Disclaimers: I
personaggi appartengono alla Sensei Yazawa! Io li uso solo per divertirmi un
po’! La canzone invece è di Craig David e Sting.
Dedicato a: Pam perché
mi sostiene sempre, Misato e Arashi per i loro splendidi siti e alle cugi
Saya e Kima ^****** ^
Note: Se non vi piacciono gli spoiler, non leggete!
Ambientato 7 (chissà xké ;P) anni dopo le vicende di Nana…Siccome non sono
una veggente, ho cercato scuse plausibili per le mie esigenze…Quindi se con
la fine del manga quello che ho raccontato qui non stesse in piedi,
concedetemi una piccola “licenza poetica”, ok?
The Rise
and Fall
parte III
di Akira14
Forse doveva ammettere
a se stesso che non si era mai pienamente fidato di Shin. Non era una
verità facile confessare alla sua parte più fiduciosa.
Certo, l’essere scappato di casa a quindici anni senza nemmeno prendere la
licenza media e guadagnandosi il pane quotidiano vedendo il suo corpo al
miglior offerente non faceva di Shinichi Okazaki la persona più affidabile
del mondo…Per di più, sapendo che aveva certe mire su di lui…Come poteva
essere sicuro che non gli stava raccontando un sacco di balle solo per
calmarlo?
La certezza al cento per cento non avrebbe mai potuto averla, ma gli
bastava anche solo che il cuore e la mente firmassero una tregua
temporanea, affinché la smettessero di battere all’impazzata il primo e
farsi seghe mentali fino a causargli un tremendo mal di testa la seconda.
E poi gridavano, urlavano senza sosta. Il cuore voleva il calore
dell’affetto che a lungo gli era stato negato.
La mente, fredda e calcolatrice, gli ricordava che per quelle poche ore di
piacere avrebbe pagato lo scotto d’anni di sofferenza. Già, perché cosa
sarebbe successo se Shin si fosse rivelato sul serio un bieco
approfittatore?
Semplice, sarebbe stato nuovamente solo.
E lui non n’era in grado. Non era capace di affrontare la vita, se non con
il capo chinato, se non aveva vicino a lui qualcuno che gli volesse bene e
gli offrisse il suo appoggio.
Aveva bisogno di QUEL qualcuno. Dal carattere forte, che lo spronasse a
dare il meglio, che gli desse una mano a risalire dall’abisso. E se si
fosse illuso che questi fosse Shin, di fronte all’ennesimo annichilimento
delle sue speranze non avrebbe più avuto la forza di continuare a tirare
avanti la sua sopravvivenza in quel mondo dove tutto e tutti sembravano
coalizzarsi contro di lui.
D’altra parte, non era
possibile che Shinichi avesse finto fin dall’inizio. Nobu non poteva negare
che, per conoscersi da pochi mesi, il giovane Okazaki gli era stato molto
più vicino degli altri che erano suoi amici già da diversi anni.
La loro amicizia era vera. Sicuramente, allora, non c’erano doppi fini da
parte di nessuno dei due.
D’altronde quella donna,
Raziel, poteva benissimo aver mentito spudoratamente solo per farli
litigare. Sembrava il tipo che amava seminare zizzania, dopotutto.
Ed effettivamente era
stato lui a vivere, a voler sentire le parole di Shin in un determinato
modo. Lui l’aveva detestato per la mancanza di tatto nel dirgli che non
aveva talento, ma probabilmente lo Shin quindicenne di allora voleva solo
spronarlo a dare il suo meglio. Aveva visto quanto era abbattuto e aveva
voluto stimolare in lui della sana competitività.
Appoggiò la testa sulla
spalla di Shin, facendo scendere le sue braccia dalla schiena fino ai suoi
fianchi stretti.
Questi non accennava
risposta al disperato sfogo del suo amico, ma si limitava ad accarezzargli
teneramente la nuca aspettando che fosse abbastanza lucido da affrontare
finalmente il chiarimento che entrambi esigevano da fin troppo tempo.
Nobu dal canto suo non
sapeva cosa scegliere. Restare o andarsene?
Riflettere o agire?
La vita gli aveva mostrato più di una volta che sia l’essere istintivo, sia
l’agire dopo interminabili riflessioni potevano rivelarsi alquanto deleteri.
Qualunque scelta avesse
preso, ci avrebbe rimesso lo stesso.
Tanto valeva guadagnarci almeno un minimo di piacere, no?
“Ci abbiamo provato, Nobu.”
Sussurrò Shin depositandogli un bacio sulla fronte, per poi sciogliersi da
quel caldo abbraccio.“Ho apprezzato i tuoi sforzi per recuperare tutto,
davvero. Se però credi che io ti stia mentendo, restare qui a parlare è del
tutto inutile. Manca il fondamento basilare d’ogni tipo di rapporto. La
fiducia reciproca.
Mi rendo conto che in questi anni avrei potuto farmi sentire, e che è stato
molto egoistico da parte mia continuare a vivere la mia vita come se tu non
fossi mai esistito. Non ho scusanti. Non credo d’avere alcun diritto di
venirti a dire che DEVI credere in me, perché non posso certo dire di
essermi mai impegnato a cercare di riallacciare i rapporti con te…Insomma…”
proseguì torturandosi le mani l’una con l’altra, osservando interessatissimo
la punta delle scarpe di Nobu.
“Quanto sei diventato
logorroico in questi anni, Shin.” Lo zittì quest’ultimo posandogli l’indice
sulle labbra. Quel flusso sconnesso di parole gli stava facendo venire mal
di testa. In fondo sapeva dove voleva andare a parare il suo amico.
E non aveva niente in contrario a dargli quello che voleva. Così aveva
deciso il suo cuore. Per rifletterci sopra avrebbe avuto tutto il resto
della sua vita. Doveva cogliere l’occasione che gli si presentava. Adesso.
Il dito scivolò lungo il
mento, per poi scendere ad aiutare le dita dell’altra mano a levare a
Shinichi quell’inutile maglia di cotone a maniche lunghe.
Shin, completamente
sconvolto dall’improvviso spirito d’iniziativa del timido Terashima si
limitò semplicemente ad alzare le braccia per facilitargli le cose.
La maglia fu buttata
distrattamente sul pavimento, mentre il palmo di Nobuo si posò sul pallido
torace di Shin, spingendolo sul letto ad una piazza e mezza. Il ragazzo dai
capelli argentati si lasciò cadere a peso morto sul materasso, mentre il
biondo chitarrista lo seguì a ruota posizionandosi a carponi su di lui.
Shin lo prese per il
colletto della camicia, tirandolo verso di sé.
Come perdere un’occasione del genere?
Ancora piuttosto timoroso di un possibile rifiuto da parte del biondino, che
quella sera si stava dimostrando piuttosto volubile, si limitò a toccargli
appena delicatamente le labbra con un casto bacio. Erano morbide e calde, ed
anche quel semplice sfioramento riusciva a ritemprarlo come una tazza di
cioccolata bollente dopo una giornata stressante al freddo e al gelo passata
a viaggiare verso la prossima tappa.(figurarsi se il loro manager gli
permetteva di sprecare soldi ad accendere il riscaldamento sul pulmino)
Non c’era niente di paragonabile a quel semplice tocco, sebbene fosse andato
a letto con un’innumerevole quantità di donne e i baci avessero ormai perso
di valore, diventando una semplice “prestazione” come tutte le altre;
sebbene pensasse che essi avessero tutti lo stesso sapore e per questo non
si sarebbe mai accontentato di così poco…Con Nobu era diverso.
Gli bastava già quel poco che l’altro gli dava.
Fu nuovamente Nobu a
dimostrare la sua audacia, lambendo impazientemente le labbra carnose di
Shin con la lingua come a cercare una via d’accesso per quell’antro caldo ed
invitante.
Shinichi non se lo fece
ripetere due volte, e ricambio il bacio con ugual passione.
Le loro lingue cominciarono a duellare freneticamente, senza che una delle
due prevalesse sull’altra. Nobu fino a poche ore prima non avrebbe
immaginato nemmeno nelle sue fantasie più audaci di finire a letto con il
suo miglior amico, mentre ora gli era chiaro a cosa sarebbero arrivati
proseguendo per quella “perversa” strada e malgrado ne fosse consapevole…Non
gli dispiaceva affatto.
Shin stava assaporando il
gusto di avere finalmente per se la persona a lungo desiderata, quella che
si considera pressoché irraggiungibile e che quasi si spera incosciamente di
non incontrare mai, per non rovinare l’ideale magnifico dipinto nella
propria mente. Nobu però non lo stava affatto deludendo. Certo non era lo
stesso di sette anni prima, ma questo non significa che il cambiamento
dovesse essere stato per forza in peggio.
Si attardò a mordicchiare il labbro inferiore del biondino, quando questi si
sollevò per sedersi comodamente sul suo inguine. Shinichi trovava quella
sistemazione un po’ scomoda, e non faceva certo scrupoli a lamentarsi con il
suo amico. Solo che fu preceduto dalle parole di Nobu.
“Meglio che vada a farmi
una doccia prima di addormentarmi in piedi.” (Nobuuuuuuuu -_________-!
NdA14)
Detto questo, lasciando
completamente senza parole il povero Shinichi. Al giovane bassista ci
vollero cinque minuti buoni per riprendersi dallo shock dell’improvvisa
dipartita di Nobu. Pensava che il suo amico fosse preso tanto quanto lui da
quel bacio mozzafiato e invece il biondino pensava tranquillamente ai fatti
suoi!
Quell’uscita avrebbe anche potuto evitarla! Maledizione. Se n’era andato in
bagno così, senza alcun preavviso…Avrebbe dovuto aspettarselo, però. Sapeva
che Nobu preferiva fuggire di fronte alle emozioni forti, poiché lo
confondevano.
Questo era chiaro soprattutto nel caso della rabbia. Lui non gridava mai
contro gli altri, non inveiva se non in qualche rarissima occasione con Nana
Oosaki, salvo poi pentirsi della sua sfuriata. Lo spaventava arrabbiarsi,
perdere il controllo di se stesso era ciò che temeva di più. Qualcuno
poteva dire che non aveva carattere, ma non era certo facile scaldarsi e poi
pentirsi poco dopo di averlo fatto dicendosi “Come ho fatto ad arrabbiarmi
per una cosa del genere?” oppure “Ho avuto una reazione spropositata, dovrei
vergognarmi di me stesso.”
Tanto valeva far finta di lasciar passare tutto e poi covare mille rancori
dentro.
Forse perfino il
desiderio sessuale cominciava ad intimorirlo…
Forse…Magari…Chissà? Solo parlandone con lui avrebbe potuto capire
esattamente cosa passasse per la sua testa.
Perciò si alzò, e senza
neanche bussare aprì la porta che fortuitamente non era stata chiusa a
chiave.
Nobuo si stava
tranquillamente facendo la doccia, come se niente fosse. Come se non fosse
in compagnia di un ventiduenne con tutti gli ormoni in visibilio per quello
che era accaduto poco prima.
Shin spalancò le porte
scorrevoli della doccia senza fare tanti complimenti. Nobu non ebbe nemmeno
il tempo di accorgersi di cosa stesse accadendo, che si ritrovò bloccato
contro il muro. Le mani di Shin, infatti, gli tenevano saldamente le spalle
impedendogli qualsiasi movimento. Voleva protestare per la mancanza di tatto
del suo amico, che non solo dimostrava di avere il benché minimo rispetto
del pudore altrui ma addirittura mostrava una certa predisposizione a voler
imporre il suo punto di vista con la violenza… Quando le labbra di Shin
zittirono violentemente le sue, succhiando prima e mordendo poi mentre la
lingua s’impegnava alacremente a sedare qualsiasi accenno di discorso da
parte di quel chiacchierone.
Dapprima Nobuo cerco di
liberarsi di Shinichi, ma poi le mani che cercavano di allontanarlo scesero
a stingere in un morsa gli abiti ormai fradici del suo amante.
Shinichi non voleva
sembrare troppo avventato, per non spaventare ulteriormente Nobu. Ma era
difficile mantenere il controllo quando tutto il suo corpo gli ordinava
quasi incessantemente di agire incurante della volontà del giovane Terashima.
Possibile che tra loro
non potesse essere tutto facile come lo era sette anni prima? Quando l’unico
rapporto che c’era tra loro due era una profondissima amicizia. Invece tutto
si era dovuto complicare, ed ora stava perdendo ogni freno. Era pronto
perfino a violentarlo!
Sentendo che Nobu si era
effettivamente rilassato un pochino, e confidando nel fatto che non avrebbe
più fiatato scese a mordicchiargli il collo.
Speranza vana. Non appena
lasciò libere le labbra di Nobu, per far scorrere le sue lungo la linea
dello sternocleidomastoideo, sentì che il biondino aveva qualcosa da dire.
“Shinichi, mi dispiace.”
Mormorò Nobu con voce fioca, quasi spezzata dal dolore.
Shin non poteva crederci.
Era sicuramente uno scherzo. Adesso si dispiaceva! Dopo essere stato lui a
cominciare “tutto”!
Si sentiva un codardo, ma
non aveva il coraggio di alzare gli occhi e guardarlo. Ma non fu necessario.
Ad un tratto sentì il corpo di Nobu tremare tra le sue braccia. Cercando di
scacciare dalla sua mente tutti i cattivi pensieri, alzò nuovamente la testa
per guardare il suo amico negli occhi.
E avrebbe voluto non farlo affatto.
Nobu piangeva.
Piangeva come solo una persona disperata, senza più alcun barlume di
speranza può fare.
Piangeva senza freno, con violenza, strozzato dai suoi stessi singhiozzi.
Piangeva proprio quando credeva che i suoi occhi avessero dimenticato come
si facesse.
Piangeva perché non era più in grado di amare.
Piangeva perché aveva allontanato lui stesso le persone che gli volevano
bene.
Piangeva perché aveva distrutto con le sue mani il sogno di una vita.
Piangeva perché aveva perso un’amicizia.
Piangeva perché nonostante tutto, nonostante il mondo gli fosse crollato
addosso, Shin era di nuovo con lui.
Piangeva.
Shinichi si staccò leggermente da lui, il necessario per asciugargli
dolcemente le lacrime.
Gli tornò alla mente che aveva pensato di aggredire quel piccolo uomo,
fragile ed insicuro…Si vergognò di se stesso.
Nobu era quanto di più
prezioso ci fosse nella sua mesta esistenza, e non aveva intenzione di
rovinare tutto comportandosi in maniera avventata.
Uscì dalla doccia, sgocciolando su tutto il pavimento, ed invitò l’amico a
fare altrettanto. Nobu si era accovacciato sul pavimento della doccia e
rivolse a Shin un sorriso appena appena accennato.
“Se tieni quegli abiti bagnati finirai per prenderti un accidente!” disse
Nobu asciugandosi le lacrime con le nocche della mano destra.
“Mi fa piacere sapere che ti preoccupi della mia salute…Mamma.” Sorrise di
rimando Shin porgendogli un accappatoio “Allora, esci o no da questa
doccia?Oppure vuoi che resti qui a fare l’appendiabiti umano?”
“Sai com’è, arredi perfettamente questo bagno…” ribatté Nobu ironico.
“Grazie del complimento,
ma sono molto richiesto…Quindi se potessi darti una mossa…” rispose Shin.
Nobu si zittì, e per un
attimo si guardarono solamente negli occhi.
Gli occhi rossi e gonfi di Nobu che si riflettevano in quelli color
verde-acqua di Shin.
“Tu comincia ad andare,
tra poco ti raggiungo.” Disse Nobu.
Shinichi non aveva voglia di discutere ancora, e perciò dopo essersi
liberato degli abiti bagnati ed essersi messo l’accappatoio che aveva in
mano uscì dal bagno.
Si accese una sigaretta,
sedendosi alla piccola scrivania che c’era nell’angolo, vicino alla
finestra. Si scosto un ciuffo argentato dalla fronte e si posizionò il
posacenere in modo che non desse fastidio ed allo stesso tempo non fosse
costretto a voltarsi ogni volta per vedere dov’era.
Cercò di ricordare vagamente qualcuna delle melodie che aveva composto, e
siccome non gliene veniva una cominciò a mettere giù qualche testo alla
rinfusa…Erano piuttosto penosi, ma qualche paroliere che sapeva il fatto suo
gliele avrebbe messe a posto.
Certo, con Nobu al loro
fianco sarebbe stata tutta un’altra musica, era proprio il caso di dirlo!
Siccome sembrava proprio
che la sua vena artistica fosse andata ormai a dormire (come la mia che non
so dove sia finita -__- NdA14), si alzò per prendere il basso. Forse qualche
nuova melodia gli sarebbe venuta in mente, o perlomeno poteva scrivere la
partitura per il basso e la chitarra.
Niente di niente. Tra l’altro quel silenzio era insostenibile…Si sentiva
solo il rumore delle lancette della vecchia sveglia d’ottone sul suo
comodino, e Nobu sembrava essersi impiccato in bagno. Però non sarebbe certo
morto in un modo così anonimo…Nobu era il tipo da buttarsi giù da una
finestra, e in bagno non ce n’erano…
Shinichi scosse la testa. Già, non c’era di che preoccuparsi.
Ma nemmeno con il basso
l’ispirazione sembrava voler arrivare, perciò Shin si alzo per posarlo sul
letto. Si sedette nuovamente alla scrivania, accendendosi un’altra sigaretta
e mettendosi comodo con le gambe sul tavolo e le braccia piegate dietro la
nuca.
La sigaretta che aveva in mano, però, ad un tratto scomparve. Se ne accorse
quando portandola alla bocca, notò di non avere niente fra le dita. Guardò
se per caso fosse nel posacenere, e fu allora che vide Nobu appoggiato al
muro, con la SUA sigaretta in mano che lo guardava divertito.
“Fumare troppo fa male ai
tuoi pooooooveri polmoni. Che ho fatto di male, per meritarmi una testa
calda come te?Almeno mi dessi qualche soddisfazione…” scherzò Nobu
scompigliando i capelli di Shin.
“Voi madri siete tutte
uguali, sempre pronte a ficcanasare quando vi si presenta l’occasione!”
ribatté Shin riprendendosi la sua sigaretta, mentre un sorriso si dipingeva
sulle sue labbra.
“Ma come? Dopo tutti gli sforzi che ho fatto per crescerti come si deve, tu
mi denigri così?” rispose Nobu, portandosi una mano alla fronte fingendosi
affranto.
“Ah, se questo è
crescermi come si deve…Non oso immaginare come sarei diventato senza di te.”
Affermò Shin sarcastico.
“Vedi. Proprio nessuna
soddisfazione mi dai…Che cosa ci devo fare io, con uno come te? Me lo
spieghi che ci devo fare?” disse Nobu con uno sguardo sconsolato, mentre le
sue braccia si allacciavano alla vita di Shin.
“Spero di non dovertelo spiegare io, Nobu. Altrimenti sei più stupido di
quanto credessi.” Concluse malizioso Shin, rubandogli un bacio a fior di
labbra.
“Sempre il solito ninfomane. Possibile che tu non abbia altri pensieri per
la testa?” rispose Nobu mordicchiandogli il piercing.
“Possibilissimo, quando
sono con te.” Disse Shin, ansimando leggermente. “E poi parli proprio tu,
che mi provochi così!” aggiunse indispettito.
“Sono un po’ lunatico in questo periodo.” Disse Nobu, staccandosi da Shin e
buttandosi sul letto.
“Non l’avevo notato, guarda…” constatò sarcasticamente Shinichi, spegnendo
la sigaretta e appoggiandosi al muro, nel medesimo punto dove prima stava
Nobu. Da lì lo poteva ammirare senza mettergli alcuna fretta.
Ed era veramente bello.
Non di quella bellezza sfolgorante o inusuale, così straordinaria da non
riuscire più a staccargli gli occhi di dosso.
Era una bellezza che attirava l’attenzione soltanto di coloro che erano
abbastanza accorti da coglierla, e sufficientemente pazienti da attendere
che si esprimesse in tutto il suo splendore.
Non ti innamoravi di lui
al primo sguardo, ma man mano che lo conoscevi avevi modo di apprezzare le
sue innumerevoli qualità, e questo lo rendeva più affascinante di tanti bei
visini da copertina.
La forza dell’abitudine aveva portato Nobu a mantenere la sua solita
pettinatura “spinosa”, ma Shin doveva ammettere che lo trovava molto più
carino con i capelli tutti in disordine, con quell’aria così…Così tenera!
Infatti, seppur fossero
passati sette anni il suo volto non aveva perso quei lineamenti
fanciulleschi che avevano stregato Shin.
Mentre lui cresceva
troppo in fretta, sembrando già un adulto alla tenera età di quindici anni,
Nobu era rimasto un bambinone sia fisicamente che caratterialmente.
Certo, dopo la delusione datagli da Hachi aveva perso molto del suo innato
ottimismo e della sua vitalità ma se non altro il suo viso non riportava
dettagliatamente la corruzione di una vita dissoluta, come invece era chiaro
anche solo guardando lo scapestrato Okazaki negli occhi.
In qualche modo il suo
animo, che aveva eretto una barriera invalicabile per non essere più ferito,
era rimasto puro come allora.
E tutto questo si poteva vedere dai suoi occhi trasparenti, da quel suo modo
imbarazzato di grattarsi la nuca, da quel sorriso che illuminava da solo
tutta la stanza.
Se ne stava tranquillo,
schivando abilmente lo sguardo inquisitore di Shin.
Al contrario di pochi
attimi prima, quando sembrava essere sul punto di avere una crisi isterica,
era talmente rilassato che si stava addirittura addormentando!
Shinichi si avvicinò di
soppiatto, approfittando del fatto che Nobu avesse gli occhi chiusi. Quest’ultimo
si accorse di lui solo quando sentì le sue labbra fresche posarsi sulla
fronte.
“Ti amo, baka.” Affermò
Shinichi, come se stesse dicendo la cosa più ovvia del mondo. Una frase tipo
“l’acqua è bagnata”, tanto per intenderci.
Nobu non sapeva come
rispondergli. Era certo che Shinichi gli stesse dicendo la verità, ma non
era questo il punto.
Il problema era che non era sicuro che gli facesse piacere il fatto che lui
l’amasse.
Certo non gli dispiaceva. Ed anche se avesse scoperto che per Shin non
provava che della mera attrazione fisica; dopo essere stato tradito da lui a
quella maniera, alla fine Shinichi non avrebbe fatto altro che raccogliere
quello che aveva seminato. No?
E allora perché doveva sentirsi così in colpa?
S’impose di non pensarci
più. Avrebbe sezionato la sua mente contorta la mattina seguente. Non c’era
ragione di rovinare quella che si prospettava una bella serata, se solo
avesse messo a tacere quelle vocine che, malefiche gli sussurravano “Il
fatto che ti ami non significa nulla. Quante persone, che dicevano di amarti
ed erano sincere ti hanno lasciato? Prima o poi il distacco avviene, e tu lo
sai. E i ricordi felici non sono mai abbastanza numerosi e vividi nella tua
mente per riuscire a contrastare il dolore della perdita.
Allora tanto vale non affezionarsi a nessuno, imparare a vivere come
singolo.
E se chi ben comincia è già a metà dell’opera, allora alzati e vattene. Dì
addio per sempre a questo ragazzo.”
Nobu cercava di non prestarci attenzione, ma era come se questi pensieri
s’impossessassero di lui contro il suo volere, portandolo a compiere azioni
che sembravano rispecchiare l’esatto contrario dei suoi desideri.
Doveva affrontare i problemi. Farlo quella sera o la mattina seguente, però,
non faceva alcuna differenza. No?
Nonostante non fosse ancora molto convinto, accarezzò la nuca di Shin
invitandolo ad avvicinarsi maggiormente a lui.
Dopo un paio di semplici tocchi fugaci, dischiuse le sue labbra lasciando
che la sua lingua andasse all’avanscoperta di quella bocca decisamente
indignata dal suo rinnovato spirito d’iniziativa. Infatti, Shin sembrava
molto incerto sul da farsi: lasciarsi andare o procedere con i piedi di
piombo?
Siccome gli era stato ampiamente dimostrato che seguire il suo istinto non
sarebbe servito a niente, se non a farsi odiare definitivamente da Nobuo,
Shinichi fece ricorso a tutta la sua forza di volontà per staccarsi dalle
labbra del biondino, per poi indirizzargli uno sguardo che non prometteva
niente di buono.
“Allora, la vogliamo fare
finita?” sibilò Shin gelido, piazzandosi letteralmente sopra di lui. Questa
volta, invece delle spalle, aveva pensato bene di tenergli fermi i polsi,
casomai Nobu avesse voluto di nuovo scappare. Non gliel’avrebbe permesso.
Era ora di smetterla di giocare a nascondino.
“Non so di cosa tu stia parlando, Shin.” Mugugnò Nobu infastidito. “E
lasciami andare che mi stai facendo male.”
“No.” Rispose Shin deciso.
“Potresti dirmi che c’è?
Sto cominciando ad arrabbiarmi…” disse Nobu cominciando ad accennare un
minimo di reazione nei confronti dell’immobilità cui lo costringeva il
ragazzo dai capelli argentati.
“C’è che tu non ti fidi
di me, Nobu. Non so se tu abbia creduto alle mie parole, oppure no.
Non è questo il punto.
Tu preferisci credere a Raziel, alle tue stupide fisime…PIUTTOSTO CHE A ME.
La vedi quella porta?
Bene, se non sei disposto a dirmi che c’è che non va puoi sempre andartene.”
Gridò stringendo dolorosamente la stretta sui suo polsi. “E sappi che ormai
ti sei bruciato l’omofobia, come scusa.” Aggiunse acido.
“LO VUOI SAPERE CHE C’E’SHINICHI?”
urlò altrettanto forte Nobu, girandosi verso la finestra per non essere
obbligato a vedere il volto del suo migliore amico sfigurato dalla rabbia.
“C’E’ CHE HO PAURA!
Paura che tu mi lasci di nuovo solo!
Perché prima o poi verrà il momento in cui te ne andrai, ed io non sono
sicuro di riuscire a sopportare nuovamente il dolore del distacco.
C’è che ti odio.
C’è che ti amo.
C’è che non sono NULLA in confronto a TE.
Tu sei più talentuoso,
più affascinante, affabile e simpatico di me. Non c’è da sorprendersi che tu
abbia avuto successo.
ECCO CHE C’E’!”
Shinichi lasciò andare i
polsi di Nobu, ma non fece neanche finta di liberare il ragazzo dal suo
dolce peso.
La sfuriata di Nobu l’aveva sorpreso, ma gli faceva piacere che per una
volta gli avesse gridato contro invece di mordersi le labbra in un angolo.
Pian piano, le cose tra loro stavano progredendo.
Se si fosse alzato, probabilmente Nobu si sarebbe alzato per andare
nuovamente in bagno.
E ora DOVEVA restare lì dov’era.
“Liberissimo di pensare
di non avere talento. Siamo in un paese democratico.
Lascia però che ti dica che raramente mi è capitato di sentire tante
stronzate raccolte in una sola frase.
Non sei al mondo per
metterti costantemente a confronto con me. Io sono io, e tu sei tu.
Secondo la mia modesta opinione, sei tu ad essere migliore di me.
Io farei qualsiasi cosa per i soldi. QUALSIASI.
Venderei l’anima al diavolo, se solo immaginassi di averne qualche guadagno.
Non mi faccio scrupoli a sfruttare le persone che mostrano in un minimo di
fiducia in me. Ho affinato il mio charme per meglio attirarle nella mia
trappola e raggirarle, derubarle o usarle come mie marionette.
Raziel aveva ragione. In fondo non sono poi molto diverso da lei.
Tu invece ami il prossimo in modo disinteressato, ed anche se questo ti ha
portato ad avere una ferita insanabile nel cuore; sicuramente tu hai vissuto
quei momenti in modo molto più VERO di me.
Io non voglio essere un
rimpiazzo, vorrei essere la Cura a quella ferita.
So che tu pensi che finirò per essere solo un placebo, e sinceramente non so
come farti cambiare idea.
Posso solo dirti che ti amo.
Che sono pentito di non aver capito che avevi bisogno di me, che mi dispiace
di essere scomparso dalla tua vita per sette lunghi anni.
Potessi tornare indietro, mi comporterei in modo diverso, e tu lo sai. Ma
non si può, ed io dovrò convivere per sempre con il rimorso di essere stato
un pessimo amico.
Smettila di punirti per
qualcosa che IO ho fatto. Se vuoi vendicarti di me non sentirti in colpa, ne
hai tutte le ragioni.
Se solo potessi riparare a qualche modo gli errori che ho commesso…Se solo
potessi esserti vicino ed aiutarti a non avere più paura di amare…Aiutarti a
vivere.
Ho solo una richiesta,
che ti potrà suonare illegittima: FIDATI DI ME.
Non ti lascerò mai più,
perché per me non esiste un futuro in cui tu non sia accanto a me.
Io ti AMO.” Concluse Shin rompendo ogni contatto fisico con il corpo del suo
“amico”, e sdraiandosi per l’ennesima volta al suo fianco, dandogli la
schiena.
Solo disconnerti un
istante
Quasi fosse tregua
Come fosse prima
Come si aspettava, non appena lasciò libero Nobu di muoversi, questi si alzò
dal letto.
“Scappi di nuovo, Nobu?”
chiese con tono neutro.
Non ebbe nessuna risposta. Ma sorprendentemente il giovane Terashima non
lasciò la stanza, ma prese solamente i fogli scarabocchiati da Shin non
molto tempo prima, e si lasciò ricadere sul materasso a peso morto.
Shinichi non resistette
alla tentazione di sapere cosa ne pensasse il suo compagno di stanza dei
suoi brani.
Anche se non avesse avuto
il coraggio di dirgli che gli facevano pena, l’avrebbe letto dalla sua
espressione.
Perciò si rigirò nel
letto per incontrare lo sguardo assorto di Nobu.
Il giovane era appoggiato
alla testiera del letto con la schiena, ed aveva una penna sull’orecchio
sinistro che ogni tanto toglieva per correggere gli spartiti o i testi delle
sue canzoni.
Si appoggiò alla spalla
di Nobu, ma il biondo chitarrista dissentì con un gesto del capo
allontanandolo da lui.
Shinichi stava per protestare, quando Nobu aprì le gambe abbastanza da dare
quell’effetto vedo-non vedo (non dimentichiamo che entrambi avevano ancora
l’accappatoio) che mandò Shin in estasi. Approfittando che Okazaki era
troppo perso nei suoi sogni ad occhi aperti per accorgersi di quello che
Nobu stava facendo, quest’ultimo lo fece sedere tra le sue gambe facendogli
appoggiare la schiena contro il torace e la testa sulla sua spalla.
Una volta risvegliatosi
Shin si accorse che Nobu stava letteralmente riscrivendo le sue canzoni,
perso in una trance quasi mistica che era da associarsi al ritorno in lui
dell’ispirazione.
Senza bisogno di
ascoltare la band suonare quelle note, Shinichi riusciva già a sentire la
melodia che Nobu stava componendo, e come previsto gli piaceva da morire.
Era diventato un bassista per seguire le orme di Ren Honjo, e gli piacevano
molto i brani da lui composti.
Ma la musica di Nobu…Gli faceva venire la pelle d’oca talmente era toccante.
Le sue canzoni erano di quelle che si ricordano anche dopo anni di distanza,
e che riescono a suscitare in te sensazioni diverse ogni volta.
Vedere che stava tornando
al lavoro gli riempiva il cuore di gioia.
“Sto seriamente
considerando di riprendere in mano la chitarra. A livello professionistico
intendo.
Magari con te e Nana…” asserì distrattamente Nobu.
“Abbiamo problemi con il nostro chitarrista attuale. A parte che è un vero
buono a nulla e che perfino Hachi saprebbe suonare la chitarra meglio di lui
e che è arrogante e sicuro di se come Takumi, è più scapestrato di me!
L’ hanno arrestato varie volte per atti osceni in luogo pubblico e guida in
stato d’ebbrezza.
Fossi Marylin Manson
probabilmente sarei soddisfatto del suo comportamento, ma siccome la
dissolutezza e la volgarità non sono l’immagine che voglio che i fan abbiano
del gruppo…Insomma, sto cercando il modo di buttarlo fuori. Se lo mettessi
di fronte all’evidenza che posso avere un chitarrista milioni di volte
migliore di lui, si leverebbe dalle scatole.
Basta chiedere Nobu. Se vuoi domani possiamo parlarne con Nana. Sarà felice
di riabbracciarti dopo tanto tempo.”
“Immagino. Come sta la nostra regina di cuori?” rispose inaspettatamente
Nobu. Shin pensava che si sarebbe affrettato a rifiutare la proposta, mentre
la sua domanda rimaneva comunque in tema con il gruppo. Era un buon segno.
“Bene, anche se non mi sembra completamente felice del nostro successo.
Stessa sensazione che condivido anch’io…E come se mancasse qualcosa. Non è
che potresti fare qualcosa per noi, i tuoi carissimi amici?” chiese con una
nota d’ironia nella sua voce.
“Ok. Domani chiederò a Nana se le serve un nuovo chitarrista, sei contento?”
domandò Nobu esasperato.
“Euforico.” Rispose Shinichi alzando la testa per baciare ancora una volta
le morbide labbra di Nobu.
Questa volta, a
differenza delle altre, nessuno dei due cercò di forzare gli eventi. Tutti e
due gustarono quell’attimo come meritava di essere vissuto. Lentamente,
intensamente. Pienamente.
Si staccarono
sorridendosi vicendevolmente. Finalmente sembrava che le divergenze tra loro
stessero finalmente appianandosi, o almeno stavano assumendo una posizione
di secondo piano rispetto al loro intento di salvare un’amicizia che per
entrambi significava moltissimo.
Shinichi fece un rapido
cambio di posizione, per parlare con il suo amico guardandolo negli occhi.
Si sedette comodamente sui fianchi del biondo, senza proferir verbo ma con
un sorrisino divertito dipinto sulle labbra.
Si strinse con forza
contro il corpo del compagno, come un koala ad un eucalipto (Pam…Nn ti
ricorda niente questa scena XDDDD?), semplicemente compiacendosi del calore
emanato dal corpo di Nobu. Del suo odore che sapeva di fresco e di buono.
“Sei pesante, Shin.”
Brontolò Nobu fingendo di volerselo levare di dosso.
“Sempre a lamentarsi
questa boccaccia, eh? Che ne dici se le trovassimo un occupazione più
proficua?” disse Shin malizioso per poi avventarsi sulle labbra dolci e
fresche di Nobu.
La sua lingua non ci mise troppo a pretendere un bacio più profondo,
premendo con insistenza sulle labbra del biondino che assecondò le
prepotenti mosse del suo amante assecondando immediatamente le sue mosse.
Non era un duello, questa volta. Era una danza lenta e sensuale, uno
strusciarsi rapido per poi allontanarsi senza fretta e ritornare ancora più
adagio.
Nobu prese tra le sue mani il volto di Shin, facendo scorrere la punta delle
sue dita lungo gli zigomi appena pronunciati del volto del suo bassista
preferito. Le sue mani scesero lungo il collo, solleticandolo leggermente
dietro alle orecchie che ricordava essere un punto debole, per poi aprire
senza alcuna remora l’accappatoio di Shin; tirando via quell’inutile fibbia
che lo teneva chiuso e buttandola con forza alle sue spalle.
Fece scorrere i suoi ruvidi polpastrelli sui capezzoli già turgidi di Shin,
provocando nel giovane un intenso brivido di piacere che lo fece gemere tra
le sue labbra.
Scese ulteriormente, indugiando sulla linea fra torace ed
ombelico…Tracciando sadicamente tortuosi cammini che lo conducessero alla
sua meta.
Quando finalmente la
raggiunse, Shinichi non poté fare a meno di contorcersi cercando maggior
contatto con la mano di Nobu. Il chitarrista non si tirò indietro,
accarezzando con la maestria che aveva acquisito in anni di esperienza (non
specifichiamo di che tipo, eh Nobu? NdA14) il membro fremente del suo
amante.
La mano di Shin scese ad intrecciarsi con quella di Nobu, per dargli il
ritmo.
Le labbra del ventiduenne scesero a succhiare la pelle tesa e umida di Nobu.
Mordicchiandola e leccandola avidamente, fece sì che il biondo reclinasse il
capo come a lasciargli carta bianca su di lui.
Un tocco più audace delle
altre, nonché una sapiente carezza ai suoi testicoli bisognosi d’attenzione,
lo fece venire nella mano di Nobu.
Si vergognava un po’ di aver “resistito” così poco, ed abbasso gli occhi
evitando d’incontrare quelli del suo amico.
Era sicuro che ora l’avrebbe deriso. Proprio lui! Il dongiovanni che aveva
problemi a trattenere i suoi bassi istinti e raggiungeva l’orgasmo in meno
di due minuti.
Le dita affusolate della mano libera Nobu presero il suo mento,
costringendolo a guardarlo negli occhi. Poi lo spinse dolcemente indietro,
mentre lui si riappoggiava lascivamente alla testiera del letto.
Sensualmente, la sua
lingua si occupò di ripulire ogni dito per bene leccando via ogni traccia
del seme di Shin, mentre l’altro lo guardava come se avesse di fronte il dio
del sesso in persona.
Avrebbero dovuto vietare che una persona potesse sembrare così innocente e
poi nascondesse dentro di se un animo tanto focoso.
“Mi piace questa nuova
occupazione, sai?” sussurrò con voce roca, mordicchiando il lobo
dell’orecchio di Shin.
Shin gli sorrise, leggermente ansante.
L’accappatoio gli era sceso fino ai fianchi.
Nobu non resistette…Era
più forte di lui. Più forte di qualsiasi altro desiderio.
Vedere quella pelle nuda…Indifesa.
Le mani si mossero senza che lui potesse controllarle.
Shin si rovesciò in preda a convulse risate sul materasso, con le lacrime
agli occhi.
Nel giro di pochi secondi era paonazzo, mentre Nobu non accennava a smettere
di fargli il solletico.
Sapeva bene che i fianchi erano il punto dove Shin lo soffriva di più. Per
questo non si era saputo trattenere.
Shin si rotolò tanto da cadere giù dal materasso. Solo allora Nobu decise di
fermare il suo attacco.
“Shin? Ancora vivo?”
chiese Nobu ansante.
Shinichi non rispondeva.
“Shin, ti sei fatto
male?” domandò ancora Nobu si dirigendosi verso il bagno per prendere del
disinfettante.
Prima che potesse
raggiungere la porta due mani forti lo buttarono letteralmente a terra, e
non capì che fosse successo fino a quando non sentì un fastidioso prurito
sulla pianta del piede.
Si girò per vedere cosa avesse in mente Shinichi, e si accorse che mentre
gli teneva saldamente un piede impedendogli di alzarsi, con l’altra mano si
stava vendicando dell’attacco subito.
“Non pensare che ti
lascerò andare tanto facilmente, caro mio!” disse Shinichi con una voce
velatamente crudele che lasciava presagire una tortura lenta e dolorosa.
“Non mi avrai mai! Venderò cara la pelle!” ribatté Nobu, liberandosi con un
forte strattone della presa di Shin e rintanandosi sul letto.
Shinichi si alzò, liberandosi del tutto dell’accappatoio. Camminò a carponi
verso Nobu che ora era più rosso di un semaforo. Si avvicinò a lui, per
leccargli il padiglione auricolare e mormorargli “Sai che ti avrò. Lo sai
bene…”
Nobu si distrasse un momento ad assaporare le sensazioni donategli dalla
lingua umida di Shin sulla sua pelle calda, sentendo improvvisamente
un’ondata di caldo attraversargli il corpo. Shinichi approfittò prontamente
della distrazione per dargli una bella cuscinata in testa.
Nobu, ripresosi dallo
shock lo riparò con la stessa moneta. Prima di tutto si liberò di quell’inutile
accappatoio che limitava notevolmente la sua mobilità, poi mentre Shin era
occupato ad ammirarlo in tutta la sua gloriosa nudità lo colpi alle spalle
con il suo cuscino.
La guerra delle cuscinate
ebbe inizio. Ogni tanto era intervallata da qualche colpo basso, un mano
“scivolata” chissà come su punti particolarmente “sensibili”, allo scopo di
distrarre l’avversario.
Sembrava che nessuno dei
due potesse avere la meglio, poiché erano entrambi agguerritissimi.
La slealtà di Shinichi
ebbe però la meglio. Dopo aver steso Nobu con una cuscinata in faccia,
avvicinò le sue labbra al torace del biondino e mordicchiò uno dei suoi
rosei capezzoli tanto forte da farlo sanguinare.
“Basta! Mi arrendo!”
supplicò Nobu contorcendosi lievemente per il dolore.
Shinichi leccò via la scia di sangue, un movimento lento e ipnotico che fece
morire in gola ogni protesta di Nobuo.
Ma non gli bastava così
poco.
Non gli bastava affatto.
Perciò scese lungo la
linea appena accennata degli addominali, oltrepassando rapidamente
l’ombelico.
Sollevò leggermente lo
sguardo, per vedere le gote arrossate ed accaldate dall’eccitazione di Nobu,
che lo osservava impaziente. Le sue iridi erano inscurite dal desiderio.
Solo al pensiero di
quello che sarebbe successo, il membro di Nobu si era eretto ed ora faceva
quasi male nell’attesa che le sue legittime richieste fossero assolte.
Shinichi posò un bacio fugace, sulla punta per poi tornare alle labbra del
suo amico.
“Non dirmi che ci avevi veramente sperato…” sussurrò Shinichi ad un soffio
dalle sue labbra, per poi catturarle in un bacio ardente.
Mentre loro lingue
lottavano accanitamente l’una contro l’altra, specie quella di Nobu che era
profondamente irritato dal gesto di Shin e voleva fargliela pagare; le dita
di Shinichi si infiltrarono di soppiatto tra i glutei del suo amante.
“SHIN!” gridò Nobu non gradendo molto quella intrusione.
“Allora, a quanto pare…Mi toccherà farlo.” Mormorò staccandosi dalle labbra
di Nobu.
Senza ripercorrere nuovamente tutto il corpo di Nobu, stuzzicò il giovane
baciandogli l’interno coscia e distraendolo dal dolore che le dita in
“avanscoperta” gli stavano provocando.
Risalì, accarezzando gentilmente con l’altra mano i testicoli gonfi di Nobu…Fece
scorrere la sua lingua lungo tutta la lunghezza della virilità per poi
accoglierla tra le sue labbra.
Sentendosi totalmente
inesperto, per la prima volta dopo tanti anni, e non sapendo assolutamente
che fare si lasciò guidare dall’istinto. Mentre succhiava avidamente,
sentendo la punta picchiargli in gola, si ritrovò a pensare che forse stava
facendo passare un terribile quarto d’ora al suo Nobu.
Guardò in che condizioni versasse il suo amante.
Piacere.
Il suo viso era la espressione del piacere allo stato puro.
Rincuorato dalla splendida visione, Shinichi aumentò il ritmo frenetico
delle sue labbra, spingendo ancora più a fondo le dita affinché toccassero
quel determinato punto che avrebbe fatto urlare il suo amante di puro
godimento.
A Nobu, che sperimentava
quelle sensazioni per la prima volta (non aveva mai incontrato qualcuno di
tanto audace da arrivare fino a quel punto) non ci volle poi molto per
venire copiosamente nella bocca di Shin.
Shinichi non ne perse una goccia, ed una volta terminato il suo lavoro si
rituffò sulle labbra vermiglie di Nobu.
Approfittando del fatto
che Nobu fosse ancora perso negli strascichi dell’orgasmo, Shinichi fece un
rapido scambio di posizioni e lo penetrò in un solo colpo.
Nobu si lasciò scappare
un lungo e intenso urlo di dolore, mentre le lacrime gli rigavano il viso.
Sapeva che avrebbe fatto male, ma non così tanto.
Si sentiva come se lo stessero squartando…Insomma era un dolore
insopportabile!
Avrebbe voluto dirgli di
fermarsi, di smetterla. Ma ad un certo punto il dolore si attenuò.
Delle dite leggere come la seta gli asciugarono le guance.
Riaprì gli occhi, e vide Shin che lo guardava pieno di rammarico.
“Perdonami. Mi sono fatto
prendere dalla foga. Sono un maledetto egoista…” disse, mentre la voce gli
si rompeva.
Nobu lo baciò dolcemente sulla fronte.
“Sta tranquillo.
Sopravvivrò.” Gli disse per tranquillizzarlo.
“Farai di più che
sopravvivere, te lo prometto.” Rispose Shin mordicchiandogli il labbro
inferiore.
Quando sentì che Nobu si
era finalmente rilassato, cominciò a una serie di spinte lente e calibrate
in modo da non causare ulteriore dolore al povero Terashima.
Gli costava molto tenere a bada quella parte di se stesso che gli diceva di
fregarsene, di soddisfarsi subito ad ogni costo…Ma Nobu valeva qualsiasi
sacrificio.
Finalmente, dopo numerosi tentativi riuscì a trovare quello che
affannosamente stava cercando.
Le labbra di Nobu si schiusero in un altro urlo…
Ma questa volta era di piacere.
Assodato che non stava
procurando alcun tipo di fastidio nell’altro ragazzo, Shinichi lasciò che a
guidarlo fosse la sua libido. Le spinte si fecero più rapide e violente,
toccando ripetutamente quel punto che appannava la vista e toglieva il fiato
a Nobu.
“Oddio…Fa male…” sussurrò
Nobu con le lacrime agli occhi. Quella sera stava piangendo come una
fontana…Era peggio di Hachi.
Shin lo guardò preoccupato, ma poi capì che si riferiva a quel piacere tanto
intenso da farti male, da darti una sensazione quasi di fastidio per poi
esplodere in un ondata che ti riduceva ogni muscolo in gelatina e la mente
in un vortice ormonale.
Perciò assecondò le richieste di Nobu, e incrementò ulteriormente il
ritmo…Inoltre fece scendere la sua mano tra i loro corpi, ad alleviare la
sofferenza del membro di Nobu con abili carezze.
Quando sentì che il biondino svuotarsi con un mugolio nella sua mano, con un
ultima spinta venne nel corpo del suo amato.
Amato e non amante.
C’era una bella differenza…Nobu non era solo uno dei suoi passatempi. Era la
persona con cui voleva condividere quei momenti di scherzosa complicità,
d’intimità. D’amore.
Rimasero fermi per quello
che gli sembrò un frammento d’infinito.
Respirando. Facendo
propria l’essenza dell’altro, perché se quella fosse stata la loro ultima
notte almeno sarebbe rimasta impressa in modo indelebile nella loro mente.
Shin uscì con cautela dal corpo di Nobu, anche se a malincuore. Era così
stretto e caldo che se fosse stato per lui ci avrebbe passato anche tutta
l’eternità.
Scostandogli dolcemente i capelli dalla fronte, gli diede un tenero bacio.
“Buonanotte amore.” Gli
disse, spegnendo laabat-jour sul suo comodino e rintanandosi sotto le
coperte.
Nobu non sapeva se
rispondergli nel medesimo modo.
Non voleva che la parola
“amore” suonasse vuota e priva di significato.
Perciò spense la luce senza dir nulla.
Shin non la prese bene. Che quello che c’era stato fra loro fosse per Nobu
nient’altro che sesso?
Le paure furono dissipate quando sentì le braccia di Nobu stringersi intorno
ai suoi fianchi. “Non vedo l’ora di svegliarmi accanto a te, piccolo mio.
Dormi e non preoccuparti per uno stupido come me, che non sa trovare le
parole per dirti quello che prova.
Quando verranno naturali, allora potrai stare sicuro che sarai il primo a
cui le dirò.”
“Questo vuol dire che mi
hai perdonato?” chiese Shin speranzoso.
Now I know,
I made mistakes,
Think I don't care,
But you don't realise what this means to me,
So let me have,
Just one more chance,
I'm not the man I used to be
Used to be
“Forse.” Rispose sibillino Nobu.
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