Disclaimer:
i personaggi di questa storia e l’idea stessa appartengono alla
sottoscritta quindi a nessuno è concesso usarli all’infuori di me u__u L’ambientazione
è completamente inventata quindi non ci sono riferimenti a posti reali.
The voice behind the mirror di Miyuki
Il
Crimson Dust. Uno
dei locali più esclusivi di tutta Aloma. Il
numero dei suoi iscritti è molto limitato ed ogni persona viene
attentamente selezionata dal direttore, che lo gestisce in vece del
proprietario, uomo misterioso che raramente si fa vedere in pubblico…o
per lo meno in presenza dei suoi sottoposti. I
soci oltre ad essere scelti accuratamente per evitare inutili problemi,
sono tutti personaggi influenti e dal ricco portafoglio…non che ci si
potesse aspettare qualcosa di diverso visto il costo esorbitante
dell’iscrizione al club ed il suo eventuale rinnovo…di certo i
poveracci non circolano in questo ambiente. Pure
i dipendenti, come lo sono io, una volta entrati a far parte di questo
circolo smettono di patire la fame e se sono così abili da riuscire a
tenersi questo lavoro per molto e molto tempo avranno una vita agiata
assicurata. Ovviamente gli stipendi non sono uguali per tutti ma se c’è
una cosa che il “grande capo” sa essere, è essere generoso. Io
lavoro qui al Crimson Dust già da due anni e non posso credere alla
fortuna che ho avuto ad essere stato assunto. La mia vita è stata
cambiata drasticamente…ed in meglio! Prima
vivevo praticamente per strada, facendo qualsiasi lavoro che mi veniva
offerto pur di guadagnare qualche soldo…prostituivo addirittura il mio
corpo quando mi era necessario per sopravvivere…e per questo me la sono
vista davvero molto brutta certe volte. Non tutte le persone che
raccattavo nei vicoli o nei locali dei quartieri bassi erano propriamente
affidabili…ma cosa non si fa per non morire di fame! Ed a quel tempo ero
davvero disperato. Ora
invece ho un lavoro ed uno stipendio assicurato, ho un appartamento tutto
mio ed un conto in banca con una notevole somma di denaro sopra…cosa che
due anni fa non avrei mai pensato di avere. Tutto
perché ho avuto la fortuna di cercare di rimorchiare Ean, il direttore,
che invece di sbattermi contro un muro e scoparmi per qualche decina di los,
mi ha studiato con espressione interessata e mi ha condotto nel suo
ufficio, al dodicesimo piano di questo enorme palazzo, per mettermi
davanti agli occhi un contratto d’assunzione immediata. Non
vi dico la faccia che ho fatto quella volta…inimitabile! Ovviamente
ho firmato subito…e ciò mi ha condotto qui, a svolgere la mansione più
ben retribuita di tutto il Crimson Dust. Questo perché non è un lavoro
che tutti possono (e vogliono) svolgere, sono necessarie determinate doti
e caratteristiche di base…per prima cosa un bell’aspetto e per quanto
io non mi consideri la perfezione in terra, ho una discreta presenza e
questo aiuta…poi bisogna essere moralmente predisposti a ciò che si
deve fare. Non che sia qualcosa di illegale, sia chiaro, ma certe persone
non amano fare quello che faccio io, ognuno per i propri motivi…chi
perché lo disgusta l’idea, chi perché troppo imbarazzato, chi per
altro. In
ogni caso il campo si restringe e ciò va tutto a vantaggio di noi pochi
che possiamo svolgere questo lavoro. Io poi che ne ho passate davvero di
tutte i colori non ho problemi a svolgerlo, anzi direi proprio che mi
piace. “Ilari,
smettila di startene con la testa tra le nuvole…tra poco arrivano i
clienti!” Mi
volto e lanciò un’occhiata a Raysel che sta in piedi sulla porta del
mio camerino, già vestito di tutto punto per la serata. “Guarda
che io sono già pronto. Stavo giusto per andare.” “Allora
muoviti, se no chiudono la sala rossa con te fuori e poi Ean chi lo
sente!” aggiunge il mio amico con un sorriso divertito. Io
ricambio il sorriso e gli mostro amichevolmente il dito medio, al che
Raysel ride e se ne va urlandomi “Ci vediamo a fine serata Ilari…e
cerca di non divertirti troppo come al solito!” Scuoto
il capo e torno a fissare la mia immagine riflessa nello specchio. “Ma
tu guarda che cretino, come se lui non si divertisse quanto me!” Con
questo aggiungo un ultimo tocco di ombretto rosso alle mie palpebre e poi
mi alzo per uscire dal camerino ed andare nella mia postazione di lavoro. Davanti
alla porta della famosa “sala rossa” sta di guardia il mio
sorvegliante di fiducia, David, un uomo alto dai capelli castani ed il
fisico robusto, vestito impeccabilmente di nero come il regolamento
richiede. Appena mi vede sorride e fa un fischio di apprezzamento. “Accidenti!
E’ una mia impressione o ogni sera sei sempre più splendido?” Rido. “Non
saprei dirti…il vestito ed il trucco sono sempre gli stessi…forse sei
tu che dovresti smettere di elogiarmi nel tentativo di strapparmi un
appuntamento.” “Suvvia,
non puoi prendertela con un uomo per averci almeno provato!” “Certo
che no, tu puoi provarci quanto vuoi ma non aspettarti che io accetti” “Sei
crudele” risponde assumendo un’espressione ferita, che io so bene non
essere vera. Questo ormai è diventato un nostro piccolo rituale. “Lo
so ma ti piaccio lo stesso” e gli faccio l’occhiolino sorridendo prima
di entrare nella stanza, accompagnato dalle sue risate. La
sala, come dice già il nome, ha tutte tonalità calde e tendenti sul
rosso. Ha una forma rettangolare ed è abbastanza grande, alle pareti sono
appesi numerosi drappeggi e quadri paesaggistici. Sul pavimento giaciono
morbidi tappetti e cuscini di svariate forme e dimensioni, che fungono da
mio giaciglio oltre ad un canapé posto in un angolo. Dalla parte opposta
sta anche un piccolo bagno con doccia, racchiuso da pareti in vetro che
non danno alcuna sensazione di privacy…ma in fondo il mio lavoro di
privato ha gran poco. Una
musica soffusa aleggia per la stanza ed io mi vado a stendere sui numerosi
cuscini posizionati davanti ad un enorme specchio a tutta parete. Qui mi
rilasso per gli ultimi minuti che mi rimangono prima dell’arrivo del
primo cliente della serata. A
vedermi riflesso nello specchio devo ammettere, senza modestia, di essere
davvero uno spettacolo. Le mie gambe sono coperte (o sarebbe meglio dire
scoperte) da sottilissimi veli arancio-dorati mentre sopra ho una
camiciola fatta dello stesso tessuto e tonalità dal collo molto
ampio…tutta lavorata ed adornata di perline luccicanti. Devo
dire che si sta davvero comodi con questi vestiti addosso…non che li
userei per la vita di tutti i giorni sia chiaro. All’improvviso
sento un campanellio e ruoto la testa per vedere la porta della stanza
chiudersi, segno che era tempo di lavorare, lasciando fuori David a fare
la guardia in caso di necessità. “Si
comincia!” mormoro leccandomi le labbra e sistemandomi meglio sui
cuscini, sparpagliando accuratamente i miei capelli biondi su di essi. Di
solito non devo mai aspettare molto prima che qualche cliente si faccia
avanti e questa serata non sembra essere diversa dalle altre…infatti la
piccola luce accanto allo specchio si accende praticamente subito, segno
che qualcuno è già entrato nella stanza alle sue spalle. Il
gioco funziona così, lui può vedere me attraverso lo specchio ma io non
posso vedere lui…così l’identità del cliente è in qualche modo
salvaguardata e noi possiamo lavorare più tranquillamente. Qualcuno può
domandarsi chi salvaguarda noi poveri dipendenti in questa
situazione…beh, è semplice, chi fa il mio lavoro non ha di certo
problemi a farsi vedere in viso…e comunque ai clienti è proibito
approcciarci al di fuori del Crimson Dust. Nell’eventualità che ci
incontrino per strada devono semplicemente ignorarci (cosa che andrebbe a
vantaggio di entrambi), altrimenti potrebbero rischiare di perdere il loro
preziosissimo tesserino. Nel
caso qualcuno voglia comunque provarci abbiamo i nostri “custodi”
personali…tipo David. Questo ci evita di essere minacciati in alcun modo
da persone sgradite. Avere
tutti questi lussi mi fa quasi sembrare una persona importante! Comunque
smettiamola di perdere tempo…è ora di guadagnarci il pane quotidiano! Fissò
lo specchio con un sorriso invitante e rotolo di fianco con movimenti
calcolati e seducenti. “Finalmente
qualcuno è venuto a farmi compagnia…mi stavo annoiando” mormoro con
una vocina un po’ infantile…come quella di un bambino che vuole
qualcuno con cui giocare. Una
bassa risata fuoriesce dai modernissimi altoparlanti che danno la
sensazione di avere realmente una persona accanto a sé e non in
un’altra stanza…poi a quella risata segue una voce calda e profonda. “Così
sembra” I
miei occhi si spalancano impercettibilmente ma il mio saldo autocontrollo
mi permette di mantenere intatta la mia espressione. Sento il mio cuore
perdere un battito prima di accelerare vertigginosamente tanto che temo mi
schizzi da un momento all’altro fuori dal petto. Non
posso credere alla mia fortuna! E’
lui! La mia Voce! Cavolo,
devo darmi una calmata prima di rovinare tutto! “Mhh…però
adesso ci pensi tu ad intrattenermi vero?” aggiungo con la stessa vocina
delicata. “Oh
si…senza dubbio…non lo faccio sempre?” Si,
che lo fai…ed anche dannatamente bene…chissà come sarebbe averti qui
di persona… “Hai
ragione..che sbadato che sono.” sorrido biricchino sdraiandomi di pancia
ed appoggiandomi sui gomiti a fissare lo specchio, il tessuto della
camiciola scivola dalle mie spalle scoprendole. “Ti
sono mancato?” aggiunge poi la voce. “Mhh…moltissimo…” Ed
è la pura e santa verità…ogni sera spero che lui si faccia vivo. Sono
passati appena tre giorni dall’ultima volta che è stato qui ma ho
sentito subito un terribile vuoto per la sua mancanza e non vedevo l’ora
che tornasse. Sono
davvero un caso disperato. Vi
domanderete, è possibile innamorarsi di una voce? Beh, non so per gli
altri ma per me è più che possibile…infatti mi sono perdutamente
innamorato del proprietario di questa voce. Non
so chi sia, non so il suo nome ne che aspetto abbia…non so nulla di lui
in fondo…eppure dalla prima volta che quella voce è uscita dagli
altoparlanti mi sono sentito perso. Mi
ha letteralmente rubato il cuore. Eppure
mi rendo conto che il mio è un amore impossibile. “Anche
tu mi sei mancato” Oh,
non dire così ti prego! “Allora
c’è da festeggiare questa sera…non trovi?” continuo con la mia
impeccabile recitazione, nascondendo i miei veri pensieri. “Mi
sembra il minimo…vedrai, ti farò perdere la testa per il piacere questa
sera…” aggiunge con quel tono di voce particolare, così ricco di
promesse, che mi fa rabbrividire di anticipazione. “Mhh…perché
non mi illustri quello che hai intenzione di farmi allora?” Sorrido
maliziosamente, stiracchiandomi con movenze feline prima di incurvare la
schiena sollevando il mio fondoschiena per mettermi in fine a sedere a
gambe divaricate verso lo specchio. Una mano posata dietro la mia schiena
a sorreggermi mentre con le dita dell’altra vado a sfiorarmi le labbra. La
mia voce ride ed io fremo. “Siamo
impazienti vedo” “Per
te sempre…” sussurro allungando la lingua a leccare una delle mie
dita. “Allora
dimostramelo iniziando a toglierti quella camicia…lentamente…” “Come
desideri” sorrido allontanando la mano dalla mia bocca e facendola
scorrere lungo il morbido tessuto dell’indumento. Arrivata alla sua
estremità ve la intrufolo sotto facendola scivolare sulla mia pelle nuda
e sospiro in apprezzamento, immaginando che sia la mano della mia Voce
quella che mi sta toccando. “Bravo…così”
mi incoraggia ed io continuo, risalendo verso l’altro a sfiorare i miei
capezzoli, portando con me parte della camicia. Continuò così alcuni
istanti, strappandomi alcuni lievi mormorii e leccandomi le labbra in modo
invitante prima di rimuovere del tutto la camicia utilizzando entrambe le
mani…lancio poi l’indumento dove capita, del tutto disinteressato alla
sua sorte. “Sei
bellissimo come sempre” mormora con una discreta nota di
apprezzamento…posso quasi percepire il suo sguardo famelico su di me
attraverso lo specchio. “Grazie…che
cosa vuoi che faccia adesso?” chiedo continuando ad accarezzarmi il
petto. “Togliti
anche il resto dei vestiti” “Con
molto piacere” ed eseguo anche questo suo ordine con gli stessi
movimenti lenti e sensuali di prima. Faccio scivolare una mano verso il
basso e la intrufolo sotto il sottile strato di veli. Gemo andando a
toccare fugacemente il mio sesso prima di ritirarmi ed andare a slacciare
il cinturino che tiene unito il tutto. Una
volta fatto ciò, faccio scivolare quella specie di gonnino da sotto il
mio corpo e lo mando a raggiungere la camicia. Resto
così con addosso solo degli slip sempre rigorosamente rossi, dentro i
quali si può chiaramente intravedere la mia virilità eccitata. “Anche
quelli, toglili” Sorrido
ed apro maggiormente le gambe mettendomi in bella vista per la mia Voce.
Osservo con soddisfazione la mia immagine riflessa nello specchio e poi,
sdraiandomi sui cuscini, puntello i piedi per terra e sollevo il bacino,
rimuovendo anche quell’ultimo e fastidioso indumento. Una
volta nudo fisso con espressione lasciva quella lucida superficie. “Ti
piace quello che vedi?” mormoro. “Infinitamente…sei
un inno alla lussuria” Mi
lascio sfuggire una risata calda come il miele. “Tu
si che sai come lusingare un uomo” “Dico
solo la verita” “E
che altro diresti?” “Direi
che mi piacerebbe toccarti ed assaggiare la tua pelle candida…immagino
sia dolcissima” Oh
si, questo piacerebbe infinitamente anche a me. “Mhh…continua
a parlare…che altro mi faresti?” lo incotaggio. “Bacierei
ogni centimetro del tuo corpo, lo esplorerei con le mani per scoprire ogni
suo punto sensibile così da farti gemere senza ritegno…ti marchierei
lasciando i segni dei miei morsi così da fare sapere a tutti quelli che
ti guardano che appartieni a me…” Oddio……gemo
chiudendo gli occhi e lasciandomi andare all’immagine che è affiorata
nella mia mente…immagine nella quale il mio misterioso amante mi fa
tutto ciò che ha appena pronunciato e oltre…se mi sforzo posso davvero
sentire i suoi tocchi su di me, il suo corpo caldo premuto contro il mio.
Ma so bene che è solo la mia immaginazione…io però mi nutro di queste
mie piccole fantasie. Ora
sono terribilmente eccitato…è impensabile che una semplice voce possa
avere un simile effetto su una persona eppure è così…potrebbe farmi
raggiungere l’orgasmo solo continuando a parlare. Io
però necessito di attenzioni più fisiche quindi riprendo a toccarmi,
giocando con i miei capezzoli e massaggiando la mia virilità ormai
completamente eretta. Chissà se anche lui si sta toccando dall’altra
parte dello specchio pensando a me. “P-poi…che
altro?” ansimo socchiudendo gli occhi a fissare nella sua direzione. “Poi
prenderei in mano il tuo sesso, proprio come stai facendo tu, e ci
giocherei per ore, portandoti ogni volta al limite senza mai darti il
pieno appagamento…voglio sentirti supplicare affinchè io continui” “Oh
si…ti prego…non smettere…” gemo. Non so bene se la sua fosse stata
una diretta richiesta ma mi è venuto naturale implorarlo…cavolo, lo
implorerei fino alla fine dei miei giorni pur di farmi possedere da
lui…sarei disposto ad essere il suo zerbino per quello. Invidio
terribilmente il suo compagno o la sua compagna che possono averlo in
qualsiasi istante essi vogliano. “Tranquillo,
non ho intenzione di smettere…dimmi che cosa vuoi che ti faccia
dolcezza?” “Tutto…t-tutto
quello che vuoi…sono tuo per fare quello che desideri” ansimo
contorcendomi tra i cuscini continuando a darmi piacere da solo. Segue
un’attimo di silenzio e poi la mia Voce parla con un tono talmente
profondo da sembrare fuoco liquido che scorre sul mio corpo. “Mi
vuoi?” “Si…dio…si
che ti voglio!” emetto con voce roca aumentando la velocità della mia
mano sul mio sesso. “E
come mi vuoi?” “Non
mi importa c-come…ti voglio e basta..ti voglio nel mio corpo…” e
potessi averti sul serio!! “Allora
preparati per me…fammi vedere quanto mi desideri…” Ci
metto alcuni istanti per capire quello che mi è stato chiesto, con i
sensi completamente invasi dal piacere che sto provando per via dei miei
tocchi ma soprattutto per colpa del padrone del mio cuore. Allungo
una mano e frugo distrattamente tra i numerosi cuscini andando alla
ricerca della lozione che uso di solito per questi momenti. Quando la
trovo, apro il suo barattolo e vi intingo dentro le dita. Un’aroma di
estratto di gelsomino invade l’aria. Poi
porto le mie dita bagnate alla mia apertura e dopo aver massaggiato un
po’ l’anello muscolare vi intrufolo dentro il dito medio, gemendo ed
inarcandomi dai cuscini. “Bravo,
così…fammi vedere quanto ti piace…immagina che siano le mie dita a
toccarti così intimamente” Una
richiesta più facile non poteva farmela…ogni minuto che passo “con”
la mia Voce immagino sia lui a toccarmi…con nessun altro degli altri
clienti è così. Faccio
muovere lentamente dentro e fuori il mio dito, preparandomi con dedizione
come immagino farebbe lui…amando tenermi in attesa di quello che sarebbe
successo dopo. Alla fine quando non resisto inserisco un secondo dito e
minuti dopo un terzo. Ormai
sono letteralmente impazzito di desiderio. Lo voglio ma so di non poterlo
avere in carne ed ossa come vorrei…il mio corpo brama l’appagamento
che non può ancora ottenere…sono in attesa di una sua sola parola. “Sei
pronto, piccolo? Sei pronto ad accogliermi nel tuo corpo?” La
sua voce è tesa, lo sento…è eccitato anche lui come me. “S-si…ti
prego…” “Allora
prendimi” ed improvvisamente sul cuscino accanto a me appare un
vibratore di medie dimensioni. Lo
fisso con occhi socchiusi e velati di desiderio. Estraggo le dita dal mio
corpo ed allungo la mano tremante verso di esso, afferrandolo e
conducendolo contro il mio orifizio. “Allarga
di più le gambe…voglio vederti” sussurra ed io eseguo. Poi inizio a
spingere il vibratore dentro il mio corpo. Gemo e mi inarco contro di esso
per farlo scivolare maggiormente dentro di me, domandandomi se anche la
mia Voce è così ben dotata…ma ne sono convinto…lui è la perfezione
in terra…e vorrei tanto che quel giocattolo di gomma fossa la cosa
reale. Vorrei la sua virilità calda e pulsante piantata nel mio corpo. “Ora
muovilo…lentamente…” Faccio
ciò che mi è stato detto. Estraggo il vibratore fino a quando solo la
sua punta giace nel mio stretto passaggio e poi lo spingo nuovamente
dentro, fino al limite. Ansimo e gemo senza ritegno continuando quel
rituale, costringendomi a non aumentare il ritmo fino a quando non è lui
a dirmelo. Ma
la mia Voce non sembra intenzionata ad accontentare i miei desideri quindi
non mi resta altro da fare che supplicarlo. “A-ah…ti
prego…di più…” “Vuoi
che ti possieda con forza?” “Si…si…lo
voglio…” “Concesso…” Con
il suo permesso non mi trattengo più, comincio a muovere quel giocattolo
come desidero, con forza e velocità, andandogli incontro con il mio corpo
in modo che vada a toccare ogni volta la mia prostata. Ciò mi fa
letteralmente urlare…non so bene quali sono le mie parole e non mi
importa…sono troppo immerso in questo limbo di passione per farci caso.
Sogno il mio misterioso uomo su di me, dentro di me, a cospargermi di baci
mentre mi fa suo…darei di tutto per poterlo avere!! In
sottofondo sento che mi sta ancora parlando, solo che non riesco bene ad
identificare ciò che mi sta dicendo…sono elogi ed incoraggiamenti ma io
non capisco più nulla ormai. Assieme al vibratore muovo anche l’altra
mano sul mio sesso e giungo presto al punto di non ritorno. “Non…a-ah…non
resisto…più…” ansimo per avvertire la Voce. “Allora
non farlo…vieni per me…fammi vedere quanto sei bello in preda alla
passione…” risponde con voce roca ed io mi lascio andare, rifersando
il mio seme nel mio palmo prima di crollare sfinito ed appagato sui
cuscini. Al
nostro amplesso, perché sono convinto che anche lui abbia raggiunto il
suo piacere all’interno di quella stanza dietro lo specchio, seguono
attimi di silenzio durante i quali cerco di riprendermi. “Sei
la cosa più bella che mi sia mai capitata” mormora. Io
socchiudo appena gli occhi a fissarlo, il viso madido di sudore. La stessa
cosa vale per me, penso. “Grazie
mio dolce Ilari.” Dopo
queste parole vedo la luce accanto allo specchio spegnersi e capisco che
la mia amatissima Voce se né andata. Il pensiero mi rattrista ma allo
stesso tempo sono felice di averlo incontrato questa sera…spero solo che
torni presto da me…ormai è diventato come una droga, non posso più
fare a meno di lui…impazzirei altrimenti. Sospirando
estraggo il vibratore che giace ancora parzialmente nel mio corpo e mi
metto a sedere, passandomi una mano tra i capelli, che ora avranno di
certo un’aspetto ancora più ribelle del solito. Lancio
un’occhiata all’orologio e mi accorgo che è trascorsa un’ora e
mezza da quando sono entrato, allora mi alzo e mi dirigo verso la
doccia…ho ancora tre quarti d’ora prima che arrivi il mio prossimo
cliente. *Fine*
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