Dediche:
Premessa: Scrissi i primi quattro capitoli di questa fiction nel 2004, e non li conclusi mai. Ero ancora troppo immatura per giostrarmi bene sul carattere di Sanzo, e non sopportavo molto Goku. Il bonzo era troppo poco emotivo per il mio stile. Eppure, dopo sei anni, ho deciso di rimettere mano a questa storia, e cogliere la sfida di cambiare il mio stile. Credo di averla persa, perché Sanzo, in questa storia, risulta sempre più “morbido” di quanto non lo sia nell’Anime e\o Manga. Eppure, dopo aver visto il Reload ed il Reload Gunlock, mi sono accorta che in effetti, Sanzo si è ammorbidito di molto in confronto al Gensomaden. Così, mi piace pensare, che il suo ammorbidirsi sia il risultato della sua storia con Homura.
Mi scuso con le persone che masticano poco l’inglese, ma preferendo le traduzioni inglese a quelle italiane, alcuni titoli ed alcune espressione le ho lasciate così come le ho sentite e\o lette dalle suddette versioni. Posso assicurarvi con certezza che dire “Non avere legami” e “To hold nothing”, ha una bella differenza. Il primo ha un significato che ritengo statico; il secondo ha un significato con mille sfumature, che ritengo più forte ed espressivo del primo. E io adoro le sfumature. Leggenda:
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discorsi -
To Hold Nothing
di Shiwa
Parte I - Non ora!
“Sono circa le cinque del mattino… stranamente, il cuscino ha ancora il tuo profumo… un profumo virile… dolce… passionale… il profumo del nostro amore… mi sento un verme… non sai quanto… io che ti ho odiato… che ho cercato in vano di ucciderti per avere il cuore di quella stupida scimmia, mi sono ritrovato a fare l’amore con te… già, ieri sera… è stata una notte fantastica, indimenticabile… ed ho capito, sai?! Ho capito perché ero geloso di Goku… Perché ti ho amato… ti sto amando… ma tu… non sono certo che mi hai amato ieri sera… Oppure, sono io, ancora incredulo per l’accaduto, che voglio cercare di credere che, il tutto, è accaduto per una stupida sbronza che ci siamo presi? È stato un gioco, pericoloso, che ora, ho intenzione di continuare… Voglio giocare… voglio giocare con te, occhi suadenti… Ma ti dirò… ora che sei mio, non posso più separarmi da te… Ma sarà meglio che lo faccia, se non voglio ritrovarmi la tua shoreiju puntata sulla testa…
… Proprio come in questo istante!!!”
- tu!!! Lurido schifoso! Che cazzo ci fai nel mio letto!!! – Sanzo, che puntava la sua fedele shoreiju alla tempia di Homura, si svegliò ritrovandosi le braccia di costui intorno al suo corpo - non ricordi niente… Konzen?! – domandò incerto, il Dio della guerra - cosa!!! Cosa dovrei ricordare?!?! – - come cosa? – “mi sa che per lui era la sbronza!!” - sì!! Hai capito bene!! Cosa, e ripeto cosa, dovrei ricordare?!?! –disse in un tono che non prometteva niente di buono. - Aaahhh… - sospirò Homura abbassando lo sguardo e contemporaneamente, la pistola del bonzo, lontana dalla sua testa - Allora?! Che diavolo ci fai, tu, qui nel mio letto!! – poi con una mano alzò le lenzuola – cazzo!!! E per di più anche nudo!! Ma io ti ammazzo!!! – disse Sanzo ripuntando la shoreiju in mezzo agli occhi di Homura, il quale alzò le mani in segno di resa - Ehi, ehi, calma! Ma sei proprio sicuro di non ricordare niente? – - CHE CAZZO DOVREI RICORDARE?!?!?! – urlò Sanzo in preda all’ira più nera - Ok, ok, te lo spiego, ma metti giù sta cosa! – disse Homura abbassando, dalla sua fronte, l’arma del bonzo. Sanzo ridusse gli occhi ad una fessura - Allora?! – - Ieri sera… ci siamo incontrati in questa locanda… tu stavi leggendo il giornale e bevendo una birra… io ero venuto qui per prendermi il sutra… - - Se lo hai preso mentre dormivo ti uccido! – - Cosa ho preso?! – - Il sutra, chi se no?! Me?! – - In un certo senso, più che prendere il sutra, ho preso te… - disse Homura abbassando improvvisamente lo sguardo - COSAAAAAAAAAAAA?!?! – l’urlo di Sanzo sfondò quasi le mura - Ehi, calma! No vorrai svegliare tutti i tuoi amici!! – disse Homura tappandogli la bocca - E toglimi le mani di dosso, lurido schifoso!! – disse Sanzo spintonando Homura giù dal letto. - Uffa! Come sei manesco, Konzen! E io che sto cercando di spiegarti con calma che io e te abbiamo passato una notte focosa! – disse Homura massaggiandosi la testa per la botta - IO E TE, COSAAAAAAAAAAAAA?!?! NO-NOTTE FOCOSA??!?!?! SPERO CHE QUESTO SIA UNO SCHERZO, ALTRIMENTI TI FACCIO VEDERE IO CHE DIO SEI!!! IL DIO DEI MORTI SQUARTATI DISSUANGUATI SPELLATI VIVI!!! – - Ehi, ehi, Konzen, non esageriamo! E poi non eravamo neanche tanto coscienti di quello che stavamo facendo! – prova a giustificarsi Homura - Che intendi?! Spiegati! – Homura si risedé sul letto e si rimise sotto il lenzuolo - dunque stavo dicendo che ero venuto qui, ieri sera, per prendere il sutra… ma non ho voluto attaccarti poiché eri solo soletto a leggerti il giornale al bar della locanda con una birra in mano. Così mi sono seduto di fronte a te, e ho incominciato a prenderti in giro, dicendoti che un bravo bonzo non beve e non fuma… tu mi hai puntato più volte la shoreiju dicendomi <fatti i cazzi tuoi!>, ma io ho continuato… alla fine mi hai detto che se non la finivo mi avresti ucciso, io allora ti ho proposto una sfida: se riuscivi a bere più birra di me, ti lasciavo in pace, se no, mi prendevo il sutra… - - hai preso il sutra?! – chiese Sanzo - no… - - allora questo vuol dire che la gara la ho vinta io! – - non è questo il punto, Konzen! – - ah, no, e quale sarebbe, sentiamo!!?? – lo incitò Sanzo - diciamo, che io, non sopportando la sconfitta, mi sono alzato, sono andato a fianco a te, e ti ho preso il mento baciandoti e dicendo <dato che non posso avere il sutra avrò te!>, tu allora mi hai risposto <prima, però, prova a prendermi!> e sei corso in camera… io ti ho seguito… e… - Homura diventò un po’ rosso in viso - … e…?! – Sanzo aspettava la fine - ti… ti ho trovato sul letto, completamente privo di vestiti… e… - - … e…?! – ripeté Sanzo ancora sull’orlo di una crisi mentale - e… beh… è successo quello che doveva succedere… - - no, un momento: è successo quello che NON DOVEVA succedere!!! – - ti vedo più calmo, ora che sai la verità, Konzen! – - hn… è una tua impressione! – - allora stai mascherando bene i tuoi sentimenti con la tua solita maschera di freddezza! Eppure ieri, non mi parevi poi tanto freddo…. – - modera i termini!! Tu non sai quello che sto provando, e non penso che lo capirai! – disse Sanzo girandosi dall’altra parte del letto – ora, vestiti e vattene!! – disse con tono deciso - cosa?! – - hai sentito?! Ho detto: vestiti e vattene!!! – - no…. Non puoi più dirlo ora… - sussurrò Homura, al suo orecchio mentre lo abbracciava. A quel gesto Sanzo scattò rigirandosi - VATTENE HOMURA!! NON VOGLIO CHE NESSUNO TI VEDA, SOPRATTUTTO QUI NEL MIO LETTO!! – i suoi occhi viola erano freddi, come il più terribile inverno. Homura, però, sembrava non demordere - Non… non prima di questo, Konzen… - e atterrando il bonzo sul cuscino, si avventò sulle sue labbra, in un lunghissimo e (quasi, forse solo per lui) appassionante bacio.
Sanzo si dimenò per i primi trenta secondi, ma il Dio della guerra, gli bloccò i polsi con le mani. Ormai il biondo si era rassegnato a subire. Anzi…. A cedere… Poiché appena Homura forzò con la sua lingua le sue labbra, il bonzo lasciò che esse si schiudessero, e lasciassero libero accesso alla lingua del Dio, che senza aspettare, andò a giocherellare con la sua. Durante il loro lungo bacio, un rivoletto di saliva scese dalle labbra di Sanzo, ma Homura, non se lo fece sfuggire e lo raccolse con la sua lingua. Appena il dio della guerra sentì rilassare le mani del bonzo, e fu sicuro che non avrebbe tentato di strozzarlo, iniziò ad accarezzargli le spalle… scese sempre più giù, lisciando tutte le sue braccia, con tocco leggero. Poi spostò una mano sul suo petto. Pizzicò, leggermente, con l’indice ed il pollice un capezzolo del compagno, il quale fu scosso da un piacevole brivido. In quel momento, però, i polmoni reclamarono aria, e così, i due furono costretti a separarsi. Sanzo aveva il viso color di un pomodoro, mentre Homura non riusciva a non trattenere un sorriso sadico sulle labbra. - Konzen… non ti facevo così arrendevole… - ansimò, respirando affannosamente per ispirare più ossigeno - Sbagli… Homura… sei tu… che sei… in… in balia del mio corpo… - costatò Sanzo, con un ghigno sulle labbra, mentre il petto si alzava e si abbassava spasmodicamente per via della mancanza d’aria nei polmoni. - Allora, siamo stati rapiti dalle nostre emozioni… - disse Homura accarezzando il viso di Sanzo, e scansandogli una ciocca di capelli biondi dietro l’orecchio - Può darsi… ma mi hai avuto una volta… ed ora basta…. – si coprì il corpo, con il lenzuolo - Sei sicuro di lasciare tutto in sospeso… eppure prima non mi sembravi così contrariato… - - Hn… - Sanzo girò la testa dall’altra parte - Ehi, Konzen… non fare l’offeso… suddai… se vuoi te lo tiro su io il morale… e non solo quello… - - Homura, vattene!! – ripeté Sanzo in tono lapidario - No, che non me ne vado… prima devo prendere qualcosa che mi spetta di diritto… - e detto ciò, prese la pistola che Sanzo stava afferrando per sparargli, e la gettò lontano nella stanza, quasi sotto la finestra. - Homura!!! Ma che cazzo – il bonzo provò a fermarlo, ma un dito del principe della guerra si posò gentilmente sulle sue labbra - Calma… vedrai che sarà come stanotte… - - Homura… - sussurrò Sanzo più a se stesso che al principe - Sarà stupendo… indimenticabile… - sussurrò il Dio, tracciando il contorno delle labbra del bonzo – non preoccuparti… se mi asseconderai andrà tutto bene! – - Liberami, Homura! – disse Sanzo, mentre si vedeva comparire delle catene sui polsi e sulle caviglie. - Sta calmo, Konzen… ti prometto che andrà tutto bene! – - Maledetto, liberami! – disse mordendogli quel dito fastidioso che giocava con le sue labbra. - Ahia!! – esclamò il Dio ritirando in fretta il dito - E questo non è niente, una volta che sarò libero!! – disse Sanzo, ormai su tutte le furie - Non credo, bello mio… - disse prima di avvicinarsi al biondo per baciarlo, ma costui gli sputò in faccia, prima che le loro labbra si congiungessero. Homura prese un lembo del lenzuolo, si pulì, e sorridendo disse - adoro i duri… e in tutti i sensi, mio caro Konzen!! – e detto ciò si avventò sulle sue labbra, baciandolo di forza. Purtroppo, come in precedenza, Sanzo non resistette all’assalto della lingua di Homura, e dischiuse le labbra. Le mani del Dio, ricominciarono il viaggio alla (ri)scoperta del corpo di Sanzo. Il quale ormai, non manifestava più molta voglia di contrabbattere. Il principe si sistemò più comodamente sul corpo del Bonzo, gettando da parte il lenzuolo che limitava il contatto tra i loro corpi. Le loro virilità, una volta, che Homura fu steso su Sanzo, si strusciarono, provocando nei due ragazzi, brividi di puro piacere, per tutta la colonna vertebrale. Homura, con la bocca, scese a baciare il collo, poi il petto di Sanzo, il quale si morse le labbra per non gemere. - tsk… questa volta non sentirai neanche un gemito dalla mia bocca… avrai il mio corpo, non la mia anima… - a quelle parole, Homura aumentò la pressione delle labbra su un capezzolo, facendolo diventare rosso per via del bel succhiotto che gli stava facendo. E una volta che lo lasciò andare, rispose al biondo - sbagli… quella già mi appartiene… e da sempre… - gli soffiò sulla pelle, prima di riprendere a torturare un altro capezzolo. Sanzo strinse ancora di più i denti intorno al labbro inferiore. “non devo gemere… non devo… anche se non è poi tanto male, non uscirà neanche uno spiffero d’aria dalla mia bocca… dannazione!” pensò Sanzo, mentre la lingua di Homura continuava a scendere fino all’inguine. “cazzo… ora si mette male!!… male?! Oddio… non è proprio l’aggettivo più adatto… non è male… non è fatto male… è quasi… quasi… non so… è dolce… sì… è dolce, ma non solo… Homura è…. È… Passionale?! No… cioè, anche… ma non solo… È… È fantastico… stupendo… È…” - mmmmhhh… - Sanzo resistette dalla tentazione di gemere o di urlare, mentre sentiva Homura accarezzare con la sua lingua, la sua virilità. “Maledetto!! Per tutti gli dei!! Mancava poco, che, oltre a venire, non urlavo dal piacere!! Mi devo concentrare… non gli darò questa soddisfazione… Non ora! Non ora, che… Mmmmhhhh…. Non ora, che la sua lingua è così calda e morbida… Non ora, che un suo dito ha chiesto il permesso di entrare nella mia bocca… Non ora, che la mia bocca succhia avidamente il suo indice… Non ora, che sto per venire… Non… - uhmmmmmmmmmmmmmm… - ?!? Cazzo!!! Sono venuto… Dannazione… e… e ho pure emesso un gemito!! NOOO!!!! ORA CHE NE SARà DELLA MIA REPUTAZIONE DA DURO?! Di duro, qui, non è rimasto niente, in tutti i sensi… Anzi, qualcosa è rimasto… ed appartiene ad Homura… Ma porca!!!” - beh… un passo avanti! – disse il Dio della guerra, risalendo dal corpo di Sanzo, e arrivando a guardarlo in faccia – beh?! Che è quell’espressione rossa come un pomodoro, e ammusata come un mastino napoletano?! Non dirmi che non ti è piaciuto?! Perché si da il caso che mi ci sia abbastanza impegnato! – fece il finto offeso Homura - tsk… - “non ho parole… NON HO PAROLE!! Vi giuro… è così vergognosa questa mia figura!!” - allora?! È stato così terrificante?! – “sì!!! Sì!!! SÌ!!!” – no… - “ehi!! Ma perché non ho collegato il cervello prima di parlare?!” - bene… allora, non sai cosa ti aspetta! – - so benissimo cosa mi aspetta!! – “Maledetto me se non lo so!!” - no… non sarà come ieri sera… sarà indimenticabile! – sussurrò Homura nell’orecchio di Sanzo, mentre si accingeva a leccarlo - stupido… quando ti deciderai a lasciarmi in pace?! – sussurrò Sanzo, che aveva ritrovato un po’ di selfcontrol. - Oh, non preoccuparti… - soffio il dio, sulle sue labbra – dopo quello che accadrà fra poco, mi supplicherai di non lasciarti più in pace! – e lo baciò, ma stavolta con più passione di prima, con più impeto, più possessività. Una mano del Dio della guerra si andò ad insinuare tra i glutei di Sanzo. Stuzzicò un po’ l’apertura, per poi penetrarla con un dito. A quel gesto Sanzo si irrigidì, ma i baci di Homura ebbero il potere di nascondere il fastidio di un secondo dito che lo penetrava. Al terzo, Sanzo strizzò gli occhi, già chiusi, come se qualcosa gli desse abbastanza fastidio. Ma quella stupida sensazione passò subito, come aveva prontamente pensato Homura. Quest’ultimo stava aspettando un segnale dal corpo dell’amante, che gli desse il permesso di procedere oltre. Il permesso non tardò ad arrivare; infatti, Sanzo, in un momento di estasi, si spinse contro le dita di Homura. “perfetto… adesso passiamo alla parte più piacevole ed appagante!” pensò il dio della guerra, estraendo le dita dal corpo del compagno - uhmmm… - mugolò Sanzo di frustrazione - che hai, che ti lamenti?! – - sei… sei… sei un bastardo, Homuraaaaaaaaa… - riuscì a dire, il quasi senza voce, Sanzo, tra gli ansimi - oh, sì, che lo sono! Ma, in caso tu non lo sapessi, sono anche un gran trombatore, oltre che bastardo!! – disse Homura, mentre divaricava le gambe del bonzo - hmmm… lo so… che io sia maledetto se non lo sapessi lo so… - - bene… meglio per te… - affermò il Dio prendendo Sanzo con una sola e fluida spinta - aaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhh… - sospirò Sanzo - non avevi detto che non mi avresti regalato neanche un gemito? – - nh… sta… sta zitto… - sussurrò a denti stretti il bonzo, girando il viso da un lato - non darmi ordini Konzen!! – disse Homura assestando la prima spinta - figlio di puttana… - ansimò Sanzo – impara a stare zitto, e a scoparmi di più!! – - che frase delicata, Konzen! Come mai tutto questo bon ton? – - scopami, ho detto!!! – urlò Sanzo, per poi sussurrate – non ce la faccio più… Homura… - - credo proprio che ti darò ascolto! – E così, Homura iniziò con più vigore l’amplesso. Poco prima di venire, ognuno dei due invocò il nome dell’altro - Homuraaaa…. – - Sanzoooo… - Ed infine crollarono in un sonno profondo.
Il primo a svegliarsi, dopo circa due orette di sonno fu Homura. Quando aprì gli occhi, si ritrovò steso sul petto di Sanzo, che ancora ronficchiava beatamente, ignaro dello sguardo allupato che gli stava lanciando il Dio. “devono essere le otto di mattina…” pensò il principe della guerra, guardando fuori dalla finestra. Poi allungò la mano per prendere un orologio sul comodino “e di fatto sono le otto e un quarto…” - mmmh… - Sanzo mugugnò qualcosa nel sonno, girandosi dall’altra parte. Homura sorrise accarezzandogli il viso, e gli depositò un lieve bacio sulle labbra – è ora di andare per me… Zenon e Shien, non vedendomi tornare, potrebbero venire a cercarmi… E quale peggiore figura che farsi trovare nel letto, o meglio, a letto col nemico?! – parlò tra se e se il dio, mentre si rivestiva. Mentre si poggiava il suo lungo mantello rosso e viola sulle spalle, diede un occhiata sul comodino accanto a Sanzo – il sutra… - sussurrò avvicinandosi e prendendolo in mano – no… non posso farlo… dovrò guadagnarmelo lealmente… - e detto ciò lo risposò sul comodino. Poi ridiede un occhiata veloce a Sanzo, e notò che ancora portava le catene, che gli aveva creato prima di fare l’amore. Lui stesso sussultò al suono di quella parola. “fare l’amore… più che altro lo ho costretto… basta guardare quelle catene! Meglio farle sparire” e con uno schiocco di dita del Dio, esse scomparvero dai polsi del bonzo. “fare l’amore eh?! Lo sarebbe stato davvero se anche Sanzo mi amasse… è stata solo una notte di sesso, e una mattina tale e quale! Dovrò cercare di dimenticare al più presto questa storia!! Io sono Homura, il Dio della guerra! Non un semplice essere umano che può avere la possibilità di amare quella bella creatura dagli occhi color ametista, e dai capelli color oro… Sei un gioiello, Sanzo… Il mio gioiello… Peccato che io non possa avere una cassaforte dove metterti…” E pensato questo, sparì nel nulla.
Circa mezzora dopo, Sanzo si destò dal sonno - ma che cazzo… - aprì gli occhi, ma li richiuse poiché una luce troppo forte, proveniente dalla finestra, lo ferì – ma che diavolo di ore sono?! – disse girandosi nel letto e afferrando l’orologio sul comodino – oh, merda! Ma sono le nove!! brutto porco di Homura, io… io… - la voce gli morì in gola, quando girandosi per vedere se era ancora nel letto, non lo trovò – ma dove cazzo sei andato, ora!! Dopo che mi hai sconvolto la giornata?!?! – il bonzo stava deliberatamente dando i numeri, poi si rigirò di scatto, e prese dal comodino il sutra, portandoselo al petto – fortuna che c’è ancora… nella fretta di vestirsi se lo sarà scordato -. Ma mentre lo riponeva sul comodino, dal sutra cadde un foglio per terra. - che cazzo è?! Un foglio?! – Sanzo si sporse dal letto per afferrare il foglio – una lettera?! – si chiese in credulo, rigirandola fra le mani – e di chi è? Qui c’è scritto… tsk! Homura!! –
Sanzo, non me ne volere, ti prego… io… io non lo so cosa mi è preso… o forse lo so, ma non voglio ammetterlo a me stesso… ti prego di dimenticare tutto… perdonami… il sutra, come puoi vedere, non lo ho preso. Mi pareva più giusto conquistarmelo con lealtà in un vero combattimento.
Forse è vero, Anata o ai shiteru yo Homura
P.S.: che strana questa situazione vero?! Io che mi ritrovo a supplicarti di perdonarti, io che ti chiedo il perdono… che buffo… pensare che sono io un dio! Il Dio della guerra… sono sceso molto in basso, si vede?! Ho forse mi sono solo innamorato…
...I keep on falling in love with you…
- ci mancava solo che scrivesse in inglese, ora!! – imprecò Sanzo, mentre tentava di fare un pensiero razionale, mentre tentava di capire cosa doveva farne delle sue nuove emozioni e sentimenti che lo stavano travolgendo.
Un bussare deciso alla porta, però, lo riscosse dai suoi pensieri - ehi, Sanzo, sono Goyjo, tutto bene?! Com’è ancora non ti alzi?! Posso entrare?! – - non ora!!! – rispose secco Sanzo – vuoi che ti uccida?! stavo facendo la doccia, sono nudo!! – che poi, neanche era una balla, il suo corpo era coperto solo dal lenzuolo. - Allora muoviti, qui Goku a fame! Se non ci sbrighiamo, la colazione chiude, e noi ci attacchiamo, mentre Goku ci sbrana vivi!! – - Ok, ok, arrivo!! – Si alzò tirandosi a dosso il lenzuolo, poiché faceva freddo, e poi poggiò la lettera sul comodino “Non riesco a formulare un pensiero razionale, dannazione!!” pensò Sanzo, ma la sua coscienza parlo per se “non ora, Genjo Sanzo Hoshi, non ora… ragiona quando sari più calmo!” - già… non ora!! – si ripeté come un mantra il bonzo, andando in bagno.
Continua…
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