Personal speak: Qui inizia la vera e propria storia. Questo racconto sarà decisamente lungo, perciò chiedo perdono e spero di essere all'altezza di mettere le mani su questa bellissima opera di Masami Kurumada.. E che il sensei mi perdoni... Questo scritto non è a scopo di lucro e con mio enorme dispiacere, i personaggi non sono di mia proprietà( Anche se Dio solo sa cosa non ci farei hihihih..) ecc..ecc..

 


Too good, too bad

parte III - New Draughty Live I

di CastaliaRimu



E' mattina inoltrata ormai, sono già le dieci e mi sento parecchio stordito dalla notte insonne che ho passato, oltre alle ore massacranti che ho trascorso in questa macchina nera, sempre senza riuscire a chiudere occhio per la nausea che il suo ondeggiare mi procurava. D'altra parte non sono mai salito su una macchina..
Scopriamo, con nostra immensa sorpresa, che quell'anziano signore che ci aveva portato via dalla stazione di polizia (così mi ha detto Ikki si chiamasse quel posto) non era altri che Mitsumasa Kido, una delle persone più ricche e celebri del paese.
Egli é infatti a capo dell'immensa Fondazione Grado, uno degli enti benefici più attivi del mondo, che conta innumerevoli strutture ospedaliere, Scuole specialistiche per medici e infermieri, associazioni di volontariato in paesi di cui non si conosce neppure il nome e, anche se meno noti, centri di studi sulla mitologia, l'archeologia e le religioni di tutto il globo. 
Come direbbe Ikki, "In due parole, la persona con la fedina penale pulita più ricca in circolazione."
Anche se io non ho capito molto bene cosa significhi..
La limousine si ferma con estrema eleganza in un cortile;una grande fontana circolare spicca proprio al centro di esso, dove una giovane ninfa lascia, con gesto aggraziato, far scivolare acqua dalla sua brocca, circondata da innumerevoli piccoli getti che sembra si divertano a imperlarle il marmoreo vestito di goccioline d'acqua.
Non appena scendiamo rimango pietrificato di fronte a ciò che vedo.

**********

Una gigantesca serie di edifici in stile dorico ci si staglia davanti e io mi sento informicolare le mani e le gambe per la tensione e la rabbia impotente che mi agita le membra.
Rampicanti ovunque, abbracciati alle colonne che sostengono la parte scoperta ai lati dell'edificio principale, immagini di chissà quali avvenimenti fastosi scolpite nei costoni di porte e finestre, tutte rigorosamente in marmo rosa e verde, pareti e pavimenti in marmo nero o bianco (a seconda dell'edificio) che schioccano freddi ad ogni passo che facciamo all'interno dell'immensa struttura principale dove c'introduciamo.
Ci arrampichiamo in un tempo incalcolabile per rampe di scale e corridoi, colmi di giovani studenti con eleganti divise blu scure e cravatte color vinaccia, con la faccia immersa in tomi alti quanto il palmo di una mano, scaffali, scaffali ovunque, in pesante legno di noce e quercia, lampade verdi ad ogni angolo, soffitti a cassettone sempre e immancabilmente decorati con ogni genere di scene di vita, quotidiana e non.
In sostanza, quell'edificio non è altro che una enorme e sconfinata biblioteca, una cosa così pazzesca che anche se ce l'ho sotto gli occhi, non posso fare a meno di considerare assurda.
Camminiamo ancora un po', passando inosservati, anche se ogni tanto qualche testa si leva dalla lettura e sorride, salutando in modo vomitevolmente servile e compiacente il signor Kido.
Raggiungiamo il piano più alto dell'edificio, mentre Shun ansima per le troppe scale che le sue gambe corte hanno dovuto sopportare, trovandoci di fronte ad un bizzarro ufficio che reca la scritta "Aqana, Pheito" Atena, Pheito?
La porta si apre all'improvviso; non mi sono reso conto che nel frattempo il signor Kido e quell'uomo calvo sono entrati nell'elegantissimo ufficio che ora ho davanti agli occhi.
Mio fratello si è attaccato convulsamente alla mia giacca, chiamando il mio nome con uno sguardo preoccupato.
-Ikki, stai bene?- Chiede, con quella sua vocina sottile, resa leggermente stridula dall'apprensione. Io gli accarezzo i riccioli biondi e gli sorrido appena, mentre lui si rilassa visibilmente a quel gesto. 
-Volete accomodarvi?-
E' la voce fredda e piatta del signor Mitsumasa Kido, che nonostante la sua età, emana un'energia degna di un ventenne nel pieno delle sue forze.
Qualcosa in lui m'inquieta, facendomi fremere l'orgoglio per quella mia manifesta debolezza.
-Tsk!- Esclamo, trascinandomi dietro Shun mentre entro nella spaziosissima stanza.
Un violento odore di pelle mi ferisce le narici, mentre mi trovo, mio malgrado stupefatto ad osservare dai finestroni di quella stranissima stanza circolare una veduta del paesaggio circostante.
Non pensavo che Nuova Luxor fosse così bella...
Anche Shun sembra entusiasta della cosa, perché molla la mia mano e corre al vetro di una di quelle finestre con un gridolino di gioia.
-Molto bene. Adesso vorrei che mi ascoltaste entrambi con attenzione.- Ci dice, distraendoci dai nostri pensieri il signor Kido.
-Qui la vita funziona in maniera del tutto differente rispetto ad ogni altra parte del pianeta, ci sono regole, segreti che non possono essere raccontati o criticati in alcun modo, poiché la verità risiede in essi.- S'interrompe un secondo, sedendosi su una delle poltrone che si trovano a fianco della libreria dello studio. Tutta questa cultura messa assieme mi sta facendo venire il voltastomaco..
-Voi non siete stati scelti a caso. Ogni cosa segue un determinato destino, e il vostro è quello di seguire la strada che io vi sto ponendo di fronte.-
Che cosa?!
-Ehi, ehi, aspetta un momento! Mi stai dicendo che noi siamo obbligati a starti a sentire e a fare tutto quello che ci ordinerai?- Rido, ironico. -
Ma chi ti credi di essere? Se sai davvero tutto di noi, sappi che mi basta fare una telefonata e.- Stavolta è lui che ride, tranciandomi la frase a metà. Rimango allibito. Ma che cavolo ha da ridere?!
-Santo cielo, ragazzino, sei davvero un ingenuo. Temo proprio di averti attribuito troppa intelligenza!- Esclama, mentre io continuo a non capire dove voglia arrivare.
Accavalla una gamba all'altra, alzando un sopracciglio mentre mi fissa con aria di ironico compatimento.
-Lui lo sa.- Merda, ma perché non ci sono arrivato prima?! Che cretino che sono!
Lui batte un paio di volte le mani, e ridacchia soddisfatto. 
-Ma bravo! Alla fine l'hai capito!Perciò, visto che hai fatto trentadue fai anche trentatré ed il gioco è fatto!-
Già, la nostra custodia ora è affidata a lui, come nostro tutore ufficiale.
Dannazione!Dannazione!Dannazione!
-Che cosa succede Ikki? Perché urli?- E' Shun, che si è avvicinato a me con sguardo tremante.
Uff... Che razza di situazione..
Mi inginocchio di fianco a lui.
-Da adesso in poi Shun, questo signore sarà il nostro insegnante e dovrai ubbidire a lui come fai con me, capito?-
Lo vedo che spalanca gli occhi, a dir poco allibito.
La cosa è talmente assurda che mi viene quasi da ridere.
-Ma, Ikki, come sarebbe e dire che devo ubbidirgli? Io non sarò con te?- Mi chiede poi ad un tratto e faccio per rispondergli, quando il signor Kido muove un passo in avanti, bloccandomi le parole in gola.
-Beh, sì, Shun, tu sarai con lui, ma solo la notte e alcune ore del pomeriggio. Le vostre età sono troppo distanti perché possiate seguire lo stesso livello di studi. Temo che dovrai pazientare qualche anno per poter arrivare da lui, ma mi auguro che questa meta da raggiungere ti sia di stimolo.-
Eh, no, adesso basta.
-No, ehi, lei mi aveva promesso che.-
-Ho appena spiegato i motivi per cui le cose non possono essere esattamente come te le aspettavi. Starete insieme nelle pause, dormirete nella stessa stanza e vi vedrete anche in certe ore della giornata per motivi di studio. Non posso fare nulla più di questo e di certo non cambierò il regolamento della scuola per far piacere a voi.-
Le mani mi prudono in maniera quasi dolorosa, tanto desidererei spaccargli quella faccia tosta che si ritrova!
Mio fratello mi guarda per un momento con l'espressione più terrorizzata del mondo, facendomi sentire una fitta al cuore; poi, all'improvviso, in uno scatto fulmineo il suo volto si distende, rasserenandosi all'istante come se avesse percepito il mio silenzioso tormento. Cosa fa adesso? Si mette pure a leggermi nella mente?
-Non preoccuparti Ikki, per me va bene. Prima o poi raggiungerò il tuo livello e allora sarò sempre con te. Nel frattempo accontentiamoci..- Mi dice, infilando la sua manina nella mia, fissando quei meravigliosi smeraldi che sono i suoi occhi nei miei, lanciandomi un tremulo sorriso.
Ecco che lo fa di nuovo.
Prima con mio padre e ora con questo maledetto bastardo. 
E io ci faccio la figura dell'immaturo ed emerito imbecille.
Dio che rabbia.
Calma. Non ha senso, arrabbiarsi. E per cosa poi? Perché sono uno stupido ribelle? O perché non ho un minimo di autocontrollo?
Faccio comunque uno sforzo immenso.
Perché devo essere così intollerante?!
- Molto bene, visto che ci siamo capiti, procediamo con il resto.- E' il signor Kido, che nel frattempo si è rimesso a sedere e ha cominciato a trafficare con scartoffie varie.
-Tatsumi!-
-Si, signore.- Risponde quella testa pelata del suo tirapiedi, accorrendo subito al suo fianco.
-Accompagna questi due ragazzi alla loro camera e mi raccomando assicurati che gli siano fornite le divise dell'istituto e le piantine dei vari edifici.- Poi si rivolge a noi. - I vestiti potrete comprarveli nei pomeriggi liberi con le carte di credito che avete sottratto a vostro padre.
Per quanto riguarda, infine, il materiale scolastico, beh, a quello abbiamo già pensato noi e troverete tutto sulle vostre scrivanie in camera.- Per la miseria, sa persino delle carte di credito, il maledetto! Quella specie di scimmione pelato ci si avvicina e ci fa cenno di seguirlo, mentre la porta dell'ufficio si richiude con un lieve tonfo.
E rieccoci a percorrere da capo quegli assurdi ghirigori di scale e corridoi a ritroso, mentre, uscendo, ci dirigiamo ad un grande complesso a sette piani sulla destra della biblioteca dalla quale siamo venuti, sempre in marmo, ma stavolta color panna con striature sul rosa.
Che pessimo gusto.
Dentro però, solo il pavimento del piano terreno è in marmo, le scale e il resto della superficie dei piani superiori è ricoperta una sottilissima moquette beige e il pavimento della nostra camera è parquet.
Quella stanza da letto è una cosa striminzita e semplice, costituita da due scrivanie, due letti a una piazza e mezzo e piccole scaffalature a fianco dell'armadio.
Beh, sempre meglio che un hotel, perlomeno non paghiamo niente. 
Al contrario di me, Shun pare proprio felice di quella nostra nuova sistemazione, perché con un gridolino di gioia si lancia sopra uno dei due letti e tuffa testa e mani nel cuscino.
Tatsumi ci chiude la porta alle spalle e se ne va.
Sbuffo, avvicinandomi a una delle scrivanie ed esaminandone i libri e il vario materiale di cartoleria che vi stono stati depositati sopra.
Chissà cosa diavolo avrà spinto quel maledetto vecchiaccio a tirarci fuori dal pasticcio in cui c'eravamo cacciati.. e poi come mai mio padre non ha fatto una piega, non appena informato della situazione? Sempre se non lo sapesse già da prima... Oh! Adesso sono troppo nervoso per ragionare, tantopiù che non ne ho nemmeno la minima voglia.
Mettendo da parte i miei pensieri mi vado a sedere sul letto dove mio fratello continua ad esprimere la sua gioia agitandosi come un matto.
Lo fisso per un secondo, incrociando la braccia al petto.
Beato lui che si diverte tanto.. Ma guardalo come si scalmana, solo per un paio di lenzuola con i fiorellini azzurri. In effetti per lui questa deve essere una reggia della favole, dopo tutto quello che ha passato e come è stato costretto a vivere.
Si accorge di me e mi si butta al collo con tutto lo slancio che possiede, facendomi finire per metà sdraiato sul letto con il suo peso sullo stomaco, attaccato come una scimmietta al ramo, strofinando la fronte sulla mia spalla destra.
-Com'è bello qui Ikki! Hai visto che bella stanza abbiamo? Oh, non vedo l'ora di iniziare la scuola, io non ci sono mai andato!-
-Vedrai che quando comincerai e ti renderai conto di che cos'è veramente, la detesterai la tua amata scuola!-
Lui solleva il capo, spargendomi ciocche bionde sul viso, fissandomi con gli occhi spalancati.
-Perché dici cosi?! Ti fanno male a scuola?-
Ridacchio, scostandomi un suo ricciolo da sotto il naso.
-No, Shun, ma come ho detto devi provare per renderti conto. Ne riparleremo dopo il tuo primo giorno, mmh?- Sorride, socchiudendo gli occhi.
-Sì!-Risponde, rificcando la testa nella mia spalla, mentre gli accarezzo i capelli distrattamente.
Sospira lieve, quasi in maniera estatica.
-Pensa che bello fratellino, staremo insieme, sempre insieme per anni! Abbiamo anche la stessa stanza! Sento il cuore scoppiarmi per la felicità al solo pensiero che al mattino quando mi sveglierò, la prima cosa che avrò davanti agli occhi sarai tu!- Esclama, facendo nascere in me uno strano sentimento che non riesco ad identificare.
Chissà come sarà la nostra vita qui..
Che non è una scuola come le altre non bisogna essere certo un genio per capirlo, ma tutto quello che ci è stato dato, non pretenderà qualcosa in cambio?
Di sicuro mio padre non tirerà fuori un soldo per me, figuriamoci per Shun.
Perché quello che dovremo dare in cambio saranno soldi, vero?
O no?
Uff, che stanchezza..
Mi accorgo che Shun mi si è addormentato in braccio e con tutta l'attenzione di cui dispongo lo scosto da me e lo infilo sotto le lenzuola dopo avergli sfilato giacca e scarpe.
Povero bambino, chissà come deve essere stanco dopo tutto quel che ci è capitato..
Io però non mi sento affatto stanco, anzi.
Tutte le scariche nervose accumulate mi stanno piombando addosso come una valanga, facendomi girare la testa, bramando aria.
Mi sento come se tutto intorno a me scottasse, mi repelle, mi ferisce.
Una vena mi pulsa ormai da ore da un lato della testa e sento che se non faccio subito qualcosa rischio di impazzire.
Devo uscire.
DEVO.
E afferrando malamente la giacca mi fiondo, anche se un po' barcollante, verso l'uscita dell'edificio.
.......

L'aria fresca che sa di mattina e neve mi pizzica piacevolmente la gola, mentre mi aggiro per il giardino immenso che ho scoperto esserci dietro a quella serie di orribili edifici.
E' veramente un sollievo per gli occhi tutta questa tranquillità.
La tensione dentro di me si è placata, almeno un po', permettendomi di respirare ad un ritmo regolare e costante. Anche il dolore alla testa si è affievolito, lasciando solo una traccia fastidiosa dietro di sé.
Dopo aver attraversato una profonda macchia di pini, mi ritrovo dinnanzi ad una distesa si erba di cui non si vede nemmeno la fine. Lanciando lo sguardo in tutte le direzioni noto una panchina a fianco di una corta fila di pioppi rinsecchiti per il troppo freddo di quell'inverno.
Bene, penso proprio che mi fermerò un po' lì.
Il metallo è gelido e umido per la brina della notte appena passata, ma io ci faccio a malapena caso.
Infilando le mani nelle tasche getto la testa all' indietro ad osservare il cielo bigio di nuvole, esponendo il collo alle correnti gelide create dal vento.
Che bella sensazione.
- Ehilà, questa si che è bella!-
Mi sollevo di scatto. Chi è?!
Tre ragazzi mi fissano silenziosamente a pochi passi da me.
-Voi chi siete?- Dico, con il tono più gelido e poco amichevole che possiedo.
Sono di tre nazionalità diverse, due orientali come me e un europeo.
Dal colore dei capelli e degli occhi si direbbe del nord-est, probabilmente russo.
Il più basso dei tre, un giapponese, mi si avvicina fino a stagliarmisi praticamente di fronte.
-Ehi, ehi, che tono ostile il ragazzo! Dicci chi sei tu, piuttosto!-
Dio com'è irritante questo sgorbietto!
In effetti, oltre ad essere basso non lo si può certo definire una piacevole visione.
Non gli rispondo, limitandomi a squadrarlo senza fare una piega.
Lui sbuffa.
-Shiryu, vieni un po' qui  a darmi una mano!- Esclama, rivolgendosi ad uno degli altri due, ancora fermi nella precedente posizione.
Anche se lo chiama con un nome giapponese, ha tutta l'aria di essere un cinese.
-Non vedo perché, Seiya, tutte le volte che hai un problema devi sempre chiamarmi in causa.-
-Oh, andiamo! Piantala di fare storie e aiutami!-
l'altro chiude gli occhi scuotendo leggermente il capo.
-Scusa l'immensa maleducazione del mio amico, ma purtroppo è un caso senza speranza.- Dice poi, rivolgendosi a me in tono calmo e flemmatico.
-Sei un nuovo studente?- Continua, alzando leggermente l'intonazione della voce.
Uff, è proprio destino che io non possa restarmene in pace oggi.
Inspiro pesantemente.
-Sì.- Rispondo, cercando di controllare la mia impazienza a restarmene da solo.
-Quale è il tuo nome?- Chiede ancora.
-Ikki Hanekawa.-
-Sei un uomo di poche parole, a quanto vedo!- Esclama, sollevando un sopracciglio.
-Siete stati voi a insistere.- Dichiaro, seccamente, ma non in maniera sgarbata.
-Tsk!- Stavolta è il russo.
-Beh, allora, visto che il discorso è ben avviato, direi che a questo punto saremmo noi i maleducati a non presentarci, vero ragazzi?- E' Seiya.
-Io Sono Seiya, il cinese è Shiryu e il biondino è Hyoga. Siamo studenti al terzo anno, dove immagino sarai anche tu.-Conclude, sorridendo beatamente. Ma checcavolo ha da ridere tanto questo qui?
-Hyoga?- Chiedo, ironico, sollevando un sopracciglio.
-Beh, sì, in verità il suo nome è Igor, ma a noi piace più Hyoga anche perché è più facile da pronunciare e suona meglio!-
Mi metto a ridacchiare per l'assurdità di quella spiegazione.
-Che hai da ridere?- Mi chiede brusco il biondo.
-Niente, è che è una cosa alquanto ridicola! Sembrate dei bambini piccoli che si affibbiano nomignoli.- Rispondo, fissandolo in quegli occhi di ghiaccio.
-Ma guarda guarda che bel caratterino!Questo tizio inizia a starmi simpatico!- Esclama Seiya, battendosi una mano su una coscia.
-Tu dici?- Esordisce di rimando Hyoga, fissandomi sempre gelidamente.
-Quel che volevo dire è che trovo che sia molto più adeguato Igor di Hyoga, tutto qui.-
E che non sia mai detto che io perda la calma per questi tre idioti e le loro cretinate.
-Ooh!- Dice Shiryu, mentre un sorriso appena accennato e tranquillo si dipinge sulle sue labbra.
Seiya se la ride e Igor volta la testa di lato con gesto stizzito.
-Beh, se avete finito, io me ne andrei, ho lasciato mio fratello da solo in camera.- Mi alzo con gesto fluido dalla panchina, avviandomi la direzione dalla quale sono venuto. Sollevo una mano in gesto di saluto, ma Seiya mi blocca di nuovo.
-Ma come? Te ne vai già? Beh, allora ci si vede a scuola, non vedo l'ora di conoscere tuo fratello e se ti assomiglia credo proprio che mi vada già a genio!-
Tsk, che roba.
-Temo che rimarrai deluso.- Concludo, senza nemmeno voltarmi indietro.

**********

Mi sono addormentato temo...
Mi sollevo a sedere e mi accorgo che le calde coperte mi avvolgono.
Deve esser stato Ikki...
Ma dov'è lui adesso?
In camera non c'è.
Oddio, che sia successo ancora qualcosa?!
No, no, va tutto bene, sarà uscito a farsi un giretto..
Uff..
Mi alzo e mi metto a curiosare nel bagno.
C'è una doccia, una piccola vasca da bagno, un lavandino e alcune salviette di diverse misure.
Una volta vidi quelle cose anche a casa di Ikki, una giorno che mi fece entrare di nascosto.
Chissà come si usano?
Mmh..
Beh, e in fondo che male c'è se mi lavo?
Sarà più meno la stessa cosa di quando mi facevo il bagno nella vasca di ottone di Amane.
Io provo!


**********

Infilo la chiave nella toppa e faccio scattare la serratura.
All'improvviso, nel tranquillo silenzio,dalla stanza vengono rumori terribili, sembra che tutto stia andando in pezzi e io mi spavento a morte.
Spalanco la porta e dire che mi precipito in camera è riduttivo.
Sento uno spiaccichio sotto i miei piedi e me li fisso trasalendo.
Acqua!
Acqua ovunque! Il pavimento è completamente allagato e il liquido schiumeggiante continua a fluire senza sosta da sotto la porta chiusa del bagno.
La spalanco, mentre un'ondata improvvisa mi bagna fino alle caviglie.
Sollevo lo sguardo allarmato sulla scena assurda che mi trovo davanti agli occhi.
C'è Shun che sguazza ridendo come un dannato nella vasca stracolma d'acqua che continua a strabordare per il rubinetto inevitabilmente ancora aperto e lo scroscio proveniente dalla doccia che getta schizzi caldi ovunque non mi dice niente di buono.
-SHUUUNNNN MALEDIZIONEEEEE!!!-
Ormai non mi trattengo più, mi avvicino a lui che, sempre ridendo beatamente prende a schizzarmi l'acqua addosso, sollevandola a due mani.
Faccio per afferrarlo per un braccio, ma mi sbilancio troppo e mentre lui si sposta a lato con un gridolino, finisco a testa bassa nel liquido caldo della vasca.
Lui scappa veloce verso la porta del bagno, sempre ridendo a più non posso, indicandomi con un dito mente avanzo gocciolante e arrabbiato verso di lui.
-Maledetta piccola peste! Se ti metto le mani addosso non so cosa potrei farti!-
Iniziamo a rincorrerci per tutta la stanza, io armato di asciugamano e lui delle sue piccole gambe alle quali non credevo mai di poter attribuire una tale velocità.
Con un balzo da un letto all'altro riesco ad afferrarlo, avvolgendolo immediatamente nel panno, mentre lui si dibatte furiosamente per riaquistare la propria libertà.
-Oh-oh, mi sa che qui abbiamo interrotto qualcosa!-
Mi volto di scatto nella direzione dell'ingresso e vedo Seiya, Shiryu e Hyoga che osservano la stanza e me con aria allibita.
Non ho nemmeno le parole per controbattere.
-Ma cos'è passato in questa stanza, un uragano?!-Continua il giapponese, fissando con aria pensierosa il pavimento e il bagno.
-Non sono affari vostri.- Riesco a dire, irritato per la figura da imbecille che sto facendo.
Sento Shun agitarsi sepolto sotto l'asciugamano, mentre lotta per far sbucare almeno la testa da sotto la spugna bianca.
Anche gli altri notano quel movimento e si voltano di nuovo verso di  me.
Con una manata energica Shun riesce a riemergere da sotto il panno.
-Ma insomma Ikki, avevi intenzione di soffocarmi?!- Esclama, squassandosi i riccioli biondi per sistemarseli un pò meglio di quel garbuglio che erano diventati.
I tre se ne stanno immobili con la bocca socchiusa per lo stupore. 
Anche mio fratello li guarda e, con un piccolo balzo, scende dal letto trascinandosi appresso  l'asciugamano, mentre se lo drappeggia alla bene e meglio intorno alla vita.
Muove diversi passi verso di loro fino ad arrivargli vicinissimo, volgendo poi lo sguardo attento su di me.
-E loro chi sono fratello?Dei tuoi amici?-
Con un sospiro mi alzo anch' io, affiancandomi a lui.
-Shun, questi sono Seiya, Shiryu e Igor. Ragazzi, questo è mio fratello Shun.-
Faccio le presentazioni, mentre tutti e tre non sanno come spiegarsi, probabilmente, come quella creatura che è l'esatto contrario di me sia mio fratello.
Shun li squadra tutti attentamente, sorridendo a Seiya e Shiryu, accennando un inchino e una frase molto dolce e carina, come solo lui è capace di fare. 
Poi si accosta a Hyoga e gli tende una mano, sempre sorridendo.
-Zdràvstvujtje, Igor.-
Vedo il biondo fare un piccolo sussulto nel sentirsi salutare in russo.
Ridacchio tra me e me.
Sapevo che Amane aveva parte di sangue russo nelle vene, ma che Shun avesse imparato quella lingua che lei usava solo per lanciare imprecazioni, mi era ignoto.
-Ma..Ma...Ma come può essere che..cioè,cioè...!- Balbetta Seiya, rivolgendosi a Shiryu con aria agitata.
Il cinese solleva una mano in un gesto che richiede silenzio.
-Calmati. Non sono cose che ci riguardano.-
Qualcuno che sappia cos'è la discrezione dopo tanto tempo in cui la gente intorno a noi non ha fatto altro che farsi i fatti nostri!
All'improvviso, in gesto lento e misurato, il russo si china di fronte a mio fratello.

**********
Incredibile, siamo appena arrivati e Ikki ha già dei nuovi amici!
Come lo invidio per questa sua capacità di attirare a sé le persone senza muovere un dito..
Quel ragazza russo di nome Igor mi s'inginocchia di fronte, fissandomi negli occhi attentamente.
Che cosa incredibile, non aveva mai viso una persona così simile a me nell'aspetto! Solo che i suoi occhi sono azzurri come il cielo.
-Zdràvstvujtje krasìvyji glazi..-
Begli occhi, IO?!
Arrossisco fino alla punta dei capelli.
Solo mio fratello mi ha mai fatto dei complimenti e sentirseli fare da un estraneo mi imbarazza fino all'inverosimile.
-I tvòji iz bòl' she, Igor!-
In effetti i suoi sono molto più belli dei miei, io non dico mai bugie! 
Mi sorride in maniera molto dolce, scompigliandomi i capelli in testa. Come mi tocca la crosta sussulto e gemo lievemente.
Lui si ritrae, osservandomi meglio.
Dalla sua espressione si capisce che si è accorto delle innumerevoli cicatrici e tagli che segnano il corpo.
Immerge di nuovo i suoi occhi nei miei.
-Mòj Bog!- Sussurra, un'espressione triste e incredula allo stesso tempo.
Gli accarezzo il ciuffo di capelli che gli cade sulla fronte.
-Lascia stare Dio, ha altre cose a cui pensare.- Gli rispondo in un tono basso, così che solo lui possa sentirmi.
E sorride, rialzandosi in piedi dopo avermi osservato attentamente per un'ultima volta.






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