The Past

capitolo I

di Hikaru


Erano ormai due giorni che avvertiva quella strana sensazione.

Era come se fosse all’oscuro di qualcosa di molto importante, qualcosa che lo riguardava da vicino.

Non riusciva a trovare una ragione a questo suo stato.

Eppure non era successo nulla di insolito.

Tutto era come al solito.

Le giornate sempre uguali.

La scuola.

Gli allenamenti.

I compiti.

Il lavoro.

Tutto normale.

Eppure quella sensazione non accennava a scomparire.

Né a diminuire.

Al contrario, diventava sempre più forte.

Era quasi opprimente.

C’era qualcosa che non andava.

Se lo sentiva.

La cosa peggiore è che aveva un’inspiegabile paura di questa sensazione.

‘ Meglio non pensarci ’ decise il ragazzo ‘ continuare a rimuginarci non mi servirà a niente ’

E così cominciò a cambiarsi.

Quando entrò in palestra c’erano già tutti.

“ Sakuragi sei sempre il solito!! ”

Il Gorilla gli mollò il solito pugno in testa, ma il rossino troppo preso dai suoi pensieri, non se ne curò.

Cominciò ad allenarsi seriamente senza dire niente.

Il suo strano atteggiamento non passò certo inosservato e i suoi compagni si chiesero cosa mai avesse potuto turbare un tipo allegro e spensierato come Hanamichi.

Yohei si era accorto già da un po’ dello strano atteggiamento del suo amico, ma il rossino non si era ancora deciso a confidarsi con lui.

   ‘ Speriamo non sia nulla di grave ’

 

 

Il giorno seguente Sakuragi sembrava tornato quello di sempre, anche se Mito aveva capito benissimo che stava fingendo.

‘ Lo conosco troppo bene, non può ingannarmi. C’è qualcosa che lo turba… Odio non poter far niente per aiutarlo!! ’

Quel pomeriggio Hanamichi aveva cercato di comportarsi come al solito, ma aveva il presentimento che stesse per succedere qualcosa.

E aveva perfettamente ragione…

 

Mentre stavano disputando una partita d’allenamento i giocatori dello Shohoku furono interrotti dal rumore assordante di una motocicletta.

“ Si può sapere chi fa tutto questo baccano? ” chiese furioso Akagi.

Mitsui aprì la porta della palestra e si trovò davanti proprio la persona che li aveva interrotti poco prima.

Stava seduta sulla sella della sua Harley Davidson nera come la notte.

Indossava una tuta di pelle bianca e rossa e in testa aveva un casco con l’immagine di una colomba ferita.

Hanamichi sbiancò alla vista della persona misteriosa.

‘ No, non è possibile…Non può essere.. ’

“ Si può sapere chi diavolo sei? Sei venuto a cercare guai per caso? ” chiese Mitsui con voce minacciosa.

La persona sulla moto fece finta di non aver sentito.

Guardava oltre le spalle dell’ex teppista.

Fissava lui.

Scese dalla moto, superò Mitsui e si fermò all’entrata della palestra.

Lentamente portò le mani al casco, lo sganciò e infile se lo tolse svelando il suo volto.

‘ Ma è una donna!!!!!!!!! ’

Tutti rimasero di sasso alla vista di quella ragazza così particolare.

Capelli neri, occhi verdi e corpo da favola.

E quello sguardo.

Sembrava… mortificata.

In colpa per qualcosa.

Fissò gli occhi in quelli caldi e profondi del rossino.

“ Che sciocca… credevo di poter ritrovare lo stesso Hanamichi di un tempo… Dimentica di avermi vista. ”

Detto questo la ragazza risalì sulla moto e ripartì a tutta velocità.

Ora l’attenzione di tutti era rivolta a Sakuragi.

“ Hanamichi… ma chi era quella? ” chiese Miyagi.

“ Non ha importanza ” disse il rossino con tono indifferente.

Si girò e ricominciò ad allenarsi sotto lo sguardo confuso dei presenti.

Poco dopo anche gli altri seguirono l’esempio del compagno e tornarono a giocare fingendo che nulla fosse accaduto.

 

‘ Perché è tornata? Perché? ’

Sakuragi non faceva altro che pensare a lei.

Non riusciva a credere che dopo tutto questo tempo potesse rifarsi viva così, senza un motivo apparente.

Eppure non era da lei.

Se aveva fato tutta quella strada doveva esserci un buon motivo.

‘ Se anche fosse, non mi riguarda.

Non più.

Io ormai ho la mia vita.

Quel che è stato è stato.

Non posso più tornare indietro. ’

Perso nei suoi pensieri Hanamichi non si rese conto della figura nell’ombra che lo spiava.

‘ Do’hau, che ti succede? ’

Arrivato a casa il rossino fece una doccia veloce e poi andò dritto a letto senza nemmeno cenare.

La giornata era stata decisamente sconvolgente, ma per fortuna era riuscito a mascherare bene il suo stato d’animo.

Non voleva che qualcuno cominciasse a fare domande.

Nessuno doveva scoprire il suo passato.

Avrebbe fatto di tutto perché rimanesse sepolto.





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