Till the end

parte II

di RiryShaka



Sono infine arrivato nel mio paese natale, la lontana India, in meno di un minuto.Beh, la velocità della luce non mi serve solo in combattimento. Volevo tanto rivederla un'ultima volta, rivedere la terra dove sono nato e cresciuto, e dove sono diventato cavaliere di Atena...e sono venuto anche a riprendere una cosa che ho lasciato qui 13 anni fa e che ora mi è assolutamente indispensabile nella mia lotta contro le forze oscure.
E così, eccomi qui, nei pressi della città di Kùsinagara, ad osservare il luogo della morte di Buddha, il vero Sharassoju.
Malato e ormai prossimo alla morte,Siddharta si sdraiò fra due alberi che improvvisamente fiorirono, fuori stagione;poi caddero dal cielo polveri di sandalo che ricoprirono il suo corpo, e dall'alto risuonavano misteriosi ed invisibili strumenti musicali. Quando infine morì, la terra intera tremò e si udì ovunque il rimore del tuono...
Il mio destino è uguale,la mia fine sarà la stessa.
Osservo i due alberi,dai rami secchi e contorti.Sono davvero degno di essere una sua reincarnazione?
Ricordo i duri insegnamenti che ho ricevuto, nel tempio di Nuova Dheli dove si è svolto il mio addestramento. Ricordo ancora le parole del mio vecchio maestro,un monaco di più di ottant'anni, che mi parlava ogni giorno del nirvana, della vita di Buddha e del suo verbo.Ricordo i giorni e le notti passati a meditare, a dimenticare di essere un uomo, a cercare di aumentare il mio cosmo, di avvicinarmi alla mia parte divina...

"Negli uomini passa una corrente di vita, come una fiamma, che li fa vivere, e che, dopo la morte, passa in altre creature: è sempre la fiamma della vita, ma non è quella di un determinato uomo:non è l'anima di quell'uomo che si reincarna in altri esseri, ma è la fiamma vitale, di tutti, che passa in tutti.Quando un uomo muore, essa per un istante si spegne, ma subito si riaccende quando un'altro uomo nasce.Ridurre e infine spegnere nel tuo corpo questa fiamma vitale è l'obiettivo che devi raggiungere, la salvezza e la liberazione che devi cercare.Vivere, infatti, è dolore, e il dolore nasce anche dal desiderio di vivere dopo la morte. Ma per far cessare questo dolore non basta semplicemente uccidersi, poichè in tal modo la fiamma della vita, spenta per un attimo, si riaccenderebbe un attimo dopo in un'altra creatura. Devi invece raggiungere la liberazione dalla fiamma della vita finchè sei vivo: così, con la morte del tuo corpo, tutto davvero finirà, sarai per sempre liberato dal dolore, raggiungerai il nirvana, il totale non esserci, unica e vera beatitudine.Devi uccidere in te stesso la volontà e il desiderio di vivere, la tua forza vitale. Estraneati dal mondo,Shaka, e levita in meditazione.Ricorda: spegni ogni desiderio,impara a non voler nulla, se non la fine del tuo desiderio di vita..."

Ed è stato proprio così.Sono diventato un essere freddo, irreale, chiuso nel mio mondo di luce e di riflessione, aspettavo solo che il mio desiderio di vita si esaurisse, che la mia fiamma si spegnesse. Tuttavia...non ho mai raggiunto il nirvana.Tutto per colpa di Mu. 
Era lui la crepa nel mio oblio dorato, lui l'ultimo appiglio che mi teneva legato a questo mondo.Finchè lui sarà con me io non potrò desiderare la morte...mi dispiace, Siddharta, io non sarò come te.Non raggiungerò l'Illuminazione...sono sempre stato ad un passo dal farlo ma un sorriso dolcissimo e due occhi profondi come mari immensi me l'hanno impedito.
Raggiungendo il Nirvana avrei potuto segnare la fine della mia vita umana, non provare più nulla, nè dolore, nè paura, nè sofferenza...ma non avrei potuto neanche provare la gioia che Mu mi ha regalato stanotte, la soddisfazione di aver appagato la persona che amo...non avrei potuto neanche amarlo, non avrei potuto provare questo dolce sentimento che si è impossessato del mio cuore,incontrollabile e travolgente come un mare in tempesta e allo stesso tempo dolce e pacato come una piccola onda che va ad infrangersi sulla riva...dolce come il mio Mu.
Ho mancato alle tue otto fondamentali regole...non ho più una retta fede, l'amore che provo per Mu ha fatto crollare tutte le certezze, tutti gli insegnamenti che mi sono stati dati di cui solo ora ho capito l'inutilità.E non compio più rette azioni, a meno che tu voglia considerare una retta azione anche quella della scorsa notte.Non formulo più retti pensieri, in me c'è una ferma volontà di non morire, ora.
Non sono più degno di essere una tua reincarnazione.Ho mancato alla tua fede, non credo più alle tue parole...
"Il dolore nasce anche dal desiderio di vivere dopo la morte"...questo è vero, in questo momento sto provando una sofferenza mai sentita al solo pensiero di dovermi un giorno separare da lui, e di non poterlo più rivedere...ma chissà, forse esiste un qualcosa, un posto dove andremo tutti quando la nostra vita mortale sarà finita, diverso da quello del quale sono guardiano...
Una voce rimbomba nella mia testa...Siddharta, sei tu che mi stai parlando...?Mi accascio al suolo, senza più forze.

"Ara Yashiki...i cavalieri di Atena sapranno superare anche una morte, ma la seconda, la supereranno?"

Riacquisto i miei sensi dopo poco tempo.Cosa avranno voluto dire quelle parole?
Enigmatico come sempre,eh, Illuminato?Ma mi sono stancato da tempo dei tuoi assurdi indovinelli.
Assorto com'ero nei miei pensieri, mi stavo quasi dimenticando il vero motivo per il quale sono qui.Raggiungo in fretta Nuova Dheli,e l'attraverso fino ad arrivare al tempio nel quale sono stato allenato durante la mia infanzia, un'enorme e tetra costruzione in legno sulle rive del Gange.Al mio entrare la schiera di monaci che vi abita si inchina fino a raggiungere la terra con le mani;sono considerato una semi-divinità, un bodhisattva: un sapiente che non ha voluto raggiungere il nirvana per dedicarsi alla cura dei suoi simili e alla difesa di una Dea straniera. Naturalmente creerei molto scompiglio se rivelassi loro il vero motivo della mia volontà di non raggiungere l'Illuminazione...entro nella stanza principale del tempio, ho chiesto a tutti di lasciarmi da solo.Davanti a me c'è un tavolo di legno smaltato di rosso e finemente intarsiato,e sopra di esso una teca di cristallo, decorata con motivi floreali.Naturalmente sulla stanza troneggia una gigantesca statua di Buddha seduto come suo solito su  un fiore di loto.Il suo viso è calmo, sereno, e il suo corpo è rilassato, e mi guarda con la sua usuale aria imperscrutabile,sorridendo. Ricambio il suo sguardo enigmatico, e sorrido anche io.Ho parlato con lui tantissime volte, sin da quando era piccolo.E so anche che ha capito il perchè della mia presenza, se avesse voluto avrebbe potuto facilmente impedirmelo.E' ancora con me, lo sento, nonostante io abbia ripudiato la sua fede.
Non voglio fermarmi molto tempo, ho altre cose da fare.Sollevo la pesante teca di vetro e ne afferro il contenuto.Appena esco dalla stanza,vengo attorniato da una folla di fedeli giunti al tempio per vedermi, per parlarmi, o anche solo per toccarmi.La notizia del mio arrivo si è diffusa prestissimo, dunque...e io che volevo andarmene via subito!I monaci mi guardano, perplessi, e soprattutto guardano la preziosa reliquia che tengo tra le mani, ma non osano fare domande.Sono la reincarnazione del loro dio, e inoltre, in questo momento ho uno sguardo che farebbe paura a chiunque, figuriamoci a qualche esile monaco buddista.Scompaio dal tempio con il teletrasporto.Ecco, ho preso quello che dovevo prendere, non c'è più motivo di rimanere qui. Ma un'improvvisa volontà mi spinge a continuare il mio cammino,e mi fermo a curiosare per il mercato come un normale cittadino, come non mi è mai stato permesso.
Il chiasso è assordante.Si vedono ovunque donne avvolte in logori abiti che si adoperano per comprare quel poco di cibo che servirà a sfamare tutta la famiglia.E' sempre stato un paese povero, la mia India. E' tutto proprio come allora, il chiasso, la povertà, i mendicanti davanti alle moschee, ai templi buddisti, alle sinagoghe, alle chiese...i cadaveri che galleggiano sul Gange...è tutto proprio come quando passavo le mie notti a piangere, e ad interrogarmi sul perchè della mia esistenza, e non trovavo le risposte...
In una delle conversazioni prima che ci rivelassimo i nostri reciproci sentimenti, Mu aveva sempre espresso il desiderio di leggere il Ramayana, uno dei poemi epici indiani più famosi, ma io non ne ho una copia al santuario. Beh, è ora di darmi da fare per esaudire un  desiderio del mio amante...come mi sembra strano pronunciare questa parola!Se sentisse che ho un amante, il mio vecchio maestro si rivolterebbe nella tomba.
Finalmente trovo una bancarella piena zeppa di vecchi libri, e chiedo al venditore se ha una copia del Ramayana. L'uomo è senz'altro stupito a sentirmi parlare in perfetto Hindi, del resto, somiglio più ad un francese che ad un indiano.La mia pelle è bianchissima, i miei occhi azzurri e i capelli, che porto sciolti sulle spalle, sono biondi come il grano; l'unico segno del mio appartenere a questa terra,il Bindhi che porto sulla fronte, è quasi sempre nascosto dal ricciolo che mi ricade sul viso.Camus mi ripeteva sempre che sembravo persino più francese di lui...
Ho provato più volte a chiedere al mio maestro maggiori spiegazioni sulla mia nascita, il perchè della mia diversità, ma ogni volta mi ripeteva quella storia del fiore di loto...un pò improbabile, credo.C'è stato un periodo di tempo, nella mia infanzia, durante il quale credevo che tutti gli uomini nascessero da fiori...beh, diciamo che solo poco tempo fa ho scoperto che era una menzogna.
Mentre il venditore cerca tra le montagne di libri accatastati alla rinfusa, mi guardo intorno e mi avvicino ad un'altra bancarella.Sari...stupendi sari di seta quasi impalpabile, che scivolano tra le mani dolcemente, arcobaleni di colori sgargianti con finissimi ricami orientali...li ho sempre trovati stupendi, ma...sono un abbigliamento inequivocabilmente femminile. Se li indossassi, nessuno avrebbe esitazioni a scambiarmi per una gentil donzella.Sospiro e guardo oltre.
Il mio occhio si sposta su un tavolino di legno, dove un orefice sta creando splendidi gioielli in oro.Mi avvicino e mi fermo a guardare, e subito una meravigliosa perla attira la mia attenzione.Il suo splendore sembra oscurare quello di tutti gli altri gioielli che vi stanno intorno, i suoi riflessi azzurrini e lilla sono abbaglianti...
Non esito un istante a comprare quella meraviglia della natura, insieme ad una catenina d'oro bianco. Credo che costi un bel pò,lo vedo dalla faccia soddisfatta dell'orefice che conta il denaro, ma non è un problema.Non ho mai dato valore a quei pezzi di carta che gli altri chiamano soldi, il loro rifiuto fa parte della mia ferrea educazione, e del resto non mi sono mai serviti.Ma Saori Kido ha insistito affinchè ognuno di noi ricevesse un vitalizio, una sorta di stipendio, ecco...che io puntualmente non spendo mai. Mi allontano con il prezioso gioiello tra le mani.Starà benissimo sul collo delicato del mio amore, i riflessi così simili al colore dei suoi serici capelli...

-Sahib!

Il venditore dalla bancarella di libri mi sta chiamando...come i miei compatrioti chiamavano e ancora chiamano i numerosi inglesi che abitano questa questa terra.Niente di strano, immaginavo che mi avesse scambiato per uno straniero.Finalmente ha trovato il libro, un'edizione piuttosto vecchiotta, quasi un cimelio, ma con le pagine fortunatamente ancora tutte intatte e perfettamente leggibili.Pago e mi dirigo verso le porte della città.Quanto tempo sarà passato?Almeno un paio d'ore...solo due ore e mi manca già come l'aria a un uomo che sta affogando...devo fare in fretta a tornare al santuario, voglio rivedere il suo viso, voglio perdermi in quegli occhi di smeraldo e in quelle labbra che è così dolce baciare...

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Ma quanto ci mette a tornare?
Sono ormai quasi due ore che Shaka è via, e non riesco a sopportare di stare troppo lontano da lui. Cosa gli sarà successo?Avrà qualcosa a che fare con il capogiro di questa mattina?Non ci capisco più niente...sono preoccupato all'inverosimile, aveva detto che si sarebbe trattenuto solo un'oretta, e invece, è ormai mezzogiorno e sono passate più di due ore da quando se n'è andato!
All'improvviso sento la sua aura avvicinarsi.Gli corro incontro e lo abbraccio, e dopo qualche istante in cui resta immobile per la sorpresa lui ricambia la mia stretta. Mi sorride e mi bacia, dolcemente, un  bacio lunghissimo e pieno di passione...quando ci stacchiamo,per riprendere fiato, posso vedere le sue guance molto più rosee del solito, e neanche io dovrei avere un colorito del tutto normale. 
Mi prende in braccio e mi poggia delicatamente sul letto, continuando a baciare la mia pelle.Lo abbraccio e lo attiro più vicino a me...voglio sentire il profumo del suo respiro, vorrei potergli dire quanto mi è mancato in questo tempo, ma dalla mia bocca esce solo un mugolio incomprensibile.Le sue labbra percorrono il mio corpo, in una carezza di fuoco liquido che mi lascia senza fiato.Il battito del mio cuore accelera, ho la gola secca e sento mille brividi salire lungo la schiena...
Shaka...mi stai portando sull'orlo del baratro...cadi con me, precipita anche tu nel piacere che mi stai regalando...un unione di corpi, un intreccio di anime, sento il tuo cosmo caldo che mi abbraccia mentre il mondo intorno a me esplode in mille colori ed è tutto così bello...ci accasciamo sul letto esausti, e mi accorgo che nella foga del momento hai lasciato cadere qualcosa a terra, vedo un meraviglioso luccichìo sul pavimento e una grossa macchia nera che sembra essere un libro.

- Shaka...sono tue queste cose?

Raccogli quello che è effettivamente un libro e me lo porgi, baciandomi una guancia color porpora.

- No, sono tue.Diciamo che è un piccolo regalo per farmi perdonare il ritardo.

Lo guardo senza parole, e prendo a sfogliare il libro.E' una copia molto antica del Ramayana... naturalmente scritta in hindi, ma dove può averla trovata?

- Shaka...non è che sei stato in India, per caso?
- Ehm...ah, è che non ho resistito alla tentazione di fare due passi...

Lo abbraccio e rido sommessamente.E' andato fino in India per portarmi un libro!E' proprio impazzito... lui si scioglie dal mio abbraccio, si china a terra e raccoglie quella cosa luccicante che avevo visto prima, che ora scopro essere una bellissima perla che pende da una catenina d'oro bianco, stupendamente intarsiata da abili mani.Dopo aver preso le mie mani, le bacia e vi deposita quella meraviglia della natura con un sorriso.

- Anche questa è per te.

Il mio viso deve essere uno spettacolo imperdibile, perchè persino il serissimo e compostissimo cavaliere di Virgo alla sua visione scoppia a ridere.

- Ma che...cioè, cosa...io...

Balbetto, confuso e rosso fino alla radice dei capelli, mentre Shaka continua a ridacchiare.Quando alla fine smette di prendersi gioco di me,con una mano mi accarezza i capelli e con l'altra chiude le mie dita sul gioiello, toccandomi le labbra in un rapidissimo bacio.
Lo abbraccio senza dire una parola, e lui mi tiene così, tra le sue braccia, per non so quanto tempo. Rialzo il viso e sfioro le sue labbra con le mie, parlando a pochissima distanza dalla sua bocca.

- Dovrei considerarlo una specie di anello di fidanzamento?
- Uhm...veramente non ci avevo pensato, ma ora che me lo dici, penso proprio di sì.
- Io...grazie, non so cosa dire...
- Allora non dire niente.

E così dicendo mi spinge sul letto e comincia ad accarezzarmi lentamente.

- Shaka...ma che fai?
- Quello che fanno tutti i fidanzati, credo.E quello che abbiamo smesso di fare appena cinque minuti fa.

Apro la bocca per parlare, ma lo sguardo di Shaka in questo momento non ammette repliche.Sospiro e lo accolgo tra le mie braccia, vuol dire che rimanderemo la conversazione ad un altro momento.

Ma dall'intensità del suo sguardo mi sa che dovranno passare parecchi "momenti" prima che riesca a parlargli...


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