Dediche: Kaipaan Sinua …” Che è il “mio
prescelto”…” che dorme sempre affianco al portatile sulla mia scrivania mentre scrivo o studio…”
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discorsi
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To Hold Nothing
di Shiwa
Parte VII - The Chosen One
Quella notte Goku non riuscì a dormire. Come avrebbe potuto?! La stanza di Sanzo era affianco alla sua. Seppure Goyjo gli aveva offerto di scambiarla con la sua, lui non ne aveva voluto sapere. Seppure fossero silenziosi, nel cuore della notte, si distinsero bene i sussurri e i sospiri di Sanzo ed Homura nell’altra stanza. Tutto ciò era veramente troppo per le sue orecchie. Il cuscino compresso sulle orecchie non bastava a zittire quelle voci lussuriose proveniente dall’altra parte del muro.
La scimmia si era veramente stancata di tutto ciò. Se prima era in uno stato di totale sofferenza, perché la gelosia se lo stava mangiando vivo, ora era assolutamente imbestialito. Non era possibile. Non poteva pensare che il giorno prima della lotta decisiva con Homura, Sanzo si stesse facendo il proprio nemico. No, non era da lui. Non poteva crederci. Amore?! Sanzo amava il nemico, amava Homura?! Follia.
Finalmente quando il silenzio calò definitivamente, Goku
tirò un sospiro di sollievo. Goku si tolse il cuscino da sopra la testa, e si distese supino, fissando il soffitto. Dall’altra stanza proveniva solo un lieve fruscio di lenzuola. “finalmente hanno deciso di dormire… che palle… a ripensarci.. l’offerta di Goyjo potevo anche non rifiutarla… bah…”. La scimmia, anche con il ritorno del silenzio, non riusciva comunque a prendere sonno. Decise di alzarsi ed andare a fare una passeggiata fuori. Un po’ di moto lo avrebbe rilassato, e gli avrebbe conciliato il sonno.
Homura aspettò che Sanzo si addormentasse al suo fianco. Quell’ultima sera aveva deciso di darci dentro come un matto, ed il bonzo non sembrava affatto scocciato di ciò. Non appena sentì il respiro del biondo regolare, sgusciò piano dal letto per vestirsi. Avrebbe di certo preferito prender sonno e dormire quell’ultima notte col suo amato, ma la sua mente aveva iniziato a fare strani pensieri. Decise quindi di uscire a fare quattro passi, per smettere di pensare. Domani ci sarebbe stata una battaglia, e non poteva più permettersi di rimandare i suoi affari per amore.
Goku passeggiava per i giardini adiacenti al retro della locanda. Si mise ad ascoltare i grilli, e chiudendo gli occhi, respirò a pieni polmoni il profumo di fiori provenienti da un campo di margherite poco distanti da lì.
Homura intravide una figura in piedi nel giardino, si avvicinò piano, e quando fu abbastanza vicino da riconoscerlo, si fermò, aspettando che fosse l’altro a voltarsi.
Goku si sentì fissare. Aprì gli occhi, e voltandosi, si ritrovò a pochi metri da Homura. Sorrise mesto. L’uomo che gli aveva rubato il “suo Sole” era lì, sorridente come non mai.
- Cosa ci fai qui, Son Goku?! – chiese Homura avvicinandosi. - Cosa ci fai tu qui, Homura?! – chiese in rimando Goku – non sei a scaldar le lenzuola di Sanzo? – aggiunse in tono ironico - Credo di essermi impegnato in ciò fin troppo stasera.. – sorrise Homura divertito – sono sfinito… - e si andò a sedere su una panchina del giardino. - Peccato… domani vorrà dire che non avrò un avversario degno del mio livello, perché troppo spompato! – disse il ragazzo dai capelli castani, voltandosi di spalle. Odiava il pensiero che Homura avesse amato Sanzo, era successo, è vero, ma lo odiava. - Non sottovalutarmi Son Goku. Una notte d’amore non può mettere fuori gioco un Dio! – scherzò il moro. - Tsk.. – Goku sospirò rassegnato. Più cercava di togliersi dalla mente ciò che aveva sentito mentre loro si amavano, più i ricordi lo torturavano. - Son Goku… - lo chiamò piano il Dio, con un tono diverso da quello usato finora. Sembrava serio. - … - Goku si voltò verso di lui senza fiatare. Homura era vicinissimo a lui. Per guardarlo in viso, dovette alzare la testa - Domani ci sarà una battaglia Son Goku, e voglio che tu combatta come non hai mai fatto fino ad ora… - disse il Dio poggiando le mani sulle spalle di Goku – voglio che domani tu combatta con tutta la determinazione che hai in corpo. E magari, anche con la rabbia che ti sta avvolgendo, perché ti ho rubato il tuo Sole in questi giorni…. – - … credi che non lo farò?! – chiese la saru stringendo forte le mani a pugno. - Sono certo che tu lo farai, Son Goku.. e sappi che… se esiterai, ricordati, non avrò pietà di te! E ti ucciderò! – e gli occhi del Dio si strinsero in fessure sottilissime, per sottolineare che ciò che stava dicendo, lo avrebbe anche attuato. - Io non esiterò.. al massimo sarà il “tuo” Sanzo a farlo! – ipotizzò la scimmia - Se ti sentisse Konzen, ora, ti ucciderebbe!! – Homura si fece una bella risata – non dubitare di lui… lui non morirà! – e dicendo quelle parole, nei suoi occhi passò un lampo di tristezza, che Goku non poté cogliere. - Ovvio che non morirà.. primo perché tu non lo ucciderai, visto che lo ami! Secondo perché… prova a torcergli un capello, e io ti ammazzo! – sussurro determinato il ragazzo dai capelli castani - Ahahah! – il Dio rise – bravo, sono fiero di te Son Goku! – e fece una pausa, togliendo le mani dalle spalle del ragazzo – sono fiero di aver scelto te… d’ora in poi, ti affido Konzen… - e dicendo ciò, gli passò avanti. - Aspetta cosa vuol dire mi lasci Sanzo?! – chiese non capendo Goku. - Che io ho scelto te.. Son Goku.. proteggi Konzen al posto mio, d’ora in poi… - disse andandosene il Dio - Ma cosa vuol dire?!?!?! – gli urlò dietro Goku, rincorrendolo, ma Homura ormai non c’era più….
...- Ehi, stupida scimmia! Ancora alzato?! – era la voce di Goyjo questa. - … - Goku lo aveva sentito, ma era troppo impegnato a decifrare le parole di Homura per rispondere. - Ehi.. scimmia? Mi senti? Mi degni di attenzione?? – chiese Goyjo passandogli davanti. - Ciao Goyjo… - sussurrò il ragazzo, continuando a fissare nel punto ove il Dio era scomparso. - Tu sei strano… ancora non mi hai chiamato Kappa pervertito… - lo fissò Goyjo non capendo cosa avesse il ragazzo castano - Scusa… non ho voglia di discutere… ho sonno! – e detto ciò Goku si voltò e prese a camminare verso la locanda - Ehi, scimmia.. ma che ti prende?! – il rosso butta a terra la sigaretta e affretta il passo per raggiungerlo – dai su… avranno smesso.. non temere… - e gli fa l’occhiolino. - … lo so… - annuì solamente Goku sparendo nella sua stanza.
Il rosso rimase a guardarlo. “La scimmia è proprio strana questa notte…” pensò entrando nella sua stanza. - dove sei stato..?! – la voce di Hakkai lo raggiunse. - Nulla, dormi pure Hakkai… - disse Goyjo infilandosi nel letto dove dormiva col compagno. - … sicuro?! – chiese di nuovo il demone dagli occhi verdi, abbracciandolo - … sei freddo…- - sì… sono uscito a fumare.. e fuori faceva freddo… tranquillo, ora dormi… - tagliò corto il mezzo demone. - Va bene… - soffiò Hakkai all’orecchio del compagno. Non voleva tempestarlo oltre di domande, quando domani avrebbe potuto sapere tutto con calma.
Goku non riusciva a prendere sonno. “cosa voleva dire quel bastardo con la frase – non esitare a combattere! – è ovvio che non posso tirarmi indietro!” Poi un lampo di genio si fece strada nella mente della saru. “Forse… si riferiva al fatto che potrei esitare ad ucciderlo, perché… Uccidendolo.. io… Potrei… potrei privare Sanzo della sua felicità.. e io… non voglio che Sanzo soffra… - non esitare, Son Goku! –“ Le parole di Homura avevano avuto l’effetto insolito di farlo riflettere. “se lo uccidessi… Sanzo ne soffrirebbe troppo… Ma se non lo facessi… se non lo facessi?! Verremo uccisi noi da loro?! Homura.. che diavolo stai covando?!?! Cosa nascondi?! Maledetto bastardo… E poi, diamine… cosa volevi dire che d’ora in poi mi affidi Sanzo?!?! Cosa vuol dire?!?!”
La scimmia non riusciva davvero a prendere sonno. I pensieri la stavano divorando. Ma poi decise che se ci sarebbe stato da scoprire qualcosa, quel qualcosa lo avrebbe saputo solo domani, durante la loro battaglia. L’unica cosa che doveva fare ora era chiudere gli occhi e lasciarsi andare a qualche dolce pensiero. E quale più dolce pensiero, del sapere che una volta sconfitto Homura, Sanzo sarebbe stato solo suo?! Ci avrebbe pensato lui a consolarlo dalla perdita del Dio. Massì, Sanzo sarebbe stato forte, e poi con la sua presenza, sarebbe stato presto meglio. Con questi pensieri positivi, finalmente la saru prese sonno….
Sanzo si era seduto di fronte la finestra a fumare. Si era infilato solo l’intimo ed i jeans. Anche se faceva freddo, non aveva voglia di cercare la maglia in giro per la stanza. Il cielo era stellato, la luna era piena. Ripensava all’ultima volta appena avuta con Homura. Il profumo del Dio era ancora mischiato alla sua pelle. Sulle spalle e sul petto aveva i segni dei suoi morsi, e solo a rivederli, i capezzoli gli si inturgidivano, come qualcos’altro. Si ritrovò ad arrossire, e a scuotere la testa, mentre sulle sue labbra si disegnava un sorriso. Probabilmente, se aveva tempo da perdere, avrebbe potuto constatare che tra i suoi capelli, c’era anche qualche ciuffo di capelli del Dio. Sapeva in ogni caso che ciò non era destinato a durare, e con la consapevolezza di ciò, da uomo freddo quale era, rinchiuse ogni singolo sentimento o pensiero negativo potesse impossessarsi della sua mente, nelle camere più segrete ed oscure del suo cuore. Come sempre faceva. Come sempre Genjo Sanzo Hoshi aveva fatto. Da quel momento in poi, lui ed il Dio non erano più amanti. Quello era Homura che gli aveva rubato il Sutra, e lui Sanzo, il custode che doveva riprenderselo. Tutto sembrava essere tornato alla normalità, finché…
… - ma sei impazzito Shien?! Sono cose da dire queste? Vuoi morire per mano di Homura?! – protestò Zenon - Zenon, ti prego di non urlare, stanno tutti dormendo qui!! – lo rimproverò il Dio più garbato - Non me ne frega niente se si svegliano! – continuò a protestare il Dio più irruente dei due – cioè.. tu mi stai dicendo che Homura, ormai… ha raggiunto i suoi massimi giorni di vita?! – - Sì, Zenon, è così.. ti prego di non farne parola di fronte a lui però… non vuole si sappia in giro.. o almeno.. vuole che lo sappia solo Konzen… - - Cioè… Homura.. ha mandato noi qui, per far consegnare questa lettere a Konzen… perché solo Konzen deve sapere che Homura, probabilmente non si sa se morirà prima o durante il conflitto?! – Zenon era sconvolto - Sshh!! Ti ho detto di non urlare, Zenon!! – protestò Shien – comunque è così… - - Ma… perché non glielo ha detto lui prima di tornare al Castello? Cioè.. perché il lavoro sporco sempre a noi tocca?! – chiese Zenon spegnendo una sigaretta sotto i piedi - … Homura ha detto che non avrebbe trovato il coraggio di dire a Konzen che ormai, il suo tempo è giunto… Homura odia gli addii… preferisce morire dignitosamente domani, sempre se ci arriva, in battaglia! – gli risponde Shien. Si erano fermati a parlare di fronte ad una finestra…
… Sanzo fissa i due dèi incredulo… Non poteva essere vero… Homura… aveva poco tempo di vita?! Cercò disperatamente il pacco di sigarette nella sua veste sacerdotale. E quando scoprì che era vuoto, lo accartocciò con rabbia, gettandolo lontano nella stanza. Continuava a fissare i due dèi fuori dalla finestra. E continuava a ripetersi nella testa che tutto ciò era assurdo: Homura era un Dio, non poteva morire…
Zenon fissò oltre le spalle di Shien una finestra, e lì notò il profilo di qualcuno. Sorrise ammiccando a Shien – credo ci abbia sentiti… - -oh.. Konzen!! – si sorprese Shien girandosi. Sanzo aprì la finestra. Rimase a fissare i due, mentre la rabbia lo stava consumando. - Konzen, siamo venuti a portarti una lettera del Dio Ho… - Shien fu zittito da un gesto del bonzo. - Ho sentito… - pronunciò Sanzo – non la voglio… - e detto ciò stette per chiudere la finestra, ma Zenon la fermò con la mano. - Senti, non mi interessa se hai sentito o meno la nostra conversazione, noi eseguiamo gli ordini del nostro Principe, poi tu sei libero di gettarla o meno, però intanto te la prendi!! – disse il Dio col mitra sulle spalle, strappando la lettera dalle mani di Shien e porgendola al monaco. Sanzo la fissò, e fissò loro due. - tsk! – gli strappò la lettera dalle mani, e chiuse la finestra. - La delicatezza di questo umano mi stupisce… - fa spallucce Zenon, girando i tacchi per andarsene. - In effetti, non si addice ad un monaco del suo rango… - sospira Shien – ma non voglio criticare il compagno del nostro Principe, non sta a noi decidere.. – rimane però a vedere se Sanzo la apre. - Sei sempre troppo imparziale Shien… - Zenon si era già distanziato da lui di qualche passo. Si mise le mani dietro la testa, camminando a braccia alte, come di solito faceva – bah.. che ci troverà poi il Principe Homura in un bonzo corrotto, scontroso e poco educato come lui…- - Zenon!! – lo rimproverò Shien - Sisi, ho capito… de gustibus… - sospirò Zenon sparendo nel nulla. Sanzo lanciò un occhiataccia a Shien, che ancora non se ne andava. - la prego, Venerabile Sanzo, di prendere in considerazione l’idea di leggerla… Ad Homura farebbe molto piacere… e poi.. potrebbe aiutarla a dormire sonni tranquilli… Lì ci sono tutte le risposte alle sue domande… - gli sorrise il Dio, col suo charme gentile, non prima di scomparire anch’egli.
Sanzo tornò a fissare il foglio di carta tra le mani. Lo gettò sul letto. E riprese a fissare fuori dalla finestra.
Iniziò a rimuginare sulle parole di Zenon. In effetti, perché Homura aveva scelto lui? Perché tutti, sembravano scegliere lui?! L’avevano scelto come Sanzo, l’avevano scelto come leader di una missione verso Ovest… ed infine Homura l’aveva scelto come amante…
Si accorse, fino a quel momento, che lui era sempre stato il prescelto di o da qualcuno, e che mai aveva scelto qualcosa d’importante di sua spontanea iniziativa. Si dannò per questa sua debolezza. Odiava non essere padrone della sua vita.
La rabbia stava di nuovo per impadronirsi di lui, quando i suoi occhi si posarono sulla lettera gettata poco fa sul letto.
Decise di aprirla e leggerla.
Continua
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