The Past

capitolo III

di Hikaru



Tutti gli sguardi erano puntati su Hanamichi.
‘ Rosso cosa ti sta succedendo? ’ si chiese Mitsui preoccupato.
“ Hey tu che diavolo hai fatto a Sakuragi? ” urlò il numero 7 dello Shohoku con tono rabbioso.
“ Cosa… ma io… ” tentò di difendersi il ragazzo.
“ Mitsui, lascialo stare. Lui non mi ha fatto niente. Ora devo andare. Coraggio Ryoku, non abbiamo tempo da perdere. ”
“ Si capo ”
‘ Capo??!!?? Perché l’ha chiamato in quel modo? ’
Il rossino stava per andarsene quando sopraggiunse Mito.
‘ Oh no… Yohei… non mi lascerà mai andare da solo ’
“ Ryoku?? Hana, cosa ci fa lui qui? E’ successo qualcosa? ”
I due si guardarono negli occhi per qualche istante.
Non c’era bisogno di parole fra loro.
Si capivano al volo.
“ Vengo con te ” decise il moro.
“ No ” rispose l’altro.
“ Non puoi impedirmelo ”
“ E invece sì ”
Hanamichi si avvicinò a Mito e gli sussurrò all’orecchio :
“ Mi dispiace amico, ma lo faccio per il tuo bene. Ti prego, non seguirmi. E’ una cosa che devo risolvere da solo ”
Prima che Yohei potesse ribattere il rossino gli sferrò un pugno violentissimo all’addome che lo fece svenire.
Ayako andò subito a soccorrere Mito, mentre Sakuragi se ne andava sotto gli sguardi sconvolti dei suoi compagni che non riuscirono a dire nemmeno una parola per cercare di fermarlo.

Qualche minuto dopo Yohei riprese conoscenza.
“ Hana… dove sei… ”
“ Mito, ti senti bene? ” chiese Ayako.
“ Cr… credo di sì… Ma dov’è Hanamichi? ”
“ Beh… ecco.. ” cominciò la ragazza.
“ Se n’è andato ” disse Akagi.
“ Oh no, devo assolutamente raggiungerlo. ”
“ Tu non vai da nessuna parte ” Mitsui gli si pose di fronte
“ Dicci cosa sta succedendo. Dove sta andando Sakuragi? Perché tutto questo mistero? ”
“ Ecco io… non posso parlarne, mi dispiace ”
“ Devi dircelo invece. Anche noi teniamo ad Hanamichi ”
“ Ti prego Mito ” gli chiese Miyagi.
Yohei non sapeva proprio cosa fare.
‘ Non voglio svelare loro il suo passato, ma se fosse in pericolo? Forse il loro aiuto potrebbe servirmi… ‘
“ D’accordo, avete vinto. Seguitemi ”
“ Ma dove andiamo? ” chiese Kogure.
“ A Tokyo ” rispose Mito come se fosse la cosa più normale del mondo.
“ A Tokyo??? ”
“ Vi racconterò la storia per strada, ora dobbiamo sbrigarci ”
Akagi affidò il compito di spiegare l’accaduto a Yasuda, mentre lui, Kogure, Mitsui, Miyagi, Rukawa e Ayako andavano con Yohei.

Una volta sul treno si creò un silenzio pesantissimo fra i componenti dello Shohoku.
Il primo a parlare fu Mitsui.
“ Allora, vuoi dirci cosa sta succedendo? ”
Mito non sapeva da che parte cominciare.
Decise che la cosa migliore da fare era dir loro tutta la verità.
Forse Hanamichi si sarebbe arrabbiato, ma i suoi compagni erano veramente preoccupati per lui e avevano il diritto di sapere tutto.
“ A dire il vero non so cosa sia successo di preciso ”
“ Come scusa?? ” chiese Miyagi.
“ Beh, ecco… non so cosa abbia spinto Hanamichi a tornare a Tokyo, ma.. ”
“ Come sarebbe ‘tornare’ ? ” domandò Akagi confuso.
“ Forse è meglio che cominci dall’inizio ” propose Yohei.
“ Vedete… il ragazzo che avete visto è un amico di Hana e si chiama Ryoku. Lui faceva parte della… ‘banda’ di Hanamichi quando ancora abitava a Tokyo ”
“ Sakuragi abitava a Tokyo??????? ”
“ E aveva una banda???? ”
Erano rimasti tutti scioccati dalla notizia.
“ Beh… sì ” rispose calmo Mito.
“ Ma non è come pensate voi. Vedete Ryoku, Hana e altri ragazzi sono cresciuti all’orfanotrofio di Tokyo e… ”
“ Sakuragi è cresciuto in orfanotrofio???? ”
“ La smettete di interrompermi continuamente??? ”
“ Hai ragione, scusa. Continua per favore, vogliamo sapere tutto ” disse Ayako.
“ Stavo dicendo che Hana è cresciuto insieme a tanti altri bambini nell’orfanotrofio di Tokyo. Lì la vita era piuttosto difficile ed erano i più forti a cavarsela, così Hana ha imparato presto a difendersi.
Capì presto a sue spese che solo i più forti ce la fanno. A dieci anni era già temuto e rispettato da tutti e così decise di occuparsi dei suoi compagni più deboli e di insegnare loro come difendersi ”
“ E c’è riuscito? ” chiese Miyagi curioso.
“ Non c’è niente che Hanamichi non possa fare ” rispose Yohei con semplicità.
“ A dodici anni lui e alcuni suoi amici decisero di formare una banda, ma non una banda come le altre. Volevano essere ‘i paladini della città’ “ disse Mito con un sorriso sulle labbra.
“ Così lui, Ryoku, Yuki, Ayama, Kiyaku, Shun, Takumi, Taiki e io formammo un gruppo e decidemmo di proteggere la città.
A dir la verità io ero molto scettico. Non credevo affatto che dei ragazzini potessero veramente cavarsela contro ragazzi più grandi.
E invece molto presto dovetti ricredermi.
Insieme eravamo una vera forza della natura.
Ben presto tutti cominciarono a rispettarci e a temerci.
E poi Hana è un leader nato.
Faceva sembrare facili anche le cose più impossibili.
Ci spronava a dare il meglio di noi… ”
Yohei s’interruppe un attimo, perdendosi in quei meravigliosi ricordi della sua infanzia.
I migliori anni della sua vita.
Con Hanamichi.
Sempre insieme.
“ Scusa se te lo chiedo Mito, ma tu come sei entrato nella banda di Sakuragi se non abitavi in orfanotrofio? ” chiese Kogure con curiosità.
“ E’ vero? Come hai fatto a far parte del gruppo? ” domandò Mitsui.
“ Abitavo nello stesso quartiere dell’orfanotrofio e giocavo spesso con Hana e gli altri da piccolo e, quando mi proposero di far parte della banda, accettai subito. E poi mi piaceva fare a botte ” rispose Yohei con sincerità.
Per qualche minuto tornò a regnare il silenzio sul gruppo.
Tutti stavano cercando di assimilare le notizie che avevano scoperto sul rossino.
Nessuno avrebbe mai potuto pensare che un ragazzo come lui, così solare e allegro, potesse aver vissuto un’infanzia così difficile.
Era veramente una persona straordinaria.
A questo punto però una domanda sorse spontanea ad Ayako.
“ Scusa Mito, tu hai detto che Hanamichi è un orfano. ”
“ Si, esatto. Perché? ”
“ Ecco, io ho saputo dal signor Anzai che il padre di Sakuragi è morto d’infarto e che lui non è riuscito a chiamare i soccorsi ”
“ E’ vero. Ma quello era Kiyoshi Sakuragi, il padre adottivo di Hanamichi. E’ stato dopo la morte del suo patrigno che Hana ha deciso di andarsene da Tokyo. Il senso di colpa lo opprimeva e i ricordi dei suoi genitori adottivi lo tormentavano.
Dopo poche settimane la sua madre adottiva si tolse la vita… non riusciva a vivere senza suo marito. Però prima di morire nominò i suoi genitori tutori di Hanamichi. Così quando lui gli chiese di andarsene, loro gli offrirono di vivere nel loro appartamento a Kanagawa e lui accetò ”
‘ Questa storia si fa sempre più intricata. Come ha fatto Sakuragi a tenersi tutto dentro? Perché non si è confidato con noi? Forse non ci siamo dimostrati veri amici per lui… ’ pensò tristemente Mitsui.
‘ Eppure dovrebbe sapere che teniamo molto a lui ‘
“ Ma cosa può aver spinto Hanamichi a tornare a Tokyo? ” chiese Ayako preoccupata.
“ Non so… forse è successo qualcosa a uno del gruppo ” riflettè Yohei ad alta voce.
“ Forse centra anche la ragazza dell’altro giorno…”
disse Akagi.
Mito impallidì.
“ Di quale ragazza parli? ” chiese sempre più allarmato.
‘ Kami, fa che non sia Ayama… fa che non sia lei… ti prego… ’





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