scelta o meno non sopporto tanta arroganza da parte sua! Mi ha
offeso solo per difendere una donna che ha una sasso al posto del cuore! Che
razza di onore può portare a sé stesso una persone del genere?!-
L'aria si sta surriscaldando, così, per evitare lo scoppio della bomba mi
metto in mezzo.
-Seiya ora basta. Calmati, ti prego, non voglio rabbia anche qui, ne ho
vista e provata fin troppa.-
Lui mi guarda come se si fosse risvegliato da un incantesimo, sorridendomi
alla sua solita maniera scanzonata.
-Beh, hai ragione, scusatemi tutti e due.-
Poi afferra la tazzina, beve un lungo sorso, la riposa sul tavolo e
ricomincia il discorso prima interrotto.
-Dunque, dicevo, anche Geki,Ban,Ichi e Nachi sono tornati e sono
rispettivamente i cavalieri dell'orsa maggiore, del leone minore,dell'idra e
del lupo. Di Hyoga ed Ikki, fin adesso non abbiamo notizie, anche se hanno
detto che , sia il cavaliere di Cygnus che quello di Phoenix stanno
arrivando alla sede centrale! C'è solo da augurasi che siano loro!-
Sospiro.
-Me lo auguro anch'io.-
Poi il giapponese batte il pugno chiuso sul palmo della mano, come a farci
notare che gli è venuto in mente qualcosa.
-Ah!A proposito! Non ci hai detto di quale costellazione sei
cavaliere,Shun!-
Io sorrido, cambiando posizione alle gambe.
-Non sono il cavaliere di una costellazione, Seiya. La mia signora è
Andromeda.-
Lui ridacchia.
-Ma guarda un po', e noi che lo sottovalutavamo il ragazzino!-
Inarco appena le sopracciglia.
-Adesso ditemi voi! Che costellazioni rappresentate?-
-Io sono il cavaliere di pegasus e Shiryu..-
-Quello del dragone, lo spirito del mio paese.-
Trovo che ad entrambi si addicano in maniera perfetta, come fossero creati
su misura.
Ma so già da molto tempo che ognuno ha il suo destino..
All'improvviso tutta la stanchezza del viaggio mi schiaccia le spalle,
appesantendomi di colpo e privandomi un poco delle forze.
Mi alzo in piedi.
-Scusatemi, ma sono davvero stanco, vado di sopra a riposarmi prima di
cena.-
I due ragazzi mi sorridono.
-Certo va pure, verrò io ad avvisarti.-
Ringrazio Shiryu e mi dirigo tranquillamente verso la mia vecchia camera.
Non appena entro,l'odore familiare del legno e del prugno bianco, tipico
della scuola dove vivevo mi avvolgono come un abbraccio e mi sento già
meglio.
Poi , come una visione, scorgo la doccia e mi ci fiondo sotto ridendo come
un bambino mentre l'acqua scorre lieve e dolcemente picchiettante sulla mia
pelle.
Afferro il bagnoschiuma in dotazione dall'istituto e mi riempio più che
posso di schiuma.
Essendomi abituato a lavarmi in un piccolo stagno gelido, quell'acqua
tiepida e la morbidezza profumata della schiuma mi sembravano un sogno.
Dopo essermi lavato, mi dirigo verso il terrazzo della stanza ancora avvolto
nell'accappatoio.
È ormai sera.
Il sole ha quasi completamente l'anello di monti che si vedono in
lontananza, lasciando che il paesaggio si colori di bellissime tinte di
rosso.
L'aria fresca mi accarezza la pelle, facendo sgocciolare appena i miei
capelli lunghi ancora mezzi bagnati.
Non riesco ancora a capacitarmi di essere sopravvissuto, di essere tornato.
Ho paura però di non rivedere Ikki.
Ma lui me lo ha promesso, mi ha promesso che sarebbe tornato ed io cerco di
convincere il cervello ad accettare incontestabilmente questa certezza in
bilico su troppi se e ma.
Perdo lo sguardo nella corolla dorata del sole, quando, all'improvviso,
scorgo un'ombra che si muove sotto di me.
Sposto lo sguardo sul giardino sottostante, cercando, espandendo appena il
mio cosmo per capire di chi sia quella presenza estranea.
Ma avverto solo una sensazione di freddo e niente altro.
Risollevo il viso di scatto, voltando il corpo alla mia sinistra.
La presenza si è mossa all'improvviso, ed eccola, una sagoma longilinea e
ben tornita di fianco a me, i contorni resi scuri per i raggi solari deboli
a cui faceva da contrasto, rendendomi impossibile capire chi fosse.
Rimango bloccato per un attimo, e, quando avverto che lui non ha intenzioni
ostili nei miei confronti, mi azzardo a parlare.
-Chi sei?- Chiedo, tranquillo all'apparenza.
Dentro sono un groviglio di sensazioni contrastanti, anche se provo
diffidenza avverto anche chiaramente una traccia pungente di nostalgia.
Lui si avvicina lentamente a me, misurando attentamente ogni passo.
Una folta capigliatura del colore del lino si agita leggera sfiorando le
spalle robuste, un bellissimo paio di occhi del colore del cielo in
primavera si fissano su di me.
Il viso dai mascolini tratti dell'est si muove leggero in un piccolo sorriso
triste.
Il cuore mi manca di un colpo.
-Non ti ricordi il mio nome, Shun?-
Quella voce...
Con le lacrime agli occhi mi butto tra le sue braccia lanciando un piccolo
suono spezzato.
-Igor...Igor..byt'jò zhivòj!!-
Piango, piango senza ritegno.
Il mio amico è vivo.
Vivo!
Due braccia forti mi stringono piano, mentre una mano delicata mi passa sui
capelli umidi.
-Mi sei mancato Shun.Sono felice di vedere che sei vivo.-
Mi stringo di più a lui.
-Anche io, sono felice che tu sia tornato..-
Sollevo il volto dal suo petto e alzo la testa per guardarlo negli
occhi..Proprio come cinque anni fa..
Faccio una risatina.
-Se non fosse per Seiya che è più basso di me, mi sentirei insignificante
davanti a voi.-
Lui continua a fissarmi serio.
Mi alzo sulla punta dei piedi nudi e allungo una mano a misurare la sua
altezza.
Sorrido ai quindici centimetri che ci separano.
-Già, temo di non avere speranze di raggiungervi!-
E lui fa una cosa che mi lascia di sasso.
Allunga una mano verso di me e, premendo il mio capo contro il suo mi bacia
sulla bocca con un impeto tale che lancio un mugolio di spavento.
Ma che gli prende?!
Tento di divincolarmi da lui, ma la sua presa su di me si accentua ancor di
più, levandomi il respiro.
Boccheggio sulle sue labbra cercando aria, e, faccio appena in tempo a
riprendere un minimo di fiato che lui si riavverta si di me, intrufolando la
lingua nella mia bocca.
Mi vengono le lacrime agli occhi.
Ma che sta succedendo?
Mi stai facendo male Hyoga, lasciami..
Ma lui è sempre incollato a me, stringendomi stavolta contro il suo corpo,
facendomici aderire, mentre ancora sono in punta di piedi.
Uno strano calore s'impossessa di me, comincio a non capire più nulla, tutto
si sfuoca e si confonde nella mia mente.
Una forza a me estranea mi fa aggrappare a mia volta al corpo di Igor,
ricambiando con tutta la mia foga quel bacio vorace e bollente, dal quale
non riesco più a staccarmi.
Poi, all'improvviso, un rumore oltre la porta mi riporta alla lucidità.
Il rumore si ripete.
-Shun? Tutto bene? La cena è pronta! Scendi, d'accordo?-
Hyoga si scosta appena dalla mia bocca, sussurrandomi sulle labbra
rocamente:
-Rispondigli.-
Io non so come, ma riesco ad articolare un Sì abbastanza chiaro.
I passi di Shiryu mi fanno capire che si è allontanato, così, con un colpo
di reni, mi allontano dal colore intossicante di Igor.
Sento una sua mano che mi accarezza una guancia lievemente, uno sguardo
cupo, quasi malinconico.
-Perdonami..io..mi dispiace, non volevo spaventarti.-
Me lo sussurra piano e alzo il viso congestionato verso il suo.
Vedo nei suoi occhi un conflitto tremendo, come se stesse combattendo contro
qualcosa dentro di sé, qualcosa di morale e rigido, che aborre quel che ha
appena fatto.
-Non fa nulla.Non sono spaventato.-
Gli rispondo, sorridendo gentilmente.
Vedo una luce assassina nei suoi occhi, poi si volta e con un balzo è già
lontano.
Mi hai detto e fatto le stesse cose di cinque anni fa..Perché mi fai questo,
Hyoga?






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