I personaggi di Inu Yasha appartengono agli aventi diritto ecc. ecc.

 


Ti amo, ti odio

parte III

di Lara


Il tramonto era colorato di rosso e blu, e il gruppetto si era accampato all’ingresso di una foresta. Il viaggio alla ricerca dei pezzi della sfera dei quattro spiriti continuava, e sembrava ancora molto lontana dalla fine.

La luce si spandeva tranquilla nell’aria estiva, e i piccoli insetti notturni già si facevano sentire.

Kagome guardava Inuyasha, era stato silenzioso e più scorbutico del solito quel giorno. Era così chiuso da circa una settimana, che fosse capitato qualcosa di cui non era a conoscenza l’ultima notte di novilunio? Era da quella notte che il mezzo spettro era cambiato.

-Inuyasha?- Kagome si era seduta accanto a lui sotto un albero, mentre gli altri preparavano il fuoco per la sosta notturna. 

-Cosa vuoi Kagome?- senza neppure guardarla le aveva risposto. Si era accorto che da quella maledetta notte era ancora più scostante e scontroso del solito, trattando tutti molto male. Ma la sua mente ed il suo cuore erano lacerati dal più grande dubbio che li avesse mai sfiorati. Desiderava con tutto se stesso parlare di quello che lo inquietava con qualcuno, ma non poteva. Come avrebbero potuto capire che lui, l’orgoglioso Inuyasha, si era innamorato del proprio peggiore nemico?

-Mi sembri molto strano ultimamente, è successo qualcosa di cui vuoi parlare?- Kagome guardava il ragazzo cane con un’aria preoccupata, sperando di poterlo aiutare.

-Non ho niente, lasciami in pace!- 

-COSA!!!!! Io mi preoccupo per te e tu mi rispondi così? SEDUTO!!!- Con quell’urlo la ragazza si alzò, lasciando il povero Inuyasha a terra indolenzito. Capiva di esserselo meritato in fondo, ma non fece nulla per chiederle scusa, limitandosi a sedersi e massaggiarsi la schiena indolenzita. Voleva essere lasciato in pace, e quello era l’unico modo che conosceva per ottenere la tranquillità.

 

Naraku…..

Cosa doveva fare? Il suo cuore gli gridava che in realtà lo amava, la sua mente gli mostrava l’immagine di Kikyo morta, gli ricordava cosa aveva fatto alla donna di cui allora era innamorato… Ma la amava realmente poi? Non sapeva più cosa fare! Si prese la testa tra le mani con disperazione, digrignando i denti con fare rabbioso.

Maledizione a tutta quella assurda situazione!

Come aveva potuto innamorarsi? E adesso cosa poteva fare? 

Di certo non poteva limitarsi ad andare da lui perdonando e scordando quello che aveva fatto, ma non poteva ancora per molto chiudere quei sentimenti in un angolo, lasciandoli inascoltati.

 

Si alzò da sotto l’albero dove si era rifugiato per stare solo e si addentrò nel bosco. Aveva sentito l’odore di Naraku.

Si rese conto che lo stava chiamando, e che a dispetto di tutti i suoi problemi lui stava rispondendo, stava andando da lui.

Si fermò in una piccola radura molto simile a quella del loro primo incontro… 

Un piccolo spicchio di luna appena sorta brillava nel cielo, e Inuyasha si sedette a gambe incrociate per terra, con uno strano sorriso sulle labbra.

-Esci fuori Naraku, sono venuto, non ti basta?- Un’ombra usci, staccandosi dalle altre e sedendosi accanto al mezzo spettro.

I capelli d’argento si mescolarono a quelli d’onice, mentre un lieve bacio sfiorava le labbra di Inuyasha.

-Per ora mi può bastare, ma io voglio di più…- Un sorriso dolce aleggiava sulle labbra sottili di Naraku, mentre osservava gli occhi gialli del suo amore fissare il cielo, assorti e meditabondi; allungò una mano a sfiorare la pelle bianchissima e morbida della guancia, che si arrossò leggermente al contatto.

-Devo parlarti, è per questo che sono venuto…-

-Sicuro che sia solo per quello Inuyasha? Solo perché mi devi parlare?- Il demone cane si voltò, fissando gli occhi intensi di quello che avrebbe dovuto essere il suo mortale nemico. Si perse in quelle profondità purpuree, ammirandone l’abisso pieno di reconditi pensieri.

-Io… si. Solo per quello.- Quelle parole gli costarono un grande sforzo di volontà, ma doveva parlargli! 

-Naraku, tu hai ucciso Kikyo, e io non posso dimenticarlo. L’hai uccisa facendola soffrire, pensando di essere stata tradita da me… Ti dovrei uccidere e odiare. Ora dovrei aver già messo mano alla tessaiga per tagliarti la testa. Ma queste sono cose che dice solo la mia mente.-

Inuyasha si fermò, non sapeva come continuare. Aveva abbassato il capo mentre parlava, così che i suoi lunghi capelli gli erano scesi a nascondere il viso angosciato, e gli impedivano di vedere il viso serio e addolorato di Naraku. Lui capiva almeno in parte quello che doveva provare il suo piccolo mezzo spettro, ma non voleva interromperlo. Decise di aspettare in silenzio che l’altro riprendesse a parlare. 

-Ma… il mio cuore non dice le stesse cose che mi dice la mia mente. Io non so il perché o come mai è successo, ma penso che non riuscirei mai ad ucciderti. E nemmeno ad odiarti. Sei stato crudele a farmi questo Naraku. Perché vuoi farmi soffrire così?- Nel volto ombreggiato dai capelli di Inuyasha una lenta lacrima rotolò, invisibile e silenziosa, lungo la guancia, andando poi a posarsi come un piccolo cristallo sul dorso della sua mano. Perché sentiva il cuore scoppiare? 

Naraku stava ancora in silenzio, ma si voltò verso l’anima sofferente al suo fianco, con un dito appoggiato al mento sollevò quel viso triste, fissandolo negli occhi d’ambra dorata.

-Io ti amo Inuyasha, e tutte le realtà di questo mondo non potranno cambiare quello che provo per te. E' per te che sono diventato uno spettro, abbandonando la carne umana debole e indifesa. Io voglio che tu sia felice mio dolce fiore di ciliegio. Ho sbagliato, ho ucciso Kikyo e ora mi spiace vedendoti così combattuto. Ti prego, perdonami. Così smetterai di soffrire, verrai finalmente da me…- A quelle parole un’altra lacrima scese lungo le guance, ma questa non passò inosservata, fu asciugata da un bacio a fior di labbra; un bacio più dolce del miele, più caldo del sole. 

Allo stesso modo furono asciugate le lacrime successive. Erano salate e amare, e scorrevano silenziose su quel viso affranto e combattuto.

 

Naraku allungò una mano in una tenere carezza, pettinando con le dita i fili di morbidissima seta argentea che erano la chioma del suo amore. Le sue labbra passarono dalle lacrime amare alla bocca morbida e dolce, sfiorandola e accarezzandola. 

-Mio dolcissimo fiore...- Quelle parole vennero sussurrate a fior di labbra, mentre il fiato rovente di Naraku veniva respirato da Inuyasha che chiuse gli occhi, socchiudendo le labbra e facendo entrare la lingua dell’altro in una morbida carezza.

Il bacio divenne più profondo e appassionato, i loro respiri bollenti si mescolavano e le loro mani accarezzavano in un impeto di dolcezza e passione che nessuno dei due voleva fermare.

I loro abiti cominciarono a cadere, mentre le loro carezze si facevano più audaci e profonde. 

Si sentivano come se fosse la prima volta che stavano insieme.

Ed era la prima volta che i loro cuori si erano aperti veramente l’un l’altro, e quella condivisione di pensieri e parole li aveva uniti ancora di più.

I loro corpi aderivano, mentre facevano l’amore con mosse lente e dolci, raggiungendo insieme l'estasi. 

Inuyasha non credeva lo avrebbe mai fatto sentire così bene l’avere Naraku dentro di sé, ma si sentiva felice e in pace come non mai.

Naraku venne inondando con il suo seme caldo e profumato l’interno stretto e vellutato del suo innamorato, e sentendo nello stesso momento la venuta dell’altro che si spargeva sul suo ventre. Crollò sull’altro, intrecciando le mani con le sue sopra la testa, sprofondando il suo viso nell’incavo del collo e ascoltando il battito dolce del suo cuore.

Inuyasha sentiva Naraku ancora dentro di sé, il suo peso lo schiacciava a terra e le mani intrecciate alle sue non gli permettevano di sciogliersi dall’abbraccio. 

Ma scoprì che non gli dava fastidio, anzi… 

Si sentiva protetto, il respiro profumato di Naraku gli solleticava il collo piacevolmente. Sentiva di appartenergli, anima e corpo, mai come in quel momento aveva desiderato di poter fermare il tempo. Voleva solo dimenticare tutto e ripartire da quel momento, avere la possibilità di dividere la sua vita con quella dell’altro, vedere il sorgere del sole e tutte le albe a venire assieme a lui. 

Sempre.

Voleva ancora sentire la sua voce che lo chiamava mentre facevano l’amore, voleva ancora e ancora vedere il suo viso nel momento della passione e sentire il suo peso su di lui.

Allora perché la sua mente non lo assecondava? 

Perché non riusciva comunque a dimenticare? 

Quei ricordi non gli portavano più rabbia ne dolore. Non gli gridavano più vendetta, ma erano li. E lui non sapeva cosa fare; tradire la memoria della sacerdotessa che era morta con la rabbia nei suoi confronti nel cuore o lasciare stare, sapendo che la vendetta non avrebbe fatto bene a nessuno in quel caso?

Lui, si rese conto, aveva già da tempo perdonato Naraku. Ma chi doveva veramente perdonare si a lui che Naraku era Kikyo. Solo lei avrebbe potuto mettere a tacere la sua coscienza e donare loro la possibilità di essere felici. Ma era morta, e anche se avesse potuto parlare con il suo spirito che cercava vendetta vagando per il mondo non sapeva come poteva darle quell’ulteriore sofferenza.

Sentì Naraku che si portava al suo fianco e gli sfiorava con la punta delle dita le labbra e sorrise, per un momento dimentico di tutto. 

Assaporò la carezza e baciò lievemente quelle dita sottili.

-Inuyasha, resta con me. Non tornare a quella stupida cerca della sfera degli Shikon, lascia che se la sbrighino da soli.- L’idea era alettante, ma non poteva farlo. 

Si portò una mano al rosario che gli aveva messo al collo la vecchia Kaede, lo legava alla ricerca della sfera e poi lui non aveva intenzione di abbandonare quel viaggio. Così poteva incontrare avversari sempre più forti, combatterli e vincere. 

E poi sapeva benissimo che Kagome non avrebbe combinato nulla senza di lui, doveva proteggerla, non poteva abbandonarla. Poteva essere un modo per sdebitarsi con l’anima di Kikyo si disse. Poi sarebbe stato libero di lasciare tutti e fare solo quello che voleva senza preoccuparsi.

-Non posso abbandonare Kagome e gli altri Naraku. Solo così posso sdebitarmi con l’anima di Kikyo e stare con te. Ti prometto che una volta rimessa insieme la sfera tornerò da te per non andarmene più… Io, ecco… Io ti amo, credo..- Inuyasha era paonazzo, non avrebbe mai creduto possibile dire quelle parole a qualcuno!

 

A quelle parole Naraku sorrise, felice come non mai, non pensava che le avrebbe mai sentite! 

E poi gli aveva promesso che sarebbe tornato da lui quando la sfera fosse tornata tutta intera. Era al colmo della gioia, si sentiva il cuore talmente colmo di felicità che avrebbe urlato al mondo intero quanto era contento! Con il viso raggiante baciò il suo amore.

-Va bene, io ti aspetterò, ma non pensare che fino ad allora non ci vedremo più! Credo che non riuscirei più a passare una sola notte senza di te, tu sei mio Inuyasha, non cercare di dimenticartelo!-

-Come sarei tuo!?!- con una faccia scura Inuyasha si alzò, per poi scoppiare a ridere quando sentì la voce preoccupata di Naraku chiamarlo, lo abbracciò e si scambiarono un altro lungo bacio pieno di promesse.

-Devo andare. Non vorrei ma tra poco sarà l’alba e se non mi faccio vedere mi verranno a cercare… A presto.- Inuyasha raccolse i suoi abiti e sparì nella foresta.

-A prestissimo mio fiore.- Naraku fissò lo scuro fogliame con un sorriso che gli illuminava il viso. Lo avrebbe rivisto molto presto.

La luna era tramontata e il grigiore che precede l’alba rendeva i colori indistinti, Inuyasha era seduto sotto lo stesso albero che sole poche ore prima aveva assistito al litigio tra lui e Kagome. 

Solo che ora il suo volto era come illuminato da una gioia profonda e la sua vita era stata stravolta dalla cosa più bella che gli potesse capitare. Con il cuore in pace come non lo era da tempo si addormentò, mentre i tenui rumori della foresta lo cullavano ricordandogli la voce del suo amato.

 



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