Arumi-chan è tra voi e vi regala una bella ficcina. La coppia è SanzoxGoku con un po’ di GojyoxHakkai.
Leggete e commentate!
THE SCRIPT OF MY LIFE
Di
Arumi-chan
“Cos’è
l’amore? Mi sono posto tante volte questa domanda. Da quando mi hanno trovato…
preso con loro io… ho provato solo ODIO, odio profondo per chi mi ha sfruttato,
sfruttato la mia anima, il mio corpo… corrompendo il mio spirito e
trascinandomi nel peccato che mi ha originato, senza poter ritornare indietro.
E ancora io sto aspettando la mia luce, il mio sole, visto e poi perduto e… che
ancora non è arrivato.”
-Sanzo
ci fermiamo qui?- chiese Hakkai, sorridendo gentilmente, accarezzando la
criniera di Jeep.
-Tsk!
Va bene.- rispose il monaco accendendosi una sigaretta. Ultimamente fumava
molto di più.
-Spero
di rimorchiare una bella ragazza!- Gojyo mise le mani dietro la testa,
cominciando a ridere all’espressione contrariata di Sanzo e Hakkai, il quale si
rabbuiò subito dopo.
Non
accorgendosi di niente, si incamminò tranquillamente, seguitò dagli altri due.
Trovarono
una locanda, la prima, una a caso, faceva troppo freddo per poter stare a
ragionare su quale fosse la più bella o la più economica. L’interno
dell’alberghetto era ben arredato, pulito e accogliente; un fuoco scoppiettava
accanto a loro. Chiusero la porta, che scricchiolò un po’ prima di terminare la
sua corsa. Con passi veloci, si presentò di fronte a loro un giovane e
sorridente ragazzo. L’attenzione dei tre cadde subito sui suoi meravigliosi
occhi dorati e sul diadema che spiccava sulla fronte, contornato dai fluenti
capelli color cioccolato.
“Un
demone eretico…”
pensò istintivamente Sanzo, fissandolo attentamente.
-Buona
sera signori!- disse entusiasta, andando dietro ad un bancone, alle sue spalle
c’erano un centinaio di chiavi. Abbassò lo sguardo e velocemente si srotolò le
maniche della camicia, arrossendo vistosamente, poi balbettò in imbarazzo:
-A-Allora…-
gli tremavano le mani -Purtroppo è rimasta solo una camera con tre letti
singoli, ve bene lo stesso?-
Hakkai
guardò il monaco e il rosso, che erano ancora intenti a fumare.
-Sanzo,
Gojyo…?- vedendo che non avevano nessuna reazione violenta, rispose in modo
garbato.
-Si,
va benissimo…- sorrise.
-Perfetto…-
prese la chiave e la porse al demone dagli occhi gentili -Io sono Son Goku e se
avete bisogno chiamatemi pure. Fra breve verrò a sistemare i letti.- disse
guardandoli ancora, soprattutto Sanzo.
Possibile
che fosse…?
No.
Era del tutto impossibile.
Lui…
era morto…
-Goku!!-
urlò una voce roca e adulta da dentro la cucina. Sanzo, Gojyo e Hakkai si
fermarono e si girarono a guardare il ragazzo, che, come in preda al panico,
sgranò gli occhi e rispose con voce tremante.
-S-Si?-
-Vieni…
c’è un lavoro per te.- Goku ebbe un tremito.
-Certo,
vengo subito.- si asciugò prepotentemente gli occhi anche se neanche una
lacrima era caduta, poi sorrise forzatamente -Signori cominciate ad andare…- si
girò e, rigido come un manico di scopa, si diresse verso la cucina.
-Quel
ragazzo ha dei problemi…- sussurrò Hakkai, mentre salivano le scale.
-Grossi
problemi…- aggiunse Gojyo.
-Le
sue braccia… c’erano delle cicatrici…- disse Sanzo, con una nota impercettibile
di preoccupazione nella voce.
-Si…
e non penso siano le uniche.- confermò Hakkai triste, osservò il monaco
attentamente.
Sorrise,
sapendo bene cosa dire.
-Lo
aiutiamo?-
-Tsk!-
imprecò Sanzo girando lo sguardo.
“Io…
perché mai mi stò preoccupando di un ragazzo che ho appena intravisto qualche
secondo, diamine!”
-Ahhh…
quanto mi piace fare buone azioni!- sospirò Gojyo.
Ma…
ancora non sapevano che la situazione era più grave di quanto pensassero.
Passò
un oretta e un lieve bussare, risvegliò Sanzo dal dormiveglia nel quale era
caduto poco prima, seduto sul davanzale della finestra.
Fuori
aveva cominciato a nevicare.
Schiuse
gli occhi e vide Hakkai che apriva la porta, per fare entrare il giovane Goku,
che aveva delle coperte tra le braccia.
Gojyo
stava fumando comodamente seduto.
Il
monaco ridusse gli occhi a due fessure: c’era qualcosa di diverso rispetto a
prima in quel ragazzo… aveva il labbro spaccato?
Guardò
di scatto Hakkai, che fece un segno di assenso, con la testa.
In
silenzio e celermente, Goku finì il suo lavoro.
-Sei
molto bravo…- disse Hakkai, aiutandolo.
-Non
si disturbi signore!- disse arrossendo -Comunque grazie per il complimento, ma
non lo merito.- sorrise lievemente, avviandosi alla porta -Vi chiamerò quando
la cena sarà pronta…-
-Scusa
posso farti una domanda… chi era quell’uomo che ti ha chiamato prima?- chiese
Sanzo, facendo sì che si girasse.
Ecco.
Aveva
cominciato le “indagini”, a suo modo ovviamente.
-Chi…
era? Il proprietario di quest’albergo e il mio padrone.- li guardò con la mano
ancora sulla maniglia della porta, aveva il viso rosso.
-Padrone?
E tu cosa sei, il suo schiavetto?- incalzò il monco.
-Sanzo!-
lo riprese Hakkai. Non era così che dovevano andare le cose!
-Si,
forse è così…- la lacrime erano lì. Intrappolate nelle ciglia.
Cavolo!
Piangeva davvero troppo spesso in quest’ultimo periodo.
-E
allora perché non te ne vai?- sussurrò tagliente.
Goku
perse un battito e si posò nervosamente una mano sul viso.
Meglio
allontanarsi da questi signori il prima possibile. Tutto si sarebbe ripetuto
esattamente come due anni fa. No, non era assolutamente possibile. Strinse il
labbro inferiore a sangue, abbassando la testa. Si appoggiò alla porta,
chiudendola con forte rumore.
-Perché…
io non ho altro posto dove andare. Sono solo al mondo. E ora, scusatemi. Devo
andare.-
Un
giorno era passato e la neve non accennava a diminuire. Anzi. Aumentava a vista
d’occhio.
Durante
la mattina Goku aveva ricevuto le scuse di Hakkai, che faceva le veci di Sanzo.
-Perdonalo
per il comportamento invadente. Ma questo è il suo modo di fare quando prende a
cuore qualcosa.- aveva detto, sorridendo gentilmente.
Nel
pomeriggio aveva anche avuto modo di parlare con Gojyo, tanto per conoscersi
meglio.
Ora…
mancava all’appello Sanzo.
Il
suddetto si fece vedere solo la sera, a cena, con un’aria più imbronciata che
mai. Stranamente Goku era assente e per la sala andavano in giro altri due
camerieri. Si era fatto tardi e i tre ragazzi salirono nella loro camera,
rammaricati di non aver potuto vedere il ragazzo.
Ma,
arrivati alla porta, ebbero una brutta sorpresa: il piccolo corpo di Goku
giaceva in corrispondenza della stanza accanto alla loro. Tremava, tossiva e
con una mano si teneva lo stomaco… un rivolo di sangue gli scendeva dalla
testa.
-Goku!-
esclamò Hakkai, mentre sgranava gli occhi. La sigaretta, ancora spenta, cadde
dalla bocca di Gojyo, che andò ad aiutare il demone dagli occhi gentili. Sanzo
rimase come impietrito, riuscì solo a spostarsi per far passare i due amici.
-Signor
Hakkai, signor Gojyo non vi dovete preoccupare per me!- disse il ragazzo,
cercando di scendere dal letto ma, con un colpo di tosse, si sporcò la mano e
poi se la portò allo stomaco.
-No,
tu non stai per niente bene, quindi rimani dove sei almeno fin quando non ti ho
fasciato le ferite.- disse sorridente Hakkai.
-Ma…
se il mio padrone lo scoprisse…- disse titubante il giovane itan.
-Basta!
Io me ne infischio del tuo padrone!- disse risoluto Sanzo, avvicinandosi al
letto.
-Per
una volta ha ragione il bonzo corrotto!- esclamò Gojyo, facendogli largo.
Un’occhiata tagliente di Sanzo, zittì ogni parola superflua da parte del rosso,
che si sedette a debita distanza dal pericoloso biondino.
Goku
arrossì non poco e chinò la testa verso Sanzo per ringraziarlo. Alcune lacrime
caddero sulle sue ginocchia.
-G-Grazie…
io… nessuno si era mai preoccupato… per me…-
“MENTI!” disse contemporaneamente
una voce nella sua mente.
-Davvero…
grazie…-
“Menti!
Bugiardo! Non rimuovere per non soffrire! Non puoi dimenticare!!”
-Grazie…-
sorrise. Forse il primo vero sorriso che regalava ai tre ragazzi.
Era
un po’ indeciso sul da farsi, ma aiutato da Hakkai, si sfilò la camicia,
gettandola per terra. Si piegò immediatamente per il dolore. Le bende che
tenevano in mano Sanzo e Hakkai scivolarono sul letto e Gojyo cadde dalla sedia
sulla quale si stava beatamente dondolando.
Il
petto e la schiena di Goku erano… cosparsi di cicatrici e lividi! I tre
sbiancarono e, resosi conto delle loro reazioni, il giovane itan balbettò
parole confuse.
-Io…
scusatemi… scusatemi io… non dovrei essere qui…- fece per alzarsi ma Sanzo, con
tutto l’intenzione di perseguire il suo intento di curare Goku, gli diede un
semplice colpetto sulla spalla, facendolo ricadere sul letto.
Cominciò
a tastargli il petto e arrivò ad un punto particolarmente dolente per il
ragazzo, che emise un flebile gridolino.
-Hai
una costola fratturata lo sai?- disse il monaco con voce sicura. A quella
rivelazione, Goku girò la faccia, poggiandola sulle lenzuola pulite.
-Certo…
so bene di avere una costola rotta.- cercò delicatamente di alzarsi, mentre
Sanzo si spostava. Il ragazzo sbuffò, passandosi una mano nei capelli.
-Non
possiamo fare niente per aiutarti, vero?- Goku rispose con un sorriso e tentò
di piegarsi in un inchino, ma Hakkai lo fermò, rimproverandolo.
-Grazie
ancora e scusatemi per la mia scortesia ma… non… sono abituato alle persone che
si preoccupano per un essere inutile come me. Se… avrò bisogno, vi chiamerò.-
uscì dalla stanza. Sentirono i passi che si allontanavano velocemente.
“Un
essere inutile… inutile…” le parole di Goku risuonavano ancora pesanti nella testa di
Sanzo che non si accorse nemmeno che Hakkai lo stava chiamando.
-…zo,
Sanzo?-
-Si,
scusa…- Hakkai alzò un sopracciglio.
-Che
facciamo?-
-Niente…-
sospirò -Aspettiamo.-
Il
giorno dopo passò in un soffio e la sera a cena, Sanzo, Gojyo e Hakkai scesero
molto presto.
-Ah…
sta arrivando Goku.- disse Hakkai, prendendo il menù.
-Cosa
ordinate?- chiese prendendo un blocchetto dal suo grembiule.
-Due
birre…- disse Gojyo, alzando una mano.
-Un
altro posacenere…- disse Sanzo, mentre Goku annotava tutto.
-Facciamo…
3 pizze, due porzioni di nikuman e di harumaki e… altro ragazzi?- si girò verso
i due, che fecero segno di no -Bene, allora questo è quanto!-
-Ok…-
disse Goku, finendo di scrivere. Prese i menù e andò. Fece un agile slalom tra
i tavoli ma un uomo lo fermò. Gojyo sgranò gli occhi e Sanzo si girò di scatto.
Il vecchio lo tirò giù e cominciò a sussurrargli, cosa che fece irritare non
poco il venerabile monaco. Il ragazzo annuì e, con uno strattone, si scollò dal
signore. Passarono alcuni minuti e i tre si stavano chiedendo cosa quell’uomo
avesse detto a Goku, che in quel momento stava tentando di aprire la porta
della cucina, spingendola con il fondoschiena, per via dei numerosi piatti che aveva
nelle mani, cosa che Sanzo trovò particolarmente… come dire… attraente, tanto
che si dovette coprire la faccia per il rossore e darsi un colpo abbastanza
forte nelle parti basse.
“Controllati
animale… non ha fatto niente e tu già ti…” ma i suoi pensieri furono scossi da un
tremante Goku che gli posò davanti un piatto fumante, era sull’orlo di un
pianto isterico, si vedeva. Quando ebbe finito di distribuire le pietanze, fece
cadere il posacenere di vetro che stava porgendo a Gojyo, rompendolo in tanti pezzi.
-Scusatemi,
rimedio subito!- mentre li raccoglieva, una voce ubriaca giunse alle loro
orecchie.
-Ehi
Goku! Goku dico a te… senti di che numero sei stasera?- scoppiò in una
fragorosa e maligna risata, che contagiò quasi l’intera sala, composta da clienti
abituali. Il ragazzo fece scivolare i pochi pezzi che aveva raccolto e,
tremando di rabbia, sussurrò.
-Lo
sa benissimo, signor Hito.-
SCIAFF!
-Ma
cosa…?- disse Gojyo, mentre Goku si toccava la guancia colpita.
-Sei
soltanto un maledetto insolente.- lo buttò per terra, mettendosi a cavalcioni
su di lui.
-Ecco
che ricomincia! Il solito violento…- sussurrano alcuni, sorridendo.
-Allora,
piccolo stronzo? Ti permetterai mai più di rispondermi in quel modo?!- negli
occhi di Goku si leggeva il puro terrore.
-No,
no… non succederà mai più…-
-E
allora dillo! Dillo in che camera starai stasera e soprattutto COSA farai.
Avanti, DILLO brutto…- stava per alzare di nuovo le mani sul giovane itan,
quando Sanzo, stanco di quello stupido esibizionista, gli bloccò il braccio.
-Ora
basta. Sto cercando di fare cena. Se vuoi fare il rompipalle, fallo da un’altra
parte.-
-Ma
come ti permetti?!- urlò Hito, indignato. La canna della W&S
arrivò dritta sulla sua fronte.
-Hai
altro da aggiungere?- l’uomo corse fino alla sua sedia, continuando a consumare
il suo pasto solitario. -Bene…- aggiunse Sanzo, soddisfatto.
Goku,
che ancora era per terra, si rialzò a fatica, sussurrando un “grazie infinite”,
prima di scappare in cucina.
-Dopo
andremo a parlargli, è ovvio…- disse il monaco, sedendosi nuovamente a mangiare
la sua pizza, ormai fredda.
-Goku?-
chiese gentilmente Hakkai, vedendolo intento a lavare una pila di piatti. I tre
ragazzi erano andati da lui, con l’intenzione di farsi dare delle spiegazioni.
-Oh!
Signor Hakkai, signor Gojyo, signor Sanzo... cosa ci fate qui?- chiese
sorpreso, senza smettere di lavare le stoviglie.
-Siamo
venuti per avere delle… delucidazioni. Sul comportamente del gentile signore di
poco prima.-
Spaventato
dall’improvvisa richiesta, Goku fece scivolare il piatto che aveva in mano,
rompendolo in vari pezzi. Il giovane itan si tagliò e il sangue prese a
scorrere liberamente sulle dita. L’odore del ferro penetrava prepotentemente
nelle loro menti, risvegliando cose che avrebbero dovuto rimanere solo sopite.
-De…
delucidazioni?- sussurrò, mentre Hakkai gli porgeva una fazzoletto per
tamponare la ferita.
-Bhe…
si. O almeno qualcosa di simile.- disse Gojyo, incrociando le braccia.
-Ma
io non so se… voi…- disse titubante.
-Non
ti fidi?- chiese Sanzo più serio che mai.
-Non
è questo. Io… non voglio mettere in pericolo anche voi…-
“Sono
morti!! Falso, bugiardo, ingrato!!” gridò la solita voce nella sua testa.
-Anche
noi?- chiese Hakkai confuso.
-Insomma…
non voglio farvi correre inutili rischi.-
-Non
ne correremo… noi vogliamo solo aiutarti.- tentò ancora Hakkai.
“Ancora
quelle parole… AIUTARE… nessuno può aiutare nessun altro.”
-Va
bene… vi dirò tutto, ma non adesso. Ho… degli impegni. Stanotte avrò da fare…-
-Ah…
cosa…?- tentò Hakkai ma senza grandi speranze.
-Shhh…-
sussurrò Goku, riprendendo ad asciugare i piatti lavati, come se niente fosse
successo o niente fosse stato detto. Non aggiunse altro. Dopo poco i tre
ragazzi, capendo che non sarebbero riusciti a cavare un ragno dal buco,
decisero di andarsene in camera.
Quando,
quella notte alle loro orecchie giunsero gemiti di dolore e di piacere, i primi
sospetti cominciarono a nascere.
Allora?
Che ne pensate? Tutti i commenti di questo mondo saranno ben accetti nella mia
e-mail sere.rondinotto@tiscali.it.
Fate felice questa povera scrittrice!
Arumi-chan