In
questa seconda parte la fic assume finalmente contorni HanaRu, non me ne
vogliano le sostenitrici delle SenRu per aver fatto morire uno dei loro
beniamini!! ^___^ In fondo, credo di avergli fatto fare una figura migliore
che nelle precedenti mie fic……bè, sperando di non essermi attirata
anatemi vari, vi auguro una piacevole lettura…….Baci a Nausicaa, Ria e
Greta.
The Power
of Love
parte
II
di Calipso
“VOGLIO VEDERTI FELICE!”
MARZO.
Il
nostro secondo anno di liceo si è ufficialmente concluso ieri, ci aspetta
un mese di vacanza prima di cominciare l’ultimo anno scolastico che ci
porterà dritti al diploma.
Tra
Kaede e me i rapporti non hanno subito variazioni: dopo qualche giorno
difficile seguito alla sua uscita dall’ospedale, abbiamo recuperato una
certa tranquillità. Non abbiamo più affrontato il discorso su ciò che
provo per lui: ho seguito il consiglio di mia madre di lasciargli tutto il
tempo di cui ha bisogno e io per lui posso anche imparare ad essere
paziente. In linea di massima posso dire di sentirmi meglio: lui adesso sa
che per me lui è più di un amico, dopo tanto tempo posso guardarlo e
pensare che lui sa, sa che sono innamorato di lui e, anche se vorrei
potergli dire quanto e dimostrarglielo, tengo a freno i miei slanci
sentimentali, non voglio fare alcun tipo di pressione su di lui.
Viviamo
sotto lo stesso tetto, dividiamo lo stesso letto per dormire, posso averlo
vicino quando voglio…..è molto più di quanto sperassi vista la sua
reazione alla mia confessione d’amarlo! Bè, non voglio pensarci, oggi
l’ho convinto ad andare sulla spiaggia, più precisamente al campetto di
fronte al mare.
“Io
sono pronto.”
Kaede
scende le scale con la palla da basket in mano: ha messo la canottiera nera
sulla maglietta bianca e un paio di calzoncini che lasciano scoperto quel
che basta per farmi diventare matto!! Io trovo che le sue gambe siano
fantastiche, slanciate e ben modellate da anni di salti a canestro. Il suo
abbigliamento poi, mette in risalto il fondoschiena più sexy del
Giappone….bè, forse è riduttivo, facciamo di tutto l’universo!!
Credo
di fissarlo un attimo di troppo, perché Kaede guarda se stesso, poi me.
“Ho
qualcosa che non va?”
“No,
Kaede, niente! Tu non c’entri, ero io sopra pensiero, andiamo!” che
altro dovrei dirgli?! Che è talmente bello da mozzare il fiato?! Che solo
come si muove, come cammina sono una continua tortura?! O che, se ora non
usciamo subito di casa, io non rispondo più delle mie azioni?! Magari non
è il caso, eh?!
Giochiamo
la solita partita uno contro uno e con il medesimo risultato di sempre, ha
vinto lui!
Non
c’è niente da fare: per quanto io sia migliorato, per quanto mi impegni,
lui riesce sempre a battermi!
Ci
siamo seduti al centro del campetto, Kaede tiene le mani sulle ginocchia
tirate al petto.
“Io
vorrei sapere perché non riesco a stopparti, o almeno a toglierti la
palla!!”
“Perché
sono più bravo di te….”
Ma
guarda con che aria di sufficienza mi parla!!
“Smettila,
stupida volpe, sei solo più furbo ed infido! Quando giochi sei proprio una
kitsune!”
“Hn.
Sarà….ma sono più bravo di te!”
E
continua! Anche con tono canzonatorio stavolta! Questo è troppo! Mi getto
sopra di lui, intenzionato a fargliela pagare, non considerando che la mia
mossa comporta contatto fisico tra noi e che solo i leggeri indumenti da
gioco mi separano dalla sua pelle bianchissima. Naturalmente il mio corpo
reagisce immediatamente! Mi sento la faccia in fiamme per l’imbarazzo e mi
rialzo frettolosamente da lui, pregando perché non si sia accorto di
nulla!!!
Hanamichi non lo sopporta proprio che io
gli ricordi chi sia il campione tra noi due. Ovviamente nessuno
riconoscerebbe in lui il giocatore che non riusciva ad eseguire un terzo
tempo o che non metteva a canestro un tiro libero, è diventato bravo il
do’aho, ma non glie l’ho mai detto…
Dopo avergli ribadito che sono il più
bravo, Hana assume un’espressione fintamente arrabbiata e mi piomba
addosso per non meglio precisate intenzioni! I nostri corpi sono premuti
l’uno contro l’altro e non posso non cogliere la sua eccitazione.
Hanamichi arrossisce violentemente e si ritrae da me, tornando seduto per
terra. Evita in ogni modo di guardarmi, nel timore che io commenti in
qualche modo quanto appena accaduto, ma non ne ho l’intenzione, anzi,
provo una grande tenerezza nei suoi confronti. Insomma non deve essere
facile per lui vivere con me: da quando mi ha confessato i suoi sentimenti
io evito di farmi vedere spogliato da lui, ma quanto appena accaduto è la
riprova che non è sufficiente. Lui mi desidera e anche il più innocente
contatto tra di noi è una tortura per lui!Ricordo bene la sensazione, la
provavo anch’io quando mi ritrovavo a giocare contro il Ryonan e Akira era
il mio uomo da marcare. Io pensavo solo al basket e alla partita, ma i lievi
tocchi tra i nostri corpi mi provocavano fitte di desiderio molto
intense…..era difficile ignorarle…
Mi meraviglia un po’ constatare che,
forse per la prima volta, un ricordo del mio amore per Akira non mi provoca
angoscia, ma malinconica dolcezza……
“Andiamo a casa, kitsune?! È quasi ora
di cena.”
“Hn.”
Raccolgo la palla e mi affianco ad
Hanamichi. Compriamo la cena per la strada, ma decidiamo di lasciarla in
caldo per farci una doccia prima di mangiare. Vado io per primo, cercando di
sbrigarmi e dare la possibilità ad Hanamichi di lavarsi, ma evidentemente
è impaziente, perché entra proprio mentre io esco dalla doccia e allungo
una mano per prendere il mio accappatoio.
“Kitsune, hai fat…..”
Rimane a bocca aperta davanti a me, il suo
sguardo che scivola lungo il mio corpo nudo ed io resto
fermo davanti a lui. Stranamente non mi sento a disagio…..
Incontro i suoi occhi e resto colpito da
quanto vi leggo: c’è desiderio, questo è indubbio, ma anche, non so come
definirlo…..adorazione?! Sì, è quello a cui mi fanno pensare quelle
pupille nocciola e calde…..ho una chiara percezione di quello che io
rappresento per lui: mi guarda come se fossi la cosa più bella del mondo,
come il suo sogno proibito…..nessuno mi ha guardato così, neanche Akira,
lo ammetto. Tra noi è stato sempre tutto semplice, non c’è mai stata
tensione emotiva, bastò confessarci i nostri sentimenti per ritrovarsi
insieme. Hanamichi non ha mai potuto parlarmi dell’amore che prova per me,
l’ha tenuto nel cuore, l’ha nutrito con pazienza e in silenzio l’ha
trasformato in qualcosa di molto simile all’amore idealizzato.
Mi decido a spezzare quest’atmosfera che
si è creata tra noi e indosso il mio accappatoio. Hanamichi sembra
risvegliarsi da un sogno, si passa la mano sugli occhi.
“Mi dispiace…..io credevo…..credevo
avessi finito……scusa…..avrei dovuto bussare prima di entrare!”
Quando è in imbarazzo arrossisce come un
bambino!
“Non preoccuparti, non è successo
niente di grave……senti, io intanto vado ad apparecchiare la tavola, tu
lavati.”
Lascio un Hanamichi alquanto imbarazzato
ed esco, chiudendomi la porta alle spalle.
Quando
sono entrato in bagno, ho creduto di avere una visione: Kaede era davanti a
me, nudo e bellissimo!! Certo, non era la prima volta che lo vedevo, anche
se devo precisare che lui è sempre molto riservato negli spogliatoi, fa
sempre la doccia per ultimo e anche da quando viviamo insieme ha mantenuto
le sue abitudini di riservatezza, quindi poter posare gli occhi sul suo
corpo spogliato mi fa pensare di non aver mai visto niente di altrettanto
bello in tutta la mia vita: lui è tutto quello che voglio, tutto quello che
desidero, il mio sogno proibito….
Continuo
ad indugiare con lo sguardo lungo il suo corpo e so che non dovrei fissarlo
in questo modo, ma non riesco a staccare gli occhi da lui!
Kaede
allunga una mano per prendere l’accappatoio e lo indossa. Io torno a
ragionare normalmente e mi scuso con lui per la mia entrata un po’
frettolosa in bagno. Lui non sembra arrabbiato o seccato dal mio
arrivo intempestivo, anzi mi invita a non preoccuparmi, che non è
successo niente di grave e che intanto scende ad apparecchiare la
tavola!
Mi
ci vogliono un paio di minuti per superare l’imbarazzo, poi decido di
farmi la doccia anch’io….fredda naturalmente!! Lascio che l’acqua
scorra sulla mia pelle, cercando di cancellare i pensieri che il mio
cervello sadicamente continua a far girare nella mia testa. Ho un
autocontrollo che stupisce me per primo: un tempo non immaginavo che di
fronte a lui nudo avrei esitato a saltargli addosso! Ridacchio uscendo dalla
doccia e allungo una mano per prendere il mio asciugamano e realizzo un
particolare che mi era sfuggito: quando sono entrato, sorprendendolo ancora
spogliato, Kaede non ha avuto come prima reazione quella di coprirsi o di
mandarmi via a male parole! Mi ha permesso di guardarlo…..perchè?!
In
questi ultimi tempi è stato così attento a mostrarsi a me più che vestito
e ora…..
Forse
anche lui…..no, Hanamichi, no! Non devo cominciare a supporre chissà che
cambiamento nei nostri rapporti! Non devo illudermi!
Probabilmente
l’ho colto di sorpresa, si è accorto che il mio gesto è stato del tutto
involontario e ha voluto essere gentile……tutto qui! Sì, ecco è così!
Anche se…..AHHHHHHH, basta!!!
Niente
illusioni, niente sogni ad occhi aperti!!
Mi
auto convinco di quanto appena affermato e scendo in cucina: Kaede ha
preparato la tavola e sta aprendo i contenitori con dentro la nostra cena.
Mentre mangiamo cerco di guardarlo senza farmi notare, per capire se non è
irritato da quanto successo, invece lui è tranquillo, oserei quasi dire
sereno e io mi scopro a considerare che è diverso tempo che non sono
preoccupato per lui. Insomma, ora mangia con più appetito, dorme quasi
sempre bene…..prego silenziosamente perché il periodo peggiore sia
finalmente passato!
Mi
sento più fiducioso nei giorni che verranno e mi azzardo a portare il
discorso sull’episodio della doccia.
“Kaede?”
“Hn?”
“Ecco,
io….prima….è stato un incidente, davvero….non voglio che tu pensi che
l’ho fatto di proposito.”
Kaede
poggia la guancia sul dorso della mano, inclinando la testa in una posa
dolcissima.
“Ti
credo, Hanamichi, non preoccuparti.”
Quanto
vorrei abbracciarlo!
Primavera è ormai arrivata: le giornate
sono più calde e più luminose, invitano ad uscire, a sdraiarsi al Sole ed
io avverto l’inusuale voglia di stare all’aperto, soprattutto nel mio
giardino. Permetto anche a Bibby di uscire fuori, ormai è grande abbastanza
per non mettersi in pericolo. Hanamichi ed io ci stiamo occupando di
ripulire il prato dalle erbacce e dai segni dell’inverno. È un lavoro
faticoso, ma rilassante: il Sole scalda la nostra pelle mentre raduniamo le
foglie in piccoli mucchi che ora stiamo cercando di mettere in grandi sacchi
di plastica, ma il piccolo Bibby è attratto dai cumuli giallo oro e si
diverte a correre e a saltare tra le foglie faticosamente accatastate e
Hanamichi lo sgrida.
“Stupida peste ingrata! Ti abbiamo
raccolto dalla strada e accudito e questo è il ringraziamento! Grrrrr…..”
Bibby lo guarda con i suoi occhietti
gialli e quasi a sfidarlo si rotola beato tra le foglie! Hanamichi si gira
verso di me.
“Il tuo gatto non ha rispetto di me!”
“E’ un cucciolo, Hana, vuole solo
giocare!”
“Sarà…..senti, tu tieni il sacco io
prendo le foglie, così ci sbrighiamo. Ho voglia di un tè.”
Si mette di buona lena e in capo a
mezz’ora il prato è ripulito. Chiudiamo il grande sacco e nel farlo le
nostre dita si sfiorano, ci fermiamo, guardandoci negli occhi: Hanamichi mi
sorride dolcemente e arrossisce leggermente.
“Scusa…..” mi sussurra.
E di cosa?! Era solo un innocente tocco
tra le nostre dita!
“Entriamo, dai, avevi voglia di tè se
non mi sbaglio!”
In cucina riempio il bollitore con
l’acqua del rubinetto.
“Dove sono le tazze, Kaede? Non mi
ricordo mai.”
“Nel pensile sopra la mia testa.”
“Ah, già!”
Si porta alle mie spalle e apre lo
sportello. Sento il suo corpo poggiarsi al mio: il suo torace muscoloso
contro la mia schiena, i contorni del suo corpo modellarsi perfettamente con
i miei…… trattengo il respiro stupefatto quando mi accorgo della mia
reazione, mi sono eccitato! Trovarmi schiacciato tra Hanamichi e il
lavandino ha acceso i miei sensi dopo tanto tempo, ho sentito un brivido di
piacere scaldarmi il sangue….perchè?! Che mi sta succedendo?! Io non
capisco……quando Hanamichi si stacca da me quasi mi dispiace che quel
contatto sia finito! Stringo forte il bollitore tra le mani per cercare di
calmarmi, mi sento le guance calde come se avessi la febbre.
“Kaede, ma che hai?”
La sua voce mi fa realizzare che sono
diversi secondi che sono fermo in questa posizione. Riacquisto velocemente
il controllo di me stesso.
“Niente, ora metto l’acqua sul
fuoco.”
Evito di voltarmi verso di lui, perché
temo che la stoffa leggera della tuta non nasconda la reazione del contatto
tra i nostri corpi!
Nel pomeriggio Hanamichi esce per
incontrarsi con Yohei, ha invitato anche me ad andare con loro, ma
preferisco stare un po’ per conto mio, crogiolarmi nel silenzio della casa
vuota. Mi siedo sul divano, portandomi un ginocchio al petto e per la prima
volta dopo tanto tempo, mi sento sereno come se il nodo che mi stava
stritolando l’anima si fosse allentato leggermente, rendendomi nuovamente
consapevole della vita che mi circonda. Il dolore per la perdita di Akira è
ancora presente in me, penso spesso a lui e mi manca ancora tantissimo, ma
ha subito una trasformazione: ora è più malinconia, a tratti dolce amara e
più intensa, ma è qualcosa di più sopportabile. Ho raggiunto un
equilibrio fragile come il vetro, ma sto provando a farcela…
Un lungo miagolio disperato mi distoglie
dai miei pensieri e mi fa sobbalzare.
“Bibby….”
Corro fuori giusto in tempo per vedere un
grosso gatto rosso darsi alla fuga dopo essersi azzuffato con il mio gatto.
Mi avvicino al mio cucciolo tremante e lo prendo in braccio con molta
delicatezza, cercando di rassicurarlo. Mi accorgo che è ferito ad una
zampetta, devo portarlo dal veterinario. Rientro velocemente in casa e
istintivamente sto per chiamare Hanamichi per farmi accompagnare, ma poi mi
ricordo che lui non c’è, è uscito……sento qualcosa rimescolarmisi
dentro al pensiero di essere solo, ma lo allontano caparbiamente. Mi cambio
velocemente ed esco.
“Allora,
Hanamichi, come vanno le cose? Era tanto che non ci degnavi con la tua
presenza!”
Yohei
mi rimprovera amichevolmente, strizzandomi un occhio, come a voler intendere
che lui lo sa benissimo il perché e non ce l’ha con me. Ha aspettato che
gli altri si dirigessero a casa loro prima di parlarmi, per poter stare più
tranquilli.
“Abbastanza
bene. Kaede mi sembra meno triste, pensa che riesco anche a convincerlo ad
andare sulla spiaggia nel pomeriggio, un autentico miracolo se penso al suo
stato d’animo di appena due mesi fa!”
Rabbrividisco
ancora quando penso ai suoi occhi infinitamente tristi e cupi. Ora vi è
tornata un po’ di luce e io ne sono immensamente felice, perché un po’
è anche merito mio.
Yohei
mi sorride.
“Bene,
sono contento! E dimmi, tra di voi…..”
Scuoto
la testa, sorridendo.
“No,
tra noi non è cambiato molto, ma la cosa più importante è che sta
riacquistando fiducia in me e dopo quello che ha seguito la mia
dichiarazione, non ci speravo molto, invece….”
“Ero
sicuro che accadesse, Hanamichi, non poteva dimenticare l’amicizia che
c’era tra voi. Ci tiene molto a te…..”
Tenere
a me?! Da dove gli viene questa idea?!
“Yohei,
ma che dici?! Che significa?!”
"Hanamichi,
considerando che volente o nolente, sei stato tu la causa dell’ultimo
litigio tra Rukawa e Sendoh e la reazione che ha avuto alla tua confessione,
io sinceramente credevo che ti avrebbe perdonato dopo molto più tempo di
quanto è stato in realtà! Secondo te, lo avrebbe fatto per chiunque?! Io
credo che Rukawa non sia una persona che da una seconda possibilità, con te
l’ha fatto, dovrà significare qualcosa, no?!”
Ho
sempre voluto bene al mio amico, è stato come avere un fratello con lui
accanto, ma non mi ero accorto che fosse sentimentalmente così perspicace!
In fondo non ha tutti i torti!
“Sì,
hai ragione, però questo purtroppo non significa che un giorno si innamorerà
di me e io, invece, lo vorrei tanto….saprei renderlo felice, Yohei, lo so!
Se solo mi desse modo di dimostrarglielo….”
“Non
mollare, Hanamichi!”
Faccio
un gran sorriso.
“Mai,
non mollerò mai! Su questo puoi giurarci!”
Yohei
mi da una pacca su una spalla e ci dirigiamo alla stazione del treno, lui
scende alla fermata dopo la mia, così lo saluto, avvicinandomi
all’uscita. Infilo le mani in tasca e mi avvio verso casa, fischiettando.
Poco
più avanti faccio caso ad un ragazzo che cammina davanti a me nella
medesima direzione: ha una camminata armoniosa e lenta, spalle larghe,
capelli neri svolazzanti, un fondoschiena da favola evidenziato da jeans
scuri e stretti…….Kaede!!!
“Ehi,
Kaede!”
Lui
si ferma e si volta verso di me. Lo raggiungo in un attimo e noto che ha
Bibby in braccio.
“Cosa
è successo?! Perché Bibby è con te?!”
Il
gatto mi riconosce subito e alza un musetto spaventato.
“Ha
litigato con uno stupido, grosso, gatto rosso, ma lo ha messo in fuga! Ho
dovuto portarlo dal veterinario, perché è stato ferito ad una zampetta.”
Povero,
piccolo gatto! Ha stoffa però il cucciolo, come il suo padrone!
“Dove?!
Come?!”
Ricominciamo
a camminare, mentre interrogo Kaede per avere i dettagli della lite gattesca
che si è svolta nel nostro giardino.
“Ovviamente,
era tutta colpa del gatto rosso che è venuto a provocare Bibby.
Evidentemente il rosso è il colore degli scocciatori!”
“KITSUNEEEE!!!!!
Ce l’hai anche con me, per caso?!”
Quanto
mi piace che siano tornate queste piccole scaramucce tra di noi, mi fanno
star bene, mi fanno capire che tra noi va tutto bene!
“Hai
la coda di paglia, do’aho?!”
Mi
volto verso di lui, senza fermarmi.
“No,
non ce l’ho, ma tu……”
SDENG!!!!!!!!
Per
una frazione di secondi vedo tutto nero, come se avessi fatto un frontale
con un tir……ah no, è il palo della luce! AHIAAAAAAAAA CHE MALE!!!!! Mi
guardo intorno un po’ intontito, incontro gli occhi di Kaede e
lui…..SCOPPIA A RIDERE?! Sì, la seria kitsune ride a crepapelle del
sottoscritto e io sono immensamente felice di vederlo così, ma ovviamente
non glie lo dico. Lo fisso falsamente arrabbiato e piagnucolo.
“Io
potevo morire e tu ridi?!”
Mi
rendo conto troppo tardi di quello che ho detto, sono proprio un idiota! Un
grosso stupido idiota, ecco quello che sono! Mi copro la bocca con la mano,
come se potessi bloccare le parole che invece sono già uscite! Kaede
impallidisce.
Le sue parole mi fanno smettere di ridere
all’istante e mi fanno gelare il sangue. Nella mia testa riemergono le
solite raccomandazioni dei miei genitori, dei maestri su quanto siano
pericolosi i colpi alla testa e l’eventualità che possa succedergli
qualcosa in seguito all’impatto con il palo mi spaventa tantissimo…..mi
avvicino a lui e gli sfioro la fronte con una mano leggermente tremante.
“Ti fa molto male?” la mia voce è un
bisbiglio.
“Non è niente, Kaede, ho detto una
scemenza, scusami!” mi sorride, cercando di rassicurarmi.
“Forse è meglio che ti veda un
dottore…...” devo essere sicuro che stia veramente bene, ho bisogno di
saperlo!
“Ma no!Ho dato solo una botta, al
massimo divento più stupido di quello che sono! Avanti, andiamo a casa
adesso!”
Io non riesco a smettere di pensare a
quanto accaduto, che si dovrebbe far vedere……se penso a come mi sentirei
se Hana…..scaccio quel pensiero da me, anche se resta l’inquietudine per
qualcosa che so essere fuori dal mio controllo! Lo sbircio con la coda
dell’occhio: Hana cammina accanto a me e ogni tanto allunga una mano per
accarezzare la testolina di Bibby, che si aggrappa fermamente alla mia
maglietta ed io mi sento nel medesimo stato d’animo del mio gatto, vorrei
stringermi ad Hanamichi e ricevere quel calore rassicurante di cui sento un
grande bisogno in questo momento……
Mi ritrovo a pensare con fredda lucidità
che questa volta non riuscirei a venirne fuori, non sopporterei un’altra
perdita, la SUA perdita…….non sopporterei di ritrovarmi solo, senza di
lui…….giorni vuoti senza Hanamichi, senza la sua allegria, i suoi
sorrisi…..
Rabbrividisco istintivamente e sfioro le
sue dita posate sulla testolina di Bibby.
Quando finalmente arriviamo a casa,
costringo Hanamichi a sedersi su una sedia in cucina e a farsi medicare la
piccola ferita sulla fronte: è uscito un po’ di sangue e bisogna
disinfettarlo. Mentre gli applico il cerotto, gli vedo fare una smorfia di
dolore.
“Ti fa ancora male?” domando sempre più
apprensivo.
“Un po’ – sorride lui – ma non
c’è da preoccuparsi, ho la testa dura! I pugni del Gorilla erano molto
peggio, eppure sono ancora vivo!”
Bè, questo è vero, ma io sento il morso
della paura che ancora non mi lascia, il timore di antichi fantasmi che si
riaffaccia….
“Non voglio che ti succeda niente, non a
te…..non lo sopporterei.”
Credevo di averlo solo pensato, invece
l’ho mormorato. Vedo i suoi occhi color del cioccolato sgranarsi, pieni di
stupore presto sostituito da tanta dolcezza. Sono ancora davanti a lui e
Hanamichi mi prende una mano, avvicinandomi ancora di più a se stesso e io
mi sento assalire dalla voglia di calore e sicurezza che troverei tra le sue
braccia e faccio quello che non avrei mai creduto: mi siedo in braccio a
lui, sulle sue gambe, Hanamichi mi passa le braccia intorno alla vita, io le
mie intorno al suo collo, le nostre fronti che si sfiorano.
“Non lo sopporterei che ti succedesse
qualcosa…..” mormoro ancora e lui mi stringe ancora più forte, le sue
mani che mi carezzano la schiena lentamente.
“Non mi accadrà niente, Kaede, te lo
prometto. Sono con te e ci resterò!”
Chiudo gli occhi
rassicurato da quella promessa irrazionale, perché nessuno meglio di
me sa quanto non dipenda solo dalla sua volontà, ma so quanto sia volitivo
Hanamichi e lo abbraccio stretto per fargli capire quanto gli sia grato per
le sue parole.
La
mattina seguente il mio impatto con il palo, mi sveglio con il corpo di
Kaede premuto contro il mio fianco, i capelli sparsi sulla mia spalla e la
sua mano poggiata sulla mia che tengo sulla pancia. È come se nel sonno
avesse cercato la conferma della mia presenza lì con lui. Sorrido,
stropicciandomi gli occhi con la mano libera. È bello sentirsi importanti
per qualcuno, soprattutto quando è la persona di cui si è innamorati,
anche se so benissimo che il suo attaccamento a me non nasce dall’amore,
ma dall’amicizia. Non mi rattristo a questa considerazione, mi ripeto che
forse un giorno lui mi considererà in modo diverso e anche se ora vorrei
girarmi e baciarlo fino a perdere il controllo, mi limito ad accarezzargli
una guancia e a ritenermi fortunato perché posso vivergli accanto ed essere
il suo unico amico.
Al
ritorno dalla nostra corsa sulla spiaggia, che facciamo spesso ultimamente e
dopo aver fatto la doccia, esco per andare a comprare beni di prima necessità:
cioccolata, biscotti, etc. al supermercato che non è molto lontano da casa.
Lascio Kaede ad occuparsi della cena del gatto e infatti quando torno,
intravedo Bibby accoccolato sul divano che dorme beatamente. Scuoto la testa
divertito dalla constatazione della rassomiglianza tra animale e padrone!
Poso la spesa in cucina e vado in cerca di Kaede: entrato nella sua stanza,
che ora è anche un po’ la mia, lo vedo. Ha indossato i pantaloni grigi
scuri della tuta e, a dispetto della stagione, una maglietta a maniche corte
bianca. È seduto nell’incavo della finestra, i gomiti poggiati sulle
ginocchia piegate, le mani l’una contro l’altra, le dita che si
intrecciano. Le nocche dei pollici sono poggiate sulla fronte, i suoi
capelli neri ombreggiano la pelle, risaltandone il candore. Ha gli occhi
chiusi e le cuffiette nelle orecchie, non mi ha sentito arrivare e io mi
soffermo a guardarlo: nella luce del Sole morente, il suo profilo risalta in
ogni suo spettacolare particolare.
Mi
poggio con la spalla allo
stipite della porta e ancora per qualche lunghissimo secondo resto fermo a
guardarlo, poi mi avvicino a lui per palesare la mia presenza
ed invitarlo a preparare la cena insieme. Metto una mano sulla sua
spalla e mi chino su di lui. Kaede era completamente assorto nei suoi
pensieri e sussulta spaventato: si toglie le cuffiette e alza verso di me il
viso…….il tempo sembra fermarsi…….i suoi occhi nei miei….il mio
mondo che sfuma in tonalità blu……la mia mano risale lungo il suo collo,
gli sfiora la mascella. Lui socchiude gli occhi, si tende verso di me,
venendo incontro al mio medesimo movimento: le nostre labbra si toccano, si
sfiorano….un tocco lieve, dolce, sensuale…..mi sembra di sognare! Kaede
si allontana bruscamente da me, alzandosi.
“Non
posso…..”
“Cosa
non puoi?!” non capisco, cosa non può fare?!
“Non
posso baciare un altro, qualcuno che non sia lui….non posso!”
Ok,
fino adesso sono stato paziente, perché sapevo che non era pronto a
considerare i miei sentimenti per lui né quelli di qualcun altro, ma lui
pochi secondi fa mi ha baciato!! E se lo ha fatto è perché ne sentiva il
bisogno e il desiderio, che c’è di male?! Non può rinunciare a tutto in
nome di un amore che purtroppo non c’è più!!
“Quindi
tu non bacerai più nessuno?! Non ti innamorerai più?! Cosa credi di fare
continuando così?! Non serve a niente, non serve a te, non serve ad Akira…..ma
cosa credi che lui volesse questo per te?! No, io non credo……lui
vorrebbe vederti felice e se fosse qui ora, sono sicuro che ti
inciterebbe a continuare a vivere!”
Kaede
stringe i pugni e mi si avvicina minaccioso, gli occhi di un blu ancora più
profondo e scuro…..
“Bel
discorso…..solo un tantino interessato, eh?! Dovrei dimenticarmi di lui,
mettermi con te e scordare il passato, no?!”
Le
sue parole mi feriscono, come se non avesse ancora capito che il mio amore
per lui trascende tutto, anche
il mio interesse personale……
“Io
non ti sto parlando così per indurti a metterti con me! Se non provi niente
per me accetterò la tua amicizia, come ero pronto a farlo mentre eri con
lui…..non ho mai interferito con la vostra vita, non sono quel tipo di
persona e tu lo sai bene! – cerco di calmarmi perché voglio capisca bene
quanto sto per dire – io ti amo e questo non cambierà mai, non posso
smettere di farlo, neanche se lo volessi io o me lo chiedessi tu, ma voglio
vederti felice, anche con qualcun altro al tuo fianco. Voglio vederti
tornare a vivere, completamente, in ogni aspetto perché lo vorrebbe anche
lui! Non ti avrebbe mai chiesto di rinunciare all’amore!”
Perché
non lo capisci, amore mio?! Mi fa così male vederti così……
“Sono
io a volerlo, perché sento che è la cosa giusta.”
Kaede
parla lentamente con voce totalmente atona come se stesse parlando del tempo
e non della sua vita, mi spaventa perché lui non può dire sul serio, non
si può vivere senza amore, è triste e soprattutto inutile, perché non
cambia la realtà. Devo farglielo capire, è troppo importante! Si è
convinto di poter vivere soltanto così per onorare un ricordo, come se
servisse a far tornare Akira!!!
“Kaede,
lui non tornerà…..per quanto tu lo voglia, per quanto rifiuti l’idea di
innamorarti di nuovo, lui non tornerà più, mai più!”
Ho
una stretta al cuore, vedendolo sussultare e i suoi occhi riempirsi di
lacrime. Sono stato duro, ma dovevo farlo, era necessario per il suo bene.
Con uno sforzo evidente impedisce anche questa volta di versare quelle
lacrime trattenute da mesi. Mi volta le spalle per riprendere il controllo e
seppellire questo nuovo dolore dentro di sé, ma non può continuare così!
Mi avvicino a lui e con un movimento deciso, lo abbraccio da dietro,
stringendomelo contro e gli parlo dolcemente, ma con fermezza.
“Adesso
basta, Kaede! Smettila di soffocare la sofferenza, di controllarti, piangi
se ne senti il bisogno! In questi mesi non lo hai mai fatto, ora lasciati
andare…..non servirà a farlo tornare, ma almeno darai un po’ di
sollievo al tuo dolore.”
Cerca
di divincolarsi dal mio abbraccio, ma non gli permetto di muoversi.
“Non
posso vederti soffrire così, mi fa male al cuore. Forse se ti stringo forte
questa brutta cosa sparirà…..”
Sento
il suo corpo rilassarsi e io aumento la mia stretta, un attimo dopo si gira
nel mio abbraccio e mi passa le braccia intorno al collo, la testa sulla
spalla. Sento qualcosa di caldo e umido scivolarmi sul collo e i suoi
singhiozzi a stento trattenuti. Chiudo gli occhi, posando una mano sulla sua
testa e accarezzandogli piano i capelli al ritmo dei mie pensieri……una
cantilena che ripeto come una formula magica in grado di scacciare la sua
sofferenza……amore mio, amore mio……
Non ricordo quando è stata l’ultima
volta che ho pianto, è successo tanto tempo fa…..
Ora mi sento stanchissimo, come dopo una
partita duramente combattuta. Sono ancora tra le braccia di Hanamichi, le
mie mani strette intorno alla stoffa della sua maglietta e cerco di
riportare il mio respiro ad un ritmo più regolare e tranquillo. Lentamente
abbandono il suo collo, facendo un passo indietro, mi strofino gli occhi con
le dita perché li sento bruciare, ma Hanamichi mi ferma.
“Non sfregarteli così, li farai
diventare rossi!”
Il tono della sua voce è molto dolce e io
non mi sento minimamente imbarazzato, anche se gli sono scoppiato a piangere
tra le braccia! Non saprei come spiegarlo, ma ho ricevuto quel calore che ho
sempre saputo che avrei avuto da lui se ne avessi avuto bisogno e la cosa mi
spaventa. Sì, sono spaventato a morte, perché so che se mi lasciassi
andare, mi innamorerei di lui…..sarebbe così semplice e prima ne ho avuto
la conferma. Quando mi sono sporto verso di lui, accettando e provocando
quell’innocente bacio, io lo volevo….volevo essere baciato da lui. Mi
tocco le tempie con le dita, ho un mal di testa terribile….
“Ti fa male la testa?” mi domanda lui
ed io annuisco lievemente.
“Sdraiamoci un po’ a letto, dai.”
Il Sole è ormai tramontato del tutto, la
stanza è avvolta da una piacevole penombra. Ci sdraiamo vicini, in silenzio
ed io mi sento leggero, come svuotato e sollevato….forse ha ragione lui,
piangere non fa cambiare le cose,ma serve a sfogarsi. Tengo gli occhi
chiusi, ma sento i suoi su di me scorrere lungo la mia schiena.
“Posso abbracciarti?” la sua richiesta
mi provoca un attimo di disagio, ma sembra che oggi la mia parte più
istintiva abbia il preso il sopravvento su quella più razionale, perché mi
volto verso di lui, poggiando la testa sulla sua spalla e vengo accolto dal
suo profumo famigliare. Veniamo avvolti lentamente dalle ombre della sera,
avverto solo il suo respiro lieve e regolare…..
“Vuoi che ti prepari qualcosa da
mangiare?” il suo è un bisbiglio vicino al mio orecchio, ma io non ho
fame, voglio solo dormire e scuoto la testa.
Lui non dice altro e io scivolo in un
sonno tranquillo.
Quando mi sveglio la mattina seguente,
Hanamichi non è a letto. Mi metto seduto e ho una fitta alla testa, deve
essere colpa del pianto di ieri. Scendo in cucina e mi verso del latte in un
bicchiere. Sorseggio lentamente mentre riempio anche la ciotola di Bibby……dove
sarà Hanamichi?! Mi accorgo di un biglietto posato sul tavolo e riconosco
la sua scrittura.
*sono uscito a fare una passeggiata, torno
per l’ora di pranzo. Hana.*
Perché ho come la sgradevole sensazione
che sia solo una scusa per non vedermi?! Se fosse così, ci rimarrei
malissimo……non voglio che mi eviti, io sto bene quando lui è vicino a
me……ripenso a ieri sera, alle sue braccia strette intorno a me, le sue
carezze lente ed ipnotiche tra i miei capelli…..in quel momento di lacrime
mi sono sentito consolare dalla sua presenza, dall’amore che prova per me
e che gli è ogni giorno più difficile non
manifestare. Mi sento triste all’idea dell’intera mattinata senza
di lui, però forse questa sua mancanza mi da la possibilità di pensare a
lui, a me, a quel quasi bacio di ieri sera……alla sensazione nettissima
che ho avuto: la facilità con cui potrei innamorarmi di lui……
Salgo in camera mia, faccio la doccia, mi
vesto ed esco anch’io. Le strade sono bianche e rosa per i petali dei
ciliegi in fiore che ricoprono l’asfalto. Qualcuno mi arriva sul viso,
sospinto da un leggero venticello che sa di primavera, di Sole….
Cammino con le mani in tasca, come è mia
abitudine e, passando davanti ad una vetrina di un negozio, vedo la mia
immagine riflessa, mi fermo un attimo a guardarmi: indosso un paio di Jeans
chiari, una maglietta a maniche lunghe blu e un’altra azzurra a mezze
maniche sopra, scarpe da ginnastica……sembro un ragazzo qualsiasi della
mia età……già, sembro, perché non credo che molti altri vadano a
parlare con il proprio ragazzo sulla sua tomba. Stringo le labbra con forza
e ricomincio a camminare.
Arrivo al cimitero, percorro lentamente i
vialetti fiancheggiati dalle lapidi rettangolari e dagli alberi ( * ).
Quando svolto l’angolo, alzo gli occhi e
vedo…..Hanamichi?! Che ci fa lui qui?! Non avevo idea di poterlo trovare
qui! Sembra assorto nei suoi pensieri, lo vedo sospirare. Mi sposto di lato,
poggiando la schiena contro un albero, aspettando che Hanamichi se ne vada.
Voglio restare solo, quindi lui non mi deve vedere. Incrocio le braccia al
petto, lasciandomi scaldare dal Sole che filtra tra le foglie e
poi…..sento la sua voce, è poco più di un mormorio, ma io colgo le sua
parole con nitidezza.
“Lascialo andare, lascialo a me……tu
non puoi più dargli il tuo amore, ma io sì……”
Spalanco gli occhi, appoggiandomi contro
l’albero per non farmi vedere mentre Hanamichi si allontana. Credo di
trattenere il respiro per un paio di secondi, poi un pensiero, veloce come
un lampo……che sto facendo?! Che GLI sto facendo?! Mi rendo finalmente
conto di quanto sia egoistico il mio comportamento e di quanta tristezza o
sofferenza Hanamichi mi cela per non farmi sentire in colpa.
Non è giusto, non è per niente giusto!
Sento qualcosa dentro di me, il meccanismo
che finora ha immobilizzato la mia anima, il mio cuore, la mia mente……il
mio io congelato a quell’attimo in cui mi dissero che Akira era morto,
riprendere a vivere, a pensare…..tutte le parole di Hanamichi cominciano
ad avere un significato, ne
capisco il senso più vero…..lui non tornerà….Akira non tornerà più…..quante
volte Hanamichi mi ha ripetuto queste parole ed io mi sono rifiutato di
ascoltarle, perché era troppo doloroso ammettere che era la verità, ho
preferito chiudere il mondo fuori da me, vivendo solo di ricordi dolci e
belli che mi lasciavano ancora più dolore dentro l’anima…..lui non
tornerà, per quanto io lo voglia o lo desideri, Akira se ne è
andato……per sempre.
Ripercorro nella mia mente gli ultimi mesi
e rabbrividisco nel constatare che razza di persona sono diventato: ho
sfuggito me stesso, lasciandomi andare ad una parvenza di vita, ho smesso di
inseguire i miei sogni e cosa peggiore ho fatto soffrire Hanamichi, gli ho
chiesto di vivermi accanto, offrendogli la mia amicizia anche quando ho
scoperto che lui avrebbe voluto di più e ieri, quando mi sono accorto che
qualcosa in me nei suoi confronti è cambiato, ho avuto paura di
affrontarlo! Io non sono più io, sono diventato qualcuno che non riconosco
più e non mi piace! Non mi piace per niente……è come se stessi
rinnegando quello che Akira vedeva in me, quello che gli piaceva di me…..è
come se stessi cancellando ogni prova della sua esistenza ed io non voglio.
Lascio il cimitero con una nuova
consapevolezza: è ora di riprendere in mano la mia vita, di ritrovare
quella forza che ho lasciato si affievolisse in me….
Oggi
è stata una strana giornata, ma strana sul serio!
Stamattina
mi sono svegliato presto e sono uscito, Kaede dormiva ancora così gli ho
lasciato un biglietto. Ho cominciato a vagare senza meta, perso nei miei
pensieri quando mi sono ritrovato davanti all’entrata del cimitero. Non so
spiegarmi neanche io cosa mi abbia spinto ad entrare e a raggiungere la
tomba di Sendoh, ma sentivo di doverlo fare: forse lì avrei finalmente
capito cosa altro avrei potuto fare per aiutare Kaede. Ero sincero ieri
quando gli ho detto di volere la sua felicità prima di ogni cosa, anche se
questo volesse dire stare con qualcun altro che non sia io. Soffrirei da
morire, ma vederlo tornare a sorridere vale molto di più! Non gli permetterò
di vivere gli anni migliori della sua vita, i più belli e spensierati
consacrati al ricordo di qualcuno che non c’è più! Metto a tacere in
ogni modo possibile quella vocina insistente dentro di me che continua a
sussurrarmi che ieri sera ci siamo quasi baciati, perché non posso
permettermi di illudere me stesso, per il mio bene e quello di Kaede. Lui
deve poter contare su di me, sono il suo unico amico!
Quando
sono tornato a casa dopo una lunga passeggiata sulla spiaggia, l’ho
trovato in camera sua che riempiva una scatola. Curioso come sempre, mi sono
avvicinato e lui mi ha chiesto se volessi aiutarlo a portarla in soffitta
non appena avesse finito di riempirla. Io ho accettato e ho guardato
all’interno: c’erano foto, biglietti, vestiti. Erano tutti oggetti
appartenuti a Sendoh, che lo ricordavano in qualche modo. C’era anche la
felpa che usava agli allenamenti, quella con lo stemma del Ryonan! Sono
rimasto molto stupito e sarei ipocrita se non ammettessi che ne sono stato
contento. Certo la cosa era inaspettata, considerando la sua reazione di
ieri…..
So
perfettamente che questo non significa che lui ora non penserà più a lui,
non è la presenza di un oggetto a ricordarci che c’è stato qualcuno a
cui si è voluto bene. Io non ho molto di mio padre eppure penso spesso a
lui……
Insomma,
oggi è successo qualcosa in Kaede: io non gli ho chiesto nulla, ma posso
intuire che sia il suo primo passo per superare finalmente questo momento e
ricominciare a vivere…..veramente!
Poso
lo spazzolino da denti nel bicchiere sul lavandino, accanto a quello di
Kaede e torno in camera.
La
luce del comodino è accesa,ma lui è addormentato, la rivista di basket che
stava leggendo è abbandonata sul suo petto, si muove al ritmo del suo
respiro leggero. Sorrido, mentre mi siedo sul letto e mi sporgo verso di
lui, prendo la rivista e la poggio sul pavimento. Torno a guardarlo: i
capelli scuri come la notte sparsi sul cuscino ad incorniciare un viso
bellissimo, dalla pelle candida e dai lineamenti perfetti. Se mi si
chiedesse cosa preferisco di lui, risponderei senza esitazione, gli occhi:
blu e profondi come l’oceano, scintillanti come stelle, ma ora sono
chiusi, le ciglia che sfiorano le guance. La mia attenzione viene allora
catturata dalla sua bocca, solitamente atteggiata ad un leggero broncio che
io adoro e che ora è leggermente socchiusa, una tortura….
Vorrei
poterne seguire i contorni con la mia prima di assaggiarne
l’interno…..deglutisco a fatica a quel pensiero e contro ogni
ragionevolezza alzo una mano a sfiorargli la fronte, le guance, le labbra.
Le dita che scorrono lievi sulla sua pelle morbida.
I
suoi occhi si aprono all’improvviso, fissandosi nei miei. Sussulto,
ritirando la mano. Ora sicuramente mi arriva un ceffone!
“Scusa
– gli mormoro – io…..”
“Shhhh.”
Mi
poggia due dita sulla bocca, impedendomi di continuare e io lo guardo
sorpreso mentre si mette a sedere, passandomi le braccia intorno al collo,
la testa sulla mia spalla.
“Non
mi stavi dando fastidio…..” il suo respiro mi accarezza la pelle ed io
lo abbraccio alla vita troppo contento per dire qualcosa. Rimarrei così
tutta la notte, ma è già tardi, così lo spingo indietro fino a farlo
sdraiare e inevitabilmente gli finisco sopra. Kaede si irrigidisce e io mi
affretto a rassicurarlo.
“Non
succederà niente, te lo assicuro! Voglio solo dormire così……per
favore.”
Sento
che si rilassa sotto di me e mi sposto su un fianco per non dargli troppo
fastidio. Mi ritrovo così la sua testa nell’incavo della spalla, una
delle sue mani si posa sul mio petto e io gli accarezzo la schiena,
avvertendo i muscoli sotto la maglietta del pigiama. La sua voce si eleva in
un bisbiglio.
“Hana,
dormi già?”
“No,
dimmi.”
“Volevo
chiederti……quando ti sei accorto di esserti innamorato di me?”
Fermo
le mie carezze per un attimo, poi le ricomincio, giusto il tempo di
riprendermi dalla sorpresa che mi suscita una simile domanda. È la prima
volta che parliamo di quello che provo per lui dopo quel giorno ed è stato
proprio Kaede a cominciare! Non ho bisogno di pensarci per rispondere alla
sua domanda, ricordo quel momento in ogni particolare…
“Durante
la partita con il Sannoh……”
“Hn?”
Bene,
vuole che continui!
“E’
stato quel bastardo di Sawakita a farmi capire cosa provassi ormai per
te…….ti ricordi l’inizio della partita? Lui non ha fatto altro che
provocarti e punzecchiarti e già lì, avevo i nervi……poi, quando ti ho
visto per terra con lui che ti offriva la sua mano con quel suo sorrisino
beffardo, bè…..gli sarei saltato alla gola! Quel pezzo di cretino cercava
di umiliarti e io non lo sopportavo! Ho fatto uno sforzo enorme per non
prenderlo a calci, intimandogli di farla finita con
quell’atteggiamento!”
“Bè,
fino a quel momento aveva trovato il modo di mettermi in difficoltà, ero
caduto nella sua trappola….”
So
a cosa si riferisce: Sawakita continuava a sfidarlo negli one on one perché
era la sua specialità e bloccava Kaede, mettendo in difficoltà l’intero
Shohoku.
“E
con questo?! Niente lo autorizzava a trattarti in quel modo! E poi, lui è
più grande di te di un anno e un’esperienza maggiore, aveva già giocato
negli Stati Uniti. Era solo un gran presuntuoso….
Comunque,
fu quando avvertii quell’impulso di protezione che….”
“Protezione?!
Nei miei confronti?!” Kaede ha alzato lo sguardo verso di me, lo so che
non gli piace suscitare simili sentimenti……
“Sì,
lo so che tu non ne hai bisogno, ma in quel momento ho pensato che avrei
fatto qualunque cosa per evitarti quella delusione. Mi piaceva pensare di
poterti proteggere, anche se poi, non ho potuto evitarti di provare il
dolore più grande…..”
Passo
le dita tra i suoi capelli, Kaede ha chiuso gli occhi, ma lo so che non
dorme.
“La
consapevolezza di essermi innamorato di te, mi colpì come un fulmine, ma la
accantonai in un angolo del mio cuore perché avevo paura……”
“Di
me?!” sussurra lui.
“Di
quello che provavo per te…..se avessi accettato quei sentimenti, sapevo
che avrei finito per rivelarteli e non sapevo come avresti reagito……ma
è stato inutile, perché alla fine non ho potuto far altro che accettare la
realtà: mi batteva forte il cuore solo ad averti vicino, passavo la notte a
pensare a te, a come sarebbe stato bello poterti baciare……quando sono
tornato in squadra dopo la riabilitazione, volevo confessarti tutto, ma poi
non ho potuto……” già, quando sono venuto a casa tua per dirtelo, mi
sei venuto ad aprire con i capelli arruffati e il fiato corto,
credo proprio che interruppi qualcosa e mi prese un colpo,
soprattutto quando apparì Sendoh dietro te!
“Insomma,
Sawakita non lo sopporto, però devo essergli grato, perché mi fece capire
che ero cotto di te!”
Kaede
mi si preme maggiormente contro, la sua guancia che si strofina sul mio
collo. Io lo stringo più forte a me e gli bacio i capelli.
Buonanotte,
amore mio……..
Mi addormento tra le braccia di Hanamichi, cullato dal suo respiro e dal
battito del suo cuore. Era tanto tempo che non provavo questa sensazione di
serenità e anche di questo devo essere grato a lui…….
“Kitsune,
smettiamola! Ormai è ora di cena e io sono stanco morto!”
Abbiamo
passato l’intero pomeriggio al campetto davanti al mare, dopo aver corso
sulla spiaggia, ovviamente! Indovinate di chi è stata l’idea?! Io ancora
mi stupisco di quanta energia riesca a tirare fuori quando si tratta di
basket! Quando gioca sembra che ne vada della sua vita…..
Kaede
è fermo sulla linea dei tre punti e sta tirando a canestro, gocce di sudore
gli scivolano lungo il viso, ma lui sembra non accorgersene……non so
perché, ma mi viene da pensare a Mitsui, forse perché era il nostro
miglior realizzatore da tre punti…..ora và all’università e vive con
il nostro ex vice capitano, Kogure. Ogni tanto si fanno vedere agli
allenamenti, passano per salutarci…..quei due si vogliono un bene
dell’anima, basta guardare le occhiate che si lanciano. Chissà se anche
nei miei occhi è possibile leggere quello che provo per Kaede…..
“Hanamichi,
ti sei incantato?!”
“Eh?!”
è davanti a me con la palla in mano e si sta asciugando il sudore con la
sua immancabile fascetta nera.
“Non
volevi andare a casa? Dai, che ti offro una pizza.”
Lo
guardo un po’ stralunato, non mi ricordo quando è stata l’ultima volta
che abbiamo mangiato fuori! Di solito la
cena preferisce comprarla per la strada……bè, meglio così, mi piace
l’idea di mangiare insieme da qualche parte! Torniamo a casa e Kaede si fa
la doccia per primo, esce dopo poco avvolto nel suo accappatoio
bianco.
“Intanto
vestiti, kitsune, io faccio in un attimo!”
“Hn.”
Mi
lavo in pochi minuti perché ho decisamente fame e mi sto già pregustando
la mia pizza! Rientro in camera e Kaede sta rovistando nell’armadio in
cerca di qualcosa. Niente di strano, direte voi, e invece no! perché
indossa solo un paio di boxer neri, attillati che lasciano davvero poco
all’immaginazione. Non contando che quel colore scuro esalta il candore
della sua pelle….ho già detto che ha un fondoschiena da favola, vero?! Bè,
cercate di capirmi se lo sto nuovamente pensando! Sono perso di fronte a
cotanto spettacolo e il panorama non sfugge a “qualcun altro”. Sento il
calore del desiderio nascermi nello stomaco e scendere sempre più giù…..sento
la stoffa dei boxer tendersi e ovviamente Kaede si gira proprio adesso verso
di me, notando subito la mia condizione. Alza un sopracciglio perplesso.
Io
guardo prima me stesso, poi lui. Mi sento la faccia in fiamme.
“Oi,
kitsune, io non c’entro niente! Ormai lui ragiona da solo!”!
So
che sembra un’assurdità, ma è vero! Giuro!
Kaede
fa uno strano sorriso, non so come definirlo, tra il malizioso e il
divertito che mi lascia senza fiato. Cerco di alleggerire l’atmosfera,
perché sento una strana tensione sulla pelle, una tensione che oserei
definire erotica…..che sta succedendo?! È la prima volta che l’avverto
e…ok, basta così! È meglio darsi una calmata, eh?!
Faccio
un respiro profondo, mentre Kaede stacca gli occhi dai miei e si gira
nuovamente verso l’armadio, prendendo dal suo interno un paio di jeans.
“Hai
visto che figure mi fai fare?! Lo vuoi capire o no che devi ubbidirmi, eh?!
Kaede
si volta nuovamente verso di me.
“Hana,
ma con chi parli?!”
Io
faccio uno dei miei sorrisi un pò scemi.
“Con
lui!” e indico il mio basso ventre. Kaede trattiene a stento una risata.
“E
lo fai spesso?” mi chiede.
“Ogni
tanto…..per riportarlo all’ordine!”
Lui
scoppia a ridere e io lo seguo.
Passiamo
una piacevolissima serata: andiamo in un posto molto carino a mangiarci una
pizza, poi ci prendiamo un gelato e andiamo a camminare sul lungomare. Io
sono il ragazzo più felice sulla faccia della Terra: non so come, non so
quando, ma qualcosa è cambiato tra noi e sono sicuro che non è una mia
illusione. Lo sento sulla pelle, inequivocabilmente……
E’
una sera fresca, in fondo stiamo ancora a Marzo e il cielo è terso, si
riescono a vedere anche le stelle! Cammino con il naso all’insù,
guardando ogni tanto davanti, non voglio altri incontri ravvicinati con pali
e affini! Una scia luminosa attraversa il cielo.
“Ho
visto una stella cadente, kitsune, esprimi un desiderio.”
“L’hai
vista tu, devi farlo tu.”
“Voglio
donarla a te….”
Lui
non dice nulla, ma si avvicina maggiormente, le nostre spalle si sfiorano
mentre camminiamo.
“Grazie…..”
mi sussurra dopo un po’ ed io devo trattenermi dall’abbracciarlo in
mezzo alla strada! Torniamo a casa ed io crollo sul letto, dopo essermi
spogliato. Guardo il soffitto e mi stiracchio, occupando tutto il posto!
Kaede si siede sul letto in boxer e maglietta a maniche lunghe, mi sono
sempre chiesto come faccia a non sentire freddo, vabbè che abbiamo un caldo
piumone….
“Hana,
spegni la luce. Ho sonno.”
“Non
mi va, devo allungare il braccio!” piagnucolo io e lui fa un leggero
sbuffo. Si sporge verso il mio comodino e per farlo deve posare l’altra
mano sul mio stomaco proprio dove la stoffa della maglietta si è arrotolata
lasciando scoperta la mia pelle. Una scossa scende lungo la mia schiena…..Kaede
è rimasto fermo, con il braccio allungato a mezz’aria, lo lascia ricadere
mentre gira il viso verso di me, fissandomi. Le sue dita mi sfiorano la
pelle e come in un sogno lo vedo chinarsi su di me……fa che non si
fermi…..fa che non si fermi…..
Le
nostre labbra finalmente si incontrano in un bacio umido ed intimo. Lo
abbraccio forte, schiacciandolo contro il mio petto, gli succhio le labbra
per scoprire il suo sapore e lui mi offre la bocca con totale abbandono, la
sua lingua che accarezza la mia. L’inizio del nostro bacio è dolce,
ognuno alla scoperta dell’altro, ma ben presto vogliamo di più entrambi.
Con uno scatto di reni inverto le nostre posizioni, mi sdraio sul suo corpo
e affondo la lingua nella sua bocca in un bacio indiavolato e pieno di
desiderio bruciante. Mi sposto leggermente perché le mie mani abbiano via
libera sul suo corpo, gli alzo la maglietta per accarezzargli il torace, gli
sfioro i capezzoli e lo sento tendersi sotto
di me. Continuo a scendere con una mano, puntandomi su un gomito per
non dover smettere di baciarlo, arrivo tra le sue gambe, accarezzo la stoffa
dei boxer tesa dalla sua virilità e Kaede si stacca dalla mie labbra,
gemendo di piacere. Ecco, ora perdo il controllo…ora lo spoglio e …no,
non così! Ritiro le mani da lui, il mio respiro affannoso quanto il
suo….non lo voglio così. Forse sarò all’antica, ma voglio fare
l’amore con lui quando staremo insieme, soltanto allora….
“Perché…..perchè
ti sei fermato?” la voce roca di Kaede mi fa nuovamente rabbrividire di
piacere. Passo il dorso della mano sulla sua guancia, lui apre gli occhi.
“Non
è ancora il momento…..non così….” Non riesco a dire nient’altro,
ma a lui pare che basti, non mi chiede altro. Torno a sdraiarmi sulla
schiena e spengo la luce. Kaede allunga un braccio e posa la sua mano sulla
mia.
“Buonanotte,
Hana.”
“Buonanotte,
Kaede.”
Guarda come si divertono quei due!
Hanamichi è sdraiato sul prato nel mio
giardino e Bibby gli cammina sopra, gli lecca il viso, scappa e poi
ricomincia. Hanamichi ride e Bibby arruffa il pelo, forse pensa che si stia
prendendo gioco di lui. Hanamichi….quante cose sono cambiate in così poco
tempo….ieri sera ne è la riprova: l’ho baciato io per primo ed è
troppo semplice pensare che l’ho fatto perché è passato troppo tempo dall’ultima volta e che a diciassette anni è
normale desiderare certe cose. Sì, c’entra anche tutto questo, ma la
verità è che io non sono il tipo da attrazione fisica. Non bacerei mai
qualcuno solo perché mi attrae e neanche lui lo è, se è per questo. Sono
rimasto molto sorpreso dal suo comportamento: insomma, le cose erano
arrivate a un punto tale da presagire soltanto una fine, invece, Hanamichi,
che è innamorato di me da così tanto tempo, si tira indietro! Ho
abbastanza esperienza per aver capito che stava per farlo, invece….non
è ancora il momento…..non così….ha usato queste parole, come se
non gli bastasse che io fossi d’accordo. Se avessi mai nutrito dubbi
sull’intensità e la profondità dei sentimenti che prova per me, ho avuto
modo di constatare che Hanamichi non è capace di falsità né di
superficialità quando si tratta di cose importanti. Mi allontano dalla
finestra da cui lo stavo guardando, quando si alza dal prato. Dopo pochi
secondi, sento la sua voce nel corridoio.
“Sta fermo, piccoletto! Non agitarti!”
Hanamichi mi compare davanti con il povero
Bibby letteralmente abbarbicato sulla sua spalla. Il povero gatto sembra
sconvolto dallo sballottamento cui è sottoposto!
“Hana, lascialo, lo stai
terrorizzando!” riesco a prenderlo in braccio, mentre Hanamichi gli
carezza la testa.
“Volevo solo farlo divertire, non
credevo che fosse così suscettibile!”
“Hn.” È un gatto, mica un giocattolo!
Mi dirigo in cucina e lui mi segue, lo vedo prendere qualcosa dal frigo,
mentre io do da mangiare al micio e tornare in salotto. Quando lo raggiungo,
è seduto sul divano, ha preparato due bicchieri di succo di frutta e me ne
porge uno mentre mi sistemo vicino a lui.
“E’ per te, kitsune. Il tuo gusto
preferito.”
Prendo il bicchiere e gli poso un bacio
sulla guancia.
“Grazie.”
Lui mi fissa per qualche secondo, poi
sospira. Che ho fatto?! Perché mi guarda in quel modo?!
“Non credi sia il caso di prendere una
decisone?” la sua domanda è molto seria per lui, ma io non capisco. Di
quale decisone parla?!
“Su cosa?” gli domando.
“Su di noi….perchè ormai esiste un
noi, te ne rendi conto? Io e te non siamo semplici amici, ma neanche
qualcosa di più!”
Bè, credo che me lo sarei dovuto
aspettare. È giusto che Hanamichi voglia chiarezza, ma ora non so cosa
dire, ho bisogno di un po’ di tempo….
“Dobbiamo parlarne adesso?”
Lui resta perplesso.
“Bè……sì….”
“Non potremmo farlo domani?” concedimi
ancora una notte, ne ho bisogno!
“E va bene, se preferisci…..”
Non dice più niente a riguardo e
stranamente va a letto prima di me! Mi ritrovo da solo davanti alla
televisione. Ho visto Bibby che seguiva Hanamichi e probabilmente, ora è
sul letto vicino a lui.
Non seguo le immagini proiettate dallo
schermo, la mia mente è presa da altro…..domani…..oggi pomeriggio mi
sembrava abbastanza lontano, ora…..
Ho tanti giorni in comune con Hanamichi,
tante esperienze……ci conosciamo da più di due anni e siamo stati
nemici, rivali e poi amici…..ci siamo scontrati, insultati, mai
indifferenti l’uno all’altro…..diversi, mai dissimili. Perché ho come
l’impressione che la mia decisione possa essere solo la conseguenza di
quanto accaduto fino adesso tra noi? Il nostro rapporto si è evoluto, è
cambiato man mano che ci conoscevamo, che ci apprezzavamo…..abbiamo
imparato a rispettarci, a fidarci reciprocamente, a volerci bene……è
soltanto paura la mia?! Paura di soffrire ancora, paura di scoprire che
nonostante tutto la vita va avanti?! Posso permettere a un sentimento simile
di amministrare la mia vita?! No, ho promesso a me stesso di non farlo! Ho
promesso che avrei ritrovato la mia forza, che mi sarei ripreso la mia vita
e voglio farlo insieme ad Hanamichi. Voglio provare con lui! Raggiungo la
mia camera e come previsto sia Hana che Bibby dormono alla grande. Sorrido
alla vista di questi due casinisti nati che riposano tranquillamente. Mi
sdraio anch’io, sistemando il piumone su Hanamichi che, come al solito, si
è scoperto girandosi. Dormo così bene e così profondamente da svegliarmi
tardi e da solo. Scendo in cucina dove Hanamichi sta preparando la spremuta
d’arancia fischiettando.
“Hana…..”
Lui si gira verso di me.
“Buongiorno!” e mi sorride, uno di
quei sorrisi che mi scalda dentro. Mi sento felice, tantissimo……lo
abbraccio forte, premendo le mie labbra sulle sue. Non ho bisogno di dire
niente, quando mi scosta da sé, tenendomi per le spalle, legge la mia
decisone negli occhi e il suo volto è radioso. Mi stringe forte a sé,
affondando il viso nei miei capelli.
“Ti voglio bene, Kaede, ti voglio
bene….”
Continua a ripeterlo per un buoni due
minuti, finchè non si decide a baciarmi.
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