The Past
capitolo
II di
Hikaru
Il mattino seguente Hanamichi si sentiva
a pezzi.
Non aveva chiuso occhio tutta la notte e quel senso d’inquietudine che
provava si faceva sempre più forte.
Lo opprimeva.
Gli impediva quasi di respirare.
Si vestì in fretta e uscì di casa senza nemmeno fare colazione.
Era da ieri a pranzo che non mangiava, ma non si sentiva per niente
stanco.
‘ Forse un po’ d’allenamento mi farà bene ’ pensò il rossino e così si
diresse di corsa verso lo Shohoku.
Ma quando arrivò scoprì che la palestra era già occupata.
Sbirciò dalla porta e vide Mitsui che si allenava.
“ Hey Micchy che ci fai qui a quest’ora? ”
Il numero 7 dello Shohoku si voltò e in quegli occhi Hanamichi vide solo
tristezza.
“ Mitsui, cos’hai? E’ successo qualcosa? ”
“ No, niente, non preoccuparti ”
“ Sei sicuro di stare bene? Se vuoi parlare… io sono qui ”
Il ragazzo moro guardò il compagno per un momento, poi abbassò lo sguardo
e disse “ Grazie Sakuragi, sei un’amico, ma per ora preferisco non
parlarne ”
“ Ok, come vuoi. Ti va di fare due tiri? ” chiese il rossino per distrarre
il compagno.
“ Ci sto ”
I due stavano ancora giocando quando l’orologio della scuola cominciò a
suonare l’inizio delle lezioni.
“ Cavoli è tardi!! Se arrivo in ritardo anche oggi il sensei Ayasaki mi
ucciderà sulserio stavolta ” si lamentò Hanamichi.
“ Presto, muoviamoci ” rispose Mitsui.
Così si diressero di corsa verso le rispettive aule.
La mattina trascorse tranquilla come al solito.
Hanamichi era arrivato in orario e il suo professore l’aveva lasciato
dormire in pace tutta la mattina.
Quando arrivò in palestra tutti i suoi compagni stavano già facendo
riscaldamento.
Il rossino si guardò intorno e vide che mancava ancora il capitano.
“ Hey Kogure, dov’è il Gorilla? ”
“ Non so, era nello spogliatoio un attimo fa ”
‘ Strano, non è da lui ritardare ‘ pensò il numero 10 dello Shohoku, ma i
suoi pensieri furono interrotti da una voce alle sue spalle.
“ Sakuragi, potresti venire un attimo? ” chiese Akagi che era appena
entrato dalla porta principale della palestra.
“ Certo Gori ”
Il rossino lasciò la palla che aveva in mano e seguì il suo senpai nel
giardino dietro l’edificio.
“ Dove stiamo andando? ” chiese impaziente Hanamichi.
“ C‘è una persona che mi ha chiesto di te ” rispose Akagi.
“ E chi è? ” domandò sempre più curioso.
“ Hanamichi… ”
Quella voce sembrava…
No, non era possibile.
“ Ryoku!!! Sei proprio tu!! ”
“ Si, sono io… ”
“ Vi lascio, ma non metterci troppo ok? ”
“ Certo Gori, grazie ”
Akagi se ne andò e lasciò soli i due ragazzi.
“ Quanto tempo… sei decisamente cambiato capo ”
‘ Capo ’
Era da tanto che non si sentiva più chiamare così.
Gli faceva un certo effetto.
“ Peccato che il destino abbia deciso di farci rincontrare in um momento
così terribile ” disse il ragazzo con voce tremante.
‘ …in un momento così terribile!? ’
“ Cosa vuol dire? Perché sei qui Ryoku? ”
“ Ecco io… ”
“ Akagi, ma dov’è finito sakuragi. E’ via già da un po’, non sarebbe il
caso di andarlo a chiamare? ” chiese Kogure.
“ Forse hai ragione… ” rispose il capitano.
Ma proprio in quel momento sentirono un grido seguito da un tonfo sordo.
“ Ma che cosa succede? ”
“ Sakuragi… Presto capitano andiamo a vedere ” disse Mitsui allarmato.
Tutti si precipitarono sul retro per capire cosa stesse succedendo e…
Hanamichi tremava.
La rabbia negli occhi.
Il pugno, sporco di sangue, appoggiato alla porta che doveva aver colpito
poco prima.
Un ragazzo moro alle sue spalle lo guardava con comprensione.
“ Capo… ” Ryoku tentò di dire qualcosa, ma fu interrotto dalla voce fredda
del rossino.
“ Quando ”
“ Tr… tre giorni fa… ” rispose l’altro.
“ Chi… ”
“ Non lo so. Sono venuto da te per questo ”
“ Aspettami, mi cambio e arrivo ” rispose Hanamichi.
“ O… ok… ma… ”
“ Tu aspettami ” rispose il rossino con tono che non ammetteva repliche.
Sakuragi oltrepassò i suoi compagni di squadra senza vederli, andò nello
spogliatoio e dopo essersi cambiato prese la sua roba e raggiunse il suo
amico Ryoku.
Ma il capitano s’ intromise.
“ Sakuragi, dove credi di andare? L’allenamento non è finito ”
Il rossino si girò e afferrò il braccio che il Gorilla stava per abbatere
su di lui.
“ Non ho tempo per le sciocchezze. Ho cose più importanti da fare ”
Nessuno aveva mai visto Hanamichi così.
Freddo.
Deciso.
Lo sguardo pieno di rabbia.
Di dolore.
Di tristezza.
Cosa era successo per farlo cambiare così?
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