PAIRING: RuHana
RAITING: Nc-17
DISCLAMEIRS: I personaggi non mi appartengono,
non ci sono scopi di lucro e non ci guadagno assolutamente un mandarino
secco... Scrivo per sadismo!
NOTE:Today's Ria Day! auguri ria! ( aspettavo
ancora un po' e sto capitolo arrivava per il prossimo compleanno...-.-)
Tiensen IV
di Eny
Mangiare gli aveva restituito un bel po' di
forze.
Nonchè un discreto umore. Doveva ammettere che Rukawa ai fornelli
non se la cavava poi così male come aveva sempre immagionato.
Anche se bendato non aveva incontrato poi troppe difficoltà
a mangiare. Avevano pranzato in silenzio, lui a letto e Kaede sulla
sedia accanto al giaciglio. Unico rumore l'applauso saltuario di posate
contro piatti.
-Non ti facevo capace di cucinare. Certo non potrai mai superare il
tensai ai fornelli, ma ti concedo il fatto che era discreta!- commentò
con la sua solita aria da spaccone.
-Do'hao. Se cucini bene come giochi a basket, mi stupisco che tu non
sia morto prima...-
-Come osi?! Io sono un fenomeno a cucinare! Non mi batte nessuno!-
-Certo!- rispose ironicamente Rukawa portando via i piatti.
-Torna subito qui volpe! Non ti permetto di offendermi!!! Io sono
imbattibile sia a basket che hai fornelli!-
-Mpf... do'hao...- e sparì oltre la porta. Hanamichi digrignò
i denti e poi mostro la linguaccia con tutta la verve che la sua condizione
gli concedeva. Si lasciò cadere sui cuscini con uno sbuffo.
Rukawa gliene aveva portati parecchi per farlo stare più comodo.
Con un gemito soddisfatto si sfilò la benda lasciandola a penzoloni
al collo. Gli occhi restarono socchiusi per alcuni attimi, poi Hanamichi
sbattè più volte le palpebre per abituarsi a vedere
di nuovo.
Si sentiva bene.
E non fisicamente, non solo. Era sereno. Lì, con Rukawa, senza
litigare più di tanto, punzecchiandosi solamente. Una bella
baita in mezzo ai monti.
Sì, si sentiva sereno, uno stato di euforia controllata, da
cui traeva gioia e pace. I suoi problemi non lo sfioravano più
di tanto.
Inspirò a pieni polmoni e questo gli costò qualche saltuaria
fitta ma neppure troppo violenta. Stava evidentemento guarendo. Controllò
le ali muovendole leggermente per non creare danni. Rispondevano abbastanza
prontamente e l'ala sinistra, si stava piano piano rimettendo. Lì
dove c'erano i buchi esangui lasciati dai proiettili si stavano ricostituendo:
sottili fibre di pelle scura collegavano le sponde opposte dei fori
ricostituendo la sottile membrana piano piano.
Quella destra invece doleva ancora. Al contrario dell'ala demoniaca
che era quasi priva di terminazioni nervose per il quale non sentiva
dolore, quella destra invece ne aveva. In più era mezza spennata.
-Sembra l'ala di un tacchino il giorno del ringraziamento...- borbottò
tra se sperando che le piume crescessero in fretta. Aveva sempre tenuto
molto alle sue ali, soprattutto a quella destra che gli ricordava
le ali della madre che aveva visto solo in fotografia.
Sentì Rukawa entrare nella stanza e si riaffrettò a
rimettersi la benda nera.
-Come vanno le ali?- chiese ricordandosi che quando era entrato lo
aveva visto osservarle scrupoloso.
-Mh? Oh! Molto meglio, quella destra sembra quella di un tacchino
spennato, ma non è ridotta malissimo. Quella sinistra ormai
è quasi completamente guarita. Credo che tra un paio di giorni
sarò come nuovo!- diagnosticò stiracchiandosi.
-Mh... meglio così. Così poi ci dormi tu sul divano.-
borbottò.
-Come scusa?- chiese perplesso il rossino.
-Tsk! Non vorrai andartene subito dopo guarito? Non mi va di ritrovarti
spalmato sul cemento come burro perchè non avevi la forza di
volare! E poi bisogna aspettare che le acque si calmino. Ayako mi
ha detto che la situazione è complicata a Kanagawa: troppe
domande. Lei e gli altri ti salutano e si raccomandano di guarire
che servi per il campionato. Tra le altre cose, sono stufo di dormire
sul divano, appena guarisci mi riprendo il mio letto!- raccontò
con voce atona, quasi annoiata, come suo solito, come se fosse del
tutto indifferente a quello che raccontava.
-Ehi! Come sarebbe a dire?! Io non mi spalmo sul cemento! Hai sentito
Ayako?!- domandò sinceramente sorpreso.
-Certo che l'ho sentita!- rimbeccò piccato -Ho dovuto pur dirle
che non avevi tirato le cuoia!-
-Maledetta volpastra!!! Volevo parlarci io con Ayako! Perchè
non me l'hai passata quando le hai telefonato?!-
-Perchè non le ho telefonato! Sono andato a Kanagawa volando,
dove credi che abbia preso il tuo pranzo?-
-Ma allora non sai cucinare un bel tubo! Hai comprato tutto in rosticceria!
Volpe imbrogliona!-
-Io non ho mai detto di saper cucinare ne tanto meno di aver cucinato.
Sei tu che sei il solito visionario! E comunque non scaldarti troppo:
se ti agiti non guarisci e io rivoglio il mio letto-
-Come sarebbe a dire il tuo letto?!- chiese confuso.
-Quello su cui dormi è il mio letto, e io sono stanco di dormire
sul divano.- spiegò nuovamente.
-Sul divano?! Cioè... io dormo nel TUO letto e TU dormi sul
divano?!-
-Mmm! Che perspicacia! E solo dopo la terza volta che te l'ho detto!-
lo beccò sarcastico.
-Ma scusa non hai un altro letto?-
-Questa è una baita rifugio, non una villa! No che non c'è
un altro letto!-Sakuragi scoppiò a ridere sinceramente divertito.
-Cioè...- ansimò con le lacrime agli occhi. -Fammi capire
bene: il volpastro malefico dorme...su un divano?! Cioè...
conosci la differenza tra un divano e un letto...dopo che sei capace
di addormentarti sulla bicicletta e sul banco?!- domandò sconquassato
dalle risate, piegato in due mentre si teneva lo stomaco indolenzito.
-Cosa c'è da ridere do'hao?!- ringhiò.
-Hihihi... oddio... questa è da raccontare: la kitsune detentrice
di record mondiale di 'indovina dove mi sono appisolato oggi' dopo
aver battuto gli acerrimi avversari addormentandosi sul sellino della
bici, si lamenta di trovare scomodo il divano e di voler dormire sul
letto!' Non so... hai provato a dormire a cavalcioni su un ramo d'albero?
Magari sei più a tuo agio!- lo sfottè.
-Il do'hao detentore del recordo mondiale di 'indovina quanto l'ho
sparata grossa oggi' dopo aver stupito il mondo con le sue affermazioni
di genialità in uno sport, alias il basket, dove fatica a distinguere
la sua metà campo, e sostenitore accanito della teoria che
lo vorrebbe il più forte di tutti, sostiene ancora di essere
un Tensai indiscusso dopo che in cinque secondi netti si è
fatto ridurre a un colabrodo umano da dei palombari da terra! Non
so, prova a fare lo scolapasta, magari ti va meglio.- rispose sarcastico.
-Ah si? Sei una Kitsune presuntuosa e insopportabile! Snob e glaciale!-
-Tsk. Non è vero. E comunque sei un idiota.
-Stupida volpe malefica!-
-Do'hao mentecatto!-
-Esibizionista!-
-Ha parlato il modesto!-
-Schiappa!-
-Regina dei falli-
-Spompato!-
-Colabrodo-
-Narcolettico-
-Tinto-
-Cosa?- chiese sconcertato.
-Tinto!-ripetè Rukawa sbuffando.
-Io non sono tinto!- rimbeccò offeso.
-Si certo!- Rukawa lo punzecchiò volutamente conscio che l'altro
non potesse vedere lo sguardo scintillante nei suoi occhi. Voleva
divertirsi un po', e il do'hao era assoluatmente meraviglioso quando
arrossiva. Ovviamente sapeva che Hana non era tinto, ma il suo piano
prevedeva che il piccolo do'hao credesse il contrario.
-Non è vero! Io sono rosso naturale!- insistette Hanamichi.
-Non ci credo.-
-Come non ci credi! Guarda che sono veramente rossi naturali! Li ho
presi dalla mia bisnonna che era irlandese! Sono rossi ti dico! E
ne vado molto fiero!- aggiunse.
-Ah si?- domandò ferino.
-Certo!- asserì convinto.
-Voglio una prova.- pretese Rukawa con voce sempre più inquietante
e stranamente sensuale, ma lungi dall'Ibrido accorgersene.
-Una prova? E che prova vorresti sentiamo!- sbuffò seccato.
Kaede si alzò dalla sedia sedendosi sul letto accanto ad Hanamichi
e avvicinandosi con sguardo divertito negli occhi: tanto l'altro non
poteva vedere. Non fece caso che il ragazzo aveva deglutito a vuoto
quando aveva avvertito le molle del letto protestare quando Rukawa
ci si era seduto sopra accannto a lui. Sentì il suo calore
avvicinarsi e inconsciamente si allontanò.
-Togliti i pantaloni...- sussurrò il moretto suadente al suo
orecchio. Come aveva previsto, il rossino avvampò sconvolto,
dimostrando che la tinta del suo volto era naturale come i suoi capelli.
-C..cosa scusa?!- cominciava a stare male. La testa era troppo leggera,
o troppo pesante, non riusciva a capirlo. Sentiva un vago senso di
nausa e pareva che i suoi polmoni si fossero atrofizzati.
-I pantaloni.. levateli- proseguì il moretto.
-I..io...c..cioè... s.. MA SE IMPAZZITO?!- sbottò strappandosi
da viva forza dalla svenevole situazione. -MA TI PAIONO COSE DA CHIEDERE?!-
urlò sconvolto ansimando per la vergogna.
Rukawa sogghignò soddisfatto alzandosi dal letto e allontanandosi.
-Scherzavo, do'hao...- gli confesso sadicamente.
-Tu?! Scherzavi?! Tu sai scherzare?!?!?!-
Kaede gli rivolse un sorriso molto malizioso che ovviamente sfuggì
al rossino ancora in stato di shock profondo.
-Oh ma io, do'hao, so fare un sacco di cose.- gli confidò languido
prima di uscire dalla stanza.
Hanamichi rimase allibito e senza parole.
Non sapeva semplicemente cosa dire, ne tanto meno, cosa pensare.
Dire che era sconvolto era poco.
Si riprese dopo pochi secondo dall'uscita del volpino, e, giusto per
tentare di recuperare i frammenti minuscoli della sua dignità
urlò di rimando:
-E NON CHIAMARMI DO'HAO!!!-
Come era prevedibile, non ottenne risposta.
-Oh Kami...- gemette lasciandosi cadere a peso morto sui cuscini.
Si coprì il volto bollente con le mani tentando di riportare
il suo volto a un colorito naturale, senza riuscirci.
Rukawa lo aveva preso in giro!
Non ci poteva credere! Lui moriva d'amore per lui! In tutti i sensi,
tra l'altro, e quello stupido volpino diabolico lo prendeva in giro!
Non l'aveva mai fatto ma proprio ORA, lui doveva imparare a scherzare!
Logico! Assolutamente matematico!
Insomma, era di lui che si stava parlando! Di Hanamichi Sakuragi,
colui che MOLTO probabilmente quando era nato lo aveva fatto sotto
la stella di Paperino!
-Muoio...giuro che ora muoio, non l'ho fatto crivellato di colpi,
ma lo faccio ora per colpa della volpe hentai!- borbottò sconnessamente.
Quando aveva sentito quelle parole dette dal volpino, al suo orecchio,
aveva seriamente temuto di svenire di nuovo.
Per un istante aveva avuto il terrore fossero state vere.
Era un pesniero quasi assurdo, lo sapeva, ma aveva veramente avuto
paura.
Lo amava e non desiderava cosa più grande al mondo che poter
essere ricambiato ma...
Ma in quel momento, l'idea di poter godere dell'affetto del volpino,
lo avevano spaventato.
Insomma...non aveva esperienza, non sapeva come bisognava comportarsi.
Non avrebbe saputo cosa dire, cosa fare, come muoversi.
Per quanto si spacciasse per il duro&puro, era un gran insicuro.
Probabilmente aveva corteggiato quelle ragazzine sapendo che gli avrebbero
detto di no.
Non lo sapeva neppure lui perchè, ma aveva paura di essere
corrisposto.
Si diede dello stupido: Rukawa stava scherzando, era logico che non
facesse sul serio. Era matematicamente impossibile che il volpino
si innamorasse di lui.
Era in una botte di ferro.
Nonostante ciò, però, appena le parole scherzose di
Kaede gli tornavano in mente, non poteva fare a meno di sentire lo
stomaco attorcigliarsi e spargere brividi per tutto il corpo.
Mugugnò demoralizzato portandosi le coperte fin sopra il capo
e voltandosi verso il muro tentando di riposare un po'.
-Fantastico...- mugugnò sarcastico -mi sono innamorato di lui,
e vorrei che mi ricambiasse, ma ho paura che lo faccia! Complimenti
Hanamichi! Sei veramente fenomenale!- continuò schernendosi,
infierendo su se stesso.
-Che sta mugugnando?- domandò il volpino rientrando nella stanza
senza che Hanamichi, troppo preso dalla sua penitenza, se ne accorgesse.
A sentire la voce del moretto così vicina, il rossino scattò
seduto in preda al panico.
-Hai sentito quello che ho detto?!-domandò con voce stridula.
Ma quanto era idiota!!! Pensava pure a voce altra ora! E per di più
il soggetto dei suoi discorsi era il proprietario della casa, il suo
acerrimo rivale, il suo amore impossibile, il suo salvatore, tutto
in una persona e soprattutto IN QUELLA CASA!
Rukawa alzò un sopracciglio corrucciato.
-No... te l'ha mai detto nessuno che hai le patate in bocca quando
parli?- lo prese in giro.
-Oh...- commentò l'altro sollevato -Oh..bhe... si.. a me piacciono
le patate...-blaterò arrossendo e volgendo il capo da un'altra
parte.
Rukawa incrociò le braccia spostando il peso da un piede all'altro
aggrottando la fronte, per poi ghignare in modo malizioso, ovviamente
senza che l'altro potese vederlo:
-Do'hao che stavi facendo per sentirti come un ladro con le mani nel
sacco?- lo provocò. Sakuragi sussultò arrossendo all'istante.
-N...Nulla... che avrei dovuto fare?-
-Do'hao... Non stavi mica praticando il fai da te nel MIO letto?-
infierì fingendosi sospettoso e disgustato
-Ma figurati se mi metto a fare bricolage nel tuo letto!- sbottò
senza comprendere il vero significato delle parole del compagno. -Ma
certo che sei una volpe stupida!-
Rukawa momentaneamente rimase sorpreso dall'ingenuità del giovane,
o dalla stupidità, per poi scuotere il capo rassegnmato e sogghignare
un-Do'hao- tra il divertito e l'esasperato.
-Ehi! Come ti permetti! Sei tu che fai domande strane sul Fai da...-
si bloccò improvvisamente conscio, solo ora, della vera domanda
del volpino. Il volto avvampò come se fosse stata accesa una
miccia.
-MA SEI DEFICENTE?!?!?!?!?- Sbottò imbarazzato. - M...MA CHE
TI SALTA IN MENTE?!?!? IO FARE...NEL TUO LETTO POI?!?!- continuò
paonazzo col fiato corto.
-E allora che avevi da sobbalzare?- rimbeccò il volpino.
-N...nulla...- mentì abbassando il capo, ritrovando nuovamente
il ruolo di inquisito che Rukawa gli aveva affidato negli ultimi due
minuti.
-Do'hao...- lo rimproverò bonariamente. Vedendo che dalla testa
rossa non giungeva risposta, il suo viso si aggravò. Hanamichi
teneva il capo basso e stringeva le lenzuola in modo quasi disperato.
-Hanamichi...?- azzardò avvicinandosi al letto.
-Io...- cominciò deciso a portare a termine quell'agonia. Con
un imput di follia coraggio decise di vuotare il sacco.
Fortunatamente era quasi guarito e quindi avrebbe potuto andarsene
subito dopo la sua confessione.
Non voleva più mentire, vivere nell'ombra.
Rukawa lo aveva salvato e non aveva fatto domande come lui aveva chiesto.
Non voleva e non poteva mentirgli ancora.
Non poteva lasciargli credere che veramente lo odiasse.
Non poteva lasciargli credere che le lacrime versate fossero solo
per il dolore fisico, che il suo malessere fosse soltanto corporeo.
-Io... mi stavo solo dando dell'idiota.- soffiò.
-Perchè?- lo incitò Rukawa. Hanamichi sorrise amaramente.
-Vorrei parlare fuori, sul prato, se non ti dispiace.- chiese.
-Va bene- accordò il volpino avvicinandosi a lui e aiutandolo
ad alzarsi. Sakuragi scostò le coperte sedendosi senza troppa
fatica sul bordo del materasso. Inspirò profondamente e le
ali si ritirarono ubbidienti nel corpo del giovane. Kaede si fece
passare il braccio sinistro del rossino attorno al collo aiutandolo
ad alzarsi.
In silenzio religioso si doressero verso l'uscita del piccolo rifugio
lentamente, per non affaticare troppo l'Ibrido ancora in convalescenza.
Rukawa aprì la porta e finalemnte Hanamichi respirò
l'aria della montagna, fresca e rarefatta che gli carezzava il voso
e il torace coperto solo dalle bende. Prese una possente boccata d'aria
rabbrividendo al contatto con l'aria forse troppo fresca.
-Sediamoci lì, poi entro a prenderti una coperta. Non è
bene farti prendere freddo.- lo informò Kaede avvertendo il
suo tremito.
Hana si sedette aiutato dal compagno che sparì nella baita
per pochi secondi, prima che lo risentisse urscire e poggiargli sulle
spalle una calda coperta.
-Grazie.- disse solo aspettando che l'altro si sedesse. Si strinse
nella coperta sospirando per poi sfilarsi la benda con movimento lento.
-Ehi..- tentò di fermarlo il volpino. Ma il rosso se la tolse,
e, senza guardarlo, gliela restituì fissando il paesaggio di
fronte a se.
-Tranquillo- lo rassicurò -Non c'è pericolo, finchè
non ti guardo negli occhi.- confessò abbassando il capo. Rukawa
prese la benda titubande, senza fare domande per quelle parole. Sarebbe
stato l'altro a rivelare ogni cosa.
-Ti ho chiesto di non fare domande finchè non fossi stato pronto
a darti risposte, e non me le hai fatte. Ora voglio dartele. Mi hai
salvato senza poretendere nulla, hai rischiato la tua vita, ti sei
scoperto per me, per uno che ha sempre urlato a tutti di odiarti e
che nemmeno tu hai mai apprezzato. Eppure mi hai salvato.- cominciò
con lo sguardo incatenato al paesaggio.
-Non so perchè lo hai fatto, ma te ne sono grato.- abbassò
lo sguardo sentendo il peso delle sue parole pressargli sulle spalle.
-Non volevo che mi chiedessi nulla perchè non volevo mentirti,
e invece, sono finito per farlo lo stesso.- sussurrò colpevole.
Kaede sollevò un sopracciglio non capendo.
-Non ti ho salvato per avere quqalcosa in cambio. Non mi devi nulla.
Se non ti va di parlare non ti obbligo a farlo. Ti ripeto che non
mi devi nulla.- spiegò Rukawa ostentando calma e indifferenza,
quando invece era lungi da lui provare ciò.
-Rispondo alle tue domande perchè voglio farlo, voglio darti
le risposti che meriti, voglio...liberarmi- ammise. -Mettila così,
egoisticamente parlando voglio liberare la mia coscienza.- aggiunse
mesto.
-Ti ascolto.-
-Mi davo dell'idiota in camera, pensavo a voce alta perchè...
bhe...sono un'idiota. Ho sempre urlato ai quattro venti che ti odiavo,
che non ti sopportavo, e solo ora mi rendo conto che non lo facevo
per far rendere conto agli altri di questo, in realtà tentavo
di convincere me stesso. Solo col senno di poi me ne sono accorto.
Esattamente quando sono stato colpiato dai proiettili. Come sai sono
un ibrido.
Gli ibridi sono creature maledette dalla natura e hanno quello che
gergalmente viene chiamato 'Tabù degli ibridi'. Una sorta di
marchio, di castigo... La lettera scarlatta degli impuri, il marchio
dei pirati per noi mezzosangue, oltre all'ala demoniaca si intende.-
si interruppe un attimo a respirare. Ora arrivava la parte difficile,
il vero nocciolo della questione, il bandolo della matassa di dolore
e angoscia che aveva nello stomaco.
-Ho perso i poteri e, di conseguenza, sono stato colpito per colpa
del tabù. Il tabù dice che... che gli ibridi.- la voce
gli si ruppe in gola. Strinse gli occhi e sputò tutto di un
fiato raggomitolandosi nella pesante coperta. -Gli ibridi perdono
ogni potere se gaurdano negli occhi la persona di cui sono innamorati!
Io... io ho capito quello che provavo per te quando ti ho fissato
negli occhi dall'alto, in cielo. L'avevo sempre nascosto a me stesso,
ma non posso ingannare la mia condanna. Ti amo. E non lo dico semplicemente
perchè ho perso i poteri. Io, ti amo davvero e mi dispiace
di aveti ingannato, di avrtelo tenuto nascosto ma... avevo paura.Avevo
paura che quella sottile sintonia che si era creata si spezzasse,
che avresti ripreso ad odiarmi che...mi avessi allontanato del tutto.
Perdonami Rukawa...-
continua...
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