Note: probabilmente lo stille della villa è sbagliato, in quanto siamo in Giappone, ma non so bene come siano le ville là e poi avevo già immaginato la storia con una ambientazione del genere, perciò abbonatemi lo sbaglio!

Note2: gli **** indicano un cambio di ambientazione; gli ===== un cambio di POW, che non dico, ma si capisce leggendo.




The Prisoners

Parte IV

di Ash(lynx)

 

No! Non posso crederci! Dimmi che non è vero! Non puoi essertene andato così, di nuovo! Non puoi avermi lasciato solo! Perché!? Non ti stavo facendo del male! Non ti ho nemmeno sfiorato! Come mai te ne sei andato? Perché mi disprezzi? Non capisco. Tutto quello che ho fatto o continuo a fare è perché ti amo. Sei la mia vita. Non lo capisci? Perché mi dilani il cuore?

Ti ho raccontato del nostro passato...era quello che volevi, no? Allora perché te ne sei andato? Perché mi hai chiamato assassino? Io non sono un criminale! Loro, sono loro ad essere dei poco di buono, gente da eliminare! Perché odi me e difendi loro? Anche quarant'anni fa non meritavano di vivere...perché continui a stare dalla loro parte? Perché mi abbandoni? Valgo così poco? Eppure ti amo. Sono così perché ti amo. Come fai a non capire?

Hisashi...io ti voglio. Lo sai. Non riesco più a stare senza di te. Perché continui a deludermi? Perché non fai altro che dimostrarmi di non volermi bene. Noi ci amavamo. Adesso perché dovrebbe essere diverso? Ti uccisi, è vero, ma adesso sei qui, vicino a me, uniti dallo stesso amore d'allora. Non capisco. Non ti capisco. Come mai ti comporti così? Cosa posso fare per averti di nuovo? Per farmi amare da te?       

Non lo so! Non so più niente! Voglio che tutto questo finisca! Voglio che questo dolore finisca! Loro...loro devono morire. Subito, non posso aspettare oltre. Dopodiché tu sarai mio per sempre e mi amerai. Sicuro: mi amerai. Perché non potrai fare altrimenti. Perché non avrai altro a cui aggrapparti. Dopo la loro morte io sarò la tua vita. Per sempre, Hisashi.

Adesso prendo il mio coltello, lo stesso che utilizzai molti anni fa, e vengo a prendermi i tuoi "amici". Aspettami, Hisashi, sto venendo anche a prendere te.

==============

Non riesco a distogliere lo sguardo da quel dipinto. É semplicemente magnifico, a parte per la presenza di Kazushima. Hisashi è bellissimo, come se fosse dal vivo. Non capisco, però, come sia stato possibile realizzarlo. Lui e l'aggressore di Hanamichi non si erano mai visti prima, o sbaglio? E poi, cos'è questa storia che si vuole portare a letto Hisa!? Non mi piace per niente! Non tanto perché lo amo e vorrei che venisse con me, ma perché quel Kazushima mi sembra solo un pazzo furioso e pericoloso. Non voglio che la persona a cui tengo di più al mondo corra un rischio del genere.

Voglio scoprire cose c'è sotto, perché qualcosa c'è di sicuro. Voglio sapere chi è realmente questo Kazushima, cosa c'entra veramente con Hisashi e fino a che punto è disposto a spingersi. Perché ha aggredito il rossino? Voleva ucciderlo sul serio? Non stava solo cercando di spaventarlo? Perché? Non capisco il suo comportamento. A che scopo ci ha condotti qua, in una trappola? Quali sono le sue vere intenzioni?

Cammino avanti e indietro per la stanza cercando di mettere un filo logico alle mie domande. Come posso fare per scoprire la verità?

Mi siedo sulla sedia dietro la scrivania, cominciando a fissare le pile di libri davanti ai miei occhi. Sono tutti volumi grossi, scuri, vecchi, rilegati alla perfezione...tranne uno. Sembra un quaderno. Si trova a metà di una delle pile, sporgendo di alcuni centimetri. Sono troppo curioso! Lo afferro e, con un po' di pressione, riesco a tirarlo fuori. Non mi ero sbagliato: è proprio un quaderno e, a parte la polvere, non sembra molto vecchio.

Lo apro alla prima pagina. É scritto a mano da una calligrafia piccola e storta, non molto comprensibile. Sulla seconda di copertina, in alto, è scritto: Kamui Kazushima, anno ****. Risale a qualche anno fa. Comincio a leggere le prime righe del testo. É un diario, non ci sono dubbi, anche se molto singolare. Non è di certo il primo che ha scritto, dato che parte come se stesse continuando un discorso già iniziato:

"Non ce la faccio più a rimanere solo. Perché i miei genitori non tornano? Cosa è successo? É da tanto che non ho loro notizie. Le uniche persone che vedo sono la cameriera e il giardiniere, ma non sono molto di compagnia. Mi stanno molto antipatici. Vorrei che venisse a trovarmi qualcuno di più interessante. Oppure, vorrei poter uscire da questa casa, ma me lo impediscono con ogni mezzo. Come al solito pensano che non sappia cavarmela nel mondo vero, con le altre persone. Credono che la solitudine sia meglio per la me e per la mia salute. Io mi sento sempre più schiacciato, soffocato. Me ne voglio andare. Per fortuna nessuno ha ancora scoperto il passaggio."

Il passaggio? Un modo per uscire dalla villa senza essere visti? Possibile che ci sia? Potrebbe essere la nostra salvezza.

Continuo a leggere nelle pagine successive:

"E' da molto che sulla rivista non parlano di lui o mettono sue foto. Che fine ha fatto? Eppure hanno sempre scritto che è un giocatore tra i migliori a livello giovanile, l'hanno pure nominato MVP! Cosa è successo?"

Di chi sta parlando? Quale rivista? Qua non ce ne sono, mi pare. Dopo dovrò cercarle. MVP...Hisashi alle medie lo è stato nominato! Potrebbe essere lui.

Salto alcune pagine che sembrano tutte uguali. Non fa altro che scrivere della sua solitudine e delle riviste. Sembrano essere le uniche cose che contano per lui. Verso la metà del quaderno, però, il suo modo di scrivere è peggiorato drasticamente. Ha riempito le pagine di parole grosse, quasi offensive, e di immagini macabre, alcune senza senso. Sono pagine talmente piene d'inchiostro da sembrare completamente nere. A fatica riprendo a leggere:

"Il tempo non passa. Morti! Sono morti tutti! E io sono ancora qua, in questa casa. Non invecchio e non muoio. Quarant'anni! Vivo così da quarant'anni. E prima...prima c'era il mio amore. E c'erano anche quello stronzo di suo cugino, l'ebete dai capelli rossi e quel bastardo, infingardo, demente e fallito dell'amico dello stronzo. Quarant'anni fa. Mi hanno tradito tutti quanti e io li ho uccisi! Ma io lo amavo! Il mio amore lo amavo con tutto il cuore. Sono rimasto vivo e giovane per aspettare che tornassero da me, per darmi una seconda possibilità. Non c'è altra spiegazione! E io li ho trovati! Sono loro! Sono quei quattro ragazzi! Devo condurli qui! Come posso fare?"  

Rimango a fissare la pagina, assimilando il profondo significato di quelle parole. Cosa è successo? Perché un giorno scrive normalmente e quello dopo come un pazzo? Le ultime parole che ho letto sono state scritte da qualcuno sicuramente fuori di testa. Kazushima...da quello che ho letto è sempre stato solo e aveva trovato un conforto leggendo una rivista, rendendo un mito uno dei giocatori di cui si parlava. Deve essere stata sicuramente la solitudine a renderlo così, a fargli scrivere queste fantasie. Perché sono solo fantasie, non ho dubbi. Penso che abbia fatto ricorso alla sua immaginazione per inventarsi una possibile vita alternativa per passare il tempo, per sentirsi meno solo. Poi, però, deve aver confuso la realtà con la finzione. Deve aver sofferto molto.

Sfoglio ancora il quaderno, ma, dopo alcune facciate piene di disegni strani e scuri, la pagine sono tutte bianche. Non ha scritto nient'altro.

Lo chiudo e lo appoggio sul tavolo. Mi guardo ancora intorno. Devo cercare di capirne il più possibile. Cominciamo dall'inizio: Kazushima è sempre stato un bambino solo, dato che i suoi genitori erano sempre lontani. Non poteva uscire di casa, forse a causa di una salute debole e le uniche persone che vedeva erano la cameriera e il giardiniere. Che fine hanno fatto? Che siano morti? A dire il vero non è che mi interessi molto. Nonostante tutto, Kazushima conosceva un passaggio. Per dove? Portava fuori dalla villa? Dove si trova? Che sia ancora utilizzabile? Oppure era solo una sua fantasia, come la storia della vita precedente? Forse stava già cominciando a confondere il reale con l'immaginario.

Le riviste...erano il suo unico punto di incontro con il mondo esterno. Come se le procurava? Uscendo di casa per il passaggio, oppure gliele comprava qualcuno che conosceva? E adesso dove sono? Forse il ragazzo che diceva d'amare era lo stesso di quello che aveva visto nella rivista, dopotutto aveva dimostrato una strana ossessione per lui. Poi ci sono lo stronzo, il rossino e quel bastardo, infingardo, demente e fallito amico dello stronzo. Partendo dal presupposto che il ragazzo di cui tanto parla sia Hisashi...il rossino è chiaramente Hanamichi e io e Rukawa siamo gli altri due. Dopotutto siamo stati noi ad essere condotti qua e ha chiaramente fatto capire ad Hisashi che, mentre noi tre faremo una brutta fine, lui se lo porterà a letto.

Sono solo delle supposizioni, però. Sarebbe meglio se riuscissi a trovare quelle riviste.

Ragioniamo...ha lasciato il suo diario in questa stanza. Probabilmente la riteneva abbastanza sicura. Forse ci passava molto tempo, tanto da renderla la sua stanza preferita. Ci ha pure messo il dipinto con lui e Hisashi! Se ci passava così tanto tempo, allora è molto probabile che le riviste si trovino qui, a portata di mano. Insomma, non ha nascosto il diario, perché avrebbe dovuto nascondere i giornali?

Da dove parto a cercare?

Mi rialzo in piedi. Non ho la minima idea di dove partire. Comincio a guardare tra gli scaffali, ma ci sono solo libri. E poi, se ci teneva così tanto, le avrebbe messe in un posto meno "pericoloso": lasciandole in mazzo a questa confusione rischiava di perderle o di rovinarle. Ritorno alla scrivania e mi accuccio davanti ai tre cassetti del lato destro, sperando che siano aperti. Provo il primo: chiuso. Come gli altri due e i tre del lato sinistro. Accidenti: mi toccherà usare le maniere forti, anche se avrei preferito evitarle.

Ne afferrò uno per il manico e tiro violentemente verso di me. Si apre quasi subito, ma dentro non c'è nulla degno di nota. Ripeto l'operazione con gli altri cassetti, ma, naturalmente, le cose interessanti si trovano nell'ultimo. Lo sfilo completamente dalla scrivania e ne rovescio il contenuto per terra. Diversi numeri di "Basketball" cadono sul pavimento, tutti coperti da una copertina in plastica trasparente, per non farli rovinare. Non troppo stupito li raccolgo. In fondo noi quattro giochiamo a basket e siamo tutti comparsi, prima o poi, in almeno un numero della rivista. Tutti e quattro, poi, diamo nell'occhio, perciò è chiaro che sia rimasto colpito in particolare da noi.

Osservo i vari numeri, cominciando a metterli in ordine cronologico. Il primo risale più o meno a quattro anni fa. In copertina, oltre ad una immagine gigante di un giocatore del Sannoh, ce ne era una più piccola di Hisashi quando faceva le medie. Probabilmente era ancora in seconda. Apro il giornale alla pagina del suo articolo, segnata da un segnalibro e leggo il titolo: "Nuova promessa del basket giovanile- ancora alle medie Hisashi Mitsui ha dimostrato d'essere in grado di confrontarsi con i più bravi giocatori liceali". Quelli erano i suoi momenti di gloria e le foto nell'articolo lo riprendono proprio nelle sue pose migliori. É bellissimo. Non sono affatto stupito del fatto che Kazushima ne sia rimasto tanto colpito. Rimango ad ammirarlo ancora un po', poi passo agli altri numeri. In ognuno c'è almeno una sua foto o il suo nome. Basta che sia anche solo nominato! Kazushima doveva essere proprio ossessionato! Immancabile c'è anche il numero di quando è stato nominato MVP. Se non vado errando è stato l'ultimo, almeno fino a quest'anno.

Infatti, gli altri numeri di "Basketball" sono molto recenti. In uno, nella pagina segnata dal segnalibro, ci sono io. Accanto alle mie foto ci sono dei disegnini di pessimo gusto e delle maledizioni. Deve volermi proprio bene! Lo stesso con una foto di Rukawa e una di Hanamichi. Ok: siamo proprio noi tre i tizi di cui ha parlato male nel diario. Negli altri numeri è segnato solo Hisashi. Accanto ad una sua foto particolarmente bella e recente Kazushima ha scritto: "sarai mio".

Non credo d'aver bisogno d'altro. Recupero il quaderno e tutte le riviste ed esco dalla stanza, diretto alla camera di Hanamichi: devo assolutamente raccontare agli altri le scoperte che ho fatto.

Scendendo le scale mi fermo a pensare che forse Hisashi non è con Rukawa e Hanamichi. Dopo la nostra piccola discussione forse ha preferito rimanere da solo. Bé, se non sarà in quella stanza lo andrò a prendere ovunque si trovi e ce le porterò: non possiamo più permetterci di girare da soli per questa casa.

**************

<<Dobbiamo trovare quel passaggio>> è l'unica cosa che dice Rukawa dopo che io e Hisashi abbiamo finito di raccontargli come stanno le cose.

L'asso dello Shohoku volge lo sguardo verso il rossino, che dorme non molto tranquillo. É preoccupato per lui, non lo avevo mai visto così.

<<Penso che gli stia salendo la febbre>> dice.

<<E' probabile>> ammetto <<Per quanto abbia provato a medicarlo bene, la sua ferita deve essersi infettata. Dobbiamo portarlo all'ospedale al più presto>>

<<Già, ma come facciamo a trovare il passaggio?>> chiede Hisashi.

Cala il silenzio, mentre pensiamo ad ogni possibile soluzione.

<<Probabilmente l'ha descritto in uno dei suoi diari>> dico <<basterà trovarli e leggerli>>

<<Hai idea di dove possano essere?>>

Scuoto il capo, sconsolato.

<<Cercarli in questa villa sarebbe come cercare un ago in un pagliaio, temo, e non abbiamo molto tempo. In più, Kazushima non mi sembra un grande scrittore: se anche avesse descritto il passaggio, cosa di cui dubito, lo avrà fatto male e noi non ci capiremmo niente>> ribatte Hisashi.

Sono costretto ad ammettere che ha ragione. Allora, però, cosa possiamo fare?

<<Dobbiamo fare in modo che sia lui a rivelarci dove si trova>> dice, a sorpresa, Rukawa.

<<Certo! Come ho fatto a non pensarci!? Basterà chiederglielo e lui ce lo dirà!>> faccio il sarcastico.

Rukawa mi manda una delle sue famose occhiate raggelanti.

<<Intendevo dire che dovremmo estorcergli l'informazione di bocca>>

<<E come?>> domanda Hisa precedendomi.

Ru non risponde subito, cominciando a fissarlo con uno sguardo molto eloquente. Comincio ad avere un sospetto. É lo stesso numero 11 a rompere il silenzio:

<<Sembra avere un debole per te...>>

Capisco subito ciò che intende! Dopotutto, chi non l'avrebbe capito?

<<No! Non se parla proprio! Perché dovrebbe farlo!?>>

<<O così, o cerchiamo il passaggio per l'intera casa>>

<<Non possiamo consegnarlo nella mani di un pazzo! Avanti: lo sai anche tu che non è sano di mente!>>

<<Lo so>>

<<E allora perché vuoi mandare Hisa da lui!? Da solo, per giunta!>>

<<Perché non penso proprio che, vedendo uno di noi due, si "lascerà andare". Mitsui è l'unico che quel demente non vuole uccidere. Non corre un pericolo di morte>>

<<CERTO! IN FONDO VUOLE SOLO SCOPARSELO!!>>

<<E-ehm>> Hisashi attira la nostra attenzione <<dal momento che sono io il diretto interessato, spetta a me decidere. Non parlate come se non ci fossi>>

Lo guardiamo in silenzio, aspettando le sue prossime parole. Prima che si pronunci ho già capito: lo farà. Vedo il fuoco nei suoi occhi. Vi leggo tutta la determinazione, l'orgoglio e la rabbia. Lo farà perché odia Kazushima.

Chino il capo. So che non posso fargli cambiare idea, anche se vorrei tanto che non lo facesse. Perché so che c'è un unico modo per estorcere delle informazioni a quel tipo: il sesso. Hisashi è bravo a farlo, ma non voglio che venga toccato da lui, da quel pazzo. Già non mi piace che vada con qualcuno che non sono io, se poi si tratta di uno che si è bevuto il cervello e che non ha più alcun freno è ancora peggio.

<<Hisa...>> azzardo.

<<Non parlarmi, Sendo>> mi ferma <<ho già deciso>>

<<Lo so...>>

<<Mi farò dire dove si trova il passaggio, stordirò Kazushima in qualche modo e me ne andrò. Cercherò di mandarlo nel mondo dei sogni, per non trovarcelo poi tra i piedi. Voi, intanto, vi terrete pronti e troverete un modo per portare Hanamichi senza che si affatichi troppo. Appena vi raggiungo ce ne andiamo>> afferma deciso.

Rukawa annuisce. Io non sono molto convinto, ma non replico. Mi sento sconfitto dalla sua durezza nei miei riguardi. Il suo sguardo mi annienta. Non mi ama più? Sono tormentato dal dubbio che possa odiarmi. Voglio chiarire, anche se, probabilmente, farò solo un altro danno irreparabile.

<<Facciamo così: io adesso vado da lui. Voi, intanto, vi preparate. Datemi due ore di tempo, poi ci troviamo esattamente in questa stanza, Se non sarò di ritorno per quell'ora...>>

<<Ti verremo a cercare noi>> finisce Rukawa, concordando pienamente con il mio pensiero.

Adesso è Hisa che annuisce.

<<Allora è deciso>> dice aprendo la porta.

Lo guardo uscire dalla camera e mi rendo conto che non posso, che non voglio, lasciarlo andare così.

<<Aspetta, Hisashi!>> lo chiamo seguendolo fuori dalla stanza.

É fermo a pochi passi da me e mi guarda con aria strafottente, tenendosi le mani sui fianchi. Chiudo la porta.

<<Che vuoi?>> chiede.

<<Non voglio che tu lo faccia! Non voglio che tu vada a letto con lui!>> dico tutto d'un fiato.

<<E' una mia decisione che non ti riguarda minimamente. Comunque, sarà solo sesso, nulla di più>>

<<Ma lui è pericoloso! Hai visto cosa ha fatto a Sakuragi! Potrebbe farti veramente del male!>>

<<Sono in grado di difendermi, Sendo!>>

Si volta, pronto ad andarsene, ma io non ho ancora finito:

<<Ascoltami, lo so che ti ho fatto soffrire, lo so che sono uno stronzo figlio di puttana e hai tutte le ragioni del mondo per odiarmi. Però io ti amo, Hisashi. Lo dico e lo ripeto: ti amo. E lo so che chiederti scusa non servirà a nulla, che non posso provocare danni e poi contare sempre sul tuo perdono, ma mi dispiace da morire per quello che è successo e vorrei che tu mi perdonassi. Forse non servirà a niente, forse ormai non ti fidi più di me, ma sono pronto a prometterti che non ti tradirò mai più. Sei l'unico che mi fa sentire così bene, Hisashi. Sei l'unico che io abbia mai amato. Lo capisci? Io non sapevo nemmeno cos'era l'amore prima di incontrarti! Mi hai reso una persona migliore, mi hai completato. Io mi sento vuoto quando siamo lontani. Ormai sono diventato dipendente da te.>> mi accorgo d'avere le lacrime agli occhi, ma lui mi volta ancora le spalle e non le vede <<Quando me ne sono reso conto ho avuto paura, lo ammetto. Credevo che essermi legato in questo modo a te mi avrebbe fatto soffrire, così sono andato con Koshino. Sai cosa ho scoperto, invece? Ho scoperto che senza di te nulla ha senso e che non piaceva farlo con qualcun altro. Ho capito che non potevo oppormi a ciò che provavo, che tu sei la mia vita. La mia vita, Hisashi, non uno scherzo, non una scopata e via, come ero solito fare. La mia vita! Io darei la mia vita per te, Hisashi. E tu, invece? Tu cosa provi? Mi odi? Mi disprezzi? Ti disgusto? Ti prego, rispondimi>>

Non si volta, non si muove nemmeno. Tiene lo sguardo fisso a terra e non accenna a parlare. Forse ho esagerato. Forse non dovevo dirgli tutte queste cose in questo momento, proprio quando sta per andare da una altro ragazzo a farsi scopare. No, decisamente non dovevo.

<<Hisa...>> lo chiamo.

<<Ci vediamo tra due ore, Aki>>

La sua voce è strana. É dolce, ma, al contempo, piena di dolore. In più le sue parole sembrano strozzate, proprio come se stesse piangendo.

Si allontana a passo spedito lungo il corridoio e io rimango immobile a guardarlo. Capisco come si sente, almeno credo. Decisamente le mie parole l'hanno colpito, ma, conoscendo il suo smisurato orgoglio, sono certo che non ha voluto che lo vedessi piangere. In più deve fare una cosa di cui non andrà molto fiero e che, adesso che gli ho rivelato queste cose, lo farà soffrire e, forse, vergognare. Come se non bastasse, non poteva certo dirmi "ti amo anch'io" e poi andare a letto con Kazushima!

Vorrà dire che riprenderemo il discorso appena sarà tornato e, intanto, vado ad aiutare Rukawa e Sakuragi tentando di celare la preoccupazione che, persino più di prima, mi pervade. 

==============

"Devo lasciarmi tutto alle spalle e buttarmi!" mi dico mentre mi avvicino a Kazushima.

Siamo in uno dei corridoi bui dell'ultimo piano e lui si trova proprio in fondo ad esso, immobile. Stringe qualcosa nella mano destra, ma non riesco a capire cosa. Mi avvicino con fare suadente senza mai staccargli gli occhi di dosso.

Alza la testa, richiamato dal rumore dei miei passi per la casa silenziosa, e mi vede. Non riesco a capire se il suo sia un sorriso o un ghigno. Comunque non mi fermo e continuo a camminare come se nulla fosse. Quando solo a pochi metri da lui riesco a distinguere l'oggetto che tiene in mano: è un lungo e affilato coltello. Non mi lascio intimorire, non posso, e mi avvicino ancora. Lo fisso negli occhi, leggendovi perenne quella pazzia di cui Akira tanto parla. Mi fermo a pochi centimetri dal suo corpo. Lui rimane immobile mentre appoggio le mie mani sulle sue.

<<Ho cambiato idea, sai?>> sussurro avvicinando il volto al suo <<Mi farebbe molto piacere stare con te questa notte>>

Gli lecco il contorno delle labbra senza provare il minimo di vergogna. Dopotutto io non ho mai avuto problemi a fare porcate, nemmeno in pubblico. Posso essere peggio di Akira, quando voglio.

<<Che ne dici? Ti va?>> chiedo strusciandomi contro di lui.

<<A cosa è dovuto questo cambiamento?>> chiede.

Mi allontano un attimo, succhiandomi una a una la punta delle dita della mano destra.

<<Ho tanta voglia...>>

Mi porto la mano all'altezza del capezzolo destro, sopra la maglietta, e comincio a stuzzicarlo, mentre lui mi guarda voglioso.

Mi prende il volto colle dita di una mano e me lo alza in modo che le nostre bocce si trovino molto vicine.

<<Voglio fare l'amore con te>> dice.

L'amore? Con lui è impossibile. Gli lecco ancora le labbra.

<<Lo faremo, ma tu...>> sposto la bocca sul suo torace vestito e lo percorro, sfiorandolo colle labbra, fino a mordicchiare il suo capezzolo sinistro. Gli sfugge un gemito di piacere, di cui mi ritengo abbastanza soddisfatto <<tu dovrai fare una cosuccia per me...>>

<<Cosa?>> chiede mentre passo all'altro capezzolo e le mie mani toccano la sua virilità da sopra i pantaloni, in una terribile tortura che gli fa, a poco a poco, perdere la testa.

<<Dimmi dove è...>> la mia bocca scende fino alla cerniera dei jeans <<...il passaggio...>>

Lo sento irrigidirsi, ma non gli permetterò di rifiutare. Con i denti mordicchio la stoffa dei jeans, stuzzicandolo diabolicamente. Poi gli abbasso la cerniera e insinuo nel varco la lingua, facendola muovere lentamente lungo la stoffa ormai tesa delle mutande. Geme forte. Non se lo aspettava di certo.

<<Allora? Lo farai, non è vero?>> chiedo scostandomi un attimo.

Muove il bacino verso la mia bocca, ma gli faccio capire che non continuerò oltre se non me lo dirà. Il suo occhi tormentati sono un chiaro segno della mia vicina vittoria.

<<Te lo dirò...prima però...>>

<<...prima lo faremo finché non crollerai...>> concludo per lui.

Sorrido compiaciuto quando annuisce e mi alzo in piedi.

<<Andiamo in un posto più comodo>> dico.

La sua mano si appoggia al mio fianco facendomi rabbrividire, ma non di piacere. Quanto vorrei che ci fosse Akira al suo posto! Lo vedo sorridere, probabilmente già pregustando la scopata del secolo. Si china su di me e mi bacia. Le sue labbra sono fredde, ma la sua lingua saprebbe riscaldare il polo nord. Rispondo al bacio mentre si avventa di più su di me, toccandomi come se dovessi scomparire da un momento all'altro. Sento una sua mano scendere sul sedere e l'altra insinuarsi tra i miei capelli. Uno tra i baci più focosi che abbia mai scambiato con qualcuno, almeno da parte sua. Io sto al gioco, ma non sono esattamente al settimo cielo.

Le sue labbra, finalmente, si allontanano dalle mie.

<<Di qua...c'è una stanza che fa al caso nostro!>>

Lo seguo lungo il corridoio mentre mi tiene stretta la mano nella sua. Raggiungiamo l'ultima porta in fondo ad esso e lui la apre con estrema naturalezza, accendendo la luce.

La stanza che mi trovo davanti è una normalissima camera da letto, leggermente più piccola delle altre. Vi entro per nulla esitante, avvicinandomi al letto. Sento la porta chiudersi alle mie spalle e chiudo gli occhi, in attesa della sua prima mossa.

Sento le sue mani insinuarsi sotto la mia maglietta e cominciare ad accarezzarmi il petto. La maglia viene alzata e sento un brivido di freddo quando me la sfila completamente.

<<Rimani immobile>> mi sussurra in un orecchio.

Le sue labbra si posano sul mio collo, depositandoci baci e leggeri morsetti, mentre le sue mani, sadiche, sono arrivate ai miei capezzoli e cominciano a stuzzicarli facendomi eccitare. Chiudo gli occhi facendomi trasportare delle emozioni che mi pervadono. Sento l'eccitazione che comincia ad ingrossarsi e le pulsazioni nel basso ventre farsi più intense. Ma è solo l'inizio. La sua bocca scende lungo il collo, percorrendomi la spalla e lasciandomi dei piccoli succhiotti, mentre fa aderire la sua eccitazione alle mie natiche. Ho un altro brivido. Le sue mani cominciano a scendere lungo il mio torace, passando insistentemente sui miei addominali, per poi raggiungere il bordo dei pantaloni. Sento il bottone aprirsi e la cerniera abbassarsi. Avverto il calore di una sua mano sfiorarmi. La testa mi gira per un secondo, mentre dalle labbra mi sfugge un gemito.

Mi fa voltare tra le sue braccia e decido di prendere l'iniziativa. Struscio sensualmente la mia eccitazione colla sua, sfilandogli la maglietta. Le mie mani si dirigono sapienti verso il suo sedere, palpandolo, e la mia lingua comincia a leccare i punti più sensibili del suo petto, giocando a tracciare dei piccoli cerchi.

<<Ti avevo...detto...di stare...immobile...>> riesce a dire.

<<Non mi pare che ti dispiaccia>> rispondo con malizia.

<<Infatti...>>

Mi bacia e la sua lingua penetra nella mia bocca con violenza e quasi urgenza. Il suo corpo si muove, spingendomi verso il letto alle mie spalle. Non faccio in tempo a pensare che non voglio finire sotto, che siamo distesi e lui si trova proprio sopra di me. Le nostre bocche si staccano e lui mi ripete di stare fermo, con una voce arrochita e bassa. Faccio come mi dice e, tenendo ancora chiusi gli occhi, avverto la sua lingua scendere lungo il mio corpo. Arrivata ai capezzoli li eccita con dei morsetti, imitandomi. Sento le nostre erezioni strusciarsi e nuovi gemiti uscire dalle mie labbra. Mi sta facendo impazzire. Le sue mani, contemporaneamente, mi abbassano i pantaloni, facendomi rimanere in boxer.

<<...toglimeli...>> sussurro.

<<Non ancora>>

Si avventa con la lingua sulla mia erezione vestita, cominciando a leccarla sapientemente. Tutti i muscoli del mio corpo si irrigidisco per questo eccitante contatto e libero un urletto di sorpresa. Mi sembra di impazzire. La sua lingua di muove disegnando dei piccoli cerchietti lungo tutta l'asta, mentre la pressione del sangue aumenta a dismisura e il mio corpo trema. Non ce la faccio più: voglio che mi prenda in bocca!

<<Kazu...>> lo chiamo, riluttante a dire il suo nome.

Lecca ancora, non contento.

<<Chiamami per nome>> dice.

No. Non voglio.

Ripete lo stesso movimento colla lingua. Muovo il bacino verso di lui, ma si allontana. Non resisto. Non ce la faccio più. Voglio soddisfazione.

<<K..Kamui...>>

<<Ora va meglio>>

Con una rapida mossa mi sfila i boxer e si avventa sulla virilità ormai al limite. Sentendo il suo calore avvolgermi, la vista mi diventa bianca mentre una scossa mi percuote completamente. Lo sento. Il piacere sta per arrivare. Manca poco, ormai. Si...si...si...

Si allontana improvvisamente, lasciando il lavoro a metà.

Sono scosso da violenti brividi. Non sopporto più questa situazione. La mia mente e il mio corpo richiedono soddisfazione. Allungo le mani per portare a termine da solo il lavoro che ha iniziato, ma mi blocca.

<<Stai calmo. Lascia fare a me>>

No! Non voglio lasciarti fare! Voglio venire. Voglio che tutto ciò finisca presto, ma non ho altra scelta.

Chiudo gli occhi e aspetto alcuni secondi, durante i quali lui si spoglia. Poco dopo una sua mano comincia ad accarezzarmi le natiche, stuzzicandomi l'apertura. Muovo il bacino, incoraggiandolo a darsi una mossa. Ho urgenza di dar sfogo al mio piacere. Un'urgenza devastate.

Inserisce in dito dentro di me. Comincia a muoverlo lentamente, per farmi abituare all'intrusione, ma io voglio ben altro. Glielo faccio capire. Così ne aggiunge altre due. Sento dolore alle sue violente spinte, ma non resisto più. Non voglio aspettare. Lo voglio dentro di me. Subito. Voglio che finisca.

<<Vieni...>> dico solo.

Lui lo fa, senza farselo ripetere, con delicatezza. Entra in me dolcemente, senza farmi male. Lo sento gemere. Sono io il primo a muoversi, stanco d'aspettare. Sento subito quella sensazione di pienezza ed appagatezza che bramavo. Spinga ancora, con decisione.

Si. Si. Ancora. Di più. Più forte. Più in fondo.

Voglio che affondi completamente in me.

Akira...Akira...Akira...Akira...vendo il suo volto al posto di quello di Kazushima.

Un'altra spinta. Più forte di tutte le altre. Sono al culmine. Il bruciore nel basso ventre si fa insopportabile. Con un forte gemito, mi svuoto. Adesso non ho più bisogno di lui. Vorrei che uscisse. Ma spinge ancora, con violenza. Sta volta è il dolore a pervadermi il corpo. Ancora alcune spinte e viene dentro di me, riempiendomi del suo sperma.

Mi sento uno schifo.

Lo guardo uscire da me e distendersi al mio fianco, soddisfatto. Non posso fare a meno di desiderare di vedere Akira al suo posto, di sentire le mani di Akira, e di avere lui dentro di me. Non riesco più a sopportare la visione del suo corpo, perciò mi volto, avvolto da una strana rabbia. Non voglio che entri di nuovo in me, non glielo permetterò più.  

Mi alzo a sedere sul letto. Mi voglio allontanare da lui.

<<Che ti prende?>> chiede appoggiando una mano sul mio addome e accarezzandomi leggermente.

La sua mano si muove sempre più velocemente verso il basso e capisco che è intenzionato a ricominciare ciò che abbiamo appena finito.

<<No...>> mi allontano di scatto.

Il suo viso si oscura, mentre i suoi occhi mi guardano accusatori.

<<Che significa "no"?>> chiede freddo.

<<Significa che non voglio più...>> mi allontano ancora da lui, scendendo dal letto.

Mi muovo nella stanza alla ricerca dei miei vestiti, intenzionato ad andarmene. Al diavolo il passaggio: non sopporto più il suo sporco tocco.

<<Eh no! Tu non te ne vai proprio da nessuna parte!>>

Mi afferra per le spalle e mi butta addosso al muro, di schiena. Sbatto forte la nuca e la testa mi gira. Cado in ginocchio non riuscendo più a reggermi in piedi. Mi si avvicina minaccioso e mi afferra per i capelli, alzandomi il volto. Non mi muovo. La sua espressione completamente fuori di testa mi terrorizza. I suoi non sono più occhi, ma schegge di vetro incontrollabili.

<<TU MI AMI, CAPITO!? PERCIO' ADESSO SCOPIAMO COME NON MAI IN VITA NOSTRA!>>

Mi alza di forza in piedi, tenendomi premuto contro il muro. Mi bacia violentemente, mentre una sua mano scende ad eccitarmi vigorosamente. Non c'è più traccia di dolcezza in lui, solo di una incontrollabile violenza. La sua forza schiacciante non mi permette di muovere un muscolo. Chiudo nuovamente gli occhi immaginando il tocco di Akira su di me.

Mi schiaffeggia violentemente, facendomi barcollare.

<<TIENI APERTI GLI OCCHI! GUARDAMI! VOGLIO CHE MI GUARDI MENTRE TI SCOPO! TU SEI MIO!>>

<<Vattene...vai via...>>

Mi ignora. Si struscia su di me e posso sentire chiaramente la sua grossa erezione.

<<No...>>

Sento la sua mano percorrermi l'asta, facendomi a poco a poco eccitare. La sua bocca si appoggia nuovamente sul mio collo ricominciando a succhiare vigorosamente. Mi scappa un gemito. Non posso non ammettere che questo mi piace. Mi sta facendo girare la testa. Sento ancora il desiderio di liberarmi crescere in me.

<<Aki...>> gemo.

Si blocca allontanandosi d'un passo da me. I suoi occhi mi guardano carichi di rabbia.

<<Pensi a lui...STAI CON ME E PENSI A LUI!!>>

Mi colpisce violentemente in volto facendomi cadere a terra. Si avventa su di me, colpendomi con un calcio allo stomaco.

<<NON LUI! NON LUI! SONO IO QUELLO CHE DEVI AMARE! DEVI! MI DEVI AMARE!>>

<<Sta' zitto...>>

<<ADESSO PAGARAI PER AVERMI TRADITO!>>

Mi strattona per i capelli, gettandomi a terra in centro alla stanza, facendomi cadere a pancia in giù. Sbatto il mento a terra e rimango stordito per un po'. Non mi lascia un attimo di respiro, accecato dalla furia. Mi salta addosso, costringendomi in ginocchio. Sento le sue mani aggrapparsi alle mie natiche e capisco. Faccio appena in tempo a serrare labbra e occhi, che entra in me con una violenza inaudita. Il dolore mi dilania il corpo, tanto che mi sento cadere in avanti. Esce da me e subito rientra, con una violenza ancora più estrema. Urlo. Un urlo di dolore puro. Non avevo mai sentito tanto male in vita mai. Sento pure le lacrime agli occhi e non riesco a trattenerle. Esce e rientra ancora, più forte di prima, sempre più frequentemente. Mi distrugge ogni volta. Mi sento spaccato in mille pezzi. Non ce la faccio più. Continuo ad urlare, non potendo fare altro. Piango ed urlo. Non avevo mai provato nulla di simile, prima. Lo odio.

Improvvisamente il suo sperma mi invade. Sento la testa girarmi pericolosamente e le forze abbandonarmi. Esce definitivamente da me e si allontana, andando a sedersi sul letto. Cado a terra, distrutto. Sento doloro ovunque. Sicuramente sto sanguinando. Non voglio più muovermi. Lo guardo con odio. Lo odio per ciò che mi ha fatto, per avermi violentato. Lo odio e gliela farò pagare cara.

Mi guarda soddisfatto, tenendo le gambe divaricate. É stanco e sorride. Vorrei spaccargli la faccia.

<<Hai una bella voce. Mi piace sentirti urlare. Ti scoperei ancora>>

No. Non entrai mai più in me. Questa volta per davvero.

<<Avanti vieni qua. Fammi vedere che mi ami>>

Sono tentato di rimanere immobile dove sono.

Dobbiamo portarlo all'ospedale al più presto.

Le parole di Akira mi rimbombano nel cervello, insieme alle immagini di Rukawa preoccupato e di Hanamichi sofferente. Non posso tornare indietro. Ormai devo farmi dire dove si trova il passaggio. Quando ci sarò riuscito, però, distruggerò Kazushima. La mai vendetta sarà implacabile.

Mi metto a gattoni e lo raggiungo. Lo guardo malizioso avvicinando il mio viso alla sua virilità.

<<Bravo Hisashi, così ti voglio...>> dice.

Non rispondo. Appoggi le mani alle sue ginocchia e gli lecco l'interno coscia. Si irrigidisce. Muovo ancora la lingua, seguendo un percorso immaginario intorno alla sua virilità. Lo faccio distendere sotto di me e mi avvento sui suoi testicoli, succhiandoli. Sento la sua erezione premermi contro una guancia. Lo guardo in viso. Non sembra più un pazzo, con gli occhi velati dal desiderio. Lecco la punta della sua erezione, con lentezza. Lo vedo sporgersi verso di me, chiedendomi di prenderlo in bocca, ma non voglio. Non ancora. Devo farlo stancare, non posso fare le cose velocemente.

Mi guardo velocemente attorno e trovo esattamente ciò che cerco.

<<Aspetta un secondo...e non toccarti...>> non che me ne freghi qualcosa.

Non ascolto le sue protesto e mi rialzo dal letto. Raggiungo il comodino in fondo alla stanza e prendo l'elastico e la candela che vi sono appoggiati.

<<Che...che vuoi fare?>> domanda interdetto appena ritorno su di lui.

<<Adesso vedrai...>>

Afferro la sua erezione con la mano. Si contorce al mio tocco, ma il mio obbiettivo non è quello di soddisfalo. Attorciglio alla basa di essa l'elastico, non modo che non posso venire. Sento chiare le sue proteste, ma le blocco ricominciando a leccargli l'asta. Poco a poco lo sento impazzire dal piacere e dalla frustrazione. Mi piace vederlo in questo stato. Sorrido. Meglio di quanto pensassi.

<<Ti prego...>> supplica

No. Dovrai soffrire per un po'. Sempre con la lingua disegno dei piccoli cerchi su di lui, mentre urla sempre più forti e ricche di desiderio escono dalle sue labbra. Vorrebbe venire, lo so. É così bello vederlo soffrire che mi eccito. Sento le pulsazioni nel mio basso ventre farsi più forti e sorrido, continuando a torturalo. Urla ancora. Che dolce tortura!

<<Hisa...>> chiama il mio nome.

Non mi piace che mi chiami così, ma lascio correre. Sento le sue mani posarsi sulla mia nuca, proprio nel punto in cui l'ho sbattuta prima, e impormi di prenderlo in bocca. Non lo faccio. Anzi, mi allontano.

<<Non voglio che mi tocchi>> dico gelido.

<<Scusa...>> non credo si renda conto di quello che dice.

Lo guardo dall'alto. Ormai è allo stremo delle forze. Prendo in mano la candela e gli faccio chiaramente vedere il movimento della mia mano che la strofina. Si morde le labbra, nel tentativo di trattenersi.

<<Voltati>> ordino.

Mi guarda incerto, ma lo fa senza obbiettare. Lo vedo sfregarsi contro le coperte. Lo schiaffeggio su una natica imponendogli l'immobilità. Lui ubbidisce.

Avvicino la candela alla sua apertura e la stuzzico leggermente. Si muove verso di me, desideroso di prenderla, ma la ritraggo.

<<Sono io a comandare, ora>> dico.

<<Scu...>>

Introduco l'oggetto violentemente dentro di lui, senza lasciargli il tempo di finire la frase. Gli sfugge un lamento, ma non me ne curo. Riprendo a muovere la candela dentro e fuori di lui con foga, assaporando tutti i suoi gemiti, soprattutto quelli di dolore. Poco a poco, però, comincia ad abituarsi all'intrusione e muove il bacino verso di me assecondando le mie spinte. Muovo la candela sempre con maggior vigore, incurandomi di lui.

<<Hisa...Hisa...liberami...>>

Sorrido compiaciuto della mia trovata. Sta soffrendo. L'elastico non gli permette di venire, perciò non è ancora soddisfatto, anche se, molto probabilmente, sta impazzendo.

Do un'ultima violenta spinta, per la quale l'urlo di Kazushima diventa più acuto e intenso. L'urlo di un animale. Getto distante la candela e inserisco una mano tra le sue gambe, raggiungendo la sua erezione. É molto gonfia e pulsa senza sosta. Gliela serro in una mano. Geme ancora, mentre tutti i muscoli del suo corpo si contorcono.

<<Cosa vuoi?>> chiedo.

<<...fammi...venire...>>

Con un gesto fluido lo libero dell'elastico e subito lui si svuota, ricadendo a peso morto sul letto. Lo guardo divertito ed eccitato dalla scena. É stanco, distrutto e un rivolo di sangue scorre dal suo sedere. Non me ne importa per niente.

Mi tocco l'entrata e mi accorgo di stare ancora perdendo sangue. Mi fa ancora male, a dirla tutta. Perciò non mi dispiace per nulla di quel suo insignificante rivolo di sangue.

Si volta, mettendosi a sedere davanti a me. Mi guarda con occhi luccicanti.

<<Bella trovata...>> dice.

Mi bacia senza che io abbia il tempo di scostarmi, introducendo nuovamente la sua lingua in me.

<<...ma non sono ancora soddisfatto>>

<<Che vuoi?>>

<<Che sia tu a prendermi>>

Non gli rispondo. Non voglio entrare in lui.

<<Avanti, Hisa. Sono sicuro che lo vuoi anche tu>>

Mentre lo dice la sua bocca è scesa a baciarmi il collo e la sua mano sta torturando la mia eccitazione. Questa volta sono io a gemere fremendo.

<<Lo vedi che ho ragione?>>

Non trovo la forza di ribattere. Lo assecondo mentre mi distende sul letto. Sono a pezzi.

Ho l'ennesimo giramento di capo quando mi prende completamente in bocca. Evidentemente non ha voglia di torturarmi come ho fatto io con lui. Comincia a pompare, ma con meno energia di prima. É evidente che le forze stanno per abbandonare anche lui. La vista mi si annebbia, avvolta dal piacere che mi sto concedendo. Non mi sento più in grado di lottare. Lo lascio fare senza opporre alcuna resistenza. Sento la pressione del sangue aumentare, mentre sto per venire. Lui se ne accorge e si allontana. Quasi volontariamente mi sfugge un gemito di protesta.

<<Su...su...vedrai come godrai adesso...>>

Chiudo gli occhi. Non voglio vedere quello che sta per fare.

Si impala su di me. Il suo calore mi avvolge completamente, per la prima volta. Sento le lacrime pungermi gli occhi mentre si muove su e giù e il mio bacino lo segue, mentre il ritmo aumenta e la soddisfazione si fa più grande. Vorrei che ci fosse Akira al suo posto.

Ti amo.

Vengo pensando alle sue parole, senza prestare la benché minima attenzione a Kazushima, che si svuota pochi secondi dopo. Lo sento urlare il mio nome e non posso fare a meno di esternare un moto di disprezzo, che lui non coglie.

Cade distrutto al mio fianco, senza più la forza di muoversi. Mi guardo attorno, ma non riesco a veder altro che sangue e sperma. Uno schifo.

Volto la testa verso Kazushima. Gli occhi gli si stanno chiudendo, portandolo nel mondo dei sogni. Adesso è il momento giusto per farmi dire ciò che bramo.

<<Kamui...>>

<<Hmmm...>>

<<Dove si trova il passaggio?>>

Alcuni secondi di silenzio, poi la sua voce impastata risponde:

<<...in salotto...nel camino...>>

Pochi attimi e cade in un sonno comatoso.

 

Continua....

 

Accidenti, che capitolo! Mi stupisco di me stessa! E pensare che, quando ho cominciato a scrivere questa ff, tra Kamui e Hisashi non ci sarebbero dovute essere scene di sesso! Come è difficile seguire le scalette...mi riesce più facile mettere per inscritto le scene che penso durante "adorate" ore di filosofia, anche se, a volte, non hanno nulla a che fare colla storia. Vabbè...ormai è andata.

Mi raccomando fatevi sentire in molti per commentare questo cap! Fatelo, perché, altrimenti, lo concludo qua! Accetto qualsiasi tipo di critica, meglio se costruttiva!

Bè, ora fuggo a studiare psicologia.

Un bacione a tutti, Ash(Lynx).