PREMESSA:
I personaggi di questo racconto non sono di mia proprietà, ma degli aventi
diritto.I personaggi di Saint Seiya sono proprietà di Masami Kurumada.
Questo scritto non è a scopo di lucro
Too good,
too bad parte
I - The Singing Sea
di CastaliaRimu
Mi crogiolo, ferito, dolorante e con i nervi che ustionano, nel soffocante
e fortissimo abbraccio del mio adorato fratello.
Mi si aggrappa come se dovessi scomparire da un momento all'altro, con
un'ansia indescrivibile.
Che ha?
E' la prima volta che mi capita di sentire il suo cuore battere così
forte.
Batte per me?
Che strana sensazione. E' come se mi stesse trasmettendo la sua tensione
con delle scariche elettriche. Ikki, Ikki, mi fai male.Cosa ti prende?
Cos'hai?
Ma non voglio sciogliermi da quella stretta.
E' così consolante stare tra le sue braccia calde, mentre mi culla
leggermente, con la sua cascata corvina di capelli che mi si riversa su
una spalla. Trema?
Ikki trema?
Ikki, Ikki, perdonami se ti faccio sempre preoccupare per me. Perché?
Perché sono un essere tanto sottile e inutile?
Guardami, ora sono tra le tue braccia e so per certo che l'esser uscito a
quest'ora del mattino senza dire niente a nessuno ti procurerà solo guai.
Come posso ricambiarti per tutto quello che fai per me?
Con il mio affetto?
La mia vita è tua, te la dono, te l'ho donata dal primo momento che ti ho
visto.
Ma a cosa serve questa mia insignificante vita se non a farti soffrire?
Che devo fare?
Che devo fare, Ikki?
Sento che ti stacchi piano da me, e mi guardi con quei tuoi profondissimi
occhi, il viso pallido e tirato. Una mano color dell'orzo si solleva verso
di me, mi asciuga una piccola goccia di sangue che cola da una ferita più
profonda delle altre.
-Shun.chi è stato.?- Mi chiede.
No, Ikki, non posso dirti nulla. A cosa servirebbe? Nulla cambierà anche
se te lo dico.
Nulla.
Tua madre mi odia e tuo padre non sa nemmeno più se esisto.
Nessuno può fare nulla per me,Ikki.
Scuoto la testa.
-Io.Io.non posso.-
-Non puoi cosa?-
Mi riaggrappo alla sua maglietta, strizzando le palpebre sugli occhi con
un piccolo gemito.
-Shun?- Sussurra. Il cuore mi si contorce.
Senza accorgermene le lacrime mi scorrono rapide sul viso. Lui però se ne
accorge e mi riabbraccia velocemente, togliendomi quasi il fiato.
-Perché Shun?! Perché non vuoi dirmelo?! Perché?!- Mi urla.
Oddio.
Perdonami perdonami perdonami perdonami.
All'improvviso lo sento irrigidirsi terribilmente, la stretta su di me si
accentua.
Che succede?!
Avverto il suo corpo percuotersi sotto il manifestarsi violento di un
brivido.
Alzo il capo dal suo petto e lo guardo.
Il viso è voltato verso la stessa collinetta sabbiosa da cui era apparso
lui.
I miei occhi si dilatano non appena guardo nella stessa direzione.
Oddio no!
Non adesso!
Il signor Hanekawa, il padre di mio fratello, si staglia dall'alto della
sua posizione in tutta la sua superba magnificenza, avvolto in un elegante
vestito pece.
I suoi occhi color tenebra come quelli di Ikki, si spostano da
quest'ultimo a me, troppo sorpreso per poter avere una qualsiasi reazione
se non lo stupore.
-Ikki, mi dici cosa ci fai qui a quest'ora, invece che pensare a
studiare?-
Chiede poi, rompendo il silenzio creatosi con la sua apparizione, puntando
gli occhi penetranti di nuovo in quelli di mio fratello.
-Mi sono stufato di studiare.-
Io inizio a tremare violentemente.
Ma è impazzito?
Cosa gli viene in mente di rispondere a quel modo in una situazione del
genere?!
Stringo una mano piena di lividi al suo braccio, attirando la sua
attenzione.
Lo guardo con espressione supplichevole, cercando di convincerlo con lo
sguardo a non mettersi contro suo padre solo per uno stupido come me.
Ma lui mi fissa duramente, azzittendo quella supplica con un gesto secco
del capo.
-Ah, capisco.- Risponde l'altro.
"Ah, capisco"?!?
-Adesso, se non hai niente da dirmi, ti pregerei di andartene, vorrei
restare solo con mio fratello.-
Vedo la mascella del padre di Ikki contrarsi con violenza, uno scintillio
rabbioso nello sguardo.
-Non ti permetto di chiamare "fratello" quella specie di aborto
della natura, Ikki. Non è altro che il tuo animaletto, il tuo giocattolo,
per questo ti abbiamo permesso di tenerlo. Non montarti la testa
riempiendola con delle assurdità. Sono stato chiaro?- Dice poi, con tono
pericolosamente calmo e duro, uno sguardo che non ammette repliche. Mi
sento mancare.
-Non sei tu che mi dici quel che devo fare. Nessuno può darmi ordini!-
Ribatte Ikki, ringhiando furiosamente.
-Vedi di moderare le parole, Ikki Hanekawa! Sono tuo padre e mi devi
rispetto!- Esordisce l'altro, inalberandosi in tutta la sua possente
persona.
Anche mio fratello trema ora, ma non abbassa lo sguardo, emanando la
propria rabbia con tutte le sue forze.
-E adesso muovetevi voi due, fra cinque minuti vi voglio entrambi nel mio
studio.- Conclude lui, girando sui tacchi ed avviandosi verso la villa.
Ci vuole nel suo studio?
Ci vuole?
Anche io?
Ma perché?
Che voglia punirmi?
Sento un rantolio rauco scaturirmi chissà come dalla gola.
Sì, che mi picchi pure! Non gli permetterò di torcere un solo capello ad
Ikki!
**********
Sollevo mi fratello dalla sabbia, gli do piccole pacche sul corpo per
cercare di ripulirlo un poco.
Chissà cosa dirà mia madre non appena lo vedrà.
Stavolta capace che mi disereda.
Bah!
Lo osservo attentamente, dall'alto della mia statura.
Chi aveva potuto anche solo pensare di ridurlo in quello stato?!
Quella pelle così morbida è diventata ruvida e piena di escoriazioni,
senza contare gli innumerevoli lividi ed ematomi che ha sparsi per il
corpo.
Soprattutto quella grande crosta che gli spicca a un lato della testa mi
fa scorrere il sangue quasi dolorosamente nelle vene.
Io.Io se becco quello che lo ha ridotto così lo uccido con le mie mani!
Lui è Mio! Mio!
Solleva i suoi occhioni su di me, che mi fissano intensamente.
-I-Ikki, cosa succederà adesso?-
-Non lo so Shun.Non lo so.-
-Non lo sai?-
-No, non lo so..-
Lui mi sorride, gli occhi lucidi ma dolci.
Cerca di sollevarmi il morale con quella sua espressione da bambola?
-Su, adesso avviamoci anche noi, altrimenti mio padre mi ammazza!-
Lui richina la testa e mi porge una manina tremante.
Sorrido e gliela stringo.
**********
La villa di Ikki mi stupisce sempre ogni volta che la vedo.
E' davvero enorme!
Se non l'avessi vista, stenterei a riconoscere che al mondo possano
esistere cose come quella!
Mio fratello mi stringe la mano e questo m'infonde più coraggio di quanto
avessi mai pensato di avere.
Entriamo nel grande salone, piastrellato in marmo bianco e nero; emana una
freddezza indicibile e una serietà degna della più bella statua greca.
Come può vivere Ikki, circondato da tutto quel gelo?
Ma forse lui non lo nota nemmeno.
E' scaldato da una fiamma che io non potrò mai avere, quella dell'amore
di un genitore.
Sempre tenendomi per mano ci aggiriamo per gli intricati corridoi (mi
sembra di camminare in un labirinto!), fino a raggiungere una grande porta
di legno finemente intagliata.
L'ufficio del signor Hanekawa.
Con un sospiro infastidito, Ikki piega la maniglia della porta, un forte
profumo di mughetto mi avvolge il viso.
E lo vedo.
Quell'imponente e regale figura di uomo d'affari, lo sguardo duro e severo
fisso su di noi.
Sento le mani gelarmisi per la tensione nervosa.
Cosa succederà adesso?
Mio fratello mi strattona forte e, quasi trascinandomi senza smettere di
stringere la mia mano, mi conduce a una delle due poltrone di pelle che
stanno di fronte alla scrivania.
Mi solleva di peso e mi fa sedere, andandosi poi a sistemare sulla
poltrona a fianco.
-Cosa vuoi?-Gli chiede gelidamente poi Ikki, non un'espressione dipinta in
volto.
Il silenzio che precede quella domanda fischia nelle orecchie, il mio
cuore accelera i battiti in quei.forse minuti? In cui quelle creature
identiche si fissano severamente.
-Lo sai cosa voglio dirti.- Risponde alla fine il più grande dei due.
-No, non lo so. Dimmelo.-
-Shun se ne deve andare. Non posso più farmi carico della sua esistenza.-
Perdo un battito, mentre vedo lo sguardo di Ikki farsi furente, gli occhi
spalancati fino al limite.
Stranamente però rimango calmo, nonostante abbia iniziato a piangere.
Le lacrime mi scendono ma non emetto alcun suono a testimonianza di ciò
che mi sta accadendo.
-No!Non mi porterai via mio fratello!Lui è MIO!Non puoi decidere tu di
una cosa mia!-
Ikki.Ikki è inutile.non puoi metterti contro di lui.
E.io.io non posso permettermi di rovinare la tua vita più di così!
-Dove.dove andrò.?- Chiedo io, con un fil di voce.
Ikki mi guarda stupito.ma no, non è proprio stupore.è una rabbia
incredula. Perdonami fratellino.Devo.devo farlo.
-Nell'orfanotrofio Immawari.- Mi risponde semplicemente Il signor Hanekawa.
-Tu non lo manderai in nessun fottutissimo orfanotrofio!Lui resta con me.
Chiaro?!-
Deglutisco a fatica.
-Quando devo partire?-
Questa volta Ikki non riesce nemmeno a stupirsi, ne tantomeno da
arrabbiarsi.
Il suo volto è tirato e pallidissimo, gli occhi ridotti a due fessure.
-Shun, ma checcavolo.-
-Partirai domattina alle sei. Vedi di essere pronto per quell'ora.-
Risponde suo padre al posto mio, alzandosi dalla poltrona di velluto rosso
e uscendo dalla stanza accompagnato dal lieve scivolare della porta sui
cardini d'ottone.
Mi volto verso Ikki.
E' completamente sprofondato nella poltrona, lo sguardo vuoto fisso
davanti a sé, non riesco nemmeno a percepire il suo respiro.
Io non sono ancora riuscito a smettere di piangere, mi sento spaventato,
triste e completamente svuotato.
-Ikki.- Lo chiamo, la voce incrinata. Ma niente.
Scendo dalla poltrona appoggiando i piedi nudi sul freddo marmo del
pavimento e mi avvicino a lui barcollando.
Lo chiamo di nuovo ma non ricevo alcuna risposta, se non quel silenzio
assurdo, che sta rischiando di farmi impazzire.
Poso una mano sulla sua e lo vedo ritrarla velocemente, fissandomi quasi
schifato.
Mi sento mancare, la disperazione più terribile mi inonda le vene,
avvelenandomi dentro.
-Ikki.Ikki ti prego.ti preg..-
-NO! Non chiedermi più nulla! Voglio solo che te ne vai, che scompari
dalla mia vista!VIA!VIAAA!- Urla, senza alcun controllo e io, terrorizzato
e col cuore che sanguina, mi stringo al lenzuolo che ancora mi avvolge e
corro via con tutta la forza che possiedo, lanciandomi verso il mare,
piangendo tutta l'acqua che ho in corpo.
Perdonami, perdonami se puoi Ikki!
Io.io non ho nessun altra scelta, non posso permetterti di gettare il tuo
futuro e la tua vita per uno come me!
Devi essere felice Ikki, adesso è solo il tuo orgoglio ad essere ferito,
e una ferita del genere si rimarginerà prestissimo, vedrai.
Ecco, il mio amato mare, che mi canta la sua triste canzone, la sua
solitaria placidità, la sua immensità sembrano voler leccare le mie
sofferenze, come un lenitivo magico.
Una poesia appena sussurrata, l'immensità dell'azzurro del cielo che
s'incontra con quella gigantesca massa fredda che è come il ventre
materno, amorevole e spietata allo stesso modo, braccia languide e
liquide, fredde ma giuste.
Oh, come vorrei poter rinascere, come vorrei non essere più quello che
sono.
Però una cosa la sono riuscita a fare, finalmente. Ho liberato mio
fratello da quel pesante fardello che sono.
**********
Ma cosa gli è preso a quel bambino?!
Ci tiene così tanto a finire in un sudicio orfanotrofio?!
E mi ha fatto fare pure la figura dell'imbecille davanti a mio padre!
Già, mio padre.
Oh, ma che s'impicchi pure lui!
Esco da quella maledetta stanza e mi metto a girovagare per i corridoi,
nel tentativo di calmare la rabbia che mi bolle dentro.
Io.Per quanto mi sforzi, non riesco a capire perché Shun si sia
comportato in quel modo!
Ma non mi aveva detto in lacrime che non voleva andare via?! Che voleva
stare con me?!
Ohh! Più ci penso più mi arrabbio!
Non voglio più pensarci!
Mi avvicino alla mia camera e mi butto di peso sul letto, sospirando
pesantemente.
Cosa non darei per poter dormire un po'.Ma non ci riesco se non di notte,
non sono abituato..
Ecco una parola che odio."abituato".
Tutti mi hanno sempre detto come devo essere, come mi devo comportare
davanti agli altri, davanti a mio padre, ai miei amici, come devo vestirmi
alla determinata festa, a scuola chi devo frequentare.Hanno già deciso
che università dovrò frequentare, sebbene non riesca nemmeno a
immaginarmi cosa ne sarà di me tra un mese.
E' come se fossi prigioniero, come se fossi incatenato a questa mia vita
pianificata, a tutto questo calore.troppo calore.
Mia madre mi ama, questo lo so, ma mi ama troppo.
E' asfissiante, opprimente come niente al mondo.
Io lo so che mi ama ma vivere così, per un ribelle come me, non è altro
che una condanna a una lenta morte.
Cosa sono io?
Un burattino destinato solo a essere il successore di mio padre.non suo
figlio, non Ikki Hanekawa, ma il figlio di Gen Hanekawa.
Un niente, una cosa che non ha forma propria, ma la forma di chi lo plasma
a proprio piacimento, un pezzo di argilla sotto le mani di un abile
ceramista, che a fine lavoro ricopre ciò che non gli piace con una lucida
e candida
vernice bianca.
Un brivido mi coglie impreparato.
Che io abbia fatto la stessa cosa con Shun?
Che io l'abbia obbligato, alla fine, a essere ciò che volevo io?
Era davvero il mio giocattolo?
Anche ora, senza rendermene conto, l'ho obbligato io a quel suo assurdo
comportamento?
Che io sia entrato così a fondo nel suo cuore?
D'altra parte non ci sarebbe altra spiegazione.
Sono.un ceramista pure io.?
Senza accorgermene, sento gli occhi farsi pesanti e le tenebre avvolgermi,
lievi e possessive.
......
Un sonno senza sogni.
Mi sono addormentato?
Che ore saranno ora?
Mi sollevo sui palmi e fisso il grande orologio a muro che mi sta di
fronte, sopra l'arcata della porta: le sette e mezza?!
Per la miseria, ma quanto ho dormito?!
Tsk, io che dormo così tanto? Il mondo da un po' ha deciso di mettersi a
girare al contrario.
Mi sollevo, poggiando i piedi sulla moquette e, tirandomi come un gatto,
mi dirigo con calma verso il bagno.
Apro l'acqua.
La luce gialla dei faretti mi da fastidio agli occhi.
Tuffo le mani nel liquido caldo che scorre tranquillo dal lavandino,
portandomelo poi a grandi manciate alla faccia.
Che bella sensazione.
Poi un pensiero mi punge il cervello.
Come starà Shun?
Povero piccolo. e sì che ha deciso cosa fare della sua vita a sette anni
solo per me.
Uff.
Senza accorgermene sono arrivato nell'atrio e, iniziando a fischiettare
come mio solito quando vado da lui, mi dirigo verso l'unico posto dove so
di trovarlo.
**********
E' sera.
Che bello che era stato vedere il tramonto.Il sole s'immergeva lento nel
colore nero dell'acqua, come ogni inverno, il più bello che io abbia però
mai visto in vita mia.
Chissà perché, solo quando tutto ti si sfalda tra le mani, ciò che si
sta perdendo ti appare ancora più bello di quanto non sia già.
"Vorrei tanto avere un sogno da accarezzare, ma la realtà si fonda
si basi troppo diverse"
Ecco cosa mi disse una sera mio fratello, era estate e l'aria era tiepida,
quasi calda, sebbene fossero le nove di sera.
Io, in quel momento, pensai solo che non c'era motivo per dire così, che
i sogni erano facili da avere.
Adesso, però, comprendo il significato di quelle parole, del perché lui
le avesse dette con tanta amarezza in un sussurro tra i rumori di una sera
d'estate.
Purtroppo, però, io non la vedo così.
In un certo senso, il mio più bel sogno si è infranto, il mio desiderio
di essere sempre vicino a Ikki si è rivelato una chimera.
Ma sono felice comunque, perché ho potuto dar vita a una gioia ancora più
grande: rendere mio fratello finalmente libero.
Per uno che ama la vita come me, così emozionato da essa da sentire il
cuore infrangersi ad ogni nuova scoperta, quello è davvero il più bel
sogno divenuto realtà a cui potessi rivolgere le mie preghiere.
Questa sera le stelle mi fissano con aria dolce, quasi a congratularsi con
me per quella vittoria.
C'è poi, una particolare sensazione che s'impadronisce di me ogni volta
che concedo loro lo sguardo, anche solo per sbaglio. Sento come una forza,
un'energia bella e calda che mi attrae a sé, come una madre che stringe
al seno suo figlio.
Chissà.
Un rumore strano, come un frusciare sommesso, poi un ramo che si spezza.
Trasalisco e mi volto di scatto nella direzione del rumore.
Ma.!Ma..!Ikki!
-Ikki!Ma, ma cosa.-
Lui si avvicina e mi si siede di fianco, volgendo anch'egli gli occhi al
cielo, rimanendo in silenzio.
Rimaniamo così, per un tempo che a me pare interminabile, con lo sguardo
perso in alto, accontentandoci solo della reciproca, silenziosa compagnia.
Che bello.come mi sento sereno e appagato.
Ikki.Fratellino, ti voglio un bene che nemmeno puoi immaginare.
Adesso, non ho davvero nessun rimpianto, sapendoti qui vicino a me.
So che rimarrai con me fino all'ultimo e ora sono felice.
Sono felice.grazie.
A un tratto sento qualcosa che mi sfiora una tempia e mi volto verso di
lui.
Gli sorrido, e poggio una mano sulla sua che mi sta accarezzando.
Lo vedo fissarmi addolorato e, sinceramente non ne afferro il motivo.
Io sto così bene.
-Perdonami, se non ho saputo capire.-
Mi sussurra, stringendomi a sé, mentre mi accarezza i capelli con
energico tocco fraterno.
Sospiro. Smettila Ikki. Ho deciso io, perché devi dire così?
-Non serve dire certe cose, fratello mio.lo sai che sei la cosa che per me
conta più di tutto a questo mondo. Voglio che tu sia felice. E'
sbagliato?-
Gli rispondo, sollevando lo sguardo sul suo viso, ancora triste e
preoccupato.
-Andiamo via Shun, scappiamo via da qui.- Mi dice contro il capo,
chinandosi su di me in un movimento leggero.
-Ma..!Ma Ikki, cosa.?-
-Shht.- Mi accarezza la schiena dolcemente, stringendomi di più.
Sono allibito. Ma cosa gli viene in mente all'improvviso? Io.Oh,
accidenti.adesso che avevo preso la mia decisione.!Perché mi deve parlare
in modo così dolce?
-Tranquillo Shun.Io, vorrei andare via con te. Tu verresti via con me?-
Ecco, di nuovo queste traditrici di lacrime!
-No..non è questo.è solo che.dove andremo?.cosa faremo?.Io.Io.perché
devo essere sempre un peso per te?- Gli dico, tra un singhiozzo e l'altro,
bagnandogli la giacca di pianto.
-Non importa dove andremo. Io non posso essere felice senza di te. Non
voglio che tu soffra ancora per colpe che d'altro canto non hai scelto tu
di avere.Allora?Ci vieni con me?-
Qualcosa fa CRACK dentro di me.
-Sìsìsìsìsìsìsì!- E scoppio in un pianto a dirotto, incontrollato,
mentre mio fratello mi sussurra piano, per farmi calmare.
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