PAIRING: RuHana
RAITING: Nc-17
DISCLAMEIRS: I personaggi non mi appartengono,
non ci sono scopi di lucro e non ci guadagno assolutamente un mandarino
secco... Scrivo per sadismo!
NOTE:Today's Ria Day! auguri ria! ( aspettavo
ancora un po' e sto capitolo arrivava per il prossimo compleanno...-.-)
Tiensen V
di Eny
Cadde il silenzio.
Hanamichi teneva gli occhi liquidi fissi di
fronte a se, il volto sprofondato nella coperta stretta attorno al
proprio corpo fino al naso.
Attendeva la sua condanna finale.
Kaede non poteva amarlo.
Era una dolorosa realtà.
Lui era bello, perfetto, assolutamente... divino.
Che cosa era lui?
Un impuro ibrido, il do'hao.
Hanamichi.
Era solo Hanamichi, non avrebbe avuto niente
da dargli, nulla da offrirgli se non la sua goffa persona.
E poi Kaede non era gay.
Aveva stuoli di ragazzine a seguito, certo,
alcune erano brutte come carciofi, ma altre erano belle, dolci.
Che speranze avrebbe avuto il teppista dai capelli
rossi?
Era stato rifiutato cinquanta volte. Significherà
ben qualcosa questo, no?
Non poteva attendersi altro che un secco rifiuto,
stizzite parole di disgusto.
Si pentì subito di aver confessato i
proprio sentimenti.
Si sentiva come se gli fosse stata tolta una
parte di corazza che lo proteggieva.
Si sentiva insicuro e vulnerabile.
Con un angoscia immensa vide la scena in cui
il volpino gli strappava la coperta che gli aveva portato ed entrava
in casa chiudendo la porta sbattendola, il tutto coronato con un disgustato:-
sparisci e non farti più vedere!-
Solo immaginarlo lo distrusse a tal punto che
le lacrime cominciarono a scendere veloci e implacabili sul suo volto.
Si morse le labbra per non urlare di disperazione.
Non voleva farsi vedere piangere, non voleva
che Rukawa lo vedesse in quello stato pietoso.
Si alzò barcollando deciso ad andarsene.
Stava troppo male, una disperazione talmente
grande che ogni sua cellula doleva in maniera insostenibile.
Il groppo che aveva in gola era talmente doloroso
da far aggiungere lacrime alle lacrime.
Lasciò cadere il plaid al suolo rimanendo
ancora in piedi, aspettando una qualche parola da parte del giovane
seduto poco lontano.
Ma nessun suono giunse al suo orecchio.
Distrutto totalmente da questa delusione struggente,
le sue labbra si mossero piano a pronunciare parole semplice, incurante
di come incrinate fossero.
-Grazie di tutto.- mormorò singhiozzando
senza poterselo impedire. -Me ne vado.- lo informò spalancado
le ancora deboli ali e spiccando il volo che sapeva lo avrebbe portato
poco lontano. Una volta che il suolo si fu allontanato Hanamichi esplose
a piangere come solo quando suo padre era morto, aveva fatto.
Pianse rischiando di soffocare per i singhiozzi
violenti che gli sconquassavano il petto.
Volò, non per molto, le ali stanche e
doloranti cedettero dopo pochi minuti.
Con una fitta atroce l'ala destra crollò
facendo urlare il rosso.
Ignorò il dolore cercando di planare
nella maniera meno brusca, non ottenendo, tuttavia, risulatato.
Con un ultimo sforzo, spiegò le ali al
massimo usandole come un deltaplano, cercando di attutire l'impatto.
Precipitò, come un proiettile sparato.
Le fronde degli alberi e i rami aguzzi frenarono
malamente la sua caduta.
Era ancora troppo debole, troppo fragile.
Non aveva energie per lottare, non ne aveva
la voglia.
Cadeva e non gli importava.
Si abbandonava totalmente alla forza di gravita
che maliziosa lo trascinava al suolo, ostacolando la sua caduta con
le perfidi coltri degli abeti che lo ferivano, lo consumavano, lo
massacravano.
Fino a strisciare a lungo al suolo, bramoso
di raschiare la sua pelle ambrata, assetato delle sue lacrime e del
suo sangue.
Sbattè violentemente contro un tronco
senza emettere gemito.
Gli occhi vacqui svuotati di tutto.
Non aveva voglia di nulla.
Ne di piangere ne di disperarsi.
Era vuoto, totalmente inanimato.
Per qualche folle istante aveva cullato la speranza
che Rukawa lo raggiungesse, salvandolo ancora una volta dal suolo.
Ma non era arrivato nessuno.
Nessun Kaede.
Nessun lucifero dalle ali nere a salvarlo.
Alla fine, pensò, il destino di un ibrido
era sempre e solo uno: orfano, destinato ad un amore impossibile.
Condannato ad una morte in atroci sofferenze.
Nessun sollievo, nessuna gioia.
Solo castighi, per quei figli impuri.
Per quanto avesse lottato per sopravvivere,
per quanto avesse stretto i denti e tenuto duro, era stato tutto inutile.
Si era aggrappato alla vita con tutte le sue
forze per non rendere il sacrificio dei suoi genitori vano.
E invece, vano, era stato tutto quello che aveva
fatto.
Sarebbe morto lì, in quella pineta, col
cuore straziato e l'anima in cancrena.
Eppure non gli importava di nulla di ciò.
Il suo ultimo ironico pensiero fu 'Ayako si
arrabbierà molto per quello che ho fatto...', poi, per la prima
volta, fu felice nel vedere il buio e l'oblio avvolgerlo totalmente.
**************
Rukawa ascoltò quelle parole in silenzio,
pensando.
Cosa provava per lui?
Cosa provava per Hanamichi?
Perchè l'aveva salvato?
-Perdonami Rukawa...-
Sussultò a quelle parole.
Hanamichi si scusava.
Si scusava di avergli tenuto nascosto la verità:
lo amava.
Ma lui, cosa provava per il rossino?
Sentiva una strana angoscia crescergli dentro.
Cosa provava per lui??
Quale sentimento lo legava al do'hao?
Sentiva di dover fare in fretta, di dover al
più presto capire cosa aveva nel cuore.
Doveva fare in fretta a capire per..salvarlo?
Da dove veniva quel pensiero?
Lo aveva già salvato, lo aveva curato
per ben quattro giorni.
Eppure averlo li non gli aveva dato fastidio,
anzi...
-Grazie di tutto, me ne vado-
Sussultò.
Hanamichi stava piangendo, i singhiozzi facevano
tremare troppo la sua bella voce, in genere calda, ora, solo stridula
e spezzata.
Kaede si girò verso di lui vedendolo
prendere il volo. Si alzò di scatto senza capire cosa lui stesso
volesse fare, se non limitarsi a guardarlo mentre si allontanava da
lui.
Era la sua ultima occasione, pensò. Eppure
non riuscì a muoversi.
E sempre quella stessa premente domanda nella
testa: Cosa provo per lui?
Osservò impotente quel puntino allontanarsi
sempre di più da lui fino a scomparire dalla sua visuale.
Il cuore gli martellava nel petto senza un motivo
preciso.
Se ne era andato, aveva il suo letto, non avrebbe
più dovuto darsi pena per il do'hao.
Tutto quello che Sakuragi avrebbe compiuto da
quel momento in poi non era più affare suo.
Di fronte ai suoi occhi vorticò trasportata
dall'aria una piuma bianca: una piuma delle ali di Hanamichi.
Alzò distrattamente la mano catturando
la penna tra le dita sottili e osservandola.
Ripensò a tutto quello che era successo
in quei giorni assurdi.
Al momento in cui aveva visto Hanamichi crivellato
di colpi, al suo colpo di testa per il quale lo aveva salvato.
Rivide la sua sofferenza, i suoi occhi pieni
di dolore e angoscia, quello strazio che aveva deturpato i suoi lineamenti.
L'agonia straziante di quel corpo scultoreo,
la sofferenza che Hanamichi aveva sopportato in quanto Ibrido.
La sua confessione.
In quei momenti, Rukawa, avrebbe tanto voluto
fare qualcosa di più per il suo compagno.
Abbracciarlo quando gli raccontava della madre
e del padre morti, prendere per se tutta quella pena e quella tristezza,
poter anche solo donargli un po' di sollievo...
Tutto questo perchè?
Solo per il suo sorriso?
No, non esattamente.
Lui non faceva tutto quello per UN sorriso o
per il SUO sorriso. Lui avrebbe fatto tutto quello per avere la certezza
che quei sorrisi fossero la conseguenza della sua felicità,
non una maschera per occultare il dolore.
Strinse quella piuma tra le mani con forza.
No.
Non l'avrebbe lasciato andare.
Voleva quel sorriso solo per se. Voleva esserne
l'unica causa.
Aveva la risposta.
Perchè aveva fatto tutto ciò per
Hana?
Perchè se ne era innamorato...
Spalancò le ali nere come la pece spiccando
il volo, viaggiando più veloce che poteva.
Lui era molto più rapido del do'hao,
lo avrebbe raggiunto subito.
Sbatteva le ali freneticamente, i suoi occhi
abituati all'aria scrutavano indagatori il cielo alla ricerca di Hanamichi,
senza vederlo.
-E' debole cazzo!! Non può volare trop...-
una folgorazione lo colpì improvvisamente: Hanamichi era debole
e...forse non era stato in grado di volare...
-No...- le parole di Hanamichi gli martellavano
in testa: "Quando credi di aver preso il volo... puff! L'ala
destra è troppo stanca, non riesci a coordinarle in modo da
distribuire il lavoro e...cadi. Semplicementi cadi. "
Kaede si abbassò violentemente volando
a rasoterra.
-Merda, merda, merda!!!- imprecò. Vide
di fronte a se una pineta. Vi si inoltrò schivando agilmente
le fronde nemiche.
Si stupì distrattamente della sua prontezza
di riflessi.
Ritirava e spiegava le ali per evitare i rami
che si intricavano in maniera troppo fitta.
-Dove sei Hana...- mormorò.
Pregò che stesse bene, che la sua lentezza
nel capire i suoi sentimenti non fosse costata la vita al suo do'hao.
-Ti prego, ti prego ti prego...- implorò
al cielo.
E qualcuno lo ascoltò: vide un corpo
ai piedi di un pino, un corpo accasciato scompostamente, le ali malconcie,
martoriato.
-No!!- ripiegò le ali lasciandosi cadere
a terra, inciampando e rischiando di cadere.
I suoi occhi inchiodati a quella creatura dai
capelli rossi che giaceva a terra apparentemente senza vita.
-Hana..- gemette raggiungendolo inginocchiandosì
con premura accanto a lui.
-Kami no...- implorò voltando delicatamente
il rossino.
Il cuore gli faceva male.
Le sue mani tremavano spaventosamente.
I suoi occhi bruciavano.
Non poteva averlo perso ora che aveva capito...
Non poteva averlo veramente lasciato..
"...cadi. Semplicementi cadi." la
sua mente ricordò.
"Dio solo sa quanti ne ho visti morire..."
continuò.
Guardò con occhi lucidi il volto graffiato
e pallido, i solchi delle lacrime ancora a sfregiare le guance cineree.
-Hanamichi?- lo chiamò piano accarezzandogli
il volto con mani gentili.
-Hana? Apri gli occhi piccolo...- implorò
facendo poggiar il capo sulle sue ginocchia. Hanamichi rimase in balia
dei movimenti del volpino senza reagire, senza aprire gli occhi, senza
svegliarsi.
-Avanti do'hao!- urlò, ma il rossino
rimase inerme, immobile. Rukawa ruggì aggrappandosi alla disperazione:
non poteva lasciarlo morire, Hanamichi non DOVEVA morire, ora che
lui...ora che lui lo aveva trovato. Lo prese in braccio come pochi
giorni prima correndo verso una piccola radura che sapeva essere poco
lontana da li.
-Ru..kawa..?- il volpino si fermò di
scatto sentendo il suo nome sussurrato dalla voce del rossino. Abbassò
il volto osservando con occhi pieni di stupore il fardello tra le
sue braccia. Hanamichi col volto pallido e stanco lo guardava con
gli occhi socchiusi debolmente, come se non avesse nemmeno la forza
per tenerli aperti. Rukawa si inginocchiò posandolo a terra.
Nel suo petto il cuore pareva ua grancassa.
-Sei vivo...- ebbe solo la forza di dire. Ora
che la paura per la sua incolumità si era dissolta, si sentiva
distrutto.
Hanamichi chiuse stancamente gli occhi. La sua
mente era ancora confusa e il suo cuore ancora infetto dal dolore.
-Ru...kawa..?- ripetè con voce stanca,
scossa. Ancora incredulo di vedere quello che i suoi occhi gli mostravano:
Kaede che lo chiamava con dolcezza, con lo sguardo colmo di paura
per la sua vita, per la vita di quel do'hao che gli donava un amore
non ricambiato, un regalo non gradito.
-Kami sama sei vivo...- ansimò carezzandogli
il volto con veemenza, quasi ad accertarsi che fosse veramente reale
ciò che vedeva.
Hanamichi gemette di dolore chiudendo gli occhi
quando le ferite sul suo corpo gli ricordarono di essere ancora vivo.
Provò a dire qualcosa, a chiedere spiegazioni
di cui necessitava assolutamente, disperatamente.
-shh... non parlare, non parlare... chiudi gli
occhi e riposa, alle tue ferite penso io...- lo rassicurò Rukawa.
Hanamichi voleva replicare, ma si sentiva troppo esausto, troppo stanco.
Perse nuovamente i sensi, l'ultima cosa che ricordava era l'erba morbida
sotto di lui, e il potere caldo del volpino lenire le sue ferite,
e forse, il tepore di quel gesto, avrebbe curato il suo cuore.
Lo accarezzava, come si accarezza la più
bella delle creature terrene.
Lo lusingava con le sue mani pallide, come se
fosse delicato, come se temesse che le sue dita avrebbero potuto rovinarlo.
Le ferite curate, i graffi assorbiti e gli ematomi
sgonfiati. Il suo potere era abbastanza potente da curare semplici
ferite come quelle, fortunatamente, l'unica grande ferita era la sua
debolezza. Era ancora troppo presto per tornare a volare, e Hanamichi
ne pagava le conseguenze.
Già, ma per colpa di chi? Si chiese reo
Kaede.
Lo aveva adagiato sull'erba fresca della piccola
radura. Non si era sentito di riportarlo nella baita, meno il rossino
stava in aria, meglio era per la sua salute.
E ora vegliava il suo sonno ristoratore, adagiato
accanto a lui, stringendolo con le sue braccia, scaldandolo col suo
corpo per supplire alla frescura dell'aria di montagna.
Quanti piccoli baci a sfiorare la sua pelle
morbida.
Non era come cristallo, ne la sua pelle morbida
come seta, ne pregiato come una bambola di porcellana.
No, quelle futili cose erano fredde e inanimate,
prive di anima. Hana era caldo, con un grande cuore e con una forza
di vivere brillante come il riverbero del sole sulla sua pelle.
-Ti amo piccolo... perdonami...- sussurrò
all'orecchio del dormiente, sperando di donare al sonno del suo piccolo
do'hao, immagini allegre, diverse da quelle che il suo silenzio di
poco prima aveva probabilmente suscitato.
Quanto avrebbe desiderato tornare indietro a
recuperare quella coperta abbandonata al suolo e usarla per scaldare
il suo corpo reso fresco dalla poco calda temperatura.
Prendere quel plaid lasciato cadere come lui
aveva fatto cadere le sue speranze.
Scaldarlo con la lana grezza, come il suo amore
avrebbe potuto fare con quel cuore.
Ma non aveva coperte li con se, e non voleva
muovere Hanamichi.
Accarezzò delicatamente le piume candide
dell'ala ripegata con cura.
Non aveva una coperta, pensò, ma aveva
qualcos'altro...
Si inginocchiò accanto al corpo di Hanamichi,
inarcando la schiena liberando le ali nere come l'ebano.
Prese il rossino privo di sensi tra le braccia,
il corpo mollemente abbandonato lo inteneriva e lo affascinava.
Il suo angelo in balia di un demone.
Avvolse i loro corpi tra le piume scure sdraiandosi
poi nuovamente sul prato, intrecciando le gambe con le sue per scaldarlo
lì, dove la ali non arrivavano, fece posare il capo rilassato
nell'incavo della sua spalla, approfittandone per baciare la chioma
rossa.
-Non avrai più freddo piccolo- gli promise
chiudendo stancamente gli occhi, deliziandosi con la dolce melodia
del suo respiro regolare, del calore della sua pelle, del suo buon
profumo.
Cullato da questa serenità scivolò
addormento anch'egli, incurante del pericolo di essere visti da qualcuno
di sgradito, di essere scoperti.
Aveva li con se Hana, tutto il resto non contava.
********************************************
Si svegliò senza sapere dove si trovasse,
ne, tanto meno, cosa fosse accaduto.
Non ricordava cosa fosse successo, l'intorpidimento
creato dal sonno rallentava ancora il fluire dei suoi ricordi.
Si sentiva così al caldo così
bene.
Inconsciamente si accoccolò verso quella
fonte calda di serenità, incurante di cosa o chi fosse a donargliela.
Non gli importava nulla, in quel momento voleva
solo stare in pace.
Ancora con gli occhi chiusi, sospirò
beatamente inspirando un profumo famigliare.
Troppo famigliare...
Aprì stancamente gli occhi, punto dal
quell'inebriante aroma.
Ancora stordito inquadrò a fatica la
pelle nivea su cui poggiava il capo.
-Rukawa...- sussultò riconoscendo il
volto divinamente bello del moretto che placidamente dormiva stringendolo
tra le braccia e proteggiendolo con le grandi e maestosi ali.
-Oh Kami...- ansimò quando i ricordi
lo investirono come un fiume in piena. Preso dal panico e dalla confusione
ritrasse in fretta le ali e cercò di divincolarsi dalla stretta
del volpino continuando a domandarsi:' ma cosa sta facendo?! Cosa
succede?!'.
Ma il suo dimenarsi concitato non porto altro
risultato se non quello di svegliare Rukawa che, mugugnando, lo strinse
maggiormente a se aprendo gli occhi cobalto puntandoli in quelli nocciola
del rossino tremendamente angosciati.
-Ti sei svegliato...- constatò premuroso.
-Come ti senti?- chiese dolcemente allungando una mano per accarezzare
il volto bronzeo, ma Hanamichi si ritraè di scattò rifiutando
la sua carezza.
-Che stai facendo?- domandò con voce
tremante il rossino.
Rukawa per tutta risposta ritraè le ali
nere mettendosi a sedere sull'erba e osservando il compagno con sguardo
tra il divertito e l'esasperato.
-Ad un occhio inesperto potrebbe sembrare una
banalissima partita a ruba-mazzo con un fungo porcino...- rispose
sarcastico.
-Non è divertente.- rimbeccò offeso
e siceramente arrabbiato il numero dieci.
Non poteva comportarsi così quel bastardo!
Prima lo rifiutava e poi come se nulla fosse lo stringeva lo coccolava...Kami
l'aveva perfino salvato! Di nuovo! Credeva forse che solo perchè
lui era Kaede Rukawa potesse permettersi di prendersi gioco di lui
così? Di schernire i suoi sentimenti.?
-Ti ho trovato a terra, ai piedi di un albero,
più morto che vivo e ti ho curato.-
-E perchè l'hai fatto? Pensavo che di
me non te ne importasse più nulla dopo quello che ti ho detto!-
lo aggredì furioso per nascondere l'enorme dolore che provava.
-Pensavi male.- rispose con voce tranquilla
l'asso dello Shohoku.
-Come scusa?-non era sinceramente sicuro di
aver capito molto bene le sue parole...
Ma Rukawa con le parole non era bravo come che
con i fatti. Affondò le dita nei serici capelli di Hanamichi
troppo sconvolto per regire e lo baciò. Posò le morbide
labbra su quelle del rossino in una tenera lusinga, le accarezzò
con la lingua cercando di forzare la bocca carnosa tanto timida quando
dolce.
Hanamichi spalancò gli occhi incredulo.
Rukawa lo stava baciando, non ci poteva credere,
non ci VOLEVA credere.
E se non fosse altro che un atto di scherno?
Se solo si fosse illuso anche solo un attimo e si fosse scoperto che
era tutto una presa in giro ne sarebbe morto.
Non voleva soffrire ancora. Si scostò
piano da quelle careza così sensuali e piantò il suo
sguardo in quello di Kaede. Non aveva mai abbassato lo sguardo di
fronte a nessuno, non lo avrebbe fatto con lui.
-Che stai facendo?- domandò pacato Sakuragi.
-La finale di ruba-mazzo con una begogna....-
ansimò chinandosi nuovamentye su di lui, ma anche questa volta
Hanamichi si fece negare.
-Smettila! Ti diverti tanto a prenderti gioco
di me?!- sbottò.
-Non ti sto prendendo in giro, do'hao.- sospirò.
-Ah no? Io... Io ti confido tutto e tu non fai
una piega, anzi, sembri quasi disgustato, precipito e svengo e mi
ritrovo te accanto che dopo pochi secondi ci prova con me, io non
sono un idiota come credi! Ho una dignità, un orgoglio! Non
intendo farmi umiliare così da te!- urlò alzandosi.
-Posso accettare un tuo rifiuto, farmene una
ragione...ma questo, questo è troppo. Non accetterò
di essere preso in giro, nemmeno da te.- si voltò e cominciò
ad allontanarsi cercando di trattenersi dallo scoppiare a piangere,
almeno fino a che non fosse stato fuori dal campo visivo di Rukawa.
-Qualsiasi cosa io faccia, ti faccio sempre
male, vero?- quella domanda dal tono amaro bloccò la sua camminata.
Non si voltò, ma sentì distintamente la camminata felina
di Rukawa che si avvcinava a lui.
-Ho rischiato di perderti per ben due volte.-
sussurrò il volpino cingendogli la vita con le braccia - ed
entrambe le volte è capitato perchè sono stato troppo
lento a capire quello che volevo. Non succederà ancora.- Il
rossino si voltò in quell'abbraccio caldo osservandolo con
incredulità negli occhi blu.
-Cosa stai cercando di dirmi....?- balbettò
speranzoso per poi aggiungere con un sorriso forzato - E guai a te
se tiri fuori una partita di ruba-mazzo con chissàchi perchè
giuro che ti prendo a testate...-
Le labbra di Kaede si arricciarono in un tenero
sorriso prima di sussurrare: -Ti amo, do'hao- suggellando quelle parole
con un bacio.
Hanamichi non riusciva a crederci.
Kaede aveva detto proprio 'Ti amo'. Lo aveva
chiamato anche do'hao, ma su questo poteva passare sopra.
Poteva crederci?
Ma questo pensiero sfiorò a malapena
la suamente: da quando in qua si fermava a riflettere?
Rukawa si era dichiarato, lo stava baciando,
aveva già perso troppo tempo a rimugiunare.
Strinse le braccia attorno alla vita del volpino
rispondendo impacciato al bacio.
In quell'istante credette realmente che il cuore
si fosse fernato nel suo petto.
Quelle labbra dal sapore così dolce lo
stavano cullando come se fosse la creatura più bella del mondo
intero, la sua lingua accarezzava la sua con una tale delicatezza
che pareva quasi avesse paura di offenderlo.
Le sue mani sprofondate nei suoi capelli rossi.
Lo stava trattando come qualcosa di veramente bello, a cui realmente
teneva.
Questa sensazione gli sciolse il cuore. Lo strinse
ancora di più iniziando, senza accorgersene, a piangere.
Andò in contro alle labbra del suo eterno
rivale, lasciando che le sue venissero succhiate e lambite.
Le mani di Rukawa scivolarono sul suo viso,
incorniciandone i tratti. In quell'istante si accorse delle lacrime
dell'Ibrido.
Si staccò dalle labbra del compagno con
sguardo preoccupato, lasciando le mani sulle guancie.
Per qualche istante rimase incantanto: le labbra
erano così rosse e gli occhi socchiusi e lucidi.
I capelli così sensualmente arruffati
e le gote imporporate erano tremendamente sexy.
-Che succede?- chiese con premura. A quelle
parole Hanamichi sorrise sornione:
-Non si vede? Confeziono cioccolata con la marmotta!-Rukawa
emise una bassa risata.
-Do'hao.- anche Hanamichi rise divertito.
-Sei bellissimo...- sussurrò incantato
Kaede per poi tornare a baciarlo.
Un bacio passionale.
Questa volta le labbra del volpino divorarono
quelle del compagno, la sua lingua lottò senza fine, si staccavano
per brevi istanti riprendendo fiato.
Le mani di Kaede sparivano sotto la maglia mezza
sbrindellata del rossino toccando, massaggiando accarezzando tutto
ciò che le sue dita erano in grado di raggiungere.
Hana gemeva nell sua bocca, ansimava perchè
quelle mani pallide avevano il potere di far vibrare ogni sua cellula,
come al comando di una bacchetta magica, lì dove veniva toccato,
si sprigionavano brividi di piacere.
-Kaede...- ansimò quando questi lo spinse
sul prato sdraiandosi su di lui. Il moretto separò le sue labbra
da quelle del rossino guardandolo negli occhi. Era stupendo con i
capelli rosso fuoco in contrasto con l'erba smeralzina, il suo volto
arrossato, le labbra gonfie delle sue premure, gli occhi nocciola
liquidi.
Abbandonato, sotto di lui, con il petto nel
quale avvertiva il cuore pompare a velocità folle contro il
suo.
-Se non vuoi, io non continuo...- lo rassicurò
con voce roca. Hanamichi avvampò circondando il suo collo con
le braccia e tirandolo a se affondando il proprio volto nella spalla
del compagno.
-Ti amo...- ripetè. -Ma io... io non
ho mai...- Rukawa lo sentì arrossire contro la sua spalla e
sorrise dolcemente staccandolo da se per guardarlo negli occhi insolitamente
sfuggenti.
Lo baciò in una casta carezza.
-Sarei onorato di essere il primo- sussurrò
accarezzandogli il volto. Il rossino sorrise imbarazzato. -E anche
l'unico...- lo avvertì. Il numero dieci lo fisso per poi ridere.
-Primo e unico...- lo rassicurò tirandolo
a se e facendosi baciare, abbandonandosi a quelle mani alabastrine
che scoprivano pezzi di pelle bollente.
Le labbra del volpino abbandonarono quelle di
Hanamichi cominciando lentamente a suggere la pelle delicata della
mandibola, per poi scendere ad assaggiare la consistenza di quella
del collo. Le labbra dell'ibrido lasciarono libero un lungo gemito
di piacere nell'avvertire la bocca fresca dell'altro solleticargli
il collo.
Rukawa, nel frattempo, infilò un ginocchio
tra le gambe del compagno che le divaricò istintivamente.
-Dei...- ansimò inarcandosi.
Il timpano di Rukawa fu deliziato da tale sospiro
di piacere che mandò una serie di brividi lungo la schiena
dell'asso. Con un movimento secco delle mani strappò la stoffa
della maglia bianca che indossava Hanamichi liberando il suo petto
dall'indumento ormai inutilizzabile.
-La tua maglietta...- ansimò il rossino.
-Tanto ormai era già rotta- lo tranquillizzò
levandosi anche la propria che andò a posarsi sull'erba verde
con un fruscio. Hanamichi potè ammirare il petto candido del
moro che si ergeva, inginocchiato su di lui, in tutta la sua maetsosa
bellezza. E Rukawa calò su di lui, assaggiando la pelle dei
pettorali, mordendo, leccando, scendendo sempre più verso il
basso.
-Ru...- invocava senza controllo, gli occhi
non potevano stare che chiusi, la luce era troppo forte, gli bruciavano...
Le sue dita artigliarono i fili d'erba che gli
facevano da giaciglio.
Tutti i suoi sensi erano concentrati nei punti
sfiorati da quella lingua impertinente che raccoglieva le piccole
gemme di sudore che inevitabilmente si formavano su quella pelle ambrata.
Il suo membro pulsava come un secondo cuore nei suoi pantaloni, bramoso
di ricevere attenzioni da quel dio alato sopra di lui.
-Kae... ti prego...- implorò il suo carnefice.
-Come vuole il mio do'hao...- sussurrò
sul punto che aveva appena leccato. Un gemito ricompensò il
suo gesto, questo gli diede il permesso di infilare le sue mani nei
pantaloni del ragazzo che prese a dimenarsi inarcando la schiena con
un urlo strozzato.
-Sei sensibile...- lo sfottè il moro
affondando la lingua nel suo ombelico.
Hanamichi urlò nuovamente spalancando
gli occhi quando la mano imperinente infilata saldamente nei suoi
boxer impugnò il membro caldo.
Rukawa gli disse qualcosa, ma il rombo del sangue
che scorreva come un fiume in piena gli impedì di sentire le
sue parole.
Il cuore nel petto martellava impazzito, se
non fosse stato così impegnato a godere, avrebbe certamente
temuto di morire.
Avvertì il volpino sffilargli delicatamente
gli ultimi indumenti rimasti utilizzando solamente una mano dato che
l'altra ancora stringeva il sesso pulsante del rossino.
Sollevò un braccio portandoselo a coprire
il volto mentre il suo respiro andava a trasformarsi sempre più
in una serie di rantoli irregolari.
Sentì la mano che lo aveva tanto a lungo
tenuto in pugno muoversi lentamente costringendolo a tremare ed ad
arcuarsi spingendo di riflesso il bacino verso quella mano. Rukawa
riprese a tempestargli il volto di mille piccoli baci e l'orecchio
dell'ibrido di ansiti spezzati.
Sentì a malapena la mano che gli accarezzava
i glutei, il dito dispettoso che si intrufolava tra i due stuzzicando
l'apertura vergine senza mai violarla veramente.
-Kaede....- ansimò ormai perso nel piacere.
Finalmente il dito lo penetrò, ma Hanamichi
nemmeno se ne accorse continuando a gemere senza controllo.
Un secondo dito raggiunse il primo strappando
ai due un gemito.
Rukawa era basito... il do'hao era così
stretto...così caldo...
Se fino a quel momento era riuscito a tenere
il controllo nulla gli garantiva di riuscirci anche ora.
Vedere Hanamichi totalmente nudo in sua balia
sotto di lui stava mandando letteralmente al massacro il suo autocontrollo.
Per non parlare del fatto che il suo corpo era così deliziosamente
stretto e bollente. L'idea che tra poco sarebbe entrato in quella
guaina di carne fremente lo faceva impazzire.
-Tra poco amore, tra poco- lo rassicurò.
Hanamichi lo fissò negli occhi blu e Kaede seppe che in quell'istante
il suo cuore era fermo. Mai aveva visto gli occhi del do'hao così
lucidi e pieni di passione. Le iridi color cioccolato eranoi screziate
d'oro.
-splendido...- sussurrò sulle labbra
gonfie baciandolo con passione riprendendo il suo massaggio al membro
duro di Sakuragi. Lo violò con un terzo dito e il rossino si
inarcò aggrappandosi alle sue spalle emettendo un gemito non
propriamente di piacere.
-Rilassati...- lo rassicurò. Il do'hao
annuì cercando di respirare lentamente, chiudendo gli occhi,
concentrandosi sul piacere che le mani dell'amato gli donavano, la
dolcezza con cui le sue labbra lo lusingavano. Si rilassò e
Rukawa prese a muovere le dita con delicatezza strappandogli un ansito.
-Ru...- Rukawa lasciò il membro di Hanamichi
che protestò con un mugugnio. Ma Kaede non aveva intenzione
di lasciare a metà il lavoro iniziato. Scese, assaggiando i
pettorali marmorei. Contro le sue labbra avvertì il battito
del cuore del rossino e si soffermò a suggere la pelle particolarmente
sensibile in quel punto. Mosse nuovamente le dita dentro di lui e
questa volta Sakuragi ansimò di piacere.
Riprese il suo cammino verso il basso fino a
raggiungere il membro eretto la cui punta era imperlata di tante goccioline
bianche. Ne baciò la punta con riverenza facendo urlare il
ragazzo sotto di lui. Ne leccò tutta la lunghezza, lo baciò.
Quando capì che il rossino era pronto,
sottrasse le dita da lui il quale protestò con un gemito spezzato.
Si sfilò rapidamente i pantaloni per
poi stendersi totalmente sul corpo bronzeo dell'amante. Al contatto
i due emisero un lungo lamento di piacere.
-Pronto piccolo?- Hanamichi annuì titubante
aggrappandosi alle sue spalle, allargando le gambe in modo che Rukawa
potesse sistemarsi meglio tra di esse. Ansimarono entrambi pesantemente
quando i due membri entrarono in contatto.
Rukawa infilò una mano tra i due corpi
prendendo nuovamente a masturbare il compagno, mentre, lentamente,
premette la punta del suo membro sul piccolo orifizio. Entrò,
dolcemente, allargando poco alla volta quella carne bollente che lo
avvolgeva.
Brividi di piacere puro trapassarono le sue
ossa.
-Kami...- ansimò tendendosi e stringendo,
d'impulso la presa attorno ad Hanamichi facendolo urlare.
Nello stesso istante in cui il numero undici
entrò completamente nel calore dell'altro Hanamichi venne inarcandosi
con violenza e boccheggiando sconvolto.
Luce.
Fu la prima cosa che percepì entrando
in quell'anfratto dal calore intossicante.
Mai si era sentito così completo. Nulla
poteva toccarlo in quel momento, tutto era assolutamente perfetto.
L'urlo di Hana che veniva tra di loro corpi
lo riscosse dallo sconvolgimento.
Avvertì le mani che gli arpionavano le
spalle mollare la presa cadendo sul prato con un fruscio.
Il respiro del rosso farsi sempre più
pesante e difficoltoso.
Kaede rimase immobile qualche istante per farlo
abituare alla nuova presenza nel cuo corpo.
-Tutto...tutto bene...?- si preoccupò
con voce paurosamente incrinata.
L'amante annuì senza forze cingendogli
nuovamente le spalle. Forte di quel segno il volpino assestò
la prima delicata spinta che strappò un urlo di dolore all'amato.
-Andrà meglio...ora...- lo rassicurò
spingendo nuovamente sussultando di piacere.
Non sapeva quanto ancora avrebbe resistito.
Affondò nuovamente, con più forza,
ricevendo un ansito non certo di dolore dal compagno.
-Fallo ancora...- lo implorò. L'eccitazione
di nuovo alle stelle, il sangue tramutato in lava bollente e il desiderio
impellente di sentire Kaede muoversi dentro di lui, di completare
quel puzzle perfetto che erano i loro corpi.
E Rukawa perse ogni freno.
Prese a spingere con foga sentendo nelle sue
orecchie le urla di piacere del rossino che si sovrapponevano alle
sue.
E Hanamichi che urlava e si contorceva cercando
un contatto ancora più approfondito col corpo del volpino sopra
di lui che spingeva aprendolo in due donandogli piacere allo stato
puro.
L'ultima violenta spinta lo fece inarcare di
scatto, i suoi spolmoni si svuotarono urlando mentre il suo corpo
si liberava sul ventre del compagno e i suoi occhi diventavano troppo
sensibili alla luce per restare ancora aperti.
Avvertì il seme di Kaede invaderlo, riempirlo,
marchiarlo lì dove nessuno sarebbe arrivato mai, decretando
l'unione tra i due.
Si accasciarono l'uno sull'altro senza più
forze, i respiri concitati che si rincorrevano, i corpi bagnati intrecciati.
Rukawa trovò la forza di sollevarsi e
liberare l'ibrido della sua presenza per poi lasciarsi cadere accanto
a lui circondandolo con le braccia e baciandone la chioma umida.
-Come ti senti?- domandò premuroso.
-Mai volato tanto alto...- si sentì rispondere
in un sussurro. Sorrise a quelle parole baciandogli ancora la fronte.
-Ti amo-
-Anch'io.- cadde di nuovo il silenzio, le parole
sostituite dalle carezze.
-Non possiamo restare qui: ci prenderemo una
broncopolmonite.- constatò il tiensen dalle ali nere.
-Lo so...-
-Dovremmo alzarci...-
-Già...-
-Prenderemo freddo....-
-Ho sonno Kit...- gemette chiudendo gli occhi
e strofinando la quancia sul petto dell'altro.
-Anche io, ma veramente, qui non possiamo stare...
Dormiremo a casa...- cercò di convincerlo e di convincersi
il volpino. Di alzarsi non aveva la minima voglia. Il rosso sbuffò
facendosi forza sulle braccia mettendosi a sedere seguito a ruota
dal compagno.
Raccolsero i vestiti di malavoglia infilandoseli
pigramente. Hanamichi stava dando le spalle all'amante, quando questi
notò dei segni sulla schiena del do'hao, che prima non aveva
visto. Vo posò sopra una mano percorrendo le due cicatrici
con le dita sentendo il ragazzo fremere sotto le sue carezze.
-Quando te le sei fatte?- volle sapere preoccupato.
Sakuragi si voltò sorridendogli abbracciandolo
e lasciandosi cullare.
-Sono i ricordi dei due interventi...- spiegò.
-Quali interventi?- chiese sempre più
allarmato stringendolo con maggiore forza a se.
-Questa estate, alla schiena.-
-Non sapevo ti avessero operato....-
-Non lo sa nessuno, a parte Anzai, ovvio.-
-Ti ha fatto molto male?-
-Dopo che mi hanno sparato, sinceramente, sembra
una bazzecola..- scherzò.
-Ora però stai bene, vero?- Hanamichi
annuì contro la sua spalla.
-Perfettamente guarito! Sono il tensai dopotutto-
ma queste sue parole non avevano il tono dei suoi soliti sproloqui,
un tono dolce, vellutato.
I due si staccarono e Kaede raccolse le due
magliette sbrindellate: liberare le ali le aveva rotte praticamente
del tutto.
-Mi sa che ce la prendiamo lo stesso la broncopolmonite...-
borbottò Hanamichi ricevendo una scrollata di spalle in risposta.
-Basta che ci muoviamo a tornare a casa prima
che faccia buio.... a piedi!- specificò quando vide il rossino
prepararsi a spiegare le ali.
-Cosa?! Ma ci impiegheremo una vita!- contestò.
-Non se ne parla neanche! Sei troppo debole!-
-No che non lo sono!- ma l'occhiata intransigente
dell'altro lo fece capitolare. Forse non aveva tutti i torti. -Uffa...-
brontolò incamminandosi.
-Che gusto ci sarà ad avere le ali se
tanto non posso usarle, dico io!- Non fece in tempo a girarsi per
dire a Kaede di muoversi che, in un turbinio di piume nere il compagno
lo sollevò in braccio da terra volando sopra la pineta ad elevata
velocità.
-Ehi!!! Non sono invalido!!!- urlò per
farsi sentire.
-Zitto e reggiti forte!- Borbottando insulti
alle stupidi volpi megalomani Hana si avvinghiò al collo dell'amante
lasciandosi cullare dal suono regolare con cui le ali sbattevano e
il profumo inebriante del compagno che lo stringeva a se con forza
e dolcezza.
Si sentiva protetto, da tutto e da tutti.
Strinse inconsciamente la presa su Kaede pensando
a come ora, fosse finalmente felice.
Aveva l'amore della sua volpe, Rukawa lo amava
veramente, non gli aveva mentito. Si preoccupava per lui, gli dedicava
mille attenzioni e lo guardava come se lui fosse il suo mondo.
E mentre il suo amante sfrecciava nel cielo
riportandolo alla baita, si addormentò, con il sorriso sulle
labbra pensando al fatto che mai era stato così contento di
essere un Ibrido...
FINE
E finalmente anche questa me la sono levata...-.-
la lemon fa schifo, ma meglio di così non esce... il capitolo
era pronto da mesi, ma la lemon mancava... oddio...sarebbe anche stato
meglio visto come è venuta! Ci sono stata su 3 giorni! scrivevo
una riga all'ora!
Bah... speriamo vi piaccia!
Bye bye by Eny
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