HanaRu, HanaRu…e MitKo! ^_^ Quattro pov in questa fic, ho voluto abbondare: quelli di Mitsui e Kogure saranno in grassetto, comunque l’ordine in cui parleranno è: Hanamichi, Kogure, Mitsui e Rukawa. Perché questa scelta? Be’, mi dispiaceva troppo vedere come fosse diminuito il numero delle MitKo negli ultimi mesi, dato che è il mio secondo pairing preferito! Come sempre, per Calipso, Greta, Ria e Dream, che amano anche loro questa coppia.

HanaRu Forever e MitKo Forever!!! ^_^


The way you say my name

 di Nausicaa

 

"Spero che stavolta tu e Mitsui non darete spettacolo come l’altra volta" mi dice la kitsune, mentre usciamo dalla stazione per avviarci verso la casa dell’ex-teppista e di Quattrocchi.

Uh? ‘Dare spettacolo’? Cos’è, la volpe vuole polemizzare già dal primo pomeriggio?! Sapete, la mattina non gli riesce altrettanto bene, è ancora intontito dal sonno…

"Cosa stai insinuando, dannata kitsune?! Soltanto perché io e Mitchi ci siamo rovesciati a vicenda la birra addosso…" protesto. E non è stata ASSOLUTAMENTE colpa mia!!! Io lo avevo avvertito che se avesse insistito con questa solfa della scimmia, si sarebbe ritrovato un boccale per cappello!!!

"Hn".

Certo, è vero che quel giorno i ragazzi erano tutti da noi e che la birra, oltre che sui nostri vestiti, era caduta anche sul divano del salotto e che quindi abbiamo dovuto dire a Yuriko-san di provvedere perché la fodera fosse smacchiata, però…

"IO GLIELO AVEVO DETTO!!! Doveva capire che le parole del genio Sakuragi non vanno sottovalutate, non ti pare Kaede?" dico, con piglio deciso.

Poi mi volto verso di lui per averne la conferma e vedo che il volpacchiotto mi guarda con la coda dell’occhio.

"Ricorda che oggi siamo noi gli ospiti, quindi non trascendere".

Perché, perché…ah, ci sono! La stupida volpe non vuole ammettere che il tensai ha ragione, ecco perché non vuole darmi la soddisfazione di dire che sì, io vado preso sul serio e Mitchi meritava una punizione!!! Comunque non la passa liscia…

"Chi trascende?!" scatto io, piccato; quando mai ho fatto qualcosa che possa avergli fatto credere che io sia il tipo da trascendere?

"Tu, do’aho: lo fai continuamente" taglia corto Kaede.

Un tempo lo avrei preso a testate, ma ora, devo ammetterlo, non ce la faccio ad infierire sul suo musetto da volpe, quindi mi limito a spintonarlo e lui mi restituisce la spallata, poi per qualche momento ci fissiamo l’un l’altro con sguardi fintamente arrabbiati, prima di sorriderci e di ricominciare a camminare.

"Comunque, in effetti, Mitsui stava esagerando" mormora alla fine la volpaccia e io mi trattengo dal mostrargli in pieno quanto sia contento per questa sua ammissione. Vedete, il ragazzo sta facendo progressi…

Come avrete capito stiamo andando a casa di Mitsui e di Kogure per uno dei nostri pomeriggi tutti insieme.

Oddio, quasi tutti…

Stavolta non ci sarà il Gorilla: Kogure dice che è molto impegnato con la sua facoltà (studia Fisica, che del resto al liceo era una delle sue materie preferite), ma penso che forse a volte si senta a disagio ad essere l’unico single in mezzo a tre coppie…Che poi, vorrei sapere se sia davvero single, ma a lui non lo posso chiedere e se lo chiedessi ad Haruko la cosa desterebbe sospetti e la volpe mi farebbe scontare questa conversazione in un modo cui non oso neanche pensare (leggi: astinenza! Brrrr…); senza contare che Haruko non ha ancora sopito del tutto la sua cotta per Kaede! Cioè, cotta…si vedeva che era innamorata veramente…ecco, per questo non mi va di iniziare a parlare di argomenti personali, non vorrei che mi facesse domande inopportune! Infatti si è accorta che adesso non ci comportiamo più da nemici e, anzi, si è complimentata per quanto siamo stati bravi e maturi a capire che potevamo anche essere amici…sì, lo so, è un po’ ingenua, non dite niente!!!! Magari pensa che io sappia qualcosa sulla vita privata della volpaccia, il che è vero ma non come lo intenderebbe lei…Vabbe’, ma che me ne frega, alla fine! Non posso perdere tempo pensando a queste cose…

"Siamo arrivati" dico, alzando gli occhi sul palazzo alto e di colore chiaro dove abitano i senpai.

"Hn".

Sto per aprire il portone d’ingresso, quando qualcuno mi precede dall’interno: è una ragazza, non molto alta e con una lunga treccia scura, che ci saluta gentilmente con un cenno del capo prima di allontanarsi. Aveva qualcosa di familiare…

"Dove stai andando, do’aho?" mi richiama la voce leggera di Kaede.

"Sulla luna…a prendere l’ascensore, stupidissima volpe! Dove vuoi che vada?!" insomma, dovrebbe capirlo da solo, no?

Ma poi capisco che la sua era una domanda retorica, quando lo vedo socchiudere pericolosamente gli occhi e indicarmi le scale con fare deciso: "Per di qua, idiota!". Nooooooo!!!!!! Lui e le sue manie sportive!!!! Anche questa fissa di dover fare le scale a piedi ci mancava!!!

In realtà non ne abbiamo molte occasioni, ma quando capitano non si scampa!!! E sia, lo accontento solo perché sono un tensai generoso!!!!

Quando arriviamo al sesto piano sto praticamente strisciando e devo usare tutte le mie forze per ricompormi prima di vedere quella faccia da teppista di Mitchi…

"Stanco?" mi chiede la dannata kitsune, suonando il campanello e cercando di dissimulare il respiro corto.

"Un’altra parola e ti butto giù dalle scale, volpaccia!" dico fieramente, respirando a pieni polmoni.

"Oi, ben arrivati!- la porta si spalanca e noi veniamo accolti da Mitchi- Già strisci, tensai?" mi chiede, sogghignando ironicamente

Mi ha tanato subito!!!!

"Il genio Sakuragi non striscia affatto, sto facendo finta perché così la dannata kitsune non crederà di essere l’unico a stancarsi!".

"Do’aho!".

"Sì, vabbe’, ci credi solo tu…Kimi-kun, sono arrivati i primi due!" annuncia il teppista, mentre io e la volpaccia ci fermiamo a toglierci le scarpe.

"Eccomi!".

La voce sembra provenire da un’altra stanza e infatti il Quattrocchi compare dopo qualche secondo, giungendo dal corridoio.

"Ciao, ragazzi! Hanno appena telefonato Ayako e Miyagi per avvertire che arriveranno un po’ in ritardo…".

"Hn" è il segno di Kaede per far capire che ne ha preso atto.

"Non c’è problema…- esclamo io; faccio per dirigermi verso il divano ma in questo momento noto l’abbigliamento di Mitchi e lo squadro senza risparmiarmi una frecciatina- Uhm…è inutile che ti attacchi a questo per darti un tono!" ironizzo di fronte ai pantaloni in puro stile militare che indossa, accompagnati da una maglietta nera; come se non bastasse, vedo gli anfibi vicino al mobiletto delle scarpe!

"Di che vai delirando, io non ho nessun bisogno di darmi nessun tono, io ho una mia aura, non come te che certe volte sembri ancora una matricola, anche se ti atteggi a capo di una banda!" è la pronta e indisponente risposta di Mitchi.

CHECCOSA?! Allora, chiariamo…

Punto primo: io SONO a capo di una banda!!! Sfido chiunque a non temere la Sakuragi Gundan!!

Punto secondo: cos’ha da ridire sul mio look?! Solo perché non sembro appena uscito dal riformatorio!!

Ma non alzo la voce, ormai so come reagire a queste provocazioni; guardo Kogure con compatimento, scuotendo la testa e proclamo solennemente e con partecipazione: "Megane-kun, come puoi stare con lui? È sfregiato e sdentato…praticamente un relitto umano…".

Ora, praticamente la mia speranza è che Mitsui dia in escandescenze, così potrò rispondere a tono…

E invece no!!! Il teppista si controlla e, anzi, rivolge a me uno sguardo anch’esso di compatimento, mentre si sfiora la cicatrice: "Tutta invidia! Questa eredità del mio passato fa di me un uomo vissuto e per questo interessante! Tu hai la faccia di uno che beve ancora il latte!".

Ok, adesso lo frantumo…

"E’ vero".

Ci voltiamo, entrambi, stupiti, verso la mia volpetta che parla sempre a sproposito e io sto per saltargli alla gola, quando lui inaspettatamente prosegue: "Ma anche io bevo ancora il latte e, una volta, mi sembra di averne intravisto una bottiglia anche nel vostro frigo".

Oooooohhh…Kaede ha un modo tutto suo per difendermi!!! Chissà se i senpai si formalizzerebbero, se gli saltassi addosso in questo istante…?

Comunque l’intervento della volpetta ha il merito di porre fine al battibecco tra me e il relitto umano, che con lui è più accondiscendente.

"Va bene, va bene, è vero: il nostro frigo è pieno di latte! Ora sediamoci, va’…" ci invita Mitsui e la cosa bella è che, nell’osservarci ci sorridiamo io e lui, perché non importa quanto stessimo per sbranarci a parole poco fa, siamo amici e in realtà mi fa così piacere vedere che adesso riesce a scherzare sui suoi trascorsi da teppista…

Prima non ci riusciva, ora invece si vede che l’ha superato.

Io e Kaede ci sediamo su un divano e i nostri compagni su quello di fronte; fra noi è un tavolino terribilmente spoglio e che io vedrei bene coperto di vassoi colmi di cibarie…

"Dobbiamo aspettare per forza gli altri, per iniziare a mangiare?" chiedo con finta noncuranza, ma non nascondendo una certa speranza che mi si dica ‘ma no, figurati, abbuffati pure!’.

"Do’aho!".

"Zitto, volpino anoressico!".

"Dovremo attendere solo pochi minuti, Hanamichi" ride Kogure.

"E’ che c’è un odorino così buono nell’aria!" mi giustifico, dato che non mi va di dover fare sempre la parte di quello che si ingozza, e Mitsui annuisce: "La merenda è in cucina; ci ha aiutati Yukari, è una cuoca fantastica".

Oh, meno male: non sono l’unico ad essere affamato nel primo pomeriggio!!!

"Chi è Yukari?" chiede Kaede, al mio fianco.

"Mia sorella maggiore- ci spiega Kogure, sistemandosi contro i cuscini- E’ stata qui fino a poco fa, anzi dovreste esservi incrociati per strada, perché lei è scesa poco prima che arrivaste voi".

Ma certo, l’intuizione fisionomista del tensai colpisce ancora!!!

"Una ragazza con la treccia?" propongo io.

"Sì, era lei…sa cucinare dei dolci fantastici! Si è superata quando ha fatto la torta per il mio compleanno" esclama con trasporto il nostro ex-teppista, appoggiandosi meglio allo schienale del divano.

"Tua sorella sa di voi due, senpai?" chiede la mia adorata kitsune.

E’ vero, loro non l’hanno ancora detto ai genitori!! Chissà come la prenderanno, se come mia madre o come il padre di Kaede…be’, a pensarci bene il padre di Kaede non l’ha presa e basta!!!

Megane-kun ci pensa qualche secondo e poi dice: "Ufficialmente no, ma credo che lo abbia capito…i miei, invece, non sanno ancora niente".

"Neanche i miei!- Mitchi fa una smorfia nel dirlo, anche se non ho capito se rivolta ai genitori o all’idea del segreto- Pensano che siamo coinquilini, figurati!".

"L’università ci fornisce una buona scusa, ma prima o poi dovremo dirglielo…soltanto che è un salto nel buio: pensate che a casa mia non si è mai parlato di questo argomento neanche in generale, neanche in astratto…probabilmente perché i miei genitori non sono interessati, ma questo mi rende insicuro…- Kogure è serio nel dirlo, poi preferisce cambiare argomento-…comunque, a proposito di università: voi due avete poi deciso cosa fare?".

Oooh! Finalmente non dovrò stare lì a farfugliare qualcosa sul ‘dover ancora decidere’!! E poi sono contento perché non è un ripiego o una scelta data dalla disperazione, io sono davvero convinto che sia la cosa adatta a me: mi ricordo di quando facevo la fisioterapia e mi sentivo tanto giù, nonostante l’ottimismo…c’erano le lettere dei miei compagni dello Sohoku, certo, e quelle di Haruko e poi venivano spesso Yohei e quegli altri tre matti, ma la maggior parte del mio tempo la trascorrevo tra medici e infermieri…gentili e solleciti, questo sì, ma nessuno di loro era uno sportivo che capisse veramente come mi sentissi…

Invece, in questi casi, io potrei farlo…forse potrei trovare le parole giuste, prima ancora della terapia giusta...

Quando l’ho detto a Kaede, chiedendogli cosa ne pensasse, ho ricevuto da lui uno degli abbracci più forti che mi abbia mai dato! Quindi suppongo che sia d’accordo con me! Poi, come in tutte le cose, ci sono anche motivazioni più prosaiche!!!!!

"Io seguirò i corsi di fisioterapia sportiva!- proclamo- Ci ho pensato bene e la scelta del tensai non ha la minima pecca! Eheheheh…intanto ne so già qualcosa e poi potrò rendermi utile…e infine: farò pratica su Kaede, ma non solo…dopo potrò fargli io qualunque massaggio! La stupida kitsune avrà il suo fisioterapista personale e nessun uomo dalle dubbie intenzioni gli si avvicinerà a meno di dieci metri! Ho calcolato tutto: sono un genio, no? Ahahahah…" rido compiaciuto, omettendo che la kitsune a sua volta mi ha minacciato ritorsioni terribili se solo dovessi provare a ‘fare pratica’ su qualcun altro… "Tu devi toccare solo me" mi ha detto, lapidario, e per una volta eravamo perfettamente d’accordo!

"Sei un hentai! Il tuo è proprio un chiodo fisso…" bofonchia il nostro ex-tiratore da tre punti, guardandomi con finta disapprovazione.

"Tu non ne sai niente, eh?!" lo prendo in giro io, sotto lo sguardo divertito di Megane-kun e quello tranquillo di Kaede.

"Be’…" ammette lui, senza troppi problemi.

"E tu, Rukawa?" domanda Kogure.

"Sì, anche lui ha questo chiodo fisso, anche se non lo dimostra…" rispondo precedendo la mia volpetta, ma il quattr’occhi sbotta a ridere: "Mi riferivo all’università!!!".

Kaede sembra quasi sorpreso dell’interessamento, gli sembra ancora strano che qualcuno gli faccia domande che non c’entrano con il basket, quando siamo in gruppo è sempre quello che parla di meno…ma non importa: lui è fatto così, parla poco con tutti, tranne che con me e io la vedo la differenza in questo…

Sapete, adoro la sua voce: è morbida e leggera, un sussurro modulato con grazia e senza alcun artificio…adoro sentire i suoi ‘buona notte’, i suoi ‘ti amo’ e i suoi tanti (troppi!) ‘do’aho’ (come quello che mi sta dicendo adesso per la mia uscita di prima!), adoro il modo in cui pronuncia il mio nome…

 

 

Forse Rukawa non si aspettava la mia domanda, lo capisco dal suo sguardo sorpreso.

"Sono indeciso tra biologia marina e veterinaria" risponde lui, brevemente.

Un tempo, credo che mi avrebbe lanciato un’occhiataccia; ora no, risponde anche a domande più personali, che esulano dal basket, anche se nel suo modo discreto, e so che è merito di Hanamichi .

"Ma a scuola come va? Tra poco ci saranno i test di fine trimestre, no? Dopo le finali per la prefettura…" non posso fare a meno di chiederlo, mi ricordo ancora troppo bene quella nottata passata a casa di Akagi per farli studiare e far recuperare loro qualche test!

So di avere un atteggiamento da fratello maggiore…forse perché me li vedo ancora davanti come erano quasi tre anni fa, quando erano matricole: avevano dei problemi, tutti e due, e li affrontavano reagendo in modo diverso…e ora sono cresciuti e quei problemi se ne stanno andando, ma un po’ di preoccupazione per loro mi è rimasta. Semplicemente, voglio che vada tutto bene.

"Tutto sotto controllo, Megane-kun! Non ci saranno sorprese" proclama Sakuragi, con aria mooolto sicura di sé. Allora, sicuramente le sorprese ci saranno…

O magari no…non devo sottovalutare cosa significhi per lui la scuola quest’anno: è il suo vero passaporto per poter partire con Rukawa.

"Tutto a posto con la borsa di studio?" chiedo ancora.

Sakuragi risponde sotto lo sguardo attento di Rukawa: "Sìsì!!! Ne ho già parlato con i professori e con il preside, mi sono anche urtato perché mi sembravano stupiti!" aggiunge, facendo un’espressione minacciosa.

Ma ci vuole ben altro per intimorire Hisashi: "E ci credo, poveretti! Tu che chiedi una borsa di studio…sembra un effetto speciale, considerando che eri il Re delle Insufficienze!" lo prende in giro, con quel tono di finta sufficienza che manderà in bestia il nostro amico.

"Sta’ zitto, Mitchi!!!! I tuoi voti erano peggio dei miei!!!".

Infatti…però poi, più serio, prosegue: "E comunque stavolta ho un buon motivo per impegnarmi: devo andare in America, la volpetta non saprebbe stare senza di me".

A questa frase, anche Hisashi sorride. E, a sua volta, Rukawa non nega niente…

Ammiro moltissimo Sakuragi e Rukawa per la loro decisione di partire: a volte, la sicurezza di Rukawa e l’esuberanza di Sakuragi la fanno sembrare una cosa facile, ma non lo è a guardarla bene e loro lo sanno perfettamente.

È solo che hanno trovato il modo giusto per affrontarla, credo, e non mi meraviglia: questi due insieme sono davvero speciali…se c’erano due persone, nel nostro gruppo dello Shohoku, che potevano permettersi di pensare in grande, quelle erano proprio loro!

"A proposito degli Stati Uniti!- esclama vivacemente Hisa-kun- Vi avevo detto, no?, che sto mettendo i soldi da parte per comprarmi una bella moto…ora vi faccio vedere il modello dei miei sogni!" e, nel dirlo, si alza e si avvicina alla piccola libreria, che è sistemata in un angolo del salotto.

Da un po’ di tempo, quando la guardo, penso che dovremmo comprarne una più grande o magari portare qui quella che è ancora nella mia camera, a casa dei miei genitori.

Sì, perché i miei libri non sono pochi, tra quelli dell’università e quelli di ‘svago’, e poi adesso anche Hisashi sente, ogni tanto, la tentazione della lettura.

Lui non è un lettore-tipo, lo so: è troppo vivace per starsene troppo tempo fermo, con un libro in mano…a lui piace uscire, andare in giro, giocare a basket e fare passeggiate sulla spiaggia…quindi, immaginate la mia sorpresa quando, una sera, l’ho trovato seduto sul divano, intento a leggere uno dei miei volumi!

E poi, accompagnandomi in libreria, ha scoperto che gli piacciono molto i libri fotografici, quelli grandi e rilegati, e ne ha comprati alcuni sui paesaggi asiatici, alcuni su quelli occidentali…e poi questo, che sta mostrando ai nostri amici.

"Guarda qua, Rukawa! Sei tu l’esperto dell’America fra noi…Non sono una meraviglia?" chiede entusiasta.

"Le Harley Davidson? Vuoi comprarti una di queste?! Ci credo che stai mettendo i soldi da parte da più di un anno!" dice Sakuragi, chinandosi sulla spalla del suo compagno che sta sfogliando il volume. Rukawa non parla, ma il suo viso esprime interessamento.

Hisashi si lascia ricadere a peso morto sul divano, accanto a me, e ride: "Sì, magari…per ora non posso comprarmi una Harley Davidson. Un giorno, chissà…Però non voglio neanche un macinino come quello di Yohei".

"Piano, piano…il macinino di Yohei ha avuto l’onore di trasportare più volte il qui presente tensai, quindi parlane con rispetto" replica Sakuragi.

"Hisa-kun vorrebbe qualcosa che potesse competere a Suzuka!" scherzo io, anche se un po’ è vero…

E la cosa buffa è che Hisashi ha fatto appassionare anche me alle moto: a forza di ascoltarlo mentre mi elencava le caratteristiche dei vari modelli, le loro potenzialità, ho cominciato a capirci qualcosa.

So che lui me ne parlava soprattutto per rassicurarmi, perché ho un carattere un po’ ansioso e non posso farci niente, quindi voleva farmi capire che non sarebbe stato spericolato, che conosceva le moto e che avrebbe saputo portarle bene…be’, ha funzionato: non solo mi ha rassicurato, mi ha anche interessato, cosa che non si aspettava ma che lo ha reso contento.

Il risultato è che adesso, quando salta fuori il discorso con Akagi presente, il nostro amico guarda con disapprovazione tutti e due.

"Sono molto belle" è il commento di Rukawa, che tiene gli occhi fissi sulle foto. Vedo che il sorriso di Hisashi si fa più largo: "Vero? Certo, adesso non posso, però…però un giorno mi piacerebbe davvero comprarne una! Magari con il side-car, così io e Kimi-kun potremmo farci un bel giro del Giappone in moto! Sacco a pelo e via…dove ti porta l’autostrada…".

Io e Hanamichi ridiamo; io perché Hisa-kun me ne aveva già parlato e l’idea piace anche a me. Oddio, è vero che non sarei esattamente tipo da andare alla ventura, ma lui lo è e questo mi fa sentire pronto a tentare questa avventura.

Sakuragi, invece, ride perché anche lui ha i suoi piani: "Io farò un bel viaggio coast-to-coast! Con la stupida kitsune, ovviamente…".

"In moto?" chiede Hisashi.

"No, con la macchina" risponde con prontezza Hanamichi. Con mio grande stupore, noto che Rukawa non fa una piega.

"Ma…Sakuragi…tu non hai la patente!" non posso fare a meno di osservare.

Lui fa una di quelle espressioni che Rukawa definirebbe da ‘tensai-che-la-sa-lunga’: "Per ora no, quattr’occhi, ma in California si prende la patente a sedici anni, mi sono informato. Appena scendo dall’aereo, mi iscrivo a scuola guida!!".

Io e Hisashi deglutiamo in silenzio: Sakuragi a scuola guida? Oddio…

È il mio compagno a riprendersi per primo: "Ah…e con quale macchina vorresti farlo questo viaggio coast-to-coast? Hai già in mente un modello?".

Mi accorgo che, anche se non parla, Rukawa non si perde una sola parola del suo ragazzo, che ci spiega entusiasticamente: "Una Cadillac, è ovvio! Cioè…una vettura grande…ok, basta una macchina qualsiasi! L’importante è che abbia i sedili reclinabili…" e ridacchia con aria allusiva, meritandosi per questo una gomitata dalla sua volpe. E poi continua: "Sarebbe bello…ma la cosa più bella sarebbe se tutto il vecchio Shohoku venisse in America! Ci pensate?" conclude, ma il suo entusiasmo è un po’ velato, perché sa che è impossibile…

Io non dico niente, ma Hisashi è più filosofo in questi casi: "Chissà, magari…un giorno…un sogno alla volta, adesso c’è da far vincere la squadra univeristaria".

"Come vanno le cose?" chiede Rukawa, non appena viene fuori l’argomento.

Questa volta sono io a rispondere: "Vanno bene. Anzi, forse il nostro sarà il caso più unico che raro di una squadra con eccesso di talenti".

"In che senso?" domanda, di nuovo, Rukawa.

"Be’, ci sono Akagi e Hanagata, ad esempio…e poi Maki, Fujima e Miyagi sono tutti e tre playmaker e per i tiri da tre punti ci sono Hisa-kun e Jin" continuo a stupirmene, mentre lo spiego alla volpe di Hanamichi. Anche il nostro allenatore ancora non si capacita di tanta fortuna: insomma, è un team che può permettersi di avere fra le riserve Takasago o Hasegawa! Non campioni eccezionali, ma comunque ottimi giocatori.

"E tu?" chiede Hanamichi?

Io sorrido: "Oh, io sono una riserva, ma non potrebbe essere altrimenti…però stavo pensando che, con le lenti a contatto al posto degli occhiali, potrei giocare meglio: vedrei più nitidamente e mi sentirei più sicuro".

Non mi sembra di aver detto niente di eccezionale, ma mi ritrovo con tre paia di occhi stupiti che mi fissano…

"Lenti a contatto?!" esclama Hisashi.

"Ma poi non saresti più Megane-kun!" commenta Hanamichi.

"Do’aho!" e Rukawa commenta lui…

"Quando lo hai deciso?" insiste Hisa-kun, con un tono un po’ accusatorio che mi meraviglia.

"Non è che lo abbia già deciso, ci sto solo pensando. Inoltre le lenti a contatto aiutano a frenare la miopia e a me mancano già parecchi gradi…" gli spiego, non capendo il suo nervosismo.

"Sì, ok, ma senza occhiali sei più carino!" esclama Hisashi, d’impulso.

Non capisco questa obiezione…e comunque mi fingo un po’ piccato: "Vuoi dire che adesso sono brutto?".

"No, non sto dicendo questo, ma senza occhiali…ti ci voglio vedere solo io, in camera nostra, ok?!" sbotta .

"Bravo, Mitchi: vedo che anche tu sei favorevole alla filosofia del ‘sotto chiave è meglio’!" annuisce seriamente Hanamichi. Noi ci voltiamo lentamente verso di loro, giusto in tempo per vedere Rukawa dare un’altra gomitata, più forte della prima, al suo do’aho.

"Stupida volpe, come osi mettere a repentaglio le costole del genio?!" scatta lui.

"Hn…piantala di dire scemenze, qui non c’è nessuno sotto chiave!" è la pronta replica di Rukawa.

Con la coda dell’occhio, vedo Hisa-kun contare sottovoce: "Uno, due…" e al tre, puntuale, scoppia la baruffa fra i due. Sappiamo entrambi che potrebbero andare avanti per delle ore.

Io guardo l’orologio: "Tra mezz’ora arriveranno Ayako e Ryota: andiamo a sistemare la cucina?" chiedo a Hisashi.

"Massì! Tanto non credo che scorrerà il sangue qui…" ride lui, seguendomi nell’altra stanza.

 

 

Io e Kimi-kun disponiamo sui vassoietti i toast e i panini che Yukari ci ha aiutato a preparare, con il sottofondo della lite del do’aho e della volpe che ci giunge dal salotto. La torta, invece, è in frigo.

"Tua sorella è davvero brava in cucina" dico per l’ennesima volta a Kimi-kun, intento a prendere dallo scaffale i piattini e i tovagliolini di carta.

"Lo so: è più brava di mia madre" sorride lui. Yukari e Kiminobu sono sempre andati d’accordo, forse perché i due anni di differenza fra di loro non sono poi molti e io osservo con curiosità il loro rapporto, qualcosa che non potrò mai sperimentare dato che sono figlio unico…

"Quando lo diremo alla tua famiglia…di noi, intendo, dovremo cominciare da Yukari…penso che sarebbe meglio. E più facile" gli dico.

Lui si volta a guardarmi: "Lo avevo pensato anche io, ma in realtà credo che lei abbia già capito e che non aspetti altro che di poterne parlare apertamente".

Io mi stupisco: "E da cosa diavolo dovrebbe averlo capito, scusa?!" insomma, siamo sempre stati così attenti!!

"Magari dal fatto che c’è una sola camera da letto" sorride il mio Kimi-kun, un po’ maliziosamente, facendomi ridere.

"E’ vero. Be’, tanto meglio: meno giri di parole!!!" non sono fatto per i grandi discorsi, io.

"Hai comprato le bibite?".

"Sì, penso che quattro bottiglie basteranno".

Dall’altra stanza continua ad arrivare, anche se frammentata, la baruffa della coppia d’oro dello Shohoku.

"Sta’ zitto, do’aho!".

"Quante storie pur di non ammettere che, di fronte alla mia mossa segreta, cedi sempre!".

"Non è…oi!!!!! Oi, non ci provare!".

Sakuragi ha una mossa segreta? Preoccupante…

Io e Kimi-kun stiamo finendo di riempire il primo vassoio, quando dal salotto giunge un suono insolito, mai sentito prima…Noi ci guardiamo per un attimo, quasi in tralice.

"Ma dai…".

"Pare proprio di sì…".

Ci affacciamo alla porta e vediamo Rukawa ridere, sotto il solletico di Hanamichi.

Sono sicurissimo che, in tre anni, questa sia la prima volta che lo vediamo ridere; lui e Hanamichi sono finiti per terra e la scimmia rossa lo tiene fermo sotto di sé e ride con lui. Si vede che sono felici, mettono allegria solo a guardarli: la risata di Rukawa è limpida e cristallina, i suoi occhi sono brillanti mentre si fissano sul viso del compagno e la sua voce è affettuosa come non l’avevo mai sentita mentre gli dice a fatica, tra uno scoppio di risa e l’altro: "Sei un…imbecille…do’aho…finiscila!".

E lo sguardo di Hanamichi è assolutamente adorante, anche mentre gli replica: "No, sono un tensai! Prima o poi te lo farò ammettere, stupida volpe!" e poi…ops!!! Si è chinato a baciarlo!!!

Accanto a me, Kimi-kun ride piano per non farsi sentire e mi dice: "Lasciamoli soli, adesso…".

Io annuisco e lo seguo, non prima di aver lanciato un’altra occhiata ai nostri amici, e poi, una volta tornati in cucina, non posso fare a meno di osservare: "Visto? Per i ruoli avevo indovinato io! Si vede che Rukawa è abituato ad avere sopra quell’armadio di Hanamichi…Mi sembra ancora strano!".

"Che cosa?" mi chiede tranquillamente Kimi-kun, che ha iniziato a preparare il secondo vassoio.

Io mi appoggio alla credenza nel parlare: "Be’, tre anni fa Hanamichi era un po’ sfigato, diciamocelo! Bada, è mio amico, lo è veramente, e quindi lo dico con affetto…ma rimane il fatto che era uno sfigato! Chi l’avrebbe detto che sarebbe stato lui a farsi Rukawa?! Io non ci avrei creduto…" come si suol dire, i casi della vita…

"Perché? Credevi che saresti stato tu?" domanda Kimi-kun, sempre in tono molto tranquillo. Io rimango allibito per diversi secondi.

"Ma…ma che diavolo stai dicendo?!" scatto, arrabbiato e confuso. Da dove gli esce quest’idea?!

"Uhm?" fa lui, guardandomi da sotto in su, con una leggerissima sfumatura di divertimento negli occhi.

Io faccio un passo in avanti: "Voglio dire, Rukawa è bellissimo e non lo si può negare, è una questione oggettiva e non soggettiva, ma non significa niente! Sai quando tu…oi, il mio è un ‘tu’ generico, eh?!…insomma, tu guardi Rukawa e pensi…guardi Rukawa e pensi…" oddio, non trovo le parole per esprimere il concetto che ho in testa!!!

"E pensi?" mi incita gentilmente Kimi-Kun.

"Guardi Rukawa e pensi!!" concludo io e credo che si capisca bene a cosa mi riferisco! Poi proseguo: "Ma non c’entra niente, considerare carino un ragazzo e amarlo sono due cose diverse e così amare un ragazzo e dire che anche un altro è bello sono due cose che non c’entrano niente l’una con l’altra!" aggiungo.

Il mio Kimi-kun ride leggermente: "Sì, lo so. Stavo solo scherzando… anche se devo dire che io non ho mai pensato niente guardando lui".

Be’, vorrei vedere sarebbe stato abbastanza strano che un uke pensasse ad un altro uke, e poi…un momento!!! Non voglio fare la parte del geloso paranoico, ma cosa dovrei pensare della frase di Kimi-kun?! Non ha mai pensato niente guardando lui…ma magari guardando qualcun altro sì!!! Bisogna stare attenti a queste sfumature del linguaggio…

Questo pensiero mi rende nervosissimo e non mi preoccupo neanche di nasconderlo: "Posso sapere chi è che ti suscitato simili pensieri e quando?" gli chiedo in modo piuttosto brusco e aggressivo, accigliandomi.

Lui alza gli occhi su di me, stupefatto: "Nessuno!" esclama, con una tale spontaneità da farmi sentire improvvisamente un cretino. Come se non lo sapessi… è che, fondamentalmente, sono rimasto una testa calda che salta subito su e questo mi capita soprattutto se si tratta di me e Kimi-kun.

Lui non sembra essersela presa per la mia domanda imbecille e, anzi, mi sorride mentre finisce di preparare anche il secondo vassoio; io mi porto alle sue spalle e lo abbraccio da dietro, affondando il volto fra i suoi capelli.

"Scusa, Kimi-kun…sono un idiota" gli dico e poi lo faccio voltare e mi chino per baciarlo, stringendolo a me.

Ogni tanto mi chiedo dove sarei adesso, se tre anni fa questo ragazzo più basso di me e con gli occhiali non mi avesse affrontato a brutto muso (tra l’altro, in un giorno in cui ero particolarmente propenso a menar le mani!), sbattendomi in faccia quanto fossi stato debole e rinunciatario e vigliacco, a dispetto dei miei vecchi e facili (me ne accorgo ora) proclami da trascinatore…

I suoi occhi arrabbiati e la sua voce delusa mi avevano scosso in pochi istanti più di quanto non avessero fatto in tanto tempo le occhiatacce amareggiate dei miei genitori. Mi ero ricordato di quanto mi avesse stimato quando facevamo il primo anno, anche dopo il primo infortunio, di come fosse stato l’unico a venire a trovarmi all’ospedale. E poi mi ero sentito dire da quella stessa voce: "Non avrei mai pensato che Mitsui si sarebbe ridotto così…" e avevo pensato che non lo sopportavo, non da lui…passi da Akagi, con il suo sguardo di disapprovazione, ma non da lui!!!!

Ma io sono fatto così, ho un carattere impulsivo e un po’ autodistruttivo a Kimi-kun mi aiuta a fronteggiarlo.

Qualche tempo fa ho rivelato a Norio Hotta che io e Kiminobu stiamo insieme; mi è sembrato giusto perché Norio è mio amico e non volevo che lo capisse da solo, come sarebbe stato inevitabile prima o poi…be’, non ne è stato felicissimo, all’inizio, e credo che gli sembri strano anche adesso, ma devo dargli atto che il suo atteggiamento verso di noi non è cambiato. Forse, solo un pizzico d’imbarazzo, a volte…

In genere evita di parlare di questo, però tempo fa mi ha chiesto se fossi davvero felice con Kiminobu, visto che lo vede così diverso da me. Io sono felice proprio per quello. So cosa pensa Norio: che si sarebbe aspettato di vedermi con qualcuno più vivace, magari anche più bravo a basket, più ‘combinaguai’, ma io non potrei stare con nessun altro.

Adoro il carattere di Kimi-kun: lui è un ragazzo gentile e allegro, senza che ci sia niente di costruito in questo…è ottimista e si impegna in tutto quello che fa. Lo sa bene di non essere un grande campione, ma dà sempre il massimo in squadra e se sta in panchina dà consigli e incita i compagni e riesce a non essere invidioso. Odia veramente ogni forma di violenza fisica, ma non è affatto un debole: o pensate che sia facile prendere i miei ceffoni e trovare la forza di reagire solo a parole? E non è una questione di forza fisica: Kimi-kun giocava a basket da già sei anni all’epoca…non è muscolosissimo, ma neanche gracilino!

E poi lui è la persona che più di ogni altra mi ha fatto riscoprire la bellezza della normalità e lo so che oggi questa parola sembra stupida e banale e fuori moda, invece per me è diventata un porto di pace. Penso a noi che giochiamo a basket e studiamo, penso al mio lavoro, alle sere in cui usciamo e facciamo tardi sul lungomare, anche d’inverno, o a quando esco con Norio e la sua banda, e mi sento sereno, con i rimpianti del passato che parlano finalmente a voce bassa, invece di urlare.

Guardo Kimi-kun e penso che, se nonostante tutto, il mondo va avanti è merito delle persone come lui e non di quelle come me.

Alla fine dobbiamo interrompere il nostro bacio per respirare, anche se continuo a tenerlo stretto a me.

"Ti amo, Kimi-kun" gli mormoro.

"Ti amo anch’io" sussurra lui.

Ci sorridiamo anche mentre prendiamo un vassoio per uno da portare nell’altra stanza, ma io mi fermo di botto sulla soglia della porta, d’improvviso sospettoso e preoccupato.

"Cosa c’è?" mi chiede Kiminobu, guardando verso il corridoio.

"Come mai tutto questo silenzio?- mi acciglio- Non vorrei che le loro effusioni di prima fossero degenerate: non lo staranno mica facendo sul pavimento?!" sbotto.

Il mio compagno tossicchia, forse un po’ imbarazzato: "Ehm…Hisa-kun, se lo stessero facendo non sentiremmo silenzio, non credi?" mi fa notare.

Ineccepibile…

Entriamo cautamente in salotto e capiamo il perché del silenzio: se Hanamichi e Rukawa non lo stanno facendo, poco ci manca! Cioè, no, sto esagerando…

Però Rukawa è ancora sdraiato a terra, Sakuragi gli sta ancora spalmato sopra e continuano a baciarsi; che non si siano staccati da quando noi due avevamo assistito all’inizio del bacio più che un dubbio è una certezza. Impressionante… Kimi-kun tossicchia, imbarazzato, non trovando un modo discreto per intervenire, ma io non ho la sua delicatezza, così poso il mio vassoio sul tavolino basso che è fra i divani e poi mi chino sui nostri amici, scuotendo violentemente la spalla della scimmia rossa.

"Oi!- esclamo- Scusate, non vorrei che steste scomodi…non preferireste andare in camera nostra?" ironizzo, mentre, miracolosamente, Sakuragi si stacca da Rukawa e si solleva; conoscendolo, mi aspetterei una testata per punirmi della mia interruzione, ma invece sembra che si sia focalizzato sulla mia frase.

"Davvero, ci presteresti la stanza?" mi chiede, con un luccichio speranzoso negli occhi. Non ci posso credere…

"Do’aho! Alzati, adesso…- lo sgrida Rukawa, che sembra aver ripreso contatto con la realtà, almeno lui- …e voi, senpai, scusateci" ci dice, con un leggero ma palese disagio.

Borbottando, la scimmia rossa si alza e, dopo di lui, anche Rukawa.

Ormai, mancano solo Ryota e Ayako.

 

Mi accorgo che i senpai hanno già iniziato a sistemare i vassoi con i toast e i panini e penso che io e il mio do’aho ci siamo lasciati andare un po’ troppo, approfittando del nostro momento di solitudine, e che non avremmo dovuto farlo. Non mi piace sentirmi a disagio o crearne agli altri.

"Manca la torta" sento dire a Mitsui, mentre lui e Hanamichi osservano le cibarie con occhio clinico.

"Quella sarà meglio lasciarla in frigorifero fino all’ultimo" è la sensata risposta di Kogure.

"Allora portiamo le bibite".

"Ti aiuto io, senpai" dico a Mitsui; lui si stupisce e si vede, ma vorrei rimediare all’imbarazzo di prima e lui sembra capirlo, perché mi dice: "Ok…ma non è che mi stessi formalizzando, poco fa! Temevo solo che la situazione degenerasse!".

Lo seguo in cucina, con il sottofondo delle voci di Hana e di Kogure che parlano della farcitura dei panini. Mitsui apre il frigo per prendere le bottiglie delle bibite tenute in fresco e, intanto, mi dice: "I bicchieri sono nello sportello sopra il lavabo" e io comincio subito a prenderli, in silenzio.

"Lì deve esserci anche un altro vassoietto per disporveli- aggiunge Mitsui, poi lo sento esitare qualche secondo, ma alla fine continua- Certo che la scimmia rossa non riesce proprio a toglierti le mani di dosso!".

È la prima volta in tre anni che affronta con me un discorso tanto personale, ma adesso non mi dà fastidio come me lo avrebbe dato tempo fa.

"Hn" verissimo: me lo ha detto lui stesso…

"E pensare che tu sembri proprio il tipo di persona a cui non piace essere toccata" nota il nostro ex-tiratore da tre punti, osservandomi mentre dispongo i bicchieri sul vassoio.

Io gli lancio una rapida occhiata: "E’ così, infatti, ma con lui è diverso…".

"Be’, certo, è il tuo ragazzo!- sorride Mitsui e poi prosegue- Però un po’ tensai deve esserlo, se è riuscito a farti ridere!".

Oh, sì…un po’ tensai lo è davvero il mio Hanamichi, anche se non credo sarebbe una buona mossa ammetterlo davanti a lui…perché inizierebbe con uno dei suoi proclami ed è vero che io so che il suo aspetto più spavaldo è per lo più una copertura, ma preferisco comunque il suo lato affettuoso, spontaneo, pasticcione, quello per cui lui spesso prima parla e poi pensa a quello che ha detto o prima agisce e poi ci riflette, e non fa così perché è stupido, se lo fosse davvero non lo chiamerei do’aho, ma perché è istintivo e impulsivo… E non saprò mai trovare le parole per dire quanto mi scaldino la sua istintività e la sua impulsività!

Ci sono aspetti di me che ho riservato davvero solo a lui…le mie risate, il mio saper essere affettuoso…cose che erano sopite nel mio animo e che solo lui ha saputo risvegliare con la sua indole appassionata.

Mitsui mi sorride, credo che capisca quello che provo anche se non penso che riuscirò mai a spiegarlo a qualcun altro. E probabilmente, in realtà, neanche lo voglio: adesso parlo di più, è vero, ma con lui…Hanamichi è un conto, il resto del mondo un altro…

Torniamo nella sala con le bibite e la mia testa rossa ci si avventa sopra.

"Ooooh! Finalmente! Sto morendo di sete, non credo che Ryo-chan e Ayako si offenderanno se mi berrò un bicchiere di Coca-Cola!" esclama, puntando avidamente la bottiglia.

Io poso il vassoio con i bicchieri, quando Mitsui mi fa un cenno con la mano e mi indica che uno dei bicchieri è incrinato sul bordo: "Mi scordo sempre di buttarlo, sarà meglio che lo faccia adesso…" e io sto per passarglielo quando il mio do’aho, che non deve aver sentito la frase del senpai, si volta verso di me e afferra proprio quello incrinato, per bere!!!

Mitsui, come era prevedibile, scoppia a ridere e Hanamichi lo guarda male: "Oi, che ti prende? Ti ha dato di volta la testa?".

Il senpai deve praticamente tenersi la pancia per il troppo ridere, sotto lo sguardo perplesso di Kogure: "Sei veramente una scimmia rossa! Pure il bicchiere sbagliato…".

"Eh?!".

"Dai qua, do’aho- glielo tolgo dalle mani- Perché non stai più attento? Avresti potuto tagliarti, idiota!".

"Io sono il genio dell’attenzione, stupida volpe addormentata!" mi ringhia lui.

"Come no…" mormoro, guardandolo in quel modo che so che lo fa impazzire.

"Cosa vorresti insinuare?".

"Che sei un do’aho?" ironizzo io e lui si infuria davvero, diventa tutto rosso e si porta davanti a me, con le nostre fronti che quasi si toccano: "Volpaccia malefica, ora me la paghi e…" si ferma davanti al mio volto leggermente sorridente, alle mie labbra che si avvicinano al suo orecchio per mormorargli: "…che sei troppo distratto e io voglio che tu stia attento, invece…che sei pasticcione e tanto dolce…" sussurro in un soffio, perché possa sentirmi solo lui.

Anche le sue labbra si distendono in un sorriso.

"Kaede…".

Adoro il modo in cui pronuncia il mio nome…

"Ehm…ragazzi, non estraniatevi di nuovo, per favore! Ah, il campanello, per fortuna… Hisashi, vai tu?".

 

Fine (per ora? ^^)

 


 

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