Disclaimer: la canzone appartiene a Meneguzzi (tra < > il testo)



Ti amo perchè...

di Naika

 

Pow Rukawa.

 

Dorme.

 

E’ qui, di nuovo, tra le mie braccia.

Nel mio letto.

E dorme.

 

Riposa sul guanciale di fianco al mio, le lenzuola premurosamente rimboccate sulle spalle.

 

Potrei dire che l’ho coperto perchè non volevo che prendesse freddo.

Perchè il mio istinto di protezione, quando si tratta di lui, si allarga e si espande, all’inverosimile.

Un paio di enormi, trasparenti, ali bianche in cui racchiuderlo, con cui fargli da scudo.

 

Perchè non debba soffrire.

 

Sarebbe la verità.

Ma non tutta la verità.

 

La realtà è che sono geloso.

Geloso della carezza dell’aria.

Geloso dello sguardo della luce.

 

Lui è mio.

 

L’ho coperto perchè solo io devo poterlo toccare, solo io posso guardarlo.

Soltanto io.

 

<Ti amo perchè>

<sei tornato da me>

<anche se tu sai che>

<sono troppo geloso>

 

Lo sai, vero do’aho?

Ho rischiato di perderti per questa mia caratteristica.

Di perderti davvero.

Tra noi due, tu sei il più passionale, il più rumoroso, quello che viene più velocemente alle mani, che alza facilmente la voce.

 

Verrebbe da pensare che sei il più geloso, dei due.

 

Errore.

Gravissimo, mastodontico, errore.

 

E’ vero, nemmeno tu scherzi in fatto di gelosia ma tu sai cosa vuol dire dividere.

Tu sai cosa vuol dire stare con gli altri, raggiungere un compromesso, accettare la presenza degli altri attorno a te.

 

Io no.

 

Sono nato figlio unico.

Sono cresciuto solo.

Ho scelto un gioco di squadra ma, almeno prima di conoscerti, difficilmente sacrificavo un’azione individuale per la squadra.

 

E tu sei mio.

 

Non solo.

Ti amo.

Ti amo come non ho mai amato la mia famiglia, come non ho mai amato la mia vita, come non amo nemmeno il basket.

 

Questo fa di me una bomba ad orologeria, lo sai?

Questa sera, in quel maledetto locale...

Quando quel biondino ti si è avvicinato...

Quando ha osato posare la sua mano su di te...

 

Tu l’hai allontanato senza problemi.

 

Sei forte.

Determinato.

E nessuna persona sana di mente ti farebbe arrabbiare davvero.

A meno che non voglia morire in maniera orribile.

 

Ti sei comportato bene.

Per una volta non hai fatto scenate.

Avevi già dimenticato l’accaduto quando mi hai raggiunto al tavolo.

 

Ma io...  io no.

 

E quando ti dissi che avrei ucciso se avessi di nuovo beccato qualcuno a fare lo scemo con te, tu hai riso, imbarazzato e felice.

Ma hai smesso, nel momento in cui hai posato gli occhi nei miei.

 

Oh sì, do’aho.

Non stavo scherzando.

Non stavo scherzando affatto.

 

Ti ho fatto paura?

Ti ho visto impallidire, sai?

 

Passo le mani tra i tuoi capelli, tranquillizzandoti anche nel sonno.

 

Abbiamo litigato furiosamente per questo.

Amore, non ti considero un oggetto, lo sai.

E sì, anche se mi piacerebbe chiuderti in una bella teca di vetro, per averti a mio esclusivo beneficio, lo so, lo so che tu sei un fiore che ha bisogno di luce.

 

<Ti amo perchè>

<uno uguale non c’è>

 

E che... cerca di capirmi Hana...

Se ti dovessi perdere...

Se qualcuno dovesse riuscire a portarti via io...

Io... io... impazzirei.

 

Non c’è luogo dove potrei trovare di nuovo una luce come la tua.

Prenditi le tue responsabilità, do’aho.

 

Non ne esiste un altro come te.

 

Ti hanno prodotto in serie limitatissima.

Un solo, preziosissimo, esemplare.

 

Sorrido tra me, divertito.

E meno male!!!

Non credo che il mondo reggerebbe due do’aho.

Ok, ok... due tensai!

 

<e quando sono con te>

<non esiste nessuno>

 

Il MIO tensai.

 

Mio.

Aggettivo possessivo.

Capito do’aho!

 

Sospiro e faccio scivolare le dita lungo la tua mascella, come ho fatto poche ore fa in quel dannato locale.

 

Sei arrossito, lo sai?

 

Il tensai degli imbarazzi!

Da quanto siamo amanti?

 

Non dovresti diventare rosso per una carezza.

 

Certo, certo, avevi ragione anche tu.

Eravamo in mezzo ad altre persone.

Però.. non è colpa mia.

E’ che quando siamo insieme è come... è come se il mondo attorno a te sfumasse, sbiadisse fino a divenire un’indistinguibile massa semovente di suoni e colori.

Solo tu resti vivido, splendente e luminoso, in mezzo a tutto l’inutile.

 

Solo tu.

 

<Ti amo perchè>

<tu sei fatto così>

<senza troppi perchè>

<solo cuore e passione >

 

Ma è inutile che continui a ripetertelo, vero?

Tanto tu, il duro e puro, continuerai a diventare un peperone tutte le volte che ti accarezzerò, anche solo con lo sguardo.

Sei fatto così.

Trasparente e limpido come una sorgente cristallina in un deserto d’oro incandescente.

 

Passionale fino ad essere rovente.

Puro fino a diventare abbagliante.

 

Cuore e passione.

 

Senza troppe spiegazioni.

Senza giustificazioni.

Senza inutili perchè.

 

Sei quello che sei, senza vergogna, senza maschere.

 

<io non lo so se>

<ho capito chi sei >

<ma va bene così>

<senza troppe parole>

 

Sai, ogni volta che credo di aver visto tutte le tue sfaccettature ecco.. ecco che tra l’arcobaleno dei colori ne spunta uno nuovo, splendente.

 

Chi sei?

Chi sei, tu?

 

Se lo sono chiesti in tanti questa sera, lo sai do’aho?

Non eravamo mai andati in quel locale, fuori città e li ho visti... i loro occhi su di te.

E quella domanda nelle loro iridi spalancate.

 

Chi sei?

 

Eppure, tu, non ti sei accorto di niente, eh?

Ti sei alzato per andare a prendere le nostre ordinazioni muovendoti tra le ombre cangianti come un demone emerso dal fuoco, incatenando gli sguardi al tuo corpo, ammaliando le anime con il tuo calore.

 

Ho visto i ragazzi seduti ad un tavolo, poco distante dal nostro, sogghignare indicando i tuoi capelli, le tue spalle fasciate dalla maglia nera, elasticizzata, le gambe lunghe  guarnite dai jeans a vita bassa.

Ho sentito qualcuno definirti come ‘uno che ci sta, uno facile’ appicicandoti un’etichetta stampata su misura per il tuo aspetto e poi... poi ti ho visto guardarti attorno.

 

La confusione ti aveva per un attimo distratto e non riuscivi più a rintracciare il nostro tavolo tra le ombre che fasciavano i divanetti.

 

Ti ho visto, sperduto, distratto da tutta quella gente, guardarti attorno, gli occhi leggermente sgranati, resi lievemente lucidi dal fumo, le guance arrossate nel notare che i due ragazzi, al bar, accanto a te, si erano lanciati in un bacio appassionato.

 

E allora sai... quelle stesse persone che ti stavano divorando con disprezzo, loro che si stavano bisbigliando porcate all’orecchio, al tuo indirizzo...

Hanno spalancato gli occhi, hanno socchiuso le labbra e sono arrossiti.

 

Oh sì... i grandi ‘maschi’ che ipotizzavano da quanti ti eri lasciato scopare... sono arrossiti.

 

Ammutoliti di fronte al candore della tua luce.

Perchè il demone dai capelli rossi ha loro rivelato immacolate ali bianche che hanno bloccato le loro parole, schiaffeggiato la loro anima.

Era vergogna quella dipinta sulle loro guance.

Vergogna e paura di aver sporcato con le loro parole volgari, le tue ali.

 

Illusi.

 

La tua non è una luce che si corrompe.

Non è un candore che si sporca.

 

Ce ne sono tanti ragazzi belli.

Ce ne sono tanti di sensuali.

 

Ma nessuno, nessuno come te.

 

Il tuo non è un fuoco che brucia.

La tua è una fiamma che da tutto, calore e luce.

E in cambio... in cambio chiede solo di poterti abbracciare.

 

Tu probabilmente nemmeno te ne accorgi.

 

La tua luce ingloba l’anima di chi ti anima.

Non è un contratto che si può rescindere.

Non si può tornare indietro.

 

Ma non temere amore.

Non preoccuparti.

Non c’è bisogno che tu lo sappia o ti senta in colpa per questo.

 

Io conosco quella luce.

Me ne sono lasciato abbracciare, scaldare, avvolgere fino a perdermi in essa.

Fino a sciogliermi per diventarne parte integrante.

 

Ora... fuori dal suo calore non potrei sopravvivere.

Non vorrei sopravvivere.

 

<Come ti vorrei ora lo so>

<se tu fossi così ti legherei>

<cosa non farei>

 

Ah... do’aho!

Che cosa non farei per impedirti di essere così come sei.

D’altronde... non ti amerei come ti amo se tu non fossi così.

E’ solo che.. preferirei che gli altri non lo notassero.

Andava tutto bene l’anno scorso quando eri solo il do’aho.

Lo so sono ingiusto però... dopo le nazionali, dopo aver visto la tua determinazione e, sì, anche la tua bravura...

 

Volevi farti notare do’aho, eh?

Direi che ci sei riuscito anche troppo bene!

 

Io, che già ti amavo in silenzio, ho visto lo sbocciare di sorrisi rivolti a te, ho notato la carezza di troppi sguardi seguirti silenziosa.

 

Lo sapevo che era un errore.

 

Lo sapevo che chiederti di essere il mio ragazzo mi avrebbe causato un sacco di problemi.

Che ci sarebbero stati litigi, sfuriate...

 

<il mio errore migliore>

<la mia combinazione perfetta>

 

Ma non potevo...

Non potevo lasciarti a nessun altro.

 

E’ stato un errore.

 

La mia ragione ancora me lo ripete, all’infinito.

Ma, da tempo, il mio cuore la tiene a bada.

Un errore certo... ma il mio errore migliore.

 

<Ti amo perchè>

<sei la vita che c’è >

 

Ti amo.

Amo la tua vitalità.

Il tuo entusiasmo.

Il sorriso con cui illumini le mie mattine, le sparate da tensai con cui mi assordi in palestra, il pomeriggio, e i bisbigli che sussurri sulla mia pelle quando siamo uniti, la notte.

 

Ti amo come mi hai insegnato ad amare la vita.

Non tanto in quanto susseguirsi d’istanti e di emozioni.

La amo perchè essa mi permette di stare con te.

Tu sei la mia vita.

 

<mi racconti di te>

<e parliamo di tutto>

 

Amo ascoltarti descrivere le tue giornate, quello che hai fatto, quello che hai visto.

Rivivo ogni tuo attimo attraverso le lenti colorate della tua genuinità.

Sai do’aho, insieme siamo stati in posti che avevo visitato milioni, miliardi, di volte.

Eppure, solo quando ti ho visto muoverti su quelle strade conosciute, correre su quel campetto in riva al mare, indaffararti tra le pareti della mia cucina... solo allora quei luoghi hanno assunto consistenza.

Sono diventati reali.

 

<Ti amo perchè>

<posso essere me>

<senza fingere mai>

<dirti quello che penso>

 

E non ti arrabbi se mentre tu cucini, saetti di qua e di la, parli a tutta velocità, io ti ascolto in silenzio.

Non ti dai la pena di psicanalizzarmi per qualche ‘hn’ .

Non ti impressionano i miei ‘tzè’.

E riconosci tutti i significati dei miei ‘hmm’.

 

Lo sai come sono, chi sono.

E mi accetti così.

 

Stare con te è come vivere di nuovo.

Respirare a pieni polmoni senza l’impedimento di maschere pesanti ad ostruirmi il volto.

Senza l’ipocrisia che raschia la gola e soffoca le parole.

 

<Ti amo perchè >

<anche un’ora con te>

<vale molto di più>

<di un’intera esistenza>

 

E il tempo vola con te.

Il resto del giorno scorre in funzione dei nostri incontri.

Alla ricerca di uno sguardo, una carezza, un bacio rubato sotto il rossore lieve dei petali di ciliegio.

Eppure... quegli attimi sono custoditi nella mia mente, uno ad uno, preziosi come coloratissimi diamanti, anche il più piccolo frammento di tempo passato con te vale più di ore e ore di grigio.

 

<anche perchè>

<sei diverso da me>

 

E non ascoltare quello che bisbigliano gli altri.

 

Siamo diversi come il giorno e la notte.

Ce lo dicono spesso.

 

Una coppia davvero strana.

Nessuno se lo sarebbe aspettato mai.

 

E anche chi commenta con un ‘gli opposti si attraggono’ ha negli occhi quella punta di stupore meravigliato.

E’ vero tu sei diverso da me.

 

E meno male!

 

Non riesco davvero ad immaginarmi con una persona con il mio stesso carattere.

Moriremo di freddo dopo cinque minuti!!

 

<e non smetterei mai>

<di guardati negli occhi>

 

Invece tu sei luce.

La mia luce che scalda.

Il mio entusiasmo portatile.

Il mio tifone personale.

 

Con te non basta uno sguardo assassino.

Con te non hanno presa i miei secchi ‘no’.

Non c’è verso di farti cambiare idea se hai detto: ‘Usciamo’.

Non importa che la tua pigrissima volpe non abbia nessuna voglia di andare a fare la spesa.

Non ti potrebbe interessare di meno che, alle nove di sera, io stia già beatamente sonnecchiando sul divano.

Oh no, il tensai non passerà il sabato sera a casa!

Mai e poi mai....

 

Do’aho!!!

 

Mai che si possa stare tranquilli con te.

Ma ti amo per questo... e, purtroppo, lo sai...

Lo sai che se non fosse per te sarei soffocato nel mio stesso silenzio, affondato ora dopo ora nella mia apatia fino a divenire grigio e vuoto.

 

Mi hai salvato.

Mi salvi ogni giorno.

Con i tuoi sorrisi, il tuo affetto e la tua testardaggine.

 

Peccato che tu non abbia nessuna intenzione di salvarmi gratis!

 

Pazienza.. alla fine farei comunque quello che vuoi tu...

Ti basta guardarmi negli occhi per ottenere tutto quello che vuoi.

Maledetto do’aho!!

Ho una fama da mantenere io, sai?!

 

Non è giusto che tu te ne approfitti in questa maniera!

Che cosa penserà di me la vicina se continuerà a vedermi uscire così spesso?

Non posso darle a bere che vado a giocare a basket vestito con i pantaloni di raso bianco e la camicia di seta blu che ti piace tanto vedermi addosso.

Finirà per spargersi la voce che mi sto ‘tensaizzando’!

Cielo... kami me ne scampi...

 

Solo perchè amo annegare in quel mare di cioccolato fondente che sono i tuoi occhi...

Solo perchè quando ti imbronci sei così dannatamente sensuale...

Solo perchè vederti felice mi rende così incredibilmente felice....

 

Sì, insomma... non è giusto, oh ecco!

 

<Come ti vorrei ora lo so>

<Se tu fossi così ti legherei>

<Cosa non farei>

 

sai, vorrei affondare, ventiquattro ore su ventiquattro, nel tuo sguardo.

Potrei galleggiare in quel mare di calore dolce fino alla fine dei miei giorni.

 

Noi due, su un bel divano morbido, abbracciati fino alla fine del mondo.

Ti piace l’idea?

 

Tanto lo so che avresti da ridire.

 

Figuriamoci se te ne stai buono buono su un divano per più di dieci secondi.

E non voglio sentirti obbiettare che quello è giusto il tempo che impiegherei per addormentarmi.

Lo sai cosa dice il ‘detto’?

Si riesce a dormire bene solo con persone di cui ci si fida.

 

<Il mio errore migliore>

<La mia combinazione perfetta>

 

Dovrei dirtele tutte queste cose invece di stare qui a discutere mentalmente con te.

Ma credo che tu le sappia già.

 

In certe cose è davvero un tensai il mio do’aho.

 

Mugoli e socchiudi le palpebre fissandomi perplesso.

“A che stai pensando...?” mormori con voce roca, ancora impastata dal sonno.

 

Niente commenti sul fatto che ero sveglio ad osservarti.

Ormai ti sei abituato a trovarmi sdraiato accanto a te, il viso appoggiato sul palmo della mano, le dita affondate tra i tuoi capelli e lo sguardo puntato, indissolubilmente, su di te.

 

Perchè sprecare questi momenti?

C’è il banco a scuola per dormire, no?

 

Scuoto il capo piano.

Le mie corde vocali non sono ancora abituate a lavorare.

Un giorno magari potrei scrivertele tutte queste cose.

E’ una bella idea... potrei comporci una canzone...

Ma non esiste che la canti io!

C’è un limite a tutto!!

 

Lui mi guarda, tranquillamente, in attesa.

Qualcosa gli devo spiegare e c’è un modo semplice di riassumere tutto quello che mi è passato per la mente finora.

 

Un modo semplicissimo.

Gli sorrido dolcemente e sussurro: “Ti amo...

 

 

Fine...

 


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