The Past

capitolo VI

di Hikaru



 

Mitsui era rimasto letteralmente sconvolto quando aveva scoperto che Hanamichi era il famoso Akai Doragon… il Drago Rosso di Tokyo…

Ancora non riusciva a crederci.

Quando furono di nuovo tutti riuniti al rifugio segreto il numero 14 dello Shohoku non riuscì più a tenere a freno la lingua.

“ Senti Hanamichi, ma tu sei veramente Akai Doragon? Quel Akai Doragon? Non è uno scherzo, vero? ”

“ Tu hai sentito veramente parlare di me? ” chiese stupito il rossino.

“ Eccome. Ogni banda conosce il Drago Rosso. ”

Sakuragi sorrise.

“ Non credevo di essere così famoso ”

“ Tu per tutti sei una leggenda. Si raccontano un sacco di storie su di te e sulla tua banda ”

“ Ah sì? ”

Il rossino non si sconpose.

“ Non posso credere che sia proprio tu… ”

Hanamichi cominciava a non sopportare più la compagnia.

Ogni attimo che passava gli faceva perdere tempo.

Se solo fosse stato solo…

‘ Devo assolutamente trovare un modo per andarmene da qui senza farmi seguire dagli altri. Pensa Hanamichi, pensa… Ma certo!! ‘

Mentre Mitsui cominciava a raccontare tutte le storie che aveva sentito sul Drago Rosso, Sakuragi prese da una parte Mito

“ Senti Yohei, sono un po’ stanco. Vado a riposare un po’ nella mia stanza, ok? E per favore… fa in modo che nessuno mi disturbi ”

“ Certo, non preoccuparti. Penso a tutto io ”

“ Grazie, sei un’amico ”

Mito guardò il ragazzo andarsene in silenzio.

Era decisamente cambiato da quando aveva saputo di Yuki.

Era diventato un po’ scostante e malsopportava la compagnia.

La sua vitalità si stava spegnendo.

E lui non sapeva cosa fare.

 

Dopo essersi accertato che i suoi compagni non pensassero più a lui, Sakuragi sgattaiolò fuori dal covo e si diresse al magazzino poco lontano da lì.

Entrò furtivamente dal retro, dopo aver scassinato la serratura.

‘ E’ rimasto tutto uguale ‘

Ancora non riusciva a crederci.

Era tutto come lo aveva lasciato.

Ogni cosa al suo posto.

‘ La mia moto ‘

Era in perfette condizioni.

Stupenda come la ricordava.

Era una Harley Davidson nera con delle bande rosse ai lati.

Sulla sella due caschi.

Erano entrambi neri, ma su uno era raffigurato un drago rosso, mentre sull’altro una tigre bianca.

‘ Yuki ‘

Era il suo casco. Aveva fatto lui stesso quel disegno e poi l’aveva regalato al suo ragazzo.

Si avvicinò e prese a sfiorare l’immagine della tigre con dita tremanti.

‘ Quanto mi manchi… non so immaginare la mia vita senza di te… ‘

Nella mente del rossino turbinavano una miriade di ricordi, di suoni, di visioni… di sogni ormai infranti…

‘ Yuki, dove sei adesso? Ti prego, stammi vicino… ho bisogno di te più che mai in questo momento ‘

 

Intanto nel covo i ragazzi dello Shohoku stavano ancora parlando degli ultimi eventi che avevano sconvolto le loro vite.

“ Non avrei mai creduto che Hanamichi avesse passato l’infanzia per strada ” riflettè Ayako.

“ Nemmeno io ” concordò Akagi.

“ Beh, è normale che non ve ne siate mai accorti. Hana è una persona molto solare, ma tiene nascosta a tutti la parte più profonda di sé… Sa nascondere molto bene i suoi sentimenti ” disse Yohei.

“ Hai ragione… tutti noi pensavamo di conoscerlo e invece… ” rispose Mitsui sospirando.

“ Già… ” disse Mito con un sorriso “ E la cosa più fantastica è che riesce ad affrontare e vincere tutte le sue paure, tutti gli ostacoli che incontra… anche senza alcun aiuto. Ricordo che a volte se ne andava in giro per le strade da solo così, senza dire niente a nessuno… le prime volte ci preoccupavamo da morire, ma poi ci siamo abituati e… ”

Yohei diventò improvvisamente pallido.

“ Mito… cos’hai? ”

Il ragazzo non rispose e corse fuori dalla stanza lasciando tutti sbigottiti.

“ Ma cosa… ” cominciò Miyagi, ma fu interrotto dal ritorno di Yohei.

“ Hana è scomparso ”

Il silenzio s’impadronì dei presenti mentre un senso di gelo li avvolgeva.

Coma avrebbero potuto aiutare il loro amico ora?

E se gli fosse successo qualcosa?

Come avrebbero fatto a ritrovarlo?

Tutte domande senza risposta.

 

“ Mito… non hai idea di dove possiamo cercarlo? ” chiese Mitsui preoccupato.

“ Non so… io… io… non… ”

Era confuso e aveva paura, una paura folle che non sarebbe riuscito ad aiutare il suo più grande amico.

‘ Se dovesse succedergli qualcosa non me lo perdonerei mai ’

Lo sguardo di tutti era puntato su Yohei, quando una voce ruppe il silenzio opprimente della stanza.

“ Yo-chan ma… cosa ci fai qui? ”

“ Aya… Ayama??!!!??? ”

Il ragazzo spalancò gli occhi per la sorpresa.

“ Come mai sei qui? E chi sono questi tizi? ”

“ Non sei cambiata per niente. Brusca e diretta come sempre ”

“ Non mi piacciono i giri di parole. Vuoi rispondermi? ”

Yohei sorrise.

Un sorriso triste.

“ Ho saputo di Yuki ”

Lo sguardo sicuro e luminoso della ragazza si fece improvvisamente cupo per il dolore.

“ E loro – disse indicando i ragazzi dietro di lui – sono i compagni di squadra di Hanamichi ”

“ I compagni di Hana? Ma… allora… Hana è qui? ” chiese speranzosa.

“ Era ” la corresse Mito.

“ Come… era? ”

“ Se n’è andato senza dire niente ”

La ragazza improvvisamente abbandonò l’aria dura e sorrise.

“ E’ nel suo stile ”

“ Ayama… non sai dove potrebbe essere andato? ”

“ E lo chiedi a me? ”

“ Beh, ecco… forse tu sai capire meglio di me come ragiona Hana ”

“ Su questo sono d’accordo ” lo prese in giro lei.

“ Raccontami cos’ha fatto ” aggiunse seria.

“ Beh, lui è arrivato qui prima di noi, ma poi quando l’abbiamo trovato siamo andati insieme da Kuma e… ”

“ Kuma? E cosa vi ha detto? ”

“ Hana gli ha chiesto informazioni sulla… morte di Yuki, ma… lui ha detto che non sapeva niente… ”

“ Ha parlato di pipistrelli se non ricordo male… ” intervenne Rukawa, lasciando tutti stupiti.

Era strano che intervenisse in una discussione.

E per aiutare il rossino poi..!!!!

“ I Pipistrelli? E’ così Yo-chan? ” chiese Ayama.

“ Sì… pensi sia andato ad affrontarli da solo? ” domandò Mito preoccupato più che mai.

“ Non sarebbe la prima volta. Presto Yo-chan seguimi, dobbiamo andare da lui… potrebbe aver bisogno di noi ”

“ Noi verremo con voi ” affermò Akagi con decisione.

“ Non se ne parla neanche, sareste solo d’intralcio ” disse Ayama.

“ Non abbiamo chiesto il permesso a nessuno. Hanamichi è nostro amico e non lo lasceremo in difficoltà ” rispose Mitsui con un tono che non ammetteva repliche.

La ragazza lo fissò per un momento e poi si arrese.

“ D’accordo, come volete. Ma ricordate di non intervenire se non è strettamente necessario. Hana non ve lo perdonerebbe mai ”

Senza altre discussioni il gruppo uscì dal covo per raggiungere il rossino.

‘ Ti prego Kami fa che non gli accada niente ’

Questa era la preghiera silenziosa che tutti stavano rivolgendo al cielo.

Tutti.

Persino Rukawa…  

 





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