Note: Uhm… vi chiedete che cavolo mi e saltato in mente? Se ho sbattuto la testa? Leggete e nel siparietto lo scoprirete…

 


No Tomorrow

di Saya


Ormai sono passati sei mesi da quel giorno, in cui la mia vita iniziò a sprofondare in un buio totale. Mi guardo nello specchio, non sono nemmeno l’ombra di me stesso. La vita non ha più significato per me. Hanamichi mi manchi da morire. I ricordi mi riaffiorano nella mente e sospiro tristemente.

Il giorno più bello della mia vita e stato quando incontrai il do’aho sul terrazzo. Il nostro incontro sembrava essere voluto dal destino. Non so ancora se furono i suoi occhi nocciola o la testata a farmi innamorare di lui, ma di certo so che quel giorno io persi completamente la testa per quel pazzoide. In quel periodo odiavo profondamente quella oca della Akagi, non capiva niente, e non sapeva nemmeno cosa si perdeva, ma in un certo senso sono contento che non si accorse mai dell'affetto che Sakuragi provava per lei, il mio do’aho. Per lei quello stupido iniziò a giocare a basket, dovrei ringraziarla, in fondo e proprio il basket che mi aiutò a conquistarlo. I giorni passavano tra botte e insulti, eppure per me quello era l’unico modo per toccarlo, sfiorarlo, un modo tutto nostro per amarci e odiarci, una cosa che era solo nostra e di nessun altro. Ero sicuro che lui mi detestava, ma mi sbagliavo di grosso. 

Ero in palestra a palleggiare e fare qualche tiro, quando sentii i suoi occhi sulla mia schiena, hn, e anche se non volevo mi girai a guardarlo. I nostri sguardi si incrociarono, come quella volta sul terrazzo, ma in quegli occhi nocciola c’era qualcos’altro questa volta, come se voleva comunicarmi qualcosa che con le parole non riusciva. Finalmente si era sbloccato e si avvicinò a me sorridendo. Continuai a fissarlo, non sapevo cosa fare, come reagire, e lui parlò:

“One-o-one?”

“Hn…”

“Volpe, non sai dire altro?”

Gli lanciai la palla in sfida che lui mi aveva proposto. Era migliorato molto, ma non era ancora alla mia altezza, un giorno avrebbe potuto anche battermi, se si fosse impegnato di più. Mi ero accorto, che non urlava più “harukina cara”, forse potevo sperare, infondo la speranza e l’ultima a morire, e la mia è morta,… in quel fatidico giorno, se ne andata assieme a lui. Mi fece faticare non poco, e devo dire che mi ero divertito tanto. La partita fini 20-19 per me, e lui stranamente si congratulo:

“Sei sempre il più bravo, eh volpino?”

Era decisamente strano, non era da lui dire queste cose, cosi decisi di uscire dal mio guscio e sorrisi:

“Anche tu non sei male.”

Sembrava che lo avesse colpito un fulmine, mi guardava con occhi spalancati, cercando di pronunciare quello che voleva dire:

“…tu… hai… sorriso… sei bellissimo.”

Questa volta era il mio turno per rimanere di sasso, mi ha appena fatto un complimento, senza insultarmi o senza pavoneggiarsi. Il mondo ha sicuramente iniziato a girare in contrario, ne ero certo. Poi si avvicino e poso la sua mano sulla mia guancia sorridendo:

“Kitsune… io… non so come dirtelo…”

E senza finire la frase, oppure era questa la fine, mi baciò delicatamente sulle labbra, un bacio casto e timido. Ma io non volevo lasciarlo andare, non adesso che il mio sogno si era avverato, la palla da basket scivolò dalle mie mani e lo abbracciai intorno al collo per far si che il contatto tra i nostri corpi fosse minimo. Il bacio divenne più passionale e ci perdemmo in un l’altro. Le nostre lingue si incontrarono per la prima volta e quando si toccarono come un’elettricità passo per tutto il mio corpo. Il bacio finì e lui continuava a tenermi tra le braccia, nascondendo il suo viso vicino al mio collo, e io non potevo fare nient’altro che perdermi nel suo profumo. C’era un perfetto silenzio, e senza parole ci dicessimo tutto. Non sapevo che anche il rosso sapeva ascoltare il silenzio. Poi si stacco da me e sorrise baciandomi di nuovo. Ricordo ancora adesso il suo sapore dolce, cosi come me l’avevo immaginato prima di addormentarmi, ma che penso, il sapore di Hanamichi era molto meglio. Mi sorrise e poi si girò per andarsene:

“Ci vediamo fuori dal cortile della scuola.”

“Hn, ok.”

E poi scomparve fuori dalla porta. Restai lì a guardare la porta che si era chiusa dietro di lui, e come un calore si avvolse intorno al mio cuore di ghiaccio.

 

Mi riguardo nello specchio, a Hanamichi non sarebbe piaciuto vedermi in questo stato. Anzi mi sgriderebbe di scuro. Esco dal bagno e raggiungo la nostra stanza, che adesso e piena di foto del mio do’aho. Oh Hanamichi, perché mi hai lasciato. Prendo la foto, dove sei raffigurato con quel tuo sorriso stupendo e mi sdraio sul letto.

Mi aspettò davanti al cancello della scuola, era molto calmo, come se si fosse tolto un peso dalle spalle. Mi porse la mano, non curandosi della gente in giro e mi sorrise dolcemente e io li porsi la mia. Mi attirò a se dandomi un bacio casto e sussurro nel mio orecchio. 

“Andiamo a casa mia?”

“E i tuoi?”

“Vivo da solo.”

E cosi andammo, e appena entrati mi trascinò a sè e mi baciò con passione, prima leccandomi il labbro inferiore per poi prendere possesso della mia bocca. Mi prese in braccio portandomi in camera sua e mi poggiò delicatamente sul letto baciandomi il collo. Era un sogno diventato realtà. Mi spogliò lentamente scoprendo ogni parte del mio corpo per poi prendermi in bocca e darmi tanto piacere. Ero venuto nella sua bocca, e lui mando giù fino al ultima goccia del mio seme, poi si alzò e mi bacio, cosi assaggiai me stesso. Mi guardò con occhi pieni d’amore:

“Se non vuoi… non continuo.”

Ma io lo volevo, volevo che mi possedesse in quel momento, volevo appartenergli e glielo spiegai abbracciandolo introno alla vita con le mie gambe. Lui annui e mi baciò di nuovo mentre infilò un dito nella mia apertura vergine, volevo donargli la mia verginità. Al inizio era un intrusione, ma i modi dolci del mio ragazzo mi fecero dimenticare tutto e molto presto a quel dito furono aggiunti il secondo e il terzo. Quando era finalmente soddisfatto, decise che ero preparato. Un enorme vuoto dentro di me quando tolse le dita, ma molto presto quel senso di vuoto scomparve, quando mi penetro con la sua virilità lentamente, per paura di farmi del male. Prima della ultima spinta mi sussurrò nel orecchio:

“Ti amo Kaede.”

E poi spinse, riempiendomi completamente, il poco dolore scomparve in un istante, e al suo posto c’era puro piacere. I suoi movimenti erano lenti ma forti, facendomi urlare il suo nome e il mio amore per lui. Venemmo insieme io su di noi e lui si svuoto dentro di me. La nostra prima volta. Quella volta sigliamo il noi stessi con il nostro amore. Ogni volta fare l’amore con lui era come se fosse la prima volta.

Eravamo felici, ci siamo trasferiti insieme, entrambi orfani del affetto dei nostri genitori, trovammo la felicità nel nostro amore. L’unica cosa importante eravamo noi e il basket. E poi arrivo il giorno, il giorno più brutto della mia vita. Stavo camminando sul marciapiede con il mio do’aho, la serata era bellissima, c’erano tante stelle, ma la stella più luminosa era il mio Hanamichi. Quando quella macchina, con un autista ubriaco, iniziò a sbandare e il mio dolce Hana mi spinse via, mentre la macchina lo prese in pieno. Non ricordo molto bene gli eventi dopo, solo che sono corso da lui urlando il suo nome e chiedendo aiuto. L’ambulanza arrivò poco dopo e lo portarono subito nella sala operatoria. Erano passate delle ore e accanto a me seduti c’erano Ayako, che è arrivata subito dopo che l’avevo chiamata avvertendo gli altri. Era sempre una grande amica, l’unica ragazza che era degna di  questo nomignolo. Arrivarono anche Akagi e la babbuina di sua sorella, oltre a Mitsui con Sendoh, Kogure, Ryota, Maki, Nobu, Jin, Fujima, Fukuda e Hanagata. L’armata sakuragi e Yohei arrivarono al ospedale con Ayako. Il dottore usci dalla sala operatoria dopo 6 ore di operazione e ci guardo con uno strano sguardo e poi ci disse:

“Mi dispiace, abbiamo fatto tutto il possibile. Sakuragi Hanamichi è deceduto pochi minuti fa.”

Non credevo alle mie orecchie, non era possibile che Hanamichi, quel Hanamichi che era sempre pieno di vita, adesso giaceva in quel letto morto. Ayako si mise a piangere abbracciandomi, ma io non volevo crederci, Sakuragi non poteva essere morto, era una cosa tropo illogica. Poi lo vidi, pieno di lividi, bellissimo anche dopo che Shinigami lo portasse via, via da me. Mi guardai in giro vedendo tutti con le lacrime agli occhi. E a quel punto corsi via, via da quella gente, via da quel ospedale, nella notte. C’era la pioggia, l’alba si stava avvicinando e io corsi, corsi per delle ore finche sfinito non arrivai ad un campetto di basket accasciandomi per terra sotto quel cielo che piangeva la scomparsa di Hanamichi, il più bel angelo della terra, il mio angelo. 

 

Arrivai a casa, c’era Ayako ad aspettarmi, vestita di nero, non sorrise, mi accompagno in casa mia, facendomi sedere sul divano e porgendomi una tazza di camomilla calda. Poi la sentii parlare:

“Hanamichi non potrà mai morire, finche vivrà nei nostri cuori.”

Alzai lo sguardo, per loro era facile, lo so Ayako cercava di alleviare il mio dolore. Ne lei ne gli altri potevano capirmi, nessuna amava e capiva cosi profondamente Hanamichi come me. Lui era la mia anima, il mio cuore, la mia vita. E con lui anche la mia è finita. Per circa due mesi, mi tenevano sotto controllo, per paura che potevo fare qualcosa di avventato. Le più dolorose e anche più serene di serate erano quando c’era Nobunaga, non e colpa sua. E il suo modo di fare di reagire che mi ricordavano tanto Hanamichi, a volte mi chiedo cosa avrebbe fatto lui al mio posto. 

 

Mi alzai di nuovo dal letto iniziai a scrivere una lettera:

“Cari amici.
Questa è una lettera d’addio, e se adesso la state leggendo significa che io ho finalmente raggiunto il mio Hanamichi. Oramai sono passati sei mesi dalla sua morte, e oggi è il 1 aprile, il suo compleanno. Ed è oggi che ho pensato a lui, a tutto quello che facevamo insieme, e alla sua morte. Finalmente ho preso la mia decisione. Non fuggo, e non sono debole. Ma una persona non può vivere senza il cuore, ed il mio cuore è stato portato via da Hana. Nel giorno del suo compleanno lo raggiungerò. Non vogliatemene a male, per quello che ho fatto. Vi chiedo solo di fare in modo che il mio corpo venga seppellito vicino al mio amore eterno.

                                       Addio 

                                           Kaede Rukawa  

 

Trovo una busta e la metto dentro. La mando ad Ayako, lei e quella più matura tra tutti, e sappia cosa fare. Mi vesto, camino per le strade di Kanagawa l’ultima volta. Mi fermo davanti alla casa della manager e imbuco la lettera, e passata mezza notte, oggi e il compleanno di Hana. Aspettami amore, adesso ti raggiungo. 

 

Giorno dopo

 

La mattina è splendente dopo una notte di tempesta. Ayako esce da casa trascinando dietro Ryota, apre la casetta della posta e trova una lettera senza francobollo. La apre leggendo le poche righe nei suoi occhi si formano le lacrime. Ryota la guarda stranito e lei alza lo sguardo:

“Chiama la polizia e devi dire di andare a casa di Rukawa.”

“Perché?”

“FALLO E BASTA!”

Miyagi corre in casa e chiama. Pochi minuti dopo d’avanti a casa di Rukawa ci sono le macchine di polizia e un ambulanza. Non c’è più niente da fare. Kaede ha raggiunto Hanamichi in quella notte tempestosa. Nel salone ci stanno tutti i componenti dello Shohoku, come quelli del Ryonan, Kainan e Shoyo. Ayako sta leggendo a voce alta le ultime volontà di Rukawa. Si guardano e Akagi dice:

“Sarà fatta la ultima volontà di Rukawa.”

E Nobunaga sussurra:

“Adesso saranno felici, insieme per l’eternità.”

 

---------------------*Owari*---------------------------

 

Saya: Momento di depressione
Hana: …

Ru: … 

Saya: Che c’è?

Hana: Siamo morti…

Saya: Si

Ru: … ma non eri quella incapace di scrivere storie tristi? E quella che non riesce nemmeno a leggere le storie con finali tristi?

Saya: Si

Hana&Ru: E QUESTA COME LA SPIEGHI?

Saya: Già detto, momento di depressione, e anche vendetta personale

Hana&Ru: VIENI QUI!

Saya scappa via: Prometto non vi ammazzo più! *dietro alla schiena fa la scongiura che quello che ha detto non è una promessa* 

Ru: La prossima dovrà essere una lemon lemon lemon!

Saya: Zi zi, non ti preoccupare
Hana: Dopo che ci hai fatto morire, osi ancora chiacchierare, su va a lavorare su AnT e Hot Stuff.
Saya: Roger boss, guarda i lettori, se non avete notato, qui non ho usato i siparietti al interno della fic, avrei completamente rovinato tutto.



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