Paring: ShikixAkira;
These Walls Capitolo I di Shiwa
This is so hard for me Per favore… Vi prego… Se qualcuno esiste… Se un dio esiste… Faccia smettere questa tortura… Per favore…. Non ce la faccio più… Non ce la faccio davvero più….
Sento il mio corpo diviso in due. Sento le mie gambe che tremano. Mi fa male tutto: la schiena contro la parete, la testa contro la tua spalla, i polsi legati e lasciati privi di forze dietro la tua nuca…
Se non esiste nessuno… Per favore, almeno tu che mi stai facendo questo: smettila… Smettila, non lo vedi che sto piangendo dentro di me? Smettila… smettila… smettila..!! Non lo vedi che mi stai facendo male?!
<<perché hai smesso di gemere?>> mi chiedi allontanandomi malamente il viso dalla tua spalla, e facendomi aderire la testa al muro.
Dove trovi il coraggio di chiedermi una cosa del genere? Dove trovi il coraggio di farmi una cosa del genere? Ti odio…
<<non ti piace più?>> sussurri, mentre io faccio ricadere la testa in avanti. Tu me la rialzi con insistenza, prendendola tra due dita, e stringendomele forte intorno al mento.
Non ho il coraggio di guardarti. Non ci riesco, ho perso la forza e la voglia di farlo. Perché già so cosa avrò di fronte a me, se dovessi aprirli.
Avrò i tuoi gelidi occhi rossi, che mi fisseranno divertiti. Con quel loro alone sadico, che mi fa tremare l’anima: per paura ed eccitazione. Per paura di quello che mi fai provare. Per paura del piacere che mi provochi anche quando mi fai male. Sono un masochista che lotta contro se stesso perché non accetta di essere tale. Mi faccio schifo… Come mi fanno schifo quei tuoi occhi rossi, quando mi regalano sguardi di sufficienza ogni volta che ti svuoti le palle dentro il mio corpo.
E quei tuoi occhi rossi, che odio con tutto me stesso, proprio ora, mi fissano fino a scavarmi un pozzo nell’anima. Un pozzo senza fondo. Mi hai costretto ad aprire gli occhi, con le tue solite maniere violentemente gentili. E ora mi stai ficcando la lingua in gola, mentre le tue labbra sembrano voler inghiottire le mie...
Vi prego… che qualcuno faccia smettere questa tortura…
Continui a sbattermi contro il muro,con così tanta foga e violenza, che le nostre labbra si separano, e per tenerle unite, mi mordi il labbro inferiore a sangue, quasi a strapparmelo.
Sembri un animale inferocito, che prima o poi mi ucciderà…. Fisicamente…
Mentalmente l’hai già fatto… O forse no?! Non sarei qui ad implorare tra me e me, che qualcuno ti faccia smettere.
Contro ogni mia aspettativa, ti stacchi dalla mia bocca, ormai martoriata dai tuoi morsi, e ti sfili dal mio corpo con poca gentilezza. Le mie gambe però non toccano ancora il pavimento: sono oltremodo sicuro, che se lo facessero, non riuscirei neppure per un istante a rimanere in piedi. Sto infatti, pregando vivamente, che tu non smetta di tenermi tra le tue braccia: crollerei a terra come un masso di piombo.
Mi lecchi e mordicchi l’orecchio, e io piego la testa quasi ad offrirmi di mia spontanea volontà a queste attenzioni. Ma non è così, giuro che non è così. È solo che sono stanco di lottare. Di lottare contro di te, e contro di me.
<<… continuiamo?>> mi chiedo mentre il tuo membro sfiora di nuovo la mia apertura.
E io tremo… Ho i brividi ovunque… So che non serve una mia risposta. So che tu lo farai comunque: perché ti va, perché ti piace. Sì, adori farmi soffrire, te lo leggo in quei tuoi occhi rossi, tutte le volte che mi implori di rimanere ad occhi aperti, mentre mi prendi con forza.
Sento il contatto tra la mia schiena ed il muro ghiacciato venir meno. Sento che ora, tu, mi lascerai ricadere a terra come sempre, senza forze, poi mi volterai di schiena, premendomi la testa contro il pavimento, e alzando i miei fianchi mi penetrerai fino infondo all’anima. Ma questa volta, quando succederà, non urlerò… Non dirò nulla.. rimarrò in silenzio… Perché non ce la faccio più neppure ad esternare questo dolore…
Invece, a dispetto di ciò che immagino, non mi molli, non mi lasci ricadere a terra. Mi tieni stretto a te, quasi con possessione… d’altronde, forse, perché mi consideri il tuo oggetto personale dei divertimenti.
Il mio corpo dondola tra le tue braccia, mentre cammini. Ma questa sensazione di calore, che provo, mentre i nostri petti sono a contatto, dura ben poco. Sento la schiena venire a contatto con qualcosa di soffice.
Che sia il tuo
letto?! Non mi ci hai mai scopato scopra. Avevi paura che te lo insozzassi col mio sperma? Hai sempre preferito
scoparmi sul pavimento, o contro le pareti. La prima volta è stata contro una parete, come oggi. Sì, le pareti, i muri… Sono decisamente le tue posizioni preferite.
Sento che ti sfili dal mio abbraccio. Apro lentamente gli occhi, e mi accorgo di essere davvero sul tuo letto. Giro il viso a destra, a seguire i tuoi movimenti. Hai preso la tua katana. E ghignando ti avvicini a me…
Magari qualcuno ha ascoltato le mie preghiere… Dimmi che mi ucciderai, con un colpo solo… Che porrai fine a tutte le mie sofferenze…
Con la punta della spada, mi alzi il volto. La lama è fredda sulla mia pelle… Poi, sempre con essa, mi sfiori una guancia,la graffi lievemente, ma non mi tagli…. E infine, poggi la lama sulle mie labbra, come fosse il tuo membro…. E la strofini su di esse: a destra e a sinistra, seguendone il disegno… Vedo i tuoi pensieri sadici ed eccitati affiorare sul tuo volto: un ghigno sulle tue labbra, e gli occhi semi chiusi…
Ho paura… Mi taglierai la lingua, perché non te l’ho ancora succhiato? O perché quando lo faccio non ti piace? Ho veramente… davvero… paura…
Chiudo gli occhi, e in quello stesso istante, sento la punta della tua katana scendere dalle labbra fino al mento… al collo… lungo tutto il petto….
E se… me lo vorresti tagliare? Potrei vivere senza il mio uccello, ma non senza la mia lingua. Lasciami almeno la facoltà di poterti insultare… Lasciami almeno la possibilità, prima di morire, di poteri dire che sono un idiota masochista…. Perché dopo tutto quello che mi hai fatto, e mi farai, io non smetterò mai di amarti….
Per favore… fate smettere questa tortura….
La tua lama ghiacciata passa sul mio membro bollente. Le mie labbra si contorcono in una smorfia di fastidio.
<< se te lo tagliassi… non avrei più motivo di giocare con te…>> conclude riportando la spada lungo il suo fianco, distanziandola finalmente dal mio corpo…
Ma sono le sue parole, che mi straziano l’anima… “giocare con me”… Dunque sono solo questo? Ah beh.. cosa potevo aspettarmi? Speravo ancora che dietro tutto questo suo sadismo, c’era in realtà la non accettazione dei sentimenti che (non) prova per me?!
Quanto sono stupido… Quando sono idiota… Cerco di vedere il buono, in un uomo… Ma quale uomo.. in una bestia quale lui è….
Chiudo gli occhi, per non lasciarmi andare al pianto. Voglio conservare queste lacrime per me… L’ultima briciola di dignità che ho, se ancora così posso chiamarla, non voglio regalargliela.
Tiro un sospiro di rassegnazione. E mentre lo faccio sento qualcosa di freddo sfiorarmi velocemente i polsi. …Che mi abbia tagliato le mani? Apro di scatto gli occhi e porti le mani di fronte al viso. Le mie mani ci sono
ancora…!
Con la katana ha tagliato il laccio che mi teneva legati i polsi.
Non capisco.. perché li ha liberati?
Si stende su di me, e si toglie l’unico indumento che gli è rimasto: la maglietta aderente nera.
Ora posso prenderlo a pugni… Posso strangolarlo… È qui, sopra di me, che ghigna con quel suo fare da “so tutto io”. I nostri membri si sfiorano. Il suo è ancora duro come una roccia…. E sento che lapiderà il mio sedere ancora una volta…
E tremo… Al solo pensiero che mi farà di nuovo male… Quando invece…. Invece potrebbe avermi senza che io possa oppormi… Basterebbe che fosse poco più dolce con me….
Lui… dolce?! e… con me?! Ma figuriamoci…
Con la mano sinistra mi accarezza un fianco… Arriva fino alla mia spalla destra, e al viso, che ho piegato dalla stessa parte.
<<… puoi toccarmi…>> mi sussurra prima di baciarmi.
Non ci credo… non me lo sta imponendo?! Non posso crederci… Mi hai lasciato la possibilità… “posso” significa che non per forza “devo”….
<<… toccami…>> mi prendi la mano destra, con la tua sinistra, e la porti sopra un tuo gluteo.
Va bene… mi rimangio ciò che ho pensato. Come solo ho potuto pensare che tu non mi dessi ordini?
<<… non ti piaccio?!>> sussurri al mio orecchio, strofinando il naso alla mia guancia.
Ma perché ora fa così?! Vuole annientarmi vero? Vuole che io sia dolce con lui, per poi tirar fuori la parte più sadica di se… E distruggermi completamente… Ti odio… Ti odio, ti odio, ti odio….
<<… hai paura di toccarmi?!>> mi chiede, mentre i suoi occhi cambiano espressione. Come se l’alone sadico che li circondasse, sparisse magicamente.
<<… no…>> riesco a dire io. E la prima parola che pronuncio, da quando sono qui.
<<… fallo, allora!>> e mi prende anche l’altra mano, e se la porta sulla schiena. <<…oppure fai solo le cose quando te le ordino?>>.
Ho voglia di ribattere alla sua frecciatina, ma non lo faccio. Sono distratto dal contatto che è nato tra le mie mani e la sua pelle…
Mi ha scopato innumerevoli volte, eppure… Eppure non si è mai lasciato toccare… Confesso che non mi ha sempre legatole mani, anche se la maggior parte delle volte è successo. Però non mi ha mai permesso di toccarlo… O forse…
<<non mi hai mai toccato….di tua volontà…>> dice accarezzandomi distrattamente un inguine, e baciandomi il collo.
… non l’ho mai voluto toccare… anche quando potevo… non riuscivo a toccarlo, e riconoscere a me stesso che lo amavo. Amavo un essere così crudele con me…
<<… lo so…>> mi sfugge dalle labbra. E il mio sussurro ha il potere di fargli alzare la testa, e porla di fronte la mia. I nostri visi così vicini, il suo fiato sulle mie labbra. Le nostre fronti appoggiate.
Mi sorride. E io mi sento morire. Perché è un sorriso che non gli ho mai visto in faccia.
<<… Akira… >> mi chiama piano. Non lo ha mai fatto. E non ho il tempo di rispondere. Posa le sue labbra sulle mie.
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