Purtroppo per voi ecco la seconda parte di “The script of my life”! Forza e coraggio! Leggete e commentate!!!

 

THE SCRIPT OF MY LIFE - Parte Seconda

 

Di Arumi-chan

 

 

Le lancette dell’orologio segnavano l’una e sette minuti.

Era passato un intero giorno e i tre viaggiatori si scordarono di riprendere il loro piacevole itinerario verso ovest, prima di una settimana abbondante a causa della neve alta e compatta. Non potevano usare Jeep e a piedi non avrebbero concluso gran che. E poi… c’era ancora in sospeso la faccenda di Goku. Lo avevano visto di sfuggita, mentre serviva ai tavoli e correva su e giù per tutto l’alberghetto. Sembrava ancora più dimagrito. Quella sera era arrivato un biglietto sulle gambe di Sanzo, che lo lesse con i suoi compagni. La calligrafia era ordinata e pulita, diceva:

“Stasera verrò nella vostra camera. Aspettatemi. Goku.” si erano guardati in volto, per poi rinchiudersi ognuno nei propri pensieri.

E ora nessuno dei tre ragazzi riusciva a prendere sonno, aspettando impazientemente Goku.

Passò un altro quarto d’ora e qualcuno bussò piano alla porta. Hakkai scattò in piedi per aprirla. Goku vi era davanti e s’intrufolò, chiudendola poi a chiave la porta. La sua espressione era tirata e dura. Fece qualche passo, si sedette al tavolo in mezzo alla sala e i tre lo raggiunsero.

-Allora…- disse Hakkai, senza il suo consueto sorriso sul volto. Sanzo spense la sigaretta.

-Vorremmo, se è possibile, delle spiegazioni.- sussurrò il monaco, accendendosene un’altra. Gojyo lo imitò.

-Bene… ve lo avevo promesso, in fin dei conti…- sorrise forzatamente -A-Allora… fatemi delle domande. Io… risponderò.- intrecciò le mani e abbassò lo sguardo. Fu Hakkai a parlare, il più gentile tra tutti.

-Goku… la nostra intenzione è quella di aiutarti, lo sai…- il ragazzo s’irrigidì, sorridendo in modo strano -Noi vorremmo sapere qual è la tua condizione all’interno di questo assurdo albergo. Facci capire!-

-… io sono stato trovato dal padrone di questa locanda sei anni fa. Non ricordo niente di ciò che mi è successo prima… so solo che sono arrivato qua e lui mi ha accolto. Ho cominciato a lavorare come cameriere. Guadagnavo una paga rispettabile, tanto da pagargli vitto e alloggio.  Poi… tutto cambiò quel maledetto giorno di tre anni fa!!- scattò in piedi. Si avvicinò alla finestra. L’aprì leggermente. Riavvicinandosi al tavolo, si fermò dietro le spalle di Sanzo, che si girò interdetto. Goku tremava vistosamente… stava lentamente perdendo il controllo.

-Era arrivato un nuovo cliente e in quel momento io ero in sala a pulire i tavoli dopo la cena. Tutti si erano già ritirati nelle proprie stanze. Ricordo… tutto perfettamente come se lo stessi vivendo adesso…- tornò a sedersi -Quel uomo… stava parlando con il mio padrone, che poco dopo mi chiamò. Io… io… lo raggiunsi al bancone posto all’entrata. “Goku” mi disse “accompagna questo signore nella sua camera.”- strinse nuovamente le mani, tanto da farsi diventare le nocche bianche -Quel uomo… di cui non ho mai saputo il nome… mi prese il mento tra due dita e sorrise dicendo “Questo… è proprio un bel ragazzino… signore… quanto vuole?”- fece una lunga pausa, sospirando con il cuore in gola.

Ecco… era arrivato il momento…

Di nuovo.

-“Quanti soldi vuole… affinché io possa portarmi a letto questo dolce ragazzino?”-

Il disgusto, il terrore e lo sgomento invasero i tre ragazzi all’altro capo del tavolo e a Sanzo cadde dalla bocca l’ennesima sigaretta che si stava accendendo.

 

Goku sospirò ancora, tristemente, nel vedere le loro reazioni. Chiuse momentaneamente gli occhi e districò le mani.

-Continua…- disse Sanzo, con voce incerta e il volto bianco come uno straccio. Il ragazzo dagli occhi dorati  riprese, stupito, la dolorosa confessione.

“Ho incontrato degli stomaci forti… Konzen…”

-Rimasi nella sua camera per… per… tre giorni.- questo era davvero troppo. Hakkai si portò una mano alla bocca, cercando di ributtare giù un conato di vomito. -Forse è meglio che mi fermi qui?- chiese titubante Goku.

-No… prosegui.- disse spaventato Gojyo. Sapevano di dover resistere.

-Bene… inutile dire che… mi fece di tutto.- sorrise amaramente -Da allora, il nostro albergo divenne famoso. I clienti aumentarono di giorno in giorno. Naturalmente tutti avevano lo stesso scopo… fare… fare sesso con me, o almeno sfogare le loro frustrazioni su di me.- si alzò -Questo è quanto. Vi risparmio di vedere il mio corpo, penso proprio che non resistereste. Anzi fareste meglio ad andarvene, prima di essere coinvolti in questo morboso giro.- sorrise, facendo un grazioso inchino.

-Dove vai?- chiese Sanzo -Noi non abbiamo ancora finito…- Goku arrossì violentemente.

-Ma… io… dovrei… andare… in una camera.- i tre sbiancarono nuovamente.

-Ancora?!- urlò Gojyo.

-…- il ragazzo li guardò, triste -veramente non ho ancora cominciato.- stava per uscire, quando Sanzo gli fu a dosso con un rapido scatto.

-Questa settimana sei nostro.-

-Eh?- urlò Goku, sorpreso al massimo.

-Si… ti “compriamo” noi per l’intera settimana. Portami dal tuo cosiddetto padrone… tenterò di parlargli gentilmente…- lanciò la Shoreiju ad Hakkai… non si sa mai quale brutto tiro poteva giocargli il suo arguto cervello. -Andiamo!- concluse.

Goku rimase a dir poco allibito. Sentì gli occhi pizzicargli e ben presto, calde lacrime caddero sul suo viso abbronzato. Le asciugò con il dorso della mano ma quelle non volevano davvero smettere di scendere! Sorrise, tentando di dire qualcosa in risposta ma ciò che uscì dalle sue labbra fu solo…

-GRAZIE.-

 

Purtroppo il giorno dopo le cose si complicarono notevolmente. Infatti, Goku che era andato in cucina per preparare il pranzo, non aveva fatto più ritorno.

-Dov’è Goku?!- disse Sanzo visibilmente alterato -DOV’E’?!-

Il proprietario era spaventato e farfugliava parole senza senso, tentando di bloccarli.

-N-Non potete passare… ho detto che non potete!!-

Poi, si levò un urlo nell’aria. Due uomini che stavano passando di lì, sorrisero malignamente e dissero:

-Certo che il nostro caro Hito è sempre violento… e poi in cucina!-

-E’ proprio maleducato! Sta preparando il nostro pranzo… dopotutto.- se ne andarono, ridendo ancora in modo sguaiato. Un altro rumore. Forse un piatto era caduto. Gojyo in un impeto di rabbia, diede un calcio al proprietario, mentre Sanzo e Hakkai correvano verso la cucina, attraverso la sala da pranzo.

-GOKU!!- gridò il demone dagli occhi gentili, sentendo un altro urlo, mentre Gojyo li raggiungeva.

-Ma cosa diamine…?!- chiese il monaco impallidendo di fronte alla scena che gli si presentava.

Il giovane ragazzo era in ginocchio, mentre si aggrappava alla lavandino, l’acqua scorreva ancora. Un uomo, forse Hito quello nominato poco prima, era dietro di lui e lo stava scopando davvero con mal grazia. Aveva la cerniera abbassata e il suo stesso seme, colava per terra. Goku aveva i pantaloni calati fino a terra e il suo membro, eccitato per naturale reazione, spingeva contro il muro freddo. Stava urlando di dolore e aveva anche cominciato a piangere. In un secondo prese la spalla di Hito con la mano tremante, allontanandolo in un scatto. Urlò ancora più forte, quando il sangue cominciò a scorrere tra le sue gambe mentre veniva in un impeto. Sanzo si riprese e si avvicinò di corsa a Goku. Si inginocchiò, sorreggendolo.

-S-Signor… Sanzo? Oh no! Voi… a-avete visto… t-tutto… a-avete… no!! Non dovevate, dannazione!- tentò di rialzarsi barcollando, ma ricadde nelle sue braccia.

-Calmati… calmati!- disse mentre il ragazzo si dimenava. Lo alzò, mentre Goku si saliva i pantaloni. Sanzo lo prese in braccio, dicendogli:

-Se vuoi… puoi anche sfogarti.- il giovane itan si morse il labbro a sangue e poi scoppiò a piangere sul suo petto.

-In quanto a te, emerito stronzo- continuò Sanzo, rivolgendosi all’uomo che giaceva ancora per terra –Se non avessi le mani occupate ti avrei già gonfiato di botte e puoi star certo… che la prossima volta che incrocio il tuo brutto muso, te lo riempio di così tanti proiettili da poterlo fare assomigliare tranquillamente ad una groviera!-

Hito scappò a gambe levate, senza fiatare.

I tre si avviarono verso le scale.

-Oh… signor Sanzo!- esclamò il padrone della locanda. -Ma cosa…?-

-Dov’è la sua camera?- chiese Hakkai, ancora turbato.

-La sua…? Ma lui non ha una camera o almeno adesso non l’ha più.- disse stupito -Visto che ogni notte è in qualche stanza diversa…- Goku sussultò.

-Lurido stronzo…- sussurrò Gojyo.

-Perché quel… essere lo ha letteralmente assalito in cucina?- chiese Hakkai. Sul volto di quel mostro comparve un sadico sorriso.

-Perché? Perché dal momento che ha pagato… può usufruire di lui in qualsiasi momento e dappertutto… anche voi… se voleste… potreste prenderlo anche ades…- ma non riuscì a finire poiché gli arrivò un sonoro gancio destro di Sanzo sul viso.

-Sei solo feccia…- sussurrò prima di salire le scale, con Goku tra le braccia, seguito da Gojyo e Hakkai.

 

Entrarono sbattendo la porta e mandando ingiurie a destra e a manca. Sanzo appoggiò Goku sul letto.

-Oh! Non preoccupatevi…- si alzò tenendosi la schiena e sorridendo -Per me è…normale.- fece qualche passo, ma una fitta lancinante al basso ventre lo fece ricadere sulle ginocchia. Hakkai andò a sorreggerlo.

-Va tutto bene?- gli accarezzò leggermente la testa, conducendolo fino ad una sedia.

-Si… ora va meglio. Tanto sono abituato al dolore fisico… ma quello dall’anima no, non se ne va mai via.- abbassò il volto, stringendo i pugni. Calò sui quattro un silenzio quasi irreale e poi Sanzo si fece coraggio e chiese, con tono tra il preoccupato e l’indifferente.

-E’ vero che non hai una camera? Non hai dove riposarti…?-

Goku sussultò sorpreso e poi una risata fredda uscì dalla sua bocca.

-Ri… riposarmi? Ch… che cos’è? Uno scherzo… uno STUPIDO scherzo?!!- si girò verso di loro, alzando il viso -No perché se è scherzo non… è… DIVERTETE!!- rise ancora, più gelido di prima. -Pensavo di aver incontrato delle persone intelligenti. Io… riposarmi? Io non potrei mai… MAI… riposarmi. Quella scena alla quale avete assistito poco fa… è solo una goccia nell’oceano e soprattutto è ordinaria amministrazione! Anche se voi mi comprate per un intera settimana… le cose non cambieranno come non sono mai cambiate. Qui continueranno a venire uomini deplorevoli per fare sesso con me… finchè un giorno non sarò troppo stanco… e morirò… anche se mi sembra una cosa inutile dato che ci ho già provato.- Hakkai sorpreso gli chiese:

-Tu… tu hai tentato di…?-

-Si. Mi sembrava anche ovvio…- si alzò le maniche della camicia, mostrando delle cicatrici lungo i polsi. -Io ho tentato di suicidarmi. Tagliandomi le vene.- i tre rimasero di stucco -Ah… siete così stupiti? Eppure… quando vi ho raccontato la mia storia… pensavo si fosse intuito il mio carattere, come hanno definito amorevolmente gli abituali clienti di questa locanda, schizofrenico. Hanno detto che “ero pazzo a tagliarmi i polsi solo perché tutte le notti, e anche di giorno se capitava, loro mi scopavano”!- qualche lacrima scese -Da bambino… mi rifiutavano perché io… ho gli occhi dorati. Sapete che significa averli?- i tre fecero di no con un semplice gesto della testa -Lo immaginavo…  vuol dire che io sono… sono un figlio del peccato. Sono frutto… sono frutto di una violenza carnale. Tutti mi dicevano “solo il Signore sa le tentazioni, la malizia e la lussuria che questo ragazzo nasconde”. Per questo… per molto tempo, ho cercato di convincermi che la fine che mi era capitata in questa locanda, era proprio ciò che sarebbe dovuto accadere. A volte…- ricominciò a piangere, portandosi le mani al petto -a volte mi dicono ancora oggi… che non è importante se io vengo violentato. Ciò mi ha portato alla luce e ciò deve continuare a tenermi in vita. Pensiero cattivo non trovate?- poi… si portò una mano sul viso e le lacrime smisero di fluire -C’è una cosa che non vi ho mai detto. Altre… persone… in passato… hanno tentato di aiutarmi. Esattamente due anni fa.-

 

-Che cosa?- esclamò Gojyo, raccogliendo tutto lo stupore degli amici.

-Per favore, si calmi signor Gojyo. Ora vi spiegherò tutto.- alzò il volto ma non guardò in faccia nessuno -Erano tre ragazzi. Si chiamavano Tenpou, Kenren e…- fece un grande respiro, arrossendo -Konzen. Loro sono arrivati proprio nel periodo più brutto. Era l’inizio… l’inizio di tutto. Da poco più di qualche mese…- si girò -Comunque. Loro avevano le vostre stesse intenzioni, soprattutto Konzen. Somigliava molto a lei, signor Sanzo.-

-Ma… ora dove…?- tentò Hakkai, cercando di non essere indiscreto.

-Morti. Sono morti per salvarmi. Sono stato… così stupido in quel periodo. Debole. Ero davvero debole e mi sono affidato del tutto a loro, mi sono fatto proteggere.-

-Ma cosa c’è di male nel farsi proteggere in un momento di debolezza?- disse Sanzo, spegnendo l’ennesima sigaretta. A quel punto, Goku scoppiò.

-Sono morti. MORTI signor Sanzo!- urlò -Per colpa mia, solo per colpa mia e della mia stupidità e debolezza! Per questo motivo sono così restio a farmi aiutare da gli altr…!-

-Ma noi non siamo loro.- aggiunse Sanzo -Questo non l’hai pensato. Forse NOI potremmo avere qualche possibilità in più…-

Goku spalancò gli occhi e sospirò nuovamente.

-Konzen, Kenren e Tenpou… sono morti per fermarmi.-

-In che senso?- chiese ancora Hakkai.

-Questa che vedete non è la mia vera forma. Il mio dispositivo di controllo…- si portò una mano sul diadema -è questo. In quanto eretico, il mio vero aspetto è quello di demone. Né divinità né demone. Sono un essere a se stante. Solo che… due anni fa io persi il controllo e il diadema… si spezzò. Uccisi dei clienti che in quel momento si stavano divertendo con me e… quando fui sul punto di eliminare altre persone, arrivarono loro, che fecero di tutto per fermarmi. Konzen, non so ancora come, mi rimise il diadema ma purtroppo io… avevo già ferito tutti e tre. E quindi non ce la fecero, nonostante le mie cure. Per questo io… io non mi perdonerò mai. MAI!-  urlò alzandosi di scatto in piedi.

“E pensare che in fin di vita… lui mi ha baciato ancora una volta…”

-Sono morti per la loro debolezza. Tu li hai feriti ma loro non hanno avuto la forza di non abbandonarti!- disse Sanzo, scattando in piedi.

-Non è vero, non è vero, non è vero… non è vero!- urlò, portandosi le mani sulla testa e cominciando a piangere.

-Non sono stati capaci!- ribatteva il monaco, stringendo i pugni.

Quel Konzen non è riuscito a proteggerti! E’ un incompetente!”

-No, no, no… LUI MI AMAVA!!- gridò, confondendo tutti. Cadde sulle ginocchia, con un gemito soffocato.

-Cosa…?- sibilò Sanzo.

-Konzen mi amava. Lui… me lo diceva sempre… anche prima di morire mi ha baciato e mi ha detto “ti amo”! Non mi ha abbandonato… non può avermi abbandonato… non lui.-

Eccola. Una ferita profonda che non doveva essere assolutamente toccata…

-Sei sicuro Goku?- chiese calmo Hakkai. -Io non me la sento di esternare dei giudizi… ma anche se in fin di vita, io, che ti ho fatto una promessa, quella di aiutarti, farei di tutto per rimanere cosciente e mantenerla. Non hanno lottato. Non dico che non ti volessero sinceramente bene o che Konzen non ti amasse… ma che semplicemente si sono arresi troppo presto.-

-Dici che non hai nessuno? Che sei solo?- disse stranamente pacato Sanzo e già Hakkai e Gojyo intuivano ciò che stava per dire. Conoscevano fin troppo bene il bonzo. -Stiamo qui da più di una settimana in questa locanda di… non so neanche definirli… per colpa di questa maledettissima neve e sinceramente non ne posso più.- il suo interlocutore era alquanto stupito, che stava cercando di dirgli? -Intendevo dire che ora… che siamo arrivati noi… non sei più solo, no?- il giovane itan si portò una mano alla bocca, soffocandone qualcosa simile ad una esclamazione di stupore misto a felicità pura - Per quanto mi riguarda Konzen e i suoi amici sono stati troppo deboli e la colpa forse solo in parte è tua. Comunque… da adesso fino alla fine della nostra permanenza qui, tu resterai nella nostra camera e se ti sposterai uno di noi ti dovrà accompagnare.- disse con fermezza e risolutezza nella voce Sanzo.

-Ma se io starò… sempre qui… si insospettiranno!- disse allarmato il ragazzo, tentando di riprendersi dalla precedente discussione.

-Siamo in tre… penseranno che siamo molto esigenti!- disse Gojyo, strizzandogli un occhio. Sanzo borbottò qualcosa del tipo “maniaco”, mentre arrossiva e Hakkai manteneva il suo sorriso gentile e rassicurante.

-M-Ma io non posso arrecarvi così tanto disturbo! E poi comunque… voi, quando la tempesta passerà, ve ne andrete… e per così poco tempo… non posso…-

-Qui volevo arrivare.- disse il monaco interrompendolo -Dopo che la tempesta cesserà e noi avremo la possibilità di ripartire… tu… verrai con noi, nel nostro viaggio.- Goku spalancò gli occhi, a dir poco incredulo. Veramente qualcuno gli stava nuovamente proponendo l’opportunità di scappare dal quel manicomio?

-Io… io potrei davvero? Venire con voi… con voi… via da qui. Si. Potrei… finalmente sarei libero…!- abbassò il volto -Si. Si, si, si, si, SI!!- disse cercando di trattenere le lacrime, che però ben presto ruppero le barriere e caddero giù, impetuose. Alzò lo sguardo colmo di gratitudine. Si gettò a capofitto tra le braccia di un titubante Sanzo, che si sciolse in un sorriso e ricambiò l’abbracciò. -Grazie! Grazie signor Hakkai! Grazie signor Gojyo! Grazie infinite signor Sanzo!!- si sfogò un altro po’, sotto gli occhi addolciti dei tre ragazzi, che si sentivano davvero felici e appagati -S-Scusate…- disse poi imbarazzato al monaco -Mi sono lasciato trasportare troppo.-

“Konzen… finalmente ho trovato qualcuno che sia buono e generoso come te.”

-Non ti devi preoccupare.- disse Hakkai avvicinandosi -Anzi… che ne dici di farti una bella doccia ristoratrice?- sorrise gentilmente, abbassandosi leggermente.

-Si… seguirò il suo consiglio. Bene. Vado immediatamente!- si alzò, uscendo dalla camera, mentre gli altri lo seguivano con lo sguardo. Goku entrò nel bagno, davvero desideroso di una doccia calda. Si tolse gli indumenti che aveva  e notò che erano sporchi di sangue. Fece una smorfia di disgusto e li gettò direttamente nella pattumiera.

-Ho chiuso.- disse felice, aprendo l’acqua. -Finalmente ho chiuso.- un sorriso smagliante apparve sul suo viso…