Free talk: Ho scritto questo capitolo ascoltandomi
il quarto cd della colonna sonora di FF7.incredibile come si sia adattato
perfettamente alla mia idea riguardo questo pezzo della storia..beh, se lo avete
anche voi vi consiglio di ascoltarvelo, ne verrà fuori qualcosa di molto bello!
In ogni caso, spero che gradiate comunque questo mio tentativo di scrivere
qualcosa di leggibile!
Too good,
too bad parte
IV - New Draughty Live II
di CastaliaRimu
- Ah-Hem, ragazzi,
non è che potreste farci la cortesia di parlare in una lingua
comprensibile?-
Avverto un sussulto scuotermi il corpo.
Che razza di un maleducato che sono!
Mi inchino profondamente nella direzione di Seiya che ha parlato.
-So-sono immensamente dispiaciuto.-
Mi risollevo, dopo questo mio lieve sussurrare, dubitando che mi abbia
sentito.
Oddio è completamente rosso.
Perché mai deve arrossire?
Avverto il ragazzo cinese di nome Shiryu ridacchiare sonoramente, idem per
Igor.
Seiya incrocia le braccia sul petto, arrossendo ancora di più.
Ci capisco sempre meno.
Volto la testa verso Ikki con aria interrogativa, ma in cambio ricevo solo
un sorriso che alla fine non è altro che un mezzo ghigno di soddisfazione.
Sono così confuso che alla fine arrossisco anch'io.
-Non fare quella faccia Shun, è solo che Seiya non è affatto abituato a
vedere tanta educazione tutta insieme!- E' Shiryu.
Oh! Era per quello...
-Hem.beh, se questo è un problema vedrò di essere più discreto.mi spiace
Seiya-san.-
Ikki scoppia e comincia a ridere con un tale impeto che rimango di sasso.
-Non chiamarmi con l'elogiativo! Mi fai sentire un vecchio decrepito! Sono
solo Seiya.-
Il ragazzo giapponese si china verso di me, con le mani ai fianchi, un
sopracciglio sollevato e un sorrisino stampato in volto.
Ikki, sei davvero fortunato..
Sorrido a mia volta e annuisco.
.........
Oggi è il mio primo giorno di scuola e Ikki mi sta finendo di allacciare
la cravatta della divisa.
Sono così emozionato che non riesco a stare fermo!
**********
Ma guarda un po' cosa mi tocca fare!
Shun si agita come un dannato spostando la testa da un lato e dall'altro,
osservandosi la divisa scolastica con una gioia incredibile.
-Shun se non la smetti di agitarti così tanto non riuscirò mai a finire!-
Accidenti anche alle cravatte!
Io le ho sempre odiate.
Finalmente si ferma, si raddrizza come a stare sull'attenti e soffocando
dei risolini di felicità mi lascia finire il mio lavoro.
Uff, beata ignoranza...
-Ho fatto!- Gli dico, permettendogli di osservarsi allo specchio.
Lui fa un aperto sorriso, ma rivolto alla mia immagine allo specchio,
lasciando all'ammirazione della divisa solo una frazione di secondo.
-Ikki, sono così felice che nemmeno io so come esprimermi.-
Poi si gira verso di me e mi si butta addosso con un delicato fruscio.
-Tu sei la mia felicità fratello.- Gli rispondo io con un sospiro.
A volte tutte quelle dimostrazioni di affetto mi irritano terribilmente
sono quasi soffocanti e io riesco a stento a trattenermi dall'allontanarlo
da me con violenza.
Lui solleva quelle polle di liquido verde che sono i suoi occhi e vengo
investito da un affetto così forte che mi sento soffocare, mi si attacca
al cuore e me lo gonfia quasi dolorosamente.
Basta, ti prego..
-Mòj ljubòv', Ikki- chan..-
E' solo un sussurro e per di più in russo e non riesco a capire.
-Smettila di parlare in quel linguaggio incomprensibile, non sopporto di
non capire cosa vuoi dirmi.-
Gli rispondo e lo vedo ritrarsi leggermente.
China il capo.
-Scusami, Ikki, non lo farò più.-
Ecco, e ancora una volta la parte del cattivo ce la faccio io.
Uff..
Gli do una leggera pacca sulla schiena.
-Ora vai Shun, altrimenti farai tardi.-
Lui mi guarda di nuovo sorridendo anche se in maniera molto più lieve,
afferra la cartella coi libri e corre fuori dalla stanza dopo avermi dato
un piccolo bacetto su una guancia.
Mi sento attaccare dal sonno improvvisamente.
In effetti quella notte l'ho praticamente tutta trascorsa a rigirarmi nel
letto per la troppa stanchezza.
Quando ho troppo sonno non riesco mai ad addormentarmi, la mia mente è
così stanca che non riesco nemmeno, paradossalmente, a rilassarmi.
Mi detesto per essere così contorto.
Invidio profondamente mio fratello, così spensierato e spontaneo.
Io non potrò mai essere così, ho troppo astio verso me stesso, per motivi
che non riesco più nemmeno a contare e la responsabilità del ruolo che
occupo nelle nostre vite mi opprime troppo per poter evitare di
impensierirmi ogni momento.
Devo per forza soffocare i miei sentimenti.
Forse è per questo che tutto l'amore che Shun mi da mi da così fastidio?
L'idea di gettarmi a letto è dormire, sbattendomene altamente della scuola
e di tutto il resto è enorme, ma ancora una volta mi rendo conto che sono
legato a cose troppo grandi per potermi prendere la libertà di fare quel
che desidero.
Finisco di vestirmi ed esco a mia volta dalla stanza.
**********
Corro, emozionantissimo, verso la mia aula.
Faccio scorrere la porta a soffietto e rimango fermo ad osservare.
Che posto strano!
E' tutto illuminato dalla calda luce solare che bagna leggera gli oggetti
con i quali viene a contatto, creando innumerevoli riflessi ombreggiati e
cangianti che mi affascinano gli occhi.
Il verde è il colore dominante di quella stanza che sa di pulito e di
prugno bianco.
E' come se un'atmosfera ovattata e di mistero avvolgesse tutto come in un
manto invisibile.
Sono al massimo della felicità...
Su ogni banco c'è il nome dell'alunno inciso sopra ad una targhetta
laterale, in un materiale che riconosco come oro.
Mi siedo al mio posto, cominciando a disporre le mie cose sulla superficie
levigata che riflette il mio volto. Deve esserci come una patina lucida
sopra..
Per fortuna che Ikki mi ha spiegato l'utilizzo di tutte quelle cose che ho
davanti, altrimenti sarei stato seriamente in difficoltà, ignorante come
sono delle cose del mondo.
Almeno saper leggere e scrivere lo so fare perfettamente, mio fratello me
lo ha insegnato.
Sono incredibilmente agitato, spero che tutto vada per il verso giusto,
non vorrei veder rovinato questo giorno per nulla al mondo!
La campana dell'istituto suona i suoi placidi rintocchi musicali,
accompagnata dall'entrata degli altri studenti e dell'insegnante.
Accidenti che bell'uomo!
Lunghi capelli del colore delle foglie in autunno si riflettono ramati
sottoposti agli scherzi di luce del sole, caldi occhi castani mi fissano
incuriositi e sorridenti, addolcendo ancor di più i già sofisticati e
delicati lineamenti che lo contraddistinguono.
Sotto quello sguardo arrossisco violentemente, abbassando di scatto la
testa.
-Molto bene ragazzi, a quanto pare oggi abbiamo una novità!-
Dice con lieve e placida enfasi l'insegnante, mentre tutti gli occhi degli
altri si puntano su di me.
Oddiooddiooddiooddio...
-Vuoi alzarti e venire qui, per favore?-
Sento il cuore pulsarmi come un martello nelle tempie, un forte tremore mi
scuote.
Mi sollevo dalla mia posizione con uno sforzo indicibile e mi affianco al
professore.
Sento che mi poggia una mano su una spalla e sussulto lievemente.
-Bene ragazzi, questo è Shun Hanekawa, da oggi sarà studente qui al St.
Michael. Siate gentili con lui e aiutatelo a mettersi in pari col
programma.-
Poi si china verso di me e mi sussurra:
-Stai tranquillo, nessuno ti mangerà, promesso!-E poi sorridendo al mio
sguardo tremante aggiunge a voce più alta:
-Ora vai pure al tuo posto. Dunque ragazzi, aprite il libro a pagina..-
quattro
........
Ormai sono passati quattro anni da quando ho cominciato a frequentare la
scuola e,contrariamente alle previsioni pessimistiche di Ikki nei miei
confronti,mi piace ancora tantissimo studiare.
Oltre a quest'ultima mansione, che ovviamente costituisce la base di
quest'istituto, vi sono anche altre stranissime lezioni di greco antico,
latino e sanscrito, massacranti ore di palestra, esercizi di
concentrazione Zen e pratiche di ogni tipo di lotta che sia conosciuto
nell'intero globo.
Io faccio una fatica pazzesca a stare dietro a queste ultime lezioni, il
mio fisico purtroppo e quantomai inadatto ad ogni sforzo che vada oltre il
normale correre o camminare.
Inutile dire che questo mi crea innumerevoli problemi, perché vengo sempre
costretto dagli insegnanti a rimanere oltre l'orario standard e qualche
volta anche nei giorni che normalmente sarebbero di riposo.
Ikki mi rimprovera per questo.
Dice che lo studio, evidentemente, da solo non è sufficiente per
assicurasi la permanenza all'istituto e che devo smettere di piagnucolare
e vedere di impegnarmi molto di più, anche se dovesse costarmi sforzi
sovraumani.
Veramente quelli già li faccio..
Ikki ha già compiuto diciassette anni ed è diventato sempre più splendido,
brilla quasi di luce propria.
Tutti hanno un riverente senso di rispetto nei suoi confronti forse
proprio per questa sua naturale maestosità.
Ma pare che anche l'aura di mistero che si porta appresso attiri
parecchio, soprattutto le ragazze.
Ma lui non vi fa caso.
Cosa non darei per poter essere come lui...
Quasi casualmente lo sguardo mi si sposta sull'orologio.
Accidenti, sono già le tre e mezza e dovevo presentarmi dal professore per
le tre e un quarto!
Cavolicavolicavoli!!!
Corro come un dannato verso la sezione di quel palazzo dedicata alle
palestre, che sono quattro in tutto, ognuna adibita a potenziamenti e
pratiche diverse.
Sono incastonate come pezzi del lego nei piani sotterranei e non nego che
a volte, almeno al principio, mi faceva un po' paura tutta quell'oscurità.
Ma quando entro in palestra le luci sono spente e non sento nessun rumore
provenire dall'interno.
Oddio,che abbia sbagliato padiglione?
Forse devo cambiare edificio...
Per sicurezza provo ad accendere la luce che si mostra con il suono
tintinnante del neon.
Gli occhi mi si dilatano, dei passi alle mie spalle mi fanno sobbalzare e
voltare verso quel ragazzo che, con un ghigno soddisfatto, sta facendo
scattare la serratura della porta, chiudendola con un tonfo metallico.
Sento ridere sommessamente dal centro della palestra e lo sguardo
penetrante di altri due ragazzi mi fa gelare il sangue nelle vene;uno
sfrigolio come di olio sul fuoco rimbomba nella testa..
Ho paura.
Avverto un pericolo fortissimo aleggiarmi intorno e una morsa mi serra
dolorosamente lo stomaco.
-Ma bene, la nostra principessina è finalmente giunta al castello del
principe!-
In quell'immenso caos che è la mia mente in questo momento, realizzo che
quei ragazzi fanno parte della classe di Ikki.
Cosa vorranno da me?
Faccio scorrere nella memoria un qualsiasi sgarbo che posso aver fatto
loro, ma più mi sforzo e più non trovo nulla che possa anche solo
vagamente assomigliare ad un'azione sbagliata.
Ho paura.
Quei tre mi s'avvicinano con la sguardo del gatto che s'è mangiato il
canarino, il passo fermo e sinuoso allo stesso tempo. Uno, quello più
alto, si ferma ad un soffio da me, fissando i suoi occhi gelidi e grigi
nei miei.
Sono paralizzato, come se avessi dimenticato ogni movimento, non riesco a
staccare gli occhi sbarrati dai suoi.. sento il suo alito caldo sulla
faccia.. profuma fastidiosamente di menta.
Ho paura.
Uno mi appare alle spalle e mi piega le braccia dietro la schiena con uno
scricchiolio sinistro e non posso evitarmi di mugugnare per il dolore.
-C-che.volete..da me?- chiedo, con un sospiro esalato dolorosamente.
Il ragazzo più alto mi sorride.
-Non lo immagini, principessina?-
Con un gesto secco mi viene sbottonata la camicia.
Ho paura.
-Aspetta Isaac! Voglio prima fargli capire che da qui non può scappare...
le mani già mi prudono!-
Oddio, che vorrà fare ora...?
Sento un dolore lancinante alle costole e capisco che è stato un calcio.
Un rivolo di sangue mi cola dalla bocca dopo un pugno allo stomaco ed un
sordo schiaffone a livello della labbra.
Le gambe mi tremano violentemente, a stento riesco a reggermi in piedi;è
quasi una fortuna che ci sia quel ragazzo che mi blocca le braccia.
Le ossa mi scricchiolano e si tendono paurosamente, sotto gli occhi tante
luci mi pizzicano la vista e le botte continuano senza tregua.
Non reggo più il dolore e diventa tutto buio intorno a me.
........
...E' come riemergere da un mondo sfuocato, i contorni pian piano si
delineano e divengono chiari e, come infrangersi contro un muro d'aria,
comprendi il perché del dolore lancinante che ti percorre le membra..
Proprio come quando Amane mi picchiava col bastone..
Mi riprendo dal mio forzato dormiveglia, sbatto un paio di volte le
palpebre e mi accorgo di avere le mani ingarbugliate in un pezzo strappato
della rete del canestro, agganciate ad una sporgenza nel muro.
Con un brivido mi accorgo anche di non indossare più né pantaloni né
mutande e la mia camicia mi pende inerte e semistrappata lungo la schiena.
-Ben svegliata principessina. Adesso abbiamo le prove che sei veramente un
maschio, è davvero un peccato! Tanta bellezza sprecata.. ma a noi va bene
lo stesso, vero ragazzi?-
Sono lì, davanti a me, che mi osservano lascivamente ogni centimetro di
pelle scoperta.
Sento un immenso calore esplodermi dentro e salirmi alle guance,
arrossisco violentemente, mentre lacrime roventi mi percorrono il viso
congestionandomi gli occhi.
Non voglio piangere davanti a loro, non voglio!
Ma le sensazioni che mi si contorcono dentro sono troppo forti, non riesco
proprio a controllarmi..
La mia mente si sfuoca, non ho più la cognizione del tempo e delle cose..
non riesco a fare altro che piangere ed osservare completamente
terrorizzato.
Sono in tre e anche volendo non potrei far nulla contro di loro.
Ho paura, solo paura..
Uno si avvicina a me e, strattonandomi con forza i capelli, mi costringe
ad aprire la bocca.
Mi bacia..sento la sua lingua molle lasciare una scia umida e scivolosa
sulla mia che giace inerte, succube di quel movimento.
Un'altra bocca si avvolge intorno al mio membro,torturandolo
impietosamente..
Un singhiozzo disperato mi si soffoca in gola e quello che mi sta baciando
si stacca per un attimo da me e ridacchia sonoramente, poi di nuovo
continua la sua opera.
-Ma guardatelo...Piange, ma sotto sotto ci gode hehehe.. Bene, allora
vediamo di dargli di più!-
Sento che il terzo mi slega le mani e, guidandomi, mi metta carponi
davanti a lui e mi dice:
-Succhia!- Ma io scuoto il capo.
-Per..favore..no..n-no..-
Ma la sua mano mi strattona verso di lui e mi obbliga ad ubbidirgli
aprendomi la bocca a forza.
Uno degli altri due continua a leccarmi in basso e, gemendo di dolore e
contraendomi con forza, sento due dita prepotenti farsi strada dentro di
me e muoversi solo per qualche secondo.
Poi vengo penetrato da qualcosa di duro che mi fa urlare dal dolore.
Avverto i miei tessuti interni lacerarsi con uno strappo sordo e freddo.
Non ce la faccio più...
Quel ragazzo grugnisce dal piacere, mentre comincia a muoversi
ritmicamente dentro di me, aumentando a dismisura il dolore che m'incendia
i nervi.
Intanto, il ragazzo più alto viene nella mia bocca con un gemito rauco,
subito seguito da quello che mi leccava.
Quella sostanza calda e viscida mi cola dalle labbra e si mescola alle mie
lacrime mentre sussurro il nome dell'unica cosa che mi sta trattenendo dal
cadere nella più totale incoscienza...
-Che fai chiami tuo fratello?Ma questa volta non verrà ad aiutarti...ora
sei nostro e ci soddisferai,volente o nolente..-
Le posizioni cambiano e tutto si ripete, ancora, ancora e ancora..
Sto impazzendo..
**********
Ripercorro di corsa i corridoi dopo essermi allenato per un po' da solo...
Non sopporto avere gente intorno quando devo fare qualcosa di
impegnativo,mi irrita oltre ogni dire.
Così, ho saltato la lezione e ho provato da solo.
Tanto ormai l'insegnante lo sa e ci ha fatto l'abitudine...E' come se mi
avesse preso in simpatia e la cosa non mi piace.
Detesto farmi notare, non mi piace essere osservato.
Oltretutto per questo "favoritismo" tre ragazzi della mia classe non fanno
altro che tormentarmi con le loro puerili provocazioni, come se me ne
dovesse importare qualcosa, alla fine..
Salgo le scale che portano alla zona degli alloggi e me li vedo tutti
contenti dirigersi verso i giardini esterni.
Parli del diavolo..
Quegli emeriti imbecilli.
Sembra che mi abbiano visto osservarli;si voltano di centottanta gradi
verso di me e mi sorridono sornioni, uno addirittura fa un inchino.
Oddio, mi viene da vomitare.
Senza degnarli oltre di uno sguardo riprendo il mio cammino,accompagnato
dal loro sghignazzare di gusto.
Ma guarda un po' in che scuola d'idioti sono capitato..
Uff..
In poco sono davanti alla porta della mia stanza, infilo la chiave nella
toppa, ma gira a vuoto.
E' già aperta...?
Un brivido mi percorre la spina dorsale.
Ho un brutto presentimento.
Cammino con cautela all'interno della stanza, come se dovessi spezzare
irrimediabilmente qualcosa di troppo fragile, producendo anche il minimo
rumore.
Fermandomi per qualche decimo di secondo avverto lo scrosciare dell'acqua
provenire dal bagno e mi ci precipito senza riflettere, spalancando di
peso la porta.
Quel che vedo mi lascia senza fiato.
I polmoni perdono l'aria ed è come se si strizzassero e contorcessero
senza tregua.
La terra si agita sotto i miei piedi e a stento riesco a reggermi.
La stanza è un macello, il vetro dello specchio è rotto, l'acqua cola dal
lavandino gocciando in un suono quasi martellante, c'è sangue sul muro e
sul pavimento, a gocce, come fosse caduto dal soffitto.
Sento un singhiozzare violento alternato da dei lamenti soffocati e
lunghi, strazianti.
Da dove viene?
Mi accosto alla doccia e scorgo una sagoma sfuocata, raggomitolata in un
angolo del box.
Faccio scorrere la porta.
E allora non reggo più.
Devo piantare le unghie nel vetro della doccia per non cadere a terra, un
conato di vomito mi travolge, facendomi defluire tutto il sangue dalle
vene.
E' Shun.
O quello che ne rimane.
Si deve essere graffiato il volto con le unghie, perché tanti rivoletti
cremisi gli percorrono le guance, tagli, tanti, innumerevoli tagli di
diversa grandezza gli deturpano il corpo; grumi di sangue coagulato gli
incrostano le cosce e le gambe in tutta la loro lunghezza e così pure le
natiche.
Gli occhi non vedono nulla,è come se guardassero qualcosa che si mostra
solo a lui e sono rossi anch'essi,gonfi in maniera paurosa, lacrime
continuano a scorrere sul suo viso, senza fermarsi e quelle magnifiche
ciocche bionde che erano i suoi capelli sono ora bagnate di un rosso
gocciolante.
La mani giacciono inerti sulla ceramica bianca della doccia, il dorso
della mano destra non lo si riesce più nemmeno a scorgere: tanti piccoli
frammenti di vetro si sono conficcati in esso, brandelli di carne rosea
lasciano scorrere il rosso liquido caldo verso lo scarico dell'acqua.
Tremo, tremo con una violenza tale che la vista per alcuni secondi mi si
sfuoca.
Poi m'impongo di riprendere per lo meno un minimo do controllo e ci
riesco.
Mi chino davanti a lui e gli poggio una mano sulla spalla, scrollandolo
appena per tentare di farlo riprendere.
Dai, Shun, ti prego, guardami!
-Shun.Shun.oddio..-
Lo alito appena, ma vedo i suoi occhi puntarsi verso i miei e dopo un
attimo di smarrimento si dipingono dell'orrore più nero.
Urla, urla in una maniera terrificante e io mi spavento a tal punto che
automaticamente gli poso una mano sulla bocca e lo abbraccio con quanta
forza ho.
-Shun!Shun, sono io! Sono Ikki, sono Ikki! Non aver paura, ti prego, sono
io!-
Ed ecco che si blocca all'improvviso, spinge per allontanarsi dalla mia
stretta.
Fissa i suoi occhi verdi nei miei e con una smorfia di dolore si copre la
faccia con le mani e si incurva su sé stesso, gemendo disperato.
-Noo..noo..-
E' solo un lamento sussurrato ma io lo percepisco lo stesso.
-Shun, Shun devi alzarti..ti prego, devo medicarti prema che..che.ti
prego, guardami Shun..-
Lui solleva lentamente il volto sanguinante e dopo un ultimo singulto,
sussurra.
-I..Ik..ki..-
Il cuore perde un battito, ma questo mi rassicura almeno in minima parte.
-Sì, sono io.Ora ti prego, alzati, lascia che ti curi, ti prego,
fratellino..-
Lui rimane ad osservarmi ancora per qualche secondo con uno sguardo perso,
poi china la testa e mi porge una mano, tremante.
Io lo aiuto come posso a reggersi sulle proprie gambe e, dopo averlo fatto
sedere sul mio letto, corro in bagno e prendo bende e disinfettanti vari,
un grosso batuffolo di cotone, della carta e delle pinzette per estrarre
le schegge di vetro dal dorso della sua mano.
Per fortuna che sono solo tagli superficiali e non c'è bisogno dei punti..
Gli sollevo i capelli, legandoglieli con del cordoncino e incomincio la
mia opera.
Ogni suo gemito o lamento è come se fosse una pugnalata al cuore, io tremo
forse più di lui.
I suoi occhi osservano attentamente ogni mio movimento, mi scrutano, mi
sondano e non riesco a capirne il motivo.
Avrà davvero capito che sono io?
.......
La luce gialla della lampada della scrivania illumina quel tanto che basta
per evitare di farci cadere nel buio più completo.
Quando ho tentato di accendere la luce principale o di sollevare le
tapparelle mio fratello ha urlato tanto che non ho avuto altra scelta.
In questo momento ho la testa appoggiata al materasso del letto, il corpo
che si è afflosciato sul pavimento, mentre tento di far riposare la mente
dopo lo shock subito.
Ma se io sono in queste condizioni, come si sentirà Shun?
Oddio..non riesco più nemmeno a pensare..
La mia testa sta proprio in mezzo alle sue gambe, che penzolano ai lati
del mio corpo, lungo il bordo del materasso.
E quasi senza accorgermene mi addormento, dopo aver gettato un'ultima
occhiata a quell'essere spezzato che è mio fratello.
.......
Qualcosa si muove in mezzo ai miei capelli e quel movimento estraneo mi fa
riemergere con un sobbalzo dal mio agitato dormiveglia.
Sollevo lo sguardo verso l'alto e mi specchio in due cristalli verdi in
cui si agitano con fare sinuoso i rilessi dorati della luce della lampada.
-I..kki-
Rimango allibito a fissarlo solo per un attimo, e poi sorrido timidamente
e alzo una mano a sfiorargli una guancia incerottata con una carezza, il
più lieve possibile.
E' così fragile che temo di poterlo rompere da un momento all'altro..
-Shun, come ti senti?-
Che domanda imbecille..Come vuoi che si senta?!
Ma lui non scolla gli occhi dai miei e chinandosi leggermente in avanti,
posa una mano sulla mia ancora ferma sulla sua guancia.
-Ora che sei qui...bene..fratello mio..-
Spalanco gli occhi e lo guardo incredulo.
-Shun!-
Lui sorride, un sorriso dolcissimo e disperato e mi avvolge le braccia
gelide intorno al collo, sollevandomi fino a farmi sedere sui talloni di
fronte a lui.
-Ikki...mòj ljubòv'...mòj ljubòv'...-
Mi sussurra in russo.. le stesse parole che mi disse il primo giorno di
scuola, buttandomisi al collo allo stesso modo.
Gli stringo la vita con una mano e gli carezzo la testa con gesto lento e
più delicato che posso.
-Un giorno o l'altro mi dirai cosa significa, vero?Ormai sono curioso,
sai?-
Lui strofina la fronte sulla mia spalla e accosta la sua guancia alla mia.
Avverto il suo alito caldo sul mio orecchio, come un lieve solletichio.
-Significa..significa.beh, so che tu non sopporti le cose sdolcinate, non
voglio che questo..-
-Dillo e basta..-
Sospira.
-...Amore mio..significa, amore mio..-
Sorrido.
-Si fratello, anche io ti voglio bene, come nessun altro al mondo.-
Lui si scosta da me e si sdraia sul letto con evidente sofferenza, per via
dei tagli. Gli appoggio una mano sotto la schiena per aiutarlo in qualche
modo e quando finalmente riesce a sdraiarsi sul materasso, lo copro con la
coperta e faccio per alzarmi e andarmi a coricare sul suo letto, ma la sua
mano si aggrappa alla mia.
-Non lasciarmi solo..per favore..-
-Ma ti schiaccerò se mi giro nel letto e non vorrei..-
-Stai qui con me..ti prego, ti prego..-
Sospiro e piego un ginocchio sul materasso, sdraiandomi accanto a lui.
I suoi occhi caldi si fissano nei miei.
-Grazie..-
Sussurra e si accoccola contro di me, sospirando con sollievo, mentre gli
accarezzo la schiena lentamente.
-Dormi ora, io sono qui..non andrò via..-
Lo sento sorridere, mentre pian piano il suo respiro si fa regolare.
Povero bambino, cosa gli hanno fatto..
Se trovo chi lo ha ridotto così, giuro che non ne rimarrà nemmeno un pezzo
intero!
Hanno toccato una cosa mia e io non lo tollero!
Le mie viscere sono un continuo contorcersi e non credo proprio che
riuscirò a dormire stanotte..
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