Paring: ShikixAkira;
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Premessa:
qui si conclude la mia prima ff su Shiki ed Akira.
Non so se ne farò un’altra. Dipende dal Mood I’m on.
Vi ricordo che quel sadico di Shiki è mio.
Akira <… NOSTRO!!!>
Shiwa <che palle che sei…. È MIO!!!>
Akira <NOSTRO!!!>
Shiwa < ho capito che vorresti un manage a trois con me e Shiki, ma ti ripeto che Shiki ama solo me, e con te si diverte e basta!!! Non ti è bastato cosa ti ha fatto?>
Akira scappa via piangendo ç__ç.
Shiki < ma… poverino!!>
Shiwa <adoro farlo piangere… ora.. VAI E CONSOLALO!!>
Shiki <… allora sì!! Mi piace quando lo fai piangere!!!>
Shiwa <…. Pervertito -.-* >
Shiki <da che pulpito… =__=>
Shiwa < colpa tua… mi ispiri!!> =__=*
Shiki <… vado a consolare Akira.. che è meglio!!> *__*


Dediche:
La dedico a Relena, sperando si sorprenda del finale.
A mia moglie Alexis, perché la torturo sempre con lo yaoi ultimamente.

 

 



These Walls

Capitolo V

di Shiwa

Tear down these walls for me
Stop me from going under
You are the only one who knows
I'm holding back

It's not too late for me
To keep from sinking further
I'm trying to find my way out
Tear down these walls for me now

 

 

Mi scopi per non so quanto tempo.

Mi tieni le gambe aperte, anzi, spalancate, e i polpacci posati sulle sue spalle.

 

Con le mani stringo spasmodicamente il lenzuolo sotto di me.

Eppure qualcosa di diverso c’è.

Tu gemi….

Tu sospiri…

 

Stai mostrando apertamente il piacere che trovi nello scoparmi.

Non lo avevi mai fatto… no, mai.

Mi hai sempre scopato in silenzio.

Ti sei sempre preso il piacere dal mio corpo, ma non hai mai dato segno di quanto tu abbia goduto da esso.

 

E a sentire da come sospiri e gemi, devo dire che ti stai divertendo parecchio col mio sedere.

Ma anche, io, non sono da meno.

È vero, mi sento squartato in due.

È vero, mi stai facendo dannatamente male.

Eppure non riesco a non trarre piacere da tutto ciò, in ogni caso.

 

La tua mano ha cominciato a muoversi, a ritmo delle tue stesse spinte, sul mio membro di nuovo eretto.

Sento che non reggerò a lungo.

Anzi non reggerò per nulla.

Poco dopo alcune carezza, mi svuoto nella tua mano.

Anzi, sarebbe più corretto dire che ti schizzo sul ventre, e appiccico la tua mano al mio membro.

 

Contro ogni aspettativa, non molli la presa, e la tua mano non smette di pompare il mio uccello.

Il fatto che io ti sia venuto in mano sembra rendere, per te,  il tutto più scivoloso e piacevole.

 

Inizio ad urlare senza freni.

E vengo di nuovo.

E di nuovo ancora.

Non so neppure io da dove esce tutto quello sperma che continua a schizzarti sul ventre, e a colarti sulla mano.

 

Sono impazzito.

Mi hai fatto impazzire.

Tutto il piacere provato, mi è arrivato al cervello come un fulmine: sono folgorato, non ci capisco più niente.

 

<<… Shiki… ah. Shiki!!... Shiki basta!! Ahn… ahn ahn.. basta Shiki!!! Basta, basta, Shiki!!>> i miei sono urli sfiatati, sfiatati dai gemiti e dagli ansimi pensati che emetto.

 

<<… supplicami….>> ti sento sussurrare, e non accenni a fermare quella mano che mi sta uccidendo gli ultimi neuroni superstiti.

 

<< per favore.. basta…>> riesco a trovare il coraggio di dirlo, per poi riprendere a gemere.

Mi fa dannatamente male il pisello.

Dannazione, per vendetta, la prossima volta ti strappo il tuo a morsi!!

 

<<… non mi basta… supplicami..>> ripeti tu.

<<… ti… ti.. ti odio Shiki.. smettila…>> ti dico in rimando. Non ce la faccio più. Per favore, che qualcuno lo fermi.

 

<<… non odiarmi.. sei la mia puttana personale!! Avanti… supplicami!!>> e affondi con più decisione in me.

Urlo di dolore, o piacere?

Non lo so più. Ormai è uguale. Non c’è più distinzione.

 

<< Shi… Shi.. Shiki… ahn… per… per favore.. ti.. ti supplico.. smettila!!>> sospiro, e finalmente la tua mano  si ferma.

 

Apro gli occhi, e ti osservo, mentre te la porti alla bocca, e ti lecchi le dita e il palmo della mano con gusto.

 

<< sei proprio buono… sei proprio una puttana appetitosa, Akira…>> sussurri, per poi riprendere con più foga a scoparmi, e infine, sento il tuo sperma colarmi dentro.

È così bollente, da mandarmi un brivido lungo la spina dorsale. Come una lieve scossa, che rianima i miei sensi ormai spompati.

 

Ti lasci ricadere su di me.

I nostri visi di nuovo vicini.

Mi è mancato questo contatto.

 

Non so con quale coraggio, nei confronti di me stesso, trovo la forza per baciarti le labbra.

E tu non mi scacci. E di questo ne sono felice.

 

Passo una mano tra i tuoi capelli, che per la prima volta ho toccato solo ieri.

I tuoi occhi sono chiusi.

Così li chiudo anche io.

E rimango in ascolto.

 

Sento il cuore battermi forte dentro il petto.

E sento il tuo, allo stesso ritmo del mio.
Battono all’unisono.

I nostri respiri si regolarizzano.

 

Gioco distrattamente con una ciocca dei tuoi capelli tra le dita.

Mi godo questo attimo, che miracolosamente, si potrebbe dire di pace.

Ma è una pace fittizia. Una sorta di armistizio, stipulato in silenzio.

 

La mia mano libera, ad un tratto, viene catturata dalla tua, un po’ appiccicosa.

Le nostre dita si intrecciano. E io rimango ad osservarle.

La stringi con forza, e te la porti vicino alle labbra, dove le depositi un lieve bacio.

 

Credo di essere arrossito.

Un gesto così.. così…. Così tenero, da te, non me lo sarei mai aspettato.

 

Magari non è troppo tardi.

Magari, io posso ancora rompere quei muri che ci separano.

Magari posso ancora scavalcarli, ed arrivare a te.

In modo da poter stare finalmente vicini.

Dimmi che non è troppo tardi.

Dimmi che posso ancora rimediare….

 

Mentre lo penso, alzo il tuo viso con la mano che prima giocava con i tuoi capelli.

Apri gli occhi, e sembri, stranamente, spaesato.

 

Deposito un altro lieve bacio sulle tue labbra.

E tu mi sorridi.

 

E poi…

È in un attimo…..

Succede tutto così in fretta, che non ho neppure il tempo di ragionare.

 

La porta si apre di scatto, vola un pugnale.

Ti colpisce la spalla.

 

I miei occhi si spalancano all’inverosimile.

Ti alzi in preda ad uno scatto d’irritazione, ti getti sul tavolo, ed afferri la tua fedele katana.

Nel mentre porti la mano libera alla spalla, e ti estrai il pugnale, gettandolo per terra.

La tua spalla inizia a colare sangue.

 

<< esci fuori!! Se ne hai il coraggio!>> la tua voce fredda e bassa non ammette repliche.

 

Dall’ombra,  fa la sua comparsa nella stanza Rin.

Mi porto una mano alla bocca.

Non è possibile!! Come ha fatto a sapere che ero qui?!

 

<< Akira, uccido questo stronzo e ti porto via di qui!! Non dovrai più sottostare alle sue violenze! Sono venuto qui per liberarti!!>> afferma deciso il mio amico.

 

E ora ne sono sicuro: temo, e mi aspetta, il peggio.

 

Shiki mi osserva di sottocchio, voltando di poco la testa indietro verso di me.

 

<< sei una puttana! Sei davvero una puttana Akira!>> e stavolta, dal suo tono, capisco che non lo dice per ferirmi. Lo dice perché lo pensa davvero. <<mossa molto intelligente farsi venire a salvare da un tuo amichetto, vero? Devo averti fatto davvero soffrire, se sei andato a chiedere aiuto in giro mentre non c’ero!!>>

 

Che.. che cosa?!
Lui… lui crede che sia stato io a chiamare Rin?

Ma sei impazzito, Shiki?
Da quando sono qui non mi hai mai mollato un secondo!!
Quando cazzo sarei andato a chiedere aiuto?!?

Quando cazzo ne avrei avuto il tempo??

 

Brutto idiota!!

 

<< Akira non mi ha chiesto nulla. Proprio nulla! Sono qui per conto mio, per salvare lui da te… per ammazzare te!! Preparati! Perché questa volta non ti salverai… caro…. Fratello….>> e gli occhi di Rin sono tutto un programma.

 

Con slancio si lancia contro Shiki. Che seppure con una spalla dolorante, riesce a maneggiare benissimo la sua katana.

 

Ed è un attimo.

La katana del mio Shiki taglia, squarcia profondamente il petto di Rin, che cade a terra esanime.

 

… mio Shiki?!!

Da quando… è diventato mio?!

Mi sorprendo da solo, ritrovandomi a pensare una cosa del genere.

Shiki, molla la katana vicino al letto. E si avvicina con passo imperioso verso di me.

Si siede sul letto.

I suoi occhi rossi mi fissano con rabbia e disprezzo.

 

<<… mi hai tradito!!>> asserisce con un filo di voce.

<< ma che cazzo stai dicendo?!>> gli domando io.

<< chiamare Rin è stata davvero un colpo basso… mi meraviglio di te, Akira!! Hai dovuto farmi uccidere mio fratello per forza!!>> e il suo viso, lontano da una qualsiasi espressione umana, rimane rigido.

<< Rin tuo fratello? Che cosa?>> non riesco a capire. Cosa vuol dire?! <<… come può essere che Rin sia tuo fratello?! …Shiki!! Io non ho chiamato nessuno!!! Ha fatto di testa sua! Io non so neppure come ci sia arrivato qui!!>> urlo, in preda al panico. Non può accusarmi di qualcosa che non ho mai fatto.

 

<<… è…è ve-vero… Akira… lui non centra…>>la voce di Rin, seppur fievolissima, si sente, e ha il potere di farmi girare verso di lui.

Invece, Shiki, rimane a fissarmi, non distoglie per niente lo sguardo da me.

<< Rin…!!>> faccio per alzarmi, ma Shiki mi prende per le spalle, con forza, e mi scaraventa sul letto, facendomi battere la schiena contro il muro.

 

<<… ti ucciderò, seppure io ti abbia voluto risparmiare innumerevoli volte… ti ucciderò, per un semplice motivo, Rin..>> afferma con occhi ridotti a fessura Shiki, mentre con passi lenti, si avvicina al fratello moribondo per terra. << ti ucciderò… perché per colpa di ciò…>> si porta una mano al sangue che gli gronda dalla spalla <<… io dovrò rinunciare per sempre… ad Akira…>>

e detto questo, si china a raccogliere lo stesso pugnale che lo aveva ferito, e glielo conficca in gola.

 

<<… davvero un colpo basso…. Avermi ferito con un pugnale avvelenato…>> sussurra con i suoi occhi rossi ridotti a fessura, rigirando il pugnale nella gola del mio amico.

 

Sento distrattamente Rin pronunciare un

<<… A… kira…>> prima di riversare gli occhi al cielo.

 

Shiki, in preda alla rabbia più nera, calcia il suo cadavere fuori dalla porta con un calcio potentissimo.

Poi ritorna sui suoi passi, fino a me.

Tiene ancora con il braccio ferito la katana, e con la mano libera la spalla.

 

Lo fisso terrorizzato.

Non l’ho mai visto così incazzato.

Posa la katana al mio fianco, sul letto, e si siede di nuovo affianco a me.

 

Le lenzuola iniziano ad impregnarsi del suo sangue.

Chiude gli occhi, prende un lungo respiro. E poi li riapre.

 

Quelli che mi si stagliano ora davanti sono gli occhi di uno Shiki che non ho mai visto.

Sono gli occhi, suppongo, dello Shiki che si celava dietro i proprio muri.

 

<<… Akira…>> inizia lui, e io sussulto, a sentir pronunciare il mio nome dalle sue labbra <<… è giunto il momento di dirti addio…>>

<<che.. che cosa?!>> chiedo io non capendo. Lui toglie la mano dalla spalla, e mi mostra la mano insanguinata.

Il sangue ha un colore strano, quasi violaceo, che sembra espandersi a macchia d’olio.

<<guarda bene… è veleno… non mi manca molto…>> spiega, osservando la propria mano, e poi il mio viso.

Prendo quella mano tra le mie, fregandomene se è insanguinata o meno.

 

<< no.. no… tu ti salverai!!>> mi autoconvinco io, in realtà per coprire il panico più totale dal quale sono avvolto.

 

<< non dire cazzate!! Sei la mia puttana… non sei mica stupido!!>>  asserisce lui, con la solita gentilezza che lo caratterizza.

 

<< smettila, Shiki.. per favore!!>> commento io, non cogliendo la provocazione.

 

<<cosa fai.. piangi? Piangi per me che sono il tuo aguzzino? Che stupido ragazzo che sei…>> pronuncia, notando le lacrime, che involontarie son cadute a rigare il mio viso.

 

<<… Shiki… io…>> devo trovare il coraggio di dirglielo… se davvero sta per morire… deve sapere che lo amo.

 

<<… lo so… oggi l’ho capito. Oggi ne ho finalmente avuto la conferma.. ma sai… tu per me… hai sempre provato indifferenza. O paura, ben nascosta. Nessun sentimento forte. Nulla… l’unica cosa che fui capace di farti provare nei miei confronti è stato odio.. disprezzo…>> spiega con voce pacata << per me era l’unico modo, l’unica strada, per farti provare qualcosa di forte per me. Mi sono sempre chiesto perché io desiderassi che tu mi calcolasti. Me lo sono domandato fino a che ieri non ho trovato la risposta… io non potevo sopportare il fatto che tu nascondessi dietro la tua forte indifferenza, perfino la paura che avevi di me…>>

 

non è possibile… lui non può star pronunciando davvero queste parole.

 

<<… se… se solo avessi capito che davvero sarebbe bastata una gentilezza sincera.. io… io mi sarei comportato diversamente. Ma vedi… io.. .non sono capace ad esternare sentimenti che non conosco… non sono capace a relazionarmi con le persone…. Non ne sono stato capace per nulla… non ti chiedo scusa di averti fatto soffrire. Tutto quello che ho fatto, l’ho fatto con la consapevolezza di farti male: perché volevo farti male: perché volevo che le mie ferite, ti rimangano addosso come cicatrici indelebili, affinché tu non ti possa mai scordare che mi appartieni…>>

<< Shiki.. smettila!! Non essere il solito stronzo! Non esserlo anche ora!! Non in questo momento!! Non mi pare proprio l’ora di mettersi a fare lo stronzo sentimentalista bastardo!!>>

ribatto io alle tue parole.

 

Sono in preda al panico, alla paura, all’amore che provo per te.

 

Mi regali un ghigno dei tuoi.

Mi afferri i capelli dietro la nuca con forza, strattonandomi verso di te, fino a congiungere le nostre labbra.

Mi baci a lungo.

Un rivolo di saliva cola dalle mie labbra, e tu lo raccogli, leccandomi il mento.

 

Mi baci ancora ed ancora.

Il mio viso comincia a rigarsi sempre di più da lacrime.

Poso le mie mani sulle tue guance, te le accarezzo.

 

Tu ti distanzi un poco, ma rimaniamo con le fronti unite.

Ci scrutiamo negli occhi.

<<… Shiki… Ti Amo… >> mando giù la saliva, e lo ripeto di nuovo << Ti amo… ti amo.. ti amo, Shiki… ti amo Shiki….>> e vorrei anche aggiungere cose del tipo “non andartene” oppure “resta con me per sempre” o ancora “non lasciarmi solo”. Ma non ci riesco.

 

<<… se bastava una tenerezza come un bacio, Akira.. una piccola tenerezza come quelle rarissime che ti ho dato… per ottenere queste parole… per far crollare il muro di indifferenza che avevi eretto contro di me, non ti avrei mentito… non ti avrei mai mentito…>> e la tua voce è stanca.

Chiudi gli occhi, e sospiri.

 

<<no!! No!! No!! Shiki!! NO!!! SHIKI!! SHIKI APRI GLI OCCHI!!!>> urlo straziato nell’anima.

 

Tu li apri stancamente.

E sento la tua fronte scivolar via dalla mia.

Ti sostengo io il viso su con le mie mani.

 

<<Shiki.. dimmi ancora quella bugia…Shiki, dimmi che mi ami!!...>> singhiozzo, ormai non trattengo più il dolore. <<… Shiki…. Shiki… per favore… mentimi ancora, Shiki!! Dimmi un ultima bugia, Shiki.. ti prego, per favore, per piacere! Ti imploro!! Ma mentimi Shiki!! Dimmi una bugia!!! Non lasciarmi così… ti prego.. Shiki, ti >> un tuo dito, si posa stancamente e tremante sulle mie labbra, frenando il fiume delle mie suppliche. << .. mentimi…>> riesco a pronunciare solamente, baciando quel dito.

 

Tu prendi il tuo ultimo respiro e lo lasci scivolar via, in queste tue ultime parole…

 

<< Una bugia? ….>> mi sorridi. L’ultimo sorriso.

<<…Non ti ho mai amato…>>.

 

 

 

Tear down these walls for me
It's not too late for me
Tear down these walls for me