Note: probabilmente lo stille della villa è sbagliato, in quanto siamo in Giappone, ma non so bene come siano le ville là e poi avevo già immaginato la storia con una ambientazione del genere, perciò abbonatemi lo sbaglio! Note2: gli **** indicano un cambio di ambientazione; gli ===== un cambio di POV, che non dico, ma si capisce leggendo.
parte III di Ash(lynx)
<<Ecco fatto. Ho finito e, mi dispiace, ma per ora non possiamo fare altro che cambiarti ogni tanto il bendaggio. Ti è andata bene che i miei genitori lavorano in ospedale e che da piccolo ci passavo gran parte dei miei pomeriggi, altrimenti non sarei riuscito a fare nulla per questa ferita. Però dovremmo portarti all'ospedale al più presto>> dico. Mi siedo con pesantezza sulla poltrona in camera di Sakuragi, per riprendere fiato e ritrovare la calma. Paura. Ho provato una paura tremenda vedendolo perdere tutto quel sangue e ne ho avuta ancora di più nel rendermi conto che ero l'unico che, bene o male, poteva fare qualcosa per lui. Tutta la responsabilità era sulle mie spalle. Un peso quasi insopportabile. I suoi gemiti di dolore mi hanno reso totalmente partecipe della sua sofferenza e mi sono sentito impotente ed inutile. Ho avvertito la fragilità della vita e dei nostri corpi. Mi ha colpito come un diretto nello stomaco. Non ho mai tremato tanto in vita mai. Se ripenso che Sakuragi stava per essere ucciso...cioè ammazzato a sangue freddo, mi sento mancare. Il cuore mi piomba nel vuoto. E il tipo che voleva farlo fuori è qui, vicino a noi, forse solo oltre la porta. É libero di fare ciò che vuole, di andare dove vuole. Noi siamo senza difesa, non abbiamo vie di fuga. Siamo imprigionati in una trappola mortale e non ne capisco nemmeno il motivo. Cosa abbiamo fatto per meritarcelo? Guardo Sakuragi, disteso sul letto, e Rukawa accanto a lui, vigile. Non gli stacca gli occhi di dosso neanche per un secondo. É proprio lui il più spaventato di tutti. Lo capisco benissimo, anche senza che pronunci una parola. Ha rischiato di perdere...bé, non so cosa provi realmente, ma probabilmente il suo più grande amore. Se fosse arrivato in ritardo anche solo di pochi secondi adesso il rossino non sarebbe più tra noi. Se ne rende conto perfettamente, non è uno stupido. Anzi, è probabile che stia pensando che sarebbe dovuto arrivare prima, cosicché Sakuragi non sarebbe neanche stato ferito. Che sia senso di colpa quello che gli leggo in volto? Che idiota che sono! Mr. Iceberg non può mica essere così sensibile! <<Ti ringrazio, Sendo>> dice il rossino facendo un grande sforzo. <<Si, si, ma ora non affaticarti che se l'emorragia dovesse ricominciare non saprei proprio che santi chiamare ad aiutarci, questa volta!>> dico fingendo un lieve sorriso. <<Di solito indossano dei camici e lavorano negli ospedali!>> dice Rukawa, pungente come al solito. <<Immagino che tu possa usare la telepatia per contattarli, oppure i segnali di fumo>> rispondo di rimando cercando nella baldanza una sicurezza, sebbene effimera. <<Immagino>> risponde marcando le parole <<che in questa villa ci sia almeno un telefono. Qualcuno ci vive, no?>> <<E speri che questo qualcuno ci faccia usare liberamente il telefono per farci chiamare i soccorsi!? Quel pazzo potrà anche essere un idiota, se lo consideri tale, ma è riuscito a portarci qua di nostra spontanea volontà e non penso che sia esattamente un emerito deficiente! Non dimenticarti, poi, che è ancora qua in giro, in attesa della prossima occasione per colpire!>> Rabbrividisco alle mie stesse parole. É la pura verità e fa una paura del diavolo! <<Dovremmo stare molto attenti, d'ora in avanti. Meglio non restare mai da soli>> aggiungo <<Secondo voi che vuole che tipo? Ucciderci?>> chiede Sakuragi. Lo guardo negli occhi e vi scorgo una sottilissima vena di paura. Non gli rispondo, non me la sento. Nella stanza cala un duro silenzio. Tutti noi sappiamo che ci vuole ammazzare, ma in cuor nostro abbiamo mal celata la speranze che sia solo un'impressione. <<L'ho visto in faccia>> continua <<ha degli occhi da pazzo. Quello, ormai, non c'è più colla testa!>> <<E' vero>> aggiunge Rukawa. <<Io l'ho intravisto solo di sfuggita. Che tipo è?>> chiedo. << É biondo, con dei lunghi e lisci capelli che gli coprono per buona parte il volto. Ha degli occhi che una volta dovevano essere stati molto belli. Sono di un azzurro chiaro, ma cerchiati da numerose occhiaie ed arrossati, tanto che il guardarli è fastidioso. Naso e bocca sono sottili, come tutti i suoi lineamenti. É alto più della media, ma non quanto me>> elenca la volpe. <<Aveva lo sguardo come impazzito, intriso di sofferenza, di disperazione ed anche di una buona dose di freddezza nei nostri riguardi. Gli ho letto in faccia il desiderio di ucciderci, ma non c'era nessuna traccia d'odio. Un ragazzo del genere, quando lo si incontra poi non ce se lo dimentica. Io, però, non ricordo d'averlo mai visto prima ed è strano, perché, dato che ci vuole morti, qualcosa avremmo dovuto fargliela per forza!>> continua il rosso. <<Almeno sappiamo come è>> riesco solo a dire. Il mio sguardo si fissa nel vuoto e la mia mente rivisita gli ultimi avvenimenti. Finalmente l'illuminazione, come un flash nel buoi più fitto. L'ansia si impossessa del mio corpo mentre mi alzo di scatto in piedi. <<Hisashi!>> quasi urlo <<Lui non sa nulla!>> Leggo orrore e preoccupazione nei loro volti. <<Voi due state qua. Io vado a vedere come sta!>> Mi precipito fuori dalla stanza, correndo come un pazzo, guidato dal folle terrore di trovarlo disteso a terra in un mare di sangue. <<FA ATTENZIONE!!>> l'urlo di Rukawa mi arriva vago alle orecchie. ============== <<HISASHI!! SEI VIVO!!>> Alzo lo sguardo da terra, perplesso, e lancio un'occhiata a Sendo, che è appena entrato come un uragano in camera mia, facendomi prendere un colpo. <<No, ti sbagli. Quello che vedi è solo il mio spirito, tornato sulla terra per tormentarti>> dico sarcastico. Chiude la porta riprendendo fiato e raggiungendomi. <<Accidenti! Non sai che paura avevo! Per fortuna stai bene!>> Mi alzo da letto e mi allontano da lui. Dopo che quel Kazushima se ne è andato, io mi sono fiondato fuori dalla sua stanza, dandomi in contegno. Ho trovato la mia dopo aver svoltato l'angolo e aver oltrepassato il secondo ingresso della camera di quel tipo. Appena ci sono entrato ho acceso la luce e mi sono trovato davanti ad un tripudio di blu, ma a nessuna delle sensazioni provate nell'altra stanza, per mia fortuna. In fondo alla camera, poi, c'è un'altra porta che conduce al bagno in comune- indovinate con cosa...- colla stanza del pazzo maniaco! Inutile dire che ho chiuso la sua porta col chiavistello e ci ho pure ficcato davanti l'armadio degli asciugamani, in mancanza di meglio. Quando il secondo pazzo maniaco è entrato, con gli occhi spalancati, tipo un pesce, io me ne stavo comodo seduto sul letto a fare ordine nei miei pensieri. Ora come ora voglio solo rimanere da solo a riflettere, perché le parole del porco mi risuonano ancora nella testa e, incredibile ma vero, mi sembrano veritiere. <<Che hai? É successo qualcosa?>> chiede improvvisamente allarmato dal mio comportamento e dimentico della sua bella e rumorosa entrata di scena. <<No, niente. Tu, piuttosto, come mai mi credevi morto?>> chiedo per distorcere la sua attenzione. <<Ah...questa sera Sakuragi è stato aggredito da un pazzo...>> <<Sta...sta bene?>> <<Lo ha colpito con un coltello, ma ho tamponato la ferita e fermato il sangue. Adesso è in camera con Rukawa, ma dobbiamo portarlo in ospedale al più presto. L'ho fasciato e ho fatto del mio meglio, ma non sono di certo un medico>> Lo guardo. Le sue parole mi colpiscono forte, ma non tanto per il loro significato, quanto per la gravità che trovo nel tono della sua voce. Lo conosco troppo bene per non capire quanto si senta spaventato dalla situazione, anche se non lo dà a vedere. <<Ho pensato che potesse essere venuto da te, per farti la stessa cosa. O, meglio, per ucciderti, dato che col rosso non c'è riuscito grazie a Rukawa, che lo ha fermato appena in tempo>> Rimango in silenzio. Quel pazzo non può che essere Kazushima. <<Che sta succedendo?>> sussurro, più a me stesso che ad altri. Mi siedo sulla poltrona e mi porto una mano alla fronte. <<Chi diavolo è quel pezzo di merda in realtà?>> sussurro di nuovo. <<Che stai dicendo?>> chiede Sendo incuriosito. Alzo la testa su di lui, di nuovo preoccupato per me. <<Niente di importante>> mento. <<Ti comporti in modo strano>> <<E' solo una tua stupida impressione. Io sono normalissimo!>> rispondo seccatamente. <<Sarà...ma non ti ho mai visto così!>> <<Così come!?>> <<Sembri confuso, come un bambino che non sa se credere o meno alla storia dell'Oni sotto il letto.>> Un secondo di silenzio. <<Che gran puttanata!>> sbotto <<E, soprattutto, che metafora di merda!>> Sospira, arreso alla mia testardaggine, e si alza in piedi. <<Senti, Rukawa ha detto che sarebbe meglio dare un'occhiata per bene in giro per la casa. Sai, per cercare telefoni o qualsiasi altra cosa che possa esserci utile. Io penso che abbia ragione>> <<Gireresti per la casa con un pazzo che si muove armato pronto a farti secco!?>> <<Sai com'è: alla tele non fanno niente di meglio!>> <<Idiota>> Mi ignora e si avvicina alla porta, aprendola. <<Ti va di venire con me? Sarebbe meglio non rimanere da soli>> Mi coglie alla sprovvista, non mi aspettavo di certo un invito e non so cosa rispondergli. Se sto da solo magari il biondo ritorna, ma se vado con lui...non è che sono messo in una situazione migliore: in quanto a porcate, da quel che mi risulta, sono uguali! Sospiro. <<E va bene, vengo con te>> "Almeno non possiede un coltello!" <<Grazie>> sorride rincuorato. Lo seguo fuori dalla stanza, ostentando sicurezza, e camminiamo in silenzio fino a ritrovarci davanti alle scale. Non ci penso troppo e comincio a salire, dopotutto il piano terra l'ho già controllato. <<E' qua che è successo>> Mi fermo e lo fisso. É immobile e indica un punto nel corridoio, guardando una volta me e l'altra una macchia nel pavimento vicino al muro, piuttosto vistosa, anche se io, troppo preso dai miei pensieri, non avevo notato. <<Cosa?>> domando. <<Mi riferisco a Sakuragi. É qui che l'ho trovato. Ha rischiato di morire. Dovevi vedere Rukawa com'era...>> <<Non serve che mi descrivi la scena>> lo fermo con durezza. <<Se ci fossi stato tu al suo posto...>> <<Io sono vivo e non mi è successo nulla!>> <<Invece qualcosa ti è successo! Non hai mai avuto quell'espressione in volto!>> <<Smettila di vedere problemi ovunque ti volti. Muoviti. Andiamo a vedere cosa c'è qua sopra>> Gli volto le spalle e continuo ad avanzare, sapendo per certo che mi sta seguendo, probabilmente avvilito. Mi sento confuso. "Se ci fossi stato tu al suo posto..." Questa semplice frase mi rimbomba nella mente. Possibile che tenga ancora a me? Anche dopo quello che mi ha fatto? Faccio fatica a crederlo. E poi c'è Kazushima. Quel pazzo si è sicuramente fottuto il cervello, però ciò che ha detto mi ha colpito. Eppure so bene che erano solo bugie. Non riesco a spiegarlo. É come se percepissi una traccia di verità, ma la razionalità mi dice che sto sbagliando di brutto. Una sola cosa è certa: entrambi vogliono una cosa da me e mi sembra più che evidente cosa. Neanche fossi una puttana! "Basta! Che vadano al diavolo e si fottano tra loro!" ============== Stiamo in silenzio, senza sapere bene cosa dirci. Lui mi ha salvato la vita, ma non ho ancora trovato le parole per ringraziarlo. Forse perché di parole adatte non ce ne sono, oppure perché sono una frana in giapponese. <<Ehi, Kitsune! A che pensi?>> strana domanda, la mia. Mi guarda col suo solito sguardo da superiore, ma stavolta è leggermente diverso dal solito. Più triste, direi... <<Do'hao! A che credi che stia pensando in una situazione simile!?>> <<Alla palla da basket che non ti sei portato!>> scherzo. Lui sbuffa, ma non dice nulla. Rimango zitto anche io e mi accorgo che, in qualche modo, voglio fargli sapere che gli sono grato per ciò che ha fatto. Però non voglio perderci la faccia: non posso ringraziarlo apertamente come ho fatto col porcospino! Così comincio a divagare. <<Credi che Mitchy stia bene?>> domando anche se sono assolutamente certo che quel demente sia vivo e vegeto, intento a scoprire nuove posizioni con Sendo. <<Humpf...>> sbuffa senza rispondere. <<Si vede che con il discorso di prima hai esaurito le tue poche parole giornaliere!>> <<Di che parli?>> <<Della dettagliata descrizione che hai dato di quel tizio>> <<Ah...>> <<Ammetto che è uno che colpisce, ma non avrei mai pensato che potesse avere un tale effetto su un'algida kitsune!>> <<Non me lo ricordo perché è un bel tipo>> <<Ah no? E perché allora?>> chiedo sorridendo saccente. <<Perché ti ha quasi ucciso>> ammette con sguardo pieno d'odio nei suoi confronti <<E anche perché, nel caso lo dovessi incontrare fuori di qui, potrei ammazzarlo di botte senza farmi problemi>> Ammutolisco di colpo. Che diavolo sta dicendo!? Io volevo solo trovare le parole per ringraziarlo! Questi discorsi, da lui, non voglio nemmeno sentirli! Non dopo aver passato mesi a soffrire sapendo che per lui ero solo un idiota non degno di nota! <<Non dire cazzate...>> riesco solo a rispondere. Si siede sul bordo del letto, poco distante da me, ma non apre bocca, come ad aspettare che io faccia la prima mossa. Mi siedo più comodo appoggiandomi al muro con l'aiuto delle braccia, sotto il suo sguardo attento. <<Smettila di parlarmi come se fossimo grandi amici, perché non lo siamo>> dico <<E mai lo saremo>> concorda avvicinandosi un po' di più. <<E non pensare di poter fare tutto ciò che vuoi solo perché mi hai salvato la vita! Io non sono in debito con te!>> Lui si avvicina sempre maggiormente, fissandomi senza accennare a distogliere lo sguardo. I suoi discorsi sono così discordi dalle sue azioni! Non capisco cosa voglia fare! Però il battito del mio cuore aumenta, come se avesse già realizzato che il più grande sogno dall'inizio della scuola ad oggi si stia per realizzare. E se non fosse così? <<Che vuoi fare, si può sapere?>> chiedo con baldanza. É molto vicino adesso e decisamente più seducente del solito. Mi accarezza una guancia col dorso della mano. Lunghi brividi mi percorrono la schiena per il suo dolce tocco. Dolce!? Da quando gli iceberg sono dolci!? Non mi scanso. Continuo ad assaporare le sue carezze, accorgendomi che ne avevo proprio bisogno. Mi sento meglio, stranamente. <<Ho temuto d'essere arrivato troppo tardi>> dice. Nella sua voce noto una strana nota, una che non avevo mai sentito da lui. Come se si fosse spaventato e solo adesso si stesse riprendendo. Ma non è possibile, non lui...è troppo duro per questi sentimentalismi! Eppure... <<Continuo a pensare che sarei dovuto arrivare prima>> <<Che stai dicendo, Kit? Ti comporti in modo strano...>> <<Mi dispiace...>> Vedo una sottile lacrima scorrergli lungo il volto e il mio cuore ha un sussulto. "Piange? Non è possibile! Lui, sempre così indifferente, sta piangendo! E per me..." La mia mano si avvicina al suo volto, guidata solo una forte attrazione. Come in una carezza, gli asciugo la lacrima. <<Non piangere per un motivo così idiota>> Il mio orgoglio non fa uscire nient'altro. Non riesco a dirgli quanto mi faccia male vederlo piangere. Però sono serio. Terribilmente serio. É una delle rare occasioni. <<Vorrei essere arrivato prima>> continua <<Adesso l'idiota tra noi sei tu. Smettila di pensarci, tanto adesso non puoi più farci nulla. É andata come è andata e...bé io ti devo la vita. Se non fosse stato per te sarei morto. Non hai nulla da rimpiangerti. Va bene così>> Annuisce, di nuovo. Sembra che non abbia fatto altro in vita sua. <<Prima mi hai chiesto cosa avevo intenzione di fare. Vuoi ancora saperlo?>> chiede. Adesso sono io ad annuire. Accidenti, non vorrei diventare troppo simile a lui. <<Vorrei baciarti>> Me lo sussurra in un orecchio, in un modo tale d'impedirmi di dirgli di no. E mi accorgo che lo voglio anche io, che lo desidero fortemente, dopo molto tempo passato a reprimere il mio desiderio. <<Allora fallo>> Sorride. Una sua mano si posa sulla mia coscia, mentre l'altra mi prende la testa da dietro. Le sue labbra si avvicinano alle mie, fino a toccarle. Le mie mani si appoggiano al suo petto e chiudo gli occhi, estasiato da suo tocco. Dura poco. Si stacca un secondo, per poi tornare più deciso di prima. Sento la sua lingua accarezzarmi le labbra per entrare, mentre il suo corpo si avvicina di più al mio e la mano sulla mia coscia scende fino al linguine. Proprio mentre comincia ad accarezzarmi socchiudo le labbra e lui ne approfitta, entrando. Mi sfugge un lieve gemito e lui aumenta il vigore del bacio e del tocco. Si appoggia di più a me, come se necessitasse terribilmente della mia presenza. Una fitta terribile all'altezza della ferita. Mi fermo, tutto il piacere sfugge e vengo riportato alla realtà. Il fiato bloccato. Colla mano premo sulle garze per riflesso, mentre mi allontano da lui e devo fare un grande sforzo per non gridare. Lui si scosta e capisce al volo il problema. Respiro profondamente e il dolore diminuisce. <<Scusa, sarei dovuto essere meno irruente>> dice. <<No, colpa mia. Comunque ora sta passando>> <<Dobbiamo stare attenti che il sangue non ricominci a scorrere. Presumo che dovremmo evitare di esagerare, finché non sarai guarito>> <<Si, hai ragione>> Respiro ancora. Bene, sta passando. Non era nulla di serio. <<Va meglio, ora>> lo informo. <<Bene>> <<Continuiamo da dove ci siamo interrotti?>> <<Meglio di no, per ora.>> <<Come no!? Come osi fare questo al Tensai! Non puoi baciarmi così bene e poi neanche finire il lavoro!>> <<Fa male a te quanto a me, credimi!>> <<E allora...>> <<E allora sopporta! Finché non starai bene mi rifiuto di rischiare la tua salute>> <<Tzs...la Kitsune altruista...>> <<Stenditi e vedi di dormire, che è meglio. Tanto non puoi fare altro>> Lo guardo interdetto. Non ho la minima intenzione d'abbassare la guardia con un tipo in giro che vuole uccidermi! Stiamo un secondo in silenzio e lui mi capisce. Mi si avvicina, le labbra pericolosamente vicine alle mie. Le sue parole mi giungono come un soffio leggero. <<Stai tranquillo. Veglierò io su di te questa notte>> ============== <<Questo posto mi piace sempre meno>> Il commento di Sendo mi sembra del tutto inutile. Ovvio che questa casa non gli piaccia: c'è qualcuno che ci vuole uccidere! Tuttavia a me non dispiace. E' un bel posto, anche se probabilmente ci farà da tomba. Non ho neanche paura di girare da solo per questa villa, anzi preferirei che lui fosse in tutt'altro posto. Ci troviamo lungo il corridoio centrale del secondo piano, illuminato da delle piccole lampade appese al soffitto che lo rendono piuttosto spettrale. Sembra una delle case dei film horror. Ci sono delle ragnatele appese alle pareti e un forte odore di polvere e di chiuso. Deve essere da molto che qualcuno non mette piede qui e me ne chiedo la ragione, dato che le stanze degli altri piani erano perfettamente pulite. <<Vuoi tornare da Rukawa e Sakuragi?>> chiedo fingendo che non me ne importi. <<Meglio di no: non voglio rischiare di disturbarli>> <<Visto il carattere di Hanamichi si staranno solo picchiando. Quel testone...>> affermo sarcastico aprendo la prima porta alla mia destra. Buio totale. Faccio un passo avanti alla ricerca dell'interruttore. <<Non essere avventato: chi ti dice che quel tizio non sia qui?>> Accendo la luce senza dar segno d'aver sentito ciò che ha detto. Mi trovo così davanti alla sagra del libro. Ovunque getto lo sguardo vedo solo libri. Vecchi, logori, polverosi, nuovi, negli scaffali della grande libreria che percorre tutte e quattro le pareti, per terra, sulla scrivania. Ovunque. Fino alla nausea. Sendo fischia, sbalordito. <<Alla faccia...>> dice. Entro nell'enorme biblioteca guardandomi intorno. É un posto strano. Non quanto la camera di Kazushima, ma mi sembra d'esserci già stato, di conoscere ogni libro qui dentro, di far parte di ogni ricordo della stanza. Mi rende inquieto e, ora più che mai, comincio seriamente a credere alle parole del biondo. Raggiungo la scrivania in legno in mezzo alla stanza e do' un'occhiata ai libri che ci sono appoggiati sopra. Pile intere, per essere esatti, circa di un metro l'una. Afferro un libro e, con una mano, lo spolvero, rivelandone il titolo: Divina Commedia. Inorridisco ripensando a quell'assurda ricerca dataci come compito supplementare su una delle maggiori opere europee del 1300. Indovinate quale ho dovuto fare io? Bravi: proprio Dante! Una palla oscena... Rimetto a posto il libro e vado a sedermi sulla poltrona dietro il mobile. É comoda, anche se sembra decisamente usata e vecchia. Da così seduto non riesco più a vedere la porta, impedito da tutti i libri che vi sono accatastati. Ne prendo uno a caso in mano e lo apro. <<Ehi, Hisashi, secondo te cosa c'è qua sotto?>> Esco da quella prigione di libri e raggiungo Sendo davanti all'unico spazio della parete che sembra essere privo di carta. Sta fissando il muro, pochi metri più in alto da terra, più precisamente una tela rossa che sembra essere piuttosto spessa, tenendo con una mano una corda collegata ad essa. <<Che vuoi fare?>> chiedo come se non lo sapessi. <<Sono solo curioso, non guardarmi con quella faccia da superiore!>> <<Allora tira la corda e scosta la testa, così sveliamo il "mistero">> Sospira. <<Stai diventando sempre più arrogante...>> Nonostante tutto tira a corda e, poco a poco, la tenda si sposta e lascia vedere completamente il dipinto che nascondeva. Il libro mi cade a terra per lo stupore, mentre mi si smorza il fiato. Davanti a me ci sono io. Sono io quello nel dipinto, quello tutto vestito elegante! Sono quello che stringe affettuosamente la mano ad un biondo dai capelli corti e dei bellissimi occhi azzurri! É sicuramente Kamui Kazushima! Apro e chiudo gli occhi un paio di volte, poi riguardo il dipinto, sperando d'essermi sbagliato. Invece sono ancora là, appoggiato colla schiena al suo petto, le dita intrecciate al nostro fianco, l'altra sua mano che mi tiene la vita, la mia sinistra in tasca, il suo sguardo dolce e pieno di desiderio e il mio pieno d'orgoglio, arroganza, ma mi conosco e riesco a scorgerci anche amore. Mi sento male, assalito dalla nausea. "Non è possibile. Quello non sono io." Eppure so che è così. Il mio cuore ha la certezza che io sia il ragazzo del dipinto. Le parole di Kazushima mi risuonano nella testa. Sono colui che di più al mondo ti ama. Noi due stavamo assieme molto tempo fa e niente potrà impedirmi di tornare con te! Tu sei mio, non dimenticarlo! A presto, Hisashi! <<Non è possibile...>> mormoro <<Che significa?>> mi fa eco Sendo <<Chi sono quei due? Quello non puoi mica essere tu e l'altro...>> Non lo ascolto. So che è sbalordito, ma io lo sono di più. Anzi, sono sconvolto. <<Che ti succede Hisashi? Dimmi cosa ti è successo>> Mi appoggio di schiena alla libreria e riparo le mani tremanti nelle tasche. "Accidenti! Perché diavolo ho paura!?" Lo guardo. Sembra davvero preoccupato. <<Tranquillo: è sicuramente una coincidenza>> mento. <<Non prendermi per un idiota! Non dirmi cose in cui nemmeno tu credi!>> si è arrabbiato <<Quello che ci sta succedendo è grave, pericoloso, e se tu sai qualcosa che noi non sappiamo devi dircelo!>> <<Non rompere, Sendo!>> <<No! Sei tu che non devi rompere! Chi ti credi d'essere!? Noi siamo nella tua stessa situazione!>> <<Non è vero! Non siamo nella stessa merda!>> mi sento scoppiare. <<Ah davvero? Allora spiegami dove siamo diversi!>> <<Innanzitutto a te nessuno è venuti a dirti che gli appartieni! E questa è una. Due: non ti vedi trattato in maniera migliore rispetto agli altri da qualcuno che, mentre ti faceva svenire, era eccitato! Tre: non sei ritratto in un dipinto insieme alla persona che cerca di ucciderti gli amici e, contemporaneamente, di portarti a letto e che, per inciso, afferma che un tempo vi amavate ma che non te lo ricordi!! Allora: siamo nella stessa merda!?>> Silenzio per un secondo. Gli ho sputato in faccia tutte queste cose in uno sfogo liberatorio, con rabbia e disgusto, senza preoccuparmi di come lui si sarebbe sentito. Ma, poi, dovrebbe importarmi? Dovrebbe, dopo che lui si è potato a letto quel...quel...lasciamo perdere. Tanto sono domande senza risposta. <<Perché non me ne hai parlato?>> <<Avrei dovuto!?>> Si avvicina cercando toccarmi la spalla con un braccio, ma mi scosto. Posso leggere sofferenza nel suo sguardo. <<Si, avresti dovuto. Ti avrei aiutato>> <<Non dire cazzate! Non te ne è mai fregato un cazzo di me! Mi hai solo scopato e, quando non ti sono più andato bene, ti sei fatto quella mezza sega di Koshino! Non venirmi a dire che mi avresti aiutato!>> <<Come puoi pensare che non me ne freghi nulla di te!? Io...>> <<Zitto! Non voglio neanche sentirle le tue menzogne!>> <<Ascoltami, invece!>> <<No! Non aggiungere altro!>> <<Io ti amo!>> Ancora silenzio. Non so se credergli o meno. Mi piacerebbe potergli dire d'amarlo, raccontargli ciò ce provo, ma non voglio. Non posso. Non sopporterei di soffrire ancora in quel modo. <<Già una volta mi hai distrutto il cuore...>> sussurro. <<Hisa...>> <<Voglio stare da solo>> Corro fuori dalla stanza senza voltarmi o dargli il tempo di rispondere, profondamente scosso. Lui non mi segue, per fortuna, dato che non voglio che mi veda in questo stato. Mi fermo poco dopo aver svoltato l'angolo e mi appoggio al muro, per schiarirmi le idee. Respiro profondamente e cerco di scacciare tutti i pensieri. Io ti amo! Non posso credere che me l'abbia detto! Non so se essere felice o triste. Perché anche io so di amarlo. Purtroppo non capisco se posso fidarmi ancora di lui. <<Gran bella litigata. Si vede che non siete fatti per stare assieme!>> Mi metto dritto di scatto, preso alla sprovvista. Kazushima ha davanti a me, con un sorriso da "lo sapevo" dipinto sul volto e gli occhi che ardono alimentati da una voglia di sesso che non credo sarà in grado di controllare ancora per molto. Sono occhi da pazzo. <<Eri più bello nel ritratto>> dico arrogante. <<Tempo e solitudine fanno molte cose>> <<Di solito fanno anche invecchiare!>> <<Già, è vero. Per fortuna, però, per me non è stato così. Io non posso invecchiare>> <<Chi sei, in realtà?>> <<Mi pare d'avertelo già detto. Comunque hai ragione: ti devo dare numerose altre spiegazioni>> Annuisco. <<Non qui, però. Andiamo di là, nel salottino. Non credo che tu l'abbia già visto. Seguimi>> Si incammina lungo il corridoio. Rimango un attimo fermo a riflettere. Potrei prendere al volo l'occasione ed andarmene, così non correrei alcun rischio. "Scappare di nuovo!? Non se ne parla nemmeno!" Così lo seguo. ************** <<Siediti in quella poltrona. Vuoi qualcosa da bere?>> Kazushima osserva ogni mio singolo movimento, come se stesse mangiandomi cogli occhi, e mi rende inquieto. Forse trovarmi da solo con lui non è stata una grande idea e, sicuramente, mettermi a bere, col rischio di esagerare e di non riuscire più a controllarmi, non lo è di certo. Però mi siedo nella poltrona che mi ha indicato. Diversamente da quanto mi aspettavo, è un salottino accogliente. Oddio, non che si possa chiamare "salottino"... Lui si accomoda nel divano davanti a me scostandosi i capelli dal viso. <<Come mai quegli occhi rossi? Dormito poco ultimamente?>> domando per rompere il silenzio. <<E' la pazzia che non mi fa chiudere occhi>> <<Quindi ammetti d'essere fuori di testa!>> <<Sono solo pazzo d'amore e di solitudine>> <<Amore...la gente ne parla ma non sa cosa sia, perciò non venirmi a fare discorsi di questo tipo, tantopiù che non ricordo d'averti mai visto prima! Adesso dimmi ciò che devi, ma non aspettarti nulla, da me>> <<Freddo e implacabile>> Non rispondo alla sua provocazione e continuo ad aspettare spiegazioni. <<Speravo che avremmo potuto, come dire, scaldare l'ambiente, prima>> <<No>> Si alza lentamente in piedi e muove alcuni passi verso di me, fino ad appoggiare entrambe le mani sui braccioli della poltrona, incatenando il mio sguardo al suo. <<E se io volessi qualcosa da te?>> domanda con voce bassa <<Se non resistessi più e volessi farti di nuovo mio? Intendo qua, su questa poltrona, e in questo preciso istante...>> mi percorre con l'indice il petto. <<Me ne andrei>> <<Non ci riusciresti. Ho aspettato troppo allungo>> <<Dici di amarmi e poi ti comporti in questo modo!? Che razza d'amante sei?>> Non sembra arrendersi. <<Cerca di capire: sono quarant'anni che sogno il tuo tocco sulla mia pelle!>> <<Sognerai ancora>> Sospira silenziosamente. <<Va bene, facciamo così: io ti racconto di quarant'anni fa e poi tu mi accontenti...che ne pensi? Fattibile? Guarda che, se non accetti, ti dovrò violentare, perché ormai non ho più alcun freno...>> Rifletto un attimo. Forse riesco a farmi dire ciò che voglio e poi ad andarmene senza dovergli fare nulla. Tanto vale tentare, anche perché è l'unica soluzione. <<D'accordo. Adesso comincia a raccontare, poi io sarò la tua puttana>> <<No, tu non sarai la mia puttana: tu mi amerai!>> <<Credici...>> rispondo sarcastico. Si allontana, riacquistando il suo posto sul divano. Prende un grande respiro e comincia. <<Questa era la villa estiva dei genitori di quello che adesso chiamate Kaede Rukawa, legati con una stretta parentela con te e la tua famiglia, di cui io, per ben due anni, ho fatto parte. Sapevano di noi due e, puoi anche non crederci, non ebbero nessun problema ad accettare il fatto che tu fossi omosessuale. Sapevano quanto ci amavano ed erano felici per noi. E poi, anche il tuo caro cugino Rukawa lo era>> <<Io e Rukawa eravamo cugini?>> <<Esattamente>> <<Oddio...sono imparentato con l'Uomo di Ghiaccio!>> <<Eri, imparentato>> mi corregge <<Comunque, Rukawa se la faceva da un po' con un ragazzo dai capelli rossi, un imbranato pieno di sé, teppista da strapazzo, ma, da come se ne parlava, di buon cuore>> <<Hanamichi...>> <<Giusto. Tra noi andava tutto a gonfie vele, senza alcun ostacolo. Poi, un'estate, abbiamo deciso di passare assieme le vacanze nella villa estiva, io, te, Rukawa e il rossino. Già mi immaginavo il paradiso. Noi due, soli soletti, per molto e molto tempo...!!>> <<Però...>> continuo volendo cambiare discorso. <<Il caro "sono-io-il-migliore-del-mondo-e-voi-siete-delle-merde" Rukawa decise di portare con sé un suo amico. Quando lo vidi per la prima volta scoppiai a ridergli in faccia. Già allora aveva dei capelli osceni!>> <<Sendo...>> <<Cero, non terribili come adesso, però...>> <<Non divagare. A me i suoi capelli non dispiacciono!>> <<Mi ricordo come ti adocchiò fin da subito. Non ti staccò gli occhi di dosso per un secondo! Praticamente ti stava scopando con lo sguardo! Non aveva alcun ritegno e non gli importava che stessimo assieme. Ci provava anche in mia presenza! Infatti per le prime due settimana girava per casa con almeno due fasciature a giorno!>> <<Sempre stato uno sconsiderato senza peli sulla lingua...>> <<Già>> dice con disprezzo. <<Tu non sei messo meglio: sei sempre stato violento!>> rimbecco, come a cercare di difenderlo. <<Io non sono violento!>> <<Seee, come no!>> <<Pensala come ti pare. In ogni caso quello che temevo si avverò e lui riuscì a portarti a letto. Ti drogò di sicuro. E la cosa peggiore fu che né Rukawa né il rossino, che sapevano tutto, dissero qualcosa. Anzi, gli reggevano il gioco!>> <<Mi drogava...?>> Ignora la domanda, come rapito dal suo stesso racconto. <<Non ne potevo più della situazione. Io ti amavo e loro ti stavano portando via da me! Ho preso un coltello e...>> <<Cosa hai fato?>> Un secondo di silenzio, poi: <<...gli ho uccisi...tutti e tre...>> Mi porto una mano sulla bocca. <<Sei un assassino! Sei un lurido...>> <<Mi aspettavo che tu ne fossi felice, invece mi urlasti contro! Ti misi a piangere sui loro corpi, in particolare su quello di Sendo! Eri distrutto! Capii che mi avevi tradito di tua spontanea volontà! Mi spezzasti il cuore!>> Il suo viso si è trasformato. Adesso sembra in balia dell'ira più profonda. Sembra rivivere la scena passo dopo passo, muovendo il braccio destro come se impugnasse un vero coltello. É veramente fuori di testa! <<Cosa successe dopo?>> azzardo alzandomi in piedi. <<Ti insegui lungo i corridoi e, proprio in questa stanza, ti raggiunsi e...ti uccisi. TI UCCISI!>> Piange istericamente, scosso da violenti singhiozzi. Non so cosa pensare. Mi fa paura. É davvero un pazzo furioso. <<Io sono vivo...e anche loro tre...>> dico con un filo di voce. Si asciuga gli occhi e si rialza in piedi. <<Vi siete reincarnati>> spiega come se fosse la cosa più naturale del mondo <<ed io sono rimasto in vita per non ripetere lo stesso, madornale, errore! Loro tre devono morire, non c'è dubbio, ma, questa volta, tu rimarrai vivo al mio fianco, per sempre!>> <<Cosa...?>> non posso credere che... <<Tu sei pazzo!>> <<Dimmi che mi ami! Dimmi che adesso ricordi tutto! É tutto qui>> mi batte freneticamente nella fronte <<é nella tua testa! Devi solo ricordare! Lo so che puoi! Devi! Tu rimarrai al mio fianco per l'eternità!>> <<NO! Tu sei solo un pazza assassino! Non credo alle tue parole! Forse, all'inizio, credevo a ciò che mi hai raccontato, ma adesso ho finalmente capito che non è la realtà! Ti sei bevuto il cervello!>> <<NO! nON TRADIRMI DI NUOVO! tU SEI MIO!>> Si mette le mani tra i capelli, distogliendo lo sguardo da me. Ne approfitto per allontanarmi e raggiungere la porta. <<Fermo! Dove vai? Resta qui con me! Mi hai promesso che...>> <<Io non ho promesso niente a nessuno! Tantomeno ad uno come te!>> Apro la porta ed esco dalla stanza. <<SARAI MIO, HISASHI! NON HAI ALTRA SCELTA! SONO IO IL CAPO QUI! I TUOI AMICI MORIRANNO E TU MI FARAI COMPAGNIA FINO ALLA MORTE!>> Non riesco ad impedire alle mie gambe di correre lungo i corridoi e giù per le scale. "Dobbiamo andarcene! Dobbiamo andarcene! Corri dagli altri e racconta loro tutto!>> A metà corridoio mi blocco, ricordandomi di una realtà sconvolgente: non abbiamo vie di fuga. "O moriamo noi, o crepa lui!"
Continua...
Allora, che ne pensate? Troppo tragica? Ultimamente sono in molti a dirmi che scrivo delle "tragedie greche"! Che esagerati...non sono così, vero? Dopotutto Ru, Hana, Hisa e Aki sono ancora vivi! Feriti, shockati, impauriti e quant'altro, ma vivi. Sono stata clemente! Comunque fatemi sapere al più presto e state attenti, che se non mi arrivano abbastanza commenti farò in modo che Kazushima l'abbia vinta!! Dopotutto non è proprio un cattivo ragazzo...potrebbe anche essermi simpatico! Bè, magari in un'altra vita... Un bacione a tutti coloro che stanno leggendo questa ff e che mi commentano. Naturalmente uno doppio a chi sta pensando di commentare questo capitolo e uno quadruplo a chi lo farà veramente! Ciao a tutti e a presto, Ash(Lynx).
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