Con questo orrore di fic scritta dopo
un periodo di pausa forzata, voglio augurare i migliori auguri alla cara
Ria che è davvero una gran donna!^^
Il pairing è ovviamente RuHana (non che io avrei scritto altro...) e il genere è fantasy, spero sinceramente che ti piaccia!^^ Ancora i migliori auguri!^^ Tiensen II
di Eny Rukawa strinse i pugni con tutta la forza che aveva conficcandosi le unghie nella carne per l'ansia. Era sconvolto. Non tanto per la natura del rossino, anzi, per quello era rimasto piacevolmente sorpreso, ma per la sua abilità. Volare in modo tanto agile con due ali totalmente diverse, non era facile, anzi, era cosa quasi impossibile. Non ne sapeva molto di Ibridi, anzi, praticamente nulla. Aveva solo distrattamente prestato orecchio alle spiegazioni della madre a riguardo, non gli era mai interessato molto l'argomento. Le uniche cose che ricordava era che gli ibridi erano molto rari, non perchè non ne nascessero, ma perchè i più morivano in giovane età. -Forza do'hao...- sussurrò a denti stretti osservando le mirabolanti prodezze con cui Hanamichi schivava ogni colpo. Voleva aiutarlo, avrebbe sinceramente voluto, ma avrebbe rischiato di mettersi anch'egli in enormi guai: avrebbe scatenato un putiferio. La sua coscenza e la sua lucidità stavano facendo letteralmente a botte. Sentiva il potere ruggire nelle vene furioso come mai era stato, potente come mai l'aveva sentito. Trattenne il fiato quando Sakuragi si voltò di scatto innalzando la barriera. -Do'hao... scappa!!-sibilò quasi implorante. Vide con il cuore in gola le pallottole infrangersi contro la sua barriera. Vide Hanamichi con uno sguardo preoccupato, arrabbiato, quasi pentito. Lo vite scuotere la testa prima che quei caldi occhi nocciola si soffermassero nei suoi. In quel momento sentì un'energia inspiegabile diffondersi in lui. Osservò quegli occhi enormi spalancarsi ancora di più. Anche a quella distanza vide le pagliuzze dorate che davano allo sguardo una calda tonalità nocciola. Vide un mare di cioccolato caldo tingersi d'imbarazzo e stupore. Bramava un contatto con lui. Non desiderava altro che fondersi con quegli occhi dorati. Annullarsi in loro. Quegli occhi erano magnetici, profondi. Segnati da una forza straordinaria velati di tristezza e paura. Quegli occhi brillanti splendenti della luce della vita. E poi lo vide. Qualcosa spezzarsi drasticamente. Qualcosa spegnersi di botto. Con terrore vide il suo potere spegnersi e la barriera scomparire. Con panico osservò i proiettili colpirlo in pieno, mentre quegli occhi prima che spalancarsi per il dolore, lo furono per la sorpesa. Lo vide mormorare qualcosa e perdere dolorosamente i sensi. Ossevò impotente la sua caduta libera verso il suolo con l'ala candida macchiata di sangue. Ad ogni metro la sua anima si lacerava urlando. Un angelo candido che dal cielo cadeva all'inferno. Il suo riespiro si mozzo violentemente, i polmoni ancora contratti dolorosamente, la gola tragicamente chiusa mentre il corpo di Hanamichi cadeva privo di sensi verso il suolo. Almeno sperava che fosse solo privo di sensi... -Aventi!!! Catturatelo!- urlò lo scienziato esaltato mentre tra se sbottava un vittorioso -Ti abbiamo bastardo!- Ayako urlò affranta accasciandosi al suolo mentre gli altri non poetvano far altro che guardare impotenti. Ma lui poteva fare qualcosa. E lo fece. -Tu...-Ringhiò furioso scattando in avanti verso il luogo d'impatto dove presto Hanamichi sarebbe caduto. -..Sei...- continuò levandosi rabbioso la maglietta nera che cadde a terra rivelando il torace latteo. -...Un...- sbottò spiccando un salto. -...Do'hao!!!- urlò mentre sulla sua schiena si spalancavano possenti un paio di ali dalle piume nere come l'ebano. Pieno di rabbià sbattè un'unica, furiosa volta le sue immense e magnifiche ali slanciandosi veloce verso Hanamichi. Piume nere vorticarono furiose per poi lasciarsi cadere dolcemente verso il suolo. La sua velocità fu rallentata giusto per un istante, quando tra le sue braccia precibitò Hanamichi totalmente inerme, le ali diverse abbandonate alla forza di gravità, mentre le piume nivee si tingevano immancabilmente di rosso cupo, lo stesso rosso che violava l'immacolato petto bronzeo. A terra, i componenti dell shohoku non potevano che spalancare la bocca a quello spettacolo. Stupendi. Era l'unica parola che poteva venire un mente loro osservando quel Lucifero dagli occhi di ghiaccio, con le ali nere spiegate ad oscurare il sole, con in braccio un inerme angelo segnato da un castigo, come se l'avesse contaminato con chissà quale malignità. Eppure, proprio quel diavolo tentatore aveva salvato la vita alla creatura celeste. -Ce ne sono due!Sparate!Sparate!- sbraitò esaltato pregustando il suo successo scientifico. Peccato che Rukawa non aveva nessuna intenzione di diventare un trofeo. Sentì col cuore stretto nel petto un gemito strozzato di dolore da parte del rossino che si inarcò sofferente tra le sue braccia. -La pagheranno...- sibilò furente girandosi di scatto bloccando dietro di se i raggi del sole che si infransero contro la sua schiena stagliando minacciosa la sua ombra sul cemento. -Molto, molto cara!- Vide le pallottole avvicinarsi e i suoi occhi si ridussero a due fessure inquietanti. I proiettili si disintegrarono mentre le sue iridi passarono dal blu cobalto al nero pece. Strinse a se il corpo di Hanamichi con il braccio sinistro, lasciando le sue gambe a penzoloni nel vuoto, il corpo inarcato e la testa gettata all'indietro, Lungo il braccio destro di Hanamichi, colava cupo e implacabile sangue. Percorreva ogni centimetro di quella pelle dorata sempre più pallida. Le gocce purpuree giunsero al polso, percorrendo le dita affusolate, fino a staccarti come piccole ciliege precipitando nel vuoto. Pareva una vittima sacrificale nelle braccia del dio a cui era stata offerta in dono... Rukawa stese il braccio sinistro a palmo aperto verso i loro assalitori, che, ingenuamente, continuavano imperterriti a sparare convinti di poterli colpire. -Stupidi...- bisbigliò con un ghigno quasi crudele mentre dal suo palmo aperto si generò, come se il braccio fosse stato spinto a stendersi con inaudita violenza, un'onda d'urto pulsante che si infranse contro i soldati facendoli cadere a terra privi di sensi. Neppure l'uomo vestito di nero fece eccezione schiantandosi seccamente al suolo. -Chiamate la polizia.- urlò Rukawa dall'alto. -A lui...- disse guardando Hanamichi abbandonato tra le sue braccia con il volto contratto dal dolore -Penso io..- senza aspettare risposta si allontanò a grande velocità sbattendo violentemente le ali aquistanto rapidità. **** Sakuragi riemerse lentamente dall'incorscenza socchiudendo appena gli occhi. Sentì il vento sferzargli sulla nuca, eppure non sentiva freddo: Due forti braccia lo tenevano stretto a se cosicchè Hanamichi poggiasse il volto nell'incavo della spalla di Rukawa. Le braccia candide del volpino lo proteggievano come una coperta calda, sembravano attutire perfino il pulsante dolore che gli squarciava il petto e le ali. Hanamichi era intontio, ricordava poco di quello successo. -Rukawa...- sussurrò con voce impastata, ancora non del tutto libero dalle maglie vischiose dell'incoscenza, così piano che l'ululato del vento facilmente sovverchiò la sua esclamazione. La vista sfocata e stanca si posò sulle ali nere come la pece. La mente intorpidita registrò lentamente il particolare delle piume d'ebano delle ali scure che sbattevano ritmicamente con potenza. Il rossino sorrise con ironica stanchezza versando una sola lacrima che venne prontamente rapita dal vento. -Sono un do'hao...- bisbigliò prima che il suo mondo tornasse nero.
Rukawa volava furiosamente per il cielo verso quello che considerava il suo rifugio. Sbatteva con foga le enorme ali nere ignorando i muscoli che dolevano, volando sopra le nuvole bianche per non essere visto da terra. Il do'hao stretto tra le braccia diventava sempre più freddo e temeva non fosse solo per la bassa temperatura che c'era a quella quota. Stava perdendo molto sangue e, per qualche strana ragione, i poteri del Tiensen tra le sue braccia sembravano scomparsi improvvisamente e, quindi, non in grado di curare le ferite del rossino. Aveva paura. Una paura immensa e logorrante che lo costringeva ogni tanto ad acutizzare le sue percezioni tattili per avvertire se il cuore del rossino battesse ancora. -Forza do'hao. Hai resistito a tante di quelle legnate... Non puoi mollare ora...- sibilò guardando con ansia il suo volto pallido, il sangue seccato sul suo petto e sulle braccia, le sue ali macchiate di rosso. Non mancava molto ormai, erano quasi arrivati. Rukawa aveva una piccola casetta tra le montagne che usava per rifugiarsi quando aveva il bisogno di sgranchire i suoi poteri e le ali. Era un posto spertudo in una valle circondata dai boschi. Lì avrebbe potuto curare Hanamichi senza problemi ne intoppi. Un sussulto proveniente dal corpo tra le sue braccia lo costrinse ad abbassare lo sguardo. Il volto di Hanamichi era pallido, pallidissimo. Il suo respiro esa reso difficoltoso dall'alta quota a cui volavano. Con una violenta imprecazione Rukawa si abbassò verso terra, notando, con sollievo, che erano quasi arrivati: sotto di lui sterminate valli e laghetti cristallini contornati da ciuffi di boscaglia più o meno fitte. -Ti prego...- implorò osservando terrorizzato Sakuragi perdere man mano le forze e la vita -non morire, Hana...- ******** Hanamichi riaprì lentamente gli occhi, sbattendo più volte le palpebre per abituarsi alla penombra. Non riusciva a capire dove era finito. Era morto? No... il dolore alle ali e al petto era abbastanza forte, ergo, doveva essere ancora vivo. Spostò lo sguardo per la sala: l'arredamento era abbastanza semplice, interamente di legno come se si trovasse in una vecchia capanna. Vide che la finestra era stata chiusa con delle imposte e da esse filtrava a stento qualche raggio di luce rossastro, segno, evidentemente, che era il tramonto. Non aveva idea di quanto aveva dormito,e, francamente, ricordava vagamente ciò che era successo. Piano piano i ricordi riaffiorarono in lui: Due ali nere... Piume corvine come i capelli serici. Due braccia nivee che lo stringevno a se proteggiendolo dal gelo e dal dolore. Due occhi magnetici di un blu profondo. Rukawa! Rukawa l'aveva salvato! E come lui era...un Tiensen! No. Si corresse, non era come lui. Lui era un misero ibrido, errore della natura. Rukawa era ciò che di più puro potesse esistere. Un Tiensen dalle ali dalle piume nere. E lui...lui era un idiota della peggior specie! Come aveva potuto... -Ti sei svegliato.- constatò la voce del volpino interrompendo i suoi cupi pensieri. Si voltò di scatto verso Kaede provocando una fitta al torace che lo fece gemere. -Stai attento a muoverti: ti hanno sparato, non dimenticarlo.- lo ammonì avvicinandosi. Appena Hanamichi lo vide avvolto dalla penombra spalancò gli occhi impallidendo, per poi voltare il capo. Rukawa si fermò alzando stupito un sopracciglio: lui l'aveva salvato e quel do'hao non voleva neppure vederlo! -Che diavolo ti prende?- domandò risentito da quel gesto. Hanamichi strinse i pugni. Che diavolo di situazione era quella! -N..nulla... io..- balbettò tentando di mettersi a sedere. Una fitta all'ala destra e al petto lo fece desistere e ricadere pesantemente sulle lenzuola con un urlo strozzato. -Do'hao!- lo rimbrottò Rukawa avvicinandosi velocemente al letto. -ti hanno sparato!- gli ricordò bruscamente inchiodandolo al letto con le mani. Sakuragi strinse i denti e gli occhi cercando di sopprimere l'urlo di dolore nato dal suo gesto avventato: sentiva ogni parte del corpo corrosa da dolore lancinante. Passarono alcuni minuti senza che nessuno dei due parlasse, Rukawa che guardava impotente il rossino lottare contro il dolore. Lo aveva curato in parte usando il suo potere, ma non poteva fare molto. Il potere del rossino pareva essere tornato e contribuiva alla guarigione, ma le ferite erano più gravi di quello che sembravano. Le pallottole che aveva estratto usando il suo potere contenevano una sostanza particolare fine a debilitare al massimo il giovane e allo stesso tempo, mandavano impulsi magnetici ai macchinari del soldati per sapere esattamente la posizione del Tiensen. Fortunatamente a quell'ora, gli uomini che li avevano assaliti avrebbero dovuto essere al fresco e lui aveva provveduto a distruggere i proiettili. Si diede mentalmente dello stupido: quegli scienziati non erano così sprovveduti, sapevano bene cosa cercavano, non poteva certo pensare che si fossero limitati a sparar loro comuni pallottole. -Va un po' meglio?- chiese sospirando quando Hanamichi sembrò rilassarsi nel letto. Il rossino annuì coprendosi gli occhi con un braccio. -E così anche tu sei un Tiensen...-mormorò stancamente. -già...- Di nuovo silenzio. Hanamichi si sentiva un perfetto imbecille. Ovviamnte Rukawa lo stava fissando, sapendo perfettamente PERCHE' aveva perso i poteri. Avrebbe voluto sprofondare e sparire! Anzi! Meglio ancora! Avrebbe voluto tornare da quegli uomini e farsi crivellare e vivisezionare! Tutto, ma quella tortura, no! Eppure un pensierò balenò nella sua testa: -Perchè mi hai salvato?- chiese sorpreso riparandosi ancora col braccio. Rukawa alzò il sopracciglio sorpreso. -Eh?- non potè fare a meno di domandare. Che razza di domanda era quella? Va bene che non erano mai stati amici intimi, ma non era certro così crudele da lasciarlo morire! Dopotutto era un terrestre come lui! Un tiensen, tra le altre cose! Hanamichi sbuffò: si divertiva pure a prenderlo in giro il volpino! -Avanti Ru! Non fare lo gnorri! Perchè mi hai salvato...se lo sai?- mormorò stringendo i pugni per l'imbarazzo. Rukawa non riusciva a capire cosa Hanamichi stesse blaterando. -Do'hao, sapere...cosa?- domandò sinceramente perplesso. Cominciava seriamente a pensare che quelle pallottole avesse avuto effetti sul cervello del do'hao. Il rossino cominciava seriamente a spazientirsi: non solo lo prendeva in giro, ma voleva pure umiliarlo! -Piantala di prendermi in giro! Sai perfettamente di cosa sto parlando!- sbottò arrossendo. -Io non so assolutamente di cosa tu stia parlando!-rimbeccò spazientito. -Se non lo sai perchè hai oscurato la stanza?!- rincarò il rossino arrampicandosi sugli specchi. -Perchè pensavo che la luce del sole che entra dalla finestra e ti colpisce direttamente in faccia avrebbe potuto darti fastidio, dato che, non so se ci hai fatto caso, ti hanno sparato e devi riposare!- sibilò furente. Hanamichi bloccò di scatto la valanga di parole che stava per pronunciare colpito seriamente dal dubbio che veramente Rukawa non sapesse nulla di quella storia. Levò il braccio che celava i suoi occhi, l'oscurità nella stanza non gli faceva correre alcun pericolo: di Kaede scorgeva solo la forma delineata dalle ombre. -Tu davvero non sai nulla?- chiese in un sussurro incredulo. -No, non ho idea di cosa tu stia parlando!- rispose pacatamente il volpino. Sakuragi scorse il moro scrollare il capo bruno. -Non sai davvero nulla? Tu non sai perchè ho perso i poteri?- continuò sinceramente sconvolto. -Stavo per chiederlo IO a TE, perchè i tuoi poteri di sono dati alla macchia.- rispose ironico. -Oh...- rispose semplicemente guardando altrove. Ora si sentiva ancora più idiota di prima. Rukawa non sapeva nulla, assolutamente nulla,e lui, come al solito, aveva fatto la figura dell'imbecille. Tuttavia si sentiva sollevato da ciò. Se Rukawa non sapeva perchè aveva perso i poteri, voleva dire che non sapeva nulla del 'tabù degli ibridi' ergo, non sapeva che lui era... -Allora?- domandò il volpino spazientito. -Allora cosa?- si riscosse dai suoi pensieri. -Do'hao! Perchè hai perso i poteri.- ripetè sbuffando. Era davvero un do'hao! -Oh..giusto...- balbettò a disagio. Cosa poteva raccontargli ora? Non poteva certo dirgli al verità! -Non hai mai sentito parlare del 'tabù degli ibridi'?- spiegò sospirando. Avrebbe inventato qualcosa...o almeno avrebbe modificato la versione originale. -Tabù degli ibridi? No mai.- ammise scotendo il capo. -Megio così...- borbottò sollevato. -Cosa?- Chiese Rukawa che non aveva udito il sospiro impercettibile del compagno. -No, nulla... Il..'Tabù' è..- Hanamichi provò a parlare, ma tutto ad un tratto sentì la testa pulsare dolorosamente come se nel suo capo ci fossero centinaia di tamburi. Si portò una mano alla testa chiudendo gli occhi nel tentativo di fermare il vorticare della stanza e l'ondata di nausa che l'avea sopraffatto. -Io...- gemette premendosi la mano sulle tempia. -Ehi! Do'hao...- sussurrò preoccupato alzandosi dal bordo del letto dove era seduto chinandosi su Hanamichi afferrandolo per le spalle. -Mi sento.. male...- ansimò spalancando gli occhi dalla pupilla dilatata inarcandosi violentemente dal dolore. I suoi occhi appannati incontrarono due iridi blu terrorizzate e, se possibile, Hanamichi sbarrò maggiormente gli occhi. Non sentiva nulla, solo il suo corpo pervaso dalle fiamme e il rimbombo del cuore nelle orecchie. I polmoni bruciavano troppo, non riusciva a respirare, come se un macigno fosse stato gettato sul suo petto impedendogli di dissetarsi d'aria. Vedeva a fatica quella bocca carnosa e pallida a pochi centimetri dal suo volto pronunciare concitatamente qualcosa, ma lui stava male, non vedeva bene. Tutto sfumò in sbarluccicanti lucciole fluorescienti, prima che il suo mondo tornasse nero e lui cadesse nuovamente nell'oblio dell'incoscenza. -Merda!- Rukawa sbottò con tutta la sua furia quando vide gli occhi del rossino spegnersi ed essere velati dalle pesanti palpebre. Non sapeva cosa era successo, ma qualcosa gli diceva che centravano ancora quelle dannate pallottole. Anche nell'oscurità della sala lo aveva visto sbiancare velocemente e annaspare in cerca di aria. Si era spaventato e l'unica cosa che era stato in grado di dirgli era di respirare e di stare tranquillo. Non era più molto sicuro che tra i due il do'hao fosse Sakuragi! Non era nemmeno sicuro che l'altro avesse udito le sue parole. -Dannazione!- si sfogò sibilando passandosi nervosamente una mano tra i capelli. Aveva passato la mattina a medicare il do'hao e estrarre le pallottole. Non era conciato bene. La crivellata di colpi lo aveva centrato in pieno e entrambe le ali erano state ferite, per un po', non avrebbe potuto volare. Per quanto riguardava l'ala destra, bene o male, a parte il colore delle piume, era come le sue quindi sapeva come curarle. Il problema era quella sinistra. Praticamente era un ala di pipistrello! Lui non aveva mai curato un pipistrello! Aveva un buco causato dalla pallottola, ma non usciva sangue, sembrava più che altro un foro in una tela nera. Ma che razza di ala era quella! Si sentì un verme a pensarlo. Sakuragi non doveva avere avuto vita facile in quella situazione. Si sentiva doppiamente un verme. Gli aveva sempre dato dell'idiota senza sapere nulla del suo passato e di ciò che aveva vissuto. Lo aveva sempre considerato uno stupido, ed era l'unica cosa che non meritava. -Dannazione..- ripetè guardando Hanamichi che, anche se privo di sensi, aveva sul volto un espressione sofferente che rigava il volto pallido. Il suo corpo scosso da forti tremiti, il respiro affannoso e spezzato a sollevare sconnessamente il petto. La pelle bollende e rigata di piccoli ruscelli di sudore. Rukawa posò una mano sulla fronte del rossino scostando le ciocche umide per sentire la temperatura: purtroppo, come temeva, Hanamichi aveva la febbre. Era evidente che nonostante la sua celerità nell'estrarre le pallottole, il liquido rilasciato in precedenza stava già facendo effetto, e per quello, purtroppo, non poteva fare altro che attendere. -Prevedo un lunga notte...- sbuffò rassegnato a non chiudere occhio. Sul suo volto comparse un piccolo sorriso: se solo ieri gli avessero detto che avrebbe passato la notte a vegliare su Sakuragi che stava male, probabilmente si sarebbe messo a ridere, e invece ora non solo si occupava di lui, ma era preoccupato. Anzi, non preoccupato, la parola giusta era terrorizzato: terrorizzato che potesse non farcela, terrorizzato che soffrisse troppo, terrorizzato dal fatto che non avrebbe mai potuto guarire, terrorizzato che... ...qualcosa o qualcuno avesse potuto portarglielo via. Scosse la testa, non era quello il momento di pensare a quelle cose. Si disse che pensava così di Hanamichi perchè aveva scoperto un altro tiensen a parte i suoi genitori. Si sentiva così perchè aveva trovato qualcuno di vicino a lui. Solo questo. UNICAMENTE questo. -Avanti Hana... ce la puoi fare.- sussurrò accarezzando la fronte bollente del ragazzo. ********
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